SCHEDA progetto ADOLESCENTI - Ambito Territoriale Sociale Pesaro

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ALLEGATO 1
SCHEDA progetto ADOLESCENTI
Nel 2008 l’ATS n.1 ha consolidato il proprio impegno nel rafforzare la rete integrata tra tutti i
portatori di interesse coinvolti nel territorio in progetti e azioni con e in favore di adolescenti.
I due “soggetti” di riferimento per la rete sono:
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I Centri di Aggregazione (CAG) per bambini e adolescenti dell’Ambito (progetto
RASTA 3 - 2008)
Le Scuole Superiori dell’ATS n.1 (progetto RASTA 2 e percorsi di prevenzione
specifici)
A partire da questi due punti di riferimento sono stati coinvolti altri soggetti quali:
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tutti e 9 i Comuni dell’ATS 1,
la Provincia di Pesaro e Urbino (servizi sociali),
l’ASUR Zona T. n.1 (DDP, Distretto n. 1, DSM, ….),
il terzo settore (Coop. sociali e Associazioni di volontariato),
la Questura (Ufficio minori),
la Diocesi (con qualche difficoltà alcuni rappresentanti degli oratori).
I progetti/interventi 2008
RASTA (Rete Adolescenti Scuola Territorio Ambito) 3:
1. in corso e operativo fino a febbraio 2009.
La formazione
1. Prosecuzione percorso formativo integrato degli operatori dei CAG e di chi opera con gli
adolescenti.
La promozione
1. Rafforzamento attività dei CAG e coordinamento: attività di laboratorio, azioni di
coordinamento, eventi,
2. Progetto Animatori di strada.
1
RASTA 2 (concluso nel maggio 2008)
La formazione
1. tema: “Il conflitto come risorsa”, per docenti DEGLI Istituti superiori,
2. Formazione degli operatori dei CAG, integrata con chi opera (pubblico e privato) con gli
adolescenti.
La prevenzione
1. Progetto “Operatori di scuola”,
2. Progetto “Alcol nelle scuole”,
3. Percorso di “educazione relazionale/affettiva” nelle scuole.
Percorsi negli Istituti Superiori per l’anno scolastico 2008-09
In un primo incontro con i docenti referenti per l’educazione alla salute degli Istituti dell’ATS 1
e con il coordinamento del Centro di Ascolto PASSAPAROLA*, sono stati individuati gli 5
interventi/progetti per il prossimo anno scolastico, coordinati dall’ATS n.1, a cui, secondo i
bisogni che emergeranno e le risorse a disposizione, si potranno aggiungerne dei nuovi.
1. Interventi specifici delle psicologhe del Passaparola (progetto accoglienza …).
2. Progetto “Operatori di scuola”.
3. “Vivere, sopravvivere o sballare”: cercare un senso alla propria vita attraverso la
narrazione.
4. Percorsi per superare lo stigma sulla salute mentale:
- “Vite belle da matti”: la malattia mentale oltre l’indifferenza,
- TIPITOSTI: sensibilizzare attraverso lo sport.
5. “Genitori figli … che rottura”: percorso per famiglie di studenti degli Istituti Superiori.
* CENTRO DI ASCOLTO
“PASSAPAROLA” c/o Campus Scolastico Pesaro
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Apertura dal 01 settembre al 30 dicembre 2008
lunedì e venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.30
giovedì mattina 08.30 – 12.30
Iniziative Passaparola
- ATTIVITÀ PER ADOLESCENTI E GIOVANI incontri individuali di consulenza, orientamento e
sostegno psicologico
- ATTIVITÀ PER ADULTI Incontri individuali o di coppia per genitori con figli adolescenti o
giovani. Incontri con esperti. Consulenze professionali e supervisione per adulti
impegnati in attività lavorative collegate ad adolescenti
Progetti rivolti agli Istituti Superiori
Periodo settembre –dicembre 2008
- Progetto Accoglienza
2
-
Progetto Affettività
CIC
Progetti rivolti agli Istituti Superiori in collaborazione con Provincia di PU, Zona
Territoriale n. 1 - Asur, Cooperazione sociale, Ambito Territoriale Sociale n.1, Periodo
settembre 2008 – maggio 2009:
1. Ceis Pesaro – “Vite belle da matti” - Progetto di sensibilizzazione alla diversità e al
disagio mentale
2. Vivere, sopravvivere o sballare? Cercare un senso alla propria vita attraverso
la narrazione - percorso di ascolto, riflessione e dialogo con un gruppo classe (da 1 a
3 incontri), relatore Roberto Drago messo a disposizione dalla CSPA della Provincia di
Pesaro e Urbino
3. Progetto Operatori di scuola - progetto di promozione della salute e prevenzione di
comportamenti a rischio attraverso percorsi alternativi che attraverso strategie di
intervento pongano attenzione particolare all’aspetto comunicativo dello stare insieme.
4. Progetti Tipi Tosti - Progetto di sensibilizzazione allo scopo di promuovere una
cultura sportiva non connotata come fine a se stessa, ma che trova una sua ragione di
essere come strumento di comunicazione e promozione di una cultura collettiva che
mantiene in primo piano il tema dell’integrazione.
5. Genitori e Figli che rottura - incontri rivolti ai genitori degli studenti delle Scuole
Superiori per riflettere sulla relazione con figli adolescenti in collaborazione con la
provincia e il Dipartimento Dipendenze Patologiche della Zona n . 1 – Asur
Schede 1,2,3,4,5.
(1)
“VITE BELLE DA MATTI”
la malattia mentale oltre l’indifferenza
Progetto di sensibilizzazione alla diversità e al disagio mentale anno scolastico 2006/2007
Premessa
La Comunità di Via del Seminario 12, in Pesaro, nata negli anni ’70 per volontà di Don Gianfranco Gaudiano si è
da sempre occupata di persone a grave rischio di emarginazione, con particolare attenzione al problema
dell’handicap e del disagio psichico. La Comunità ha ideato col tempo una serie di risposte ad altre povertà
emergenti nella nostra città( droga, bambini abbandonati, aids, giovani, extracomunitari) Nel 1976 Don Gaudiano
ha fondato il Ceis per dare una veste giuridica, sostenere ed organizzare le strutture che erano nate come
risposta a tali povertà; strutture o “baracche”, come le definiva Don Gaudiano, a tutt’oggi operative sul nostro
territorio.
In questi ultimi anni la problematica del disagio psichico è stato affrontato concretamente dal Servizio Sollievo
Ceis attraverso una serie d’interventi, quali un punto d’ascolto, un centro diurno ed un sostegno individuale per
persone che presentano disturbi di carattere psichico e per i loro familiari.
L’esperienza maturata nel corso degli anni ha fatto sì che un gruppo di operatori si specializzasse in interventi
formativi da proporre agli istituti superiori della Provincia di Pesaro-Urbino.
Obiettivo generale:
Il progetto “Vite belle da matti” si propone di mettere i ragazzi in contatto con la realtà del disturbo psichico,
attraverso l’ideazione di un “identikit” di un’ipotetica persona con disagio mentale, che nonostante ciò rimane una
“bella persona” e ricca umanamente.
Prendendo in esame i diversi aspetti che verranno evidenziati, dopo l’individuazione del personaggio, i ragazzi
saranno chiamati a partecipare alla formulazione di un progetto di presa in carico della persona.
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Nell’evolversi del progetto la classe sarà invitata a riflettere sul concetto di condivisione di un luogo comune e di
responsabilità reciproca che non può riguardare solo gli “addetti ai lavori”, ma ogni cittadino.
Obiettivi specifici:
Fare entrare i ragazzi in contatto con un mondo visibile ma non conosciuto, persone che anche se
“diversamente abili” condividono i nostri stessi spazi, la stessa città, conducendo vite parallele.
Individuare le caratteristiche e le problematiche della persona con disagio mentale.
Portare a conoscenza degli studenti lo stile operativo maturato
dall’esperienza relazionale che,
quotidianamente e concretamente, operatori e volontari del Ce.i.s., condividono nell’incontro con il disturbato
psichico.
Fornire strumenti per meglio comprendere le dinamiche e gli atteggiamenti che le persone con tali disturbi
mettono in atto.
Sensibilizzare i ragazzi al senso di appartenenza ad un territorio comune nel quale tutti interagiamo,
condividendo gli stessi spazi e gli stessi luoghi della città.
Offrire ai ragazzi l’esperienza del lavoro di gruppo, delle dinamiche che si sviluppano e sperimentare la
difficoltà e la ricchezza di confrontarsi con le idee degli altri.
Modalità e articolazione del progetto:
Sono previsti 3 incontri con cadenza quindicinale, della durata di 2 ore; il progetto è rivolto ad un massimo di 5/6
classi.
I° INCONTRO:
- fornire informazioni generali sulla esperienza storica della comunità di via del seminario 12 a Pesaro.
- Identikit: ideazione di un “personaggio” protagonista del nostro percorso con caratteristiche psichiche e
fisiche ipotizzate dai ragazzi; si dovrà immaginare l’ambiente in cui vive, il suo rapporto con la scuola o il
mondo del lavoro, la famiglia, la fidanzata, gli amici e provare a pensare a che tipo di difficoltà potrebbe
incontrare nella sua vita, e come potrebbe superarle.
II° INCONTRO:
- Giochi di immedesimazione nelle difficoltà pratiche che il nostro “personaggio” incontra nella sua
quotidianità. La classe si troverà a fare esperienza di situazioni insolite e sperimenterà il ruolo del
“normale” accanto a quello del “diverso”.
- Riflessione sulle sensazioni e sui pensieri che i ragazzi hanno vissuto durante il gioco.
III° INCONTRO:
- Ideazione di un progetto di presa in carico del personaggio dell’identikit. La classe, simulando le
dinamiche che si sviluppano all’interno di una equipe operativa, sarà coinvolta in prima persona alla
realizzazione di un progetto che preveda un miglioramento di qualità della vita del nostro personaggio.
Strumenti e metodologia operativa:
- Lettura di brani tratti da alcuni testi.
- Ascolto di canzoni e visione di sequenze di film che trattano dell’argomento.
- Giochi di ruolo: identikit del personaggio con problemi psichici.
- Discussione ed elaborazione delle tematiche nel gruppo.
Destinatari:
- Il progetto potrebbe risultare particolarmente interessante per le classi frequentanti il 3°/4° anno degli
Istituti superiori della nostra città.
Risorse umane utilizzate:
- Operatori (psicologi) e tirocinanti in psicologia che lavorano presso il Servizio Sollievo Ce.I.S. Pesaro di
Via del Seminario 12.
Partecipazione:
- La partecipazione al progetto è gratuita, per prenotazioni o ulteriori chiarimenti contattare:
- Ceis Pesaro: Dott. Renili Michele 0721/35504 (lunedì/venerdì 12,30-13,30).
(2)
VIVERE, SOPRAVVIVERE O SBALLARE?
Cercare un senso alla propria vita attraverso la narrazione
Percorso di ascolto, riflessione e dialogo con un gruppo classe (da 1 a 3 incontri)
- Da una parte il desiderio di molti giovani di vivere intensamente la propria età attraverso il “piacere”, il
divertimento spesso attraverso il superamento dei limiti e l’esperienza dello “sballo”.
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Dall’altra la narrazione di alcune esperienze di giovani che hanno vissuto la propria condizione di
tossicodipendenza e di AIDS come possibilità di ritrovare un significato alla propria età
1° incontro: 1 ora
- ascolto e confronto sui due modelli di vivere la propria età giovanile
2° incontro: 1 ora
- ascolto e confronto sulla lettura di alcune storie
3° incontro: 2 ore
- produzione di materiale elaborato dalla classe
Relatore: Roberto Drago messo a disposizione dalla CSPA della Provincia di Pesaro e Urbino.
-
(3)
PROGETTO “OPERATORI DI SCUOLA”
SOGGETTI COINVOLTI
- I 9 Comuni dell’ambito,
- ASUR Zona Territoriale n. 1 (Dipartimento dipendenze patologiche),
- Istituti Scolastici scuole medie inferiori e superiori dell’ATS 1,
- Cooperativa Sociale “Labirinto”,
- “Operatori di strada”.
OSSERVAZIONE E ANALISI DELL’ESISTENTE E OBIETTIVI DEL PROGETTO
Da un’osservazione particolare delle fasce giovanili e adolescenziali del territorio dell’intero Ambito Sociale, frutto
delle esperienze degli operatori e delle progettazioni precedenti, emerge un cambiamento del linguaggio e del
senso del divertimento che non raramente è accompagnato da fenomeni di consumo di sostanze legali e non.
Tali cambiamenti appaiono spesso sbilanciati verso l’aspetto più superficiale dello stare insieme, il divertimento
sembra privo di una comunicazione intima disimpegnando di fatto i soggetti che ne prendono parte. In
quest’ottica è nata la necessità di attivare percorsi alternativi che attraverso nuove strategie di intervento
pongano attenzione particolare all’aspetto comunicativo dello stare insieme, informando e stimolando i ragazzi su
argomenti quali l’uso di sostanze stupefacenti, la sessualità, i disturbi dell’alimentazione, l’amicizia, la famiglia.
FINALITÀ
- promozione della salute attraverso lo stimolo di comportamenti che permettano di raggiungere una
consapevolezza dei rischi;
- prevenzione di comportamenti a rischio attraverso la diffusione di informazioni scientificamente corrette;
- incremento del livello di informazione e sensibilizzazione su argomenti di interesse giovanile.
MODALITÀ OPERATIVE
La metodologia prevede l’utilizzo di un gioco di società da proporre alle classi.
L’idea del gioco porta con se la possibilità di “agganciare” facilmente i ragazzi e abbattere così le naturali
diffidenze che i ragazzi hanno verso il mondo adulto. Il gioco si divide in due fasi.
Nella prima fase, caratterizzata da un momento ludico (ma non solo), la classe divisa in due squadre, si
confronta in una vera e propria competizione.
La squadra che inizia ha la possibilità di selezionare l’argomento.
All’interno di ogni singola sezione sono stati ideati quattro piccoli giochi che solo in parte possono considerarsi
esclusivamente ludici.
Attraverso piccole gare di memoria i ragazzi sono posti nella condizione di leggere informazioni riguardanti le
sostanze stupefacenti, i rischi della guida in stato di ebbrezza, informazioni corrette su comportamenti sessuali a
rischio, normative riguardanti il ritiro della patente, approfondimenti sulle tematiche dei disturbi alimentari e
quant’altro potesse risultare utile ad una informazione corretta.
Il punteggio dei singoli giochi è valutabile oggettivamente e consente ad una squadra di primeggiare sulla
squadra avversaria.
La squadra che ha raggiunto il punteggio più alto ha la possibilità di selezionare l’argomento con il quale aprire il
dibattito.
Un altro aspetto fondamentale della prima fase ludico/informativa, è quello di mettere a loro agio i ragazzi
predisponendoli alla fase successiva caratterizzata dal dibattito sull’argomento selezionato. A questo punto il
gruppo è in grado di affrontare con più serenità e libertà di espressione.
La seconda fase del gioco viene gestita direttamente dalla psicologa.
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I ragazzi delle due squadre iniziano ad argomentare la loro posizione rispetto al tema prescelto. Inizia uno
scambio di opinioni tra i singoli, la suddivisione in squadre perde il suo senso non essendo più possibile
condividere le stesse opinioni rispetto ad argomenti fortemente personali. Il senso della competizione non è
certamente l’obiettivo principale dell’intervento. Ecco perché i criteri di valutazione della seconda prova sono
differenti dalla prima e si caratterizzano dall’intensità della comunicazione, dal grado di intervento delle sue
individualità e dalle modalità di esposizione delle opinioni.
Per rendere il percorso pratico e fruibile il gioco è informatizzato ed ha una grafica giovanile accattivante che
tiene conto del target a cui è destinato.
GLI OPERATORI
- Due operatori delle U.O. dipendenze patologiche ASUR Zona n.1, che supervisionano il lavoro;
- un sociologo che coordina il lavoro dell’equipe e si occupa della conclusiva valutazione dell’intervento;
- un operatore dedicato alla conduzione del gioco;
- una psicologa che durante il momento del dibattito facilita la comunicazione, pone attenzione alle
dinamiche che si dispiegano per non rendere l’intervento una sorta di terapia di gruppo, riporta
l’attenzione dei ragazzi sul tema affrontato nel caso fosse deviata verso futili argomenti e valuta il
dibattito secondo i criteri stabiliti;
- un esperto di comunicazione e di linguaggio informatico per elaborazione tecnica del gioco.
COORDINAMENTO DEL PROGETTO
- A cura del Dipartimento Dipendenze Patologiche attraverso la Supervisione delle dott.sse Giovanna
Diotallevi e Alessandra Cacciaguerra.
- Coordinatore dell’équipe il dott. Giampiero Ricino
DESTINATARI
- Alunni delle terze medie inferiori (13/14 anni) del territorio dell’Ambito Sociale
- Studenti delle terze medie superiori degli Istituti superiori (16/17 anni)
I TEMPI
- la realizzazione del gioco è prevista durante l’anno scolastico 2006/07
- ogni incontro (somministrazione del gioco) dura mediamente 3 ore scolastiche
MODALITÀ DI VERIFICA
- Riunioni periodiche mensili che vedono la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto;
- Confronto periodico con il comitato tecnico di coordinamento e monitoraggio del progetto unico RASTA 2
e con il progetto Operatori di Strada a titolarità ASUR (UO Dip. Pat.) a cura del coordinatore;
- Relazione conclusiva a cura del coordinatore;
(4)
GENITORI & FIGLI … che rottura
Il titolo di questa azione non vuole essere provocatorio, ma chiara immagine di 2 situazioni in cui molti genitori di
figli adolescenti si trovano a vivere.
1. La fatica quotidiana da parte dei genitori di capirci qualcosa di fronte alle provocazioni e alla apparente
non comunicazione di un figlio che non si sa da che parte prendere
2. La presa di coscienza che qualcosa si sta rompendo nel rapporto tra genitori e figlio/a: una rottura che
non può essere letta solo in modo negativo ma tappa necessaria per porre le basi per un rapporto nuovo.
Per questo l’intervento cerca di “decifrare” linguaggi e comportamenti sia delle figure adulte che dell’adolescente;
con il proposito di offrire, partendo dalla realtà quotidiana, degli strumenti di lettura e degli spunti di riflessione.
L’intervento è previsto nei luoghi vissuti dai nostri adolescenti (scuola, oratorio, scout, gruppo sportivo, CAG, …) e
può prevedere la presenza di un gruppo genitori o di un gruppo misto genitori/figli.
Gli incontri saranno tenuti da
Roberto Drago (CSPA della Provincia di Pesaro e Urbino ) operatore/educatore esperto in dipendenze con
particolare attenzione al mondo giovanile.
Giampiero Ricino (Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASUR Zona 1) sociologo, coordinatore del
progetto “unità di strada”.
Materiale di riferimento
- Piccolo manuale per genitori, ovvero “come sopravvivere alle nottate dei nostri figli …” di Drago
- Genitori & figli … che rottura: per sorridere e riflettere insieme: slide di Ricino e Drago sui vari stili di
comportamento all’interno delle relazioni familiari
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(5)
“PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE NELLE SCUOLE SUPERIORI”
(salute mentale - anno 2007/08)
SCHEDA a cura dell’associazione “ASD - TIPITOSTI”.
Il progetto aveva lo scopo di promuovere una cultura sportiva non connotata come fine a se stessa, ma che
trovava una sua ragione d’essere come strumento di comunicazione e promozione di una cultura collettiva che
mantiene in primo piano il tema dell’integrazione sociale.
Abbiamo coinvolto l’insegnante di educazione fisica, che ha scelto una classe preparando gli studenti sia
“fisicamente che mentalmente” agli incontri.
Il progetto si è svolto da ottobre 2007 a marzo 2008 ed ha riguardato:
1. momento sportivo: partita di basket 2 tempi da 15 minuti alla presenza di tutta la classe in orario
scolastico (2 ore scolastiche)
2. momento di riflessione: incontro (dopo circa una settimana dalla partita) in classe con la
partecipazione di alcuni giocatori dei “Tipitosti”.
È stato un momento di scambio relazionale, di conoscenza, di comunicazione di emozioni a seguito del primo
momento: si è sperimentato “in diretta” la caduta del muro che separa il “normale” dal “diverso”, il “sano” dal
“malato”.
Durante le 2 ore è stato possibile anche proiettare un filmato della partita svolta e alcune foto di presentazione
dell’associazione.
Il progetto, inoltre, ha trovato il suo punto di forza nell’attuarsi al di fuori dei contesti sanitari e sociali, trovando il
coinvolgimento attivo degli alunni che hanno dimostrato un particolare interesse a questa iniziativa.
L’incontro con la Scuola non è avvenuto con estranei (persone che piombano improvvisamente nel contesto
giornaliero scolastico), ma si è svolto attraverso una materia scolastica (educazione fisica) e attraverso modalità
formative e culturali che appartengono alla didattica.
Agli studenti il progetto è servito per modificare lo stereotipo corrente intorno al disagio psico-sociale
permettendo ai giovani di uscire dalla condizione di non conoscenza, e quindi di atteggiamenti aggressivi o di
timore/paura, sperimentando anche “buone pratiche” verso situazioni di disagio nella scuola
Per i nostri “atleti” dei TIPITOSTI c’è stato un sensibile sviluppo e consolidamento del senso di autostima
attraverso la valorizzazione delle capacità individuali e relazionali
In tutti noi, compresi studenti che giocano nelle giovanili, o tifosi “ultras”, ha contribuito a creare una cultura
sportiva che mette al centro e valorizza le differenze di ciascuno e non il risultato.
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