32 Rassegna
di Teatro Scuola
a
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
COMUNE DI PIACENZA
Assessorato alla Cultura
Stagione Teatrale 2011/2012
32 Rassegna
di Teatro Scuola
a
Stagione Teatrale 2011/2012
Direzione Generale
per lo Spettacolo
dal vivo
PRESENTAZIONE
Salt’in Banco 32 edizione
a
Superato il traguardo dei trent’anni di teatro scuola a Piacenza, possiamo dire che “Salt’in Banco” è cresciuto insieme
alla città e ai suoi ragazzi.
Nel giugno scorso il quotidiano locale “Libertà” ha dato grande rilievo a questo anniversario, perché più di 500 mila
bambini che fino ad ora hanno assistito agli spettacoli in cartellone non sono cosa da poco. E anche per questo la nostra
rassegna di teatro scuola è un patrimonio culturale della città e del territorio, e non solo, riconosciuto per valore pedagogico ed educativo e sempre difeso da tutti.
Si può dire che nei suoi caratteri peculiari “Salt’in Banco” si è consolidato e storicizzato, ma mai si è adagiato nella
sicurezza di quanto ormai acquisito ritrovando sempre nuovi stimoli e capacità di rilanciare, soprattutto nei momenti di
crisi e di incertezza.
Un elemento questo di straordinaria importanza, se pensiamo che i numeri del teatro scuola, pur importanti di per sé,
rimandano al complesso mondo della produzione culturale, fatto di creatività e professionalità, di economie e risorse,
ma soprattutto fatto di esperienze uniche per il pubblico, occasioni preziose di crescita e di formazione, di divertimento
e di apprendimento.
E se i ragazzi che assistono agli spettacoli di “Salt’in Banco” possono godere di queste possibilità, lo devono anche
all’impegno degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale, che riescono a programmare le trasferte a
teatro anche in un momento nel quale non è sempre facile organizzare le uscite didattiche. A loro va il nostro grazie, con
l’augurio di un buon anno scolastico 2011/2012, in attesa di incontrarci ancora una volta numerosi a teatro.
Diego Maj
Direttore artistico
Teatro Gioco Vita
Paolo Dosi
Assessore alla Cultura
Comune di Piacenza
Le fiabe, le favole e i racconti della tradizione, i miti antichi, i classici della letteratura e del teatro, i libri per l’infanzia, il
mondo dell’arte, i temi e i problemi della contemporaneità. Un teatro che racconta storie di animali, di cuccioli e di bambini; che mette in scena giochi, suoni e colori dell’infanzia, fantasia e creatività; che parla di scuola e di partecipazione,
della fatica di crescere e di amare; che riflette sui temi dell’ambiente e della biodiversità; che rappresenta i quadri di Mirò
e di Picasso e l’immaginario dell’arte figurativa; che ricorda i viaggi di Ulisse e i miti di Atalanta, Teseo e il Minotauro; che
rilegge Melville e De Amicis, l’opera di Shakespeare e le note di Mendhelsson. Un teatro di oggetti e di parola, di attori
e danzatori, di maschere e pupazzi, di ombre e macchine teatrali, di musica e canzoni, di immagini e videoproiezioni.
Un teatro che fa riflettere, ridere, pensare, sognare... Un teatro che esprime molteplici significati in grado di parlare al
pensiero razionale e anche alle emozioni. Tutto questo, e molto altro, è ancora una volta “Salt’in Banco”, che offre anche
nella Stagione Teatrale 2011/2012 rappresentazioni per tutte le fasce d’età e gli ordini di scuole.
E oltre al cartellone di spettacoli, un ricco programma di progetti di formazione e informazione teatrale: laboratori, incontri, progetti formativi sia per insegnanti sia per studenti che approfondiscono vari nuclei tematici ed esperienze collegate
al linguaggio del teatro. Come nasce uno spettacolo teatrale, come si legge e si decodifica una rappresentazione teatrale
e come ci si addentra nei significati artistici di un cartellone, le regole e i meccanismi della messa in scena, il confronto tra
il linguaggio delle ombre e le tecniche del fumetto, la commedia dell’arte, l’opera di Shakespeare fra palcoscenico e grande schermo, Giorgio Strehler e le sue regie, la scrittura per il teatro tra parole, musica e illustrazione, l’opera di Gadda e
quella di Goldoni, il teatro di Brecht e i percorsi della storia, il rapporto tra teatro e mondo della psiche. E altro ancora...
Una complessa articolazione di proposte difficile da ridurre a uno schema sintetico ma comunque riconducibile a un’idea
di fondo. Quella di un teatro in grado di confrontarsi sia con l’esistenza dei ragazzi e con i tanti mondi che la attraversano,
sia con la scuola e i suoi percorsi didattici ed educativi.
Simona Rossi
Teatro Gioco Vita
INFORMAZIONI
2
Le sedi di Salt’in Banco
EDIZIONE 2011/2012
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Direttore
Diego Maj
I TEATRI
1 - Teatro Comunale Filodrammatici
Via Santa Franca, 33 - Piacenza
Tel. 0523.315578
1
2 - Teatro Municipale
Via Verdi, 41 - Piacenza
Tel. 0523.492251 (biglietteria)
2
Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza
Tel. 0523.315578 - 0523.332613
Fax 0523.338428
www.teatrogiocovita.it
[email protected]
Coordinamento editoriale Simona Rossi
Redazione Simona Rossi, Emma-Chiara Perotti
Hanno collaborato Nadia Quadrelli,
Marilisa Fiorani, Ginevra Tagliafichi
3 - Officina delle Ombre
(Atelier Teatro Gioco Vita)
Via Fulgonio, 7 - Piacenza
Tel. 0523.711055
Progetto grafico e realizzazione
Matteo Maria Maj
Stampa
Piacenza, agosto 2011
3
La presenza nei teatri e nelle altre sedi di attività del personale di Teatro Gioco Vita è legata all’organizzazione degli spettacoli e delle altre iniziative di “Salt’in Banco”. Pertanto i numeri telefonici delle biglietterie dei teatri potranno essere utilizzati per contattare l’Ufficio Scuola di Teatro
Gioco Vita solamente in concomitanza con l’effettuazione degli spettacoli in quella determinata sede teatrale.
Per qualsiasi comunicazione, si prega pertanto di fare sempre riferimento agli uffici di Teatro Gioco Vita.
Si avvisa il gentile pubblico che negli spazi del teatro potranno essere effettuate riprese fotografiche o video da parte di operatori di organi di
stampa e televisioni.
NEGLI ULTIMI ANNI ABBIAMO PURTROPPO RISCONTRATO UN USO CRESCENTE DEI TELEFONI CELLULARI DURANTE GLI SPETTACOLI, CHE OLTRE A CREARE DISAGI TECNICI NEL CORSO DELLE RAPPRESENTAZIONI, COSTITUISCE UN ELEMENTO DI DISTURBO E
DI MANCANZA DI RISPETTO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI SPETTATORI. PREGHIAMO PERTANTO GLI INSEGNANTI E/O GLI ADULTI
ACCOMPAGNATORI DI VERIFICARE CHE I TELEFONI CELLULARI NON SIANO INTRODOTTI IN SALA DAGLI STUDENTI.
DURANTE GLI SPETTACOLI È VIETATO SCATTARE FOTOGRAFIE ED EFFETTUARE REGISTRAZIONI AUDIO E VIDEO.
L’immagine di “Salt’in Banco” è di Lele Luzzati
INDICE
Cartellone......................................................................................4
Informazioni..................................................................................7
Guida alla scelta degli spettacoli.........................................................8
Guida alla scelta dei laboratori.........................................................10
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
Sogno di una notte di mezza estate..................................................12
Piccolo Asmodeus..............................................................................15
Cane Blu............................................................................................16
I viaggi di Atalanta............................................................................18
Ranocchio....................................................................................20
Circoluna...................................................................................22
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
I tre porcellini....................................................................................23
La repubblica dei bambini..................................................................24
Canto la storia dell’astuto Ulisse.......................................................25
Scholé...........................................................................................26
La cicala e la formica........................................................................27
Romanzo d’infanzia...........................................................................28
Alla locanda del baleniere..................................................................29
Grande Circo Nave Argo....................................................................30
Felicità di una stella...........................................................................31
Cuccioli Show....................................................................................32
La danza delle api.............................................................................33
Picablo...............................................................................................34
Fame da lupo....................................................................................35
Giardini di plastica.............................................................................36
Cuore...............................................................................................37
Volpino e la luna...............................................................................38
Il gatto con gli stivali..........................................................................39
I 7 ponti e il mistero dei grafi...........................................................40
C’era una volta il panda....................................................................41
Nei cieli di Mirò.................................................................................42
LABORATORI
Dal fumetto al teatro d’ombre - parte 1..............................................43
Tutti i colori dell’ombra......................................................................44
Piccoli incontri con l’ombra................................................................45
Il mestiere del teatro..........................................................................46
Strisce d’ombra..................................................................................47
La commedia dell’arte........................................................................48
Progetto Shakespeare.........................................................................49
La sostanza dei sogni........................................................................50
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
Gli elementi del teatro.......................................................................52
La scrittura scenica.............................................................................53
Il mondo e il teatro............................................................................54
Dentro il teatro...................................................................................55
Dietro il sipario...................................................................................56
Chi è di scena?..................................................................................57
L’ingegner Gadda: la guerra, la vita, il dolore....................................58
Grandi dittatori e piccoli uomini........................................................59
Psichiatria e psicoanalisi a teatro.......................................................60
ALTRI PROGETTI
Ditelo all’attore..................................................................................61
L’Officina della Fantasia......................................................................62
In compagnia di… Elmer e Pina.........................................................63
Impresa_cultura. Adriano Olivetti 1901-1960.....................................64
FESTIVAL DI TEATRO CONTEMPORANEO
L’altra scena.......................................................................................66
STAGIONE DI PROSA
Tre per Te 2011/2012.........................................................................68
Speciale Studenti................................................................................70
OLTRE IL SIPARIO
E ancora.............................................................................................70
Briciole.............................................................................................71
TEATRO PER LE FAMIGLIE
A teatro con mamma e papà 2011/2012.............................................72
CARTELLONE
4
CUCCIOLI SHOW
PROGRAMMA 2011/2012
Il Codice di Marco Polo XXXII RASSEGNA DI TEATRO SCUOLA
Fontemaggiore
I TRE PORCELLINI
Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
martedì 29 novembre 2011 - ore 10
mercoledì 30 novembre 2011 - ore 10
giovedì 1 dicembre 2011 - ore 10
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
CIRCOLUNA
L’unico circoteatro d’ombre
al mondo
Da 2 a 5 anni - Asilo Nido,
Scuola dell’Infanzia
OFFICINA DELLE OMBRE
lunedì 5 dicembre 2011 - ore 10
martedì 6 dicembre 2011 - ore 10
mercoledì 7 dicembre 2011 - ore 10
(spettacolo a pubblico limitato)
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
Quintavalla - Stori - Compagnia
Abbondanza/Bertoni
CANE BLU
ROMANZO D’INFANZIA
Da Chien Bleu di Nadja
Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 19 dicembre 2011 - ore 10
martedì 20 dicembre 2011 - ore 10
mercoledì 21 dicembre 2011 - ore 10
lunedì 2 aprile 2012 - ore 10
martedì 3 aprile 2012 - ore 10
mercoledì 4 aprile 2012 - ore 10
Teatro delle Briciole
SCHOLÉ
Da 11 anni - Secondaria di 1° grado,
Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
mercoledì 11 gennaio 2012 - ore 10
giovedì 12 gennaio 2012 - ore 10
venerdì 13 gennaio 2012 - ore 10
Teatro delle Briciole
LA REPUBBLICA DEI BAMBINI
Piccolo Teatro di Milano - Teatro
d’Europa
CANTO LA STORIA
DELL’ASTUTO ULISSE
Da 8 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado,
Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
giovedì 15 dicembre 2011 - ore 9.15 e ore
10.45
venerdì 16 dicembre 2011 - ore 9.15 e ore
10.45
Da 6 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado,
Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
mercoledì 18 gennaio 2012 - ore 10
Accademia Perduta/Romagna Teatri
Teatro Stabile d’Arte Contemporanea
LA CICALA E LA FORMICA
Da 3 a 10 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 16 gennaio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
martedì 17 gennaio 2012 - ore 10
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
Da 4 a 10 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO MUNICIPALE
martedì 14 febbraio 2012 - ore 9 e ore
10.45*
mercoledì 15 febbraio 2012 - ore 9 e ore
10.45*
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
Litta_produzioni
ALLA LOCANDA DEL BALENIERE
Liberamente ispirato a Moby Dick
di Hermann Melville
Da 8 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado,
Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
giovedì 26 gennaio 2012 - ore 10
venerdì 27 gennaio 2012 - ore 10
Teatro del Drago
GRANDE CIRCO NAVE ARGO
Ovvero la Ballata di Teseo
e il Minotauro
Teatro all’Improvviso
FELICITÀ DI UNA STELLA
Da 3 a 8 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
giovedì 9 febbraio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
venerdì 10 febbraio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
Fondazione Teatro Comunale
di Modena
Fondazione Teatri di Piacenza
Imperfect Dancers
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA ESTATE
Per corpi e ombre
da A Midsummer Night’s Dream di
Félix Mendelsshon-Bartholdy
Per tutti, da 11 anni - Secondaria di 1°
grado, Secondaria Superiore
TEATRO MUNICIPALE
lunedì 5 marzo 2012 - ore 10
martedì 6 marzo 2012 - ore 10*
* la recita sarà effettuata nel caso siano
esauriti i posti in data 5/3/2012
Koreja - Stabile d’Innovazione
del Salento
GIARDINI DI PLASTICA
Da 3 a 10 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 12 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45
martedì 13 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
mercoledì 14 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
* se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
PICCOLO ASMODEUS
Da Lilla Asmodeus di Ulf Stark
Da 8 a 13 anni - Primaria, Secondaria di 1°
grado
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 6 febbraio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45
martedì 7 febbraio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
* le recite saranno effettuate nel caso siano
esauriti i posti in data 6/2/2012
Da 7 a 10 anni - Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 12 dicembre 2011 - ore 10
martedì 13 dicembre 2011 - ore 10
mercoledì 14 dicembre 2011 - ore 10
Gruppo Alcuni - Teatro Stabile
d’Innovazione
Da 6 a 10 anni - Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
martedì 14 febbraio 2012 - ore 10*
mercoledì 15 febbraio 2012 - ore 10*
giovedì 16 febbraio 2012 - ore 10
venerdì 17 febbraio 2012 - ore 10
lunedì 20 febbraio 2012 - ore 10
martedì 21 febbraio 2012 - ore 10
mercoledì 22 febbraio 2012 - ore 10
* recite a pubblico limitato
La Piccionaia - I Carrara - Teatro
Stabile di Innovazione
LA DANZA DELLE API
Uno spettacolo sulla biodiversità
Da 5 a 10 anni - Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
martedì 28 febbraio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
mercoledì 29 febbraio 2012 – ore 10**
giovedì 1 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
venerdì 2 marzo 2012 - ore 10**
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
**in caso di esubero di adesioni, potranno
essere effettuate doppie recite alle ore 9.15
e ore 10.45
Tam Teatromusica
PICABLO
Dedicato a Pablo Picasso
Da 6 a 12 anni - Primaria, Secondaria di
1° grado
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 5 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
martedì 6 marzo 2012 - ore 10**
mercoledì 7 marzo 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
* se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
** in caso di esubero di adesioni, potranno
essere effettuate doppie recite alle ore 9.15
e ore 10.45
La Baracca Testoni Ragazzi
FAME DA LUPO
Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
giovedì 8 marzo 2012 - ore 10
venerdì 9 marzo 2012 - ore 10
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
RANOCCHIO
Dall’opera di Max Velthuijs
Da 2 a 5 anni - Asilo Nido,
Scuola dell’Infanzia
OFFICINA DELLE OMBRE
lunedì 19 marzo 2012 - ore 10
martedì 20 marzo 2012 - ore 10
mercoledì 21 marzo 2012 - ore 10
giovedì 22 marzo 2012 - ore 10
venerdì 23 marzo 2012 - ore 10
SALONE SCENOGRAFI DEL TEATRO
MUNICIPALE
oppure OFFICINA DELLE OMBRE*
martedì 15 maggio 2012 - ore 10
mercoledì 16 maggio 2012 - ore 10
giovedì 17 maggio 2012 - ore 10
venerdì 18 maggio 2012 - ore 10
(spettacolo a pubblico limitato)
* la sede sarà comunicata direttamente alle
scuole che avranno aderito allo spettacolo
Teatro Due Mondi
in coproduzione con ERT- Emilia
Romagna Teatro Fondazione
CUORE
Di Edmondo De Amicis
Da 8 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado,
Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
martedì 20 marzo 2012 - ore 10
mercoledì 21 marzo 2012 - ore 10
giovedì 22 marzo 2012 - ore 10
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
Emilia Romagna Teatro Fondazione
I VIAGGI DI ATALANTA
Una fanciulla nella Grecia degli dei
e degli eroi
Dal testo di Gianni Rodari
Dai disegni di Lele Luzzati
Da 6 a 13 anni - Primaria, Secondaria di
1° grado
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 26 marzo 2012 - ore 10
martedì 27 marzo 2012 - ore 10
mercoledì 28 marzo 2012 - ore 10
giovedì 29 marzo 2012 - ore 10
venerdì 30 marzo 2012 - ore 10
La Piccionaia - I Carrara - Teatro
Stabile di Innovazione
Teatro del Buratto
IL GATTO CON GLI STIVALI
Liberamente ispirato ai quadri di
Mirò e al racconto di Daniel Pennac
Il giro del cielo
Da 5 a 10 anni - Primaria
TEATRO MUNICIPALE
giovedì 19 aprile 2012 - ore 9 e ore 10.45*
venerdì 20 aprile 2012 - ore 9 e ore 10.45*
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
PACTA. dei Teatri
I 7 PONTI E IL MISTERO
DEI GRAFI
INFORMAZIONI
NEI CIELI DI MIRÓ
Da 4 a 8 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
mercoledì 9 maggio 2012 - ore 9 e ore
10.45*
giovedì 10 maggio 2012 - ore 9 e ore
10.45*
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
Salt’in Banco 32 edizione
a
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza
Telefono 0523.315578 - 0523.332613
Fax 0523.338428
Direzione artistica
Diego Maj
Ufficio Scuola
Simona Rossi, responsabile
([email protected])
Emma Chiara Perotti, prenotazioni
([email protected])
Marilisa Fiorani e Nadia Quadrelli,
biglietteria ([email protected];
[email protected])
Da 14 anni - Secondaria Superiore
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
venerdì 20 aprile 2012 - ore 9 e ore 11
in collaborazione con Associazione Amici del
Liceo Scientifico “Lorenzo Respighi”
(spettacolo riservato agli studenti del Liceo
Scientifico “Lorenzo Respighi” di Piacenza)
Orari di apertura dell’Ufficio Scuola
di Teatro Gioco Vita
dal lunedì al giovedì ore 9.30-13
e ore 14-15, venerdì ore 9.30-13
Biglietti
SPETTACOLI FUORI RASSEGNA
Gruppo Alcuni - Teatro Stabile
d’Innovazione
C’ERA UNA VOLTA IL PANDA
Compagnia Teatrale
L’Asina sull’Isola
VOLPINO E LA LUNA
Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
lunedì 16 aprile 2012 - ore 9.15 e ore
10.45
martedì 17 aprile 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
mercoledì 18 aprile 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
* le recite saranno effettuate nel caso siano
esauriti i posti in data 16/4/2012
Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia,
Primaria
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
giovedì 3 maggio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
venerdì 4 maggio 2012 - ore 9.15 e ore
10.45*
*se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita
alle ore 10
Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro
Municipale di Piacenza
L’altra scena - Festival di teatro contemporaneo
E ANCORA...
Laboratori, incontri, progetti e percorsi
formativi
- Asilo Nido, Scuola dell’Infanzia
euro 4
- Primaria
euro 4,50
- Secondaria di 1° grado
euro 5
- Secondaria Superiore
euro 6
Ingresso gratuito per insegnanti/accompagnatori.
L’ingresso gratuito è applicato anche, su richiesta della scuola e/o dell’insegnante/accompagnatore, in situazioni di disabilità e/o
in altri casi particolari.
Per lo spettacolo I 7 ponti e il mistero dei
grafi (riservato agli studenti del Liceo Scientifico “Lorenzo Respighi” di Piacenza) il costo
del biglietto è di euro 10.
La direzione si riserva di apportare al programma le modifiche
determinate da cause di forza maggiore
La somma corrispondente ai biglietti necessari per la classe dovrà essere versata
dall’insegnante/accompagnatore alla Biglietteria del Teatro sede dello spettacolo.
Altre modalità di pagamento potranno essere concordate con l’Ufficio Scuola di Teatro
Gioco Vita.
Prenotazioni
I posti per tutti gli spettacoli nel cartellone di
“Salt’in Banco” 2011/2012 si prenotano a
partire da martedì 18 ottobre 2011.
La prenotazione può essere effettuata telefonicamente o di persona.
Eventuali richieste di adesione che giungessero via fax, lettera o e-mail saranno evase
dagli operatori di Teatro Gioco Vita nella
giornata di arrivo al termine degli orari di
accettazione delle prenotazioni telefoniche.
In caso di mancata disponibilità di posti
l’Ufficio Scuola di Teatro Gioco Vita contatterà il prima possibile la segreteria
della Scuola o l’insegnante referente per
concordare l’eventualità di date, orari e/o
spettacoli alternativi.
Le richieste per un determinato spettacolo
saranno soddisfatte fino ad esaurimento
dei posti disponibili.
In alcuni casi di richieste in esubero,Teatro
Gioco Vita potrà concordare con la compagnia recite aggiuntive e/o doppie rappresentazioni dello spettacolo, compatibilmente
con le esigenze tecnico-organizzative del
Teatro.
In caso di esaurimento dei posti per uno
spettacolo sarà possibile optare per un titolo
alternativo oppure scegliere l’inserimento in
una lista d’attesa. Tale lista d’attesa dà diritto ad essere chiamati in caso di disponibilità
aggiuntiva di posti, in caso contrario sarà comunque possibile scegliere uno spettacolo in
alternativa per il quale ci sia ancora posto.
All’atto della prenotazione si consiglia di
segnalare la presenza di alunni non deambulanti.
I posti in teatro saranno assegnati dalla direzione tenendo conto di alcune variabili come
età dei ragazzi, ordine di arrivo delle classi,
presenza di eventuali alunni diversamente
abili, data di prenotazione, ecc.
Orario degli spettacoli
Unica rappresentazione: ore 10
Doppia rappresentazione: ore 9.15 e ore
10.45 / ore 9 e ore 10.45 / ore 9.15 e ore
10.30
Orari di inizio diversi sono segnalati sul calendario delle rappresentazioni riportato sul
presente catalogo.
In caso di esubero di adesioni, per spettacoli programmati alle ore 10 in alcuni casi
potranno essere introdotte doppie rappresentazioni suddividendo le classi prenotate
tra le due recite. Allo stesso modo in caso di
doppia recita già programmata in calendario,
se non sarà raggiunto un numero sufficiente
di adesioni potrà essere effettuata un’unica
rappresentazione alle ore 10 (accorpando le
classi in tale recita).
Comunicazioni
La Direzione si riserva di apportare al programma, alle sedi degli spettacoli e agli
orari di inizio delle rappresentazioni le modifiche determinate da motivate esigenze
tecnico/organizzative e/o da cause di forza
maggiore. In tali casi sarà data comunicazione il prima possibile alle scuole interessate.
Per quanto riguarda sede e ora di inizio
degli spettacoli fa fede quanto indicato
nella presente pubblicazione, salvo diversa
comunicazione telefonica, via fax o posta
da parte dell’Ufficio Scuola di Teatro Gioco
Vita.
L’offerta degli spettacoli viene calibrata sulle
richieste delle scuole. Contemporaneamente
ci sono titoli che non riescono a soddisfare
tutte le richieste. La prenotazione deve essere una scelta consapevole e ragionata. Dare
disdetta di prenotazioni effettuate significa creare problemi organizzativi al Teatro
e togliere l’opportunità ad altre scuole di
poter assistere alle rappresentazioni.
Laboratori, incontri, progetti
e percorsi formativi
Le prenotazioni si accettano a partire da
martedì 4 ottobre 2011. Le modalità di partecipazione, il calendario e gli eventuali costi
relativi ai vari progetti sono indicati nella
scheda dedicata a ciascun percorso.
Per ulteriori informazioni e/o chiarimenti,
contattare l’Ufficio Scuola di Teatro Gioco
Vita.
GUIDA ALLA SCELTA
GUIDA ALLA SCELTA
8
SPETTACOLI
DESTINATARI
SPETTACOLO
SPETTACOLI
DI TEATRO GIOCO VITA
SPETTACOLI
DELLE COMPAGNIE OSPITI
ASILO NIDO
SCUOLA
DELL’INFANZIA
PRIMARIA
TEATRO
INFO ALLE PAGINE
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA ESTATE
Teatro Municipale
5, 12
PICCOLO ASMODEUS
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 15
CANE BLU
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 16
I VIAGGI DI ATALANTA
Teatro Comunale Filodrammatici
6, 18
RANOCCHIO
Officina delle Ombre/
Salone Scenografi del Teatro Municipale
5, 20
CIRCOLUNA
Officina delle Ombre
4, 22
I TRE PORCELLINI
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 23
CL. 1-2-3
LA REPUBBLICA DEI BAMBINI
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 24
CL. 2-3-4-5
CANTO LA STORIA
DELL’ASTUTO ULISSE
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 25
CL. 3-4-5
SCHOLÈ
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 26
LA CICALA E LA FORMICA
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 27
ROMANZO D’INFANZIA
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 28
ALLA LOCANDA DEL BALENIERE
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 29
CL. 3-4-5
GRANDE CIRCO NAVE ARGO
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 30
CL. 3-4-5
FELICITA’ DI UNA STELLA
Teatro Comunale Filodrammatici
4, 31
CL. 1-2-3
Teatro Municipale
5, 32
LA DANZA DELLE API
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 33
PICABLO
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 34
FAME DA LUPO
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 35
GIARDINI DI PLASTICA
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 36
CUORE
Teatro Comunale Filodrammatici
5, 37
CL. 3-4-5
VOLPINO E LA LUNA
Teatro Comunale Filodrammatici
6, 38
CL. 1-2
Teatro Municipale
6, 39
DI ZIO COLOMBINO
ILE7 AVVENTURE
PONTI E IL MISTERO
DEI GRAFI
Teatro Comunale Filodrammatici
6, 40
C’ERA UNA VOLTA IL PANDA
Teatro Comunale Filodrammatici
6, 41
CL. 1-2-3
NEI CIELI DI MIRO’
Teatro Comunale Filodrammatici
6, 42
CL. 1-2-3
CUCCIOLI SHOW
IL GATTO CON GLI STIVALI
CL. 1-2
CL. 1-2
5 ANNI
SECONDARIA DI
1° GRADO
SECONDARIA
SUPERIORE
GUIDA ALLA SCELTA
GUIDA ALLA SCELTA
10
LABORATORI, INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
DESTINATARI
LABORATORIO
TUTTO
IL PUBBLICO
43
Scuole
44
Piccoli incontri con l’ombra
Officina delle Ombre
45
Il mestiere del teatro
Officina delle Ombre
46
Scuole
Officina delle Ombre
47
La commedia dell’arte
Scuole
Teatro Comunale Filodrammatici
48
Progetto Shakespeare.
La dodicesima notte... amori e sogni
Scuole
Teatro Comunale Filodrammatici
49
La sostanza dei sogni. Il teatro comico di Shakespeare tra il
palcoscenico e il grande schermo
Teatro Comunale Filodrammatici
50
Gli elementi del teatro
Teatro Comunale Filodrammatici
52
La scrittura scenica
Teatro Comunale Filodrammatici
53
Il mondo e il teatro
Scuole
Teatro Municipale
54
Dentro il teatro
Scuole
55
Dietro il sipario
Scuole
56
Chi è di scena?
Scuole
57
L’ingegner Gadda: la guerra, la vita, il dolore
Scuole
Teatro Municipale
58
Grandi dittatori e piccoli uomini
Scuole
Teatro Municipale
59
Psichiatria e psicoanalisi a teatro
Scuole
60
Teatro Comunale Filodrammatici
61
L’Officina della Fantasia
Officina delle Ombre
62
BAMBINI DA
5 A 10 ANNI
In compagnia di... Elmer e Pina
Officina delle Ombre
63
BAMBINI DA
3 A 7 ANNI E
GENITORI
Teatro Comunale Filodrammatici
64
Strisce d’ombra
Ditelo all’attore
ALTRI
PROGETTI
SECONDARIA
SUPERIORE
Officina delle Ombre
Tutti i colori dell’ombra
INCONTRI
E PROGETTI
FORMATIVI
SECONDARIA
DI 1° GRADO
INFO PAGINA
Dal fumetto al teatro d’ombre - parte I
LABORATORI
SCUOLA
INFANZIA
DOVE
La didattica
della visione
Impresa_cultura. Adriano Olivetti
1901-1960
PRIMARIA
INSEGNANTI
EDUCATORI
ANIMATORI
INSEGNANTI
BIBLIOTECHE
E GRUPPI
ORGANIZZATI
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
12
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
IMPERFECT DANCERS
Per corpi e ombre
da A Midsummer Night’s Dream di Félix Mendelssohn-Bartholdy
un progetto di Walter Matteini e Fabrizio Montecchi
con Veronica Bracaccini, Mattia De Salve, Valentina Lo Giudice,
Nunzio Perricone, Julio-Cesar Quintanilla
regia e scene Fabrizio Montecchi
coreografia Walter Matteini
maschere e sagome Nicoletta Garioni
costumi Corinne Lejeune
luci Cesare Lavezzoli
assistente alla coreografia Ina Broeckx
macchinista Luca Berettoni
realizzazione scene Sergio Bernasani
realizzazione maschere e sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni,
Tove Boysen (assistente)
realizzazione schermi Tania Fedeli
una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione,
Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza,
Imperfect Dancers
pubblico: da 11 anni - durata: 75 minuti
teatro d’ombre, danza, musica
NOVITA’ - PRODUZIONE 2011
“Se noi ombre vi abbiamo offeso, non prendetela a male, ma pensate di aver dormito,
e che questa sia una visione della fantasia...
noi altro non vi offrimmo che un sogno”
(William Shakespeare)
Tutto quanto accade innanzi ai vostri occhi,
cari spettatori, è un sogno. Un sogno che
prende corpo grazie alle ombre - spesso le
inquietanti ombre - della vostra immaginazione. Perché la rappresentazione teatrale,
come la poesia, non è, e non può essere, una
realtà, non può dare certezze, né rendere
conoscibile l’inafferrabile realtà. Ma di tutto
questo, dando corpo alle ombre della fantasia, può darvi l’illusione...
Nel Sogno si intrecciano due mondi apparentemente contrapposti. Il mondo solare e
corporeo della corte di Atene, delle due coppie di amanti e degli artigiani, e il mondo
notturno e immateriale degli spiriti: di Obe-
ron “il re delle ombre”, di Titania, di Puck e
delle fate. Ma questa contrapposizione non
è conflittuale, perché uomini ed ombre si
dimostrano essere proiezione l’uno dell’altro: se le ombre dipendono dal mondo degli
uomini, è pur vero che anche gli uomini non
possono vivere senza ombre, l’ “altro da sé”
misterioso che li abita e li inquieta.
La materia di cui è fatto il Sogno rappresenta per Teatro Gioco Vita il terreno ideale per evolvere e maturare ulteriormente il
proprio linguaggio artistico. Rappresenta
un’occasione per esplorare nuove possibilità
sceniche legate all’incontro tra corpi e ombre con l’idea, sempre presente, di fondere
teatro d’ombre e danza attraverso l’alta mediazione della musica. Rappresenta inoltre
un’occasione per esplorare nuove possibilità
drammaturgiche e avvicinarsi, con discrezione, all’opera di William Shakespeare.
Sinossi
Nel nostro Sogno, a differenza dell’originale
shakespeariano, non ci sono Teseo e Ippolita
e nemmeno gli Artigiani. Abbiamo preferito
seguire solo gli amanti nel loro perdersi nel
bosco e intrecciare le loro storie con quelle
di Puck, Oberon e Titania.
Vedrete dunque i danzatori diventare gli
Amanti e raccontarci dei sentimenti che li
legano e li dividono… Elena ama Demetrio
ma è rifiutata perché lui ama Ermia. Anche
Lisandro ama Ermia riamato. Ma Ermia deve,
per volere del padre, sposare Demetrio. Che
fare? Fuggire da Atene, di notte, attraverso
il bosco?
A quel punto Puck ci condurrà nel bosco...
• Dove Oberon pretende inutilmente da Titania la restituzione del Paggio.
Per vendicarsi Oberon chiede a Puck di andare alla ricerca del fiore magico: il suo succo, spruzzato negli occhi di chiunque, lo farà
innamorare della prima persona incontrata.
• Dove Demetrio, alla ricerca di Ermia fuggita con Lisandro, rifiuta Elena che lo segue
folle d’amore per lui.
• Dove Puck trovato il fiore magico lo consegna a Oberon che gli dice di spremerlo negli
occhi di un Ateniese, Demetrio, perso nel
bosco mentre lui lo spremerà sulle palpebre
di Titania.
• Dove Lisandro e Ermia si addormentano e
Puck, per errore, spreme il succo del fiore negli occhi di Lisandro. Elena, ancora rifiutata
da Demetrio, sveglia Lisandro che, accecato
dai poteri del fiore, la corteggia lasciando
sola Ermia.
• Dove il tecnico dello spettacolo entra in
scena ed è trasformato da Puck in un Asino.
Titania lo vede e accecata dai poteri del succo, si innamora follemente di lui.
• Dove Ermia si risveglia e incontrato Demetrio lo rifiuta mentre Elena fa lo stesso con
Lisandro. Demetrio si addormenta e Puck,
per riparare all’errore, gli spruzza negli occhi
il succo del fiore. Demetrio si risveglia e vedendo Elena si innamora di lei e la contende
a Lisandro. Elena viene accusata da Ermia di
avergli rubato il suo innamorato.
• Dove Titania e l’Asino dormono e Oberon
spreme di nuovo il succo negli occhi di lei.
Titania si risveglia, lo vede e si riconcilia con
lui. Puck rimuove la testa d’Asino al tecnico
che esce di scena. Oberon e Titania si ricongiungono e il Paggio ritorna a Oberon.
• Dove gli amanti completamente persi nella foresta sono addormentati da Puck che,
sempre con il fiore, ricompone le coppie Er-
mia e Lisandro e Elena e Demetrio.
E per chiudere sarà Puck e il mondo delle
“ombre” ad accomiatarsi da voi.
Musiche
Ouverture, op.21
No. 1 Scherzo
No. 2 “Over hill over dale”
No. 4 Entr’acte (per pianoforte)
No. 3 Song “You spotted snakes ...”
“The spells”
No. 4 Entr’acte -“What hempen homes
puns”
“Fanfare and funeral march” (per pianoforte)
The removal of the spell
Nocturne
The removal of the spell
Wedding March
Finale “Through this house give ...”
I perché di un Sogno
NOTE DI REGIA
di Fabrizio Montecchi
Vi sono due esigenze artistiche, o potremmo
meglio dire due desideri artistici, che sottostanno, per noi di Teatro Gioco Vita, a questo
spettacolo. Il primo desiderio è di continuare quel percorso linguistico ed espressivo,
iniziato ormai parecchi anni fa, mirante a
fondere il teatro d’ombre con la danza attraverso l’alta mediazione della musica. Il
secondo desiderio è invece quello di iniziare
ad affrontare l’opera di William Shakespea-
re, ma avvicinandoci con discrezione, quasi
“in punta di piedi”.
L’idea di partire dalle Incidental Music di
Mendelssohn per il Sogno rappresenta dunque la sintesi perfetta di queste due esigenze. Affrontare una delle opere più ricche di
immaginazione, e potremmo anche dire di
“ombre”, di Shakespeare e rappresentarla
attraverso la visionaria e misteriosa musica
di Mendelssohn, forse una delle più affascinanti “traduzioni” dell’opera shakespeariana che siano mai state realizzate.
In altre parole il Sogno di Mendelssohn
- Shakespeare ci consente di esplorare le
possibilità espressive dei linguaggi che mettiamo in campo non solo in quanto tecniche
della rappresentazione scenica ma come
testo, parte integrante del discorso drammaturgico e del tessuto narrativo. Infatti nel Sogno si intrecciano il mondo fisico e corporeo,
per noi incarnato dalle sole due coppie di
amanti, e il mondo immateriale e incorporeo
degli spiriti: di Oberon “il re delle ombre”,
Titania, Puck e delle fate e dei folletti. Il
mondo solare e terreno degli uomini a cui si
contrappone il mondo notturno e “ombratile” degli spiriti. Ma questa contrapposizione
non è conflittuale perché uomini ed ombre si
dimostrano essere proiezione gli uni dalle altre. Se le ombre condizionano e determinano
il mondo degli uomini è pur vero che gli uomini non possono vivere senza ombre, l’altro
da sé misterioso che li abita e li inquieta.
E così sulla scena: un mondo fatto di corpi
e un altro fatto di ombre. Un mondo che si
esprime con la danza e il movimento coreuti-
co e l’altro che si esprime attraverso il gioco
delle ombre e il teatro delle ombre. Per le
tante e varie forme e declinazioni che possono assumere relazionandosi, questi due
linguaggi ben traducono sulla scena la complessa realtà del Sogno. Più che in altri nostri spettacoli qui la danza trova uno spazio
autonomo proprio per testimoniare della realtà degli uomini. Una realtà continuamente
messa in discussione da quell’altra strana e
meravigliosa realtà, quella delle ombre. Ombre come immagini, modelli, figure, archetipi
della realtà degli uomini. Loro proiezioni. La
realtà dunque non ha alcuna realtà, è soltanto un sogno, un capriccio degli spiriti,
delle ombre, appunto.
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
PICCOLO ASMODEUS
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Da Lilla Asmodeus di Ulf Stark
con Tiziano Ferrari
adattamento teatrale Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi
regia e scene Fabrizio Montecchi
disegni Nicoletta Garioni
sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni
musiche Michele Fedrigotti
luci e fonica Davide Rigodanza
Tutto quanto accade innanzi agli occhi degli spettatori è dunque un sogno, un sogno
che prende corpo grazie alle ombre, spesso
le inquietanti ombre, dell’immaginazione. La
rappresentazione teatrale non è, e non può
essere, una realtà. Non può dare certezze,
né rendere univoca e conoscibile una multiforme, mutevole, inafferrabile realtà. Di tutto
questo però, dando corpo alle ombre della
fantasia, può dare l’illusione. L’illusione teatrale è in qualche modo la sola realtà possibile e conoscibile.
Lilla Asmodeus, Ulf Stark © Alfabeta - Stockholm
pubblico: da 6 a 10 anni - durata: 50 minuti
teatro d’ombre e teatro d’attore
NUOVA PRODUZIONE
debutto: febbraio 2012
L’illusione teatrale, certo. Lo spettacolo
teatrale come sogno ma non come fuga,
evasione ludica dalla realtà. Ma come la
sola possibilità che ci è data per conoscere
un’indicibile, un’inafferrabile, un’inconoscibile realtà. Quella delle pulsioni profonde
che ci muovono e ci portano a desiderare ed
amare senza che mai riusciamo a scioglierne
il mistero.
Ci vuole un Sogno per penetrare il notturno
bosco degli istinti.
NOTE COREOGRAFICHE
di Walter Matteini
Quando Fabrizio Montecchi mi ha proposto
di realizzare insieme un nuovo spettacolo ispirato al Sogno di una notte di mezza
estate ne sono subito stato entusiasta e allo
stesso tempo spaventato.
L’equilibrio tra luce e ombre del lavoro teatrale di Montecchi si sposa perfettamente
con quegli elementi tipici del mio linguaggio coreografico. La ricerca per il dettaglio
e la sperimentazione di nuove forme di comunicazione date dalla fusione di diverse
discipline, sono il motore principale del mio
percorso artistico ed umano.
La volontà che ci ha accompagnato durante
la lavorazione è stata quella di creare uno
spettacolo in cui la danza non facesse da sostegno al gioco delle ombre o viceversa, ma
concepire e realizzare un’opera in cui l’una
esaltasse l’altra.
Il tratto contemporaneo della danza mira ad
integrarsi al meglio nella visione, senza punti di riferimento temporali e logistici, dello
spettacolo.
Il tema, attuale perché eterno, quindi comune alle vite di ognuno di noi, fa sì che il
linguaggio coreografico contemporaneo non
ne ostacoli l’esplorazione e la veicolazione
delle emozioni.
La magia del bosco e degli esseri che lo
popolano ha offerto a me e ai miei danzatori il modo e il pretesto per sperimentare,
ricercare.
Nello specifico alla base del lavoro coreografico, il motore che mi ha spinto è stata la
necessità e il dovere di raccontare una storia,
fare un lavoro narrativo restando coerente
con il mio linguaggio ma fedele alle esigenze
del raccontare.
La speranza è quella di accompagnare lo
spettatore per mano attraverso un mondo
magico ricco di visioni nel quale perdersi e
ritrovarsi. Dove guardare la realtà che ci circonda con gli occhi puri e ingenui che solo
bimbi e folletti hanno.
Sotto sotto, nelle viscere della terra, dove la
luce del sole non arriva mai e dove i merli non
cantano sugli alberi, abita Piccolo Asmodeus.
Asmodeus è buono, troppo buono per poter
vivere tranquillamente nel mondo dei Fuochi
e dei Sospiri. Essere cattivo proprio non gli
riesce e nemmeno gli interessa e questo, per
la sua famiglia, è un grande problema. Per
riparare a questo Asmodeus viene sottoposto ad una vera prova e mandato nel mondo
della Luce e della Terra: “Dovrai convincere,
entro questa sera, almeno una persona a
darmi la sua anima!” gli dice il padre “Solo
così dimostrerai di essere mio figlio”.
Ignaro dell’uomo e delle sue abitudini, assolutamente inconsapevole di quello che lo
aspetta, Asmodeus inizia così il suo strampalato viaggio sulla terra. Da quel momento
Asmodeus si trova coinvolto in una girandola di incontri di ogni tipo: una mucca, un
prete, un maestro di scuola, un gregge di
pecore, un gruppo di bambini, un panettiere.
Ad ognuno di loro, con grande semplicità,
Asmodeus ripete quanto insegnato dal padre: “Io posso offrirti qualunque cosa. Basta
che tu mi prometta di dare via la tua anima.”
Alla fine della sconvolgente giornata però,
Asmodeus, incompreso, dileggiato, quando
non addirittura maltrattato, si convince che
non riuscirà mai in un compito che non sente per niente suo. Ed è in quel momento di
grande solitudine e tristezza che incontra
Kristina…
Piccolo Asmodeus è una favola sul bene e
sul male di Ulf Stark, uno dei più affermati
scrittori contemporanei per ragazzi. Con sottile ironia ma anche con delicata poesia, con
momenti di sana comicità ma anche con acuta problematicità, l’autore ci racconta, senza
mai cadere in facili moralismi, di un novello
Mefistofele alla ricerca del suo Faust.
L’autore
Nato a Stoccolma nel 1944, Ulf Stark è tra i
maggiori scrittori di letteratura per l’infanzia
e tra gli autori più amati dal giovane pubbli-
co. I suoi romanzi si distinguono infatti per
il sensibile umorismo, con cui sdrammatizza
i piccoli guai della vita di un bambino. Ha
creato lo straordinario personaggio di Simone, ragazzina difficile che riesce a vivere un
periodo magico in cui può succedere di tutto,
perfino di fingersi un maschio e di cominciare a crescere davvero, e la trilogia dedicata
agli amici dodicenni Ulf e Percy. Le sue opere
sono tradotte in molte lingue e hanno ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui nel
1993 il Premio Astrid Lindgren e nel 1994
il prestigioso Deutsche Jugendliteraturpreis.
Dai libri di Ulf Stark sono stati tratti anche
molti film per la televisione e il grande schermo.
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
16
CANE BLU
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Da Chien Bleu di Nadja
con Daria Pascal Attolini, Deniz Azhar Azari
adattamento teatrale Nicola Lusuardi
regia Fabrizio Montecchi
scene Nicoletta Garioni, Fabrizio Montecchi
sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni
(dai disegni di Nadja)
musiche Michele Fedrigotti
costumi Sara Bartesaghi Gallo
luci e fonica Anna Adorno
realizzazione scene Sergio Bernasani
realizzazione schermi Tania Fedeli
musiche eseguite da Daniele Beltrami (violoncello),
Leonardo Fedrigotti (violoncello), Michele Fedrigotti
(pianoforte, voce, tastiere), Lello Narcisi (flauto)
Chien Bleu, Nadja © L’Ecole des Loisirs - Paris
pubblico: da 3 a 7 anni - durata: 50 minuti
teatro d’ombre e teatro d’attore
Quale bambino non ha mai sognato d’avere
un cane che dorme con lui, che veglia su di
lui e lo protegge?
Cane Blu non è un cane come gli altri. Arriva
da un dove che non si sa dov’è e da un tempo che sembra senza tempo. Questo lo rende
libero, potente e misterioso. Ma Cane Blu è
anche docile e mansueto e questo ne fa il
protettore, l’amico, il confidente di Carlotta.
Tra Cane Blu e la bambina nasce un’amicizia segreta, fatta di silenzi e tenerezze,
interrotta solo dalla madre che, una volta
scoperto il legame tra i due, impedisce alla
piccola di accoglierlo e di frequentarlo. Ma
Cane Blu continua a vegliare su Carlotta e
nel momento del pericolo la salva, difendendola dall’attacco dello Spirito del bosco nel
quale la bambina si era persa. Cane Blu ci
racconta l’universo più intimo e contrastato
del bambino e del “fantastico” che si fa presenza quotidiana, che s’insinua nelle nostre
vite e ci accompagna in momenti importanti
della nostra esistenza. Con questa produzione Teatro Gioco Vita continua il suo viaggio
nel mondo del libro illustrato per bambini
scegliendo un’autrice connotata per l’originalità dei suoi temi e delle sue illustrazioni.
L’opera di Nadja rappresenta sicuramente
un’occasione per Teatro Gioco Vita per evolvere ulteriormente il proprio linguaggio delle
ombre e sviluppare nuove forme rappresentative ed espressive per il pubblico dei più
piccoli.
Cane Blu: viaggio nel mistero dell’infanzia
Note per un progetto di regia
di Fabrizio Montecchi
È nel 1998 che mi sono imbattuto, per la prima volta, nell’opera di Nadja. In quel periodo ero alla ricerca dei libri di Grégoire Solotareff, suo fratello, da cui avrei tratto, l’anno
successivo, lo spettacolo Gli amici di Loulou.
Della grande produzione di Nadja sono
sempre stati Méchante, L’enfant des sables
e Chien Bleu, i miei preferiti. Sono rimasti
per tutti questi anni nello scaffale più vicino
a dove lavoro e non so quante volte li ho
presi in mano, sfogliati, riletti con la perenne
voglia di metterli in scena, ripetutamente attratto dal senso di mistero che vi aleggia.
Protagoniste di tutte queste storie sono
sempre delle bambine. Solitarie, un poco
malinconiche, attraversate da quel tipo di inquietudine che hanno i bambini in momenti
fondamentali e critici della loro crescita. Al
loro fianco, motore degli eventi, troviamo
sempre un altro da sé, un amico immaginario, un compagno segreto, che in ogni storia
si incarna in qualcosa di diverso: una bambola di pezza dagli strani poteri, un bambino
plasmato nella sabbia o un cane blu che viene da chissà dove. La presenza del doppio,
come portatore di mistero e fattore di maturazione, domina dunque tutte queste storie
e introduce, in un contesto che potremmo
definire realista, un elemento immaginario
dal carattere profondamente perturbante.
Questo carattere perturbante trovo sia trasmesso, in questi libri, soprattutto attraverso
le immagini che sono inscindibili dal testo,
anzi, sono parte integrante di esso. Lungi
dallo svolgere un semplice ruolo illustrativo,
esse si fanno carico di rappresentarne il senso profondo, intimo ed emozionale. Un tratto
non grafico ma pittorico; l’uso materico, quasi espressionista del colore; i contrasti cromatici forti e le tinte acide; le ambientazioni
notturne o dominate da atmosfere ombrose.
Sono gli elementi di stile che contribuiscono
a creare quel mondo denso, ma nello stesso tempo rarefatto, nel quale si sviluppano
queste storie.
Sono dunque questi gli aspetti, tematici e
formali, che mi hanno sempre attratto e affascinato di questi libri di Nadja e che ora
mi hanno definitivamente spinto a mettere
in scena Chien Bleu, Cane Blu, forse il libro
più conosciuto dell’imponente opera dell’autrice.
In primo luogo mi interessa l’idea non banale
o edulcorata del bambino, e in questo caso il
fatto, non secondario, che sia una bambina,
come di un essere già possessore di una dimensione intima molto presente, abitato da
forti pulsioni emotive e irrazionali, capace di
fare del proprio immaginario uno strumento
di maturazione.
Mi è inoltre particolarmente caro il tema
del doppio perché, in tutte le sue possibili
figurazioni, credo appartenga totalmente
all’universo infantile e sia la manifestazione
esteriore della sua intimità. Inoltre il tema
del doppio è strettamente legato all’ombra
e dunque al linguaggio attraverso il quale
racconto storie.
Mi piace che il doppio assuma la forma di un
animale, e da qui la scelta proprio di Cane
Blu, proprio per la ricchezza di implicazioni, umane, relazionali ed emozionali, che
questo comporta anche nell’esperienza del
nostro giovanissimo pubblico. Ancora di più
se questo animale vive, come Cane Blu, una
dimensione mitica e, nello stesso tempo, ne
viva un’altra quasi domestica.
Inoltre mi stimola la sfida che mettere in scena questo particolare immaginario figurativo
rappresenta per tutti noi creatori d’ombre.
Per me, come per Nicoletta Garioni, Federica
Ferrari e Sara Bartesaghi Gallo, trovare una
forma scenica che sappia farsi interprete e
sappia tradurre sulla scena questo mondo
non è certamente semplice. A confronto di
quei mondi di animali umanizzati protagonisti di tante delle storie che ho raccontato
ai più piccoli, l’universo realistico, ma aperto
all’emergere di una dimensione favolistica,
di Cane Blu pone problemi molto differenti e
richiede una diversa concezione dello spazio
e dell’animazione.
La cifra al femminile della storia troverà poi
sulla scena una conferma nella presenza di
due attrici. A loro il compito di raccontarci la
storia attraverso l’uso di molteplici tecniche
d’ombra e di una narrazione essenziale e
assolutamente non invasiva. La loro presenza si configurerà come un leggero contrappunto alla storia di Carlotta e di Cane Blu,
niente di più. La drammaturgia, scritta da
Nicola Lusuardi, cercherà di rispettare fedelmente l’originale pur risolvendo il problema
di come articolare la storia nel tempo della
durata dello spettacolo. La musica, scritta da
Michele Fedrigotti e come sempre importantissima, contribuirà a rendere percettibile
quel clima di mistero che vorrei aleggiasse
anche nello spettacolo.
Come sempre, quando mi accingo a mettere in scena storie così delicate, il mio unico
obiettivo è quello di non rovinarle. A differenza di storie più solide e strutturate, le
storie per i piccoli hanno equilibri che non
possono essere alterati. Per questo cerco di
mettermi totalmente al loro servizio per fare
in modo che possano sprigionare pienamente, anche sulla scena, la loro straordinaria
forza e poesia. Ed è quello che cercherò di
fare anche questa volta.
Nadja / L’autrice
Nadja è nata nel 1955 ad Alessandria d’Egitto, da una madre russa, pittrice e illustratrice,
e da un padre medico libanese. La sua infanzia in Libano e nella regione parigina non ha
niente di ordinario: nessuna scuola ma corsi
per corrispondenza fino all’età di 13 anni e,
soprattutto, le storie raccontate e disegnate
da sua madre, Olga Lecaye. Nel 1989, con
Chien Bleu, un libro illustrato con forti colori, Nadja ottiene il Premio “Totem” al Salon
du livre de jeunesse de Montreuil. Da allora
molti altri libri sono seguiti, che introducono
uno stile sempre più espressionista nella sua
pittura a piena pagina. Ama anche scrivere
con suo figlio, Raphaël Fejtö, e suo fratello,
Grégoire Solotareff, con il quale ha realizzato parodie di favole celebri. Nadja ha anche
pubblicato la famosa serie di Momo per i
piccoli e i meno piccoli ed ha scritto romanzi
grafici anche per adulti. Vive a Parigi dove divide il suo tempo tra pittura e illustrazione.
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
18
I VIAGGI DI ATALANTA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi
Dal testo di Gianni Rodari
Dai disegni di Lele Luzzati
con Alessandro Ferrara, Tiziano Ferrari, Laura Zeolla
drammaturgia Giovanni Covini
regia e scene Anusc Castiglioni
sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni
musiche Alessandro Nidi
costumi Giulia Bonaldi
luci e fonica Davide Rigodanza
realizzazione scene e materiali scenici Anna Adorno,
Sergio Bernasani, Tania Fedeli, Massimo Zanelli
una coproduzione
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
Emilia Romagna Teatro Fondazione
proprie condizioni di vita.
Credo che il senso di questa storia vada ben
al di là dell’affermarsi di Atalanta come donna e riguardi la scoperta dei diversi aspetti
della nostra personalità che vanno integrati
per poter vivere in pienezza il rapporto con
sé e le relazioni con gli altri.
Un altro aspetto importante della storia è
quello del rapporto con l’altro: non si può
avere un’autentica relazione con qualcuno
se non si è “di pari peso”, e non è un caso
che questo sia il significato del nome Atalanta.
Gianni Rodari ha scritto una storia che con
grande abilità mescola alcuni dei grandi miti
greci con la vicenda intima e l’esperienza
di crescita di Atalanta: ho scelto per questo
spettacolo di rimanere aderente allo sguardo della giovane e dal suo punto di vista
raccontare solo alcuni miti.
Le sagome nascono a partire dai disegni
con cui Lele Luzzati ha illustrato il libro di
Rodari.
È una sfida per noi creare dei personaggi che
rispettino la complessità visiva dei collages
di carte colorate di Lele e dargli lo spessore psicologico che appartiene alla storia di
Rodari.
Perché Atalanta
di Diego Maj, direttore artistico
pubblico: da 6 a 13 anni - durata: 60 minuti
teatro d’ombre e teatro d’attore
«Insomma, chi sono io veramente?». La
domanda accompagna Atalanta nei suoi
viaggi e nel suo crescere. Abbandonata nella
foresta alla nascita perché femmina, viene
cresciuta prima da un’orsa e poi dalla dea
Diana che fa di lei una cacciatrice abile e
consapevole.
«Tu sei una ragazza e ti trovi qui perché i
tuoi genitori volevano un maschio» le rivela
Diana.
Il desiderio di vendetta la porta a sfidare i
più grandi eroi della Grecia nella caccia al
cinghiale che devasta il regno di Caledonia.
Atalanta è instancabile, la più veloce, la più
abile. Uccide il cinghiale ottenendo l’ammirazione degli uomini, ma si accorge di essersi innamorata del giovane Meleagro solo
quando lui, vittima di un sortilegio, muore.
Atalanta non si è fermata in tempo: la rabbia fa correre, ma non porta lontano. Parte
con gli Argonauti alla ricerca del vello d’oro,
finalmente si sente in una sorta di famiglia
o quanto meno sente di essere accettata. E
capisce di dover fare i conti con un mondo
fatto di sfumature, dove il bene e il male, la
lealtà e l’inganno, sono aspetti di ognuno di
noi. Atalanta ritrova infine la tenerezza del
padre che la riconosce e le chiede perdono.
«L’uomo che mi batterà nella corsa sarà il
mio sposo»… Dopo aver vinto molti eroi,
durante la corsa con Melanione, Atalanta
trova risposta alla sua domanda e rallenta.
Il mito ci ha permesso di indagare, tra le altre cose, il tema della ricerca di una propria
identità e di una femminilità autentica, oggi
ancora molto attuale.
La scena evoca astrattamente la Grecia dei
miti con i suoi innumerevoli palazzi, foreste e
flotte di navi. I tre attori ci raccontano la storia con le ombre e la loro presenza scenica
che di volta in volta incarna un personaggio
diverso.
Con questo spettacolo Teatro Gioco Vita
vuole rendere omaggio a Gianni Rodari, e
a Lele Luzzati, amico e maestro con cui ha
fatto i primi viaggi nel mondo mitico delle
ombre.
Atalanta, ovvero quando si ha una meta
di Anusc Castiglioni, regista
In scena vediamo tre colonne - il cui interno
è un tronco d’albero - che di volta in volta,
grazie alla luce e agli schermi, ci portano
in spazi diversi, evocando astrattamente la
Grecia dei miti con i suoi innumerevoli palazzi, foreste e flotte di navi.
Tre attori. Una giovane donna, Atalanta. Due
uomini, uno giovane che impersona tutti gli
eroi coetanei che con Atalanta potrebbero
avere una relazione d’amore, uno più maturo che ne impersona il padre, vincolo amoroso originario, e i mentori maschili.
I tre attori ci raccontano la storia con l’uso
delle ombre e della loro presenza scenica
che di volta in volta incarna un personaggio
diverso.
La loro fisicità sta a sottolineare momenti
fondamentali del percorso di crescita di Atalanta che via via diventa una donna adulta,
consapevole della propria identità.
Tema fondamentale della storia è infatti la
ricerca di un’identità autentica, ricerca che
ognuno di noi deve affrontare a partire dalle
Il progetto produttivo I viaggi di Atalanta
realizza un vecchio sogno nel cassetto di
Teatro Gioco Vita.
Eravamo agli inizi della nostra collaborazione con Lele Luzzati, quando la ricerca nel
teatro delle ombre muoveva i primi passi e
grazie al suo prezioso contributo la Compagnia iniziava ad acquisire padronanza delle
tecniche e del linguaggio. La realizzazione
di uno spettacolo ci faceva confrontare fin
dalle prime fasi con le idee e i suggerimenti di Lele, e la genesi di una produzione era
caratterizzata da una stretta e proficua collaborazione tra lui e la Compagnia. Dopo la
realizzazione del Gilgamesh, nel 1982 Lele
mi fece la proposta di ritornare al mito con
Atalanta: ne era infatti appena uscita, in
quello stesso anno, la pubblicazione per gli
Editori Riuniti, con i suoi disegni e il testo di
Gianni Rodari (il romanzo per la prima volta
era stato pubblicato a puntate nel 1963 ne
“L’Album dei piccoli”, inserto della rivista
“Noi donne”).
L’idea di uno spettacolo sul mito di “una
fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi”
mi incuriosiva tantissimo, anche perché la
duplice collaborazione con Luzzati e con Rodari sarebbe stata per Teatro Gioco Vita molto significativa: se con Lele stavamo muovendo i primi passi nel teatro delle ombre,
con Rodari avevamo avuto modo di lavorare
quando ci occupavamo di animazione teatrale. Si annunciava quindi una produzione
molto interessante e stimolante. Io e Lele ci
siamo lasciati con questo progetto.
Dopo un mese ci siamo incontrati per parlare nuovamente della nuova produzione, ma
a quel punto nacque l’idea dell’Odissea. E
Atalanta rimase un sogno nel cassetto.
Oggi, passati quasi trent’anni, abbiamo ripreso questa idea e realizzato una produzione che ha debuttato nella primavera 2010:
I viaggi di Atalanta - Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi, dai disegni di Lele
Luzzati e dal testo di Gianni Rodari.
Un duplice omaggio a Luzzati e Rodari: un
omaggio al grande scenografo e illustratore,
al maestro con cui abbiamo iniziato l’avventura del teatro d’ombre; un omaggio al grande scrittore e pedagogista, di cui nel 2010
ricorre il trentennale della scomparsa. Due
figure di riferimento di Teatro Gioco Vita ai
suoi inizi.
(Piacenza, dicembre 2009)
Teatro d’ombre e mito:
un percorso di ricerca
di Fabrizio Montecchi, responsabile
artistico della Compagnia
di Teatro Gioco Vita
Teatro Gioco Vita, nel suo sforzo di dare corpo ad un teatro d’ombre contemporaneo, si
è sempre mosso indagando tra i più disparati materiali per cercare di cogliere quegli
aspetti del pensiero occidentale che meglio potevano coniugarsi con le possibilità
espressive e linguistiche del teatro d’ombre.
Uno dei luoghi privilegiati di indagine e di
scavo è il mondo epico-mitologico greco. Per
noi ha rappresentato un incontro fondamentale, il primo vero impatto con un mondo
straordinario di figure d’ombra. La Grecia,
intesa non in senso letterale ma culturale,
deve rappresentare uno dei materiali fondanti la ricerca di identità di un teatro d’ombre occidentale.
Perchè, citando Hillman in Saggio su Pan
(Milano, 1979): «Noi ritorniamo alla Grecia
allo scopo di riscoprire gli archetipi della
nostra mente e della nostra cultura. La fantasia ritorna laggiù per diventare archetipica. Arretrando nel mitico, in quello che
è non-fattuale e non storico, la psiche può
re-immaginare quelle che sono le sue difficili
situazioni fattuali e storiche da un diverso e
più vantaggioso punto di vista. La Grecia diventa una serie di specchi di ingrandimento
in cui la psiche può riconoscere le sue persone e i suoi processi in configurazioni più
ampie del naturale e che tuttavia toccano la
vita delle nostre personalità secondarie».
Questo percorso di ricerca, iniziato anni fa
con lo spettacolo Odissea, trova in Atalanta
un’altra tappa importante.
Questo nuovo incontro con il mondo greco e
mediorientale ci permette da una parte una
nuova immersione nei miti che stanno alla
base di tutta la nostra cultura e dall’altra
di incontrare altre tradizioni di teatro d’ombre, come quella greca o turca ed anche
mediorientale.
Un incontro-confronto con storie e linguaggi che vorremmo ci portassero più vicino al
cuore di un “possibile” teatro d’ombre per
costruire davvero una forma di teatro d’ombre innestato nel nostro patrimonio culturale. Un teatro d’ombre come linguaggio
ponte tra Oriente e Occidente.
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
20
RANOCCHIO
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Dall’opera di Max Velthuijs
con Marco Ferro, Valeria Sacco
adattamento teatrale Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi
regia Fabrizio Montecchi
scene Nicoletta Garioni
sagome Federica Ferrari (tratte dai disegni di Max Velthuijs)
musiche Michele Fedrigotti
costumi Sara Bartesaghi Gallo
luci Maddalena Maj
realizzazione scene Sergio Bernasani, Davide Giacobbi
musiche eseguite da Lello Narcisi (flauto), Satoko Tsujimoto
(clarinetto), Mauro Loguercio (violino),
Daniele Beltrami (violoncello), Michele Fedrigotti
e Francesca Rivabene (pianoforte),
Michele Fedrigotti (tastiere, voce),
Paolo Filippi (sound engineer)
Lo spettacolo è tratto dai libri di Max Velthuijs Frog is sad,
Frog in Love, Frog and the Birdsong, Frog is Frog,
Frog is Frightened editi da Andersen Press, London
pubblico: da 2 a 5 anni - durata: 50 minuti
teatro d’ombre e teatro d’attore
(spettacolo a pubblico limitato)
Candido e ingenuo, Ranocchio guarda il
mondo con gli occhi sempre aperti, anzi,
spalancati. Tutto intorno a sé lo sorprende,
lo riempie di stupore, lo incuriosisce. Ranocchio ha tanti amici: Anatra, una dolce e
amorevole compagna di giochi; Porcellino,
un placido amante della casa e della buona
cucina; Lepre, un intellettuale che ha sempre
una risposta a tutto e Topo, un avventuriero
tanto intraprendente quanto generoso. Insieme affrontano le grandi domande che i
piccoli drammi di ogni giorno pongono loro.
A tutti questi dilemmi esistenziali Ranocchio
e i suoi amici riescono sempre a trovare una
risposta positiva. Un merlo trovato nel prato
è l’occasione per interrogarsi sul mistero della morte e la necessità di celebrare la gioia
di essere vivi. Il mal d’amore provato da Ranocchio è lo spunto per riflettere sul dolore
e sulla felicità che da esso ne scaturisce. Uno
spavento notturno rende inevitabile un’indagine sul tema della paura vera e della paura
di aver paura.
Con parole e immagini di grande forza ed
essenzialità le vicende di Ranocchio e dei
suoi amici, grazie a uno humour gentile, ci
confortano e ci trasmettono una grande voglia di vivere. Lo fanno parlando di sé ma
nel fare questo ci parlano anche di noi. Di
noi che siamo grandi e ancora non sappiamo
sempre accettarci ma, anche e soprattutto,
di chi grande lo deve diventare e si misura
ogni giorno con i problemi che il proprio crescere nel mondo comporta.
Queste piccole storie dal cuore grande sono
tratte dai libri illustrati di Max Velthuijs,
uno dei più celebrati autori e illustratori per
l’infanzia al mondo. Le sue figure e le sue
parole sono state staccate dal loro contesto
originario per farle vivere sullo schermo del
teatro d’ombre, trasformate con leggerezza
e poesia in delicate storie animate.
Ranocchio: la quieta precisione del reale
di Nicola Lusuardi
Tra coloro che scrivono per i bambini ho imparato a riconoscere almeno due categorie
di autori.
Da una parte ci sono coloro che condividono
il sentimento infantile delle cose e gli danno forza e figura nei loro racconti. Sono gli
scrittori di prodigi e avventure. Di incubi e di
magie. Di scherzi e grottesche.
Dall’altra parte ci sono coloro che, quando
scrivono, sembrano conoscere la rara condizione dell’adultità, che consiste soprattutto
di un sentimento acuto e preciso della realtà
delle cose.
A questi secondi appartiene Max Velthuijs.
Le storie di Ranocchio parlano degli istanti
germinali di ogni esperienza prima. Ossia
di ogni interrogativo ultimo. Parlano cioè
dell’identità. Dell’amore. Dell’amicizia. Della
morte.
Si dirà che tutte le favole lo fanno. Che i
grandi autori per l’infanzia sono grandi
proprio per la loro capacità di narrare ai
bambini le cose che l’umanità si affanna da
sempre a cercare di controllare emotivamente e intellettualmente. Ossia tutte le cose di
cui i bambini insistentemente chiedono col
candore di chi pretende l’esistenza di una
vera risposta.
La differenza di Velthuijs però è che la sua
arte narrativa non comunica attraverso la
forza di peripezie avventurose e popolate di
figure simboliche, ossia non parla ai bambini
tenendo in allerta il loro inconscio attraverso l’impressione dei sensi e la spettacolarità
delle emozioni. E non lo fa nemmeno raccontando parabole delicatamente allusive
e impercettibilmente consolatorie. Dunque
implicitamente religiose.
La narrativa di Velthuijs comunica ed emoziona in una dimensione perfettamente infantile e insieme perfettamente intellettuale,
quasi teoretica, ossia concentrandosi sempre
con quieta e oggettiva precisione sul tema
del racconto.
Il merlo è morto. Si muore.
In questo consiste la sua forza: nel dire che
si muore e nel concepire un racconto per
rappresentare che di questo fatto sappiamo
pochissimo ma nondimeno è accettabile nella sua semplice oggettività.
Velthuijs dichiara con chiarezza e pudore la
cosa in sé, poi di questa cosa racconta tutto
quello che si può legittimamente raccontare.
Con precisione e senso della misura. Senza
nascondere la nostra insufficienza, né l’insufficienza del nostro sapere.
Ammettendo implicitamente con i suoi
piccoli lettori che - al di là dei lupi e delle
streghe - su quegli interrogativi ultimi, possiamo dire poco. Ma indicando, attraverso lo
sguardo infantile, dunque nascente, di Ra-
nocchio, che quel poco può bastare a vivere
sensatamente.
E forse bene.
Per questo amiamo Velthuijs e abbiamo ritenuto importante portare in scena le sue
storie, in particolare quelle che narrano delle
cose più importanti della vita. Ossia di quelle
su cui non smettiamo mai di interrogare e
interrogarci, anche nella consapevolezza che
forse non esiste risposta.
E di queste storie abbiamo cercato di rispettare la precisione “filosofica” e di interpretare drammaturgicamente la vocazione
poetica a strutturarsi in un romanzo di formazione intellettuale e sentimentale dedicato ai più piccini.
Con gli occhi di Ranocchio
di Fabrizio Montecchi
Avete mai visto voi un bambino mentre assiste, rapito, ad uno spettacolo teatrale? Ha
un modo di tenere il busto in avanti, tutto
proteso verso la scena. Gli occhi sono sbarrati, fissi. L’espressione è spesso seria, concentrata, anche quando ride. Perché tutto va
preso sul serio, anche la finzione. E lui lo sa,
che solo se si finge sul serio, fingere ha senso. La bocca poi, la bocca è tutto. È aperta,
quando non è addirittura spalancata. Sulla
bocca la meraviglia, negli occhi, la rivelazione, in quello sguardo lo stupore.
Ecco, lo stupore impresso nello sguardo di
un bambino è lo stesso che accompagna
sempre Ranocchio (anche lui bambino) nella scoperta delle cose del mondo. Uno stupore che è sorpresa, curiosità e incredulità
ma è anche voglia di scoprire, di capire, e
di lasciarsi coinvolgere dall’infinita ricchezza
della vita. E non c’è avventura più bella che
vivere. Perché la vita è, come dice proprio
Ranocchio, “una cosa meravigliosa”. E lo
è anche quando vivere vuol dire affrontare
una tristezza che ci prende senza ragione o
quando ci dobbiamo confrontare con una
paura della quale non conosciamo il motivo.
Anche quando vivere ci impone di superare
la scoperta dolorosa della morte o ci porta
ad apprezzare la gioia che l’incontro con
l’altro ci trasmette.
Per godere della vita insomma bisogna viverla, bisogna farne “esperienza”. Come il
teatro.
Per questo abbiamo cercato di far sì che
questo piccolo momento di teatro, Ranocchio appunto, potesse essere, per il nostro
piccolo pubblico, “un’esperienza”: vera,
sentita e condivisa. E per realizzare questo
abbiamo pensato ad un unico spazio contenente scena e pubblico, un microcosmo
intimo e suggestivo, dove meglio e con più
intensità si potesse realizzare, da parte dei
bambini, l’incontro con Ranocchio e il gruppo di animali suoi amici. Sono loro, i personaggi della nostra storia, che vivono nel
nostro mondo o siamo noi che viviamo nel
loro? Il confine è labile e, scena dopo scena, la percezione cambia. Ma sicuramente
i bambini, posti dentro la scena, vivono lo
stesso spazio e lo stesso tempo dell’azione
e si sentono maggiormente coinvolti nelle
esperienze che lì vi si consumano. Nulla è
pertanto celato in questo microcosmo teatrale: ombre, figure e attori abitano lo spazio della scena con la naturalezza di chi è
di casa, di chi vive nel presente. Gli schermi
non separano, anzi, uniscono. Tutto l’artificio
scenico è svelato: sagome e animazioni a
vista, proiezioni frontali, ombre che si fanno
oggetto e oggetti che si fanno ombre. Tutto
serve a darci il senso di un’unica realtà, un
mondo a cui tutti apparteniamo e in cui tutti
possiamo riconoscerci.
Un mondo di incontri importanti e di eventi intensi, di momenti tristi e grandi paure
ma dove tutto, nell’insieme, ci restituisce un
piacere di vivere contagioso e confortante.
Perché le storie di Ranocchio donano davvero profondo conforto. Ma non nel senso di
comfort, comodità, ma nel senso originario
di cum fortis: rendono forti e vigorosi, consolano e sollevano dal dolore, colmano di
speranza.
SPETTACOLI DI TEATRO GIOCO VITA
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
22
CIRCOLUNA
I TRE PORCELLINI
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
FONTEMAGGIORE
Teatro Stabile di Innovazione
L’unico circoteatro di ombre al mondo
testo Marina Allegri
con Lorenzo Frondini, Fausto Marchini,
Massimo Claudio Paternò
scene Maurizio Bercini, Donatello Galloni
decorazioni Serena De Gier
luci Luigi Proietti
costumi Patrizia Caggiati
tecnico di scena Lanfranco Di Mario
regia Maurizio Bercini
uno spettacolo di Nicola Lusuardi e Fabrizio Montecchi
con Elena Griseri, Tiziano Ferrari
testo Nicola Lusuardi
regia e scene Fabrizio Montecchi
disegni e sagome Nicoletta Garioni
musiche Leif Hultqvist
costumi Inkan Aigner
luci e fonica Anna Adorno
si ringrazia Dockteatern Tittut
pubblico: da 3 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
pubblico: da 2 a 5 anni - durata: 45 minuti
teatro d’ombre e teatro d’attore
(spettacolo a pubblico limitato)
Benvenuti a CIRCOLUNA!!
…l’unico, il solo, l’autentico circo d’ombre al
mondo: Circoluna!
Un circo dove tutti gli artisti sono ombre e
fanno magie! acrobazie! trasformazioni!
Ma, scusate, dico a voi bambini: voi sapete
cos’è un’ombra? No??
Allora venite, accorrete! Entrate nel nostro
mondo di immagini e colori: incontrerete
Galline trasformiste e Merluzzociclette, Divoratori d’ombre e Trombopoeti. Ma soprattutto incontrerete Pallottola, un pagliaccio
piccolo e dispettosissimo. Sono solo alcune
delle tante ombre che si esibiranno per voi
in questa straordinaria arena. E su tutte…
Luna, la ballerina a cavallo, la massima stella
del nostro circo.
Cosa aspettate a entrare? Venite?
Ma mi raccomando, fate piano… PIANO!!
Altrimenti le nostre piccole ombrartiste… si
spaventano!
Circoluna è uno spettacolo d’ombre e di luci
che parla dell’ombra e della luce utilizzando
un linguaggio ironico e leggero, basato sul
piacere della sorpresa, dell’incantamento e
della meraviglia. A condurre i bambini saranno Lucetta, la presentatrice, e Achille, il domatore d’ombre, le sole presenze in carne ed
ossa in questo magico mondo circense, ricco
di apparizioni incredibili e fantastiche.
E saranno loro a tradurre lo strano linguaggio delle “ombrartiste” in espressioni verbali
giocose e irriverenti. Saranno loro a dipanare i fili di una storia, allo stesso semplice e
drammatica che, intrecciandosi con il normale svolgersi dei numeri del circo, terrà lo
spettatore in suspence fino alla fine.
Circoluna è infatti anche un’avventura
straordinaria: qualcosa di “terribile” interromperà improvvisamente lo spettacolo…
che potrà proseguire solo se i nostri piccoli
spettatori non ci negheranno il loro aiuto…
Circoluna è la versione italiana di Cirkus
Månen uno spettacolo per la prima infanzia
nato dalla collaborazione con la Compagnia
svedese del Dockteatern Tittut di Stoccolma,
con la quale Teatro Gioco Vita ha realizzato
nel 1996 Lillan e il Gatto.
La grande esperienza del Dockteatern Tittut,
realtà di rilievo a livello europeo specializzata nel teatro per i piccolissimi, ha filtrato
e utilizzato positivamente quegli aspetti del
linguaggio e della poetica che Teatro Gioco Vita ha sviluppato in questi ultimi anni:
animazioni a vista e recitazione dal vivo per
l’attore-manipolatore, schermi multipli e in
movimento, adozione di superfici anomale
di proiezione, grande ritmo nella successione
delle immagini spesso proiettate su più piani
contemporaneamente.
Circoluna è dedicato a tutti i bambini che vogliono ancora credere che si può accendere
e spegnere una lampada con un soffio.
I tre porcellini è un classico racconto inglese,
una di quelle storie che i nonni raccontano ai
nipotini di generazione in generazione.
La prima versione scritta risale probabilmente al 1843 e da allora la fiaba ha subito innumerevoli modifiche.
In alcune storie i primi due porcellini riescono a sopravvivere, in alcune il lupo viene
mangiato, mentre in altre scappa sconfitto
con la coda in fiamme.
In questo spettacolo si è rimasti fedeli alla
versione del racconto più simile all’originale:
i primi due porcellini muoiono, il lupo viene
mangiato dal terzo, simbolo della sopravvivenza e della capacità di prevedere le cose.
Data l’età dei bambini a cui ci si rivolge si è
cercato, con semplicità, di delineare tre caratteri di porcellino, che portassero già nel
nome la storia di un destino: Pigro, Medio
e Saggio.
La scelta del materiale per costruirsi la casa
diventa il pretesto per ragionare sui piaceri e sui doveri della vita, sui consigli di una
mamma molto presente, sulla paura di andare per il mondo da soli, sull’esistenza vera o
presunta del lupo.
Nello spettacolo la figura del lupo, recitato a
turno dagli attori, gioca tra la necessità animale di seguire la propria natura e la voglia
di fare paura, nella consapevolezza che ai
bambini un po’ piace avere paura...
In un susseguirsi di situazioni comiche ed
intense, si arriva all’inevitabile finale del
lupo nella pentola, senza mai però caricare i
personaggi di connotazioni troppo negative
né positive, lasciando piuttosto che la storia abbia il suo corso, nel dubbio che, tra la
scelta di una vita breve ma giocosa ed una
lunga e laboriosa, la “Natura” faccia spesso
l’ultima mossa.
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
24
LA REPUBBLICA DEI BAMBINI
CANTO LA STORIA DELL’ASTUTO ULISSE
TEATRO DELLE BRICIOLE
PICCOLO TEATRO DI MILANO - TEATRO D’EUROPA
Cantiere Nuovi Sguardi per un Pubblico Giovane
di Flavio Albanese
collaborazione drammaturgica Giuseppina Carutti
regia Flavio Albanese
con Flavio Albanese, Federica Armillis, Eugenio Olivieri
progetto affidato a Teatro Sotterraneo
regia Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Claudio Cirri, Daniele Villa
con Daniele Bonaiuti, Chiara Renzi
grafica Marco Smacchia
disegno luci Emiliano Curà
in collaborazione con Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile
di Innovazione
in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana
pubblico: da 8 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore e teatro d’ombre
pubblico: da 7 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Nel 2010 il Teatro delle Briciole ha inaugurato un “cantiere produttivo” dal titolo “Nuovi
sguardi per un pubblico giovane”.
Convinto dell’importanza di un confronto
con esperienze teatrali differenti rispetto
all’universo tradizionalmente definito come
teatro-ragazzi, il Teatro delle Briciole si propone con questo cantiere di affidare a giovani gruppi della ricerca italiana il compito di
creare uno spettacolo per bambini. Il primo
spettacolo di questo progetto, a cura di Babilonia Teatri, è stato Baby don’t cry.
Nel 2011 il percorso continua con un secondo spettacolo affidato a Teatro Sotterraneo,
un collettivo di ricerca teatrale nato nel
2004. Dopo la partecipazione alla Generazione Scenario 2005, ha ricevuto il Premio
Speciale Ubu nel 2009 come “uno dei gruppi guida dell’attuale ricambio generazionale”. Teatro Sotterraneo lavora da sempre
su due piani: il coinvolgimento diretto e
decisionale dello spettatore e la dimensione
ludica dell’interazione teatrale, nel tentativo
di conservare il riso e il tragico quasi nello
stesso frammento.
Esistono nel mondo alcune “nazioni in miniatura”. Piattaforme petrolifere abbandonate, isole o piccole porzioni di terraferma
dove non vige alcuna giurisdizione o controllo politico-militare e dove alcuni soggetti,
preso il controllo del territorio, hanno emanato proprie leggi, coniato una nuova moneta, strutturato proprie istituzioni e avviato
rapporti con territori vicini. Qui l’esercizio
di cittadinanza può ripartire da zero, porsi
domande originarie sul fare società e rispondere con modalità inedite.
Si parte dalla scena teatrale come piattaforma vuota su cui costruire una micronazione.
Due attori irrompono sulla scena e cominciano a progettare il loro paese in miniatura.
Servono delle leggi. Servono dei luoghi. Servono delle cose. Si parte da zero, tutto è da
costruire, liberi di costruirlo come vogliamo.
La micronazione è una scena vuota, deserta,
che lentamente si popola e riempie, magari
anche degli stessi elementi che compongo
il panorama teatrale (luci, musiche, ecc.)
oppure di segnali che diano regole (cartelli,
striscioni, ecc.) affinché ai bambini sia dato
vedere come da un vuoto si possa edificare
una Polis. L’incognita è sul tipo di Polis.
In questo quadro il coinvolgimento diretto
dei bambini pare un necessario rovesciamento. I bambini non dispongono solitamente di
potere diretto. Sui bambini non gravano responsabilità. I bambini vivono in un mondo
normativo, fatto di ordini, obblighi e divieti.
È nella natura delle cose che il vecchio guidi
il fanciullo. E del resto il fanciullo non potrebbe decidere su cose di cui non ha ancora
fatto esperienza. Nel costruire una nazione
in miniatura proviamo a dotare i bambini
di un potere inedito e fatto su misura. Sullo
sfondo un piccolo luogo deserto in cui dar
vita a una società, Robinson Crusoe ma anche il serial Lost, e naturalmente Il signore
delle mosche di Golding.
Si tratta di una piccola Cosa Pubblica, si tratta di uno spettacolo teatrale dove la finzione
è evidente perché è il motore dell’immaginazione, si tratta di un paese in miniatura che si
spegnerà quando si spegneranno le luci che
lo illuminano, ma al tempo stesso si tratta di
una possibilità.
Andiamo a fare un viaggio nella terra dei
Giganti? Volete imparare dalla maga Circe
come si fa la pozione magica che trasforma
gli uomini in maiali? Sapete dove dobbiamo
cercare un indovino vero che ci racconti il
nostro futuro? Avete mai sentito il famoso
canto delle Sirene? Se riusciremo ad attraversare il regno delle ombre senza separare
la luce dal buio e a pronunciare le parole
segrete per parlare con l’indovino, allora
vedremo tutto questo mondo nella famosa
storia di Ulisse: l’Odissea.
Così Flavio Albanese inizia il suo racconto in
Canto la storia dell’astuto Ulisse, spettacolo
che fa rivivere in scena, anche grazie all’ausilio delle tecniche di teatro d’ombra, realizzate in collaborazione con Teatro Gioco Vita,
le avventure di Ulisse, trasferendo ai giovani
spettatori il senso pieno del mito attraverso
il valore dell’ascolto.
“Memoria, oralità e tradizione”. Queste,
secondo il grande antropologo e mitografo
francese Jean-Pierre Vernant, le condizioni
di esistenza e sopravvivenza del mito. Dalla
vittoria dei Greci a Troia, attraverso le mille
peripezie di Ulisse, fino al ritorno ad Itaca, il
filo del racconto in scena passa attraverso
gli episodi e i personaggi più noti dell’Odissea: il gigante Polifemo, il canto delle Sirene, la maga Circe, il cane Argo, Penelope e
Telemaco, la cui immagine è suggerita dalle
figure d’ombra, opera del grande scenografo
Emanuele Luzzati, un racconto antico capace di portare anche ai giovani spettatori di
oggi il suo fascino potente. Semplici azioni
ed evocazioni sceniche, brevi accenni di interazione e gioco sono le vie di ingresso scelte
da Flavio Albanese per coinvolgere i ragazzi
nell’epopea omerica.
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
LA CICALA E LA FORMICA
SCHOLÉ
TEATRO DELLE BRICIOLE
ACCADEMIA PERDUTA / ROMAGNA TEATRI
Teatro Stabile d’Arte Contemporanea
testo e regia Letizia Quintavalla, Bruno Stori
con Bruno Stori, Agnese Scotti
consulenza scientifica Roberta Roberti (docente scuola secondaria
di secondo grado)
assistente Alessandro Mercurio
ideazione luci Emiliano Curà
realizzazione costumi Patrizia Caggiati
realizzazione scene LabTdB Paolo Romanini
tecnico Mauro De Pietri
frammenti video da Education is the key poema di Joe
Kamau-Amref, Un re a New York di Charlie Chaplin, D’amore
si vive di Silvano Agosti (www.silvanoagosti.com)
di Claudio Casadio e Giampiero Pizzol
pubblico: da 11 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Il “Progetto Politoi - L’essere o il saper diventare cittadini autentici”, con gli spettacoli I
Grandi Dittatori e Siamo qui riuniti o della
democrazia imperfetta, ha esplorato il tema
della politica in senso alto, con il rigore della
ricerca storica e la profonda leggerezza del
riso e dell’ironia. Questo percorso di teatro
serio, ma non serioso, è continuato attraverso due produzioni dedicate alla Conoscenza
e alla Scuola, intese come pre-condizioni
fondamentali per una società democratica:
I saputoni o lo stupore del conoscere per
bambini dai tre ai sei anni e Scholé o del
lento tempo che fa dell’uomo la civil persona per ragazzi dagli undici anni, nuovo
spettacolo che mette al centro la relazione
circolare tra insegnare e imparare, tra Allievo
e Maestro.
Il termine scholé in greco significa riposo,
quiete, tempo libero. La scuola degli antichi
era quel tempo libero dalla preparazione atletica e dalla guerra, nel quale ci si dedicava
alla conoscenza di poesia, musica e matematica. L’opera da realizzare e da portare a
compimento siamo noi stessi: un “ozio” per
renderci migliori. Ecco dunque la storia di un
Maestro che considera il suo Allievo competente: non un contenitore da riempire, ma un
sapere da liberare. Un essere buffo che cresce, si trasforma ed infine se ne va infervorato, lasciando la scuola dell’obbligo, dopo
aver percorso un viaggio che si snoda tra sa-
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pere, persona e cittadinanza e giungendo a
disegnare la scuola della nostra Costituzione
attraverso il vero significato dell’educare.
Nello spettacolo c’è una consapevolezza di
fondo in merito alla situazione attuale della
scuola e vi si fa cenno con sottile ironia: le
ore di scuola che calano, le nozioni che si
memorizzano e non si vivono, l’attacco alla
scuola pubblica. Ma lo spettacolo è soprattutto storia di crescita e formazione: di un
adulto e di un ragazzo che, mettendosi in
relazione, si trasformano reciprocamente e
divengono consapevoli della dimensione sociale e collettiva del sapere e del valore della
condivisione.
Scholé non è dunque uno spettacolo sulla
scuola di oggi, ma sul conoscere, sulla relazione di apprendimento. Ci si propone di
ragionare sulla scuola partendo dall’idea di
democrazia da cui proviene il protagonista.
Tutto sul palcoscenico è ridotto all’essenziale: pochissimi oggetti (una lavagna, un librone, un libro, i gessi, un peplo, una corda, uno
sgabello) divengono nella loro concretezza
segni complessi e pregnanti. Anche i dialoghi
sono semplici e diretti e le molteplici citazioni spesso sono solo accennate, sfiorate in
modo ironico e leggero. Eppure, dietro ogni
scambio, dietro ogni gesto e movimento dei
protagonisti stanno molteplici possibilità di
apertura e approfondimento. Si tratta di uno
spettacolo essenziale: come dice Peter Brook
in La porta aperta, una semplicità che non
è povertà, ma semmai verità concentrata
nel tempo e nello spazio scenico. Un lungo
lavoro di ricerca e di studio ha preceduto
ed accompagnato lo spettacolo, che ovviamente lo ha condensato e lo ha tradotto in
quel linguaggio poetico e in quello stile cui
ci hanno abituati I grandi dittatori e Siamo
qui riuniti. Si parla di cose serie, ma non in
modo serioso. Dalla scuola è venuto il campo magnetico e poetico dove ci si muove
fisicamente, dove si vive, si respira, si soffre e
si è felici, uno spazio che non nasce solo per
riflessioni intellettuali. (...) Ma lo spettacolo
è soprattutto storia di crescita e formazione:
di un Maestro e di un Allievo che, mettendosi
in relazione, si trasformano reciprocamente
e divengono consapevoli della dimensione
sociale e collettiva del sapere e del valore
della condivisione. Le fasi di apprendimento
dell’Allievo sono forzatamente accelerate
nel tempo concentrato dello spettacolo: la
vita di A, così si chiama l’Allievo, potrebbe
andare poeticamente dai 10 ai 18 anni. Un
esserino buffo che arriva, cresce, si trasforma ed infine se ne va infervorato, lasciando
la scuola superiore, dopo aver percorso un
viaggio che si snoda tra sapere, persona e
cittadinanza e giunge così a disegnare la
scuola della nostra Costituzione.
con Maurizio Casali, Mariolina Coppola, Alessandra Tomassini
scene Maurizio Bercini, Donatello Galloni, Ilaria Commisso
costumi Luca Dall’Alpi, Maurizio Casali
canzoni Paola Baldarelli
musiche Giovanni Perinelli
regia Claudio Casadio
pubblico: da 3 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore con musica e canzoni
La cicala e la formica, simbolo dell’ozio e
del lavoro, sono tra i più famosi al mondo
grazie anche alla popolare favola di La Fontaine. Ma mentre nel racconto del narratore
francese queste due figure sono rigidamente
contrapposte per celebrare la virtù di una
previdente e laboriosa saggezza condannando il suo opposto, nel mondo del teatro
avviene qualcosa di più. Tra le due amicheavversarie si snoda il filo di un’avventurosa
storia, comica e saggia, antica e moderna,
piena di incontri e scontri, di sorprese e
paure sul filo dei versi e delle rime con cui è
scritto il testo. La cicala e la formica diventano veri e propri personaggi prendendo corpo
e acquistando una personalità quasi umana.
La cicala non è soltanto un’oziosa perditempo, ma ha un autentico talento artistico ed è
in grado di farci volare sulle ali della fantasia
con la sua straordinaria voce: è una giovane
cantante che tiene concerti sui prati e sulle
spiagge della Riviera! Mentre la formica, che
ha una mentalità più realistica, si occupa del
posto di lavoro, della casa e delle piccole
gioie e dei piccoli dolori del quotidiano. Da
questa diversità di visioni emerge un modo
differente di affrontare ogni piccolo e grande
problema e quindi un diverso modo di parlare e agire. Ma la dinamica del teatro non
vive solo di questo contrasto fra il sogno e la
realtà. Infatti tra le due protagoniste si insinua una terzo personaggio: il calabrone.
Si tratta di un impresario, un affarista senza
scrupoli che ben rappresenta le facili tentazioni del mercato e del successo di cui vediamo oggi esempi frequentissimi. È proprio lui
a sfruttare e illudere la cicala per poi abban-
donarla squattrinata e sola al gelo dell’inverno. Il mito della facile ricchezza e della
perpetua spensieratezza si infrange contro il
mondo reale. A questo punto tutto il peso
della storia poggerà su una formica! Questa
piccola creatura dovrà scegliere se chiudere
la porta alla sfortunata compagna o tentare
di salvarla a rischio della propria vita entrando anch’essa nel pericoloso mondo dell’arte.
Dunque il racconto di un’amicizia perduta e
riconquistata che, come tutte le avventure,
mette alla prova attori e spettatori per tracciare una parabola moderna e condurre alla
fine questa piccola e grande storia senza
fine. In questo spettacolo la parte musicale
è molto importante e l’uso di canzoni dà vita
ad un vero e proprio varietà fabulistico. Le
scene fantasmagoriche di Maurizio Bercini
creano siparietti incantati per l’esibizione
della cicala, in un continuo gioco di sorpresa
e di magia.
Tecniche e linguaggi
Le scenografie dello spettacolo, curate da
Maurizio Bercini, sono l’occasione di portare
in teatro l’ingrandimento del microcosmo.
Infatti ci mostrano, come guardando attraverso una lente, un enorme mondo fatto di
piccole cose come una scatola di fiammiferi, dei fiorellini, un tappo di bottiglia, un
contenitore di caramelle e tanti altri oggetti
abbandonati. Qui i bambini possono notare
tutti i dettagli, i colori e le funzioni di questo
piccolo angolo abitato dagli insetti: gallerie, tane, finestre, botole, siparietti, scatole
girevoli. I costumi curati da Luca Dall’Alpi
e Maurizio Casali raggiungono il massimo
splendore addosso alla cicala che sfoggia,
da vera soubrette, una serie di abiti di scena
abbaglianti tra cui quello fantasmagorico e
alato della farfalla e quello illuminato e brillante della lucciola.
Il testo, curato da Giampiero Pizzol, è per lo
più in rima e gioca a volte comicamente con
una serie di capriole linguistiche e battute
travolgenti che coinvolgono lo spettatore allargandosi nello spazio delle canzoni e delle
filastrocche in un ritmo incalzante.
La musica, composta da Paola Baldarelli e
Gianni Perinelli, segue quasi tutto lo spettacolo come un tessuto di note per poi prendere la forma di canzone. Numerosi, infatti,
sono i brani cantati: la Canzone della Farfalla, la Canzone della Lucciola, la Canzone
della Zanzara, la Canzone della Frutta, la Filastrocca dell’Inverno, il Duetto della Cicala
e della Formica, ecc..
Il lavoro dei tre attori in scena (Maurizio
Casali, Mariolina Coppola e Alessandra Tomassini), diretti magistralmente da Claudio
Casadio, capace di miscelare sapientemente
i vari generi teatrali, fornisce una valida prova di teatro di prosa non solo per ragazzi,
ma per qualunque pubblico. Lo spettacolo
si snoda così attraverso la caratterizzazione
dei personaggi e il ritmo delle scene che si
susseguono, alternando registri comici a gag
da operetta, litigi e riconciliazioni, inganni
ed equivoci, fino al dramma finale e all’inaspettata ma felice amicizia che, sulle note
dell’ultima canzone, congeda il pubblico con
un sorriso.
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ALLA LOCANDA DEL BALENIERE
ROMANZO D’INFANZIA
LITTA_produzioni
QUINTAVALLA - STORI - COMPAGNIA ABBONDANZA/
BERTONI
Ispirato a Moby Dick di Hermann Melville
testo Bruno Stori
coreografia e interpretazione Michele Abbondanza
e Antonella Bertoni
regia e drammaturgia Letizia Quintavalla e Bruno Stori
musiche Alessandro Nidi
ideazione luci Lucio Diana
elaborazioni sonore Mauro Casappa
costumi Evelina Barilli
voce fuori campo Silvano Pantesco
coproduzione Teatro Testoni Ragazzi
con il sostegno di Ministero per i Beni e
le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo
pubblico: per tutti, da 6 anni - durata: 55 minuti
teatro danza
Spettacolo vincitore del Premio Stregagatto 1997/98
Romanzo d’infanzia è uno spettacolo in cui
il linguaggio del teatro-danza, normalmente
riservato ad un pubblico non di giovanissimi, si propone in una formula più narrativa
ed immediata in modo da renderlo fruibile
anche dai bambini. L’infanzia è il diamante
della nostra vita, è grezza e abbagliante. Si
può scheggiarlo e offuscare la potenza della
sua luce. E questo è male? Non so, ma fa
male, molto male.
Se è vero che d’amore si può impazzire è
ancor più vero che senza amore si diventa
matti e infelici. E che disastro i bambini senza amore o con troppo amore.
Tra gli eterni deboli ci sono i bambini.
Crediamo che la diversità sia un diritto che
va ribadito in ogni epoca e in ogni paese.
Insomma è sempre tempo di trovarsi dalla
parte di chi perde, di chi è più debole. Da
questi presupposti deriva un metodo di lavoro che influenza e definisce soprattutto la
drammaturgia e il lavoro con i danzatori-at-
tori, considerati più importanti del personaggio, del testo e portatori di materiale umano
prezioso e vivo.
Questo lavoro parla del disagio infantile
all’interno dei rapporti primari-affettivi, della
violenza fisica e psicologica che l’infanzia
subisce a casa o nelle istituzioni, del delitto
di non ascoltare i propri figli, di colpe senza
colpevoli.
In scena due danzatori che si alternano tra
essere genitori e figli e poi di nuovo padre
e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e
scappare e tornare e farsi rapire per sempre
senza ritorni: insomma vivere.
Una dedica a tutti coloro che non possono
fare a meno dell’amore.
Letizia Quintavalla, Antonella Bertoni,
Michele Abbondanza, Bruno Stori
in collaborazione con
di Alberto Astorri
con Alberto Astorri, Paola Tintinelli
pubblico: da 8 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Mille cuori pulsanti abitano Moby Dick a seconda dell’età in cui lo si scopre.
Da piccoli, la storia del capitano Achab,
della cima aggrovigliata che lo trascinerà
nell’abisso, la storia della balena bianca
che viene dalle profondità del mare rimane
impressa per sempre. Ma il Moby Dick di
Melville è anche una sorta di libro sacro, da
consultare come una specie di oracolo, e segretamente si ispira alla Bibbia portandone
continuamente i rimandi. È l’avventura del
mare come sfida a provare se stessi.
Profezia e malinconia, le due chiavi di questo
romanzo iniziatico e formativo sono state le
chiavi anche della nostra lettura.
Nella nostra locanda Marino Tempesta, uno
dei due personaggi, scendendo nel profondo
del leviatano evocato si spera trovi la propria
vocazione.
L’oste della locanda è Ismaele. È lui che convive con i resti di questo naufragio.
Marino è un cantante musicista capitato per
caso in questo strano ristoro: si deve imbarcare sulla Love Boat, una nave da crociera, e
non ha mai visto il mare. Nasce il confronto
di un uomo più giovane con un uomo più
anziano, e quindi il problema dell’esperienza, della memoria e della trasmissione di
questo sapere. Il giovane viene iniziato dal
vecchio oste attraverso la storia del Pequod,
del Capitano Achab, ma anche attraverso
lezioni sulla cetologia. La locanda del baleniere Ismaele diventa come un amplificatore
che agisce sulla mente di Marino, sulla sua
immaginazione, la storia esce dalle parole
del corpo dell’oste per diventare, attraverso
il racconto e una serie di visioni sonore, un
luogo sommerso e salvato perché abitato
dall’unico sopravvissuto.
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GRANDE CIRCO NAVE ARGO
FELICITÀ DI UNA STELLA
TEATRO DEL DRAGO
TEATRO ALL’IMPROVVISO
Ovvero La ballata di Teseo e il Minotauro
di e con Dario Moretti
musiche originali di Cecilia Chailly
eseguite da Alice Caradente o da Giuliano Mattioli
video filmato di Franco e Mario Piavoli - Produzione
Zefiro Film
in scena Mauro Monticelli, Andrea Monticelli e Fabio Pignatta
testo Francesco Niccolini, Mauro Monticelli
regia Renato Bandoli
scene, costumi e pupazzi Arianna Maritan, Fabio Pignatta,
Martina Sturaro e Mauro Monticelli
luci Andrea Monticelli
pubblico: da 8 a 13 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore, pupazzi e macchine teatrali
Uno spettacolo sul circo e la storia mitologica di Teseo e il Minotauro. Il teatro di figura
è la tecnica con la quale si svolge e si racconta questo “evento” mitologico. In scena
i clowns attori, che cambiano spesso i loro
ruoli; un po’ animatori, un po’ inservienti di
un circo molto surreale, per passare poi al
ruolo di protagonisti/attori.
I personaggi sono quelli della storia ben
conosciuta. Re Minosse, allo stesso tempo
presentatore del circo, Teseo il guerriero e
giustiziere, ma anche domatore, Arianna,
amante di Teseo ed equilibrista sul “filo”,
Pasifae, moglie del Re e danzatrice, Icaro il
trapezista e l’ottovolante, Dedalo il favoloso
architetto marionettista ed infine il Minotauro, la belva feroce.
È diviso solo simbolicamente da un “finto”
intermezzo all’interno del quale si crea un
mini show di giocoleria: la prima parte è la
presentazione, la “parata” degli artisti del
circo con i loro numeri spettacolari; nella
seconda parte i medesimi personaggi sono i
protagonisti della storia mitologica.
La scenografia e l’immagine dello spettacolo
sono liberamente ispirati all’opera dello scultore Jean Tinguely; archeologia industriale,
materiali di recupero e di riciclo, materie
esauste, tutto completamente trasformato e
rigenerato.
La musica utilizzata nello spettacolo è del
compositore e musicista Pascal Comelade
con il suo gruppo, Bel Canto Orchestra; un
genere molto stravagante, con largo utilizzo
di strani strumenti non convenzionali e di varia natura, nonché strumenti giocattolo.
I personaggi
Re Minosse, presentatore e direttore del
circo
Teseo il guerriero, il domatore
Arianna figlia del Re, equilibrista
Pasifae moglie del Re, danzatrice
Icaro figlio di Dedalo, ottovolante e trapezista
Dedalo architetto, marionettista
Minotauro, la belva
La storia
Raccontiamo la storia mitologica di Teseo
e del Minotauro dall’interno di un circo
anch’esso mitologico. Una parata dei personaggi.
I nostri artisti sono alcuni dei famosi argonauti; il “gioco” sta nel cambio continuo delle identità... Teseo, il grande guerriero, che
del circo è “il domatore”, attraversa il mare
Egeo per andar a porre fine al sacrificio dei
fanciulli ateniesi, dati in pasto alla belva...
Minosse Re dell’isola di Creta è per necessità, lo dice lui stesso, anche presentatore e
direttore del Circo Nave Argo. La pista dove
si svolge lo spettacolo è anche il labirinto
(ma è anche la vita!). Arianna, figlia di Minosse, quella del famoso filo, è l’equilibrista.
Ha parte fondamentale nella storia del labirinto, che Minosse fece erigere da Dedalo,
abile architetto, primo di tutti i marionettisti
della storia.
Icaro, rinchiuso nel labirinto con suo padre
Dedalo, come tutti più o meno.
Sanno tutti che fuggì non via mare, non via
terra, ma per cielo, con le ali di cera.
Del resto il nostro argonauta clown icaro è
un trapezista, il favoloso “volatore”, l’ottovolante!
Lo spazio scenico
La scenografia e costituita da un fondale a
righe ocra ed altre tonalità di colori giallo e
marrone, una regia posta al centro scena,
quasi come la regia di un dj, ma allo stesso
tempo un trono per Minosse, ed ai fianchi
destro e sinistro della pista/labirinto le macchine teatrali corredate di pupazzi, sempre
a vista.
Come del resto gli attori che riposano e si
“cambiano costume” a vista, sempre attenti,
presenti e pronti ad entrar in scena a turno,
come nella Commedia dell’Arte.
pubblico: da 3 a 8 anni - durata: 40 minuti
narrazione e pittura in musica per arpa
Felicità di una stella racconta l’infanzia e
parla dei bambini attraverso le loro mani, le
voci, i giochi, le espressioni e le emozioni.
Lo spettacolo è una danza di pennelli e di
matite che scorrono sulla carta.
Dario Moretti dipinge sotto lo sguardo del
pubblico, accompagnato dalle musiche di
un’arpa eseguite dal vivo da un musicista
in scena.
Felicità di una stella è un concerto per immagini e suoni; un omaggio a tutti i bambini, al
loro sguardo e al loro stupore.
Dalla rassegna stampa
Dario Moretti dietro una grande scrivania
accoglie i bambini e li introduce in un mondo fatto di disegni, punti colorati, linee che si
intrecciano, segni sottili e grossi, suggestioni
e riferimenti di un mondo reale ed immaginario, uniti dalla sapiente mano dell’artista. Immagini di occhi di bambini aprono e
chiudono questo spettacolo per dare risalto
al fatto che si tratta di una storia di bambini raccontata con uno sguardo ingenuo
e stupito. La narrazione è accompagnata
dalla melodia di un’arpa suonata da Cecilia
Chailly, che sottolinea i diversi momenti del
racconto e le parole di Moretti. Ogni racconto è rappresentato su un foglio e dà luogo
ad un’opera nuova il cui titolo rappresenta i
mondi evocati dal pittore nella sua composizione: mani d’aria, facce d’incanto, dame
di carta, voci d’acqua, omini di latta, pranzo
delle rane e altri momenti suggellati dalla
mano dell’artista. Il titolo dello spettacolo
rimanda a un’altra immagine dedicata ai
bambini ovvero la felicità di una stella che
interrompe il buio, un buio in cui «anche
un sorriso, anche il più piccolo, andrà benissimo». Come per ogni spettacolo della
compagnia del Teatro all’Improvviso anche
questo pregevole omaggio poetico e pittorico è accompagnato da una bella e pregevole pubblicazione che raccoglie i disegni di
Moretti.
(Mario Nuzzo, www.eolo-ragazzi.it)
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CUCCIOLI SHOW
Olly, Cilindro, Diva, Pio, Portatile e Senzanome, i cuccioli nati dalla fantasia di Sergio e
Francesco Manfio, tornano in una nuova e
straordinaria avventura per divertire e parlare di ambiente, amicizia e solidarietà.
Nel gennaio 2010 è uscito nei cinema italiani il film d’animazione Cuccioli - Il Codice di
Marco Polo (una coproduzione Gruppo Alcuni - Grupo Edebè - RAI Cinema), ottenendo
uno straordinario successo di pubblico.
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LA DANZA DELLE API
GRUPPO ALCUNI
Teatro Stabile d’Innovazione
LA PICCIONAIA - I CARRARA
Teatro Stabile di Innovazione
Il Codice di Marco Polo
Uno spettacolo sulla biodiversità
autore e regia Sergio Manfio
interpreti Sergio Manfio e Francesco Manfio
musiche originali Gruppo Alcuni
staff Enrico Daurù, Mattia Dal Bianco
testo di Carlo Presotto, Titino Carrara, Paola Rossi
con Carlo Presotto, Matteo Balbo
regia Titino Carrara e Carlo Presotto
assistente alla regia Giorgia Antonelli
scenografia Mauro Zocchetta
tecnico Luciano Lora
pubblico: da 4 a 10 anni - durata: 65 minuti
teatro d’attore con pupazzi e videoproiezioni
pubblico: da 5 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore e video
Cuccioli Show porta in scena i personaggi e
le emozionanti avventure del film.
Nella magica Venezia i Cuccioli (protagonisti
della fortunata serie animata su Rai Yoyo)
devono confrontarsi con la perfida Maga
Cornacchia, che ha in mente un terribile
piano: prosciugare ed asfaltare la laguna,
trasformando Venezia in una città come le
altre!
L’antico codice di Marco Polo è la chiave per
fermarla: sarà un susseguirsi di avvincenti
indagini, inseguimenti mozzafiato, viaggi
intorno al mondo e continui colpi di scena,
ma anche l’occasione per coniugare temi
legati alla tutela dell’ambiente con i valori
dell’amicizia e della solidarietà.
Un allestimento delizioso e coinvolgente,
ricco di gag, colori, video animati, musiche
originali tratte dalla bellissima colonna sonora del film, con pupazzi in gommapiuma e
attori in carne e ossa...
Perché stanno scomparendo le api? Poco
male, pensano alcuni, vorrà dire che si farà a
meno del miele.
Purtroppo la questione non è così semplice.
Le api comunicano tra loro mediante una
danza fatta di vibrazioni con la quale formano un 8 sulle lamine verticali dei pannelli
dell’alveare. Tutte le volte che danza l’ape
disegna una figura che indica la posizione
della fonte del cibo. Le sue vibrazioni sono
tanto più rapide quanto più il nutrimento è
vicino. I movimenti si susseguono in questo
modo (verso l’alto) quando il cibo si trova
volando verso il sole. In quest’altro (verso il
basso) quando si trova volando dalla parte
opposta al sole. Tutte le restanti posizioni
del cibo vengono segnalate formando un
angolo che coincide con l’angolo formato
dalla posizione del sole con la posizione
della fonte del cibo. Si stima che in Veneto
siano presenti circa 55 mila alveari, con una
produzione complessiva che si aggira sui 19
mila quintali di miele: il 40 per cento miele
di acacia; il 20 per cento di millefiori; il 25
per cento di castagno, il 15 per cento di altri
mieli (tiglio, tarassaco, melata di abete, barena, e piccolissime quantità di rododendro).
Tra i prodotti dell’alveare figurano inoltre
cera (circa 165 quintali), polline, propoli e
pappa reale.
Nel corso dei secoli si è creata una importantissima collaborazione tra le api e le piante.
Mentre gli animali possono spostarsi in cerca di qualcuno con cui mettere su famiglia,
le piante hanno dovuto inventarsi strategie
diverse. Molte di loro hanno deciso di sfruttare il volo delle api per mandarsi messaggi
l’un l’altra (e non solo messaggi...).
I fiori sono il trucco inventato dalle piante
per attirare gli insetti e affidare loro quella
polverina magica, il polline, che permetterà
la nascita dei frutti. Un alveare da solo garantisce lo scambio del polline tra i fiori nel
raggio di 3 chilometri. Una famiglia di api:
fino a 90.000 individui. Più o meno tutti gli
abitanti di Treviso, o Vicenza.
Questo permette ad un alveare medio di
produrre 45 chilogrammi di miele l’anno.
Anche se un’ape operaia, in tutta la sua vita,
produce solo 1/12 di un cucchiaino da tè di
miele.
Ma soprattutto le api sono direttamente responsabili di un terzo del cibo che mangiamo, frutta e verdura delle specie più diverse
che compongono la nostra dieta.
Per questo l’uomo le ha da sempre tenute
in gran conto.
Un leggenda attribuisce ad Albert Einstein
questa frase: “Se l’ape scomparisse dalla
faccia della terra, all’uomo non resterebbero
che quattro anni di vita”. Su questi temi si
svolge uno spettacolo divertente, che da un
lato recupera la storia di un’attività agricola di antica eccellenza, dall’altro richiama
i giovani spettatori alla responsabilità dei
comportamenti di ognuno nella tutela del
delicato equilibrio ambientale.
Lo spettacolo
In un vortice di gag, lezioni inverosimili
sull’anatomia del popcorn, lezioni di danza
delle api, gli attori giocano sul rapporto tra
ciò che mangiamo ogni giorno e la qualità
dell’ambiente in cui viviamo. Incontreranno
mais, trifoglio e girasoli, parassiti e farfalle,
ma soprattutto dovranno vedersela con il
mistero della scomparsa delle api.
Perché lo sviluppo senza controllo e la ricerca esasperata del profitto in agricoltura ha
ripercussioni pesanti su tutti gli abitanti del
pianeta. Le api sono un sensibile indicatore
della qualità dell’ambiente. Ma si occupano
anche di trasportare il polline da una pianta
ad un’altra, rivestendo un ruolo essenziale
per il paesaggio che siamo abituati a vedere,
e per i sapori che siamo abituati a gustare.
Una storia divertente e poetica per riflettere
su come il futuro sia già disegnato dai piccoli
gesti che ognuno compie ogni giorno, come
il battito d’ali di una farfalla che può scatenare un uragano dall’altra parte del mondo,
secondo la celebre teoria dell’ “effetto farfalla”.
E poi cosa c’entra la passione per i popcorn
con la scomparsa delle api? Perché è triste
un girasole? Cosa ci vuole per fare un tavolo? E per fare un cavolo? Perché la diabrotica
va sempre in vacanza nello stesso campo? Il
trifoglio è maleducato? Chi cerca delle risposte forse si sentirà un po’ preso in giro. Chi invece crede nell’importanza delle domande potrà collezionarne qualcuna di nuova, e magari anche un bel po’ di risate.
È disponibile per gli insegnanti un’articolata scheda didattica sulla biodiversità
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PICABLO
FAME DA LUPO
TAM TEATROMUSICA
LA BARACCA TESTONI RAGAZZI
Dedicato a Pablo Picasso
di e con Bruno Cappagli
luci di Andrea Aristidi
oggetti di scena di Fabio Galanti
ideazione Michele Sambin
con Flavia Bussolotto, Alessandro Martinello
composizione ed esecuzione musica Michele Sambin
postproduzione suoni Kole Laca, Luca Scapellato, Davide Sambin
video animazione Raffaella Rivi
costumi e foto Claudia Fabris
sistemi interattivi Alessandro Martinello
scrittura Pierangela Allegro
regia, scene, immagini Michele Sambin
produzione realizzata con il contributo del Comune
di Padova - Assessorato alla Cultura
pubblico: da 6 a 12 anni - durata: 50 minuti
teatro musicale e immagini proiettate
Pablo Diego Josè Francisco Juan Maria Cipriano Clito Patricio sono solo alcuni dei
tanti nomi di Picasso. Li abbiamo considerati l’indizio di una personalità sfaccettata e
multiforme della quale abbiamo ricercato i
motivi ricorrenti e le invenzioni straordinarie,
fino ad accorgerci che ci sarebbe piaciuto
mettere in scena la sua pittura.
Nella sterminata produzione di Picasso abbiamo individuato temi e puntato al ritmo proprio delle immagini, affidandoci alla
vorace energia che le domina: la giovinezza
(ballerina con palla e arlecchino), la leggerezza e l’ironia (colombe che scherzano con
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
34
un buffo prestigiatore), l’amore (il pittore e
le modelle), la lotta tra istinto e ragione (la
corrida), dal buio alla luce (Guernica e la colomba della pace), la gioia (dipingere insieme un quadro di luce colorata) sono i temi
che Picablo individua e che interpreta.
All’inizio è un vecchio Picasso quello che dal
suo studio ci guarda.
Lentamente andrà indietro nel tempo fino a
tornare bambino...
È nello studio del pittore che tutto ha inizio,
è lì che i quadri prendono vita, vengono interpretati abitati e trasformati. È nello studio
che avvengono scoperte e rivelazioni che ci
portano fuori in spazi aperti in compagnia di
saltimbanchi e tori, ballerine, colombe, arlecchini e toreri...
Giocano tra loro i due protagonisti nello studio del pittore, manipolano, ricompongono,
reinterpretano, danno vita scenica ai tanti
quadri dipinti da Picasso.
Vogliamo che giochi con noi anche ogni
spettatore che sappia lasciarsi coinvolgere
da uno spettacolo che volutamente lascia
aperta la porta dell’immaginazione, perché
ognuno entri e giochi a suo modo. Perchè
nel nostro Picablo non c’è nulla da capire,
molto da sentire.
Gli strumenti dell’arte oggi sono particolarmente sviluppati in ambito tecnologico.
Abbiamo provato a immaginare quello che
con questi nuovi strumenti, in grado di sostituire colori e pennelli tradizionali, avrebbe
fatto Picasso. Noi lo abbiamo fatto per lui,
cercando di restare fedeli al suo spirito e
mettendo a frutto la nostra lunga esperienza sull’uso di nuovi strumenti nel teatro. La
nostra non è una tecnologia particolare, utilizziamo strumenti semplici, oggi alla portata
di tutti.
In Picablo, in particolare viene utilizzato un
dispositivo originariamente creato dall’industria per la tecnologia ludica (assai noto tra
i giovani). L’abbiamo reinventato spostandone l’ambiente fino a farlo diventare uno strumento che ci consente di giocare con l’arte.
pubblico: da 3 a 7 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Quando un bambino si sveglia qual è la prima necessità che sente? Fare la pipì? Giocare? Abbracciare la mamma e il papà? Bere?
No: la prima cosa a cui pensa è mangiare!!!
Bruno appena si sveglia ha moltissima fame,
una fame che non si può spiegare, ha così
tanta fame che ai suoi occhi gli oggetti della
cameretta prendono le sembianze più strane: invitanti mozzarelle, fragranti salsicce,
formaggi odorosi, e anche lui un po’ alla
volta inizia a trasformarsi.
In un maialino? In un rinoceronte? In una
capretta? Magari!
Lui ha così tanta fame che diventa un lupo.
Il lupo incontra i tre porcellini che però quasi
lo mangiano, poi incontra un cacciatore, ma
diventano amici, mentre la fame aumenta,
allora insegue una gallina, la spenna e la
sbrana… che buona!
E quando la mamma finalmente lo invita
a tavola per mangiare… lui vuole giocare
ancora!
Eh no! Bruno non smetterebbe mai di giocare al lupo affamato.
Uno spettacolo sull’istinto primordiale del
gioco e della fame e del giocare a mangiare,
attraverso racconti divertenti come I tre porcellini dei fratelli Grimm, e storie di amicizia
come In una notte di temporale di Yuichi
Kimura.
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
36
CUORE
GIARDINI DI PLASTICA
TEATRO DUE MONDI
in coproduzione con ERT- Emilia Romagna Teatro
Fondazione
CANTIERI TEATRALI KOREJA
Stabile d’Innovazione del Salento
con Giovanni De Monte, Alessandra Crocco,
Maria Rosaria Ponzetta
tecnici luci Mario Daniele e Angelo Piccinni
regia Salvatore Tramacere
collaborazione all’allestimento Maria Rosaria Ponzetta
Di Edmondo De Amicis
drammaturgia Gigi Bertoni
con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori
direzione musicale Antonella Talamonti
consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini
progetto luci Marcello D’Agostino
regia Alberto Grilli
pubblico: da 3 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore, toy theatre, teatro di figura
pubblico: da 8 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Spettacolo vincitore del Premio speciale
“Festival Grand Prize” - Isfahan Theater Festival for Children
& Young Adults (Iran)
Lo spettacolo cattura gli sguardi, ma lascia
libera la fantasia di correre a briglia sciolta.
Chi decide di subirne l’incantesimo, si prepari a un viaggio sorprendente alla scoperta di mondi magici dove colori, luci e suoni
assecondano i suoi desideri. Mondi a sé,
ciascuno con le proprie meraviglie, dove si
possono incontrare extraterrestri, samurai,
fate, angeli... Dove c’è posto per i ricordi, i
sogni, le emozioni. Di grande impatto visivo,
le scene suggestionano anche chi bambino
non è più, grazie all’originalità delle trovate
e alla forza evocativa di certe immagini. Tubi,
abiti, copricapo, materiale povero e riciclato
di vario genere che grazie all’uso fantasioso delle luci si trasforma fiabescamente in
immagini, visioni strampalate e buffe, quadri
plastici di un movimento della fantasia. Non
c’è in ballo una vera e propria storia che non
sia quella inventata, lì al momento, dai tre
attori in scena con le loro trasformazioni. E
la plastica? Koreja si è divertita a trasformarla, giocando con gli oggetti semplici di ogni
giorno. E lancia la sfida a riconoscerli.
(…) Suggestioni orientali, ritmi e colori sudamericani, divertenti gag-battibecco, la
fata degli uccelli con i due cacciatori che si
mettono fuorigioco da soli, Eva con la mela
e il serpente che si muovono sulle note di un
motivo assai gradevole. A questo proposito
vogliamo sottolineare la validità delle scelte musicali, attentissime, particolari e molto
belle. Anche una scelta assolutamente non
prevedibile: un brano di Battiato per intero
che parla di problematiche dure, di politiche,
di criminalità. Mentre la voce racconta, gli
attori sulla scena disegnano bolle di sapone
di tutti i formati, che le luci colorano di blu, o
di rosso,trasformandone la superficie in una
specie di ghirlanda di stelline. La fantasia, un
effetto davvero speciale.
Luisa Guarino (da Giardini di plastica al
Ridotto: la fantasia è un effetto speciale)
Intervista al regista
Il processo di creazione (da quale stimolo
siete partiti, perché quella storia, come l’avete elaborata teatralmente, se siete partiti da
un testo predefinito o avete lavorato sulle
improvvisazioni degli attori, e tutto quello
che può venirti in mente circa la nascita dello spettacolo...)
Il lavoro è partito dalla pura improvvisazione
tra tre attori e un materiale: la plastica. Abbiamo inteso la plastica non solo come elemento materiale, ma come condizione fisica
e mentale, l’essere plastici sino a diventarlo
veramente e a scomparire come le due sagomine finali con cui termina lo spettacolo. Si
è proceduto per quadri che in qualche modo
rispecchiassero diverse situazioni reali: la natura con animali, piante e persone, lo spazio
extraterrestre, i giochi plastici, la moda, l’immagine riflessa, la scuola, il cartoon.
Le principali tematiche affrontate, nonché
l’eventuale ricaduta educativa che vi aspet-
tate o proponete ai bambini.
Non c’è una vera e propria tematica dietro
questo spettacolo. È un puro ed onirico esercizio di fantasia. Un viaggio per mondi che
possiamo riconoscere facilmente, ma che
nasconde tanti piccoli oggetti della quotidianità impiegati in un uso assolutamente
diverso. E così la nostra proposta è quella di
far lavorare la fantasia, di vedere quello che
non si vede, di immaginare un altro modo di
far vivere oggetti e materiali da cui siamo
circondati. La plastica poi è un materiale che
deve essere riciclato, deve potersi trasformare. E la fantasia può farlo.
Le tecniche e i linguaggi adottati.
Le tecniche adottate da questo spettacolo
sono miste. Dal teatro d’attore a quello che
chiamiamo “toy theatre”, teatro giocattolo,
passando per il teatro di figura.
Le fonti dirette e di ispirazione (testo o altro
stimolo di partenza, anche se giunto durante
la lavorazione).
Non si racconta una vera e propria storia
e nessuna storia ha ispirato questo lavoro.
Forse molti oggetti sono stati alla base della
nostra scelta.
Le scenografie, gli oggetti e i costumi utilizzati e il loro rapporto con la struttura dello
spettacolo.
Sono la parte essenziale di questo lavoro di
cui gli attori diventano animatori al servizio
dei materiali usati. Tutti gli oggetti e i costumi sono stati realizzati dagli attori durante
la fase di creazione e necessitano di cure
costanti.
Cuore di Edmondo De Amicis è un libro che
ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni con la forza che hanno tutti i prodotti
culturali dotati di una connotazione precisa:
in questo caso, la manifestazione di un orgoglio. Nazionale. Il Risorgimento si è concluso,
fatta l’unità politica occorre fare quella economica e occorre fare, soprattutto, chi trasporterà questa unità nel futuro, gli Italiani.
Il libro racconta, nella forma ingenua del diario di uno degli studenti, Enrico Bottini, un
anno di scuola: tutto ciò che entra nell’aula da fuori (la Storia, le vicende familiari, la
società del tempo) e tutto ciò che dall’aula
spinge per uscire (l’educazione di quelli che
saranno gli italiani del futuro). Una educazione di cui si fa carico - al fianco delle famiglie - la scuola pubblica che dovrà dare
una lingua e una coscienza a tutti i ragazzi,
uguale perché gratuita e obbligatoria per
tutti, ricchi e poveri, cattolici e non, settentrionali e meridionali.
Per precisare questo modello di riferimento
De Amicis inventaria tutti i caratteri positivi
di quello che per lui è il carattere italiano:
l’altruismo, la generosità, il coraggio, l’onestà. È l’Italia giovine della fine dell’Ottocento, è il sogno e la speranza di chi aveva creduto e combattuto per realizzarla.
Nella scuola di oggi, nelle antologie su cui i
ragazzi studiano, non c’è più spazio per Cuore. Noi lo riproponiamo mentre si svolgono
le manifestazioni per i 150 anni di questa
ancor giovine Nazione. Perché sentiamo
l’esigenza di riflettere - come si fa in teatro,
facendo uno spettacolo che va incontro alla
mente e alla sensibilità delle persone - sulle possibili risposte alla domanda: è nato
l’italiano? Quante differenze e quante somiglianze ci sono nelle aule di oggi con la
classe di Enrico Bottini? I meridionali di ieri
sono forse gli immigrati di oggi?
Lo spettacolo è una sorta di lettera ai ragazzi di oggi che si trovano in un’epoca di
cambiamento. Cambia la composizione della
popolazione e cambiano i valori - almeno
questo è quello che appare - che attraversano l’istruzione e l’educazione. Non abbiamo
la pretesa che i ragazzi a cui è dedicato questo spettacolo possano comprendere tutte le
implicazioni di un ragionamento complesso,
ma ci auguriamo che siano colpiti dai racconti come è successo a noi quando eravamo bambini, racconti che ci siamo portati
dentro e che hanno contribuito a formare in
noi una coscienza civile e nazionale.
Per questa ragione lo spettacolo si rivolge
anche agli educatori, per sollecitarli a cercare di non perdere di vista la centralità del
loro compito nello sforzo di creare una Nazione adulta, aperta al naturale cambiamento, solidale verso i più deboli. E, comunque la
pensino, a non confondere valori e politica.
Note di regia
Un amico mi ha detto: perché non rileggi
Cuore, perché non ne fate uno spettacolo
per ragazzi? L’ho fatto ed è cominciato un
viaggio nella memoria guidato dalle parole
di un testo che ho scoperto aver letto e riletto, da ragazzo.
Sono riaffiorate emozioni e paesaggi, personaggi e parole che mi hanno cresciuto.
La classe di quella lontana scuola ha riaperto
le porte a un mondo di studenti e insegnanti
e ha fatto irruzione nel nostro teatro.
Così inizia lo spettacolo: ragazzi al ritmo
dell’Inno di Garibaldi entrano in classe e
comincia il racconto dell’anno scolastico,
riassunto ovviamente in un’ora di emozioni
rivissute e ritrovate. Per incanto è come se
tutti noi, sia quelli che hanno letto Cuore sia
quelli che non l’hanno fatto, già conoscessimo i ragazzi della classe, i piccoli eroi dei
racconti mensili, i padri e le madri, i maestri e le maestre. Abbiamo voluto, io e i miei
compagni, muoverci per scarti e improvvise
deviazioni, immergerci nella storia italiana e
scoprirci attori nel presente, vivere una forte
commozione e poi ridere del gioco crudele
dell’infanzia, sentirci italiani e nello stesso
modo riconoscerci cittadini del mondo.
Abbiamo anche voluto i protagonisti del libro, i compagni di quella lontana classe del
1886, al lavoro con noi.
Così abbiamo costruito i pupazzi che ci fanno compagnia, ragazzi di pezza che come le
bambole dei giochi continuamente si trasformano e prendono vita.
Sono innocenti simboli dell’infanzia senza
volto, ma ricordano a noi adulti che abbiamo
il compito di dare valori, sogni e futuro alle
nuove generazioni. (...)
Alberto Grilli
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
38
IL GATTO CON GLI STIVALI
VOLPINO E LA LUNA
COMPAGNIA TEATRALE L’ASINA SULL’ISOLA
LA PICCIONAIA - I CARRARA
Teatro Stabile di Innovazione
di e con Katarina Janoskova e Paolo Valli
disegni e collaborazione artistica di Michele Sambin
Da Charles Perrault
regia Carlo Presotto
con Evarossella Biolo, Matteo Cremon, Beatrice Niero
assistente alla regia Marco Artusi
drammaturgia Carlo Presotto, Titino Carrara
scenografia Mauro Zocchetta
tecnico Fabiano Verza
pubblico: da 3 a 7 anni - durata: 50 minuti
teatro d’attore e ombre
Sul palco solo un telo bianco, una sedia,
un grande libro. Una scenografia semplice,
all’interno della quale la lettura si trasforma
attraverso il gioco d’ombre in una specie di
“lanterna magica”, in cui le figure fisse delle
pagine del libro si liberano e prendono vita
propria. In questo lavoro ci siamo confrontati con una nuova ed affascinante esperienza, quella che delinea il confine tra lettura
e teatro.
Questo nuovo spettacolo è ispirato all’unica favola scritta da Loris Malaguzzi, il noto
pedagogista, fondatore dell’importante
esperienza didattica delle scuole e nidi
dell’infanzia di Reggio Emilia. Nel suo racconto Volpino, ultimo ladro di galline si narra
dell’avventura di Volpino, liberato in una magica notte di primavera dal Museo Lazzaro
Spallanzani grazie all’aiuto di cento uccellini,
fino al suo volo sulla luna. Questo gioco/lettura teatrale vogliamo dedicarlo ai bambini
più piccoli, dai 3 ai 7 anni.
Dalla rassegna stampa
Non tutti sanno che Loris Malaguzzi, il nostro grande pedagogista, è anche autore di
una favola. S’intitola Volpino, ultimo ladro
di galline e ha una simpatica peculiarità:
quella di essere ambientata in alcuni luoghi
di Reggio Emilia (…). Questo racconto ha
fornito l’ispirazione a Paolo Valli che insieme
a Katarina Janoskova dirige la compagnia
L’Asina sull’Isola per lo spettacolo Volpino e
la luna (…).
«Siamo stati invitati nell’aprile scorso
all’iniziativa “Reggio narra” nel cui ambito
la nostra compagnia è stata invitata a leggere nella chiesa di San Carlo proprio questa favola. - commenta Paolo Valli - Siamo
rimasti colpiti dalla sua freschezza e per
rendere migliore la lettura abbiamo deciso
già di usare qualche ombra. (…) Anche se
concepito come libero gioco multimediale, il
linguaggio espressivo da noi adottato si fonda principalmente sulle tecniche del teatro
d’ombre, - puntualizza il regista - gioco delle
ombre che come linguaggio artistico teatrale possiede alcune qualità peculiari; due fra
le più significative sono l’immediatezza del
messaggio, dato dalla semplicità tecnica, e
l’elevato grado di spettacolarità. Tali caratteristiche ci consentono così di creare performance che raggiungono interessanti risultati
dal punto di vista espressivo, e sono in grado
di comunicare in modo universale i loro contenuti. Le ombre giocando nelle piazze, sui
muri dei castelli o su superfici appositamente progettate, sono in grado di incantare e
suggestionare ogni tipo di pubblico».
Valli è così affascinato dalla favola che non
resiste a raccontarla: «C’era una volta un
volpino imbalsamato al Museo Spallanzani:
a primavera viene liberato grazie all’intervento degli uccellini che lo portano sulla torre di San Prospero e Volpino, una volta libe-
ro, viene assalito dal desiderio di cacciare, e
così si avventa sui negozi che vendono polli
e animali da cortile… Ci sono poche favole
ambientate in una città definita, e noi con le
ombre abbiamo valorizzato questo elemento
che paradossalmente dà alla vicenda un carattere surreale”.
(“La Gazzetta di Reggio”, 26 ottobre 2006)
(…) Dei contenuti e delle tecniche utilizzate
nello spettacolo, ne ha parlato direttamente
lo stesso Paolo Valli in questa intervista:
Che tipo di rappresentazione è quella che
state allestendo all’Asioli?
«È un lavoro ripreso dall’unica fiaba scritta
da Loris Malaguzzi, alla quale abbiamo dato
una nostra lettura personale. Essenzialmente
è una storia di libertà».
Com’è nata l’idea di lavorare sul testo di colui che per primo ha promosso la filosofia
alla base degli asili di Reggio Children, noti
in tutto il mondo?
«È stato un fatto occasionale: durante la
manifestazione “Reggio narra”, svoltasi a
Reggio Emilia nell’aprile scorso e organizzata dai nidi e dalle scuole per l’infanzia locali,
ci è stato chiesto di leggere questa fiaba. Da
lì abbiamo deciso di approfondirla, ricavandone uno spettacolo».
Qual è il messaggio che la vostra rappresentazione intende veicolare ai ragazzi?
«La nostra è una lettura critica di come gli
uomini si arrogano di verità su persone e
animali senza tenere conto delle leggi della
natura. Il nostro obiettivo è quello di contribuire a fare in modo che la fantasia e la
creatività dei bambini rimangano priorità
assoluta in una società che sta facendo delle
pressioni sul mondo dell’infanzia, attraverso
metodi che noi non condividiamo».
(“Il giornale di Reggio”, 1 novembre 2006)
pubblico: da 5 a 10 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
Prosegue il percorso di rilettura del repertorio classico per ragazzi della compagnia
attraverso il confronto con una nuova generazione di attori che oggi costituiscono il
nucleo artistico della Piccionaia.
Il tema della tradizione viene sviluppato distillando la drammaturgia ed il lavoro d’attore nel confronto con il pubblico dei ragazzi
di oggi. Mutano i tempi, l’uso della parola
rispetto al testo, resta immutata la forza di
una fiaba che affronta il tema del difficile
mestiere di crescere, di mutare pelle, di diventare se stessi.
Se sappiamo ascoltare, anche un gatto buono solo per farne pelliccia può rappresentare
la guida per superare con successo le prove e
gli ostacoli che ci sembrano insormontabili.
C’era una volta un mugnaio così povero che
riusciva appena a dar da mangiare ai suoi tre
figli. Un brutto giorno però il mugnaio morì,
e lasciò per eredità ai figli solo il mulino, un
asino e un gatto…
Rita, Marco e Sara, stralunati narratori, si
disputano i personaggi, scoprendo che gli
oggetti più semplici possono trasformarsi in
tutto ciò che serve loro.
Un grande lenzuolo, dei sacchi di farina e
poco altro sono tutto ciò che serve oltre alla
capacità di stupirsi insieme agli spettatori.
Uno spettacolo di teatro d’attore e di atmosfere, in cui comicità e poesia giocano a
nascondino tra loro.
Dalla rassegna stampa
(…) Rivisitata da Carlo Presotto e Titino
Carrara con mano sapiente ed equilibrata
immedesimazione dello sguardo dei piccoli
spettatori, la rappresentazione riesce a ricordarci, se ce ne fosse bisogno, quanto le
fiabe siano immuni da qualsivoglia forma
di invecchiamento. Lo hanno ben compreso
il duo di autori che del racconto di Charles
Perrault restituiscono una versione sospesa
tra comicità e parodia, divertendo e incantando la giovanissima platea ed altrettando
catturando gli adulti accompagnatori.
Ai tre attori in scena, Evarossella Biolo, Matteo Cremon e Beatrice Niero, virgulti della
fucina di lavoro de La Piccionaia, è dato il
doppio compito della narrazione e dell’interpretazione. Sono loro tre, vestendo i panni di
bambini, che introducono la storia tra scherzi
e battute fino a lasciare la scena ai protagonisti, il gatto, il giovane contadino terzogenito del mugnaio, il re e la principessa.
Si muovono con destrezza e levità questi
giovani attori, facendosi seguire dai bambini
grazie alla parola e alla mimica, ad accenni
di danza e a piroette, a domande lanciate
come ami e a un umorismo efficace e mai
smodato.
Protagonista anche la scenografia, firmata
da Mauro Zocchetta, giocata su sezioni della
pala di un mulino, riprodotte in legno e in
continuo movimento in scena. Un grande
telo bianco, alcuni sacchi, qualche pentola e
stoviglia gli altri elementi, poveri ma di forza
allusiva, che completano un linguaggio che
ben arriva all’immaginazione e fa rivivere
un’ambientazione coerente con il racconto.
La storia del gatto “magico” al servizio del
marchese di Carabas è riproposta con fedeltà e senza sbavature. Più marcato l’arricchimento comico negli alterchi dei personaggi
che risulta accattivante nell’attualizzazione
del racconto. Il povero figlio di un mugnaio
pensava di essere stato sfortunato a ereditare solo un gatto e invece si deve ricredere
ed anzi, grazie al felino in galosce, finirà per
sposare la figlia del re.
Una bella lezione contro l’imperare delle apparenze, che oggi non risparmia nemmeno
i più giovani, e sulle infinite possibilità che
l’astuzia apre a chi riesce, come il gatto, a
mettere ingegno nel suo operare. Anche
questi, significati e ricchezze che serbano le
fiabe, buoni per piccini ma non solo. (…)
(Clelia Stefani, “Il giornale di Vicenza”,
2 dicembre 2010)
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
40
I 7 PONTI E IL MISTERO DEI GRAFI
C’ERA UNA VOLTA IL PANDA
PACTA . dei teatri - Progetto Arte Cultura
Territorio Associati
TEATRO IN MATEMATICA - ScienzaInScena
GRUPPO ALCUNI
Teatro Stabile d’Innovazione
autore e regia Sergio Manfio
interprete Laura Fintina
musiche originali Gruppo Alcuni
staff Enrico Stefani, Federico Marchesin, El Hadji Malick Fall
di Riccardo Mini
con Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini,
Vladimir Todisco Grande, Marco Pezza
costumi Maria Eugenia D’Aquino
regia Valentina Colorni
consulenza matematica Prof. Alberto Colorni, docente di Ricerca
Operativa al Politecnico di Milano
pubblico: da 3 a 8 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore con pupazzi
progetto Teatro in Matematica a cura di Maria Eugenia D’Aquino
pubblico: da 14 anni - durata: 60 minuti
teatro d’attore
spettacolo riservato agli studenti del Liceo Scientifico
“Lorenzo Respighi” di Piacenza
Cosa hanno in comune il trasporto degli
alunni, il Sudoku, l’organizzazione dei voli di
una compagnia aerea, la pulizia delle strade
di una città, la metropolitana di Londra, una
formula chimica, la colorazione delle carte
geografiche, la rete Internet? Apparentemente nulla. In realtà uno dei più potenti
strumenti che la matematica ha creato per
rappresentare, studiare, risolvere i suoi problemi: i grafi.
Un grafo è un insieme di “cose” - punti,
nodi, i vertici del grafo - aventi un qualche
tipo di connessione tra loro - linee, archi.
Dove questi oggetti effettivamente si trovino, non ha alcuna importanza, né cosa essi
esattamente siano: ognuno ha la libertà di
interpretare queste strutture astratte come
meglio crede, adattandole ai problemi concreti che si trova a dover affrontare. Ai nodi
e agli archi possono essere associate delle
informazioni, utilizzate poi per mostrare o
per analizzare situazioni diverse.
Così, la rete del metrò, con le sue le fermate
e le sue linee, costituisce un grafo: in esso
vengono ignorate alcune informazioni, ad
esempio le reali distanze tra le fermate, ma
poste in rilievo altre, ad esempio le linee, rossa, verde, gialla, con i nodi d’interscambio.
Ancora: gli scali aeroportuali sono i nodi e
le tratte sono gli archi del grafo che rappresentano l’organizzazione di una compagnia
aerea. I punti di raccolta degli scolari e i
percorsi per raggiungerli rappresentano un
grafo su cui è possibile risolvere il problema
di trovare il percorso migliore, ad esempio il
più veloce. Le molecole e i loro legami sono
spesso rappresentate come grafi.
La rete Internet è un caso forse più noto sotto gli occhi di tutti: il grafo evidenzia i nodi
con gli indirizzi - ormai un numero elevatissimo - e gli archi con i link che collegano un
sito a un altro; quando cerchiamo una parola con un motore tipo Google o Yahoo ci
viene mostrata una lista di siti, che è creata
in base al numero di link che “chiamano”
ciascun sito.
E il Sudoku? Cosa c’entra? La risposta durante lo spettacolo...
Una serie di misteri alla cui soluzione un
impavido detective giungerà, dopo aver
tentato varie strade, proprio grazie all’aiuto
di un grafo. Una Königsberg, la nostra, che
non è quella reale, ma un’altra, immaginata,
astratta, quasi stilizzata. Una serie di punti
e di linee: o per meglio dire un grafo, appunto.
Un modo divertente di esplorare un affascinante ramo della matematica che va sotto il
nome di “teoria dei grafi” e che, dietro un
nome all’apparenza misterioso, nasconde il
segreto per trovare la “via maestra”, la via
più breve, la via più ambita e ricercata da
tutti gli uomini, dalla notte dei tempi ad
oggi. Attraverso la matematica e per mezzo
dei grafi potremmo non smarrirci più per vie
traverse, sperperare tempo e danaro, prendere direzioni sbagliate senza poter tornare
indietro.
Al termine dello spettacolo i protagonisti
insieme al consulente scientifico incontreranno e dialogheranno con il pubblico.
in collaborazione con
Lo spettacolo viaggia nel mondo dei grafi
sotto forma di un giallo, ambientato nella
città di Königsberg, dove nel 1736 nacque
la teoria dei grafi ad opera del grande matematico svizzero Leonardo Eulero, che qui
viveva.
Lo spettacolo, che vede protagonista Idea
con i pupazzi Calzino e Blublù, presenta ai
bambini un tema di attualità per il nostro
pianeta: la graduale sparizione di specie animali e di piante.
Com’è tradizione dei nostri allestimenti, la
tematica viene presentata in termini favolistici per sensibilizzare i bambini su problemi
importanti e complessi, senza però rinunciare al gioco, allo scherzo e all’avventura.
La storia si svolge in un bosco della Cina
dove Maga Cornacchia, per preparare una
pozione magica, cattura un piccolo esemplare di panda con la sua mamma. Il cucciolo
però fugge e, dopo aver superato la sua timidezza, si mette in contatto con Idea e i suoi
amici. Non resta che liberare la mamma e
avvisare anche gli altri panda della minaccia
che incombe sul bosco.
Per lanciare il suo segnale di pericolo il cucciolo dovrà trovare alcune piante. Salvare la
mamma appare invece un’impresa assai più
ostica: a sorvegliare la prigione c’è infatti un
temibile drago cinese, alleato di Maga Cornacchia.
Ma non preoccupatevi: un’idea luminosa di
Blublù sistemerà ogni cosa…
La compagnia
La compagnia teatrale Gli Alcuni è nata nel
luglio del 1973. I suoi fondatori, Sergio Manfio, Francesco Manfio e Laura Fintina, hanno
immediatamente intuito il valore che il teatro
può rappresentare da un punto di vista educativo e rivolto così la loro attenzione verso
le giovani generazioni. Nel corso degli anni
il lavoro de Gli Alcuni si è concentrato sul
rapporto tra comunicazione ed educazione,
arrivando a intervenire su diversi ambiti della
comunicazione multimediale: dalla fiction ai
cartoni animati, passando per l’editoria, la
musica e la formazione.
“Ogni forma di comunicazione prevede una
sua dimensione educativa, e ogni forma di
educazione non può prescindere da un livello di comunicazione”.
A settembre 2005 il Ministero per i Beni
e le Attività Culturali ha riconosciuto alla
compagnia teatrale Gli Alcuni lo status di
Teatro Stabile di Innovazione per l’infanzia
e la gioventù, sancendo così il suo ruolo fondamentale nel panorama teatrale nazionale,
regionale e cittadino.
Ad oggi l’associazione Gli Alcuni produce
spettacoli teatrali per l’infanzia, organizza il
Festival internazionale di cinema per ragazzi
“Ciak Junior”, cura laboratori sul cartone
animato, promuove corsi di cabaret e scuole
di teatro per giovani e adulti, organizza rassegne di Satira e di Gospel. Da diversi anni,
inoltre, si occupa di organizzare rassegne
teatrali per molteplici comuni e province
venete.
Importantissima inoltre l’attività teatrale
svolta al Teatro Sant’Anna di Treviso dove
vengono proposti cartelloni come “Una fetta
di teatro”, rassegna domenicale per famiglie
che raccoglie alcuni dei migliori spettacoli
italiani, e cartelloni scolastici come “Spazio
al Teatro” e “Protagonisti”.
SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE OSPITI
NEI CIELI DI MIRÒ
DAL FUMETTO AL TEATRO D’OMBRE
TEATRO DEL BURATTO
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Liberamente ispirato ai quadri di Mirò
e al racconto di Daniel Pennac Il giro del cielo
Parte I - Il fumetto si fa ombra
ideazione e ricerca formale Jolanda Cappi, Giusy Colucci,
Marialuisa Casatta, Nadia Milani
con la collaborazione di Luca Massiotta
regia Jolanda Cappi, Giusy Colucci
scene e oggetti realizzati dal laboratorio del Teatro del Buratto
con Raffaella Montaldo, Elena Borghi, Marialuisa Casatta,
Nadia Milani, Angela Fracchiolla, Elena Veggetti, Paolo Pili
in scena Marialuisa Casatta, Marta Lucchini, Nadia Milani,
Elena Veggetti
disegno luci Marco Zennaro
musiche Mauro Casappa
pubblico: da 4 a 8 anni - durata: 50 minuti
teatro d’animazione su nero
Per Mirò il colore dei sogni è il blu. Blu come
il cielo. Nei suoi quadri onirici lo spazio del
cielo si colora di diversi toni di blu con piccoli
segni, punti, macchie sfumate che lo aprono
all’immaginazione e al sogno.
A quel cielo blu e alle immagini fantastiche
di Mirò si è ispirato Daniel Pennac per raccontare un tenero dialogo tra un padre e una
figlia che, in un sogno di quando era piccola,
si è ritrovata nei luoghi e tra i personaggi
dell’infanzia del padre.
Da queste due suggestioni nasce l’idea del
nostro spettacolo.
Sul filo del racconto di Pennac, che parla
di sogni, di paure, di desideri dell’infanzia,
prendono vita le immagini di alcuni quadri
di Mirò, (L’Orto, Carnevale di Arlecchino, Ritratto di Mills, La Luna, Il Circo) evocati con
animo infantile e che hanno un forte legame
con la fantasia del bambino.
Lo spettacolo è giocato con grande libertà
usando i linguaggi dell’animazione, del gioco di ombre e di luci, del corpo nello spazio,
delle deformazione ironica delle forme, con
la poesia della parola e della musica.
Nei cieli di Mirò è rivolto a un pubblico di
bambini che sicuramente riconoscono nei
segni, nelle linee, nella simbologia delle forme di Mirò la loro stessa libertà fantastica,
ma è anche rivolto a tutti i “grandi“ che
possiedono ancora quella leggerezza “divagante“ dell’infanzia.
LABORATORI
42
Percorso di aggiornamento per docenti
a cura di Nicoletta Garioni
per insegnanti, educatori e animatori
Il fumetto è caratterizzato da una forte
componente emozionale ed empatica. I
personaggi dei fumetti ci trascinano nei loro
mondi ed alimentano il nostro immaginario,
emozionano e coinvolgono in modo trasversale platee estremamente eterogenee.
I personaggi di alcuni fumetti diventano vere
e proprie icone, più popolari di tanti personaggi in carne ed ossa.
Che cosa hanno in comune il fumetto e il
teatro d’ombre? Certamente il fatto di essere due linguaggi nati per raccontare e rappresentare storie. È possibile trovare punti
di incontro e di scambio tra questi mondi?
Come sviluppare attraverso lo spazio e il
tempo narrativo e tecnico del teatro d’ombre
la struttura “a sequenze” tipica del fumetto? Come staccare dalla carta i personaggi
del fumetto e farli vivere in una dimensione
d’ombra?
Il laboratorio Dal fumetto al teatro d’ombre
si propone di indagare le possibili modalità
di traduzione e di interazione tra il fumetto e il teatro d’ombre al fine di identificar-
ne e definirne i percorsi espressivi comuni.
Dall’analisi delle specifiche caratteristiche
di questi due linguaggi partirà un percorso
guidato che fornirà agli insegnanti strumenti
teorici e operativi per poter realizzare esperienze d’ombre direttamente con i bambini
nelle scuole.
Il laboratorio sarà incentrato sull’opera di
un autore e sulle sue storie disegnate. Si
indagheranno le sue forme narrative, i suoi
personaggi e lo stile grafico che lo caratterizza, per poi entrare nel territorio del teatro
d’ombre attraverso l’esplorazione del mondo
delle figure d’ombra, delle sagome e della
tecnica di costruzione.
Il mondo del fumetto e quello del teatro
d’ombre si incontreranno dunque nel percorso del laboratorio: le sequenze e i linguaggi
tipici dell’uno si confronteranno con le possibilità di rappresentazione tipiche dell’altro. I
protagonisti dei fumetti si trasformeranno in
sagome d’ombra pronte ad esplorare nuovi
spazi scenici e nuove possibilità espressive a
loro disposizione.
Programma e informazioni
Officina delle Ombre
martedì 6 marzo 2012 - ore 17
Officina delle Ombre
martedì 13 marzo 2012 - ore 17
Officina delle Ombre
martedì 20 marzo 2012 - ore 17
Officina delle Ombre
martedì 27 marzo 2012 - ore 17
Officina delle Ombre
martedì 3 aprile 2012 - ore 17
Officina delle Ombre
martedì 17 aprile 2012 - ore 17
Gli incontri sono di carattere teorico-pratico
e la loro durata è prevista dalle ore 17 alle
ore 19.30. Il calendario potrà subire delle
variazioni.
44
LABORATORI
TUTTI I COLORI DELL’OMBRA
LABORATORI
PICCOLI INCONTRI CON L’OMBRA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Una giornata di laboratorio sull’ombra
che può essere “spesa” su una sola classe o su più
classi per tutta la durata dell’orario scolastico
Una giornata all’Officina delle Ombre
in compagnia delle nostre ombre
per giocare e divertirsi ma anche imparare
a cura di Federica Ferrari
a cura del gruppo artistico di Teatro Gioco Vita
per le Scuole dell’Infanzia e Primarie
Cos’è un’ombra? Indaghiamo questa compagna di giochi. Di che cosa è fatta? È solo
un piccolo pezzo di buio che ci segue, che
è sempre con noi... ma è davvero solo un
pezzo di buio? Che cosa ci racconta? Quali
sono i colori dell’ombra?
E ancora. Può l’ombra di un piccolo bambino
diventare paurosa? Può un’ombra diventare
l’ombra di un pesce? Quand’è che un’ombra diventa la mia? I giocattoli ce l’hanno
l’ombra? Un’ombra sulla faccia fa male?
Quand’è che un’ombra...
Il laboratorio Tutti i colori dell’ombra è un
percorso ludico e sensoriale concepito per
condurre il bambino alla scoperta dell’ombra e delle sue particolarità. Dell’ombra si
indagheranno le caratteristiche peculiari dal
punto di vista fisico (ingrandimento, deformazione, materia, ecc.); i limiti e le potenzialità in merito alle capacità informative e
comunicative (il “raccontare” una forma,
una figura, una storia); la dimensione del
quotidiano e dello straordinario (ombre dei
giocattoli, ombre delle sagome); le relazioni
con altri linguaggi espressivi (libri, cartoni
animati, ecc.).
In concreto si metteranno i bambini a contatto con situazioni e materiali d’ombra attraverso esercizi e giochi miranti allo sviluppo delle loro capacità percettive, cognitive e
comunicative, nonché delle sue potenzialità
espressive e creative.
I giochi proposti faranno riferimento a:
• il buio, la luce, la penombra, l’ombra;
• immagini d’ombra corporea;
• immagini d’ombra con giocattoli, figure
fisse e mobili;
• comparazioni tra ombre astratte-figurate,
fisse-mobili, nere-colorate, ecc.;
• drammatizzazioni: relazioni tra più figure
proiettate.
La caratteristica principale di questo labora-
torio è quella di essere concepito per adattarsi alle situazioni ambientali (i luoghi e gli
spazi, all’aperto e al chiuso della scuola),
contestuali (il numero di bambini, di sezioni
o di classi) e ai tempi a disposizione. Anche
i contenuti dell’intervento saranno modellati
sulla situazione scolastica in cui il laboratorio è previsto.
Programma e informazioni
Date e orari da concordare con le scuole interessate.
Necessaria la disponibilità di uno spazio
ampio, libero da ingombri e completamente
oscurabile.
La giornata di lavoro può essere “spesa” su
una sola classe o su più classi per tutta la
durata dell’orario scolastico.
Costo totale: 200 euro per l’intera giornata
(quota comprensiva di preparazione, allestimento e materiali di consumo).
per le Scuole Primarie
Coraggio, venite, facciamo un piccolo viaggio
insieme: andiamo tutti ad incontrare l’ombra. La nostra, quella dei nostri amici. Basta
poco. Ci chiudiamo in una stanza, accendiamo una piccola luce e voilà, eccoci arrivati
alla meta. L’ombra si rivela, prima timida poi
sempre più giocosa. Cambia dimensione, si
trasforma, si diverte a sorprenderci e a meravigliarci... Possiamo giocare insieme a lei o
rimanere ad ascoltarla. Perché l’ombra qualcosa racconta sempre... di lei, di noi, degli
uomini e del mondo. Forza, chi di voi vuol
venire ad incontrare l’ombra?
Dalla scoperta della propria ombra alla prima
sagoma, dall’ombra in piedi a quella in trasparenza, dai giochi con la luce a quelli con
lo schermo. Un percorso ludico che permette
ai bambini di familiarizzare con un elemento
che appartiene alla loro vita quotidiana ma
che può, se sollecitato, esprimere un enorme
potenziale espressivo.
Ma prima ancora che un percorso di gioco
sull’ombra Piccoli incontri con l’ombra è un
momento di incontro tra un gruppo di bambini e gli artisti della compagnia di Teatro
Gioco Vita che aprono il loro laboratorio e
li invitano a condividere, per una giornata,
quello strano mondo che è un laboratorio
teatrale. Un mondo fatto nello stesso tempo di regole rigidissime e libertà sfrenata,
di gioco e di lavoro, di pratiche artigianali
di costruzione e momenti di studio e riflessione. Un mondo fatto di bui attraversati da
poetiche luci, di bianchi e neri invasi da miriadi di colori, di corpi pesanti duplicati dalle
loro ombre leggere, di silenzi profondi pieni
di voci misteriose.
Questo è dunque il significato primo, più
importante, di Piccoli incontri con l’ombra:
semplicemente lo scambio, la comunione
delle idee e dei pensieri, il fantasticare, il
raccontarsi e il giocare tra adulti e bambini
senza altri fini che il piacere dello stare insieme. Tutto questo è molto più facile in quello
strano luogo che è un laboratorio teatrale,
una fabbrica di sogni, l’officina dell’impossibile.
Programma e informazioni
Officina delle Ombre
dalle ore 9
(orari e date da definire con i partecipanti)
Il laboratorio è a pubblico limitato e rivolto a
una classe. La partecipazione prevede un costo di 8 euro a bambino (quota comprensiva
di preparazione, allestimento e materiali di
consumo - possibilità di consumare il pranzo al
sacco all’Officina delle Ombre).
46
LABORATORI
IL MESTIERE DEL TEATRO
LABORATORI
STRISCE D’OMBRA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Una giornata all’Officina delle Ombre con la
Compagnia di Teatro Gioco Vita per vedere come
si “fa” uno spettacolo
Un viaggio nei mondi del fumetto
a cura del gruppo artistico di Teatro Gioco Vita
a cura del gruppo artistico di Teatro Gioco Vita
Laboratorio teatrale
per le Scuole Secondarie di 1° grado e Superiori
Come si fa uno spettacolo? Quanto tempo
ci vuole? Perché avete scelto di raccontare
questa storia? Come si fa a diventare un attore? Tu, quanti anni hai?
Queste sono alcune delle tante domande
che alla fine di uno spettacolo ci vengono
normalmente rivolte dai ragazzi. Domande
che spaziano dai contenuti alle tecniche,
dai perché ai come, dall’artistico al personale. Domande alle quali frettolosamente
cerchiamo di dare risposte nel disordine di
una sala che si sta rumorosamente svuotando. Finiamo qualche volta col dubbio di non
aver dato la giusta risposta e, spesso, di non
aver risposto a tutti. Ma rimaniamo sempre
con l’impressione che in quei veloci e all’apparenza banali scambi di battute ci sia molto
del senso vero del teatro che facciamo e in
cui crediamo.
La proposta contenuta ne Il mestiere del teatro nasce dal radicarsi di questa impressione
e dal bisogno di dare risposte alle domande
che sollecita.
Il mestiere del teatro è dunque concepito
come momento di incontro tra un gruppo di
ragazzi e alcuni teatranti della compagnia di
Teatro Gioco Vita.
È un modo di favorire uno scambio che altrimenti avvertiamo sempre come troppo
fugace.
È un modo per prenderci tutti il tempo di
parlarci con calma, ponendoci tutte le domande che vogliamo e dandoci la possibilità
di rispondere nel modo più esaustivo possibile.
È un modo di condividere, per una giornata,
quello strano mondo che è un laboratorio
teatrale.
Un mondo fatto nello stesso tempo di disciplina rigidissima e di libertà sfrenata, di
gioco e di lavoro, di pratiche artigianali di
costruzione e momenti di studio e riflessione.
Un mondo fatto di bui attraversati da poetiche luci, di bianchi e neri invasi da miriadi
di colori, di corpi pesanti duplicati dalle loro
ombre leggere, di silenzi profondi pieni di
voci misteriose.
Un mondo dove non solo le parole sanno
dare risposte alle nostre domande, dove è
spesso attraverso il gioco di gruppo, l’esercizio individuale, la pratica manuale, il coinvolgimento emotivo, l’uso del corpo che
troviamo quello che cerchiamo.
Il mestiere del teatro non sarà per questo un
incontro fatto di sole parole ma solleciterà
un coinvolgimento ludico e fisico dei ragazzi,
fatto di giochi e modi di comunicazione che
favoriscano lo scambio, la comunione delle
idee e dei pensieri, il fantasticare, il raccontarsi tra adulti e ragazzi, senza infingimenti.
Tutto questo è molto più facile in quella fabbrica dell’impossibile che è un laboratorio
teatrale.
Programma e informazioni
Officina delle Ombre
dalle ore 9
(orari e date da definire con i partecipanti)
Il laboratorio è a pubblico limitato e rivolto a
una classe. La partecipazione prevede un costo di 8 euro a studente (quota comprensiva
di preparazione, allestimento e materiali di
consumo - possibilità di consumare il pranzo
al sacco all’Officina delle Ombre).
per una classe di Scuola Secondaria di 1° grado
Che cos’è un fumetto? Dove si legge? Quando si legge? Perché piace tanto ai ragazzi?
Che cosa ha in comune il fumetto con il
teatro d’ombre?
Il fumetto: una forma espressiva immediata e accattivante così poco tecnologica ma
capace di affascinare i giovani e gli adulti,
in grado di racchiudere in un foglio di carta
disegno, parola, immagine e colore.
ll fumetto è azione, velocità, immediatezza
ma anche sospensione. Nel fumetto la comunicazione avviene su differenti piani in
modo contemporaneo. Le storie vengono
sviluppate attraverso sequenze di vignette
che vivono in un piccolo spazio definito in
grado di trasmetterci le azioni, i pensieri e i
dialoghi dei protagonisti.
Il fumetto è coinvolgente, permette al lettore di immergersi in un immaginario fatto di
regole precise, di stili grafici estremamente
differenti le cui regole sono dettate dai diversi autori.
Dopo aver ampiamente esplorato i territori
del libro illustrato Teatro Gioco Vita apre ora
una finestra sul mondo del fumetto. Fumetto
e teatro d’ombre. Che cosa accomuna l’utilizzo del segno grafico nel fumetto e nell’ombra? Come si possono staccare i personaggi
dalla “striscia” e farli vivere in ombra? Come
viene utilizzato lo spazio nella vignetta e sul
palcoscenico?
Domande alle quale si vorrebbe rispondere
grazie al contributo e al coinvolgimento dei
più assidui lettori di fumetti: i ragazzi. Chi
meglio di loro può accompagnarci in questa
esplorazione e ricerca?
Il laboratorio Strisce d’ombra. Un viaggio
nei mondi del fumetto si propone come
un viaggio ludico-espressivo in cui i ragazzi e la compagnia artistica di Teatro Gioco
Vita si confronteranno con i due linguaggi.
Dall’analisi delle specificità del linguaggio
del fumetto, di come la realtà venga interpretata nello stile grafico e nella narrazione,
di come le emozioni possano essere rappresentate e disegnate, alla dimensione espressiva dell’ombra e al linguaggio proprio del
teatro d’ombre.
Programma e informazioni
Il laboratorio sarà articolato in 5/6 incontri, secondo un calendario che sarà concordato con
la classe interessata. Il percorso si svilupperà
in parte in sede scolastica e in parte presso il
laboratorio Officina delle Ombre.
48
LABORATORI
LABORATORI
PROGETTO SHAKESPEARE
LA COMMEDIA DELL’ARTE
Laboratorio teatrale in 12 incontri
La dodicesima notte… amori e sogni
a cura di Nicola Cavallari
Laboratorio teatrale pratico-intensivo
a cura di Valentina Escobar
per una classe di Scuola Secondaria Superiore
per una classe di Scuola Secondaria Superiore
La Commedia dell’Arte è un genere teatrale
nato nella prima metà del 1500 in Italia, che
affonda le sue radici nella “tradizione popolare zannesca”. Ancora oggi appartiene ad
un genere di teatro popolare e di piazza. Le
sue caratteristiche più note ed evidenti sono
la maschera e l’improvvisazione. Gli attori
“calzano” la maschera, il viso dunque è celato e non può più servire per definire i vari
stati d’animo dei personaggi. Sarà il corpo,
nella sua infinita potenzialità, a farsi principale portavoce dell’“evento scenico”.
La tecnica dell’improvvisazione consiste nel
dare un tessuto verbale all’improvviso di una
storia di cui gli attori conoscono lo scenario.
Seguendo canovacci stabiliti, gli attori “improvvisano” attingendo al loro repertorio, rimanendo in stretto contatto con il pubblico,
sempre diverso, che hanno davanti. Questa
necessità di cambiare, di improvvisare, appunto, conferisce alla commedia la specificità di “vagabondare” costantemente, e agli
attori di rimanere costantemente concentrati
e iperreattivi.
Gli argomenti trattati nei canovacci sono
legati al potere, all’amore, alla fame, cioè
ai motori che muovono le maschere; le
ambientazioni sono lontane nel tempo, ma
spesso ciò diventa un escamotage per parlare dell’oggi; non esistono scenografie, è
abilità delle maschere far vedere al pubblico
ciò che non c’è fisicamente ma che esiste
nella storia.
Il successo della Commedia dell’Arte, che
è riuscita ad attraversare i secoli, lasciando segni ovunque, sta nel linguaggio, nelle
modalità di comunicazione che gli attori
utilizzano per svolgere le loro performance,
nella miscela e nell’uso di forme espressive
diverse. Basta prendere un personaggio della Commedia dell’Arte in azione per rendersi
conto di come usa il proprio corpo: gestualità fantasiosa, ritmi sottratti alla quotidianità,
invenzioni vocali, costumi colorati e ricchi di
fantasia che alludono ad altri contesti, azioni
pantomimiche che sconfinano nella danza,
ma soprattutto l’uso della maschera che
subito annuncia la tipologia del personaggio e del suo carattere. Sono tutti elementi
leggibili a qualsiasi latitudine e da qualsiasi
persona, colta o non colta, anche se non
conosce il valore semantico delle parole che
vengono pronunciate.
Argomenti del laboratorio
• I meccanismi della Commedia dell’Arte
• L’uso della maschera
• Le basi dell’improvvisazione
• I caratteri e i personaggi della Commedia
dell’Arte (servi, vecchi, capitani, innamorati,
nobili,…)
• La ricerca della propria maschera
• Il coro e il ritmo
• La respirazione
• Il duello teatrale
• La pantomima
• La costruzione di un canovaccio
L’approfondimento di queste tecniche sarà
legato alla durata del laboratorio e alla ricettività dei partecipanti; al tempo stesso si cercherà di esaltare le capacità e le conoscenze
già in possesso dei partecipanti, in perfetto
stile dei comici della Commedia dell’Arte.
Al termine del percorso si porterà in scena
un breve canovaccio, quale dimostrazione
del lavoro fatto insieme, ovviamente aperto
al pubblico, vero cuore e soffio vitale per chi
lavora in maschera.
Programma e informazioni
Il calendario e le modalità di realizzazione
del laboratorio saranno concordati con la
classe interessata.
A conclusione del percorso formativo sarà
allestita una performance aperta a tutto il
pubblico, inserita nel cartellone Pre/Visioni
della Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza (data da definire,
maggio-giugno 2012, Teatro Comunale Filodrammatici).
Nicola Cavallari
Diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna
diretta da Alessandra Galante Garrone, è
uno tra gli attori di Commedia dell’Arte
maggiormente riconosciuti.
Collabora con la compagnia Pantakin di Venezia, con cui completa la sua formazione
sull’uso delle maschere della Commedia
dell’Arte e lavora nelle produzioni realizzate
dal 2000 al 2005 partecipando sempre alla
stesura dei canovacci e delle drammaturgie.
Nel 2001 lavora con La Piccionaia di Vicenza
e nel 2003 viene chiamato in Ungheria per
lo spettacolo Woyzeck, soldato Pulcinella,
rivisitazione del capolavoro di Büchner. Nel
2004, di nuovo in Italia, lavora con Marco
Manchisi e dal 2005, grazie alle sue abilità,
inizia nuove collaborazioni con la compagnia
MAAN di Riccione e con Teatrovivo di Cotignola. Nel 2009 lavora con la compagnia veneziana Arte-Mide ed è tra i fondatori della
compagnia teatrale di Commedia dell’Arte
Mascherà di Monza. Collabora con l’Università IUAV di Venezia e tiene regolarmente laboratori sulla Commedia dell’Arte. Oltre che
su tutto il territorio nazionale italiano, Nicola
Cavallari ha portato i suoi spettacoli di commedia dell’arte in Francia, Svizzera, Slovenia,
Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Germania, Belgio, Ungheria e Romania. I caratteri e le maschere da lui usati in scena negli
anni sono: Pantalone, Brighella, il Capitano,
il Magnifico, Tartaglia, l’Innamorato, l’Innamorata, lo Zanni, il Dottore.
Dopo gli ottimi risultati di Antonio e Cleopatra... passioni e poesie, laboratorio realizzato
con una classe del Liceo “Gioia” nella passata stagione, il Progetto Shakespeare continua la sua vita teatrale con La dodicesima
notte... amori e sogni.
Il laboratorio teatrale pratico-intensivo /
spettacolo Progetto Shakespeare. La dodicesima notte... amori e sogni, è rivolto a
giovani studenti appassionati e interessati di
teatro ed è curato da Valentina Escobar, operatrice teatrale, formatrice, giovane regista,
aiuto regista di alcuni tra i più grandi Maestri
del teatro italiano e internazionale.
Progetto Shakespeare. La dodicesima notte... amori e sogni vuole essere un’esperienza poetica teatrale e formativa nella quale
tutti gli “allievi attori” si confronteranno con
una giovane regista e alcune scene dell’opera di William Shakespeare. Il copione su cui
i “giovani attori” lavoreranno è il risultato
di una minuziosa operazione drammaturgica
della stessa Valentina Escobar. L’affascinante commedia di natura esotica, filosofica e
al tempo stesso ironica, favolistica, poetica
e intrigante, attraente specchio della vita e
del teatro, dei desideri, della fantasia, delle
passioni, dei sogni e della realtà è capace di
appassionare il suo pubblico e i più grandi
interpreti teatrali e cinematografici.
Tale copione potrà essere modificato durante il percorso in base ad esigenze pratiche
formative, registiche, drammaturgiche e
attoriali. Il laboratorio-spettacolo prevede
sia una fase iniziale di training con esercizi propedeutici finalizzati alla conoscenza
del proprio corpo, alla concentrazione, alla
creazione di un gruppo di “attori” compatto,
all’utilizzo della propria voce e alla creazione del personaggio, sia una sezione in cui
si lavorerà all’analisi testuale, dei principali
temi drammaturgici, alla creazione e al montaggio delle scene. Il risultato finale di tale
percorso formativo sarà l’avvicinamento al
mondo del teatro, alla sua professione, la
scoperta della poeticità e dell’unicità espressiva di ogni attore partecipante,la creazione
di un possibile atto unico di circa un’ora e
un quarto incentrato sulle figure dei giovani gemelli sopravvissuti al naufragio Viola
e Sebastian, Olivia e il Duca Orsino, in cui
protagonisti però saranno tutti gli interpreti
indipendentemente dal numero di battute dette, proprio in nome di quell’armonia
indispensabile per fare teatro e musica, per
creare, crescere e vivere.
Programma e informazioni
Il calendario e le modalità di realizzazione
del laboratorio saranno concordati con la
classe interessata.
A conclusione del percorso formativo sarà
allestita una performance aperta a tutto il
pubblico, inserita nel cartellone Pre/Visioni
della Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza (data da definire,
maggio-giugno 2012, Teatro Comunale Filodrammatici).
Principali obiettivi del progetto
Valentina Escobar
• Serietà professionale e divertimento
nell’affrontare il percorso teatrale
• Sviluppare competenze teatrali con esperienze pratiche di lavoro
• Trovare una propria verità partendo dal
testo, dalla voce e dal corpo
• Scoprire la propria poeticità e unicità attoriale con l’espressività di corpo e voce
• Sviluppare la propria presenza scenica
lavorando sull’urgenza dell’attore, sul significato del testo.
• Dialogo immaginario tra il proprio ego e il
personaggio da interpretare
• Dialogo col testo e la musica
• Affinare le proprie capacità di ascolto, di
relazione con gli altri attori e personaggi
• Trovare una giusta armonia tra parola detta, canto e musica
• Creare “personaggi vivi”, “elevarsi“ al
personaggio
• Osservare un modello, capirlo e rielaborarlo per renderlo credibile e verosimile
• Cercare un linguaggio “epico”, senza
perdere poesia, passione, ironia, intensità e
credibilità
• Avvicinare concretamente al mondo del
teatro, con passione, serietà professionale e
rispetto, anche i più giovani, preziose risorse
del presente e del futuro.
Regista, operatrice teatrale e formatrice.
Nell’ambito del Festival del Piccolo Teatro del 2001 ha collaborato con numerose
compagnie, provenienti da tutto il mondo,
specializzate in teatro ragazzi e formazione
per ragazzi. Ha lavorato più volte anche con
Teatro Gioco Vita di Piacenza per la mostra/
spettacolo dedicata ad Emanuele Luzzati,
il Piccolo Teatro di Milano, il Conservatorio
Giuseppe Verdi di Milano. È stata assistente e aiuto regista di alcuni tra i più grandi
Maestri del teatro italiano e internazionale,
ha lavorato con Carlo Battistoni, Andrea
Jonasson, Marise Flach, Robert Carsen,
Walter Pagliaro, Alexander Edtbauer, Oliver
Kloeter, Carmelo Rifici, Stefano De Luca,
Paolo Panizza, Egisto Marcucci, Elisabetta
Courir, Filippo Crivelli, solo per citarne alcuni. In qualità di formatrice e regista assistente ha curato laboratori presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e, per conto del
Piccolo Teatro di Milano, presso il Teatro Persiani di Recanati, lavorando su Purcell, Shakespeare, Brecht, Louis Jouvet. Con il Piccolo
di Milano ha ripreso più volte La storia della
bambola abbandonata di Strehler, occupandosi della regia, della formazione dei giovani
attori e dei bambini protagonisti e curando
anche laboratori correlati allo spettacolo.
50
LABORATORI
LA SOSTANZA DEI SOGNI
Il teatro comico di Shakespeare, tra il palcoscenico
e il grande schermo
a cura di Chiara Merli
per le Scuole Secondarie Superiori
Il Sogno di una notte di mezza estate, nuova
produzione di Teatro Gioco Vita che fonde
ombre, musica e danza in un insieme di rara
suggestione, offre lo spunto per la proposta
di un percorso di approfondimento dell’opera shakespeariana, con particolare riferimento alle commedie più celebri del Bardo.
Un percorso “open”, pensato per le scuole
superiori, che si snoda tra incontri di approfondimento, proiezioni cinematografiche e,
naturalmente, spettacoli teatrali, offrendo
alle singole classi la possibilità di costruire
autonomamente, sulla base delle proprie
esigenze, un viaggio alla scoperta del grande
teatro comico shakespeariano.
Alla visione degli spettacoli teatrali saranno
abbinati incontri di presentazione, nei quali
verranno introdotti i temi principali del teatro comico del Bardo ed approfonditi aspetti
peculiari dei testi oggetto di rappresentazione, oltre a incontri successivi alla visione,
finalizzati a sviluppare una riflessione sulle
messinscene, anche con la partecipazione degli artisti protagonisti e del regista
Fabrizio Montecchi. Le pellicole tratte da
testi shakespeariani saranno proiettate, in
versione integrale o parziale, e commentate, con riferimento al lavoro di adattamento
cinematografico dei testi drammaturgici e
mediante il confronto con differenti versioni
filmiche dei testi in oggetto.
Il laboratorio intende guidare gli studenti
alla conoscenza approfondita delle opere
shakespeariane proposte, attraverso il confronto tra differenti linguaggi e mezzi di comunicazione. Da un lato, il percorso si pone
l’obiettivo di fornire ai partecipanti, attraverso l’analisi dei testi del Bardo e delle loro
messinscene, strumenti per la comprensione
e la fruizione consapevole degli spettacoli
teatrali; dall’altro, intende fornire la possibilità di conoscere i fondamenti del linguaggio
cinematografico attraverso la visione, il commento e l’analisi dei film presentati. È consigliata agli studenti la lettura delle opere in
esame prima della visione dei film.
Gli spettacoli
Teatro Gioco Vita / Imperfect Dancers
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA ESTATE*
Per corpi e ombre
da A Midsummer Night’s Dream di
Félix Mendelssohn-Bartholdy
regia e scene Fabrizio Montecchi
coreografia Walter Matteini
maschere e sagome Nicoletta Garioni
una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro
Stabile di Innovazione, Fondazione Teatro
Comunale di Modena, Fondazione Teatri di
Piacenza, Imperfect Dancers
Teatro Municipale
domenica 4 marzo 2012 - ore 21
(Stagione Danza del Teatro Municipale Fondazione Teatri di Piacenza)
lunedì 5 e martedì 6 marzo 2012 - ore 10
(Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco)
*la visione di questo spettacolo è assolutamente consigliata
Leo Gullotta
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR*
di William Shakespeare
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer,
Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini
e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci,
Valentina Gristina
regia Fabio Grossi
produzione Teatro Eliseo
Teatro Municipale
martedì 13 e mercoledì 14 marzo 2012
- ore 21
(Stagione di Prosa “Tre per Te” - Prosa)
*la visione di questo spettacolo è facoltativa
Le proiezioni
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA ESTATE
regia di Michael Hoffman,
Usa, 1999, col., 123’
Teatro Comunale dei Filodrammatici
venerdì 16 marzo 2012 - ore 9.15
MOLTO RUMORE PER NULLA
regia di Kenneth Branagh,
Gb/Usa 1993, col., 110’
Teatro Comunale dei Filodrammatici
giovedì 12 aprile 2012 - ore 9.15
Gli incontri
Il numero, il programma e i contenuti degli
incontri saranno concordati con gli insegnanti delle classi interessate.
Informazioni
Le classi potranno scegliere numero e tipologia degli incontri da inserire nel percorso,
a seconda delle proprie esigenze e interessi,
concordando date e modalità di svolgimento
direttamente con la responsabile del laboratorio.
Il laboratorio prevede tre tipologie di incontri: incontri propedeutici alla visione degli
spettacoli (due incontri introduttivi al Sogno
di una notte di mezza estate, un incontro
introduttivo a Le allegre comari di Windsor)
e incontri successivi alla visione. Gli incontri
si svolgeranno presso le sedi scolastiche e
saranno gratuiti.
Le proiezioni cinematografiche prevedono un’introduzione al film, la sua visione e
l’analisi di alcune sequenze funzionali ad
individuare i punti di contatto e le differenze
tra testo drammaturgico, letterario e filmico.
Per le proiezioni è previsto un biglietto d’ingresso per gli studenti del costo di euro 3,50
(insegnanti/accompagnatori omaggio).
Per gli spettacoli il costo del biglietto è quello in vigore per le rassegne nelle quali sono
inserite le rappresentazioni.
52
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
GLI ELEMENTI DEL TEATRO
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
LA SCRITTURA SCENICA
Giorgio Strehler: per un teatro umano
Scrivere per il teatro:
l’esempio di tre spettacoli di Teatro Gioco Vita
Percorso di aggiornamento per docenti
Percorso di aggiornamento per docenti
a cura di Chiara Merli
a cura di Fabrizio Montecchi
per gli insegnanti
(gli incontri sono aperti a tutto il pubblico)
“Il teatro impegna totalmente un essere
umano a svelarsi e a mostrarsi agli altri nelle
sue profondità. La definizione migliore che
del teatro io conosca fino ad oggi è ancora
quella che un giorno Brecht scrisse tentando una definizione per il teatro: il teatro è
una azione che viene compiuta da un certo numero di donne e di uomini davanti a
delle altre donne e altri uomini raccontando
delle storie di altri, storie che sono o vere o
inventate o quasi inventate o quasi vere o
del tutto vere o del tutto false, ma che sono
delle storie degli uomini che vengono raccontate da donne e uomini ad altre donne
e uomini. Il teatro è una cosa estremamente
semplice”. Con queste parole Giorgio Strehler definiva la sua idea di teatro umano,
un teatro fatto da uomini e donne per altri
uomini e donne, un teatro di forte e chiaro
impegno civile, orgogliosamente incapace
di piegarsi ai compromessi del mercato. “Un
teatro d’arte, per tutti”: questo si proponeva
di essere nel 1947 il Piccolo Teatro di Milano,
fondato da Strehler con Paolo Grassi, primo
teatro stabile pubblico ad avviare un’autentica politica culturale in direzione del rinnovamento della scena italiana.
Giorgio Strehler, padre fondatore del teatro
di regia in Italia, lega il suo nome al Piccolo
per mezzo secolo, realizzando progetti memorabili, portando nel nostro Paese per la
prima volta testi e autori destinati a lasciare il segno nella storia della drammaturgia
europea, rinnovando la prassi della messinscena e definendo una poetica unica, dando
vita, sui palcoscenici dello stabile milanese, a
momenti di autentica magia teatrale.
Ponendosi come ideale prosecuzione del
percorso avviato nella scorsa stagione teatrale, il laboratorio intende concentrarsi sulla
figura di Giorgio Strehler e sul suo magistero
registico, soffermandosi in particolare sul
lavoro compiuto dal regista sugli autori che
più ne hanno segnato il percorso personale e
artistico, per concludere con uno sguardo sul
rapporto tra Strehler e il teatro musicale.
Programma e informazioni
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
martedì 17 gennaio 2012 - ore 17
Il gioco della storia e della magia: Strehler
incontra Shakespeare
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
martedì 31 gennaio 2012 - ore 17
“Il mio fratello teatrale”: Carlo Goldoni e
Giorgio Strehler
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
martedì 28 febbraio 2012 - ore 17
Il teatro politico di Bertolt Brecht, secondo
Strehler
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
martedì 13 marzo 2012 - ore 17
Teatro in musica: Giorgio Strehler e la lirica
Gli incontri hanno una durata di circa un’ora
ciascuno. La partecipazione è gratuita.
Tutte le lezioni, per le quali verranno forniti
materiali didattici, prevedono la proiezione
di DVD o VHS.
Il percorso formativo, rivolto agli insegnanti
delle scuole di ogni ordine e grado, è aperto
anche a tutto il pubblico fino ad esaurimento
dei posti disponibili.
Il laboratorio intende accompagnare i partecipanti in un percorso di studio e approfondimento attraverso gli elementi costitutivi
del linguaggio teatrale, alla scoperta della
grande lezione del padre fondatore del teatro di regia in Italia.
A coloro che seguiranno gli incontri è offerto il biglietto gratuito per assistere agli
spettacoli di Pre/Visioni (previa verifica della disponibilità di posti). La presenza dovrà
essere attestata dall’Ufficio Scuola di Teatro
Gioco Vita.
per gli insegnanti
(gli incontri sono aperti a tutto il pubblico)
Cosa vuol dire “adattare” un testo? Come
scrivere per la scena partendo da un romanzo o addirittura da una musica? Di quali
strumenti possiamo fare uso per rendere,
attraverso il processo di adattamento di un
testo, la complessità dell’atto teatrale?
Di questi e di altri argomenti, sempre legati
al tema di come scrivere per la scena, sono
incentrati i tre incontri condotti da Fabrizio
Montecchi di Teatro Gioco Vita e rivolti agli
insegnanti. Perché un regista e non un autore o un drammaturgo?
Perché quando uno spettacolo non è solamente basato sul testo recitato ma si avvale
di molteplici linguaggi è necessario andare
oltre gli strumenti della drammaturgia tradizionale e pensare a strumenti capaci di
garantire il controllo e la gestione, ad ogni
livello, di tutto il processo di creazione. Strumenti che non esprimano le sole intenzioni
del testo ma anche quelle della messa in
scena.
Perché in questa sede più che di drammaturgia tradizionale si tratterà di indagare una
forma di scrittura drammaturgica che favorisca la sintesi di tutti i linguaggi della scena, una scrittura che permetta la messa in
atto simultanea di tutti gli aspetti legati alla
progettazione di uno spettacolo: il testo, la
scenografia, il lavoro dell’attore, la musica,
le luci, per citare solo i principali.
Perché questo strumento, che qui chiamiamo scrittura scenica, fatto di testi, appunti,
disegni, foto, ecc., non è semplicemente da
intendersi come la stesura finale, il risultato,
di un processo, ma come il processo stesso.
Utile dunque in tutte le fasi di creazione di
uno spettacolo: dall’elaborazione del testo
alla concezione della scena, dal ruolo della
musica alla recitazione.
Per rendere tangibili i meccanismi legati alla
scrittura scenica ad ogni incontro verrà analizzato un diverso spettacolo di Teatro Gioco
Vita. Il Sogno di una notte di mezza estate
sarà l’occasione per parlare di come sia possibile assumere e trasformare una musica in
testo teatrale, Piccolo Asmodeus ci consentirà di indagare il processo di adattamento
di un testo narrativo in un testo teatrale,
mentre Ranocchio rappresenterà il pretesto
per riflettere sulla messa in scena del libro
illustrato.
Programma e informazioni
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
mercoledì 15 febbraio 2012 - ore 17
Scrivere con le parole: la letteratura come
testo. L’esempio di Asmodeus
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
mercoledì 7 marzo 2012 - ore 17
Scrivere senza parole: la musica come testo.
L’esempio de Il Sogno
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
mercoledì 21 marzo 2012 - ore 17
Scrivere con le figure: il libro illustrato come
testo. L’esempio di Ranocchio
Gli incontri hanno una durata di circa un’ora
e mezza ciascuno. La partecipazione è gratuita.
Le lezioni, per le quali verranno forniti materiali didattici, prevedono proiezione di DVD
o VHS.
Il percorso formativo, rivolto agli insegnanti
delle scuole di ogni ordine e grado, è aperto
anche a tutto il pubblico fino ad esaurimento
dei posti disponibili.
Ai partecipanti sarà data la possibilità di assistere gratuitamente agli spettacoli di Teatro Gioco Vita di cui si tratterà nel corso degli
incontri (date e modalità da concordare con
Teatro Gioco Vita).
54
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
DENTRO IL TEATRO
IL MONDO E IL TEATRO
Incontri di introduzione ai linguaggi della scena
Un percorso attraverso le più celebri messinscene
teatrali, alla scoperta dell’opera di Carlo Goldoni
a cura di Chiara Merli
a cura di Chiara Merli
per le Scuole Primarie, Secondarie di 1° grado e
Secondarie Superiori
per le Scuole Secondarie di 1° grado e Superiori
Un progetto completo di educazione al
teatro che si rivolga alle giovani generazioni non può certo prescindere da Goldoni,
autore fondamentale nella storia del teatro
italiano ma non solo, riformatore del teatro
dal punto di vista della drammaturgia come
della messinscena, artefice di un teatro umano, che si propone di essere specchio della
società contemporanea, riflesso del mondo
di cui è espressione e fotografia dell’uomo
nel suo tempo.
L’occasione per la proposta di un percorso
“attorno a Goldoni” è offerta dallo spettacolo in cartellone al Teatro Municipale
Rusteghi, nella versione diretta da Gabriele
Vacis per il Teatro Stabile di Torino: per accompagnare gli studenti alla visione dello
spettacolo, Teatro Gioco Vita ha ideato un
percorso di due incontri, da svolgersi presso
le sedi scolastiche e nel gruppo-classe, nel
corso dei quali saranno approfondite tematiche inerenti il testo goldoniano e verranno
analizzati frammenti di alcune storiche messinscene di testi del Veneziano, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza dell’opera
di Goldoni e di imparare a “leggere” lo spettacolo teatrale nei suoi molteplici linguaggi.
Programma e informazioni
Il percorso si articola in due incontri della
durata di un’ora circa ciascuno, il cui calendario sarà definito con il docente di riferimento. Gli incontri, gratuiti, si svolgeranno
presso le sedi scolastiche la mattina e/o il
pomeriggio.
Il progetto è rivolto agli studenti delle Scuole
Secondarie di 1° grado e Superiori e intende
fornire strumenti utili alla comprensione dei
fondamenti del linguaggio teatrale, con modalità e secondo livelli di approfondimento
adeguati alle esigenze delle classi dei diversi
ordini di scuole, e al contempo accompagnare gli studenti alla conoscenza dell’opera di
Carlo Goldoni.
A conclusione del lavoro gli insegnanti potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
Lo spettacolo
Fondazione del Teatro Stabile
di Torino
Teatro Regionale Alessandrino
RUSTEGHI
I nemici della civiltà da I Rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis
e Antonia Spaliviero
con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri,
Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bremer,
Christian Burruano, Alessandro Marini,
Daniele Marmi
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi,
luci e scenofonia Roberto Tarasco
Teatro Municipale
lunedì 16 aprile 2012 - ore 21
martedì 17 aprile 2012 - ore 21
(Stagione di Prosa “Tre per Te” - Prosa)
Gli artifici, le magie e le invenzioni; ma anche le regole e i meccanismi, sostenuti da
un perfetto ingranaggio e da un sistema di
segni che si intersecano in un unico linguaggio, complesso e sfaccettato: tutto questo è
il teatro. Il laboratorio si propone di guidare
gli studenti in un percorso “dentro” i misteri
del teatro, alla ricerca delle radici del fare
teatro, nell’affascinante scoperta della materia di cui sono fatti i sogni.
Il progetto si articola in sezioni: La magia del
teatro e Giochiamo al teatro? per le Primarie, Capire lo spettacolo teatrale per le Secondarie di 1° grado, Leggere lo spettacolo
teatrale per le Superiori.
La magia del teatro - I livello
per le Scuole Primarie
Un percorso di tre incontri (della durata di
un’ora ciascuno) alla scoperta delle meraviglie del gioco teatrale: l’improvvisazione, la
recitazione, gli oggetti di scena, gli effetti
speciali. Per scoprire l’essenza dell’illusione
teatrale, il “magico se” che trasforma la finzione in realtà.
Giochiamo al teatro? - II livello
per le Scuole Primarie
Un percorso di tre incontri (della durata di
un’ora ciascuno) che intende accompagnare
i bambini in un viaggio sul confine tra linguaggio narrativo e teatrale: frammenti di
un testo narrativo, scelto in accordo con l’insegnante della classe, saranno trasformati in
testo teatrale e rappresentati in micro-azioni
teatrali dagli allievi. Lo scopo è quello di stimolare la creatività dei bambini, guidandoli
a un approccio più immediato e coinvolgente con il testo letterario.
Capire lo spettacolo teatrale
per le Scuole Secondarie di 1° grado
Il testo è una componente fondamentale
dello spettacolo teatrale: questo percorso articolato in tre incontri (di un’ora ciascuno) si
propone di guidare gli studenti alla comprensione dei fondamenti della drammaturgia,
dal canovaccio dei comici dell’arte al testo
dialogico, al copione, fino al sotto-testo e al
testo-spettacolo. Gli allievi saranno chiamati
a misurarsi con queste nuove forme testuali
in un percorso che si configura come un vero
e proprio laboratorio di scrittura creativa.
Leggere lo spettacolo teatrale
per le Scuole Secondarie Superiori
Tre incontri (della durata di un’ora ciascuno)
per imparare a leggere uno spettacolo teatrale nei suoi molteplici linguaggi: attraverso la visione guidata di alcuni allestimenti
“storici”, gli studenti potranno apprendere
le specificità delle diverse componenti della
messinscena e così acquisire strumenti indispensabili per una fruizione più completa e
consapevole dello spettacolo teatrale.
Programma e informazioni
Gli incontri si svolgono presso le sedi scolastiche, di mattina o pomeriggio (date e orari
da concordare con gli insegnanti delle classi
interessate). La partecipazione è gratuita.
Il laboratorio prevede diverse tipologie di
incontri (a seconda della classe e dell’età
degli studenti), che possono essere definiti
anche sulla base di indicazioni fornite dagli
insegnanti.
L’obiettivo principale è fornire strumenti
utili alla comprensione dei fondamenti del
linguaggio teatrale, con modalità e secondo livelli di approfondimento adeguati alle
esigenze degli studenti dei diversi ordini di
scuole.
A conclusione del lavoro gli insegnanti potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
56
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
CHI È DI SCENA?
DIETRO IL SIPARIO
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
della Rassegna di Teatro Scuola
“Salt’in Banco” 2011/2012
Incontri di presentazione dei contenuti della
Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
Incontri di approfondimento sugli spettacoli
della Rassegna di Teatro Scuola
“Salt’in Banco” 2011/2012
Incontri di approfondimento sugli spettacoli della
Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
a cura di Chiara Merli
a cura di Chiara Merli
per le Scuole Primarie e Secondarie di 1° grado
per le Scuole Superiori
(gli incontri possono anche essere proposti a biblioteche
e gruppi organizzati)
Un progetto basilare nel percorso di educazione al teatro che Gioco Vita offre agli studenti di tutti i livelli, finalizzato ad istituire
un dialogo continuativo e uno scambio reciproco con le nuove generazioni di spettatori,
nella prospettiva della “costruzione” del
pubblico di domani. Il progetto vuole incontrare l’esigenza degli studenti di migliorare
gli strumenti in proprio possesso da una
parte per fruire meglio della visione dello
spettacolo, dall’altra per disporre di chiavi di
lettura adeguate e per approfondire l’esperienza della visione dello spettacolo stesso.
L’obiettivo è aiutare gli studenti ad acquisire
maggiore dimestichezza con il mondo del
teatro e a sviluppare il senso critico, per una
fruizione più consapevole dello spettacolo teatrale. Tre le parti in cui si articola il progetto,
con tre tipologie di incontri a seconda delle
esigenze delle classi. Il percorso è rivolto agli
studenti delle Scuole Secondarie di 1° grado
e Superiori. I contenuti e le modalità del progetto saranno calibrati a seconda dell’età e
degli interessi degli studenti coinvolti.
Incontri di promozione e formazione
del pubblico sui contenuti artistici
della Stagione di Prosa “Tre per Te”
L’illustrazione dei contenuti artistici della
Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
diventa occasione per avviare un percorso di
avvicinamento al teatro, senza la pretesa di
spiegarlo né classificarlo, ma con l’intento di
offrire al pubblico di domani l’opportunità di
fruire in modo consapevole dell’esperienza
teatrale.
Incontri propedeutici alla visione
degli spettacoli
Gli incontri precedenti la visione della rappresentazione teatrale sono finalizzati a introdurre i temi dello spettacolo e facilitarne
la comprensione.
Incontri di approfondimento
sugli spettacoli
Gli incontri successivi alla visione dello spettacolo sono finalizzati a sviluppare alcuni
nodi tematici e approfondire l’esperienza
della visione.
Programma e informazioni
Gli incontri si svolgono presso le sedi scolastiche, di mattina o pomeriggio (date e orari
da concordare con gli insegnanti delle classi
interessate). La partecipazione è gratuita.
Gli incontri possono essere proposti anche a
più classi contemporaneamente.
Il laboratorio intende accompagnare gli studenti nella visione degli spettacoli in cartellone, allo scopo di rendere più consapevole
la fruizione e di consentire l’approfondimento di temi e argomenti connessi alle rappresentazioni stesse.
A conclusione del lavoro gli insegnanti potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
L’esperienza maturata da Teatro Gioco Vita
nell’ambito dell’educazione al teatro, nel
corso di tanti anni e nel contatto con numerose scuole, ha dimostrato come per gli
studenti sia importante potersi avvicinare al
teatro gradualmente e in modo consapevole.
Ciò è ancora più vero per quanto riguarda
i giovanissimi spettatori, che dimostrano di
partecipare più direttamente, e con maggior
coinvolgimento, all’esperienza teatrale se
adeguatamente preparati e introdotti alla
scoperta dei linguaggi della scena, delle peculiarità del testo e della rappresentazione,
della stessa magia del teatro.
Per questi motivi, Teatro Gioco Vita offre alle
classi che assisteranno agli spettacoli della
Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco” la
possibilità di realizzare, in orario scolastico
e presso le sedi scolastiche, incontri propedeutici alla visione degli spettacoli, cui potranno seguire incontri di approfondimento,
da concordarsi direttamente con i docenti di
riferimento delle classi interessate.
Il progetto è rivolto ai ragazzi delle Scuole
Primarie e Secondarie di 1° grado. I contenuti e le modalità del progetto saranno calibrati a seconda dell’età e degli interessi degli
studenti coinvolti.
Incontri propedeutici alla visione
degli spettacoli
Gli incontri precedenti la visione della rappresentazione teatrale sono finalizzati a introdurre i temi dello spettacolo e facilitarne
la comprensione.
Incontri di approfondimento
sugli spettacoli
Gli incontri successivi alla visione dello spettacolo sono finalizzati a sviluppare alcuni
nodi tematici e approfondire l’esperienza
della visione.
Programma e informazioni
Gli incontri si svolgono presso le sedi scolastiche, di mattina o pomeriggio (date e orari
da concordare con gli insegnanti delle classi
interessate). La partecipazione è gratuita.
Gli incontri possono essere proposti anche a
più classi contemporaneamente.
Il laboratorio intende accompagnare i ragazzi nella visione degli spettacoli in cartellone,
allo scopo di rendere più consapevole la
fruizione e di consentire l’approfondimento
di temi e argomenti connessi alle rappresentazioni stesse.
A conclusione del lavoro gli insegnanti potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
58
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
L’INGEGNER GADDA: la guerra, la vita, il dolore
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
GRANDI DITTATORI E PICCOLI UOMINI
Un percorso nel teatro di Bertolt Brecht
Percorso di approfondimento sulle tematiche dello
spettacolo L’ingegner Gadda va alla guerra
e sull’opera di Carlo Emilio Gadda
a cura di Chiara Merli
a cura di Chiara Merli
per le Scuole Secondarie Superiori
per le Scuole Secondarie Superiori
La partecipazione di Gadda alla Prima Guerra Mondiale segnò, oltre che una tappa fondamentale nella vita dello scrittore, anche il
suo primo rapporto impegnativo con la scrittura, documentato da una serie di diari, che
vanno dal 1915 al 1919, pubblicati nel 1950
col titolo Giornale di guerra e di prigionia.
Rinunciando a più esplicite intenzioni letterarie, Gadda si pone qui l’obiettivo di comporre un quadro, privo di ogni retorica, che
metta in relazione gli eventi della guerra con
la sua esperienza personale. L’esperienza
della guerra rivela a Gadda fortissime contraddizioni, mostrandogli lo scarto tra i suoi
ideali patriottici e la mediocre volgarità, lo
scarso spirito civile degli Italiani: ne emerge
una realtà squallida e mediocre, dominata
da ansie e turbamenti, errori e inutili sofferenze.
A questo diario di guerra, oltre che all’esilarante Eros e Priapo, si ispira lo spettacolo
di Fabrizio Gifuni L’ingegner Gadda va alla
guerra, che si incarica di portare in scena,
attraverso la lingua corposa ed espressionistica di Gadda, una vicenda di solitudine
e follia, animata dai fantasmi di un Amleto
contemporaneo, in cui si riflettono le debolezze, i dubbi, il narcisismo e le mediocrità
di un popolo mai cresciuto, nel ventennio
fascista come nei nostri giorni.
Il percorso si propone di approfondire le tematiche affrontate nello spettacolo, gettando al contempo uno sguardo sull’opera di
Carlo Emilio Gadda, attraverso la proposta
alle Scuole Superiori di due incontri precedenti la visione dello spettacolo e un incontro successivo, della durata di un’ora ciascuno da svolgersi presso le sedi scolastiche con
il gruppo classe.
Il progetto è rivolto agli studenti degli ultimi
due anni delle Scuole Secondarie Superiori.
Il laboratorio intende accompagnarli nella
visione dello spettacolo e al contempo approfondire l’opera di un autore fondamentale nella storia della letteratura.
A conclusione del lavoro, gli insegnanti
potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici, forniti da Teatro Gioco Vita.
Lo spettacolo
Programma e informazioni
Il laboratorio prevede due tipologie di incontri, della durata di un’ora, da svolgersi presso
le sedi scolastiche:
- due incontri propedeutici alla visione dello spettacolo, finalizzati a introdurre i temi
dello spettacolo e facilitarne la comprensione, oltre che a focalizzare alcuni aspetti
dell’opera di Carlo Emilio Gadda;
- un incontro successivo alla visione dello
spettacolo, finalizzato a sviluppare alcuni
nodi tematici e approfondire l’esperienza
della visione.
Gli incontri sono gratuiti.
Fabrizio Gifuni
L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA (o della tragica istoria di
Amleto Pirobutirro) un’idea di Fabrizio Gifuni
(da Carlo Emilio Gadda
e William Shakespeare)
con Fabrizio Gifuni
regia Giuseppe Bertolucci in collaborazione con Teatro delle Briciole
Solares Fondazione delle Arti
Teatro Municipale
venerdì 9 marzo 2012 - ore 21
(Stagione di Prosa “Tre per Te” - Altri Percorsi)
Una mordace parabola satirica sulla corruzione del potere: questo è La resistibile ascesa di Arturo Ui, l’opera con cui Bertolt Brecht
nel 1941 racconta la cronaca nera della
Berlino degli anni Trenta, invasa dalle squadracce naziste, trasferita per invenzione nella
coeva Chicago in cui l’industria magnatizia
del commercio dei cavolfiori prospera all’ombra del gangster Arturo Ui, satirico alias di
Adolf Hitler. Brecht definirà in seguito l’opera una “farsa storica”, dato il piglio ironico,
salace ed epico con cui essa ricostruisce la
tragicomica epopea di un trust scalcagnato
in una città corrotta, ammiccante alla situazione economico-politica in dissesto della
Germania dello stesso periodo.
Per accompagnare gli studenti alla comprensione dello spettacolo e alla conoscenza
dell’opera brechtiana, Teatro Gioco Vita propone alle Scuole Superiori un percorso in tre
tempi: due incontri propedeutici alla visione
dello spettacolo ed uno successivo alla stessa, nel corso dei quali verranno focalizzati i
nodi principali dell’opera di Bertolt Brecht,
drammaturgo e regista, innovatore della
scena teatrale novecentesca, e al contempo
verranno analizzati temi e riferimenti storici
centrali per la comprensione del testo e dello
spettacolo.
Programma e informazioni
Il percorso, che si svolgerà presso le sedi
scolastiche, si articola in due incontri propedeutici e un incontro successivo alla visione
dello spettacolo La resistibile ascesa di Arturo Ui.
Gli incontri, della durata di un’ora circa ciascuno, sono gratuiti. Il calendario sarà definito con il docente di riferimento.
Il progetto è rivolto agli studenti delle Scuole
Secondarie Superiori e intende fornire strumenti utili alla comprensione dei fondamenti
del linguaggio teatrale, con modalità e secondo livelli di approfondimento adeguati
alle esigenze delle classi, e al contempo
accompagnare gli studenti alla conoscenza
dell’opera di Bertolt Brecht e del periodo
storico di riferimento.
A conclusione del lavoro gli insegnanti potranno proseguire l’approfondimento in
classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
Lo spettacolo
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Associazione Teatro di Roma
LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI
di Bertolt Brecht
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
con Umberto Orsini
e con (in ordine alfabetico)
Nicola Bortolotti, Simone Francia,
Olimpia Greco, Lino Guanciale,
Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani,
Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
Teatro Municipale
martedì 6 dicembre 2011 - ore 21
mercoledì 7 dicembre 2011 - ore 21
(Stagione di Prosa “Tre per Te” - Prosa)
60
INCONTRI E PROGETTI FORMATIVI
PSICHIATRIA E PSICOANALISI A TEATRO
ALTRI PROGETTI
DITELO ALL’ATTORE
Incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa
del Teatro Municipale di Piacenza
Canto la storia dell’astuto Ulisse
Alla locanda del Baleniere
Sogno di una notte di mezza estate
a cura di Enrico Marcotti
a cura di Marco Martinelli
per tutto il pubblico
(insegnanti, studenti delle Scuole Secondarie Superiori)
in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale
dell’Azienda USL di Piacenza
per le Scuole Secondarie Superiori
Tre spettacoli inseriti nel cartellone della
Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco”
2011/2012, tratti da altrettanti classici della
letteratura e del teatro, vengono presentati
dal punto di vista psichiatrico e psicanalitico.
Si tratta di Canto la storia dell’astuto Ulisse
del Piccolo Teatro di Milano, che fa rivivere il
racconto dell’Odissea di Omero, Alla locanda del baleniere del Teatro Litta, ispirato a
Moby Dick di Hermann Melville e Sogno di
una notte di mezza estate, di Teatro Gioco
Vita, da A Midsummer Night’s Dream di
Félix Mendelsshon-Bartholdy, che mette in
scena con ombre e danza l’opera di William
Shakespeare.
Ulisse ed il capitano Achab veleggiano su un
mare profondo, ricco di metafore dei contenuti dell’inconscio: a volte seducenti, talvolta terrificanti, come nei sogni.
In Sogno di una notte di mezza estate i corpi
danzanti e le ombre ci riportano al crepuscolo, la condizione mentale nella quale siamo
tra il sonno e la veglia, e ci sembra di poter
afferrare i sogni o quei segreti preclusi alla
luce del sole.
In Ulisse scivoliamo invece nel profondo
mare dell’Inconscio, nel sogno e nei suoi
contenuti rarefatti, inafferrabili, come le ombre dello spettacolo, date per sottrazione di
luce (o di realtà diurna).
E se la storia di Odisseo è la storia impossibile di incontri con metafore e proiezioni dal
profondo, allora Moby Dick potrebbe sembrare la storia concreta fra esseri in carne ed
ossa, di uomini e animali mostruosi, dove so
di essere sveglio e presente.
I personaggi e gli autori di questi testi, a
partire dalla lettura di alcuni brani particolarmente significativi, vengono analizzati come
se fossero veri e propri “pazienti”. Il parallelismo tra episodi della vita di un autore e
i suoi personaggi, le vicende narrate e l’io
dei protagonosti vengono utilizzati per individuare aspetti della mente, delle relazioni e
in generale della condizione umana.
Marco Martinelli
Ma i tre spettacoli sono in definitiva altrettante possibilità di immergerci nel mare
dell’Inconscio: restando svegli e lottando
con il mostro degli abissi; in una condizione
alterata di coscienza come nel dormiveglia o
in alcune forme di sofferenza mentale; in balia degli eventi, come nel sogno profondo o
negli stati di sofferenza psichica acuta, desiderosi di ritornare sulla spiaggia di Itaca, nella realtà delle relazioni familiari, per quanto
faticose. La gradualità nella quale poterci
immergere ci riporta alla mappatura della
mente, che Sigmund Freud aveva pensato
per l’apparato psichico, proprio trattando
dell’interpretazione dei sogni: la prima topica freudiana ci farà da viatico fra Conscio,
Inconscio e Preconscio, per mantenere salda
la rotta e goderci un viaggio fra la superficie
del mare e le immagini del profondo.
Psicologo e psicoterapeuta, lavora al Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di
Piacenza presso l’Unità Operativa Complessa Riabilitazione, occupandosi principalmente di pazienti con psicosi cronica e progettazione di interventi riabilitativi. Svolge anche
attività di psicologo-psicoterapeuta e ha
curato pubblicazioni sull’argomento. Conduce gruppi di psicodramma ed è responsabile
della Compagnia Teatrale “Diurni e Notturni” diretta da Lucia Vasini e formata da
ospiti e operatori del Dipartimento di Salute
Mentale dell’AUSL di Piacenza. Si è inoltre
occupato di docenza e formazione in ambito
sanitario e socioassistenziale.
Programma e informazioni
Gli incontri si svolgono presso le sedi scolastiche (date e orari da concordare con gli insegnanti delle classi interessate). La partecipazione è gratuita.
Il progetto può essere seguito interamente
nella sua articolazione oppure gli insegnanti
possono scegliere uno o due dei temi proposti.
Gli incontri possono essere rivolti anche a più
classi contemporaneamente.
Tenere acceso il confronto fra pubblico e
artista ben oltre l’evento scenico; capire le
ragioni profonde di uno spettacolo svicerandone e analizzandone i nuclei tematici
facendo emergere allo stesso tempo i lati
all’apparenza più oscuri o marginali di una
rappresentazione teatrale; sentire dalla viva
voce dei protagonisti motivazioni e percorsi
che guidano la scelta di un autore o di un
dramma indagando i processi di realizzazione scenica: tutto questo è Ditelo all’attore,
ciclo di incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa del Teatro Municipale curato
dal critico teatrale Enrico Marcotti, giunto
quest’anno all’ottavo anno di vita. Attraverso una chiacchierata informale con gli attori
o i registi e la mediazione del critico, si vuole
favorire un confronto vitale tra artista e spettatore con il pubblico che ha la possibilità di
approfondire temi e meccanismi degli spettacoli curiosando, perché no?, anche fra pensieri e idee, fra pubblico e privato, degli artefici delle stagioni di prosa. Ditelo all’attore,
attraverso i suoi appuntamenti, rappresenta
infine anche uno sguardo sulla situazione
del teatro italiano ed europeo contemporanei, identifica passaggi generazionali, coglie
il rinnovarsi di poetiche e forme produttive
con l’obiettivo sempre dichiarato di valorizzare le felici intuizioni di chi crea ma anche
di chi legge o guarda l’evento teatrale.
Programma e informazioni
martedì 8 novembre 2011
incontro con Luca De Filippo e la Compagnia
in scena con Le bugie con le gambe lunghe, regia Luca De Filippo, produzione La
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
mercoledì 7 dicembre 2011
incontro con Umberto Orsini e la Compagnia
in scena con La resistibile ascesa di Arturo
Ui, regia Claudio Longhi, produzione Emilia
Romagna Teatro Fondazione, Associazione
Teatro di Roma
martedì 10 gennaio 2012
incontro con la Compagnia
in scena con Blackbird, regia Lluís Pasqual,
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro
d’Europa
mercoledì 25 gennaio 2012
incontro con la Compagnia
in scena con Napoletango - musical latinonapoletano, regia Giancarlo Sepe, produzione Nuova Teatro Eliseo
mercoledì 8 febbraio 2012
incontro con la Compagnia
in scena con La ciociara, regia Roberta Torre, produzione Fondazione Teatro di Napoli
- Teatro Bellini
mercoledì 29 febbraio 2012
incontro con la Compagnia
in scena con Signorina Giulia, regia Valter
Malosti, produzione Fondazione del Teatro
Stabile di Torino in collaborazione con Teatro
di Dioniso
mercoledì 14 marzo 2012
incontro con Leo Gullotta
in scena con Le allegre comari di Windsor,
regia Fabio Grossi, produzione Teatro Eliseo
martedì 17 aprile 2012
incontro con la Compagnia
in scena con Rusteghi - I nemici della civiltà, regia Gabriele Vacis, produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro
Regionale Alessandrino
Gli incontri si terranno al Teatro Comunale
Filodrammatici alle ore 17.30 (ingresso gratuito). L’orario di inizio potrà essere anticipato o posticipato a seconda delle esigenze
degli artisti.
La direzione si riserva di apportare al programma le modifiche determinate da cause di forza maggiore.
Enrico Marcotti
Giornalista professionista, è responsabile
delle pagine degli Spettacoli del quotidiano
“Libertà” di Piacenza. Critico teatrale, è presidente della Commissione Premi dell’Anct
(Associazione Nazionale Critici di Teatro), è
membro di diverse giurie di premi teatrali
(Premi Ubu per il teatro, Concorso “Nuove
espressioni teatrali” di Casalmaggiore, Premio “Nico Garrone” al Festival Radicondoli
Arte). Allievo di Luigi Squarzina, Renzo Tian
e Gianni Polidori al Dams di Bologna, già
collaboratore di diverse riviste di settore
(da “King” a “Proposte”, da “Hystrio” a
“Sipario”) è stato autore di un progetto teatrale su Giulio Cesare Croce per le attività
scolastiche del Comune di Bologna. È stato
direttore responsabile della rivista di arte e
letteratura “Ore piccole”. Ha collaborato per
la parte cinematografica al libro di Sergio
Colomba e Albert Duchy L’immoralità leggendaria sulla vita di Jean Genet. Ha tenuto
e tiene incontri e cicli di conferenze sul ruolo
della critica teatrale, sulla storia del teatro
popolare e di ricerca in varie città (Massa,
Bergamo, Firenze, ecc.) e per varie istituzioni. E’ docente a Venezia del master in Critica
teatrale della Fondazione di Venezia e alla
Scuola di teatro diretta da Laura Pasetti. Alla
professione di giornalista e critico alterna
quella di consulente di vari teatri per la programmazione teatrale. Come regista è stato
assistente di Luigi Squarzina, ha lavorato
con Cochi Ponzoni, Erio Masina (nipote di
Giulietta), con il Teatro Dehon di Bologna e
lo Stabile di Bolzano. Da diversi anni collabora con la Società Filodrammatica Piacentina
di cui è direttore artistico e con la quale ha
messo in scena testi di Ayn Rand, Michel
Tremblay, Arthur Schnitzler, Anton Cechov
oltre ad organizzare programmi di approfondimento della pratica scenica nel campo
della didattica teatrale. Ha in preparazione
un libro sul teatro di Sergio Pierattini.
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ALTRI PROGETTI
ALTRI PROGETTI
IN COMPAGNIA DI… Elmer e Pina
L’OFFICINA DELLA FANTASIA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Laboratorio di teatro per bambini da 5 a 10 anni
Ogni domenica incontra e gioca con un personaggio amico
a cura di Federica Ferrari
Laboratorio di teatro per bambini da 3 a 7 anni e genitori
a cura di Federica Ferrari
per bambini
per bambini
Teatro Gioco Vita per la Stagione 2011/2012
ha deciso di formulare una nuova proposta
da affiancare alla consueta offerta di spettacoli e laboratori per il pubblico dei bambini.
L’Officina della Fantasia è articolata in due
moduli indipendenti e dal programma diversificato.
Cos’è L’Officina della Fantasia?
È prima di tutto un luogo dove i bambini incontrano altri bambini e, insieme, giocano a
raccontare se stessi e gli altri.
È inoltre un luogo dove si ascoltano e si raccontano le storie del mondo.
Ma è anche un luogo pieno di tante e strane cose all’apparenza inutili. Eppure tutte
queste cose un senso ce l’hanno: sono gli
strumenti del teatro.
Per tale motivo, questo luogo, è pieno di corpi, di musiche, di oggetti, di voci, di ombre,
di silenzi e di tanto altro.
Se in questo luogo dunque, i bambini incontrano gli strumenti del teatro ecco che subito
diventa l’officina della fantasia.
Senza nessuna pretesa formativa, e lontano
dall’idea di darsi come scuola di teatro, il laboratorio teatrale L’Officina della Fantasia si
propone semplicemente di essere un luogo,
uno spazio, dedicato unicamente a favorire
l’espressione del bambino.
Un luogo fatto di regole e di libertà, di gioco
e di lavoro.
Un luogo fatto di bui attraversati da poetiche luci, di bianchi e neri invasi da miriadi
di colori, di corpi pesanti duplicati dalle loro
ombre leggere, di silenzi profondi pieni di
voci misteriose. Un luogo senza forzature, di
incontro e di scambio, dove il tempo scorre
un po’ più lento.
Ma soprattutto vuole essere un luogo dove
attraverso i mille linguaggi del teatro il bambino può trovare nuove forme per il racconto
di sé e per l’ascolto degli altri.
Programma e informazioni
1° modulo
Officina delle Ombre
mercoledì 16 novembre 2011 - ore 17
mercoledì 23 novembre 2011 - ore 17
mercoledì 30 novembre 2011 - ore 17
mercoledì 14 dicembre 2011 - ore 17
mercoledì 21 dicembre 2011 - ore 17
2° modulo Officina delle Ombre
mercoledì 7 marzo 2012 - ore 17
mercoledì 14 marzo 2012 - ore 17
mercoledì 21 marzo 2012 - ore 17
mercoledì 28 marzo 2012 - ore 17
mercoledì 4 aprile 2012 - ore 17
I due moduli sono indipendenti e dal programma diversificato, quindi un bambino
può scegliere se frequentarne uno solo o
entrambi.
I singoli incontri avranno una durata di
un’ora e mezza circa.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30
ottobre 2011 per il 1° modulo ed entro il 24
febbraio 2012 per il 2° modulo (ogni modulo sarà attivato solo se sarà raggiunto un
numero minimo di 10 partecipanti).
Quota di partecipazione: 40 euro a modulo,
da versare all’atto dell’iscrizione.
Teatro Gioco Vita per la Stagione “A teatro
con mamma e papà” 2011/2012 ha deciso
di articolare una nuova proposta da affiancare alla consueta offerta di spettacoli domenicali.
In compagnia di... rappresenta un’occasione
per bambini e genitori di partecipare e giocare in prima persona, e non solo in quanto
spettatori, “al teatro”.
Ehi! Bambino! Vieni... Coraggio... Entra... Un
tuo amico ti sta aspettando e con lui tutti
i suoi tanti amici. Vogliono giocare con te.
A cosa? Non lo sai? A raccontare storie, al
teatro delle ombre, al gioco del teatro, insomma. Allora, vieni?
In compagnia di... è un laboratorio rivolto a
bambini e a genitori insieme.
Un personaggio a loro caro si staccherà dalle pagine del libro sulle quali normalmente
vive, e dove il bambino lo ha conosciuto,
per prendere vita sullo schermo del teatro
d’ombre. Dopo essersi presentato, il nostro
personaggio inviterà i bambini a giocare con
lui…
Sarà questo l’inizio di un percorso che condurrà il bambino alla scoperta e conoscenza
delle tecniche del teatro d’ombre fino alla
costruzione, assieme ai genitori, di una o più
sagome che rappresenteranno gli amici del
nostro personaggio.
Sarà questo l’inizio di un percorso nello spa-
zio della scena che coinvolgerà il bambino in
una girandola di situazioni teatrali di grande
semplicità ma di sicuro incanto dove gli sarà
possibile giocare con il personaggio che è
venuto ad incontrare, con i propri genitori e
con tanti altri bambini.
Sarà questo l’inizio di un percorso dove
nasceranno storie, avventure, viaggi che
partendo dalle pagine di un libro si trasferiranno liberamente sulla scena, diventando
il semplice pretesto per giocare tra bambini
e adulti senza altri fini che il piacere dello
stare insieme.
Programma e informazioni
In compagnia di... Elmer
Officina delle Ombre
domenica 27 novembre 2011 - ore 16
domenica 11 dicembre 2011 - ore 16
In compagnia di... Pina
Officina delle Ombre
domenica 8 gennaio 2012 - ore 16
domenica 26 febbraio 2012 - ore 16
I singoli incontri avranno una durata di circa
due ore.
Quota di partecipazione: 10 euro a bambino
da versare all’atto dell’iscrizione - i genitori
sono invitati a lavorare insieme ai bambini
(per gli adulti/accompagnatori, max 1 per
bambino, la partecipazione è gratuita). Il costo è comprensivo dei materiali di consumo
e i bambini avranno in omaggio le sagome
costruite nel corso del laboratorio.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il mercoledì precedente la data prescelta (ogni
incontro si terrà solo se sarà raggiunto un
numero minimo di 10 bambini - è previsto
un numero massimo di 15 bambini partecipanti).
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ALTRI PROGETTI
IMPRESA_CULTURA
Adriano Olivetti 1901-1960
Cinema - Teatro - Incontri
in collaborazione con cittàcomune
per tutto il pubblico
(insegnanti, studenti delle Scuole Secondarie Superiori)
«C’è stato un momento, a metà degli anni
Sessanta del XX secolo, in cui un’azienda
italiana ebbe l’occasione di guidare la rivoluzione informatica mondiale, dieci anni
prima dei ragazzi della Silicon Valley, Steve
Jobs e Bill Gates. Una rivoluzione tecnologica che aveva le sue radici in una rivoluzione
culturale e sociale, in un modello industriale pensato al di là di socialismo e capitalismo, che il suo promotore, Adriano Olivetti,
aveva cominciato a sperimentare sin dagli
anni Trenta a Ivrea, in provincia di Torino.
La Olivetti arrivò ad essere la più grande
azienda italiana, con il maggior successo
commerciale internazionale, capace di coprire un terzo del mercato mondiale del suo
settore. Una multinazionale atipica, con un
forte radicamento territoriale, caratterizzata
da politiche sociali avveniristiche, formazione permanente e attività culturali di respiro
internazionale, che furono il segreto del suo
successo commerciale e non la conseguenza
filantropica o mecenatistica dei suoi profitti.
Come nacque tale modello imprenditoriale?
In che consisteva il suo stile gestionale, pensato all’insegna della socializzazione della
conoscenza e della responsabilità sociale
dell’impresa, che promuoveva un modello di
società più giusta e più libera e che condusse
alle soglie della più grande occasione industriale che l’Italia abbia mai avuto?»
Impresa_cultura. Adriano Olivetti 1901-1960
è un percorso in quattro serate che attraverso cinema teatro e riflessione sociologicoletteraria vuol riprendere, a mezzo secolo
di distanza, quella straordinaria esperienza
industriale culturale sociale politica, a partire
dalla poliedrica vicenda umana e intellettuale del suo principale ispiratore e animatore:
Adriano Olivetti.
Cinema
Teatro Comunale Filodrammatici
giovedì 27 ottobre 2011 - ore 21
In me non c’è che futuro. Ritratto di Adriano Olivetti
un film di Michele Fasano (Sattva Films, Bologna 2011) - prima parte
al termine della proiezione incontro con
Laura Olivetti
Michele Fasano, giovane regista indipendente, ha sapientemente montato immagini di
repertorio, documenti storici, testimonianze
d’epoca e attuali, potendo contare sul sostegno affettuoso di protagonisti di prim’ordine dell’esperienza Olivetti, a cominciare
da Francesco Novara (da poco scomparso),
responsabile per oltre vent’anni del Centro
di Psicologia Olivetti. Insieme alla vita del
protagonista, scorre nelle immagini di Fasano “la comunità concreta” olivettiana,
che prende corpo già dagli anni Trenta: le
nuove officine di Ivrea piene di luce, affidate
ai grandi architetti Luigi Figini e Gino Pollini, la biblioteca e i cineforum in fabbrica,
gli asili nido, le case nel verde per operai e
impiegati, le colonie montane e marine per i
bambini, i trasporti gratuiti per i dipendenti
estesi agli studenti, l’assistenza sanitaria, la
formazione interna che intreccia meccanica e
storia dell’arte, economia e storia del movimento operaio. E poi, dopo la stagione della
Resistenza, i progetti per la nuova Italia: nel
1946-47 la nascita di “Comunità”: rivista,
casa editrice e movimento omonimo.
Sin dai primi numeri la rivista si batte per la
pianificazione delle politiche di ricostruzione
del Paese (vero tema mancato, e mancante,
della storia italiana): la cultura urbanistica di
Adriano (che sarà anche presidente dell’Inu,
Istituto italiano di urbanistica) si è allora già
consolidata nell’esperienza del piano regolatore della Valle d’Aosta, da lui condotta
con gli architetti Antonio Banfi, Ludovico L.
di Belgioioso, Piero Bottoni, Enrico Peressuti,
Ernesto Rogers, oltre ai citati Figini e Pollini.
Poi la decisione di aprire uno stabilimento
al Sud, evitando di scaricare sul territorio di
Ivrea le tensioni che si sarebbero prodotte
coi violenti flussi migratori che stavano per
iniziare. Olivetti sceglie il golfo di Pozzuoli e
l’architetto Luigi Cosenza. Dirà nel discorso
inaugurale del 1955: «Di fronte al golfo più
singolare del mondo, questa fabbrica si è
elevata in rispetto della bellezza dei luoghi
e affinché la bellezza fosse di conforto nel
lavoro di ogni giorno». Negli stessi anni la
casa editrice propone al lettore italiano Emmanuel Mounier e Jacques Maritain, Kierkegaard e Simone Weil (questi ultimi tradotti
da Fortini). E poi Lewis Mumford, l’ancora
inedito Noventa, Charles Wright Mills, Hannah Arendt.
C’è una sequenza, nel film di Fasano, che
ben sintetizza la “comunità concreta” olivettiana: operaie, operai, tecnici e impiegati
escono allegramente dalla fabbrica, ben
vestiti e con un giornale o un libro sotto il
braccio.
Incontri
Teatro Comunale Filodrammatici
giovedì 3 novembre 2011 - ore 21
L’impresa responsabile. Uomini e lavoro
alla Olivetti
incontro con Luciano Gallino
l’incontro sarà preceduto dalla visione della
seconda parte del film di Michele Fasano
Luciano Gallino (professore emerito, già ordinario di Sociologia all’Università di Torino)
è oggi uno dei massimi studiosi delle trasformazioni del lavoro e dei processi produttivi
nella globalizzazione. La sua formazione
sociologica avviene sul campo, all’Olivetti di
Ivrea, dove viene chiamato da Adriano nel
1956 all’Ufficio studi relazioni sociali. Opera
parallelamente al Centro di Psicologia (con
Cesare Musatti, Francesco Novara, Renato
Rozzi), a stretto contatto con la direzione
del Personale a lungo guidata da Paolo
Volponi. Gli anni olivettiani di Gallino, che
vedono l’azienda di Ivrea ai vertici mondiali
del settore, sono caratterizzati da due grandi
trasformazioni, che avvengono potenziando
la riqualificazione e la formazione permanente interna, senza alcuna riduzione di
personale: dal lavoro a catena, sostanzialmente taylorista-fordista se pur attenuato
da una gestione “dolce” dei tempi, a quello
a “isole”, in cui il gruppo operaio è responsabile dell’intera produzione della macchina
(incluso il controllo e collaudo); dalla produzione meccanica, in cui nel prodotto finito
vengono assemblati migliaia di pezzi di
ferro prodotti con precisione millimetrica, a
quella elettronica: nel 1958 nasce il primo
calcolatore elettronico Olivetti (Elea 9003),
alcuni anni dopo il primo personal computer
(Programma 101). Sono anche gli anni della
“svolta” mancata e dell’occasione irrimediabilmente perduta.
Morti improvvisamente nel volgere di un
anno, tra il 1960 e il 61, prima Adriano e poi
il giovane ingegnere Mario Tchou, che dirigeva la ricerca elettronica, Roberto Olivetti
(successo al padre e impegnato della nuova
frontiera elettronica) deve fronteggiare una
crisi finanziaria. Il Gruppo di Intervento (Fiat,
Pirelli, Mediobanca ecc.) pone come condizione per rifinanziare Olivetti l’abbandono
della Divisione elettronica (Valletta parlerà
di “un neo da estirpare”), che in effetti sarà
inopinatamente ceduta all’americana General Electric.
Nella più recente produzione saggistica di
Luciano Gallino, segnaliamo: L’impresa responsabile. Un’intervista su Adriano Ollvetti
(Comunità, 2001), La scomparsa dell’Italia
industriale (2003), L’impresa irresponsabile
(2005), Con i soldi degli altri. Il capitalismo
per procura contro l’economia (2009) e Finanzcapitalismo. La civiltà del denaro in crisi
(2011), tutti editi da Einaudi.
Teatro Comunale Filodrammatici
giovedì 10 novembre 2011 - ore 21
Tra letteratura e industria. Il caso Volponi
incontro con Piergiorgio Bellocchio e Alfonso Berardinelli
In Olivetti i dirigenti, a cominciare da Adriano,
sono intellettuali e gli intellettuali sono chiamati a ruoli di direzione gestionale ad ogni
livello. Il critico letterario Geno Pampaloni
alla segreteria della Presidenza, il politologo
Roberto Guiducci ai cantieri edili, lo storico
delle religioni Michele Ranchetti al Personale a Ivrea, al Personale a Pozzuoli Giancarlo
Lunati (che si era formato all’Istituto storico
di Napoli), i poeti Giovanni Giudici e Franco
Fortini all’ufficio Pubblicità a Milano. E ancora: Ottiero Ottieri, Bruno Zevi, Ludovico
Quaroni, Bobi Bazlen, Luciano Foà, Franco
Ferrarotti, Tiziano Terzani, Irene Bignardi, Furio Colombo... Sono solo alcuni tra le decine
di letterati, urbanisti, sociologi, storici, economisti, che prendono parte all’esperienza
Olivetti. E tuttavia, pur in tale contesto di
diffuso sincretismo, il caso Volponi mantiene
una sua esemplarità. E sollecita la riflessione sul trascolorare reciproco di letteratura e
industria: siamo di fronte a uno dei massimi
responsabili della multinazionale Olivetti,
che sa essere contemporaneamente tra le
più originali voci della narrativa italiana del
Secondo dopoguerra, forse l’ultima.
Come Adriano Olivetti, Volponi colloca nella
fabbrica il crogiuolo della cultura moderna,
che prende corpo a immagine e somiglianza di quella. I due si incontrano nel 1950
grazie a Franco Fortini. Volponi collabora
con l’azienda di Ivrea dal 1956 al 1971,
inizialmente sostituendo Franco Momigliano
ai Servizi sociali per poi assumere la responsabilità dell’intero Settore relazioni aziendali
(di fatto capo del Personale), considerato
in Olivetti assolutamente strategico. I suoi
anni “industriali” coincidono con il periodo
più felice e prolifico della sua produzione
narrativa: Memoriale è del 1962, del 1965
La macchina mondiale, Corporale esce nel
1974. E se La strada per Roma esce nel 1991
(due anni dopo Le mosche del capitale, in
cui sono poste in tensione la sua esperienza
olivettiana con quella successiva in Fiat), è
pur vero che si tratta del rifacimento di un
“romanzo di formazione” concepito già a
metà degli anni Cinquanta e scritto nei primi
Sessanta.
Ce ne parlano Piergiorgio Bellocchio e Alfonso Berardinelli, tra i massimi conoscitori
dell’opera di Volponi.
Teatro
Teatro Comunale Filodrammatici
mercoledì 16 novembre 2011 - ore 21
Adriano Olivetti
di Laura Curino e Gabriele Vacis
con Laura Curino, Mariella Fabbris, Lucilla
Giagnoni
regia Gabriele Vacis
scenofonia-luci Roberto Tarasco
Con Adriano Olivetti, prodotto nel 1998 da
Teatro Settimo, compagnia di teatro di ricerca, Laura Curino e Gabriele Vacis portano a
compimento la trilogia olivettiana iniziata
con Camillo Olivetti. Alle radici di un sogno
e proseguita con il monologo del 1996 Olivetti. L’attrice-autrice Laura Curino, con Mariella Fabbris e Lucilla Giagnoni guidate la
coautore e regista Gabriele Vacis, mettono in
scena uno spettacolo drammaturgicamente
ben costruito, che poggia la sua incisività
sull’alternanza tra il tono garbato dell’apologo e la forza del racconto popolare. Ne
emerge un Adriano Olivetti persona - con i
suoi dubbi e le sue aspirazioni, l’attenzione
ai “segni”, il “lessico famigliare” col quale
già Natalia Ginzburg l’aveva mirabilmente
tratteggiato - e insieme il suo intersecare la
grande Storia, senza iattanza ma in totale
responsabilità.
Il padre Camillo, ebreo, aveva fondato nel
1908 a Ivrea la “prima fabbrica italiana
macchine per scrivere”. La madre, Luisa Revel, era figlia di un pastore valdese. Cresciuto tra senso religioso della vita e ispirazione
socialista, il giovane Adriano, nel solco di
Salvemini, collabora negli anni del nascente
fascismo con il coetaneo Piero Gobetti. Partecipa personalmente - insieme al padre, a
Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini
- al rocambolesco espatrio di Filippo Turati.
Nel 1925, compie un viaggio negli Stati Uniti
nel corso del quale visita un centinaio di fabbriche e constata di persona pregi e difetti
del modello taylorista-fordista, dominante
nel capitalismo americano dei “ruggenti”
anni Venti. Lo spettacolo di Laura Curino
ricorda che, ancora tredicenne, Adriano
era stato mandato dal padre a lavorare in
fabbrica, e lì aveva imparato «ben presto a
conoscere e odiare il lavoro in serie: una tortura per lo spirito che stava imprigionato per
ore che non finivano mai, nel nero e nel buio
di una vecchia officina». Avendo sempre
presente la raccomandazione paterna («Tu
puoi fare qualunque cosa, tranne licenziare
qualcuno per motivo dell’introduzione dei
nuovi metodi produttivi»), già dai primi anni
Trenta Adriano esercita le massime responsabilità nell’azienda e avvia il suo progetto
comunitario, che così sintetizzerà nel 1960,
pochi giorni prima di morire: «…un laboratorio sociale in cui nella realtà e nella vera
vita si dà luogo ad un’azione comunitaria,
cioè un’azione in cui ciascuno nel proprio
ambito e nella propria funzione lavora a un
fine comune e coordinato».
«Un testo sulla “dimenticanza” - ha scritto
Laura Curino - che spera di essere scintilla di
memoria collettiva».
Gli incontri letterari e le proiezioni sono a
ingresso gratuito.
Per lo spettacolo Adriano Olivetti è previsto
un biglietto a euro 10 (euro 5 ridotto studenti), posto unico numerato platea/galleria
1a edizione
L’altra scena
Festival di teatro contemporaneo
mercoledì 28 settembre 2011 - ore 21
mercoledì 19 ottobre 2011 - ore 21
ATIR
Babilonia Teatri
Cleopatràs
di Giovanni Testori • regia Gigi Dall’Aglio • con Arianna
Scommegna • al violoncello Antony Montanari
L’attrice Arianna Scommegna, premio Hystrio 2011 per
l’interpretazione, in una straordinaria interpretazione teatrale. Dopo i due monologhi che l’hanno fatta conoscere e
ammirare dal pubblico, La Molli, divertimento alle spalle di
Joyce, scritto con Gabriele Vacis e Qui città di m., scritto
per lei da Piero Colaprico, Arianna si confronta con uno dei
più importanti scrittori lombardi del nostro tempo: Giovanni
Testori. Cleopatràs è il primo dei Tre lai pubblicati postumi
nel 1994. Lamento di morte che Cleopatra rivolge al suo
amato.
made in italy
di e con Valeria Raimondi Enrico Castellani • scene Babilonia
Teatri/Gianni Volpe • costumi Franca Piccoli • luci e audio Ilaria
Dalle Donne • movimenti di scena Luca Scotton
Premio Scenario 2007, made in italy non racconta una storia.
Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni
del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa,
condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi
che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto.
Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le
scene non iniziano e non finiscono. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è
sempre presente. Come in un video-clip.
mercoledì 5 ottobre 2011 - ore 21
mercoledì 26 ottobre 2011 - ore 21
Piccola Compagnia della Magnolia
Teatro Sotterraneo
La casa di Bernarda Alba
Dies irae _ 5 episodi intorno
di Federico García Lorca • con Luisa Accornero, Giorgia
Cerruti, Andrea Romeri, Claudia Martore, Vanessa Leonardelli, Fabrizia Gariglio, Agla Germanà • regia Antonio
Díaz-Florián • coproduzione Théâtre de l’Epée de Bois Cartoucherie de Vincennes
Dittico sulla specie (parte1)
L’estremo capolavoro di García Lorca nella messa in scena del regista Antonio Dìaz-Floriàn è uno spettacolo di
grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico
a condividere con gli attori un rituale di morte fortemente
evocativo: una messa da requiem in cui la forza creativa
dell’autore trova perfetta rispondenza nel travestimento
grottesco cui sono sottoposte le attrici. Una regia originale,
concentrata sull’efficacia di una recitazione perfetta calata
in un’atmosfera grottesca e quasi demoniaca, con pochi
essenziali elementi di scenografia.
Non potrai mai camminare a fianco di un neandertaliano. Non
potrai mai nemmeno parlare con un mesopotamico oppure osservare il cielo con un maya. Non vedrai l’arrivo di una delegazione
aliena sul maxischermo e non vedrai il sole diventare supernova.
Il presente è un tempo storico. Il presente è una convenzione. Il
presente è soprattutto un perimetro d’azione. Dies irae affronta
l’estinzione della specie e dei suoi manufatti, non come evento
traumatico ma piuttosto come oblio, come sguardo postumo e
ammirato sulle cose del mondo.
alla fine della specie
creazione collettiva Teatro Sotterraneo • in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri • scrittura Daniele Villa • luci Roberto Cafaggini • costumi Lydia Sonderegger
domenica 30 ottobre 2011 - ore 21
mercoledì 12 ottobre 2011 - ore 21
Teatro i
La mia vita con gli
uomini… e altri animali
di Marie NDiaye • regia di Renzo Martinelli • con Alberto
Astorri, Federica Fracassi e Francesca Garolla
scritto da Patrick Pacheco e Maria Cassi • regia Peter Schneider
• al pianoforte Antonino Siringo • produzione Change Performing
Arts, Teatro del Sale, Red Shoes Productions e CRT Artificio
Hilda
Piacenza, Teatro Comunale Filodrammatici
Apertura Festival
mercoledì 28 settembre 2011 dalle ore 20
Maria Cassi
L’angosciante esistenza di una ricca e annoiata signora
che vuole al suo servizio una vivace ed energica madre
di famiglia, Hilda, che diventa progressivamente proprietà
esclusiva della donna e, per pochi soldi, perde la sua esistenza e la sua identità. Marie NDiaye ci offre uno sguardo sulla condizione della donna, sulle frustrazioni e sulle
mortificazioni che ancora subisce nella società contemporanea, reinventando in modo attuale e originalissimo la
tradizionale dialettica “servo-padrone”.
Un esilarante corso intensivo sull’amore, la seduzione, la morte
e... l’olio d’oliva. A fare da mattatrice sulla scena la dirompente
Maria Cassi, attrice di formazione classica con una lunga esperienza di ricerca nel teatro comico e musicale, paragonata dalla
stampa internazionale a Charlie Chaplin, Jerry Lewis e Jacques
Tati. A plasmare il caleidoscopio dei personaggi di Maria c’è Peter
Schneider, Tony Award per la produzione del musical The Lion
King e responsabile per la Disney di molti grandi successi.
STAGIONE DI PROSA
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ALTRI PERCORSI
TRE PER TE 2011/2012
PROSA
7-8 novembre 2011
La Compagnia di Teatro di
Luca De Filippo
LE BUGIE CON LE GAMBE
LUNGHE
di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto,
Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto,
Carolina Rosi, Massimo De Matteo
e Giuseppe Rispoli, Gioia Miale,
Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo,
Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale
regia Luca De Filippo
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
luci Stefano Stacchini
6-7 dicembre 2011
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Associazione Teatro di Roma
LA RESISTIBILE ASCESA
DI ARTURO UI
di Bertolt Brecht
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
con Umberto Orsini
e con (in ordine alfabetico)
Nicola Bortolotti, Simone Francia,
Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana
Manea, Luca Micheletti, Michele Nani,
Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
9-10 gennaio 2012
Piccolo Teatro di Milano - Teatro
d’Europa
BLACKBIRD
di David Harrower
versione italiana Alessandra Serra
regia Lluís Pasqual
scene Paco Azorin
costumi Chiara Donato
luci Claudio De Pace
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
(data la delicatezza dell’argomento, pur trattato
con estremo rigore morale, lo spettacolo è
vivamente sconsigliato ai minori)
TEATRO MUNICIPALE - ore 21
24-25 gennaio 2012
Massimo Popolizio
NAPOLETANGO
musical latino-napoletano
ideato e diretto da Giancarlo Sepe
con un tema originale di Luis Bacalov
con (in o.a.) Stefano Capitani,
Elisabetta D’Acunzo, Sergio Di Paola,
Cristina Donadio, Barbara Folchitto,
Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti,
Cristina Messere, Francesco Moraca,
Pablo Moyano, Raffaele Musella,
Matteo Nicoletta, David Paryla,
Giorgio Pinto, Caterina Pontrandolfo,
Marcela Szurkalo, Nella Tirante, Luca Trezza
scene e costumi Carlo De Marino
luci Umile Vainieri
colonna sonora a cura di Harmonia Team
con musiche originali di Davide Mastrogiovanni
produzione Nuova Teatro Eliseo
7-8 febbraio 2012
Donatella Finocchiaro
Daniele Russo
LA CIOCIARA
di Annibale Ruccello
tratto dall’omonimo romanzo di
Alberto Moravia
con la partecipazione di Dalia Frediani
con Marcello Romolo, Rino Di Martino
e in o.a. Lorenzo Acquaviva, Rocco Capraro,
Martina Galletta, Liborio Natali
musiche Massimiliano Pace
disegno luci Gigi Martinucci
costumi Alberto Spiazzi
scene e regia Roberta Torre
produzione Fondazione Teatro di Napoli Teatro Bellini
28-29 febbraio 2012
Teatro di Dioniso
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
SIGNORINA GIULIA
di August Strindberg
versione italiana di Valter Malosti
con Valeria Solarino, Valter Malosti,
Federica Fracassi
uno spettacolo di Valter Malosti
scene Margherita Palli
costumi Federica Genovesi
luci Francesco Dell’Elba
suono G.u.p. Alcaro
13-14 marzo 2012
Leo Gullotta
15 dicembre 2011
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro
Stabile di Bologna
Associazione Arte e Salute onlus
TEATRO MUNICIPALE - ore 21
26 febbraio 2012
IL CATALOGO
Aide Memoire di Jean Claude Carrière
traduzione e regia Valerio Binasco
produzione Angelo Tumminelli - Star Dust
International
AL DUTÅUR DI MÂT
di Nanni Garella
da Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta
regia Nanni Garella
con Vito, Marina Pitta
e gli attori di Arte e Salute
con la partecipazione straordinaria di
Nanni Garella
9 marzo 2012
Fabrizio Gifuni
L’INGEGNER GADDA VA
ALLA GUERRA
(o della tragica istoria
di Amleto Pirobutirro)
20 gennaio 2012
Angela Finocchiaro
OPEN DAY
di Walter Fontana
regia di Ruggero Cara
con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro
produzione AGIDI
3 aprile 2012
Fondazione Teatro Due
Teatro Stabile del Veneto
TUTTO SU MIA MADRE
testo teatrale di Samuel Adamson
basato sul film di Pedro Almodóvar
con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale,
Eva Robin’s, Paola Di Meglio, Alberto Fasoli,
Silvia Giulia Mendola, Giovanna Mangiù,
Alberto Onofrietti
regia Leo Muscato
un’idea di Fabrizio Gifuni
(da Carlo Emilio Gadda e
William Shakespeare)
con Fabrizio Gifuni
regia Giuseppe Bertolucci in collaborazione con Teatro delle Briciole
Solares Fondazione delle Arti
LE ALLEGRE COMARI
DI WINDSOR
di William Shakespeare
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer,
Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini
e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci,
Valentina Gristina
regia Fabio Grossi
scene e costumi Luigi Perego
musiche Germano Mazzocchetti
coreografie Monica Codena
luci Valerio Tiberi
produzione Teatro Eliseo
16-17 aprile 2012
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Teatro Regionale Alessandrino
RUSTEGHI
I nemici della civiltà
da I Rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis
e Antonia Spaliviero
con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri,
Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bremer,
Christian Burruano, Alessandro Marini,
Daniele Marmi
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi, luci
e scenofonia Roberto Tarasco
TEATRO DANZA
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - ore 21
18 gennaio 2012
Quintavalla - Stori - Compagnia
Abbondanza/Bertoni
23 marzo 2012
Anticorpi eXpLo - tracce di giovane
danza d’autore
ROMANZO D’INFANZIA
TRE PEZZI SUL CORAGGIO
testo Bruno Stori
coreografia e interpretazione Michele
Abbondanza e Antonella Bertoni
regia e drammaturgia Letizia Quintavalla
e Bruno Stori
Damasco Corner / Compagnia
Virgilio Sieni
ATLANTE DEL BIANCO#2
Una compagnia formata
da ragazzi non vedenti
su un progetto di Virgilio Sieni
PRE/VISIONI
Matteo Fantoni
LEONI
di e con Matteo Fantoni
Marco D’Agostin
13 aprile 2012
Cie. Zerogrammi
MAPPUGGHJE.
Seconda Variazione
regia e coreografia Stefano Mazzotta,
Emanuele Sciannamea
con Chiara Michelini, Maria Cristina
Valentini
VIOLA
coreografia e interpretazione Marco
D’Agostin
Riccardo Buscarini
VOLTA
frammento #1 di Family Tree
un progetto di Chiara Bersani
in collaborazione con
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI E OFFICINA DELLE OMBRE
MAGGIO/GIUGNO 2012
Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali
STAGIONE DI PROSA
OLTRE IL SIPARIO
70
TRE PER TE 2011/2012
BRICIOLE
SPECIALE STUDENTI - INFORMAZIONI
ABBONAMENTI
ALTRI PERCORSI
(5 spettacoli al Teatro Municipale)
Galleria euro 48, Loggione euro 23
TEATRO DANZA
(4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 30
2 PER TE Prosa + Altri Percorsi
(13 spettacoli al Teatro Municipale)
Galleria euro 120, Loggione euro 80
2 PER TE DANZA Altri Percorsi + Teatro
Danza
(5 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 60
3 PER TE Prosa + Altri Percorsi + Teatro
Danza
(13 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 150, Loggione euro 100 (con
posto in galleria al Teatro Comunale Filodrammatici)
PASS STUDENTI - Altri Percorsi + 2 spettacoli di Prosa* + 1 spettacolo di Teatro
Danza**
(7 spettacoli al Teatro Municipale e 1 spettacolo al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 75, Loggione euro 45
* La resistibile ascesa di Arturo Ui + Rusteghi
** Romanzo d’infanzia
Gli abbonamenti sono in vendita da martedì
27 settembre 2011.
Giochi proibiti di cucina in teatro
L’ALTRA SCENA
Biglietti
Platea/Galleria euro 5
Pass 6 spettacoli
Platea/Galleria euro 20
a cura di Enrica Carini
con la collaborazione di Matteo Corradini
e Valentina Magnaschi
Prevendita da martedì 13 settembre 2011.
in collaborazione con Fatina in Cucina
PRE/VISIONI
per bambini
BIGLIETTI
Biglietti
Platea/Galleria euro 5
Spettacoli Prosa al Teatro Municipale
Galleria euro 13
Prevendita da martedì 8 maggio 2012.
Spettacoli Altri Percorsi al Teatro
Municipale
Galleria euro 11
Spettacoli Teatro Danza al Teatro Comunale Filodrammatici
Galleria euro 10
I biglietti per tutti gli spettacoli sono in vendita da martedì 25 ottobre 2011.
Per poter usufruire delle offerte Speciale Studenti è necessario rivolgersi all’Ufficio Scuola di Teatro Gioco Vita. Per i gruppi scolastici
sono previste facilitazioni e/o gratuità per gli
insegnanti/accompagnatori.
L’acquisto dovrà essere formalizzato rivolgendosi alla biglietteria nei giorni ed orari
di apertura oppure concordando un appuntamento.
OLTRE IL SIPARIO
E ANCORA...
ALTRE PROPOSTE DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE TEATRALE
LUCIA VASINI E COMPAGNIA
DIURNI E NOTTURNI
Laboratorio teatrale
per ospiti e operatori dei Centri Diurni e
delle Comunità dell’Unità di Riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale
dell’Azienda Usl di Piacenza
a cura di Lucia Vasini
A TEATRO CON GUSTO
3° edizione - 2012
LE VIE DEL DESIDERIO:
AMORE, FOLLIA
E PERVERSIONE
Al dutåur di mât, Blackbird, Tutto su
mia madre
a cura di Giovanni Smerieri
Teatro Comunale Filodrammatici, ore 21
venerdì 2 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
mercoledì 28 marzo 2012
Laboratorio tra ricette e palcoscenico per bambini
da 5 a 10 anni
PROTOCOLLO D’INTESA CON
IL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Attività collegate all’ospitalità dello
spettacolo Blackbird al Teatro Municipale
CINEMA E TEATRO
Proiezioni e incontri
Teatro Comunale Filodrammatici, ore 21
giovedì 2 febbraio 2012
La ciociara (Vittorio De Sica, Italia 1960)
giovedì 15 marzo 2012
Tutto su mia madre (Pedro Almodóvar,
Spagna 1999)
(…) perfino quando ero imprigionato nella
stanza da pranzo, compostamente seduto
alla tavola dei grandi, potevo scoprire tra i
piatti e i bicchieri che mi stavano d’innanzi, labirinti di sentieri segreti, lungo i quali
prendevo la fuga e mi smarrivo. (…) Movendo appena la mano per non venir meno
alla consegna di compostezza, spingevo con
l’unghia lungo quegli itinerari un minuzzolo
di pane, che mi pareva un vascello o una carovana: talvolta fingevo scontri e abbordaggi
tra due briciole, scalate su uno stecchino da
denti, naufragi in una goccia d’acqua caduta
dal mio bicchiere.
Piero Calamandrei
(Inventario della Casa di Campagna,
Le Monnier - Firenze - 1941)
Le briciole erano la mia parte preferita dei
dolci. Le raccoglievo con cura, ne facevo
mosaici sul bianco della tovaglia che raccontavano le fantasie del momento e poi,
ne riempivo svelta un cucchiaino pieno e le
mangiavo prima che la mamma si potesse
accorgere di quell’innocente “gioco proibito”.
Le briciole, cibo e gioco proibito allo stesso tempo, per me contenevano il segreto di
quel dolce e il sapore della fantasia, erano
come semi di storie che mangiate avrebbero
fatto nascere nuovi viaggi e nuovi racconti.
Quello che vorrei riuscire a realizzare è esattamente questo, “un avventura conoscitiva
attraverso l’evocazione della fantasia”,
insieme a dei compagni di “giochi proibiti” con cui seminare briciole di pensieri, di
immagini, e fantasie che contengano storie
di biscotto, e raccontare vite e viaggi, e che
Dolcezze nel ghetto
La cucina dei ricordi
Per il Giorno della Memoria, ricette ebraiche
ritrovate, attese e speranze, biscotti nascosti
su fondi di scatole di latta, diari dolci nella
storia amara. Un incontro tra la cucina della
Fatina e le esperienze di Matteo Corradini.
possano far scaturire in loro chissà fra quanti
anni una fantasia, un dolce o semplicemente
un ricordo.
Il percorso di questi laboratori parte semplicemente dalle briciole, da quelle che già esistono e da quelle che creiamo nel distruggere qualcosa, dai giochi proibiti sopra e sotto
al tavolo, e dalle fantasie che stuzzicano per
i profumi che racchiudono.
I laboratori avranno come tema conduttore
le briciole sulla tovaglia, verranno trovate
o create, annusate cucinate mangiate ma
sempre con l’orecchio della fantasia rivolto anche a qualcos’altro, ad un colore, ad
un rumore, ad un’ombra, ad una storia, ad
un’immagine ad un movimento; e per fare
questo non sarò sola, ma per ogni storia al
mio fianco ci saranno di volta in volta ombre del teatro, scenografi, illustratori, lettori
di fiabe, musicisti, insegnanti di danza…per
trasformare veramente una briciola da un
puntolino dell’universo ad un universo della
fantasia.
È difficile, lo so.
Teatro Comunale Filodrammatici
giovedì 19 gennaio 2012 - ore 17
Trenta Quaranta
All’incirca le briciole di Pollicino
Il racconto di un classico delle fiabe rivisto
attraverso i profumi della tavola e i paesaggi
fantastici dell’illustratrice per l’infanzia Valentina Magnaschi che prenderanno vita tra
gli oggetti della cucina.
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
giovedì 16 febbraio 2012 - ore 17
giovedì 1 marzo 2012 - ore 17
Programma e informazioni
I singoli incontri avranno una durata di
un’ora e mezza circa.
Le iscrizioni dovranno pervenire a Fatina in
Cucina (via San Siro 12, tel. 338.2028112,
[email protected]) entro la settimana precedente il laboratorio prescelto.
Quota di partecipazione: 10 euro a incontro,
da versare all’atto dell’iscrizione.
72
TEATRO PER LE FAMIGLIE
A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ 2011/2012
XVI RASSEGNA DI TEATRO PER LE FAMIGLIE
domenica 13 novembre 2011 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Necessario
domenica 8 gennaio 2012 - ore 16*
OFFICINA DELLE OMBRE
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
CLOWN IN LIBERTA’
IN COMPAGNIA DI… PINA
clownerie, musica, acrobatica e pantomima
durata 60’ - per tutti
domenica 27 novembre 2011 - ore 16*
OFFICINA DELLE OMBRE
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
IN COMPAGNIA DI… ELMER
Ogni domenica incontra e gioca
con un personaggio amico
laboratorio di teatro
durata 2h - per bambini da 3 a 7 anni e genitori
(*pubblico limitato, iscrizione obbligatoria)
Ogni domenica incontra e gioca
con un personaggio amico
laboratorio di teatro
durata 2h - per bambini da 3 a 7 anni e genitori
(*pubblico limitato, iscrizione obbligatoria)
domenica 15 gennaio 2012 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Accademia Perduta / Romagna Teatri
Teatro Stabile d’Arte Contemporanea
LA CICALA E LA FORMICA
teatro d’attore con musica e canzoni
durata 60’ - da 3 anni
domenica 4 dicembre 2011 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Pirata
domenica 29 gennaio 2012 - ore 16.30*
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
CINDERELLA VAMPIRELLA
RANOCCHIO
pupazzi e burattini
durata 55’ - da 3 anni
domenica 11 dicembre 2011 - ore 16*
OFFICINA DELLE OMBRE
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
IN COMPAGNIA DI… ELMER
Ogni domenica incontra e gioca
con un personaggio amico
laboratorio di teatro
durata 2h - per bambini da 3 a 7 anni e genitori
(*pubblico limitato, iscrizione obbligatoria)
domenica 18 dicembre 2011 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
CANE BLU
Da Chien Bleu di Nadja
teatro d’ombre e teatro d’attore
durata 50’ - da 3 anni
venerdì 6 gennaio 2012 - ore 16.30 *
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
CIRCOLUNA
L’unico circoteatro di ombre al mondo
teatro d’ombre e teatro d’attore
durata 45’ - da 2 a 5 anni
(*spettacolo a pubblico limitato con posti non
numerati, prenotazione obbligatoria - in caso
di esubero di adesioni sarà effettuata una
seconda recita alle ore 18)
Dall’opera di Max Velthuijs
teatro d’ombre e teatro d’attore
durata 45’ - da 2 a 5 anni
(*spettacolo a pubblico limitato con posti non
numerati, prenotazione obbligatoria - in caso di
esubero di adesioni sarà effettuata una seconda
recita alle ore 18)
domenica 5 febbraio 2012 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro del Drago
GRANDE CIRCO NAVE ARGO
Ovvero La ballata di Teseo e
il Minotauro
teatro d’attore, pupazzi e macchine teatrali
durata 60’ - da 6 anni
domenica 19 febbraio 2012 - ore 16.30
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
PICCOLO ASMODEUS
Da Lilla Asmodeus di Ulf Stark
NUOVA PRODUZIONE
teatro d’ombre e teatro d’attore
durata 50’ - da 6 anni
domenica 26 febbraio 2012 - ore 16*
OFFICINA DELLE OMBRE
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
IN COMPAGNIA DI… PINA
Ogni domenica incontra e gioca
con un personaggio amico
laboratorio di teatro
durata 2h - per bambini da 3 a 7 anni e genitori
(*pubblico limitato, iscrizione obbligatoria)
domenica 4 marzo 2012 - ore 21*
TEATRO MUNICIPALE
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
Fondazione Teatro Comunale di Modena
Fondazione Teatri di Piacenza
Imperfect Dancers
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA ESTATE
Per corpi e ombre
da A Midsummer Night’s Dream
di Félix Mendelssohn-Bartholdy
teatro d’ombre, danza e musica
durata 75’ - per tutti, da 8 anni
(*spettacolo fuori rassegna, Stagione Danza
del Teatro Municipale - Fondazione Teatri di
Piacenza)
Abbonamenti/carnet a 5 spettacoli
Bambini/Ragazzi - fino a 3 anni ingresso gratuito - da 2 a 15 anni euro 25 intero, 20 ridotto
(la riduzione ai bambini appartenenti alla stessa
famiglia)
Giovani/Adulti - euro 35 intero, 30 ridotto
nonni/nonne
La tessera dà diritto ad assistere a 5 spettacoli
a scelta. La scelta dei titoli e/o dei posti dovrà
essere effettuata direttamente al momento
dell’acquisto (sono esclusi dalla scelta i laboratori
e lo spettacolo fuori rassegna).
Biglietti
Bambini/Ragazzi - fino a 3 anni ingresso gratuito - da 3 a 15 anni euro 7 intero, 6 ridotto
(la riduzione è applicata bambini appartenenti
alla stessa famiglia)
Giovani/Adulti - euro 9 intero, 8 ridotto nonni/
nonne
Biglietti e abbonamenti/carnet sono in
vendita da martedì 2 novembre 2011.
Per lo spettacolo fuori rassegna Sogno di una
notte di mezza estate i prezzi e le modalità di
acquisto dei biglietti sono quelli applicati dalla
Fondazione Teatri di Piacenza per la Stagione
Danza del Teatro Municipale.
Laboratori In compagnia di…
Elmer e Pina
Quota di partecipazione euro 10 a bambino
(per gli adulti/accompagnatori, max 1 per
bambino, la partecipazione è gratuita). Il costo è
comprensivo dei materiali di consumo e i bambini
avranno in omaggio le sagome costruite nel corso
del laboratorio. Le iscrizioni dovranno pervenire
entro il mercoledì precedente la data prescelta
(ogni incontro si terrà solo se sarà raggiunto un
numero minimo di 10 bambini - è previsto un
numero massimo di 15 bambini partecipanti).