QUARESIMA 5 B 2015 Il profeta Geremia annuncia il tempo in cui Dio concluderà un’alleanza nuova con l’umanità, nuova perché scaturirà dal cuore, dopo che Dio vi avrà scritto la sua parola: allora tutti conosceranno Dio perché sarà perdonato il peccato che impedisce la conoscenza/alleanza. Giovanni scrive che alcuni greci salgono a Gerusalemme per il culto: sono stranieri, vengono da lontano e, come i Magi, domandano di incontrare Gesù. La religione è incontrare Gesù che il Padre rivela a chi lo cerca. I greci chiedono chi è Gesù, che ora sta manifestandosi al popolo. Solo colui che vede Gesù, perché il Padre glielo rivela, può decidersi per Dio. La parola di Dio rivela chi è Gesù, ma è incisa nel nostro cuore? Lo Spirito di Dio si librava sopra l’abisso/caos e la parola di Dio origina il creato. Il chicco di grano si consuma nella terra e la morte di un seme è sempre feconda. L’embrione attecchisce al grembo di una madre e lì si sviluppa la vita. La vita terrena parte dal caos e arriva alla gloria, attraverso il passaggio tra oscurità e luce, tra sofferenza e gioia e tra morte e vita. Anche la vita umana del Figlio di Dio inizia dal suo svuotamento e si conclude nella croce, come insegna l’antico inno cristiano riportato nella lettera ai Filippesi. Dove sta il tesoro geloso? Essere come Dio o essere Dio uomo? Il Figlio si incarna perché Dio sia una famiglia. Come il Cristo sviluppa la sua vita terrena? Imparò l’obbedienza da quello che patì, il pieno abbandono al Padre perché solo l’amore di Dio sostiene la vita. Gesù impara la fiducia nel momento in cui essa è provata nella sofferenza e nella morte. Glorifica tutto quello che nella vita terrena è umile e trasforma il lamento e l’angoscia in preghiera. In questa obbedienza realizza la comunione di alleanza piena con il Padre e diventa figlio perfetto come lo è il Padre dei cieli. Nella vita terrena sviluppiamo la vita divina e, come il bimbo nel grembo della madre, attraversiamo la morte da vivi: la morte è una strettoia che ci angustia ed anche un’apertura da cui una vita nascosta nel grembo viene alla luce. La gloria è il frutto non dei nostri trionfi senza futuro o dei conservatori che perdono tutto ma l’essere riconosciuti dal Padre alla fine della vita terrena. Non viviamo per la morte ma per la gloria. Glorifica il tuo nome di Padre, glorificando la mia vita che porta il nome di figlio. La gloria è già ora nel seme e la vedremo nella risurrezione. I principi del mondo si perderanno. Attirerò tutti a me: non sarò solo o sterile ma nel cuore della famiglia di Dio. Gesù è primizia di tutti. Il salmo 51 riflette bene la parola di oggi. Crea in me, o Dio, un cuore puro. Il diventare puro domanda la croce: solo essa rende liberi dal peccato e rende possibile l’alleanza nuova scritta nel cuore. La nuova creazione fa passare dal peccato all’alleanza, attraverso la fatica del perdono. Cercare il perdono e riceverlo da Dio, cercarlo e riceverlo dai fratelli è la vera croce, quella che scrive la parola di Dio nel nostro cuore e porta alla gloria della alleanza nuova. Introduciamo la settimana santa e la riconciliazione pregando il salmo 51.