2013-12-17-Rischio elettrico-Michele Luongo CPTLucca

RISCHIO ELETTRICO
NEI CANTIERI EDILI
CORSO COORDINATORI
LUCCA 17 DICEMBRE 2013
Per. Ind. Michele Luongo - C.P.T. LUCCA
CONTENUTI LEZIONE
NORMATIVA VIGENTE
PRINCIPI DI SICUREZZA ELETTRICA
ORGANIZZAZIONE DI IMPIANTI DI CANTIERE
FONTI DI RISCHIO Situazioni Frequenti
LINEE ELETTRICHE AEREE
SCARICHE ATMOSFERICHE Alcuni cenni
1
INTRODUZIONE
I cantieri edili sono per loro natura ambienti a maggior rischio elettrico.
Realizzare un impianto elettrico di cantiere a regola d’arte e mantenerlo tale durante la
sua vita, è un compito arduo.
DEFINIZIONE DI RISCHIO ELETTRICO
Rischio associato all’impiego o alla presenza di energia elettrica
INCENDI DI ORIGINE ELETTRICA
ESPLOSIONE
ELETTROCUZIONE
FOLGORAZIONE
FONTI DI RISCHIO
FONTI DI RISCHIO:
 Mancato rispetto della distanza di sicurezza durante le fasi di lavoro in prossimità di
linee elettriche aeree interferenti. I mezzi di contatto più frequenti sono le gru, le
autogru, le autobetoniere, le aste metalliche.
 Da una scarsa manutenzione delle apparecchiature o dell’impianto stesso.
 Da un cattivo utilizzo delle apparecchiature o dell’impianto;
 Da un comportamento umano a volte sbagliato. RISCHIO FATTORE UMANO
 Impianti di bassa tensione non conformi alla regola dell’arte.
2
RISCHIO FATTORE UMANO
RISCHIO DIPENDENTE DAL FATTORE UMANO
Nel contesto dell’analisi del rischio assume particolare importanza quello che viene definito
IL RISCHIO DIPENDENTE DAL FATTORE UMANO.
Con questa terminologia si indicano tutti quei fattori di rischio legati:
Stato psicofisico del lavoratore
Alla sua incapacità
Alla sua incoscienza
Alla mancanza di formazione
Ed in generale alla adozione di comportamenti inadeguati al contesto lavorativo.
LA MANCANZA DI FORMAZIONE TEORICO PRATICA E L’INCAPACITA’ DI
AFFRONTARE LE SITUAZIONI LAVORATIVE CHE SI PROPONGONO DI VOLTA IN
VOLTA SONO LE CAUSE LEGATE AL FATTORE UMANO CHE
PIU’FREQUENTEMENTE PROVOCANO INCIDENTI.
FONTI DI RISCHIO
APPARECCHI ELETTRICI
CONNESSIONI MOBILI
LAVORI ORDINARI
MASSE ESTRANEE
SCARICHE ATMOSFERICHE
RISCHIO ELETTRICO
LAVORI IN PROSSIMITA’
ATTIVITA’ CON
RISCHIO ELETTRICO
AUMENTATO
LAVORI ELETTRICI
3
LA LEGISLAZIONE D.M. 22 Gennaio 2008 n° 37
D.M. 22 Gennaio 2008 n° 37
Sostituisce la L. 46/90 (abrogata dalla L. n. 17 del 26 febbraio 2007 ad eccezione degli
artt. 8, 14 e 16 relativi alle sanzioni) e si applica ai vari impianti tecnologici, compresi gli
impianti elettrici a partire dal punto di consegna dell’energia fornita dall’ente distributore
per gli immobili adibiti ad uso civile, ad attività produttive, al commercio, al terziario e ad
altri usi e quindi, praticamente, per tutti gli impianti di proprietà dell’utente.
LA LEGISLAZIONE D.M. 22 Gennaio 2008 n° 37
E’ esclusivo compito dell’installatore rilasciare la dichiarazione di conformità, come richiesto
dall’art.7 del DM 37/08.
L’impresa installatrice deve dichiarare che l’impianto è conforme alla regola dell’arte e che ha
utilizzato componenti adatti all’ambiente.
CONSIDERAZIONI:
La dichiarazione di conformità deve essere rilasciata “al termine dei lavori” mentre l’impianto
elettrico di cantiere è in continua evoluzione e non sembra mai terminato. Possono pertanto
sorgere delle perplessità su quando rilasciare la dichiarazione di conformità: nel dubbio
qualcuno potrebbe approfittarne per rinviare fino alla chiusura lavori.
SEMBRA RAGIONEVOLE CONSIDERARE TERMINATO L’IMPIANTO CON L’INSTALLAZIONE DEL
QUADRO DI DISTRIBUZIONE GENERALE.
4
LA LEGISLAZIONE - D.P.R.
22-10-01 N°462
D.P.R. 22 Ottobre 2001 n° 462
Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazione e
dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra
di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi.
CAPO II - IMPIANTI ELETTRICI DI MESSA A TERRA E DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE
La messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di
protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della
verifica eseguita dall’installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della
normativa vigente.
LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ EQUIVALE A TUTTI GLI EFFETTI AD OMOLOGAZIONE
DELL’IMPIANTO
LA LEGISLAZIONE - D.P.R.
22-10-01 N°462
D.P.R. 22 Ottobre 2001 n° 462
• In base al DPR 462/01, il datore di lavoro dell’impresa EDILE deve inviare la
dichiarazione di conformità all’INAIL e all’ASL/ARPA entro trenta giorni dalla
messa in esercizio dell’impianto.
Alla dichiarazione di conformità devono essere allegati obbligatoriamente
seguenti documenti:
 RELAZIONE TECNICA DELL’IMPIANTO
 TIPOLOGIA DEI MATERIALI UTILIZZATI
 SCHEMA DELL’IMPIANTO REALIZZATO
 COPIA DEL CERTIFICATO DI RICONOSCIMENTO DEI REQUISITI TECNICO PROFESSIONALI
5
LA LEGISLAZIONE
LA LEGISLAZIONE
- D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
Art.80
•
•
•
•
•
•
•
1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano
salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei
materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione
ed, in particolare, da quelli derivanti da:
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature
pericolose, archi elettrici e radiazioni;
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro il datore di lavoro
6
LA LEGISLAZIONE - D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
Art.81
1.Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonchè le installazioni e gli impianti
elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d'arte
2. I materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti si considerano
costruiti a regola d'arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche
Si considerano norme di buona tecnica le specifiche tecniche emanate dai seguenti
organismi nazionali e internazionali:
UNI (Ente Nazionale di Unificazione);
CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); CEI 64/8 - CEI 17/13 – CEI 81/1
CEN (Comitato Europeo di normalizzazione);
CENELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione Elettrotecnica);
IEC (Commissione Internazionale);
ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione).
GRANDEZZE ELETTRICHE
Lo studio di un circuito elettrico, ovvero delle proprietà relative alla corrente elettrica che vi
fluisce ed ai componenti che costituiscono il circuito (conduttori, resistenze, interruttori,
generatori etc.) può essere paragonato, con le dovute differenze, allo studio di un circuito
idraulico, ovvero al flusso di un liquido che attraversa una conduttura.
7
GRANDEZZE ELETTRICHE
Consideriamo due serbatoi (Figura A) contenenti un liquido (es. acqua),
collegati tramite un tubo. Per fare scorrere l'acqua nel tubo occorre che il
liquido si trovi a livelli diversi nei serbatoi, in modo che un volume d'acqua
posto ai due livelli abbia una differenza di energia potenziale.
GRANDEZZE ELETTRICHE
CORRENTE ELETTRICA:
Si può paragonare la corrente elettrica, generata dal movimento di portatori di
carica elettrica (elettroni) in materiali conduttori, al flusso di un liquido attraverso
un tubo.
DIFFERENZA DI POTENZIALE
La differenza di livello esistente fra due serbatoi (Figura 1) genera una flusso del
liquido nel momento in cui li colleghiamo tramite una conduttura.
RESISTENZA ELETTRICA :
La resistenza “idraulica” indica la difficoltà che incontra il liquido al suo passaggio
nella tubazione, ad esempio dovuta ad una strozzatura. Più in generale, la
resistenza idraulica può dipendere da differenti fattori: viscosità del liquido, curve
nelle tubazioni, filtri, materiale poroso che interagisce per attrito e rallenta il
flusso del liquido, altri ostacoli presenti nelle condutture.
8
GRANDEZZE ELETTRICHE
CIRCUITO ELETTRICO:
Il circuito elettrico è un percorso chiuso nel quale si muovono gli elettroni.
In un circuito possiamo avere un utilizzatore che ha la funzione di assorbire e
quindi utilizzare l'elettricità. Sono utilizzatori ad es. le lampade, gli
elettrodomestici, ecc.
Possiamo fare un'analogia tra il circuito elettrico e quello idraulico. La
corrente elettrica, dovuta allo spostamento di elettroni nei conduttori, si
muove in modo analogo all'acqua nella tubazione del circuito idrico. I fili
conduttori corrispondono ai tubi nei quali scorre il liquido, l’interruttore
elettrico funziona in modo analogo ad un rubinetto, al generatore
corrisponde la pompa, alla lampada il serbatoio.
GRANDEZZE ELETTRICHE
ANALOGIA CIRCUITO IDRICO – ELETTRICO
9
GRANDEZZE ELETTRICHE
TENSIONE: V= R X I [VOLT] V
•In relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si dividono in:
•sistemi di Categoria 0 (zero), quelli a tensione nominale minore o uguale a 50 V se a corrente
alternata o a 120 V se a corrente continua (BASSA TENSIONE DI SICUREZZA)
•sistemi di Categoria I (prima), quelli a tensione nominale minore da oltre 50 V fino a 1000 V se in
corrente alternata o da oltre a 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua (BASSA
TENSIONE)
•sistemi di categoria II (seconda), quelli a tensione nominale oltre 1000 V se in corrente alternata od
oltre1500 V se in corrente continua fino a 30000 compreso (MEDIA TENSIONE)
•sistemi di categoria III (terza), quelli a tensione nominale maggiore di 30000 V (ALTA TENSIONE)
GRANDEZZE ELETTRICHE
RESISTENZA ELETTRICA : R= V / I [Ohm] Ω
•
La resistività elettrica è l'attitudine di un materiale a opporre resistenza al passaggio delle cariche
elettriche.
CORRENTE ELETTRICA: I= Q/ ΔT [Ampere] A
•
Movimento ordinato di cariche elettriche( elettroni liberi) attraverso materiali conduttori in un
tempo ΔT.
10
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
Il corpo umano è molto sensibile a qualsiasi corrente elettrica. Le contrazioni delle fibre
muscolari sono determinate da particolari impulsi elettrici che si trasmettono lungo il
nostro corpo tramite delle fibre nervose che potrebbero essere paragonate a dei fasci di
conduttori.
IL CERVELLO GUIDA LA DISTRIBUZIONE E IL DOSAGGIO DEGLI IMPULSI.
Se a queste correnti fisiologiche interne si sommano delle correnti elettriche esterne si ha
nel corpo umano un’alterazione delle funzioni vitali.
ELETTROCUZIONE: Contatto del nostro corpo con sorgenti di energia elettrica
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
L’ELETTROCUZIONE PUO’ AVVENIRE PER:
CONTATTO DIRETTO: Si ha quando si toccano direttamente due parti attive
nude, prive di isolamento principale, di diverso potenziale
ad esempio fase e neutro.
CONTATTO INDIRETTO: Si ha quando si toccano parti che normalmente non
sono in tensione, come ad esempio il contatto della
carcassa di una lavatrice o di una betoniera, che a
causa di un guasto dell’isolamento dei conduttori ha
assunto un potenziale diverso da quello di terra o per
scarica elettrica quando non avendo toccato una parte
in tensione si verifica una scarica es. linee elettriche
nude.
11
Isolamento supplementare
Isolamento
funzionale o
principale
Parte attiva
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
TETANIZZAZIONE:
Se uno stimolo elettrico è applicato ad una muscolo, esso si contrae, per poi ritornare
allo stato di riposo.
La “tetanizzazione dei muscoli” è la contrazione involontaria dei muscoli interessati al
passaggio della corrente.
E’ per questo motivo che l’infortunato, se attraversato da corrente alternata, può
rimanere attaccato alla parte in tensione.
Il più elevato valore di corrente per cui il soggetto è ancora capace di lasciare la presa
della parte in tensione con la quale è in contatto è denominata “corrente di rilascio”:
Donne: 0,01 A (50Hz) - Uomini: 0,015 A (50 Hz)
12
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE
Correnti superiori ai limiti sopra indicati per la corrente di rilascio producono
nell’infortunato difficoltà di respirazione e segni di asfissia: il passaggio della
corrente determina una contrazione dei muscoli addetti alla respirazione e
una paralisi dei centri nervosi che sovrintendono alla funzione respiratoria; se
la corrente perdura, l’infortunato perde conoscenza e può morire soffocato.
Circa il 6% delle morti per folgorazioni è dovuto ad asfissia. Di qui l’importanza
della respirazione artificiale (bocca a bocca), della tempestività con la quale è
applicata e della durata per cui è praticata. E’ necessario intervenire al max.
entro 3-4 min.
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
FIBRILLAZIONE CARDIACA
La fibrillazione cardiaca consiste in una contrazione disordinata delle fibre muscolari
del cuore.
A causa delle contrazioni disordinate il cuore non è più in grado di svolgere la sua
normale funzione e la conseguenza è la morte dell’infortunato.
Il ripristino della normale funzione cardiaca è possibile solo se si interviene in tempi
rapidi con opportune apparechiature mediche (Defibrillatore).
La fibrillazione ventricolare è responsabile di oltre il 90% delle morti per folgorazione.
13
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
USTIONI
Le ustioni sono lesioni
caratteristiche degli infortunati
sottoposti ad elevate intensità di
corente che non interessano
parti del corpo immediatamente
vitali.
Tali lesioni si manifestano nei
punti di entrata ed uscita della
corrente dove la densità di
corrente è maggiore
DIAGRAMMA DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
•
•
•
•
ZONA 1: Abitualmente nessuna
reazione
ZONA 2: Abitualmente nessun
effetto fisiologico pericoloso
ZONA 3: Probabilità di
contrazioni muscolari, difficoltà
respiratoria; disturbi reversibili
nella formazione e conduzione di
impulsi nel cuore, inclusi
fibrillazione arresto cardiaco
provvisorio senza fibrillazione
ventricolare, che aumentano con
l’intensità della corrente e il
tempo.
ZONA 4: In aggiunta agli effetti
della zona 3, la probabilità della
fibrillazione ventricolare
aumenta fino a circa il 5% (curva
C2), al 50% (curva C3) oltre il 50
% al di là della curva C3.
14
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
FINALITÀ
Impedire qualsiasi contatto con parti attive
Parti attive completamente ricoperte con un
isolamento che possa essere rimosso solo
mediante distruzione
MODALITÀ
Le parti attive devono essere protette con
involucri o barriere tali da assicurare un
grado di protezione minimo IPXXB
(inaccessibilità al dito di prova)
ostacoli che impediscano l’avvicinamento
non intenzionale del corpo a parti attive
15
16
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
Collegamento all’impianto di messa a terra delle masse
e masse estranee
Interruzione automatica del circuito (es. tramite
interruttore differenziale)
17
Per. Ind. Michele Luongo - C.P.T.
LUCCA
18
L'interruttore differenziale, se presente nel nostro quadro elettrico è facilmente
riconoscibile per la presenza di un pulsante, utile per la manutenzione,
contrassegnato dalla lettera T (può avere forma diversa da quello nella foto).
I cavi che conducono la corrente elettrica sono generalmente due: la fase e il neutro.
Poichè la corrente entra dalla fase, percorre i circuiti ed esce dal neutro, in condizioni
normali quella entrante deve essere uguale a quella uscente. Se ciò non accade
significa che una parte di essa sta percorrendo strade diverse, come il corpo umano in
caso di scossa elettrica (contatto diretto) o per cedimento dell'isolante, ad esempio, di
un elettrodomestico collegato all'impianto di terra.
L'interruttore differenziale (conosciuto anche come salvavita) confronta
continuamente la corrente entrante con quella uscente e scatta quando avverte una
differenza.
19
Costruttivamente è costituito da un
trasformatore toroidale nel quale, in
condizioni di normale funzionamento,
il flusso risultante dovuto alle correnti
che percorrono il circuito, indotte dai
campi magnetici opposti generati
dalle spire 1 e 2, è uguale a zero.
Quando la differenza fra le due correnti
in ingresso ed in uscita dal circuito
(definita corrente differenziale) non è
più uguale a zero, il flusso magnetico
risultante, dovuto alle correnti che
percorrono le spire 1 e 2 del circuito,
non è più uguale a zero e, di
conseguenza, induce una corrente I
nella spira 3 che aziona lo sganciatore S.
PARTICOLARE INTERRUTTORE DIFFERENZIALE
20
Le prese a spina con correnti nominali fino a 32 A devono essere protette a
monte con un interruttore differenziale avente una Idn non superiore a 30 mA
In un impianto realizzato correttamente
quando l'apparecchiatura elettrica va in
"dispersione", cioè l'involucro viene in
contatto con una parte interna in tensione,
il conduttore di terra "chiude" il circuito
elettrico verso terra e fa scattare
l'interruttore differenziale.
In queste condizioni all'insorgere del guasto
il circuito viene disalimentato, l'incidente
viene evitato e non vi è alcun pericolo per le
persone.
21
In un impianto ove non sia stato realizzato
il collegamento "a terra" quando l'involucro
viene in contatto con una parte interna in
tensione, il circuito non si chiude e quindi
non può scattare l'interruttore differenziale.
Quando però una persona tocca
accidentalmente l'involucro esterno
dell'apparecchiatura difettosa, il circuito si
chiude attraverso il suo corpo.
A questo punto interviene l'interruttore
differenziale che quindi impedisce
l'incidente grave (se è un salvavita da
0.03A) ma si ha comunque un passaggio
di corrente attraverso il corpo umano.
Questa situazione è potenzialmente
pericolosa, in quanto l'intervento della
protezione avviene durante l'incidente.
QUALI SONO I COMPONENTI CHE COSTITUISCONO UN
IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE?
UN IMPIANTO ELETTRICO NASCE DA UN PUNTO DI FORNITURA ENEL (
Contatore di energia) O DA UN GRUPPO ELETTROGENO,
ED E’ COMPOSTO DA:
• QUADRI ELETTRICI PRINCIPALI E SECONDARI
• CAVI ELETTRICI
• PRESE A SPINA E AVVOLGICAVO
• UTILIZZATORI
• IMPIANTO DI TERRA
• IMPIANTO DI PROTEZIONE FULMINI (Quando previsto)
22
QUADRI ELETTRICI DI CANTIERE
• Devono essere del tipo ASC CEI EN60439 certificati dal costruttore,
dichiarazione CE.
• ASC= Apparecchiatura sottoposta a prove di tipo per cantiere.
• Avere un grado minimo di protezione IP43
• Fanno eccezione quelli installati nei locali di servizio
GRADO DI PROTEZIONE
La protezione degli involucri delle apparecchiature elettriche è
determinata dall’indice di protezione IP (International
protection).
Esso si esprime attraverso la sigla IP seguita da due numeri di cui
il primo indica il grado di protezione contro la penetrazione di
corpi solidi e il secondo il grado grado di protezione contro i
liquidi.
23
GRADO DI PROTEZIONE
24
QUADRO DI CANTIERE ASC PRIMARIO
25
QUADRO DI CANTIERE
QUADRO DI CANTIERE
Presa Monofase 16A - 230V
Quadro ASC tipo
26
MODELLO PRESE SUI QUADRI
Presa trifase 16A - 380V
Presa trifase 32A - 380V
QUADRO ELETTRICO
27
DERIVAZIONE FAI DA TE
CORRETTA REALIZZAZIONE
28
REALIZZAZIONI CORRETTE
Se il quadro esistente dal quale è tratta l’alimentazione del QUADRO GENERALE DI
CANTIERE si trova in un locale di servizio, non deve rispondere alle prescrizioni della
sezione 704 della norma CEI 64-8, ma solo alla parte generale. I circuiti alimentanti il
cantiere debbono comunque essere protetti in accordo con le prescrizioni della CEI 648 sez.704.
29
ALIMENTAZIONE DA QUADRO ESISTENTE
LOCALI DI SERVIZIO
• Si tratta di locali che pur trovandosi nell’area di cantiere non sono soggetti alle
condizioni ambientali caratteristiche (es. uffici, spogliatoi, sale riunione, spacci,
ristoranti, mense, dormitori, servizi igienici, officine meccaniche, locali di
produzione e consegna dell'energia elettrica.)
Come locali di servizio del cantiere si possono intendere anche locali ricavati in
particolari manufatti edili realizzati appositamente in muratura in tal modo che, da
una valutazione del rischio, si possano ritenere esclusi i pericoli specifici del cantiere:
azioni meccaniche, polvere, pioggia, irraggiamento solare, ecc .
ALIMENTAZIONE DA IMPIANTO ESISTENTE (DA PRESA A SPINA)
30
ALIMENTAZIONE DA IMPIANTO ESISTENTE (DA PRESA A SPINA)
• Ove risultino disponibili prese di un impianto fisso preesistente al
cantiere, è consentita l'alimentazione di apparecchi utilizzatori
mobili o trasportabili, senza dover realizzare un’impianto di
cantiere. Le prese devono essere protette con Idn ≤ 30 mA
L’impianto fisso deve essere
• conforme alla norma CEI 64-8
• adatto a sopportare le condizioni ambientali derivanti dall'attività di
cantiere
SCELTA DEI CAVI
•
CAVI A POSA FISSA: Si intendono per posa fissa i cavi destinati a non
essere spostati durante la vita del cantiere, ad esempio nel tratto che va
dal contatore di energia elettrica al quadro generale.
31
SCELTA DEI CAVI
•
CAVI A POSA MOBILE:I cavi a posa mobile sono invece soggetti a
spostamenti ad esempio il cavo che alimenta il quadro prese a spina o un
apparecchio trasportabile.
Gli infortuni per contatto diretto nei cantieri edili avvengono prevalentemente
sui cavi di alimentazione degli apparecchi.
32
POSA DEI CAVI NEI CANTIERI
E’ opportuno ribadire che i cavi isolati in PVC, o con guaina in
PVC, non sono adatti per la posa mobile nei cantieri, perché il
PVC a bassa temperatura diventa rigido e se piegato o
raddrizzato si fessura.
Ciò non si applica ai cavi che non sono mossi durante l’uso, cioè
installati in modo fisso . Questi devono essere però posati a
temperatura superiore a 5°C se isolati e/o rivestiti in PVC
33
CAVO ALIMENTAZIONE GRU
34
CAVI AMMESSI NEI CANTIERI
35
PROTEZIONE MECCANICA
36
37
38
I cavi a posa mobile devono essere possibilmente sollevati da terra e seguire
percorsi brevi; non devono essere lasciati sul terreno, arrotolati in prossimità
dell’apparecchio o sul posto di lavoro, con conseguente pericolo di
danneggiamenti meccanici
ERRATA POSA DEI CAVI
39
40
PRESE A SPINA E AVVOLGICAVO
Le prese a spina costituiscono, dal punto di vista della sicurezza elettrica uno
dei punti critici dell’impianto elettrico di cantiere.
Le cosiddette prese a spina volanti devono essere ad uso industriale, conformi
alla norma CEI 23-12/1.
Nella spina senza pressacavo, il conduttore di protezione sollecitato a trazione
si distacca dal morsetto e va a contatto con il conduttore di fase: la carcassa
dell’apparecchio, ad esempio la betoniera, non è più collegata a terra e
assume la tensione di fase.
41
SI
SITUAZIONE FREQUENTE
42
ESEMPIO DI AVVOLGICAVO ADATTO PER
CANTIERE
43
44
Le prese a spina fisse, che possono essere soggette a getti d’acqua, devono
avere un grado di protezione IP67
PRESE AD USO DOMESTICO
Le prese a spina per uso domestico e similare non sono adatte
per essere utilizzate nei cantieri, perché non hanno il necessario
grado di protezione e non sono resistenti agli urti
45
ADATTATORI
Gli adattatori che permettono di inserire una spina ad uso domestico in una
presa ad uso industriale devono portare la scritta “Solo per uso temporaneo”.
Va da sé che tali adattatori sono vietati per alimentare quanto è
permanentemente utilizzato in cantiere, a meno che non siano ubicati in
posizione protetta contro l’acqua e le polveri, dove sono ammesse le prese a
spina ad uso domestico e similare.
46
ADATTATORE NON PIU’ A NORMA
POMPA SOMMERSA
47
SITUAZIONE NON CONFORME
PROLUNGA NON IDONEA
48
ALTRI POSSIBILI RISCHI
SEGA CIRCOLARE
49
SEGA CIRCOLARE
SEGA CIRCOLARE
50
MONTACARICHI
BETONIERA
51
MOLETTA
IMPIANTO DI TERRA
52
L’impianto di terra costituisce un mezzo che permette alla corrente di guasto di
disperdersi o di richiudersi, tramite una resistenza di basso valore, attraverso il
terreno.
•
•
Dispersore
Conduttore in contatto elettrico con il
terreno, o conduttore annegato nel
calcestruzzo a contatto con il terreno con
un’ampia superficie (per esempio una
fondazione)
•
•
Conduttore di terra
Conduttore che collega una parte
dell’impianto che deve essere messo a
terra ad un dispersore o che collega tra
loro più dispersori, ubicato al di fuori del
terreno od interrato nel terreno e ad esso
isolato.
TIPOLOGIE DI MESSA A TERRA
•
Messa a terra di protezione:
•
Messa a terra di una parte conduttrice, non destinata ad essere attiva, con lo
scopo di proteggere le persone dallo shock elettrico.
•
Messa a terra per la protezione contro le fulminazioni (scariche
atmosferiche)
•
Messa a terra per la dissipazione di una corrente di fulmine (scarica
atmosferica) verso terra.
53
54
Il ponteggio va messo a terra?
Solo nel caso in cui il ponteggio è “massa estranea” ossia ha una resistenza verso terra < di 200Ω
APPARECCHI DI CLASSE II
• Gli apparecchi con
isolamento doppio o
rinforzato portano in
targa il simbolo del
doppio isolamento.
• E’ proibito collegare a
terra gli apparecchi di
classe II
55
LA LEGISLAZIONE - D.P.R.
22-10-01 N°462
Art.4 Verifiche periodiche
Il datore di lavoro e' tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonche'
a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli
installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in
caso di incendio per i quali la periodicita' e' biennale.
2. Per l'effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolge all'ASL o all'ARPA o ad
eventuali organismi individuati dal Ministero delle attivita' produttive, sulla base di
criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI.
3. Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di
lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza.
4. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del
datore di lavoro
LINEE ELETTRICHE INTERFERENTI
56
LA LEGISLAZIONE - D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
TITOLO III – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI D.P.I.
Articolo 83 - Lavori in prossimità di parti attive
•
1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche
o di impianti elettrici con parti attive non protette,o che per circostanze
particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a
distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ ALLEGATO IX, salvo che
vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i
lavoratori dai conseguenti rischi.
•
2. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nelle
pertinenti norme tecniche..
57
LA LEGISLAZIONE - D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
ALLEGATO IX
Valori delle tensioni nominali di esercizio delle macchine ed impianti elettrici
•
Tab. 1 Allegato IX – Distanze di sicurezza
da parti attive di linee elettriche e di
impianti elettrici non protette o non
sufficientemente protette da osservarsi,
nell’esecuzione di lavori non elettrici, al
netto degli ingombri derivanti dal tipo
di lavoro, delle attrezzature utilizzate e
dei materiali movimentati, nonché degli
sbandamenti laterali dei conduttori
dovuti all’azione del vento e degli
abbassamenti di quota dovuti alle
condizioni termiche.
Un (kV)
D (m)
≤1
3
1 < Un ≤ 30
3,5
30 < Un ≤ 132
5
> 132
7
Dove Un = tensione nominale.
LA LEGISLAZIONE - D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
TITOLO IV – CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI
Articolo 117 - Lavori in prossimità di parti elettriche attive
• 1. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 83, quando occorre effettuare lavori in
prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette o che per
circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, ferme restando
le norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:
• a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori;
• b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l’avvicinamento alle parti attive;
• c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento,
ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza.
• 2. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o
scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate
e delle tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai
limiti di cui all’allegato IX o a quelli risultanti dall’applicazione delle pertinenti norme
tecniche.
•
(arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro il datore di lavoro e dirigente)
58
LINEA ELETTRICA INTERFERENTE
MESSA IN SICUREZZA
59
60
3
(<1 Kv)
61
62
63
64
65
LINEA ELETTRICA IN FACCIATA
66
LINEA ELETTRICA IN FACCIATA
LINEA ELETTRICA IN FACCIATA
67
CAVO IN FACCIATA
PROTEZIONE MECCANICA
68
RISCHIO ELETTRICO DOVUTO DA
AGENTI ATMOSFERICI
I FULMINI
SOVRATENSIONE DI ORIGINE ESTERNA
(FULMINE)
Un fulmine è una scarica elettrica, in aria, tra una nuvola temporalesca ed il
suolo. Durante questa scarica, una parte della scarica elettrica accumulata
nella nuvola viene drenata a terra, e dà origine ad una corrente elettrica
variabile nel tempo.
L’effetto termico e luminoso associato al passaggio della corrente di fulmine
illumina il canale discendente e le sue ramificazioni dando luogo al lampo.
Il tuono è causato dal repentino riscaldamento e successivo raffreddamento (
compressione/dilatazione) dell’aria.
69
PARAMETRI DELLA CORRENTE DI FULMINE
Parametro
U.M.
Valore
Minimo
Valore
medio
Valore
massimo
kA
3
35
200
Energia I²t
kA²s
6
60
10000
Durata Totale
ms
30
180
1000
Corrente
70
Protezione contro i fulmini
Ponteggio
Gru a torre
Protezione contro i fulmini
Ponteggio
Gru a torre
71
PONTEGGIO A TERRA
GESTIONE DEL RISCHIO ELETTRICO
INSTALLATORE ABILITATO
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E REALTIVI ALLEGATI
DENUNCIA IMPIANTO MESSA A TERRA – COPIA IN CANTIERE
CONDUTTORI ELETTRICI IN LUOGHI DI TRANSITO
VERIFICA PERIODICA CAVI, PRESE,
VERIFICA CARATTERISTICHE DEI QUADRI
VERIFICA INTERRUTTORI DIFFERENZIALI Id 0,03A
VERIFICA CARATTERISTICHE PRESE E SPINE
VERIFICA CARATTERISTICHE AVVOLGICAVI
VERIFICA UTENSILI ELETTRICI PORTATILI
VERIFICA COLLEGAMENTO ALL'IMPIANTO DI TERRA
MESSA A TERRA DEI PONTEGGI - Se prevista
STRUTTURE AUTOPROTETTE
DISTANZA MINIMA LINEE ELETTRICHE AEREE
72
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
BUON LAVORO A TUTTI VOI
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI
73
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI
•
Per luogo conduttore si intende un luogo delimitato essenzialmente da
superfici metalliche o conduttrici ( scavo nel terreno); è ristretto quando le
dimensioni sono tali da limitare il movimento dell’operatore e da
provocare un probabile contatto con ampie parti del corpo diverse da
mani e piedi.
•
Sono luoghi conduttori ristretti, ad esempio, piccole cisterne metalliche,
cunicoli umidi, l’interno di tubazioni metalliche, scavi ristretti nel terreno
ecc..
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI
•
Il concetto di luogo conduttore ristretto è applicabile non solo ai luoghi ma
anche a situazioni in cui l’operatore è a stretto contatto, su larga parte del
corpo, con superfici conduttrici, a causa del tipo di operazione compiuta.
•
GLI APPARECCHI TRASPORTABILI UTILIZZATI NEI LUOGHI RISTRETTI
DEVONO ESSERE ALIMENTATI A BASSISSIMA TENSIONE DI SICUREZZA
OPPURE PROTETTI PER SEPARAZIONE ELETTRICA: UN APPARECCHIO PER
OGNI TRASFORMATORE DI ISOLAMENTO
74
75