LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE E’: • il complesso di modificazioni cliniche (segni e sintomi) a carico dei vari apparati, che si manifesta quando una persona è costretta all’immobilità (letto o altro tipo di decubito obbligato) per un lungo periodo; • NB: interessa tutti gli organi; • è indipendente dalla malattia che ha condizionato l’inattività a letto. FATTORI PREDISPONENTI NELL’ANZIANO - riduzione delle riserve funzionali/ meccanismi di adattamento - coesistenza di patologie cronico-degenerative - ipotensione ortostatica - deficit visivi ed uditivi - isolamento sociale - tendenza alla emulazione dei cambiamenti nelle abitudini generali della popolazione FATTORI PREDISPONENTI Età, attività fisica, stile di vita, fattori psicologici, supporto sociale ed integrazione, ambiente. Patologie Disabilità Muscoloscheletriche Cardiovascolari Neurologiche Etc. Difficoltà o perdita della capacità di muoversi, salire le scale e deambulare Caratteristiche Dolore, debolezza muscolare, ridotta capacità aerobica, etc. TRATTAMENTI CAUSE DI ALLETTAMENTO Patologie NEUROLOGICHE Complicanze M. Parkinson debolezza muscolare, Stroke perdita di sensibilità Demenze propriocettiva e di altro Neuropatie periferiche tipo, alterazioni dell’equi- Stenosi spinale librio, vertigini, atassia Vertigini posizionali benigne Patologie POLMONARI BPCO dispnea, ridotta capacità Insufficienza polmonare di lavoro aerobico restrittiva CAUSE DI ALLETTAMENTO Patologie PSICO-SOCIALI • Abitudini alla sedentarietà • Stato depressivo del tono dell’umore • Riduzione alla partecipazione alla vita sociale • Supporti familiari carenti o iperprotettivi • La solitudine, la povertà o la presenza di barriere architettoniche • La convinzione errata che il riposo a letto sia la migliore terapia per le malattie che debilitano l’anziano • L’atteggiamento psicologico negativo nei confronti di sè e del mondo esterno CAUSE DI ALLETTAMENTO ALTRE Patologie Complicanze Patologia vascolare periferica dolore Iper ed ipotiroidismo debolezza muscolare, affaticamento Retinopatie ed altre patologie oculari ridotta acuità del visus Ipotensione posturale instabilità Anemia astenia COMPLICANZE DELL’ALLETTAMENTO Apparato cardiovascolare: • Intolleranza ortostatica; • Ridotta tolleranza allo sforzo; • Trombosi venosa profonda. Apparato respiratorio: • ridotta ventilazione (atelettasia); • Ipossiemia; • Broncopolmoniti. Apparato urinario: • Incontinenza; • Litiasi renale. COMPLICANZE DELL’ALLETTAMENTO Apparato muscolo-scheletrico: • Atrofia muscolare e perdita di forza; • Osteoporosi e osteoartrite; • Contratture muscolari. •Bilancio azotato negativo Apparato gastroenterico: • Stipsi!!! Apparato tegumentario: • Ulcere da decubito. Apparato neurosensoriale: • Stato confusionale; • Allucinazioni; • Agitazione psico-motoria. Sistema Cardiovascolare • Modificazioni emodinamiche – ridistribuzione da periferia a centro ~11% volume ematico – aumento 20-30% del flusso ematico polmonare • Intolleranza ortostatica – tachicardia, nausea – ipotensione ortostatica, sincope • Tolleranza allo sforzo – tachicardia – ridotta gettata cardiaca – ridotta VO2max – 10gg = riduzione del 15% della VO2max • Bilancio idroelettrolitico – H2O totale – volume plasmatico – bilancio del sodio – RBC (dopo settimane) • Sistema venoso periferico – rischio tromboflebiti – rischio embolia polmonare – riduzione flusso venoso per ridotta attività muscolare – necessari altri fattori favorenti (insufficienza congestizia, ipercoagulabilità) Sistema Cardiovascolare Ipotensione ortostatica: Caduta della pressione sistolica di 25mmHg e della pressione diastolica di 10 mmHg quando il paziente passa dalla posizione seduta e/o sdraiata all’ortostatismo, secondaria a •Riduzione del volume ematico/plasmatico circolante •Sua compartimentalizzazione nelle estremità degli arti inferiori con •Conseguente ridotto ritorno venoso, riduzione della gittata cardiaca e della pressione sanguigna. Sistema Cardiovascolare Trombosi venosa profonda: Accumulo di piastrine, fibrina, fattori della coagulazione ed elementi corpuscolati del sangue che si attaccano alla parete o occludono una vena o una arteria per •Perdita di integrità della parete vascolare, •Anomalie del flusso ematico (rallentamento del flusso ematico nelle vene associato al decubito supino e all’immobilità) •Alterazioni nella composizione del sangue (es. una variazione dei fattori della coagulazione o un aumento della attività piastrinica) Sistema Respiratorio Complicanze Atelettasie Desaturazione in O2, Aumento del consumo di O2 Predisposizione alla broncopolmomite Meccanismo d'azione Modificazione della respirazione Riduzione attività muscoli gabbia toracica Aumento attività muscoli addominali Riduzione CFR (Capacità Funzionale Residua) Esclusione unità anatomiche respiratorie (atelettasie) Riduzione scambi gassosi Aumento secrezione Riduzione riflesso tussigeno e della capacità di produrre una tosse valida Aumento crescita batterica Riduzione tensione arteriosa O2: da 85 a 75 mmHg Riflesso della tosse meno efficace infezioni Apparato Osteoarticolare Osso – Il soggetto sano perde il 0,9% / settimana – La perdita di calcio 0,05-0,1% porta a -0,4-0,7%/mese, con aumento calciuria, specie nei primi 2 mesi – Ipercalcemia se inadeguatezza del rene – Correlazione tra azoturia e calciuria – Riduzione soprattutto delle ossa sottoposte a carico – Per contrastarla è fondamentale la stazione eretta Articolazioni – dopo 3-4 settimane compaiono erosioni e necrosi cartilaginee – ratto: 1 mese di immobilizzazzione riduce del 45% la mobilità – coniglio: 1,5 mesi di immobilizzazzione conducono a perdita permanente della mobilità Apparato Muscolare Nell’uomo: • Si riduce la forza muscolare: 5% al giorno • Riduzione di: – lunghezza delle fibre muscolari – lunghezza e peso masse muscolari Sistema Muscolare Dopo prolungata immobilità ATROFIA muscolare Diminuisce resistenza e voglia di svolgere attività fisica Osteoporosi da disuso Apparato genito-urinario • Incontinenza urinaria: la posizione supina rende più difficile il controllo volontario della minzione. • L’immobilità in posizione orizzontale modifica la configurazione anatomica delle vie urinarie, ostacolando il normale deflusso dell’urina per gravità dal rene verso la vescica e predispone così alla stasi ed alle infezioni, specie se in presenza di insufficienti contrazioni peristaltiche degli ureteri, ridotte difese immunitarie o di improprio ricorso al cateterismo vescicale a permanenza. Apparato genito-urinario Un ulteriore fattore predisponente alle infezioni urinarie è rappresentato dalla formazione di calcoli che, nel paziente allettato dipendono •dall’alterazione del metabolismo del calcio con ipercalcemia, •dalla presenza di urine concentrate (ridotto introito di liquidi, febbre, disidratazione ….) •dalla carente cura della regione perineale dopo l’evacuazione, soprattutto nel sesso femminile. Cute L'evento più temuto della sindrome da immobilizzazione, facile da instaurarsi nell'anziano in rapporto alla particolare fragilità della sua cute, è la comparsa di lesioni da decubito (piaghe o ulcere). – tra i pazienti ospedalizzati per malattie acute la prevalenza di lesioni da decubito in stadio II o più avanzato varia dal 3% all'11%, – l'incidenza durante la degenza ospedaliera è dell'1-3%; – le percentuali salgono rispettivamente al 28% ed al 7,7% nei pazienti costretti a letto o alla sedia rispettivamente per almeno 1 e 3 settimane. – Tra i pazienti delle RSA la prevalenza di tali lesioni è del 2033%, mentre l'incidenza per coloro che vi rimangono per almeno tre mesi è del 5%. Cute • La presenza di ulcere da pressione è riconosciuta come fattore prognostico sfavorevole che si associa ad aumento della morbidità e della mortalità. – Berlowitz DR, Brandeis GH, Anderson J, et al. J Gerontol A Biol Sci Med Sci 1997;52:M10610. – Thomas DR, Goode PS, Tarquine PH, et al. J Am Geriatr Soc 1996;44:1435-40. • Si stima che negli USA le lesioni da pressione colpiscano circa 1,5-3 milioni di persone, nel 70% dei casi con età superiore ai 70 anni, comportando una spesa sanitaria annua di circa 5 miliardi di dollari. – Thillips LP. Ulcers. In: Bolognia JL, Jorizzo JL, Rapidini RD, eds. Dermatology. Philadelphia, PA: Mosby 2003, pp. 1631-49. • • • In Inghilterra è stato stimato che le lesioni da decubito sono la causa primaria di morte nel 6% dei pazienti ricoverati nelle unità geriatriche. (Maher, Rubin, 2000) La comparsa di una lesione in 1°stadio comporta un aumento del rischio di ulcere più gravi pari a 10 volte. Dal 34% all’81% dei pazienti sviluppa la lesione nel giro delle prime due settimane di ricovero ospedaliero. Aree di contatto/pressione Cause di stipsi e stasi fecale • Immobilità prolungata ed esercizio • Disidratazione; inadeguato; • Ipercalcemia, Ipokaliemia, • Apporto insufficiente di fibre; Iponatremia; • Apporto insufficiente di liquidi; • Depressione; • Uso eccessivo di lassativi; • Malnutrizione, cachessia; • Astenia e debolezza; • Anemia; • Farmaci anticolinergici; • Neoplasie; • Sedativi od oppioidi; • Farmaci (antiparkinsoniani; • Demenza; • Antidepressivi triciclici; • Neuropatie autonomiche. • Antiacidi a base di Calcio e Alluminio; • Diuretici; • Sedativi e tranquillanti; L’immobilizzazione a letto è spesso causa di malnutrizione! APPARATO NEUROSENSORIALE DEPRIVAZIONE NEUROSENSORIALE Scarsità di stimolazioni visive, uditive, tattili. Favorita da: Scarsità di contatti sociali. Disturbi del tono dell’umore. Determina: Disturbi dello stato cognitivo. Stato confusionale Disorientamento spazio-temporale Allucinazioni Agitazione psico-motoria prevalentemente notturna DEPRIVAZIONE NEUROSENSORIALE Valutazione Valutazione cambiamenti dell’umore Qualsiasi cambiamento nel ciclo sonnoveglia Difficoltà di relazionarsi Segni e sintomi di depressione Interventi Socializzazione Stimoli Significativi Mantenere l’immagine corporea corretta Evitare le interruzioni del sonno Avoid sleep interuptions Utilizzare risorse “tailored” sul paziente (cura pastorale, servizi sociali, volontari ….) GESTIONE DEL PAZIENTE ALLETTATO POSIZIONAMENTO DEL CORPO E MOBILIZZAZIONE ATTIVA E PASSIVA Esercizio fisico in posizione eretta Previene riduzione di capacità aerobica Previene osteoporosi Mantenimento dello stato funzionale Corretto posizionamento Mobilizzazione del corpo POSIZIONE SEDUTA •Riduce il ritorno venoso •Riduce il lavoro cardiaco •Facilita la ventilazione polmonare •Previene l’intolleranza all’ortostatismo •Migliora la stimolazione sensoriale •Facilita il torchio addominale •Migliora il controllo degli sfinteri •Migliora l’alimentazione • Le gambe del paziente devono essere in posizione declive rispetto al corpo o indossare calze elastiche (ricondizionamento cardiovascolare) • Appoggio sotto i piedi (forze di frizione) MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE A LETTO • Esercizi volti al mantenimento della flessibilità articolare; • Esercizi volti al mantenimento e recupero del trofismo osseo (esercizi contro resistenza di tipo isotonico e isometrico); • Esercizi respiratori finalizzati al miglioramento della ventilazione polmonare e degli scambi gassosi alveolari.