PROFILO PROF. ANVERSA Dopo 25 anni di ricerche scientifiche e battaglie ideologiche, è stato sconfessato un dogma che riteneva che il cuore fosse un organo post-mitotico, in pratica dotato di un numero fisso di cellule per tutta la vita di un individuo. Questa fondamentale scoperta è da attribuire al prof. Piero Anversa che, grazie alla costanza e determinazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma da lui diretti, ha fornito le prove inconfutabili che nel cuore umano sono presenti cellule capaci di replicarsi e cellule che muoiono. Più recentemente il prof. Piero Anversa è stato il pioniere di un campo di ricerca che ha di nuovo sconvolto la comunità scientifica in quanto con l’impiego di cellule staminali si è riusciti a riparare un infarto. A poco meno di un anno di distanza, sono iniziati i tentativi di applicazione clinica di questa scoperta e a tutt’oggi nel mondo alcune migliaia di pazienti con infarto miocardio vengono curati con l’iniezione di cellule staminali. I risultati di questi studi sono promettenti ma, pur garantendo un miglioramento della funzione cardiaca e la sicurezza della manovra, consentono una ricostruzione solo parziale del tessuto. Una via per la rigenerazione cardiaca parte dal presupposto che le cellule staminali presenti nel cuore siano le più efficaci nel ripararlo. A rendere concreta questa ipotesi è stato il prof. Anversa, che dopo 30 anni di permanenza a New York, da due anni è stato chiamato a dirigere il Laboratorio di Medicina Rigenerativa presso il Brigham & Women’s Hospital dell’Università di Harvard a Boston. Il suo gruppo di studio ha prima di tutto dimostrato la presenza di cellule staminali nel cuore e come dallo stesso paziente si possano prelevare e successivamente iniettare nel cuore ai fini di riparare il danno, evitando il rigetto e garantendo una ricostituzione completa del tessuto morto. Su questa base sta iniziando negli Stati Uniti un trial clinico, di cui il prof. Anversa è il responsabile scientifico. L’obiettivo del Prof. Anversa è molto semplice: entra in Ospedale un paziente con insufficienza cardiaca ed esce con il cuore ricostruito. Profilo del prof. Piero Anversa Nato a Parma 11 settembre 1938 si laurea con lode in Medicina e Chirurgia a Parma nel 1965. Durante la Specializzazione in Anatomia Patologica è vincitore di una borsa di studio della NATO che gli consente di iniziare l’esperienza americana. Dal 1972 infatti si reca regolarmente negli Stati Uniti per le ricerche sulle malattie cardiache combinando l’esperienza della pratica anatomo-patologica con quella della ricerca di base. Diventa Professore di Anatomia Patologica a New York nel 1982 e a Parma nel 1985. Nel 1986 decide di accettare l’incarico permanente negli Stati Uniti di Professore di Anatomia Patologica prima e di Medicina successivamente. Diventa vice-chairman di Medicina nel 1999, carica che ricopre fino al novembre 2007 quando viene chiamato dall’Università di Harvard a Boston. Qui ricopre il ruolo di Professore di Medicina presso il Brigham & Womens Hospital, Univeristà di Harvard dove è direttore del Laboratorio di Medicina Rigenerativa. E’ nel direttivo editoriale di numerose riviste scientifiche internazionali tra cui Circulation e Circulation Research ed è membro di importanti società medicoscientifiche tra cui si può ricordare American Heart Association, New York Academy of Science, International Society of Heart Research e la Società Italiana di Ricerche Cardiovascolari. Numerose sono le onorificenze ricevute tra cui si può ricordare: Laurea ad Honorem in Medicina, Università di Bologna, 2002 Alpha Omega Alpha, 2002 Distinguished Scientist of the American Heart Association, 2003 Gorge E Brown Memorial Lecture, 2003 Premio S. Ilario, Parma 2004 Research Achievement Award American Heart Association, 2004 Premio Valsalva, 2005 La produzione scientifica è straordinaria, non solo per le centinaia di pubblicazioni e reviews e capitoli di libri, ma soprattutto per l’ottenimento di fondi NIH, i più competitivi al mondo, che lo vedono protagonista dal 1979. Un recente progetto di ricerca proprio sul tema della riparazione del cuore con cellule staminali ha ricevuto il premio di uno stanziamento per 10 anni anziché i 5 previsti.