Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (3,14-15.17.23

VENERDÌ 1 MAGGIO
MESSA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (3,14-15.17.23-24)
Fratelli, al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la
pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo
corpo. E siate riconoscenti! E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si
compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini,
sapendo che, quale ricompensa, riceverete dal Signore l’eredità. Servite a Cristo
Signore.
Benedici, Signore, l’opera delle nostre mani. (dal Sal 89)
Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: “Ritornate, figli dell’uomo”.
Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando? Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e la tua gloria ai loro figli.
Alleluia, alleluia.
Benedetto il Signore sempre; ha cura di noi il Dio della salvezza.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58)
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella sinagoga e la gente
rimaneva stupita e diceva: “Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi
miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama
Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non
sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?”. E si
scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato
se non nella sua patria e in casa sua”. E non fece molti miracoli a causa della loro
incredulità.
1
Inno
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nasconde la sua gloria!
LODI
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
Giuseppe addestra all'umile
arte del falegname
il Figlio dell'Altissimo.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Purificami ancora, o Dio, da ogni mia colpa, alleluia.
SALMO 50 Pietà di me, o Signore
Rinnovatevi nello spirito della vostra mente e rivestite l'uomo nuovo (cfr Ef 4,23-24)
Pietà di me, o Dio,
secondo la tua misericordia; *
nel tuo grande amore
cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe, *
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa, *
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato, *
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli, *
retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato, *
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore *
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
2
Purificami con issopo e sarò mondato; *
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia, *
esulteranno le ossa che hai spezzato.
Distogli lo sguardo dai miei peccati, *
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, *
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza *
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato, *
sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie *
e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, *
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
Signore, apri le mie labbra *
e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non gradisci il sacrificio *
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito *
è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, *
tu, o Dio, non disprezzi.
Nel tuo amore
fa' grazia a Sion, *
rialza le mura
di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti, *
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime *
sopra il tuo altare.
3
1^ Antifona
Purificami ancora, o Dio, da ogni mia colpa, alleluia.
2^ Antifona
Cristo ha portato nel suo corpo i nostri peccati, sul legno della croce, alleluia.
CANTICO Ger 14, 17-21
Lamento del popolo in tempo di fame e di guerra
Il tempo è compiuto, e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo
(Mc 1, 15).
I miei occhi grondano lacrime *
notte e giorno, senza cessare.
Da grande calamità è stata colpita la figlia del mio popolo, *
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna, ecco i trafitti di spada; *
se percorro la città, ecco gli orrori della fame.
Anche il profeta e il sacerdote †
si aggirano per il paese *
e non sanno che cosa fare.
Hai forse rigettato completamente Giuda, *
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpito, *
e non c'è rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene, *
l'ora della salvezza ed ecco il terrore!
Riconosciamo, la nostra iniquità, Signore, †
l'iniquità dei nostri padri: *
contro di te abbiamo peccato.
Ma per il tuo nome non abbandonarci, †
non render spregevole il trono della tua gloria. *
Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi.
4
2^ Antifona
Cristo ha portato nel suo corpo i nostri peccati,
sul legno della croce, alleluia.
3^ Antifona
Venite con gioia
dinanzi al Signore, alleluia.
SALMO 99 La gioia di coloro che entrano nel tempio
Il Signore fa cantare ai redenti il canto della vittoria (sant'Atanasio).
Acclamate al Signore, voi tutti della terra, †
servite il Signore nella gioia, *
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che il Signore è Dio; †
egli ci ha fatti e noi siamo suoi, *
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie, †
i suoi atri con canti di lode, *
lodatelo, benedite il suo nome;
poiché buono è il Signore, †
eterna la sua misericordia, *
la sua fedeltà per ogni generazione.
3^ Antifona
Venite con gioia
dinanzi al Signore, alleluia.
Lettura Breve (2Sam 7,28-29)
Signore, tu sei Dio, le tue parole sono verità e hai promesso questo bene al tuo
servo. Dègnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sussista
sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore, hai parlato e per la tua benedizione la
casa del tuo servo sarà benedetta per sempre!
5
Responsorio Breve
R. Dio lo fece signore nella sua casa. * Alleluia, alleluia.
Dio lo fece signore nella sua casa. Alleluia, alleluia.
V. Gli affidò i beni più cari.
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Dio lo fece signore nella sua casa. Alleluia, alleluia.
Antifona al Benedictus
Uomo fedele e ammirevole,
nella sua vita laboriosa
Giuseppe fu caro a Dio, alleluia.
Invocazioni
Supplichiamo il Signore, datore di ogni bene e principio di ogni santità:
Santifica il tuo popolo, Signore.
Signore Dio, che hai chiamato alla fede i nostri padri, perché camminassero
davanti a te con fedeltà e rettitudine,
- aiutaci a vivere secondo lo spirito del Vangelo.
Hai scelto san Giuseppe come custode e guida di Gesù fanciullo e adolescente,
- fa' che impariamo a servire il Cristo nei nostri fratelli.
Hai affidato la terra all'uomo per farne il suo regno e la sua dimora,
- insegnaci a lavorare per la giustizia e la pace a lode e gloria del tuo nome.
Ricordati, o Padre, dell'opera delle tue mani,
- fa' che tutti abbiano un lavoro sicuro e una condizione degna di uomini liberi.
Padre nostro.
Orazione
O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l'uomo a cooperare con il lavoro al
disegno della creazione, fa' che per l'intercessione e l'esempio di san Giuseppe
siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci
prometti. Per il nostro Signore.
6
1. IL CAMMINO DELL’UOMO
Dal libro della Genesi (3,8-10)
L’uomo e la donna udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla
brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo
agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove
sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono
nudo, e mi sono nascosto».
Da “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber
Il comandante chiese al Rabbi: "Come bisogna interpretare che Dio Onnisciente
dica ad Adamo: «Dove sei?». "Credete voi - rispose il Rabbi - che la Scrittura è
eterna e che abbraccia tutti i tempi, tutte le generazioni e tutti gli individui?". "Sì,
lo credo", disse. "Ebbene - riprese il Rabbi - in ogni tempo Dio interpella ogni
uomo: ‘Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già
trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?’. Dio dice
per esempio: ‘Ecco, sono già quarantasei anni che sei in vita. Dove ti trovi?’".
All'udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si controllò a stento, posò
la mano sulla spalla del Rabbi ed esclamò: "Bravo!"; ma il cuore gli tremava.
Ogni volta che Dio pone una domanda di questo genere non è perché l’uomo gli
faccia conoscere qualcosa che lui ancora ignora: vuole invece provocare
nell'uomo una reazione suscitabile per l'appunto solo attraverso una simile
domanda, a condizione che questa colpisca al cuore l'uomo e che l'uomo da essa si
lasci colpire al cuore. Adamo si nasconde per non dover rendere conto, per
sfuggire alla responsabilità della propria vita. Così si nasconde ogni uomo, perché
ogni uomo è Adamo e nella situazione di Adamo. Per sfuggire alla responsabilità
della vita che si è vissuta, l'esistenza viene trasformata in un congegno di
nascondimento. Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo
nascondimento "davanti al volto di Dio", l'uomo scivola sempre, e sempre più
profondamente, nella falsità. Si crea in tal modo una nuova situazione che, di
giorno in giorno e di nascondimento in nascondimento, diventa sempre più
problematica. È una situazione caratterizzabile con estrema precisione: l'uomo
non può sfuggire all'occhio di Dio ma, cercando di nascondersi a lui, si nasconde
a se stesso.
Finché questo avviene, la vita dell'uomo non può diventare cammino. Per quanto
ampio sia il successo e il godimento di un uomo, per quanto vasto sia il suo potere
e colossale la sua opera, la sua vita resta priva di un cammino finché egli non
affronta la voce. Adamo affronta la voce, riconosce di essere in trappola e
confessa: "Mi sono nascosto". Qui inizia il cammino dell'uomo. Il ritorno decisivo
7
a se stessi è nella vita dell'uomo l'inizio del cammino, il sempre nuovo inizio del
cammino umano. Ma è decisivo, appunto, solo se conduce al cammino: esiste
infatti anche un ritorno a se stessi sterile, che porta solo al tormento, alla
disperazione e a ulteriori trappole.
Dal libro della Sapienza (7,1-6.15-21)
Anch'io sono un uomo mortale come tutti, discendente del primo essere plasmato
di creta. Fui formato di carne nel seno di una madre, durante dieci mesi
consolidato nel sangue, frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del
sonno. Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune e sono caduto su una terra
uguale per tutti, levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido. E fui allevato
in fasce e circondato di cure; nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza. Si entra
nella vita e se ne esce alla stessa maniera.
Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza e di pensare in modo degno dei
doni ricevuti, perché egli è guida della sapienza e i saggi ricevono da lui
orientamento. In suo potere siamo noi e le nostre parole, ogni intelligenza e ogni
nostra abilità. Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose, per
comprender la struttura del mondo e la forza degli elementi, il principio, la fine e
il mezzo dei tempi, l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, il ciclo
degli anni e la posizione degli astri, la natura degli animali e l'istinto delle fiere, i
poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le
proprietà delle radici. Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, poiché
mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose.
Inno
L'ora nona ci chiama
alla lode di Dio:
adoriamo cantando
l'uno e trino Signore.
San Pietro che in quest'ora
salì al tempio a pregare,
rafforzi i nostri passi
sulla via della fede.
Antifona
Alleluia, alleluia, alleluia.
8
ORA MEDIA
Uniamoci agli apostoli
nella lode perenne
e camminiamo insieme
sulle orme di Cristo.
Ascolta, Padre altissimo,
tu che regni in eterno,
con il Figlio e lo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
SALMO 21 Esaudimento del giusto, provato dalla sofferenza
Gesù gridò a gran voce: Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27, 46).
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? †
Tu sei lontano dalla mia salvezza»: *
sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, *
grido di notte e non trovo riposo.
Eppure tu abiti la santa dimora, *
tu, lode di Israele.
In te hanno sperato i nostri padri, *
hanno sperato e tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati, *
sperando in te non rimasero delusi.
Ma io sono verme, non uomo, *
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono, *
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si è affidato al Signore, lui lo scampi; *
lo liberi, se è suo amico».
Sei tu che mi hai tratto dal grembo, *
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
Al mio nascere tu mi hai raccolto, *
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
Da me non stare lontano, †
poiché l'angoscia è vicina *
e nessuno mi aiuta.
Mi circondano tori numerosi, *
mi assediano tori di Basan.
Spalancano contro di me la loro bocca *
come leone che sbrana e ruggisce.
9
Come acqua sono versato, *
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera, *
si fonde in mezzo alle mie viscere.
E' arido come un coccio il mio palato, †
la mia lingua si è incollata alla gola, *
su polvere di morte mi hai deposto.
Un branco di cani mi circonda, *
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi, *
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano: †
si dividono le mie vesti, *
sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano, *
mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada, *
dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone *
e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, *
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi che lo temete, †
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, *
lo tema tutta la stirpe di Israele;
perché egli non ha disprezzato né sdegnato *
l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto, *
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea, *
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
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I poveri mangeranno e saranno saziati, †
loderanno il Signore quanti lo cercano: *
«Viva il loro cuore per sempre».
Ricorderanno e torneranno al Signore *
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui *
tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il regno è del Signore, *
egli domina su tutte le nazioni.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra, *
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui, *
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene; *
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: *
«Ecco l'opera del Signore!».
Antifona
Alleluia, alleluia, alleluia.
Lettura Breve 1 Cor 5, 7-8
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E
infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non
con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di
sincerità e di verità.
V. Signore, rimani con noi, alleluia,
R. ormai si fa sera, alleluia.
11
Orazione
Infondi benigno, Signore, la tua grazia nei nostri cuori, perché possiamo salvarci
dagli sbandamenti umani e restare fedeli alla tua parola di vita eterna. Per il nostro
Signore.
2. IL CAMMINO DEL CREDENTE
Da “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber
Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito,
qualcosa di primo e unico. "Ciascuno in Israele ha l'obbligo di riconoscere e
considerare che lui è unico al mondo nel suo genere, e che al mondo non è mai
esistito nessun uomo identico a lui: se infatti fosse già esistito al mondo un uomo
identico a lui, egli non avrebbe motivo di essere al mondo. Ogni singolo uomo è
cosa nuova nel mondo e deve portare a compimento la propria natura in questo
mondo. Perché, in verità, che questo non accada è ciò che ritarda la venuta del
Messia". Ciascuno è tenuto a sviluppare e dar corpo proprio a questa unicità e
irripetibilità, non invece a rifare ancora una volta ciò che un altro - fosse pure la
persona più grande - ha già realizzato. Quand'era già vecchio e cieco, il saggio
Rabbi Bunam disse un giorno: "Non vorrei barattare il mio posto con quello del
padre Abramo. Che ne verrebbe a Dio se il patriarca Abramo diventasse come il
cieco Bunam e il cieco Bunam come Abramo?".
Alcuni discepoli di un defunto maestro si recarono dal Veggente di Lublino e si
meravigliavano che avesse usi diversi dal loro maestro. "Che Dio è mai - esclamò
il Rabbi - quello che può essere servito su un unico cammino?". Ma dato che ogni
uomo può, a partire da dove si trova e dalla propria essenza, giungere a Dio,
anche il genere umano in quanto tale può, progredendo su tutti i cammini,
giungere fino a lui. Dio non dice: "Questo cammino conduce fino a me, mentre
quell'altro no"; dice invece: "Tutto quello che fai può essere un cammino verso di
me, a condizione che tu lo faccia in modo tale che ti conduca fino a me".
Ciò che è prezioso dentro di sé, l'uomo può scoprirlo solo se coglie veramente il
proprio sentimento più profondo, il proprio desiderio fondamentale, ciò che
muove l'aspetto più intimo del proprio essere. È indubbio che l'uomo conosca
spesso il proprio sentimento più profondo solo nella forma della passione
particolare, nella forma della "cattiva inclinazione" che vuole sviarlo.
Conformemente alla sua natura, il desiderio più ardente di un essere umano, tra le
diverse cose che incontra, si focalizza innanzitutto su quelle che promettono di
colmarlo. L'essenziale è che l'uomo diriga la forza di quello stesso sentimento, di
quello stesso impulso, dall'occasionale al necessario, dal relativo all'assoluto: cosi
troverà il proprio cammino.
12
Dalla lettera agli Ebrei (11,8-19)
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva
ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando
sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa.
Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore
è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare
madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un
uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa
come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la
spiaggia del mare.
Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma
avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e
pellegrini sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di
una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto
possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella
celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti
per loro una città.
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto
le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una
discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far
risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Inno
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nasconde la sua gloria!
VESPRI
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
Giuseppe addestra all'umile
arte del falegname
il Figlio dell'Altissimo.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
13
1^ Antifona
Io sono il Signore che ti salva;
io, il tuo redentore, alleluia.
SALMO 134, 1-12 (I) Lodate il Signore che opera meraviglie
Popolo che Dio si è acquistato, proclama le opere meravigliose di lui che ti ha
chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (cfr. 1 Pt 2, 9).
Lodate il nome del Signore, *
lodatelo, servi del Signore,
voi che state nella casa del Signore, *
negli atri della casa del nostro Dio.
Lodate il Signore: il Signore è buono; *
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Il Signore si è scelto Giacobbe, *
Israele come suo possesso.
Io so che grande è il Signore, *
il nostro Dio sopra tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole il Signore lo compie, †
in cielo e sulla terra, *
nei mari e in tutti gli abissi.
Fa salire le nubi dall'estremità della terra, †
produce le folgori per la pioggia, *
dalle sue riserve libera i venti.
Egli percosse i primogeniti d'Egitto, *
dagli uomini fino al bestiame.
Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, *
contro il faraone e tutti i suoi ministri.
Colpì numerose nazioni *
e uccise re potenti:
Seon, re degli Amorrèi, Og, re di Basan, *
e tutti i regni di Cànaan.
14
Diede la loro terra in eredità a Israele, *
in eredità a Israele suo popolo.
1^ Antifona
Io sono il Signore che ti salva;
io, il tuo redentore, alleluia.
2^ Antifona
Benedetto il regno che viene, benedetto il figlio di Davide, alleluia.
SALMO 134, 13-21 (II) Dio solo è grande ed eterno
Il Verbo era Dio... si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,1.14).
Signore, il tuo nome è per sempre; *
Signore, il tuo ricordo per ogni generazione.
Il Signore guida il suo popolo, *
si muove a pietà dei suoi servi.
Gli idoli dei popoli sono argento e oro, *
opera delle mani dell'uomo.
Hanno bocca e non parlano; *
hanno occhi e non vedono;
hanno orecchi e non odono; *
non c'è respiro nella loro bocca.
Sia come loro chi li fabbrica *
e chiunque in essi confida.
Benedici il Signore, casa d'Israele; *
benedici il Signore, casa di Aronne;
benedici il Signore, casa di Levi; *
voi che temete il Signore, benedite il Signore.
Da Sion sia benedetto il Signore *
che abita in Gerusalemme.
2^ Antifona
Benedetto il regno che viene, benedetto il figlio di Davide, alleluia.
15
3^ Antifona
Cantiamo al Signore: è veramente glorioso, alleluia.
CANTICO Ap 15, 3-4 Inno di adorazione e di lode
Grandi e mirabili sono le tue opere, †
o Signore Dio onnipotente; *
giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti!
Chi non temerà il tuo nome, †
chi non ti glorificherà, o Signore? *
Tu solo sei santo!
Tutte le genti verranno a te, Signore, †
davanti a te si prostreranno, *
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati.
3^ Antifona
Cantiamo al Signore: è veramente glorioso, alleluia.
Lettura breve Col 3, 23-24
Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini,
sapendo che quale ricompensa riceverete dal Signore l'eredità. Servite a Cristo
Signore.
Responsorio Breve
R. L'uomo giusto fiorirà come un giglio. * Alleluia, alleluia.
L'uomo giusto fiorirà come un giglio. Alleluia, alleluia.
V. Davanti al Signore in eterno.
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
L'uomo giusto fiorirà come un giglio. Alleluia, alleluia.
Antifona al Magnificat
Cristo Signore,
volle vivere nella casa dell'operaio
ed essere chiamato suo figlio, alleluia.
16
Intercessioni
Rivolgiamo la nostra comune preghiera a Dio, da cui prende nome ogni paternità
in cielo e sulla terra:
Padre nostro, che sei nei cieli, ascoltaci.
Padre santo, che hai rivelato a san Giuseppe il mistero di Cristo nascosto nei
secoli eterni,
- donaci di conoscere e di amare sempre più il tuo Figlio fatto uomo per la nostra
salvezza.
Tu che nutri gli uccelli dell'aria e vesti i gigli del campo,
- dona a tutti gli uomini il pane quotidiano.
Hai affidato alle nostre mani l'opera della tua creazione,
- concedi agli operai, agli artigiani, ai contadini un'adeguata ricompensa delle loro
fatiche.
O fonte di ogni santità, che chiami tutti gli uomini a configurarsi a te,
- concedi a noi, per intercessione di san Giuseppe, di camminare in santità e
giustizia tutti i giorni della nostra vita.
Guarda con bontà ai moribondi e ai defunti,
- fa' che siano eternamente felici con Gesù, Giuseppe e Maria.
Padre nostro.
Orazione
O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l'uomo a cooperare con il lavoro al
disegno della creazione, fa' che per l'intercessione e l'esempio di san Giuseppe
siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci
prometti. Per il nostro Signore.
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SABATO 2 MAGGIO
MESSA
Dagli Atti degli Apostoli (9,31-42)
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria;
essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello
Spirito Santo. E avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò
anche dai fedeli che dimoravano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che
da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico. Pietro gli disse: “Enea, Gesù
Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto”. E subito si alzò. Lo videro tutti gli
abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore. A Giaffa c’era una
discepola chiamata Tabità, nome che significa “Gazzella”, la quale abbondava in
opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni si ammalò e morì.
La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore. E poiché Lidda era
vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini
ad invitarlo: “Vieni subito da noi!”. E Pietro subito andò con loro. Appena
arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in
pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava
quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto
alla salma disse: “Tabità, alzati!”. Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a
sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e
la presentò loro viva. La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel
Signore.
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato. (dal Sal 115)
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
18
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,60-69)
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: “Questo linguaggio è duro;
chi può intenderlo?”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio
di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio
dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a
nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che
non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non
credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: “Per questo vi ho
detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio”. Da
allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose
Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo
creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Inno
O Cristo, Verbo del Padre,
re glorioso fra i santi,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
LODI
Illumina col tuo Spirito
l'oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.
Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
1^ Antifona
Le parole che ho detto a voi
sono spirito e vita, alleluia.
SALMO 118, 145-152 XIX (Cof) Promessa di osservare la legge di Dio
In questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti (1 Gv 5, 3).
T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi; *
custodirò i tuoi precetti.
Io ti chiamo, salvami, *
e seguirò i tuoi insegnamenti.
19
Precedo l'aurora e grido aiuto, *
spero sulla tua parola.
I miei occhi prevengono le veglie della notte *
per meditare sulle tue promesse.
Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia; *
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
A tradimento mi assediano i miei persecutori, *
sono lontani dalla tua legge.
Ma tu, Signore, sei vicino, *
tutti i tuoi precetti sono veri.
Da tempo conosco le tue testimonianze *
che hai stabilite per sempre.
1^ Antifona
Le parole che ho detto a voi sono spirito e vita, alleluia.
2^ Antifona
O Dio, sulla tua santa montagna
hai costruito per noi un altare e un tempio, alleluia.
CANTICO Sap 9, 1-6. 9-11 Signore, dammi la sapienza
Io vi darò lingua e sapienza a cui tutti i vostri avversari non potranno
resistere (Lc 21, 15).
Dio dei padri e Signore di misericordia, *
che tutto hai creato con la tua parola,
che con la tua sapienza hai formato l'uomo, *
perché domini sulle creature che tu hai fatto,
e governi il mondo con santità e giustizia *
e pronunzi giudizi con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono *
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, †
uomo debole e di vita breve, *
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
20
Anche il più perfetto tra gli uomini, †
privo della tua sapienza, *
sarebbe stimato un nulla.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere, *
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi *
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Mandala dai cieli santi, *
dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica *
e io sappia ciò che ti è gradito.
Essa tutto conosce e tutto comprende: †
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni *
e mi proteggerà con la sua gloria.
2^ Antifona
O Dio, sulla tua santa montagna
hai costruito per noi un altare e un tempio, alleluia.
3^ Antifona
Io sono la via, la verità e la vita, alleluia.
SALMO 116 Invito a lodare Dio per il suo amore
Questo io dico: Le nazioni pagane glorificano Dio per la sua misericordia (cfr.
Rm 15, 8. 9).
Lodate il Signore, popoli tutti, *
voi tutte, nazioni, dategli gloria;
perché forte è il suo amore per noi *
e la fedeltà del Signore dura in eterno.
3^ Antifona
Io sono la via, la verità e la vita, alleluia.
21
Lettura Breve Sap 7, 13-14
Senza frode imparai la sapienza e senza invidia la dono, non nascondo le sue
ricchezze. Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se lo procurano si
attirano l'amicizia di Dio, sono a lui raccomandati per i doni del suo
insegnamento.
Responsorio Breve
R. La tua Chiesa, o Dio, canta la sapienza dei santi. * Alleluia, alleluia.
La tua Chiesa, o Dio, canta la sapienza dei santi. Alleluia, alleluia.
V. L'assemblea ne proclama le lodi.
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
La tua Chiesa, o Dio, canta la sapienza dei santi. Alleluia, alleluia.
Antifona al Benedictus
I saggi splenderanno come il firmamento;
i maestri di sapienza saranno come stelle nel cielo, alleluia.
Invocazioni
A Cristo, buon pastore, che ha dato la vita per le sue pecorelle, innalziamo con
fiducia la nostra preghiera:
O Signore, guida il tuo popolo ai pascoli della vita eterna.
Cristo, che in sant' Atanasio ci hai dato un'immagine viva del tuo amore
misericordioso,
- fa' che sperimentiamo in coloro che ci guidano la dolcezza della tua carità.
Tu, che nei tuoi vicari continui a svolgere la missione di maestro e di pastore,
- non cessare mai di governarci tu stesso nella persona dei tuoi ministri.
Tu, che nei santi pastori, posti al servizio del tuo popolo, ti sei fatto medico delle
anime e dei corpi,
- fa' che non venga mai meno la tua presenza mediante ministri santi e
santificatori.
Tu, che hai animato i fedeli con la sapienza e la carità di sant' Atanasio,
- fa' che i predicatori del Vangelo ci aiutino a conoscerti e ad amarti come vuoi tu.
Padre nostro.
22
Orazione
O Dio di infinita sapienza, che hai suscitato nella tua Chiesa il vescovo
sant'Atanasio, intrepido assertore della divinità del tuo Figlio, fa' che per la sua
intercessione e il suo insegnamento cresciamo sempre nella tua conoscenza e nel
tuo amore. Per il nostro Signore.
3. IL CAMMINO DI GESÙ
Da “L’uomo che cammina” di Christian Bobin
Cammina. Senza sosta cammina. Va qui e poi là. Trascorre la propria vita su circa
sessanta chilometri di lunghezza, trenta di larghezza. E cammina. Senza sosta. Si
direbbe che il riposo gli è vietato.
Tutto quanto può essere detto su quest'uomo è in ritardo rispetto a lui. Conserva
una falcata di vantaggio e la sua parola è come lui, incessantemente in
movimento, senza fine nel movimento di dare tutto di se stessa.
Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia,
senza mai rallentare il passo. Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a
ciò che egli spera. Che la morte è nulla più di un vento di sabbia. Che vivere è
come il suo cammino: senza fine.
L'umano è chi va così, a capo scoperto, nella ricerca mai interrotta di chi è più
grande. E il primo venuto è più grande di noi: è una delle cose che dice
quest'uomo. È l'unica cosa che cerca di inculcare nelle nostre teste grevi.
Guardarlo nel movimento del venire, nella fiducia in questa venuta.
Ciò che dice è illuminato da verbi poveri: prendete, ascoltate, venite, partite,
ricevete, andate.
Non parla per attirare su di sé un briciolo d'amore. Quello che vuole, non per sé lo
vuole. Quello che vuole è che noi ci sopportiamo nel vivere insieme. Non dice:
amatemi. Dice: amatevi. Un abisso tra queste due parole. Lui è da un lato
dell’abisso e noi restiamo dall’altro.
Non fa dell'indifferenza una virtù. Un giorno grida, un altro giorno piange.
Percorre l'intero registro dell'umano, l'ampia gamma emotiva, così radicalmente
uomo da raggiungere dio attraverso le radici. È tenero e duro. Spezza, brucia e
riconforta.
L’amore è un re privo di potenza, dio è un uomo che cammina ben oltre il
tramonto del giorno.
Dal vangelo secondo Giovanni (10,11-18)
Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario
invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il
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lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un
mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie
pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il
Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile;
anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo
gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita,
per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso,
poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando
ho ricevuto dal Padre mio.
Inno
Signore, forza degli esseri,
Dio immutabile, eterno,
tu segni i ritmi del mondo:
i giorni, i secoli, il tempo.
ORA MEDIA
Sia lode al Padre altissimo,
al Figlio e al Santo Spirito,
com'era nel principio,
ora e nei secoli eterni. Amen.
Irradia di luce la sera,
fa' sorgere oltre la morte,
nello splendore dei cieli,
il giorno senza tramonto.
Antifona
Alleluia, alleluia, alleluia.
SALMO 118, 121-128 XVI (Ain)
Ho agito secondo diritto e giustizia; *
non abbandonarmi ai miei oppressori.
Assicura il bene al tuo servo; *
non mi opprimano i superbi.
I miei occhi si consumano nell'attesa
della tua salvezza *
e della tua parola di giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore *
e insegnami i tuoi comandamenti.
Io sono tuo servo, fammi comprendere *
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
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E' tempo che tu agisca, Signore; *
hanno violato la tua legge.
Perciò amo i tuoi comandamenti *
più dell'oro, più dell'oro fino.
Per questo tengo cari i tuoi precetti *
e odio ogni via di menzogna.
SALMO 33 Signore è la salvezza dei giusti
Avete gustato come è buono il Signore (1 Pt 2, 3).
Benedirò il Signore in ogni tempo, *
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore, *
ascoltino gli umili e si rallegrino.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto †
e da ogni timore mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, *
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa *
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore; *
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi, *
nulla manca a coloro che lo temono.
I ricchi impoveriscono e hanno fame, *
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
Venite, figli, ascoltatemi; *
v'insegnerò il timore del Signore.
25
C'è qualcuno che desidera la vita *
e brama lunghi giorni per gustare il bene?
Preserva la lingua dal male, *
le labbra da parole bugiarde.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, *
cerca la pace e perseguila.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori, *
per cancellarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta, †
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, *
egli salva gli spiriti affranti.
Molte sono le sventure del giusto, *
ma lo libera da tutte il Signore.
Preserva tutte le sue ossa, *
neppure uno sarà spezzato.
La malizia uccide l'empio *
e chi odia il giusto sarà punito.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, *
chi in lui si rifugia non sarà condannato.
Antifona
Alleluia, alleluia, alleluia.
Lettura Breve 2 Cor 5, 14-15
L'amore del Cristo ci sospinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti
sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per
se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
V. Signore, rimani con noi, alleluia,
R. ormai si fa sera, alleluia
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Orazione
O Dio, che nell'acqua del battesimo hai rigenerato coloro che credono in te,
custodisci in noi la vita nuova, perché possiamo vincere ogni assalto del male e
conservare fedelmente il dono del tuo amore. Per il nostro Signore.
4. IL CAMMINO DEL DISCEPOLO
Da “L’uomo che cammina” di Christian Bobin
Pochissimi riescono a tenere il suo passo. Verso la fine, annuncia che "là dove va"
nessuno potrà seguirlo e che non si tratta di un abbandono, perché "là dove va"
avrà la stessa costante benevolenza per ciascuno. Le società ci prendono per
quantità, in blocco, in massa, a cifre. "Là dove va" non potremo andarci
diversamente da lui: solo come a un appuntamento. I quattro che descrivono il suo
passaggio sostengono che, morto, si è rialzato dalla morte.
O ci si separa da quest'uomo su questo punto, oppure lo si segue, e si è votati al
silenzio, perché tutto ciò che si potrebbe dire è allora inudibile e folle. Inudibile
perché folle. L'uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare
una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte. Coloro che ne seguono le
orme e credono che si possa restare eternamente vivi nella trasparenza di una
parola d'amore, senza mai smarrire il respiro, costoro, nella misura in cui sentono
quel che dicono, sono forzatamente considerati matti.
Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una parola folle e una parola
vana.
Dalla seconda lettera a Timoteo (2,1-13)
Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù e le
cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone
fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.
Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato
di Cristo Gesù. Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle
faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. Anche nelle
gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole.
L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra.
Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà
intelligenza per ogni cosa.
Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo
il mio vangelo, a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un
malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò sopporto ogni cosa per gli
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eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla
gloria eterna. Certa è questa parola:
Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;
se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà;
se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Atto penitenziale
COMPIETA
Inno
Gesù, Luce da Luce,
Sole senza tramonto,
tu rischiari le tenebre
nella notte del mondo.
Difendi, o Salvatore,
dalle insidie del male
i figli che hai redenti
col tuo sangue prezioso
In te, Santo Signore,
noi cerchiamo il riposo
dall’umana fatica
al termine del giorno.
A te sia gloria, o Cristo,
nato da Maria Vergine,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
Se i nostri occhi si chiudono,
veglia in te il nostro cuore;
la tua mano protegga
coloro che in te sperano.
Salmo 90
Tu che abiti al riparo dell’Altissimo*
e dimori all’ombra dell’Onnipotente,
di’ al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza,*
mio Dio, in cui confido”.
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,*
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne*
sotto le sue ali troverai rifugio.
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La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;*
non temerai i terrori della notte,
né la freccia che vola di giorno, †
la peste che vaga nelle tenebre,*
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
Mille cadranno al tuo fianco †
e diecimila alla tua destra;*
ma nulla ti potrà colpire.
Solo che tu guardi, con i tuoi occhi*
vedrai il castigo degli empi.
Poiché tuo rifugio è il Signore*
e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora,
non ti potrà colpire la sventura,*
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli*
di custodirti in tutti i tuoi passi.
Sulle loro mani ti porteranno*
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Camminerai su aspidi e vipere,*
schiaccerai leoni e draghi.
Lo salverò, perché a me si è affidato;*
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta; †
presso di lui sarò nella sventura,*
lo salverò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni*
e gli mostrerò la mia salvezza.
Lettura breve (1Gv 3,1-2)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli
di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha
conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non
è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi
saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
29
Responsorio
Signore, nelle tue mani affido il mio spirito.
R. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Alleluia.
Dio di verità, tu mi hai redento. R.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. R.
Cantico di Simeone (Lc 2, 29-32)
Ant.
Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare:
il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Alleluia.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele.
Si ripete l’antifona.
30
Preghiera di Charles de Foucault
Padre mio, io mi abbandono a Te
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me, Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l’anima mia alle tue mani.
Te la dono mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi, di pormi nelle tue mani
senza riserve,
con infinita fiducia,
perché Tu sei mio Padre.
Orazione
Veglia su di noi in questa notte, o Signore. La tua mano ci ridesti al nuovo giorno
perché possiamo celebrare con gioia la Risurrezione del tuo Figlio, che vive e
regna nei secoli dei secoli.
Canto alla B.V.M.
Regína cæli, lætáre, allelúia,
Quia quem meruísti portáre, allelúia,
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.
Regina del cielo, rallegrati,
perché Colui che hai portato in grembo
è risorto, come aveva detto.
Prega Dio per noi.
DOMENICA 3 MAGGIO
Inno allo Spirito Santo
Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, Padre dei poveri, vieni, datore dei doni,
Vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano,
i tuoi santi doni;
Dona virtù e premio, dona morte santa,
dona gioia eterna.
31
UFFICIO DELLA RESURREZIONE
Invitatorio
Rit:
Il Signore raduna il suo popolo,
come un pastore il suo gregge, venite adoriamo.
Salmo 94
Venite, applaudiamo al Signore,*
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,*
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Poiché grande Dio è il Signore,*
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,*
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l’ha fatto,*
le sue mani hanno plasmato la terra.
Venite, prostrati adoriamo,*
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,*
il gregge che egli conduce. Gloria
Inno
32
Nella notte hai cercato l’amato del tuo cuore,
l’hai cercato nel sepolcro ma non l’hai trovato.
Maria non piangere, l’inverno è passato,
l’albero della croce ha dato già il primo frutto.
Ecco l’amato che viene,
ti chiama per nome e riconosci la sua voce:
alzati, ascolta, non trattenerlo,
ma annunzia ai fratelli: È risorto!
Salmo 148
ALLELUIA.
Lodate il Signore dai cieli,*
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo voi tutti, suoi angeli,*
lodatelo voi tutte, sue schiere.
Lodatelo, sole e luna,*
lodatelo voi tutte, fulgide stelle.
Lodatelo, cieli dei cieli,*
voi acque al di sopra dei cieli.
Lodino tutti il nome del Signore,*
perché egli disse e furono creati.
Li ha stabiliti per sempre,*
ha posto una legge che non passa.
Lodate il Signore dalla terra,*
mostri marini e voi tutti, abissi,
fuoco e grandine, neve e nebbia,*
vento di bufera che obbedisce alla sua parola,
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monti e voi tutte, colline,*
alberi da frutto e tutti voi, cedri,
voi, fiere e tutte le bestie,*
rettili e uccelli alati.
I re della terra e i popoli tutti,*
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le fanciulle, †
i vecchi insieme ai bambini*
lodino il nome del Signore:
perché solo il suo nome è sublime, †
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.*
Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
È canto di lode per tutti i suoi fedeli,*
per i figli di Israele, popolo che egli ama. ALLELUIA.
Salmo 149
ALLELUIA.
Cantate al Signore un canto nuovo;*
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore,*
esultino nel loro Re i figli di Sion.
Lodino il suo nome con danze,*
con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,*
incorona gli umili di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria,*
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca*
e la spada a due tagli nelle loro mani,
per compiere la vendetta tra i popoli*
e punire le genti;
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per stringere in catene i loro capi,*
i loro nobili in ceppi di ferro;
per eseguire su di essi il giudizio già scritto:*
questa è la gloria per tutti i suoi fedeli. ALLELUIA.
Salmo 150
ALLELUIA. Lodate il Signore nel suo santuario,*
lodatelo nel firmamento della sua potenza.
Lodatelo per i suoi prodigi,*
lodatelo per la sua immensa grandezza.
Lodatelo con squilli di tromba,*
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze,*
lodatelo sulle corde e sui flauti.
Lodatelo con cembali sonori, †
lodatelo con cembali squillanti;*
ogni vivente dia lode al Signore. ALLELUIA.
Cantico dal libro di Sofonia (3,14-18)
Gioisci, figlia di Sion,
esulta, Israele,
e rallegrati con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non vedrai più la sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
“Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore tuo Dio in mezzo a te
è un salvatore potente.
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Esulterà di gioia per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
si rallegrerà per te con grida di gioia,
come nei giorni di festa”.
Gesù nuovo Adamo, da “Guida al cristianesimo” di Joseph Ratzinger (1969)
In Gesù, Dio ha deposto in mezzo all’umanità sterile e disperata un nuovo inizio,
che non è il prodotto della nostra storia, bensì un dono dall’alto. Se ogni uomo
costituisce già una novità ineffabile, se egli rappresenta una creatura di Dio unica
nella sua storia, quanto più Gesù è, in persona, la novità vera. Non procede dalla
radice propria dell’umanità, ma dallo Spirito di Dio. Per questo egli è l’“Adamo
nuovo”, una nuova umanità comincia con lui…
La fede cristiana confessa che Dio non è prigioniero della sua eternità, limitato a
ciò che è meramente spirituale. Al contrario, può agire qui, oggi, nel cuore del
mio universo; vi ha agito effettivamente in Gesù nuovo Adamo, nato dalla vergine
Maria mediante la potenza creatrice di Dio, il cui Spirito, in principio, aleggiava
sulle acque creando l’essere a partire dal non essere.
Alleluia
Dal vangelo secondo Matteo (28,16-20)
Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù,
avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Benedictus
Trisaghion
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LITURGIA PENITENZIALE
Dopo il canto e il saluto iniziale, si ascolta la Parola di Dio (vedi sotto, alle
letture della Messa).
Dopo l’omelia, ci riconosciamo tutti peccatori dicendo:
Confesso a Dio onnipotente…
Poi invochiamo la misericordia di Dio:
Gesù, medico del corpo e delle anime, guarisci le nostre ferite.
- Sostienici sempre con la forza del tuo spirito.
Spogliaci della corruzione dell’uomo vecchio che è in noi.
- E rivestici dell’uomo nuovo.
Fa’ che mediante la penitenza aderiamo sempre più alla tua persona.
- Per giungere alla gloria della tua resurrezione.
Maria tua madre, rifugio dei peccatori, interceda per noi.
- E tu donaci l’indulgenza e la pace.
Tu che perdonasti la donna peccatrice.
- Non allontanare da noi la tua misericordia.
Tu che portasti sulle spalle la pecorella smarrita.
- Accogli con bontà anche noi peccatori.
Tu che promettesti al ladrone pentito il paradiso.
- Ammettici un giorno nella gioia del tuo regno.
Tu che sei morto e risorto per noi.
- Rendici partecipi dei frutti della tua Pasqua.
Concludiamo la celebrazione comunitaria con il Padre nostro e la benedizione.
Segue un tempo di silenzio e confessioni.
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MESSA
Dagli Atti degli Apostoli (4,8-12)
In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio
recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a
tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi
avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la
pietra d’angolo.In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro
nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. (dal Sal 117)
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
38
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-2)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli
di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha
conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non
è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi
saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria
vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non
appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le
rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io
sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così
come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E
ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo
guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.
Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di
riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
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CAMMINARE NEL NOSTRO MONDO
Da “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber
C'è una cosa che si può trovare in un unico luogo al mondo, è un grande
tesoro, lo si può chiamare il compimento dell'esistenza. E il luogo in cui si trova
questo tesoro è il luogo in cui ci si trova.
La maggior parte di noi giunge solo in rari momenti alla piena coscienza del
fatto che non abbiamo assaporato il compimento dell'esistenza, che la nostra vita non
è partecipe dell'esistenza autentica, compiuta, che è vissuta per così dire ai margini
dell'esistenza autentica. Eppure non cessiamo mai di avvertire la mancanza, ci
sforziamo sempre, in un modo o nell'altro, di trovare da qualche parte quello che ci
manca. Da qualche parte, in una zona qualsiasi del mondo o dello spirito, ovunque
tranne che là dove siamo, là dove siamo stati posti: ma è proprio là, e da nessun'altra
parte, che si trova il tesoro. Nell'ambiente che avverto come il mio ambiente naturale,
nella situazione che mi è toccata in sorte, in quello che mi capita giorno dopo giorno,
in quello che la vita quotidiana mi richiede: proprio in questo risiede il mio compito
essenziale, lì si trova il compimento dell'esistenza messo alla mia portata. Sappiamo
di un maestro del Talmud che per lui le vie del cielo erano chiare come quelle di
Nehardea, sua città natale; il chassidismo rovescia questa massima: per uno è meglio
che le vie della città natale siano chiare come le vie del cielo. È qui, nel luogo preciso
in cui ci troviamo, che si tratta di far risplendere la luce della vita divina nascosta.
Quand'anche la nostra potenza si estendesse fino alle estremità della terra, la
nostra esistenza non raggiungerebbe il grado di compimento che può conferirle il
rapporto di silenziosa dedizione a quanto ci vive accanto. Quand'anche penetrassimo
nei segreti dei mondi superiori, la nostra partecipazione reale all'esistenza autentica
sarebbe minore di quando, nel corso della nostra vita quotidiana, svolgiamo con santa
intenzione l'opera che ci spetta. È sotto la stufa di casa nostra che è sepolto il nostro
tesoro.
Come? E possibile attirare Dio nel mondo? Non è un modo di vedere
arrogante e pretenzioso? Come potrebbe osare il vermiciattolo immischiarsi in ciò che
si basa esclusivamente sulla grazia di Dio: quanto di sé Dio concede alla sua
creazione? Ancora una volta un insegnamento ebraico si oppone qui agli
insegnamenti delle altre religioni e, di nuovo, è nel chassidismo che si esprime con la
massima intensità. Noi crediamo che la grazia di Dio consiste proprio in questo suo
volersi lasciar conquistare dall'uomo, in questo suo consegnarsi, per cosi dire, a lui.
Dio vuole entrare nel mondo che è suo, ma vuole farlo attraverso l'uomo: ecco il
mistero della nostra esistenza, l'opportunità sovrumana del genere umano!
Ecco ciò che conta in ultima analisi: lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar
entrare solo là dove ci si trova, e dove ci si trova realmente, dove si vive, e dove si
vive una vita autentica. Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci
è affidato, se, nell'ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa
essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel
nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio.
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