1 2 Luciano Munaro INDICI ILLUSTRATIVI LAVORI Elenco Lavori I Vangeli delle Domeniche (Rito romano): Anno A Anno B Anno C Supplementi (rifacimenti o versioni diverse o più sviluppate, integrazioni di lavori già fatti) : Anno A Anno B Anno C Feste - Commemorazione di tutti i fedeli defunti, pp.21 - Esaltazione della S. Croce, pp.10 - Festa S. Stefano, pp. 8 - Epifania, pp. 53 - Festa Tutti i Santi, pp.27 - Trasfigurazione, pp. 9 -Natività Battista, pp. 9 - Santi innocenti martiri, pp. 12 - S. Giovanni evangelista, pp. 08 - Maria Madre di Dio, pp. 12 Brani evangelici sviluppati a guisa di piccoli opuscoli, libretti, libri veri e propri. Fascicoli: - Parabola padrone magnanimo e servo malvagio, pp.8 - Parabola del padre e dei due figli, pp. 12 - Parabola del seminatore, pp. 14 3 - Parabola zizzania, pp. 17 - Parabola giudice iniquo e vedova insistente, pp. 10 - Parabola operai mandati nella vigna del padrone, pp. 15 - Le nozze di Cana di Galilea, pp. 15 - Guarigione cieco nato, pp. 13 - L'attraversata del lago, pp. 17 - Controversia tra Gesù e farisei e scribi sulla vera osservanza e fedeltà, pp. 14 - Disputa sul digiuno, pp. 15 - Disputa sul divorzio, pp. 14 - Disputa sul divorzio, pp. 09 - Discepoli di Emmaus, pp.18 Opuscoli-Libretti: - Martirio S. Giovanni Battista, pp. 47 - Battesimo di Gesù, pp. 27 - Commemorazione di tutti i fedeli defunti, pp.21 - Confessione messianica di Pietro, pp. 30 - La risuscitazione di Lazzaro, pp. 36 - Beatitudini, pp. 34 - Visita di Gesù a Nazareth, pp. 34 - Guarigione uomo paralitico, pp. 41 - Disputa spighe strappate in giorno di sabato e guarigione uomo dalla mano inaridita, pp. 43 - Il libro dell'Apocalisse (ricavato da conferenze di Mons. Bruno Forte a SAT 2000), pp. 54 - Apocalisse di Giovanni (ricavato da conferenze di Ugo Vanni a SAT. 2000), pp. 32 - Bibbia e mito, Cristianesimo e mito (appunti dal n.24 Rivista Studi biblici, Paideia, Brescia 1973), pp.72 - Giudizio finale, universale di Matteo 25,31-46, pp.70 - Epifania, pp.69 4 Libri - Annunciazione a Maria, pp. 183 - Ascensione di Gesù al cielo, pp. 310 - Giovedi Santo, Ultima Cena di Gesù, pp.143 - Il cieco nato, pp.182 - il segno del pane (moltiplicazione dei pani secondo Giovanni), pp. 296 - La donna Samaritana, pp. 189 - Parabola del figlio prodigo, pp. 221 - Tentazioni di Gesù nel deserto, pp.305 - Parabola Banchetto nuziale secondo Matteo e Luca, pp.118 - Parabola Banchetto nuziale secondo Matteo, pp.76 - Introduzione alle parabole di Gesù, pp.117 - Trasfigurazione di Gesù, pp. 283 - Gnosticismo ovvero Attraverso la gnosi (ricavato da trasmissioni di Radio 3), pp. 136 - La risurrezione di Gesù, pp. 450 Maria: - Natività di Maria, pp. 08 - Immacolata Concezione, pp. 10 - Immacolata Concezione, pp. 12 - Immacolata Concezione, pp. 10 - Immacolata Concezione, pp. 16 - Immacolata Concezione, pp. 12 - Immacolata Concezione, pp. 08 - Immacolata Concezione, pp 09 - Immacolata Concezione, pp. 08 - Immacolata Concezione, pp. 14 - Annunciazione, pp. 18 - Annunciazione a Maria (libro), pp. 183 - Visita di Maria a s. Elisabetta, pp. 18 - Maria Assunta in Cielo, pp. 26 - Maria assunta in Cielo, pp. 9 - Maria assunta in Cielo, pp. 6 5 - Maria assunta in Cielo, pp. 8 - Figura e opera di Maria alla luce del brano delle nozze di Cana di Galilea, pp. 32 - Maria Madre di Dio, pp. 12 - Veglia mariana, pp, 11 6 I LAVORI 7 Luciano Munaro I VANGELI DELLE DOMENICHE 8 Luciano Munaro I VANGELI DDELLE DOMENICHE Anno A 9 I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt.24,37-44 La venuta del Figlio dell'uomo. Attesa e vigilanza. 1) Il nuovo anno liturgico. 2) Avvento come attesa-preparazione al Natale. 3) La specifica attesa-preparazione al Natale della prima domenica di avvento : - ambientazione del brano evangelico; - il brano evangelico in quanto tale : - l'inizio o prima parte : il tono o timbro caratteristico : ammonitivo; - l'espressione "figlio dell'uomo"; - il vertice del brano evangelico : la venuta del figlio dell'uomo; annuncio altamente ammonitivo, drammatico; - l'oggetto dell'ammonimento di Gesù; - dove culmina l'ammonimento di Gesù : l'invito alla vigilanza II DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt. 3,1-12 La predicazione del Battista :"Voce di uno che grida nel deserto" 1) Preparazione al Natale come al Cristo che viene 2) Quale preparazione specifica ? Conversione. La figura del Battista, quale immagine della conversione del cristiano, delineata dai seguenti elementi : - ambiente di attività; - l'invito rivolto al popolo, alla gente:convertitevi; - l'abbigliamento del profeta; - il nutrimento del profeta; - l'avvertimento lanciato al popolo:giudizio di Dio imminente, incombente. 10 III DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt.11,2-11 Preparazione al Natale come attesa di Gesù quale "Colui che deve venire", cioè il Messia 1) La domanda dell'ambasciata del Battista a Gesù; 2) La risposta di Gesù alla domanda del Battista; 3) L'elogio del Battista da parte di Gesù. III DOMENICA DI AVVENTO ANNO A I) Il tipo di brano evangelico e il tema della preparazione al Natale: attesa di Gesù come “Colui che deve venire”, cioè il Messia. II) Come viene sviluppato il tema nel brano evangelico: in tre passaggi fondamentali: 1) La domanda della delegazione o ambasciata del Battista a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o ne dobbiamo aspettare un altro?”; 2) La risposta di Gesù; 3) l’elogio del Battista da parte di Gesù. IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A 1° Mt.1,18-25 1) Il tipo di brano evangelico : il racconto matteano della nascita di Gesù. 2) I contenuti e significati del nostro brano, i personaggi : - Giuseppe : un identikit del cristiano; tre aspetti o tratti interessanti e importanti : - l’uomo della Provvidenza, l’umile e docile strumento nelle mani di Dio per la venuta del Cristo, per la realizzazione della storia della salvezza; - l’uomo interamente sotto, improntato dal progetto di Dio; - il padre putativo di Gesù ovvero la non casualità di Gesù nell’orizzonte della vita e della storia umana; - Maria ovvero dell’opera dello Spirito Santo in lei e per mezzo 11 di lei; l’opera dello Spirito Santo nel cristiano; - il nome di Gesù : Gesù, ebraico = Jesuah = “egli salverà il popolo dai suoi peccati”, Emmanuele = Dio con noi, la forza della vita del cristiano. 2° Mt.1,18-24 Il racconto della nascita di Gesù secondo Matteo. Preparazione immediata al Natale. IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A 1) Il fatto, le modalità del fatto e loro significato per noi. 2) Il valore o significato del fatto per noi : salvezza. 3) Conclusioni. N A T A L E Messa della Vigilia Mt.1,1-25 Il tipo di brano evangelico : composto o articolato chiaramente in due parti fondamentali : PRIMA PARTE : Mt.1,1-17 : - la genealogia di Gesù : - la genealogia di Gesù come inizio del Vangelo di Matteo; - la genealogia come genere letterario : - genealogie extrabibliche; - genealogie biblico-giudaiche; - le genealogie neotestamentarie di Matteo e Luca : - la genealogia di Mt.1,1-17; - la genealogia di Lc.3,26-38; -confronto fra le due genealogie . - convergenze; - divergenze : - aspetto letterario; - struttura; - contenuto; - la genealogia di Matteo come teologia della storia; - alcune conclusioni finali. 12 SECONDA PARTE : Mt.1,18-25 : - il racconto della nascita di Gesù secondo Matteo ovvero della assunzione della paternità legale di Gesù da parte di Giuseppe; - i contenuti e i significati del nostro brano, i protagonisti : - Giuseppe : un identikit del cristiano; tre aspetti o tratti interessanti e importanti : - l’uomo della Provvidenza, l’umile e docile strumento nelle mani di Dio per la venuta del Cristo, per la realizzazione della storia della salvezza; - l’uomo interamente sotto, improntato dal progetto di Dio - il padre putativo di Gesù ovvero della non casualità di Gesù nell’orizzonte della vita e della storia umana; - Maria ovvero dell’opera dello Spirito Santo in lei e per mezzo di lei; l’opera dello Spirito Santo nel cristiano; - il nome di Gesù : Gesù, ebraico Jesuah = Dio salva; secondo il testo matteano = “egli salverà il popolo dai suoi peccati”; Emmanuele = Dio con noi, cioè Gesù (Dio) è la forza del cristiano. NATALE DI GESU’ CRISTO NOSTRO SIGNORE Messa della notte e dell’aurora. PREMESSA 1) I brani evangelici delle due messe, rispettivamente della notte e dell’aurora, sono dello stesso evangelista Luca e sono l’uno la continuazione dell’altro. 2) Appartengono ai primi due capitoli del Vangelo di Luca, sostanzialmente paralleli ai primi due capitoli del vangelo di Matteo, solitamente intitolati :”Vangelo dell’infanzia di Gesù”; la sua qualità o caratteristica fondamentale : discorso cherigmaticocristologico. 3) Le fondamentali asserzioni cherigmatico-cristologiche. 13 MESSA DELLA NOTTE Lc.2,1-14 1) L’aspetto più immediato, superficiale del Natale e il suo aspetto più profondo. 2) Le principali riflessioni che si possono fare sul Natale, sulla scorta del brano evangelico proposto dalla liturgia. Tre fondamentali, variamente articolate : - le circostanze o momento storico, epocale, della nascita di Gesù; - l’avvenimento della nascita di Gesù : - il luogo o ambiente geografico e topografico o sito della nascita; - le modalità dell’avvenimento : semplicità-umiltà; nascondimento-povertà; - il tempo o momento cronologico, della giornata, della nascita: di notte; - i protagonisti umani dell’avvenimento : Maria, Giuseppe ed evidentemente Gesù; - il protagonista non umano, sovrumano : Dio - l’annuncio dell’avvenimento-nascita di Gesù. I protagonisti e i segni : - l’angelo annunciatore; - i destinatari dell’annuncio, che a loro volta poi diventano gli annunciatori : i pastori; - il coro degli angeli o esercito celeste. MESSA DELL’ AURORA Lc.2,15 - 20 1) Il tipo di brano evangelico : la continuazione esatta di quello della messa della notte e pertanto dello stesso evangelista Luca. E’ la continuazione del racconto o descrizione, se così la possiamo chiamare, della nascita di Gesù. 14 2) La struttura letteraria del brano e pertanto i suoi elementi costitutivi : - la partenza degli angeli; - la decisione dei pastori di andare a vedere l’avvenimento che il Signore aveva fatto loro conoscere; - il segno trovato e riconosciuto; - la divulgazione dell’annuncio ricevuto e dell’avveniment trovato e riconosciuto da parte dei pastori; - lo stupore di coloro che udirono; - l’atteggiamento di Maria; - la chiusura del brano : la fede dei pastori SOLENNITA' DEL SANTO NATALE MESSA DEL GIORNO E II DOMENICA DOPO NATALE Gv.1,1-18 Il Prologo. 1) Riproposizione del tema e clima natalizio e però non nei termini di pura e semplice ripetizione, bensì di approfondimento. 2) L'approfondimento del nostro brano evangelico : una profonda e intensissima meditazione-contemplazione della misteriosa, trascen-dente identità-realtà di Gesù, che diventa anche una meditazione-contemplazione sulla vita dell'uomo, articolata in sei punti o concetti fondamentali : 3) Il presupposto telogico ( cristologico ) fondante di questa meditazione-contemplazione : la già conoscenza ed esperienza della conoscenza della risurrezione di Gesù da parte dell'evangelista. 4) I sei concetti della meditazione-contemplazione : - primo concetto : Gesù è il Verbo preesistente di Dio, presso Dio, e Dio egli stesso : Gesù verità assoluta dell'uomo; - secondo concetto : Gesù, in quanto Verbo preesistente di Dio, è anche Verbo Creatore di Dio e perciò Principio-Fonte, nonché, 15 in quanto Cristo risorto, Fine, suprema realizzazione-compimento della realtà; Gesù è la Realtà in assoluto e perciò Principio di realtà; - terzo concetto : Gesù vita e luce degli uomini, del mondo; - quarto concetto : il dramma e, sotto un certo aspetto, la tragedia della vita-luce di Dio nella vita-storia degli uomini : quella delle tenebre che si oppongono alla vita-luce di Dio e cercano di soffocarle, di impedirne l'affermazione; - quinto concetto : come Dio ha risposto e risponde al comportamento incredibile dell'umanità e in particolar modo del suo popolo : con l'incarnazione; -sesto concetto : il risultato della risposta di Dio in Cristo Gesù all'incredibile e inqualificabile empio comportamento dell'uomo nei suoi confronti : ha reso e rende l'uomo figlio nel Figlio, partecipe e commensale della sua vita stessa. 5) Conclusione. SERA SOLENNITA’ DI NATALE E II DOMENICA DOPO NATALE 1) Il tipo di brano evangelico: il Prologo del Vangelo di Giovanni, un grande discorso sull’identità e la portata di Gesù alla luce della sua risurrezione. 2) L’identità e la portata di Gesù alla luce della risurrezione: quattro grandi affermazioni: - prima affermazione:”In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Gesù è il Verbo Logos preesistente e creatore di Dio - nella sua qualità di Verbo-Logos preesistente e creatore di Dio è la realtà più vera in assoluto ed è principio di realtà; - per capire questo, occorre partire dal nostro mondo, dal rapporto uomo-mondo o mondo-uomo; - dal rapporto uomo-mondo o mondo-uomo, al rapporto 16 Verbo/Logos – mondo/uomo; - le conferme bibliche di quanto detto: - Rm. 8,19-24; - Ef. 1,4-6.10; - Is. 65,17; 2Pt. 3,13; Ap. 21,1; - seconda grande affermazione: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini: - “in lui era la vita”: Gesù principio di vita; - “e la vita era la luce degli uomini”: Gesù luce della vita degli uomini; - terza grande affermazione:”E il Verbo si è fatto carne (uomo) e ha posto la sua dimora in mezzo a noi”; - quarta grande affermazione:”Egli era nel mondo..eppure il mondo non lo riconobbe; venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”; non tutti però l’hanno rifiutato; “a quanti l’hanno accolto ha dato la realtà di figli di Dio. 3) La finale del Prologo SOLENNITA' DEL SANTO NATALE GLI ASPETTI DI FONDO DEL NATALE E GLI ATTEGGIAMENTI CHE ESSO DOMANDA 1) Premessa introduttiva : con la Pasqua, il Natale è certamente e giustamente una delle maggiori feste della fede cristiana. 2) Gli aspetti di fondo del Natale : - l'Annuncio: è un annuncio strepitoso, portentoso, un buon annuncio; - l'Avvenimento : è un Avvenimento-Evento; - il Mistero: mistero di Grazia, mistero di povertà-umiltà e perciò di solidarietà e di ineguagliabile umanità, mistero di rivelazione e perciò di luce e di verità. * Perché Dio si è fatto uomo ? Cur Deus homo ? 3) Gli atteggiamenti o la presa di posizione del cristiano di fronte al Natale. I modelli: i pastori e Maria. 17 2005 Natale, nascita di Gesù Cristo, il figlio di Dio fatto uomo, mistero dell’incarnazione come mistero di redenzione. Perché redenzione o la redenzione: - l’uomo uscito dalle mani di Dio: decisamente buono; - ma molto presto si è ritrovato alle prese con un profondo malessere; - da qui l’esigenza, la necessità della sua redenzione ad opera di Dio. Tre aspetti dell’incarnazione come redenzione: - redenzione come rivelazione: - la rivelazione di Dio in Gesù Cristo ha investito o rivestito la nostra corruttibilità della sua incorruttibilità; - la rivelazione di Dio in Gesù Cristo ha rivestito la nostra mortalità della sua immortalità; - redenzione come illuminazione: - illuminazione a riguardo di Dio; - illuminazione a riguardo del mondo; - illuminazione a riguardo dell’uomo stesso; - redenzione come vita, come amore. Come lasciarci raggiungere dalla redenzione e raggiungere noi stessi in Cristo Gesù la redenzione significata, portata dall’incarnazione. Con due atteggiamenti: contemplazione e fede. NATALE 1) 2) 3) 4) N A T A L E 2006 Natale come mistero di luce.. 1) Natale come mistero di luce che splende nelle tenebre della terra, dell’umanità. 2) Quali sono le tenebre della terra, dell’umanità. 3) Tenebre di ieri, tenebre di oggi. 4) Da dove provengono le tenebre dell’umanità. 5) E’ possibile superare le tenebre, sconfiggerle? La risposta positiva della fede cristiana : il Natale è la luce che splende nelle tenebre dell’umanità. 18 NATALE 2007 1) Natale di Cristo Signore, Dio si è fatto uomo, l’avvenimento più strepitoso, inaudito, vertiginoso della storia umana. 2) La domanda spontanea e prorompente che sorge da un simile avvenimento-evento è la seguente : ma perché Dio si è fatto uomo? 3) L’uomo alienato da Dio. La parabola del figlio prodigo di Luca come splendida illustrazione dell’uomo alienato da Dio che siamo noi. 4) Le conseguenze o risultati dell’alienazione da Dio. Seguiamo i tratti essenziali della parabola del figlio prodigo : - la pretesa di avere dal padre la parte chi gli spettava; - “se ne andò in una regione lontana e là viveva da dissoluto, con gli amici e le prostitute, sperperando tutti i suoi averi” - “viveva da dissoluto, ovvero la dissolutezza; - “sperperando tutti i suoi averi, ovvero lo sperpero; - “si trovò nel bisogno, rischiando di morire di fame” - “Allora andò e si mise al servizio di un padrone, che lo mandò a pascolare i porci” - rientrò in se stesso e si ricordò della casa del padre e disse a se stesso:”Andrò da mio padre e gli dirò…”; riconoscimento del proprio peccato e confessione del medesimo prima a se stesso e poi anche al padre; - “si alzò e si incamminò verso il padre” (ritorno dal padre), 5) L’accoglienza del padre. 6) Questo è il Natale, questa è la ragione per cui Dio si è fatto uomo : riportare a casa l’uomo smarrito. 7) Questo vuol dire fare Natale. 19 Natale 2008 Alla luce di Fil. 2,6-8, Natale come abbassamento-kenosi del Figlio di Dio. 1) Alla luce di Fil. 2,6-8, Natale come abbassamento-kenosi del Figlio di Dio. 2) L’inizio dell’inno cristologico di Paolo : - “pur essendo di natura divina”; - “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio” - “ma spogliò se stesso” ( ) 3) Perché tanto abbassamento-svuotamento di sé? - per innalzare noi in un duplice senso : - per darci una nuova identità e dignità e per rialzarci dalla nostra rovinosa caduta nel baratro della perdizione ; - e poi per arricchirci della sua ricchezza (“si è fatto povero per arricchire noi”, 2Cor.8,9). 4) Il seguito dell’inno cristologico di Paolo, dopo l’inizio : - “assumendo la condizione di servo” (per noi); - che cosa significa questo “per noi”: che contrasse un vincolo profondo con noi, ossia divenne profondamente solidale con noi; - il culmine della sua solidarietà con noi. 5) A guisa di conclusione : lo sfondo-anima di tutto quanto detto sin qui. NATALE 2009 Natale come mistero di luce. 1) Molteplicità e quindi ricchezza dei contenuti e significati del Natale. Ne consideriamo uno in modo particolare. 2) Natale come mistero di luce : - i tre termini : mistero, luce e Natale; - in che senso il Natale (Cristo Gesù) è questo mistero di luce; implica,, fa riferimento agli aspetti di fondo della sua vita terrena : 20 - un primo aspetto: la giustizia : - la giustizia di Gesù: - non rassomiglia a quella degli uomini; - è quella tipica di Dio; - in che modo si è manifestata nella vita di Gesù: - la sua familiarità-accoglienza dei peccatori, il suo prendere cibo (pasto) con i peccatori; - accoglienza di tutti, ma soprattutto dei piccoli, dei deboli, dei poveri, diseredati, esclusi, ammalati, sofferenti, disperati; - questa giustizia di Gesù, allora, si è veramente manifestata come una grande luce per la vita e storia degli uomini; - un secondo aspetto: la verità: - la questione della verità ha sempre appassionato la vita e storia degli uomini; la verità dei dotti e la verità a livello popolare; - la verità di Gesù non è come quella degli uomini, ma è quella tipica di Dio creatore e suscitatore di vita; - la verità di Gesù è semplicemente vitale; gli atteggiamenti e gli insegnamenti di Gesù, tipo : - la parabola degli invitati o dei posti dal versante di comprensione di colui che invita; - il pronunciamento di Gesù sulle parole degli uomini; - la verità di Gesù come amore, l’amore che si dona, che dona la sua vita, l’amore anche al nemico, al carnefice-uccisore. 3) Conclusione: se l’origine della luce di Gesù è sovrumana, divina, la sua realizzazione è pienamente, perfettamente umana. NATALE 2010 Natale, nascita di Cristo Gesù, nascita della nuova, vera, giusta e definitiva umanità. 1) Perché celebrare il Natale, la nascita di Gesù, di un bambino, e celebrarlo con tanta solennità? Perché con lui è nata la nuova 21 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) umanità, che ci permette di non disperare, ma di avere fiducia e sperare senz’altro nel meglio. Parlare di nuova umanità significa evocare e contrapporla alla vecchia umanità La vecchia umanità o uomo vecchio : - qual è: - la sua configurazione più specifica attraverso due pagine bibliche, - l’umanità della torre di Babele; - l’umanità di Sodoma e Gomorra; - parallelismo o accostamento alla nostra umanità contemporanea. L’uomo nuovo o nuova umanità: - qual è; - la sua configurazione più specifica; aspetti caratterizzanti della vita e persona di Gesù: - Gesù Cristo assolutamente fedele, obbediente, dipendente da Dio, il Padre; - è vissuto da autentico figlio/Figlio di Dio e per questo è vissuto da autentico fratello degli uomini - il rapporto filiale di Gesù con Dio, il Padre, spiega la sconvolgente e stupefacente novità della sua vita umana. La domanda che si potrebbe porre: ma come ha fatto, come ha potuto Gesù vivere la sua vita umana in modo così giusto, innocente, vero e buono (santo)? La risposta: perché si è lasciato interamente animare, vivificare dalla presenza del Verbo-Figlio divino in lui. L’obiezione che potrebbe essere mossa: Lui ha potuto perché era Figlio di Dio, noi no; obiezione fondata solo in apparenza, in superficie. Conclusione: celebrare il Natale nell’accoglienza vera, autentica di Cristo uomo nuovo e vero, per poter sperare di superare l’umanità della delusione e della disperazione. 22 NATALE 2011 1) Natale, nascita di Cristo Signore, nascita dell’uomo nuovo, dell’uomo definitivo e vero. È la grande buona notizia sulla nostra realtà-situazione di crisi: - crisi economica; - crisi dell’uomo. 2) Sulla crisi dell’uomo, la nascita dell’uomo nuovo. - la dicitura “uomo nuovo o nuovo umanità”: - contiene una contrapposizione, quella dell’uomo vecchio o vecchio umanità; - l’uomo vecchio o vecchio umanità: - chi è, qual è; - come si precisa: con una pretesa-presunzione, essere, diventare come Dio; - in che cosa consiste una simile pretesa-presunzione: mangiare il frutto proibito, essere lui a decidere, a stabilire ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che non è giusto; - quali le conseguenze di una simile pretesa-presunzione; - Cristo Gesù l’uomo nuovo: - per grazia di Dio, all’uomo vecchio si contrappone l’uomo nuovo, Cristo Gesù; - la sua novità: la sua obbedienza-fedeltà assoluta a Dio, il Padre; - è stata senza dubbio quella del Figlio di Dio, ma, insieme con lui, anche quella dell’uomo Gesù di Nazareth; - il significato di tutto questo per noi lo cogliamo nell’insieme della vita terrena di Gesù: appare tutta la novità e la bellezza, l’umanità e perciò la verità della vita di Gesù; - si osservi il contesto socio-umano in cui avviene; - come è stato possibile tutto questo? l’anima profonda della vita di Gesù: il Figlio di Dio, la vita divina; - ha significato la creazione e la realizzazione di una 23 nuova natura umana e dunque la nascita di un uomo nuovo, quello che abbiamo contemplato e che contempliamo nei Vangeli. 3) Noi, purtroppo, risentiamo troppo, siamo ancora troppo legati all’uomo vecchio: - non meravigliamoci allora che...; - quello che è accaduto e che accade nel nostro cristianesimo. 4) Che cosa vuol dire e deve voler dire fare Natale: far nascere e crescere Cristo Gesù, l’uomo nuovo, nel nostro spirito, nel nostro essere, nella nostra vita. NATALE 2012 1) Natale di Cristo Signore, il Natale perduto, il Natale da ritrovare, da recuperare.. 2) L’aspetto che vogliamo considerare: l’incarnazione.: - la parola-concetto incarnazione; - il suo significato per noi: - la banalizzazione che ne è stata fatta; - il suo significato per noi: l’introduzione nella natura umana di una nuova vita; - cosa ha significato, comportato questo per la vita e la storia umana: l’apporto, il dono di tutto un insieme fondamentale di valori, un vero e proprio tesoro di vita; - quali sono questi valori, alcuni principali: - il dono di una identità e dignità umana che non ha confronti, paragoni; - qualche cosa da dire a riguardo di una moda attuale, quella cosiddetta “animalista”, - la povertà-umiltà, l’abbassamento-kenosi come suprema, sublime umanità di Dio verso l’uomo, l’umanità da apprendere, da imparare; - la povertà concreta libera, scelta, non quella costretta, subita; - libertà, la libertà di donare e di donarsi, la vera libertà; - pace, la pace con Dio, la pace con gli uomini, i propri 24 simili, i fratelli, la pace anche con la natura. 3) Conclusione: il Natale, col suo complesso di valori, come superamento di una vera e propria, grave, drammatica emergenza umana, sociale, civile, politica, nazionale, l’emergenza educazionale, l’emergenza del vuoto dei valori NATALE 2015 Natale come incarnazione di Dio quale inizio del compimento pieno della creazione tutta, uomo e mondo, mondo e uomo. 1) Natale di Cristo Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, incarnazione. Quale il suo significato per noi? Molti significati. 2) La nostra scelta intorno a un significato fondamentale: il Natale come inizio del compimento pieno della creazione tutta, uomo e mondo, mondo e uomo. 3) Le conseguenze o conclusioni che si possono, anzi si debbono trarre, almeno quelli principali, essenziali, fondamentali: - un duplice ordine di conseguenze o conclusioni: - quelle riguardanti il mondo come natura, addirittura come cosmo; - quelle riguardanti l’uomo (l’umanità); - conseguenze o conclusioni riguardanti il mondo-cosmo: - come ci appare questo mondo alla luce del significato di fondo scelto: non è il giocattolo di Dio; - ci si chiarisce tutto il senso e il valore del mondo; - possiamo capire meglio tutta la bellezza, la grandezza, l’immensità del mondo; invito alla contemplazione, a risalire al Creatore; - perché noi oggi, attraverso il problema ecologico e non solo, stiamo rischiando di distruggere il nostro mondo: perché ridotto a giocattolo nelle nostre mani; - quando e perché il mondo e l’uomo (umanità) vengono ridotti a giocattolo; - i responsabili della riduzione del mondo e dell’umanità a giocattolo, destinato ad essere rotto, distrutto; 25 - conseguenze o conclusioni riguardanti l’umanità (l’uomo): - il Natale come inizio del compimento pieno dell’uomo; - la tragedia del peccato, ma Dio ha avuto pietà, misericordia, ha mandato il suo Figlio per la redenzione e la salvezza del mondo intero, uomo e mondo; - come arrivare a tanto? guardando, ascoltando, accogliendo, assimilando Colui che ha raggiunto il vertice della vita e perciò dell’esistenza; - ci viene indicato come è possibile realizzare un’autentica ..vita e storia umana; - la cosa incredibile; - l’uomo e il mondo sognati da Dio nella creazione, con la creazione; - come avverrà questo? il Natale sta all’origine di tutto questo compimento. NATALE 2014 Come celebrare il Natale. 1) Natale, la nascita di un bambino. Perché far festa, tanta festa? Come vedere adeguatamente la nascita di Gesù: non fermarsi alla pura na-scita, ma collegarla con tutta la sua vita successiva. 2) Il rischio del nostro modo di celebrare la nascita di Gesù: fermarsi, appunto, alla sola nascita. 3) Occorre, dunque, vedere, celebrare la nascita di Gesù avendo presente anche tutta la sua vita, i valori che essa ci dà. 4) Quali sono questi valori, i contenuti e significati che ci dà la vita di Gesù e quindi, implicitamente, il Natale. Un piccolo saggio: - la sacralità della vita umana e perciò la sua intangibilità; - l’identità e dignità della vita-persona umana e perciò il rispetto ad essa dovuto; - la mentalità e la cultura dell’ultimo posto e perciò l’umanità della giustizia, dell’uguaglianza, della verità, dell’amicizia e fraternità. 5) Una piccola conclusione. 26 TEMPO DI NATALE FESTA DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE DELLA CHIESA 1) Festa di Santo Stefano protomartire della Chiesa. Qual è il suo significato per noi? Non ci sono dubbi, sulla traccia del Santo, non è possibile celebrare (aver celebrato) il Natale e non sentire l’esigenza e l’impegno di darne tutta la testimonianza. 2) Il presupposto della testimonianza: conoscenza e consapevolezza dell’identità del personaggio: i personaggi della storia e il personaggio Gesù di Nazareth. 3) L’identità, il significato, il valore e la portata del personaggio: i personaggi della storia, il personaggio Gesù di Nazareth: - i personaggi della storia; - il personaggio Gesù di Nazareth. 4) La seconda grande riflessione: Santo Stefano tutto immerso, immedesimato in, con Cristo Gesù. 5) In chiusura, ritorno sull’idea-immagine della spugna, dell’essere impregnati. La struttura ontologica dell’essere umano (antropologica) e l’alternativa che si pone per il cristiano: o essere impregnato di Cristo o essere impregnato del mondo. FESTA DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE DELLA CHIESA 26 dicembre 1) Perché una festa come questa il giorno dopo Natale? Ci sembra per due ragioni : - presentarci s. Stefano come immagine del vero discepolo di Cristo, del vero cristiano; - attraverso questa immagine, dirci che cosa significa e deve significare celebrare, aver celebrato il Natale. 2) I tratti fondamentali della vita-storia o vicenda di s. Stefano e quindi della sua personalità come discepolo di Cristo, secondo il 27 racconto degli Atti che la liturgia ci propone (At.6,8-10; 7,5459). Due momenti o aspetti della figura di s. Stefano : - primo momento o aspetto, i tratti : - “pieno di Spirito Santo”; - “fissando gli occhi al cielo”; - “vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra”; - “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che stà alla destra di Dio”; - secondo momento o aspetto, i tratti : - “Signore Gesù, accogli il mio spirito”; - “Signore, non imputare loro questo peccato”. 3) Conclusione. Santo Stefano e il Natale : la figura di s. Stefano ci dice che cosa deve significare aver celebrato il Natale. FESTA DI SAN GIOVANNI EAVANGELISTA. 27 dicembre 1) La figura di s. Giovanni evangelista attraverso il brano evangelico che la liturgia ci propone (Gv.20,2-8). Il tipo di brano evangelico e il suo culmine o vertice 2) I due verbi del culmine del brano evangelico “e vide e credette” : - “e vide” ovvero del verbo vedere; - “e credette” ovvero del credere. 3) La figura dell’evangelista che emerge come tratto fondamentale del cristiano : il discepolo della fede adulta e matura. 4) Rapporto col Natale celebrato. FESTA DEI SANTI INNOCENTI MARTIRI. 28 dicembre 1) Quale il significato di una festa come questa per noi? La risposta è meno semplice di quanto potrebbe sembrare a prima vista. 2) La verosimile e probabile origine storica della festa. 3) La ragione della sua collocazione temporale-liturgica o liturgico- 28 temporale. Il suo significato per noi. 4) Tale significato viene espresso o fatto intuire in modo particolare dal brano evangelico proposto dalla liturgia : - il brano evangelico in quanto tale, quello cosiddetto della strage degli innocenti ad opera di Erode Antipa, secondo l’evangelista Matteo (Mt.2,13-18); - il significato dei bambini fatti uccidere da Erode. 5) Il significato della collocazione temporale-liturgica della festa. FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA. 1) Festa della sacra famiglia. Che cosa ci vuol dire la chiesa con questa festa? Non ci sono dubbi, portare innanzitutto l’attenzione sulla sacra famiglia e però non fine a se stessa, ma per portare l’attenzione anche sulla famiglia umana in quanto tale. 2) Perché questo? Perché nella famiglia o con la famiglia l’umanità si gioca tutta la vita in bene o in male, a seconda di come viene realizzata. 3) Da dove sa la Chiesa tutto questo? Dalla fede. 4) Ma è fondata nella storia, ossia trova riscontro nella storia questa visione di fede della Chiesa? La conferma storica. 5) Tutto è cominciato con la messa in crisi della famiglia. 6) La cosa incredibile, amara e triste, è che tutto questo è accaduto col contributo, con l’appoggio di molti presunti cristiane, cattolici. 7) Come uscire dalla crisi ed evitare il baratro che ormai si apre davanti a noi? 8) Il modello della sacra famiglia. FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA 1) La famiglia tema di grande, cioè di grave attualità. 2) La santa famiglia di Nazaret modello della famiglia cristiana come di ogni famiglia umana. Due aspetti: a)- sposi davanti a Dio e agli uomini; b)- famiglia davanti a Dio e agli uomini. 29 FESTA DI MARIA MADRE DI DIO 1° Gennaio 1) L'origine storico-dogmatica del titolo poi divenuto l'attuale festa liturgica. 2) Il doppio rapporto della festa di Maria Madre di Dio col Natale e con l'inizio dell'anno nuovo : - Maria Madre di Dio nel suo rapporto col Natale. La doppia lettura del titolo : - il primo aspetto della lettura del titolo : l'accento sulla maternità divina di Maria; - il secondo aspetto della lettura del titolo : l'accento sulla divina maternità di Maria. - Maria Madre di Dio in rapporto con l'inizio del nuovo anno solare. SOLENNITA’ DELL’ EPIFANIA DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO. Mt.2,1-12 6 gennaio 1) Ambientazione del brano : appartiene al cosiddetto “Vangelo dell’infanzia” di Matteo. 2) Intento dei vangeli dell’infanzia. 3) La struttura letteraria di Mt.2,1-12 . 4) L’analisi del brano. Alla ricerca dei contenuti e significati . - l’introduzione : è costituita da una indicazione del luogo e del tempo della nascita di Gesù; - la notizia dell’arrivo o venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei Giudei che era nato : - i magi : loro presentazione; - la domanda dei magi :”Dov’è il re dei Giudei che è nato?”; - la loro affermazione :”Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adorarlo”; 30 - la reazione del re Erode e, con lui, di tutta Gerusalemme alla notizia-informazione dei Magi che era nato il re dei Giudei : - di turbamento o il turbamento; - la ricerca intorno al luogo dove doveva nascere il remessia d’Israele; - la missione di Erode ai Magi; - la ripresa del viaggio da parte dei magi, la ricomparsa della stella e il suo posarsi sul luogo dove si trovava il bambino, l’arrivo dei magi alla casa dove si trovava il bambino, la loro entrata e la loro adorazione del bambino; - la finale o chiusura del brano : l’avvertimento dell’angelo ai magi di non passare da Erode, perché voleva uccidere il bambino, e l’affermazione finale dell’evangelista o redattore evangelico :”Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. EPIFANIA DEL SIGNORE. 1) Epifania quasi l’equivalente del Natale. Epifania-manifestazione della identità di colui che è nato a Betlemme. Il racconto dei Magi è funzionale a questo. 2) La manifestazione-rivelazione dell’identità di colui che è nato a Betlemme: - dove emerge questa identità: nel racconto dei Magi; - la triplice rivelazione dell’identità di Gesù in specifico: - Gesù luce della vita; - Gesù re; - Gesù Messia. 3) L’atteggiamento che il cristiano è chiamato ad assumere di fronte a questa identità di Gesù, di colui che è nato a Betlemme: - fede: - fede come ricerca di Dio; - fede come viaggio verso una méta ben precisa;- fede come assunzione di informazione su Dio presso la sua manifestazione-rivelazione; 31 - fede come scoperta di Dio attraverso la sua rivelazione in Gesù Cristo nato a Betlemme; - fede come riconoscimento, accoglienza e adorazione di questo Dio. BATTESIMO DI GESÙ 1) Che cosa ci vuole dire la Chiesa con la festa del battesimo di Gesù. 2) Il battesimo di Gesù: - in superficie assomiglia a quello di tutta l’altra gente, in realtà, in profondità è totalmente diverso: Gesù è la grande purificazione-guarigione dell’umanità malata; - la situazione patologica dell’umanità: malata, il peccato, il male che la devasta; - come uscire da questa situazione: Cristo Gesù, il suo battesimo l’unico vero rimedio; - in che modo, in che senso? Che cosa è stato e che cos’è il battesimo di Gesù: - il battesimo di Gesù al fiume giordano collegato con tutta la sua vita pubblica; battesimo di Gesù come rito e battesimo come vita; il rito anticipa e prefigura la vita, la vita attua, realizza il rito; - il battesimo di Gesù tutto un grande atto di umiltà; - il battesimo di Gesù come tutto un grande atto di solidarietà con l’umanità disastrata, sofferente, a causa del peccato; solidarietà in tutto, eccetto che nel peccato; - in che modo si manifesta, si esprime, si realizza, attraverso che cosa si realizza la guarigione prodotta, introdotta dal battesimo di Gesù, le forme, le modalità antropologiche: la mentalità, il sentire e l’operare; - la mentalità, il sentire e l’operare dell’uomo del peccato; la mentalità, il sentire e l’operare dell’uomo purificato, guarito dal battesimo di Gesù; - questo aspetto del modo o delle forme va sottolineato; - in questo contesto, va sottolineata anche un’altra cosa: i due battesimi opposti; l’alternativa continua, permanente: o il 32 battesimo cristiano o il battesimo mondano, profano. 3) Il battesimo del cristiano: - diverso dal battesimo di Gesù; - battezzati in Cristo Gesù, nel suo nome; - che cosa dice s. Paolo in proposito; - verifica. 4) Concludendo: un invito - a prendere viva coscienza dell’importanza e dell’incisività del battesimo di Gesù per le sorti della vita e storia umana - riscoprire e recuperare il proprio battesimo cristiano. TEMPO DURANTE L'ANNO II DOMENICA DURANTE L' ANNO A Gv.1,29-34 La Testimonianza Del Battista A Favore Di Gesu' 1) Il tipo di brano evangelico : la testimonianza del Battista a favore di Gesù. La figura del Battista come immagine del cristiano. 2) Il tema del brano evangelico : la testimonianza; - il tipo di testimonianza : pubblica; - il dovere della testimonianza : - dovere di giustizia; - dovere di carità-amore; - dovere di fedeltà a Dio, a Cristo Signore, al suo mandato. 3) Il contenuto della testimonianza del Battista ( del cristiano ) : - Gesù è l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo; - Gesù è Colui sul quale è disceso lo Spirito Santo e Colui che battezza nello Spirito Santo. - Gesù è Figlio di Dio. 4) Una tale testimonianza di Gesù domanda o suppone una fondamentale conoscenza ed esperienza di Gesù esattamente di quel tipo. 5) Implica o comporta tutto un preciso discorso sull'uomo. 33 III DOMENICA DURANTE L' ANNO A 1° Mt.4,12-23 L'esordio di Gesù nella vita pubblica. ( prima parte ) 1) Il tipo di brano evangelico : l'esordio di Gesù nella sua vita pubblica. 2) Il suo significato per noi : doppio significato, oggettivo e soggettivo. 3) La specifica scelta fondamentale di vita che Gesù ci chiama a condividere con lui con l'odierno brano evangelico dell'inizio della sua vita pubblica : - il regno di Dio come visione, come senso, come realtà unica, come tesoro inestimabile, come valore assoluto della vita; - la conversione necessaria. III DOMENICA DURANTE L' ANNO A 2° Mt.4,12-23 ( seconda parte ) La chiamata dei primi discepoli. La seconda parte del brano evangelico della terza domenica durante l'anno A : la chiamata dei primi ( quattro ) discepoli da parte di Gesù - ambientazione; - la chiamata : - colui che chiama, Gesù il Cristo; i verbi che caratterizzano la chiamata : - "vide" : ovvero dello sguardo di Gesù; - "seguitemi !" : ovvero del verbo della sequela; - "vi farò pescatori di uomini" : ovvero della trasformazione della vita al seguito di Gesù; - "li chiamò" : il senso forte, creativo di questo verbo, creativo dell'essere ( la teologia biblica del nome ); - i chiamati, cioè i discepoli; i verbi e gli avverbi che li riguardano o, se si vuole, che li caratterizzano : 34 - "subito" . ovvero della risposta pronta, immediata, senza tramandi o tergiversazioni, temporeggiamenti, all'appello chiamata di Gesù; - "lasciate le reti" : ovvero della libertà dalle cose (esigenza ), per poter seguire Gesù, il Cristo; - "lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni" : ovvero della libertà anche dai limiti dei vincoli ed affetti umani "naturali" (esigenza), per poter seguire Gesù il Cristo; - "lo seguirono" : ovvero della risposta effettiva che diedero i primi discepoli all'appello-chiamata di Gesù l'invito alla comunità e al cristiano singolo di tutti i tempi a fare altrettanto. IV DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.5,1-12 Le Beatitudini. 1) Un brano evangelico giustamente famoso, anzi celebre. 2) Reca l'annuncio di un cambiamento radicale, positivo. 3) Questo annuncio cade su una realtà storico-umana avvilita. E' luce, è speranza. 4) Questo annuncio ha la credibilità della verità-realtà. 5) Quando la sua realizzazione ? 6) A chi si rivolge ovvero dei destinatari. 7) La sua realtà e perciò la sua verità ovvero del fondamento di un tale annuncio ovvero ancora dell'autore dell'annuncio-realtà : Dio in Cristo Gesù. 8) Le esigenze di un tale annuncio nei nostri confronti : una nuova mentalità e una nuova prassi. V DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.5.13-16 Voi siete sale della terra, luce del mondo. 1) Brano evangelico breve, ma estremamente denso e significativo 35 per noi. 2) Il tema o il titolo del nostro brano evangelico : "A che cosa serve il cristiano nel mondo". 3) L'illustrazione del tema attraverso due immagini-paragoni, quella del sale e quella della luce : 3a) L'immagine del sale. Origine biblica, quattro significati fondamentali : - il sale come simbolo del giudizio-castigo di Dio; - il sale come simbolo di purificazione; - il sale come simbolo dell'alleanza di Dio con gli uomini. - il sale come simbolo del sapore della vita. 3b) L'immagine della luce. Origine biblica, tre significati fondamentali : - il termine luce come sinonimo di vita; - il termine luce come attributo per essenza e per eccellenza di Dio. - il termine luce applicato alla Legge di Dio. 4) Il pericolo o rischio dei discepoli di Cristo, cioè dei cristiani. 5) L'appello di Gesù. V DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.5.13-16 Voi siete sale della terra, luce del mondo. 1) Brano evangelico breve, ma estremamente denso e significativo per noi. 2) Il tema o il titolo del nostro brano evangelico : "A che cosa serve il cristiano nel mondo". 3) L'illustrazione del tema attraverso due immagini-paragoni, quella del sale e quella della luce : 3a) L'immagine del sale. Origine biblica, quattro significati fondamentali : - il sale come simbolo del giudizio-castigo di Dio; - il sale come simbolo di purificazione; 36 - il sale come simbolo dell'alleanza di Dio con gli uomini. - il sale come simbolo del sapore della vita. 3b) L'immagine della luce. Origine biblica, tre significati fondamentali : - il termine luce come sinonimo di vita; - il termine luce come attributo per essenza e per eccellenza di Dio. - il termine luce applicato alla Legge di Dio. 4) Il pericolo o rischio dei discepoli di Cristo, cioè dei cristiani. 5) L'appello di Gesù. VI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.5,17-37 La nuova obbedienza od osservanza ovvero anche la nuova giustizia 1) Un brano evangelico tutto da riflettere, tutto da meditare da parte dei credenti, dei cristiani. 2) Il titolo o tema del nostro brano evangelico : La nuova obbedienza o la nuova osservanza e perciò la nuova Legge e la nuova giustizia. 3) L'illustrazione del titolo o tema. Le grandi indicazioni-insegnamenti di Gesù : - l'esordio o introduzione del brano evangelico: la presentazione-autoaffermazione di Gesù; - prima indicazione :"Non uccidere"; la novità dell'insegnamento di Gesù :"ma io vi dico...."; - seconda indicazione :"Non commettere adulterio"; la novità dell'insegnamento di Gesù :"ma io vi dico....." - terza indicazione :"Chi ripudia la propria moglie le dia l'atto di ripudio"; la novità dell'insegnamento di Gesù :"ma io vi dico..."; - quarta indicazione :"Non spergiurate"; la novità dell'insegnamento di Gesù :"ma io vi dico : Non giurate affatto..." 4) Conclusione. 37 VII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.5,38-48 La nuova Legge e perciò la nuova obbedienza-osservanza, la nuova giustizia. 1) Continuazione e conclusione del brano evangelico matteano delle antitesi ovvero della nuova Legge e perciò della nuova obbedienza-osservanza e della nuova giustizia. 2) L'illustrazione del tema : le ultime due grandi indicazioniinsegnamenti di Gesù : 2a) La prima grande indicazione :"Avete inteso che fu detto : Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio". Le applicazioni alla vita concreta : quattro applicazioni. 2b) La seconda grande indicazione :"Avete inteso che fu detto : Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate anche i vostri nemici e pregate per loro". Le applicazioni alla vita concreta : due interessanti e significative applicazioni. 3) La chiusura del brano. TEMPO DI QUARESIMA I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A Mt.4,1-11 Le tentazioni di Gesù nel deserto 1) Quaresima come periodo cosiddetto forte della fede della Chiesa e perciò del cristiano. 2) Il cammino di fede da percorrere con Cristo in questa quaresima indicato dal brano evangelico delle tentazioni di Gesù nel deserto : 2a) l'introduzione del brano evangelico : il suo significato per noi; 2b) il brano evangelico nella sua globalità : tre temi fondamenta-li: - tentazione, la tentazione; 38 - il tentatore, Satana; - il vincitore della tentazione e del tentatore, Cristo Gesù. II DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A Mt.17,1-9 La trasfigurazione di Gesù in un contesto di preannunci della passione, morte e risurrezione. Seguire Gesù nella sua via di passione e morte in croce, per arrivare con lui alla risurrezione. Alla gloria attraverso la passione e la morte. 1) Un brano evangelico a prima vista fuori posto. 2) La via della vita di Cristo come la via della vita del cristiano : quella della passione e della croce. 3) La domanda-obiezione o la perplessità che a questo punto potrebbe sorgere da parte del cristiano. 4) Alla gloria della risurrezione attraverso la passione e la croce. III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A Mt. 4,5-42 La Samaritana. 1) I due versanti del brano evangelico : quello di Gesù e quello della Samaritana e dei discepoli. 2) Il versante Gesù : la sua progressiva e sempre più intensa quadruplice autorivelazione: - Gesù è il dono della rivelazione di Dio a noi, all'umanità; - Gesù portatore-realizzatore del nuovo culto-adorazione di Dio; - Gesù Messia di Dio e perciò inviato speciale, unico di Dio, portatore del suo regno; - Gesù è la parola-volontà di Dio, il Padre, incarnata, impersonificata. 3) Il versante della Samaritana e dei discepoli : - il versante della Samaritana : una storia di conversione, diverse tappe : - l'incontro con Gesù; - il dialogo con Gesù; 39 - l'arresa a Gesù ovvero l'accoglienza di Gesù; - il versante dei discepoli : l'istruzione di Gesù : fare la volontà di Dio quale nutrimento fondamentale della vita. IV DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A Gv.9,1-41 La guarigione del cieco nato. 1) Il titolo del nostro brano evangelico : "Una drammatica storia di incredulità e una felice storia che va dalla guarigione alla fede", potrebbe essere il titolo del nostro brano evangelico, oppure anche:"Ciechi e vedenti". 2) Il personaggio centrale del brano evangelico : Gesù luce della vita e del mondo. 3) La drammatica vicenda umana davanti a Gesù luce, con Gesù luce: due storie radicalmente diverse; il punto di partenza identico e la conclusione divaricante, opposta. 3a) Il modo di porsi di fronte a Gesù luce da parte dei protagonisti delle due storie : - quello dei farisei/Giudei; - quello del cieco nato guarito. 3b) Il meccanismo e il processo psicologico-mentale e comportamentale dei protagonisti delle due storie : - quello dei farisei/Giudei; - quello del cieco nato guarito. 4) Attualizzazione : due storie emblematiche, l'una da evitarsi, l'altra da imitarsi. 5) L'invito del brano evangelico. V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A La risuscitazione di Lazzaro. Gv. 11 1) La struttura del brano e osservazioni introduttive. 2) Le tre parti del brano più in dettaglio: 40 - Parte prima: - la morte di Lazzaro e il comportamento di Gesù, il dialogo fra Gesù e i discepoli: - l’antefatto: presentazione dei personaggi e ambasciata recata a Gesù; - la risposta sorprendente, incomprensibile di Gesù all’ambasciata fattagli pervenire dalle sorelle di Lazzaro; - la decisione sconcertante di Gesù dapprima di rimanere ancora due giorni nel luogo, poi la decisione di far ritorno in Giudea, dove i Giudei poco tempo prima avevano cercato di lapidarlo; il discorso altrettanto sconcertante di Gesù sulla morte di Lazzaro, i discepoli che non capiscono e restano sconcertati; - Parte seconda: - il dialogo di Gesù con le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria: - la scena descritta nei versetti 17-37; - l’atteggiamento delle due sorelle di Lazzaro; - il centro della pericope; - le due correzioni che Gesù apporta: - che la risurrezione passa attraverso di lui; - e che essa è anche una realtà presente, mediante la fede in lui; - la risuscitazione/risurrezione è opera di Dio e di lui stesso Gesù; - Parte terza: - il racconto del miracolo. 3) Il messaggio e gli inviti: - Il messaggio - il carattere di segno della risuscitazione di Lazzaro; - il grande annuncio-rivelazione che viene dato attraverso il segno: con Gesù e in Gesù la morte non è più mortale; - per chi la malattia e la morte non saranno più così mortali come per lo più sembrano essere e sono sul piano puramente umano, terreno - la vittoria sulla morte attraverso la morte; risurrezione anche 41 presente e non soltanto futura; - la risposta allo scandalo morte-vita; - un motivo consolatorio; - la verifica, un serio esame di coscienza e un motivo di serio impegno: - Gli inviti: - “andiamo anche noi a morire con lui”; - “credi tu questo? Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire (che è venuto) nel mondo”. V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A Gv.11,1-45 La risuscitazione di Lazzaro 1) Un brano evangelico molto intenso. 2) Appartiene alle azioni-segno di Gesù. 3) L'annuncio-messaggio del nostro brano evangelico : duplice fondamentale : 3a) in Cristo Gesù, la malattia e la morte dell'uomo non sono più mortali; - per chi la malattia e la morte non saranno più così mortali come per lo più sembrano essere 3b) vita attraverso la morte, alla vita attraverso la morte ovvero, se si vuole dirlo in altri termini, la vita dalla morte, dalla morte la vita. DOMENICA DELLE PALME E VENERDI’ SANTO 2009 (Riflessioni ispirate al racconto della passione e morte di Gesù 1) Il racconto della passione e morte di Gesù come riflessionemeditazione sui suoi grandi contenuti e significati per la vita e la storia umana 2) Il racconto della passione e morte di Gesù il primo Vangelo della Comunità cristiana e sul quale essa si è formata. Il suo valore formativo. 42 3) La formazione che deriva dal racconto della passione e morte di Gesù. I suoi contenuti e significati: - l’identità di Gesù: - l’identità umana; - le conseguenze formative; - l’identità divina; - le conseguenze formative - il tema o problema del potere (prepotente e sopraffattore) degli uomini e dell’onnipotenza scandalosamente “debole” di Dio; - le conseguenze formative. DOMENICA DELLE PALME 2008 1) Domenica delle palme, commemorazione dell’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme. Per noi non è semplicemente un ricordo, ma, attraverso il ricordo, un avvenimento, un fatto non più semplicemente del passato, ma un avvenimento-fatto del presente, di adesso. Due aspetti di fondo: la realtà del fatto e il suo significato - a) la realtà del fatto: l’ingresso di Gesù in Gerusalemme; - b) il suo significato per noi secondo tre qualità: - Re, - Profeta, - Messia. DOMENICA DELLE PALME. 1) I racconti della passione non soltanto racconti storici, ma anche e soprattutto racconti di fede. Emerge l’aspetto che uno, Cristo Gesù, è morto per noi, per ciascuno di noi, come per tutti noi. 2) Ci dice quanto in seria la nostra situazione, la questione uomo. È in gioco il nostro destino eterno. 3) In Cristo Gesù, Dio ha fatto l’impossibile per noi. Possiamo noi 43 non prendere assolutamente sul serio quello che lui ha fatto per noi? Qual è il nostro rapporto con Cristo? 4) Per comprenderlo, basta guardare ai diversi protagonisti umani che entrano in scena nei racconti della passione. Ci fanno vedere quante cose devono essere corretti, purificati, cambiate radicalmente nella nostra vita. DOMENICA DELLE PALME Il raccondo della passione e morte di Gesù. Alcune considerazioni essenziali : 1) il racconto della passione di Gesù come primo vangelo della comunità cristiana; 2) il racconto della passione e morte di Gesù ci parla del caso di ingiustizia "legale" più clamoroso, scandaloso e criminale di tutti i tempi; 3) Gesù ha affrontato volontariamente la sua passione e morte in croce; 4) perché Gesù si è sobbarcato un onere, un destino così terribile ? 5) la passione e la morte in croce di Gesù ci parla del suo infinito amore per noi, che è stato ed è anche l'infinito amore di Dio per noi; 6) se Cristo Gesù e quindi Dio in lui è arrivato a tanto, ciò significa che la "questione uomo" è di estrema serietà, cioè di estrema gravità; 7) la conclusione-ammonimento. DOMENICA DELLE PALME bis L'ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme 1) Il titolo pastorale ( domenica delle Palme ) e il titolo teologicocristologico (Ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme) dell'odierna domenica. 2) Come ha da essere compresa questa domenica : non come puro 44 ricordo-memoria di un avvenimento passato, di un episodio della vita terrena di Gesù, bensì, attraverso il ricordo, il realizzarsi attuale, presente dell'avvenimento-evento. 3) Ingresso messianico. 4) Il valore o significato di fondo dell'ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme : realizza la visita di Dio al suo popolo (umanità ). 5) I contenuti o le qualità, nonché le modalità della visita di Dio al suo popolo (umanità), attraverso l'ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme : - Gesù Messia-Inviato speciale, unico e vero di Dio; - Gesù Messia-Re; - Gesù Servo-Giusto sofferente di Dio; - Gesù Colui che viene; - Gesù il Sacerdote; - Gesù il Signore. 6) Il tipo di Chiesa-popolo credente ( cristiano ) che deve sorgere e manifestarsi con la festa-solennità delle Palme, dell'Ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme. Una triplice immagine di Chiesa-popolo cristiano : - Chiesa come Comunità del Signore; - Chiesa come tempio del Signore; - Chiesa come nuovo e vero Israele. SETTIMANA SANTA 6 (2007) 1) Le due realtà su cui bisognerebbe riflettere: l’istituzione dell’eucaristia e l’istituzione del sacerdozio ministeriale. Per ragioni di spazio e di tempo, ci soffermiamo solo sulla prima 2) Che cos’è l’eucaristia? La superficiale nozione-percezione anche da parte di molti cristiani e invece la sua vera realtà-verità: Cristo vivo e vero, Cristo in persona presente. 3) Quale Cristo è presente? Il Cristo totale, cioè il Gesù della vita GIOVEDI’ SANTO 45 terrena (il Gesù storico) e il Cristo glorioso (risorto, asceso al cielo e seduto alla destra del Padre), vincitore perciò del male, del peccato, e della morte, il Cristo perciò Signore, Giudice supremo e Salvatore: - il Gesù della vita terrena: - il grande rivelatore di Dio, il Padre; - il Gesù Verbo della vita; - il Gesù Maestro: - Maestro di vita umana; - Maestro di vita eterna; - Gesù liberatore (redentore); - il Gesù Cristo glorioso: - Gesù il Cristo vincitore del male, del peccato, e della morte, il Cristo perciò Signore, Giudice supremo, Salvatore. 4) Conclusione: se l’eucaristia è tutto questo, come è possibile disertarla, farne senza? Riscoprire l’eucaristia. 2008 1) Messa dell’ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, la Cena per antonomasia, per essenza e per eccellenza e quindi estremamente importante per noi. 2) L’importanza dell’ultima Cena si chiarisce se si tiene presente il contesto in cui si è realizzata: - il contesto della celebrazione della pasqua ebraica; - la pasqua ebraica e la pasqua di Gesù; - la Cena di Gesù è stata la nuova ed eterna alleanza di Dio con gli uomini - la Cena di Gesù è stata l’istituzione della nuova ed eterna alleanza di Dio, in Cristo Gesù, con gli uomini - la Cena di Gesù, allora, è stata la svolta della vita e della storia degli uomini; - la Cena di Gesù come la grande occasione-possibilità offerta da GIOVEDI’ SANTO 46 Dio agli uomini per la “questione” della vita e della storia, nonché per il destino ultimo, eterno dell’uomo. 3) Conclusione. GIOVEDI’ SANTO 1) La Cena pasquale di Gesù con i suoi discepoli. 2) I due tempi o le due dimensioni della Pasqua di Gesù con i suoi : la Cena e la croce, rapporto reciproco. 3) L’eucaristia il primo dono della Pasqua di Gesù il Cristo, nella Cena : - l’istituzione : le parole di Gesù sul pane e sul vino; loro significato : l’autodonazione od offerta di Gesù al Padre e agli uomini; - il significato o valore dell’autodono-offerta : la liberazione dal peccato e perciò la redenzione e la salvezza oggettiva; - domanda di essere fatta propria dal cristiano; l’eucaristia è il mezzo che la rende attingibile. 4) Il sacerdozio ministeriale il secondo grande dono della Pasqua di Gesù, il Cristo, nella Cena : - l’istituzione, le parole dell’istituzione :”Fate questo in memoria di me”; - viene istituito nell’ambito dell’istituzione dell’eucaristia : rapporto fra sacerdozio ministeriale ed eucaristia; - alla luce di tale rapporto, emerge la funzione mediatrice del sacerdote ministro fra Dio e gli uomini e viceversa; - tale funzione mediatrice si fonda sull’unico ed assoluto sacerdozio di Cristo; - la duplice dimensione del sacerdozio di Cristo nella Chiesa, quella comune di tutti i fedeli in forza del battesimo (sacerdozio battesimale) e quella specifica (ministeriale); rapporto fra le due; - come l’eucaristia, il sacerdozio ministeriale è un dono inestimabile, non tanto o soltanto alle singole persone interessate, ma all’intera Chiesa e, tramite essa, all’intera umanità; - ciò allora che bisogna saper vedere e valorizzare nel sacerdo- 47 te ministro; i due aspetti del sacerdote ministro : - l’umanità; - la più che umanità di cui è stato dotato da Cristo stesso; è quella che bisogna saper vedere e valorizzare al di là e al di sopra della sua umanità. GIOVEDI’ SANTO Messa della Cena del Signore. l’ultima Cena 1) Il titolo della Messa del Giovedì Santo : Messa della Cena del Signore, l’ultima Cena del Signore. 2) Il significato specifico di questo titolo : - il contesto storico-religioso dell’ultima Cena di Gesù : la celebrazione della pasqua ebraica - la pasqua ebraica; - il significato dell’ultima Cena di Gesù nel contesto della pasqua ebraica : è il pieno e vero compimento della pasqua ebraica - l’ultima Cena di Gesù nel contesto della sua vita; - in che cosa consisteva la celebrazione della pasqua ebraica : in una cena a base di agnello immolato, offerto come sacrificio a Dio, - nella Cena di Gesù, questo agnello è simbolo di lui stesso; al tempo stesso Gesù è anche il Sacerdote; dunque, al tempo stesso, Gesù vittima e Sacerdote, Sacerdote e vittima sacrificale; - l’ultima Cena di Gesù, allora, realizza la pasqua incruenta di Gesù, che sarà completata dalla pasqua cruenta (passione e morte, sfociante nella risurrezione; la pasqua di Gesù, perciò, è vincitrice del male e della morte. 3) La celebrazione della Pasqua di Gesù come memoriale. Fonda la speranza (certezza di fede) di una vita e storia umana nuova , di una nuova umanità, di un nuovo mondo. 48 GIOVEDI’ SANTO 5 1) L’importanza della Messa dell’ultima Cena. 2) Contrasto con questa importanza: la scarsa conoscenza dell’eucaristia da parte della massa dei cristiani e, quel che è peggio, l’assenza di esperienza vitale dell’eucaristia. 3) Urge sapere allora che cos’è l’eucaristia: - la grande affermazione del Concilio Vaticano II; - la pessima idea dell’eucaristia da parte della massa o generalità dei cristiani: l’eucaristia semplicemente come rito o cerimonia religiosa; - che cos’è invece l’eucaristia: - è un a presenza, la presenza di una persona (quella del Cristo), di una vita, del suo farsi presente, il suo divenire ed essere presente; - il tipo della presenza: non è meramente mnemonica, intellettuale, concettuale, sentimentale o di desiderio,psicologica, ma reale, oggettiva, cioè indipendente dai pensieri,sentimenti, desideri, disposizioni interiori, volontà della persona uma-na; - quale Cristo è presente nell’eucaristia? Il Cristo totale, ossia il Gesù terreno, il Gesù storico, e il Cristo risorto, il Cristo glorioso; è il Gesù Cristo Redentore e Salvatore; - questo aspetto-verità va riflettuto, meditato: - come si presenta la vita umana: purtroppo schiava, prigioniera del male; indicazione del nome o dei nomi di questo male; - Cristo Gesù ci ha liberato e perciò redento e salvato; - come si è realizzata e si realizza questa liberazione, redenzione e salvezza di Gesù: esattamente come duemila anni or sono, con la parola, l’insegnamento, il comportamento o prassi e quindi il modo di essere della sua vita, nella sua vita; - l’eucaristia, allora, è partecipare, entrare in comunione con questa vita-storia di liberazione e salvezza; a livello cultuale culmina nella comunione eucaristica, 49 la quale però domanda successivamente la vita, quel tipo di vita; - significa o realizza la vita vera, la vera umanità; dona, fa raggiungere la salvezza; 4) Conclusione: riscoprire l’eucaristia, per diventare ed essere vera umanità e per raggiungere la salvezza eterna. GIOVEDI’ SANTO 3 Messa dell’ultima Cena 1) L’ultima Cena di Gesù come celebrazione-realizzazione della sua Pasqua quale compimento ultimo e pieno, supremo, della pasqua ebraica. 2) Che cosa era stata la pasqua ebraica. 3) Che cosa è stata ed è, invece, la Pasqua di Gesù. 4) Come e più della pasqua ebraica la Pasqua di Gesù è un memoriale: - che cos’è il memoriale: - memoriale secondo il nostro linguaggio; - memoriale secondo la Bibbia; - il memoriale della Bibbia vale ancor di più per la Pasqua di Gesù. VENERDI' SANTO IL RACCONTO DELLA PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DI GESU’. Mc.14,1 – 16,16 GESU’ CRISTO, IL CROCIFISSO RISORTO, VIVE NELLA CHIESA IN MISSIONE. 1) I racconti della passione, morte e risurrezione di Gesù dei vangeli - alcune osservazioni di ordine metodologico; 50 - i dati storici sicuri : - per il racconto della passione e morte; - per il racconto della risurrezione; 2) Il racconto della passione e morte di Gesù : - un racconto assai più di fede che storico nel senso nostro, moderno del termine; - gli elementi fondamentali del discorso di fede; - necessità della passione e morte di Gesù : - corrisponde a un misterioso, ma reale, profondo pianovolere di Dio, il Padre; - un problema teologico che qui potrebbe sorgere ; - la risposta al problema : - Dio ha inteso, voluto la passione e morte di Gesù ? - In che senso e in che modo però Dio ha voluto la passione e morte di Gesù ? - Cristo Gesù ha accolto, ha fatto suo il piano-volontà di Dio; - in tutto questo discorso di fede circa la passione e morte di Gesù emergono due tratti fondamentali del personaggio Gesù ; sono due figure caratteristiche dell’A.T.: quella del Servo di Dio e quella del Giusto soffrente di Dio; Gesù le realizza entrambe : - Gesù è il Servo di Dio; - Gesù è il Giusto sofferente di Dio; - in Gesù le due figure anticotestamentarie si fondono insieme; - le due figure hanno un carattere messianico, redentivo e salvifico; 3) Le conseguenze etiche derivanti dal racconto della passione e morte : - necessità della passione e morte nella vita del cristiano: - vita del cristiano tutta sotto il disegno-volontà di Dio; - la libera, volontaria adesione del cristiano al disegno-volontà di Dio; 51 - implica l’incarnare o vivere secondo i due grandi tratti-figure anticotestamentarie realizzate da Gesù, quella del Servo di Dio e quella del Giusto sofferente di Dio; - il significato o valore storico-religioso di tutto questo. VENERDÌ’ SANTO MEMORIA DELLA PASSIONE E MORTE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO 1) Venerdì Santo, memoria della passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo. 2) Il dramma, anzi la tragedia della passione e morte di Gesù : - la passione e morte dell’uomo; - la passione e morte del Giusto. 3) La risposta di Dio alla passione e morte del Giusto, del suo Giusto per essenza e per per eccellenza. 4) Il significato, anzi il valore della passione e morte del Giusto di Dio per essenza e per eccellenza : la redenzione e la salvezza dell’uomo, la trasformazione del dolore e della sofferenza, anzi della stessa morte in fatto, in avvenimento di vita e perciò di salvezza. 5) L’atteggiamento del cristiano di fronte alla passione e morte di Gesù, con i suoi contenuti e significati : - gratitudine, riconoscenza; - apprezzamento-valorizzazione. - apprendimento, imitazione, responsabilità, non soltanto verso se stessi, ma anche verso gli altri, verso il mondo intero. 2 (Riflessioni ispirate al racconto della passione e morte di Gesù) DOMENICA DELLE PALME E VENERDI’ SANTO 1) Morto per i nostri peccati: - a causa dei nostri peccati o del nostro peccato; - per espiare, per togliere il nostro peccato e quindi introdurre nel nostro peccato l’antipeccato. 52 2) Morto per la nostra salvezza, a pro della nostra salvezza. 3) La morte di Gesù ci dice anche una parola fondamentale sul dolore, sulla sofferenza umana. Due tipi di solore o sofferenza umana, quella senza Cristo e quella con Cristo, in Cristo Gesù. VENERDÌ SANTO 1) Due grandi riflessioni sulla racconto della passione ascoltato: Gesù è morto per noi; ha trasformato la croce e, conseguentemente, ciò che è connesso con essa, la realtà della sofferenza e del dolore, da realtà maledetta in realtà benedetta e di salvezza. 2) Gesù è morto per noi: - ci dice qual è e quale sarebbe la nostra situazione senza la morte di Cristo per noi; - invece c’è stata e c’è la morte redentrice e salvifica di Cristo Gesù; - esigenza, anzi necessità di riflettere a fondo e prendere sul serio questo fatto più di quanto forse non abbiamo mai fatto e non facciamo; - cosa siamo chiamati a fare allora? 3) Cristo Gesù ha trasformato la croce, ossia la realtà della sofferenza, del dolore e della morte, da realtà maledetta e disperata, di morti, in realtà benedetta e di salvezza: - cosa ci dice cosa significa per noi questo: trasformare a nostra volta la sofferenza, il dolore e la morte; - in che modo? - quali sono stati i pensieri, i sentimenti e intendimenti di Gesù? PASQUA VEGLIA PASQUALE MESSA DELLA NOTTE DI PASQUA. I quattro grandi momenti della Veglia pasquale : 1) la liturgia del fuoco e del cero pasquale ovvero della liturgia 53 cosiddetta della luce : - la liturgia del fuoco o benedizione del fuoco : Cristo risorto nuova creazione; - la preparazione del cero pasquale : - uno o due gesti molto significativi : - l’incisione del cero col segno della croce, con l’applicazione di cinque grani d’incenso, - e l’incisione nei quattro spazi ottenuti delle cifre dell’anno corrente; - le parole accompagnatrici: parlano di Cristo come Signore del tempo, della storia, della vita, del cosmo intero; 2) la liturgia della parola : nove letture previste o proposte : - prima lettura : Gen.1,1-2,2 : la prima creazione e Cristo Gesù risorto la seconda, nuova ed ultima, definitiva creazione di Dio; - seconda lettura : Gen.22,1-18 : Abramo offre, sacrifica il suo figlio unico, Isacco, il figlio della promessa a Jahwèh, Dio; in Cristo Gesù morto e risorto, ha offerto, sacrificato il suo Figlio Unigenito a favore dell’umanità, per la sua redenzione e salvezza; - terza lettura : Es.14,15-15,1 : il primo esodo e il secondo esodo, la pasqua degli Ebrei e la pasqua di Gesù, il Cristo; - quarta lettura : Is.54,5-14 : la nuova Gerusalemme antica e la nuova Gerusalemme antica di Gesù, il nuovo regno di Dio, la nuova umanità; - quinta lettura : Is.55,1-11: la promessa ad Israele di una nuova ed eterna alleanza e la sua realizzazione in Cristo Gesù morto e risorto per tutta l’umanità; - sesta lettura : Bar.3,9-15.32 – 4,4: perché Israele possa passare dalla tristezza dell’esilio alla gioia della libertà, deve tornare alla sapienza del suo Dio; Cristo Gesù risorto è la sapienza di Dio per la gioia della vera libertà di tutta l’umanità; - settima lettura : Ez.36,16-28 : la promessa di Dio ad Israele 54 di una nuova alleanza nello Spirito e la sua piena realizzazione in Cristo Gesù morto e risorto a favore di tutta l’umanità; - ottava lettura : Rm.6,3-11: il battesimo in Cristo Gesù ovvero come si risponde alla grande iniziativa di Dio in Cristo Gesù a favore nostro; - nona lettura: i racconti evangelici della o sulla risurrezione di Gesù, limitatamente ai primi 10/12 versetti : - Mt.28,1-10 ( anno A ); - Mc16,1-8 ( anno B ); - Lc.24,1-12 ( anno C ); sono tutti incentrati sul grande annuncio-rivelazione della realtà-verità di Cristo Gesù risorto; 3) la liturgia battesimale; seguito dell’anticipazione fatta nell’ottava lettura ; la recita o il canto delle litanie dei santi : - i santi come modelli; - i santi come aiuto e protezione; 4) La celebrazione eucaristica. VEGLIA PASQUALE 30-03-2013 1) Liturgia dominata da cima a fondo dal pensiero, anzi dalla realtà-verità del Cristo risorto e quindi dalla risurrezione. 2) Risurrezione, allora, è il grande annuncio-messaggio della liturgia della Veglia. La fede dei primi cristiani (il diario della pellegrina spagnola Egeria o Eteria del V/VI secolo d.C.). 3) Cosa o come intendere la risurrezione? - un significato ristretto; - un significato ampio, esteso, profondo; 4) Grande, profonda e poderosa visione che ci offre la liturgia della Veglia. 5) Ma è fondato tutto questo discorso? La liturgia della parola che di per se sarebbe prevista (ben 9 letture, 7 dell’A.T. e 2 del N.T.) ne costituisce il fondamento. Il titolo della riflessione: Dalla creazione 55 alla risurrezione. 6) Le tre parole chiave o fondamentali che illustrano il titolo e perciò la riflessione: creazione, storia, risurrezione: - creazione: - l’origine del mondo secondo la concezione scientista moderna, contemporanea: la teoria del big bang; - la visione biblico-cristiana: creazione di Dio; - la creazione come mondo-natura: parla di Dio, le celebri “prove”, oggi si dice meglio “indizi”, che fanno risalire a Dio: - la grandezza-immensità del modo; - l’ordine; - la causalità; - le perfezioni; - la bellezza; - la creazione dell’uomo: - ultima opera creata da Dio secondo il primo racconto della creazione (Gen. 1) - l’unica creatura dotata di intelligenza e coscienza; - senso e scopo del mondo-natura: creato per l’uomo; - mondo natura e uomo insieme sono il mondo di Dio - l’essere umano creatura speciale: corpo e spirito, immagine e somiglianza di Dio; - la concezione scientista moderna sull’origine dell’uomo; la visione biblica: creatura di Dio; - l’uomo chiamato alla partecipazione piena della vita di Dio e, attraverso di lui, in qualche modo anche il mondo-natura; - come è il mondo creato da Dio: buono; il male viene dall’uomo, dal suo peccato, sia pure su istigazione della potenza nemica di Dio e perciò anche dell’uomo; - storia, la vicenda della vita e della storia dell’uomo fra creazione e risurrezione 56 - è iniziata ed è proseguita nel peggiore dei modi; - la storia della speranza e della sua piena realizzazione in Cristo Gesù risorto; - risurrezione : coronamento del progetto divino sulla creazione; significa somma, suprema realizzazione, anzi superealizzazione, significa piena realizzazione del mondo Dio. VEGLIA PASQUALE 2 Dalla creazione alla risurrezione. 1) Dalla creazione alla risurrezione: è il titolo della nostra riflessione. 2) Creazione ovvero dell’origine del nostro mondo: Dio creatore. - l’ipotesi o teoria moderna, attuale, del Big bang; - la stessa Bibbia ci parla della possibilità razionale di risalire a Dio come causa originaria originante del mondo, a partire dal mondo stesso: le celebri 4 “prove”- argomentazioni di questa induzione; - creazione buona; - la creazione dell’uomo al culmine, al vertice di tutta la creazione; 3) Fra la creazione e la risurrezione, la storia: - la vicenda della vita e della storia dell’uomo: - un inizio nel peggiore dei modi: la disobbedienza a Dio e perciò la separazione da lui: - le conseguenze disastrose per la vita e la storia dell’uomo; - la vicenda della speranza di recupero messa in movimento da Dio; illustrazione attraver4so le sette letture dell’A.T. della celebrazione della Veglia pasquale (confrontare anche Veglia Pasquale 1) : - prima lettura: Gn. 1,1-2,2 : il racconto della creazione, già sufficientemente evocata al punto 2; - seconda lettura: Gn.22,1-18 : il sacrificio di Isacco; - terza lettura: Es. 14,15-15,1 : l’esodo degli Israeliti dal- 57 l’Egitto attraverso il Mar Rosso; - quarta lettura: Is. 54,5-14 : la nuova Gerusalemme, la nuova umanità - quinta lettura: Is. 55,1-11 : la promessa di una nuova ed eterna alleanza; - sesta lettura: Bar. 3,9-15.32-4,4 : conversione; - settima lettura: Ez. 36,16-28 : la promessa di una nuova alleanza nello Spirito; 4) Risurrezione ovvero la méta finale della creazione, in particolare dell’uomo, come suo pieno compimento o realizzazione, che è sovrarealizzazione. 5) Conclusione: davvero grandioso, poderoso, possente e profondo, anzi profondissimo discorso sul mondo e sulla vita e storia dell’uomo. SOLENNITA' DELLA SANTA PASQUA PASQUA DI RESURREZIONE DI CRISTO 1) Pasqua di Cristo, la festa delle feste della fede cristiana. 2) Che cosa vuol dire per noi oggi far pasqua. Alla ricerca dei contenuti e del messaggio. Tre aspetti fondamentali : - l'annuncio : sconvolgente, inaudito, stupefacente; - il fatto o avvenimento : è un portento, un evento di rivelazione; - il mistero, che si precisa come : - mistero di rivelazione; - mistero di redenzione; - mistero di misericordia, di perdono e di riconciliazione; - mistero di salvezza. 3) Gli atteggiamenti o la presa di posizione del cristiano di fronte Alla pasqua di Cristo ovvero la pasqua di Cristo come la pasqua del cristiano. Alcuni atteggiamenti fondamentali : - contemplare Gesù risorto come il Cristo della gloria sulla umiliazione subita, come il Cristo della vittoria sulla sua 58 sconfitta patita da parte degli uomini, come il Cristo perciò della vittoria sul male (peccato ) e sulla morte e quindi come il principio-fonte della vita, come il Signore e Giudice della vita e della storia, come la Verità della vita e del mondo; - lasciarsi redimere dal Cristo morto e risorto; - lasciarsi usare misericordia da Dio in Cristo Gesù: - lasciarsi riconciliare con Dio in Cristo Gesù; - lasciarsi giustificare da Dio in Cristo Gesù; - lasciarsi salvare dalla pasqua di Cristo. SOLENNITA' DELLA SANTA PASQUA. Pasqua di Cristo Signore, Pasqua di risurrezione, la vittoria della vita sulla morte. 1) Il grande grido gioioso e se si vuole anche trionfante della fede pasquale cristiana : "Cristo è risorto, la vita ha vinto sulla morte". 2) Quale vita ha vinto sulla morte. 3) Quale morte è stata vinta. 4) La risurrezione come realtà - verità che non incomincia solo dopo la morte, ma già nel presente. 5) La vita e la risurrezione di Cristo come giudizio. 6) La vita e la risurrezione di Cristo come rivelazione nuova, ultima, piena e perciò unicamente vera. 7) Risultati o conseguenze. Almeno due fondamentali : - lasciarsi risuscitare oggi dal Cristo risorto, per partecipare domani alla sua risurrezione piena; lasciarsi risuscitare nello spirito, per risorgere, rinnovarsi anche nel corpo-essere umano concreto; - lasciarsi risuscitare nello spirito, onde rinnovarsi anche nel corpo-essere umano concreto, come far trionfare la vita sulla morte. 59 PASQUA DI CRISTO, PASQUA DI RESURREZIONE (2008) Pasqua di Cristo, Pasqua di resurrezione: tre grandi significati di fondo: 1) Vittoria della vita sulla morte. 2) Vittorio del bene sul male. 3) Vittoria della verità sulla menzogna. 1) LA VITTORIA DELLA VITA SULLA MORTE. - si fonda sulla realtà della resurrezione di Gesù; - quale vita ha vinto sulla morte? quella di Gesù; la vita di Gesù: la causa di Dio è la causa dell’uomo; - quale morte ha vinto la vita di Gesù? la morte fisica senza dubbio, ma soprattutto la morte profonda, la morte veramente mortale, la morte eterna; - la conseguenza-conclusione di quanto detto sin qui in rapporto noi. 2) LA VITTORIA DEL BENE SUL MALE: - il grande tema o problema sul quale si è sempre interrogata e ha cercato di rispondere l’umanità; - quale bene ha vinto sul male? quello insegnato e compiuto da Gesù: - il bene insegnato da Gesù; - il bene compiuto da Gesù; - il bene di Gesù perdente sul piano umano, terreno, storico, ma vittorioso sul piano di Dio; - il male vinto dal bene: l’indifferenza, anzi infedeltà, la disobbedienza a Dio, che si trasforma in perversione e malvagità della vita umana. 3) LA VITTORIA DELLA VERITÀ SULLA MENZOGNA: - quale verità ha vinto sulla menzogna? quella di Gesù; - qual è la verità di Gesù manifestatosi nella/con la resurrezione? quella di figlio di Dio fatto uomo; - se è il Figlio di Dio fatto uomo, è la verità in assoluto e, di con- 60 seguenza, la sua vita è la verità di Dio sulla vita e per la vita degli uomini; - ha vinto sulla grande menzogna del mondo: l’incredulità e rifiuto della verità di Gesù; - terribile menzogna per due motivi: - perché sprofonda nella perdizione eterna; - perché significa e comporta tragedia nella vita-storia degli uomini. PASQUA DI RESURREZIONE 1) Pasqua di Cristo, Pasqua di risurrezione ! E’ il grande annuncio della fede cristiana. Quale il suo significato per noi ? Fra i molti, vorremmo proporre il seguente :”Se Gesù di Nazareth è veramente risorto ( come per la fede cristiana non ci sono dubbi), allora bisogna dire che per la vita e la storia umana cambia e deve cambiare tutto” : - cambia la verità della vita : la verità non è più quella che pensano gli uomini e pretendono che sia, ma è unicamente quella di Gesù; la risurrezione ha manifestato inequivocabilmente che la verità assoluta della vita è quella di Gesù, quella della sua vita, quindi è Gesù stesso; - cambiano i criteri o il criterio fondamentale della vita: questo non può più essere la vita del presente vista e vissuta come se fosse l'unica vita, tutta la vita, ma, alla luce della risurrezione, questa ormai appare come una piccolissima parte della vita; la sua stra maggior parte è oltre questa vita, è la vita eterna in Dio; la risurrezione manifesta inequivocabilmente questo; in questa vita, però, si decide il tutto dell’altra vita; ciò sta a testimoniare l’importanza, la decisività di questa vita; - cambiano anche le modalità o la modalità fondamentale della vita : questa non può più essere come il pensare e preoccuparsi unicamente del presente, delle cose del presente, ma, come dice il testo della lettera ai Colossesi, che la liturgia ci fa ascoltare in questa giornata, al contrario, “non 61 pensare alle cose di quaggiù,bensì a quelle di lassù”. 2) Che cos’è che ci permette un’affermazione come quella che abbiamo illustrato : se Gesù di Nazaret è risorto, allora per la vita e la storia umana cambia veramente tutto, deve cambiare tutto ? Non ci sono dubbi, è la considerazione dell’aspetto fondamentale della vita-vicenda di Gesù, aspetto costituito, sotto un certo punto di vista, da due momenti fondamentali : la passione e la morte, da una parte, e la risurrezione, dall’altra. Questo aspetto manifesta chiaramente un rovesciamento totale, radicale delle cose, di parti e situazioni, in particolare il rovesciamento della verità della vita. 3) Ma è credibile la risurrezione di Gesù ? Chi ce la può garantire? Non ci sono dubbi, la testimonianza dei discepoli-Apostoli. Come si presenta la testimonianza dei discepoli : - non sono stati dei creduloni; - non sono stati vittime di un’allucinazione collettiva; - il loro annuncio della risurrezione non è stato frutto di un inganno; - nemmeno è stato frutto di fanatismo religioso; - è stato frutto, invece, del loro incontro personale e collettivo col Risorto; - sono perciò assolutamente degni di fiducia. 4) Quali sono i cambiamenti che, come cristiani, comporta la risurrezione di Gesù ? Oltre a quelli indicati in precedenza (cambiamento della verità della vita, cambiamento del criterio fondamentale della vita e cambiamento della modalità fondamentale della vita), almeno circa tre modi di essere cristiani : - il modo di essere cristiani qualunque, senza identità e perciò anche senza qualità; - il modo di essere cristiani di superficie; - il modo di essere cristiani legalistici, i cristiani che si limitano all’osservanza della legge cristiana secondo la lettera e niente più. 62 Pasqua 2009 Cristo risorto è la realtà in assoluto. E’ perciò principio e fine di tutta la realtà, il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega. 1) Il grido o comunque la grande, solenne proclamazione della fede cristiana a Pasqua : Cristo Gesù di Nazareth è risorto! 2) Quale il suo significato per noi? Uno particolare, speciale, fra i tanti : Cristo Gesù risorto è la realtà in assoluto e perciò la fonte, l’origine, il principio di ogni realtà, nonché il compimento di ogni realtà. E’ la realtà più vera in assoluto. 3) Dove e da chi viene espresso questo grande, fondamentale significato del Cristo risorto? In un celebre inno cristologico (a Cristo risorto) della lettera di S.Paolo ai Colossesi ed esattamente Col. 1,15-20. - L’inno è diviso in due parti o strofe. La prima affronta il tema del rapporto Cristo – creazione; la seconda quello del rapporto Cristo – Chiesa. Le due parti in specifico: - Prima strofa : Cristo e la creazione: - l’esordio dell’inno :”(Egli – Cristo) è l’immagine del Dio invisibile”; - quindi seguono i due concetti di fondo attorno ai quali si condensa la prima strofa : - Cristo Gesù è il Preesistente; - “tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui e in vista di lui”; Cristo Gesù l’archetipo di tuta la realtà e perciò principio e fine-compimento-realizzazione di tutta la realtà; - approfondimento dell’affermazione: - occorre distinguere tre aspetti o momenti, che però vanno considerati strettamente insieme: la preesistenza, l’incarnazione e la risurrezione-ascensione al cielo ovvero la glorificazione; - conseguenza di tutto ciò per la creazione; - la questione di fondo della nostra tematica : perché il 63 Cristo, il Verbo di Dio fatto uomo, è archetipo di tutta la realtà, la creazione? Evidentemente, perché è prima della creazione ed è dopo, va oltre la creazione, è prima e dopo, va oltre, è al di sopra di tutta la creazione. - Seconda strofa : Cristo e la Chiesa : - “Egli è il capo del suo corpo, cioè della Chiesa - una doppia tematica: quella di Cristo capo e quella della Chiesa come corpo di Cristo: - la tematica del corpo: - il mondo (macrocosmo) come corpo (macrocorpo); - il Cristo come capo-Signore (ύ); - la Chiesa (microcosmo) come corpo (microcorpo) di Cristo; - il rapporto Cristo – Chiesa più in dettaglio: due grandi affermazioni: - la prima grande affermazione:”(Egli) è il principio, il pri-mogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose”: - il principio, il primogenito: l’identità di Cristo primogenito; - il principio, Cristo Principio; - il fine dell’essere principio-primogenito: ottenere il primato su tutte le cose; - la seconda grande affermazione:”Poiché piacque a tutta la pienezza dimorare in lui e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce tutti gli esseri, quelli della terra e del cielo”; - anche qui due parti: - prima parte:“piacque a tutta la pienezza dimorare in lui”: - due interpretazioni diverse; - il termine in questione: pienezza; - la nostra interpretazione del termine: pienezza come compimento 64 - seconda parte:”riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutti gli esseri della terra e del cielo, facendo la pace mediante il sangue della sua croce” 4) Conclusioni: tre domande fondamentali, cercando evidentemente le risposte: - quale idea abbiamo noi di realtà? - da chi o da che cosa noi prendiamo senso di realtà e perciò di realizzazione della nostra vita e persona? - in chi o in che cosa facciamo consistere la realizzazione della nostra vita e persona? PASQUA DI RISURREZIONE 2006 1) Cristo Gesù l’uomo nuovo: - Cristo Gesù risorto è l’immagine dell’uomo nuovo; - la stessa umanità sente l’esigenza, anzi la necessità di una nuova umanità; - Cristo Gesù morto e risorto è la risposta di Dio all’esigenza, anzi alla necessità, alla domanda-invocazione dell’umanità; - la novità del Cristo risorto era già presente in divenire (in fieri) nel Gesù terreno; - come si è manifestata la novità del Gesù terreno, nella sua vita terrena: - un primo modo o aspetto: la causa di Dio come causa fondamentale della sua vita; - un secondo modo o aspetto: cosa ha voluto dire per Gesù aver avuto Dio come causa fondamentale della sua vita: la causa di Dio come causa dell’uomo; - un terzo modo o aspetto: ha significato il rovesciamento della concezione e della prassi della vita degli uomini, rovesciamento che è un vero e proprio raddrizzamento; la pagina più rappresentativa ed espressiva di questo rovesciamento è senza dubbio quella delle beatitudini; - un quarto modo o aspetto: questa concezione-rovesciamen- 65 to è la vera grandezza della vita; - un quinto modo o aspetto: dove emerge che è la vera grandezza della vita. 2) Cristo Gesù l’uomo vero. 3) Cristo Gesù è l’uomo per essenza e per eccellenza. PASQUA COME PASSAGGIO 1 ) Pasqua di Gesù come passaggio, esattamente passaggio da questo mondo al Padre (Gv.13,1). Questo significato del termine era già stato fissato nell’A.T. e precisamente dal libro dell’Esodo. 2) La pasqua dell’antico popolo di Dio, Israele, per l’appunto come passaggio : - il passaggio del Mar Rosso, meglio, dei Giunchi; - il grande artefice-regista artefice di questo passaggio : Dio; - il significato profondo di questo passaggio e il suo carattere di prefigurazione della pasqua-passaggio dell’intera umanità; - la causa profonda, recondita, della prigionia-schiavitù di Israele in Egitto : l’idolatria. 3) La pasqua di Gesù come passaggio da questo mondo al Padre : a) passaggio in questo mondo : - “nel mondo, ma non di questo mondo”; - il primato assoluto di Dio, il Dio unico e vero; - primato assoluto nell’amore, Dio come amore, il suo volto di Padre; - non solo Gesù ci ha parlato di Dio come amore, come Padre, ma soprattutto ce lo ha anche fatto vedere con la sua vita; - questo amore si è manifestato come solidarietà, come dedizione, servizio; - si è manifestato altresì come condivisione; - dipendenza assoluta da Dio e fedeltà assoluta a lui con tutta la sua vita e in tutta la sua vita, fino all’estremo, fino alla morte in croce, fino al supremo dono di sé a Dio e agli uomini; ha realizzato così il vero uomo individuo e il 66 vero uomo società, quello secondo il progetto originario di Dio b) passaggio da questo mondo al Padre: risurrezione e ascensione al cielo; è il grande trapasso-passaggio dell’uomo dalla sfera del male al bene, dalla sfera della morte alla sfera della vita, dalla terra al cielo, ossia l’innalzamento dell’uomo fino ai vertici della diviniz-zazione (partecipazione alla vita divina), innescando nel presente un possibile processo-evoluzione di civiltà sempre migliore. SOLENNITA' DELLA SANTA PASQUA. Pasqua di Cristo Signore, Pasqua di risurrezione, Pasqua come passaggio. Pasqua di Cristo Signore, Pasqua di risurrezione, Pasqua come passaggio. Sei aspetti fondamentali : - Pasqua come passaggio dalla schiavitù alla libertà; - Pasqua come passaggio dall'oppressione-disumanità alla libertàumanità della vita-storia degli uomini; - Pasqua come passaggio dall'ideologia-idolatria degli dèi falsi e bugiardi alla verità del Dio unico e vero; - Pasqua come passaggio dall'ingiustizia del peccato alla giustizia di Dio, secondo Dio, come passaggio dalla morte alla vita; - Pasqua come passaggio da questo mondo al Padre; - Pasqua come passaggio del Signore. II DOMENICA DI PASQUA ANNO A Gv.20,19-31 : Apparizione di Gesù risorto ai discepoli, prima senza e poi con Tommaso presente. 1) Il tema centrale del brano evangelico : fede nel Cristo risorto. 2) Quale fede nel Cristo risorto ? Non senza il Gesù della passione e 67 morte. 3) Significato di Tutto ciò per noi. 4) L'invito a credere nel Cristo risorto : credere senza vedere, senza aver visto, credere nella, con la Comunità, attraverso la Comunità di fede. La figura di Tommaso. 5) Gli altri temi teologico-cristologici : - il tema della pace, quale dono del Cristo risorto; - il tema dello Spirito, dono del Cristo risorto insieme al Gesù morente in croce; - il tema della remissione dei peccati. II DOMENICA DI PASQUA 2 Gv. 20,19-31 1) Il tema del brano evangelico : fede in Gesù risorto; oppure : fede nella risurrezione di Gesù. 2) La risurrezione è quella che giustifica la fede in Gesù. 3) Quale fede in Gesù risorto? - la fede che comprende il Gesù della vita terrena, si suole Dire il Gesù storico; - poi la fede senza aver visto, senza il vedere previo. 4) Come arrivare alla fede in Gesù risorto? Attraverso la comunità, partecipando alla vita di fede della comunità. III DOMENICA DI PASQUA ANNO A Lc.24,13-35 : I due discepoli di Emmaus 1) Una storia affascinante, intensa, appassionante ed estremamente significativa per noi quella dei due discepoli di Emmaus, in due momenti. 2) Il primo momento, quello della tristezza, della sfiducia, del pessimismo, della rassegnazione pessimistica e fatalistica, della incapacità di riconoscere Gesù il Cristo viandante con loro sulla via-strada della vita. a) Quello che colpisce nel primo momento della storia- 68 vicenda dei due discepoli di Emmaus è che non si tratta di due uomini qualsiasi, ma per l'appunto di due discepoli. b) Perché i due discepoli di Emmaus non riescono a vedere, sentire e riconoscere la presenza di Gesù vivo con loro. 3) Il secondo momento della storia-vicenda dei due discepoli di Emmaus : il riconoscimento di Gesù ovvero dal non vedere al vedere, dall'incredulità alla fede nel Cristo risorto. - Come avviene tutto questo. IV DOMENICA DI PASQUA 1° Il Buon Pastore. 1) Quarta domenica di Pasqua. Il titolo dell’odierna liturgia : Il Buon Pastore. Il suo significato per noi in anticipazione sintetica. 2) In che modo è implicato tutto questo ? Attraverso l’immagine del buon pastore. 3) La figura ideale del buon pastore secondo la realtà-ambiente da cui è ricavata l’immagine. 4) Gesù e solo lui realizza la figura ideale del buon pastore e ciò per due ragioni di fondo : - perché realizza al massimo grado, alla perfezione, tutte le proprietà-qualità ideali del buon pastore; - perché solo lui dona agli uomini la vita eterna. Si presenta e viene presentato dall’evangelista, perciò, come il Buon Pastore in assoluto. 5) La conclusione o le conclusioni allora da trarre : affidare le sorti fondamentali della nostra vita, tanto quelle terrene, quanto quella eterna, unicamente a Cristo Signore, il Buon Pastore unico, assoluto. IV DOMENICA DI PASQUA ANNO A 2° Gv.10,1-10 : Il Buon Pastore 1) Brano evangelico costituito da una parabola e dall'autoappli- 69 cazione della medesima da parte di Gesù. 2) La doppia immagine della parabola, quella della porta del recinto (ovile ) e quella del pastore, donde poi la doppia autodefinizione di Gesù. 3) La prima autodefinizione di Gesù :"Io sono la porta". Il suo significato = la porta della vita. a) Di quale vita è portatore Gesù. b) Va sottolineato il carattere assoluto dell'affermazione :"Io sono la porta". c) Il valore, il significato e la portata dell'idea o concetto di vita eterna per la vita presente degli uomini: - è portatrice di solidarietà e perciò di fraternità, di uguaglianza e di giustizia; - è portatrice di responsabilità, di un grande senso di responsabilità; - è portatrice di civiltà, la vera civiltà, la civiltà dell'amore, del rispetto della vita, delle persone come delle cose 4) La seconda autodefinizione di Gesù :"Io sono il buon pastore", non riportata dal nostro brano e tuttavia implicata. a) Le caratteristiche o qualità del buon pastore, di Gesù buon pastore : - "chiama le sue pecore una per una"; - "le conduce fuori"; - "cammina innanzi a loro". 5) L'atteggiamento che dovrebbe corrispondere da parte delle sue pecore : - "ascoltano la sua voce"; - "lo seguono"; - "un estraneo non lo seguiranno"; - "e fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". 70 IV DOMENICA DI PASQUA A - B – C 3° Il Buon Pastore. 1) La quarta domenica di Pasqua per tradizione è dedicata a Gesù Buon Pastore. Per comprenderlo al meglio, è necessario vederlo nel suo rapporto esatto con noi, con la nostra vita e storia. 2) Il rapporto esatto è quello dei nostri destini storici, nonché del nostro destino ultimo, eterno. E’ la questione fondamentale della vita e storia umana, dell’essere umano in quanto tale: 3) Perché parliamo di destini storici al plurale; il destino eterno è unico per tutti e non dipende dagli uomini, se non per il rendiconto ultimo, finale, ineludibile; è tutto nelle mani di Dio; 4) Da che cosa dipendono i destini storici degli uomini, nonché il loro destino ultimo : dalle loro scelte, decisio9ni e comportamenti tenuti durante la loro vita. 5) C’è un inestricabile intreccio fra i diversi livelli di scelte, decisioni, comportamenti, così da creare una inevitabile complicità-influsso reciproco, che può essere benedetto o maledetto. 6) Dopo queste osservazioni introduttive, si può comprendere al meglio il nostro tema o dedica, quella, appunto, del Buon Pastore: - Gesù fa ricorso ad un’immagine presa dalla realtàambiente del suo tempo,(la pastorizia), quella del pastore e delle pecore, il gregge; - tratteggia la figura del pastore ideale; - insieme, a guisa di contrapposto, presenta anche la figura del pastore infedele, fedifrago e perciò non credibile, inaffidabile; - l’evangelista, alla luce di tutta la vita terrena di Gesù e della sua risurrezione, vede il significato profondo del discorso di Gesù: qual è la situazione umana in ordine ai suoi destini storici e soprattutto in ordine al destino eterno: disperata; 71 - - per grazia di Dio, non siamo abbandonati alla disperazione: Cristo Gesù nato, vissuto tra noi, morto e risorto per noi, è il pastore vero, autentico, assolutamente affidabile, è il Buon Pastore per essenza e per eccellenza; va perciò ascoltato, seguito, pena la delusione e frustrazione continua sul piano storico, pena la rovina, la catastrofe, sul piano eterno. V DOMENICA DI PASQUA ANNO A Gv.14,1-12 Dai discorsi dell'addio. 1) Brano evangelico appartenente ai cosiddetti discorsi di addio di Gesù. 2) Brano impostato attorno a cinque detti fondamentali : - "Non sia turbato il vostro cuore"; - "Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me"; - "Nella casa del Padre mio ci sono molti posti...."; - "Vado a prepararvi un posto....."; - "Io sono la via, la verità e la vita". VI DOMENICA DI PASQUA ANNO A Gv.14,15-21 : Dai discorsi dell'addio 1) Brano evangelico appartenente a una importante sezione del vangelo di Giovanni, dagli studiosi designato anche come "Il testamento di Gesù". Il suo significato per noi. 2) La volontà testamentaria di Gesù limitatamente alla prima frase del nostro brano. Implica due grandi aspetti o affermazioni : - "se mi amate" ovvero del rapporto che deve intercorrere fra i discepoli e Gesù, un rapporto di amore; che cosa si oppone a questo rapporto; - "osserverete i miei comandamenti". 72 ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO AL CIELO 1 1) Una festa ( il titolo ) forse tutta da tradurre, certo da comprendere. 2) Che cos'è l'ascensione nella sua essenza. 3) Il "per noi" dell'ascensione di Gesù. E' dato in modo particolare da una triplice rivelazione : - una rivelazione a riguardo di Gesù stesso; - una rivelazione a riguardo dell'uomo; - una rivelazione a riguardo di Dio. ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO AL CIELO 2 1) La problematica della festa dell’ascensione di Gesù al cielo, quanto meno del suo titolo, nel contesto della realtà e cultura moderna. 2) Di che cosa si tratta nella ascensione di Gesù al cielo, qual è il suo significato per noi : - in chi o in che cosa vedere e far consistere la realizzazione della vita; - come Gesù ha raggiunto il suo risultato di vita; vale evidentemente anche per il cristiano. 3) Che cosa ha comportato l’ascensione di Gesù al cielo : il rovesciamento della situazione, di tutta la realtà. 4) Ascensione di Gesù al cielo come giudizio. SOLENNITA’ DI PENTECOSTE 1 1) Pentecoste come festa dello Spirito ( effusione dello Spirito su Maria Santissima e gli Apostoli) come origine della Chiesa. 2) Quale Chiesa è nata a Pentecoste : Chiesa come nuovo popolo di Dio e Chiesa come nuova umanità : - Chiesa come nuovo popolo di Dio : non più fondata sulla razza, su un popolo, su una cultura, su una singola storia umana, 73 sia pure quella di un popolo, ma sul nuovo principio assolutamente universale, quello della fede in Cristo Gesù; - Chiesa come nuova umanità : l’umanità anti-Babele. 3) Questa Chiesa nuovo popolo di Dio e nuova umanità domanda un confronto-verifica da parte dei cristiani. Un invito : ritorno all’ascolto-accoglienza e obbedienza allo Spirito. 4) Chi è o come è lo Spirito che si è manifestato a Pentecoste: la frase iniziale, tre aspetti dello Spirito Santo : - la trascendenza e perciò la tutt’alterità dello Spirito Santo; - la novità dello Spirito Santo; - la libertà dello Spirito Santo. SOLENNITA' DI PENTECOSTE 1) Luca il grande narratore della Pentecoste : At.2,1-11. Confronto con Giovanni: Gv.20,19-23. 2) Il racconto lucano di At.2,1-11 : - l'introduzione; - la manifestazione dello Spirito : - il carattere improvviso della venuta dello Spirito; - i segni della venuta o manifestazione dello Spirito : - i segni udibili e invisibili : - il rumore o frastuono; - il vento; - i segni visibili : - il fuoco. 3) La realtà e gli effetti della manifestazione dello Spirito : - gli effetti dello Spirito sui discepoli-Apostoli; - la realtà dello Spirito si manifesta negli effetti; - gli effetti dello Spirito sulla gente, sul popolo. 4) La prospettiva di Giovanni : Gv.20,19-23. 74 3° 1) Pentecoste o manifestazione dello Spirito, avvenimento straordinario che ha dato inizio alla Chiesa, che ha cambiato il corso della storia. 2) La manifestazione dello Spirito secondo At.2,1-11 : - "Venne all'improvviso" ovvero della libertà dello Spirito; - "Venne all'improvviso dal cielo un rombo" ovvero del cambiamento fragoroso che provoca lo Spirito con la sua venuta; - "Venne all'improvviso dal cielo un rombo come di vento che si abbatté gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano" ovvero della - dinamicità dello Spirito; - vitalità dello Spirito; - verità dello Spirito o Spirito di/della verità; - amore dello Spirito o Spirito dell'amore : - amore preveniente e perciò gratuito; - amore fedele e perciò costante; - amore duraturo e perciò perenne; - amore che trasforma ciò che è odioso in grazioso; - amore di perdono : - sempre, senza limiti : - di tempo o quantità di volte; - di spazio o di persone - di intensità o di misura; - "Apparvero loro lingue come di fuoco" : il simbolismo del fuoco: - fuoco che scotta; - fuoco che brucia; - fuoco che illumina - fuoco che riscalda; - La discesa dello Spirito ovvero della shekinah dello Spirito; - "Apparvero loro lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro: effusione dello Spirito su tutti e su ciascuno. SOLENNITA' DI PENTECOSTE 75 SOLENNITA' DELLA SS. TRINITA' 1) L'identità del Dio cristiano : il Dio Uno e Trino. 2) Le conseguenze di questa identità : - il DIO UNO o UNICO : - esclude l'idolatria; - che cos'è idolatria; - l'idolatria è tendenza profonda e perciò fortissima dell'essere umano, presente nell'essere umano; - quand'è che c'è, che si instaura l'idolatria, che cosa non è necessario e che cosa invece è sufficiente perché ci sia l'idolatria; - le forme o i tipi di idolatria; - le conseguenze dell'idolatria. - il DIO TRINO : - i benefici della confessione del Dio Trino ( in negativo ), che cosa fa evitare : - impedisce un'idea o immagine troppo vaga e generica di Dio, tale per cui diventa possibile confondere Dio con ciò che non è Dio, un po' con tutto, con ciò che si vuole; - impedisce il formarsi di immagini errate, drammaticamente, anzi tragicamente negative di Dio,. tipo quella di Dio come Padre-Padrone assoluto, tirannico, dispotico, capricciosamente arbitrario, tipo quella di Dio come il giudice assoluto inflessibile, implacabile, spietatamente assetato di giustizia-vendetta; - i benefici della confessione del Dio Trino in positivo : - Dio come Padre; - Dio come Figlio; - Dio come Spirito Santo. bis 1) Solennità della ss. Trinità : porta l'attenzione della fede sulla specificità e precisione del Dio cristiano. SOLENNITA' DELLA SS. TRINITA' 76 2) Il Dio cristiano è il Dio Uno ( unico ) e il Dio Trino (tripersonale): Padre, Figlio e Spirito Santo, conosciuto per rivelazione di Gesù Cristo ( Trinità economica ). 3) Il Dio Uno, cioè unico : - il Dio unico come Creatore; - il Dio unico come verità, anzi la Verità assoluta, suprema; - il Dio unico come Signore, il Signore assoluto, supremo; - il Dio unico come giudice, anzi il Giudice supremo. 4) Il Dio Trino : - Dio come Padre : - Dio Padre come Provvidenza; - Dio Padre come amore salvifico; - significato di Dio come Padre; - Dio come Figlio : - ha portato la cultura della solidarietà; - ha portato la civiltà dell'amore; - Dio come Spirito Santo. 5) Perché la Trinità è tutto questo nella vita e per la vita degli uomini ? La Trinità immanente. SOLENNITA' DEL CORPO E SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO 1) Il titolo o la dedica della solennità odierna: 2) Il suo significato per noi : - richiama l'attenzione sull'eucaristia come presenza di Dio con noi e come sacramento della salvezza attualizzata; - eucaristia come sacrificio : - il sacrificio redentore e salvifico unico ed eterno di Cristo sulla croce e l'eucaristia; - perché tante eucaristie, tante volte l'eucaristia, perché un ritmo frequente, settimanale dell'eucaristia; - il ritmo settimanale dell'eucaristia come giorno del Signore; - perché l'eucaristia è sacramento di salvezza : perché è 77 sacrificio; - il sacrificio di Cristo ha significato e significa l'alleanza di Dio con noi e l'alleanza nostra con lui; - l'alleanza di Dio con noi e nostra con lui domanda l'alleanza degli uomini fra di loro; - il tipo di Chiesa che sorge dall'eucaristia : Chiesa di alleanza; il rapporto Chiesa-eucaristia : l'eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l'eucaristia; 3) Che cosa fare di fronte all'eucaristia; gli inviti e i comandi di Gesù SOLENNITÀ DEL CORPO IL SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. 1) Il nuovo titolo e il vecchio titolo della solennità. Per comprenderne al meglio il significato per noi, è opportuno, anzi utile far riferimento alla sua origine storica. 2) Il significato di tutto questo: presenza reale di Cristo nell’eucaristia. Il primo grande significato: - presenza reale e non soltanto simbolica; - presenza del Cristo totale, del Cristo Figlio di Dio e del Cristo vero uomo (significato della presenza-incarnazione della natura-vita divina nella natura umana); - presenza perciò non di uno qualsiasi, ma nientemeno che del Signore e Giudice del mondo. 3) Una breve parola sul nuovo titolo in rapporto a quello precedente. 4) Il secondo grande significato: Cristo Gesù grande e fondamentale nutrimento della vita dell’uomo: - eucaristia in senso ampio (Santa messa) ed eucaristia in senso ristretto (speci eucaristiche ovvero pane e vino consacrati); - il pane e il vino consacrati la realtà-simbolo di Cristo nutrimento spirituale, profondo, soprannaturale dell’uomo; - per una vita veramente umana, è necessario non soltanto il cibo materiale, ma anche quello spirituale, profondo; - in quest’ottica, non è stata casuale l’istituzione dell’eucarestia 78 nel contesto della cena pasquale ebraica; - Cristo Gesù eucaristia pane di vita eterna e di vita di assoluta qualità nella vita presente dell’uomo e perciò di vita veramente umana, vita umana al meglio; - necessità di mangiare il corpo-carne di Gesù e di bere il suo sangue. SOLENNITA’ DEL CORPO E SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO 1) Quale il suo significato per noi? Che cosa ci vuol dire la Chiesa con questa solennità? Non ci sono dubbi, attirare la nostra attenzione sull’eucaristia. 2) Molti aspetti dell’eucaristia, ma ne consideriamo due soltanto: il collegamento della nostra solennità con quella della domenica precedente (Santissima Trinità) e poi la grande presenza nell’eucaristia. 3) Il collegamento con la solennità della Santissima Trinità. 4) La grande presenza nell’eucaristia, quella del Cristo totale, il Gesù storico e il Cristo risorto: - il Gesù storico: ci parla della sua opera di redenzione e salvezza dell’umanità; - la drammatica e , se si vuole, anche la tragica situazione dell’umanità, a causa del peccato; - come uscire da questa tragica situazione? Solo con il perdonoriconciliazione di Dio, mediante il dono di un nuovo principio vitale; - ma esiste, si dà veramente questo nuovo principio vitale? Cristo Gesù ce lo ha dato: è lui stesso presente nell’eucaristia; ce lo dona in continuità. 79 TEMPO DURANTE L'ANNO VIII DOMENICA DURANTE L’ ANNO A Mt.6,24-34 “Non potete servire a due padroni…Non affannatevi” ovvero abbamdonati alla Provvidenza, fidarsi di Dio, affidarsi a Dio. 1) Il tipo di brano evangelico : due pericopi diverse in superficie, ma tematicamente o comunque contenutisticamente unite. 2) La prima pericope, l’affermazione di fondo :”Non potete servire a due padroni”; - di questa affermazione di fondo viene data anche la ragione : perché o si odierà l’uno e si amerà l’altro, o si preferirà l’uno e si disprezzerà l’altro; - individuazione dei due padroni incompatibili, opposti : Dio e mammona. 3) La seconda pericope, articolata in sei punti fondamentali : - l’appello-comando iniziale :”Non affannatevi di quello che mangerete, berrete, vestirete”; - due esempi a sostegno o fondamento dell’appello : gli uccelli del cielo e i fiori del campo; - conclusione del ragionamento-motivazione fondante dei due esempi a riguardo dell’appello-comando iniziale : l’annuncio del principio “Provvidenza”; - l’argomento, la cui validità è un fatto evidente; - l’argomento a forziori : il principio “Provvidenza”; - ripresa dell’appello a non affannarsi come netta distinzionedifferenza tra i discepoli ( i cristiani ), da una parte, e i pagani, dall’altra; - la grande realtà oggetto della ricerca della vita o nella vita da parte dei discepoli : il regno di Dio e la sua giustizia; - la chiusura del brano o pericope : nuovamente appello a non affannarsi per il domani e sentenza sapienziale finale :”A ciascun giorno basta la sua pena”. 80 4) Un breve giudizio sul brano evangelico nella sua globalità. IX DOMENICA DURANTE L’ ANNO A Mt.7,21-27 “Non chi dice : Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli. ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Il discepolo stolto e il discepolo saggio, sapiente. 1) Il tipo di brano evangelico : la parte conclusiva del discorso della montagna da parte di Gesù, secondo Matteo. 2) L’organizzazione o struttura del brano; un insegnamento generale, di fondo, articolato in tre momenti: - primo momento : - - un insegnamento che è un avvertimento: :”Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” : - ciò che non permette e quindi non fa entrare nel regno dei cieli; - ciò invece che permette e quindi fa entrare nel regno dei cieli; - secondo momento: - la smentita o esclusione di ogni falsa illusione presuntamene fondata sulla bontà-misericordia del Signore; il giorno del giudizio sarà inesorabile per chi si è limitato a dire:”Signore, Signore: - ciò che molti diranno in quel giorno; - la risposta del Signore alle obiezioni e proteste piene di cocente sorpresa da parte degli interroganti; - terzo momento: - un invito-insegnamento di Gesù : - il tema dell’invito-insegnamento : il discepolo saggio e il discepolo stolto e pertanto il tema della saggezza o sapienza e della stoltezza della vita; - la formulazione positiva dell’insegnamento: la saggezza; i quattro elementi costitutivi dell’nsegnamento : 81 - l’immagine della casa; - la roccia; - la pioggia, i fiumi, i venti, globalmente gli infortunali o i sinistri o le intemperie che si abbattono sulla casa; - i verbi descrittivi o caratterizzanti la saggezza: ascoltare e mettere in pratica le parole; - la formulazione negativa dell’insegnamento : la stoltezza; nuovamente i quattro elementi costitutivi dell’insegnamento, con una variante determinate : la sabbia al posto della roccia; - la negazione :”non”; - il legame fra i tre momenti del brano. X DOMENICA DURANTE L’ ANNO A Mt.9,9-13 “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Gesù prende cibo con i pubblicani. 1) Il tipo di brano evangelico e il suo tema. 2) La chiamata dell’uomo seduto al banco delle imposte ( Matteo ) ovvero la chiamata alla sequela : - il carattere improvviso della chiamata; - la chiamata come richiesta di sequela; - la risposta alla chiamata : l’autentica sequela; - il significato per noi di questa storia di chiamata. 3) Gesù che prende cibo ( pasto ) con i pubblicani e peccatori: Triplice articolazione : - Gesù che siede a mensa in casa e sopraggiungono molti pubblicani e peccatori e “si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli”; - la reazione di rimostranza e di rimprovero contestazione dei farisei; - la risposta di autodifesa di Gesù in tre punti fondamentali : 82 - la citazione di un proverbio o detto popolare; - la citazione di Os.6,6; - un’autoaffermazione da parte di Gesù. XI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.9,36 - 10,8 Gesù e il mondo ovvero Gesù e gli uomini, Gesù e i discepoli. 1) Brano evangelico frammentario e tuttavia con una possibile unità tematica. I due possibili titoli del brano : Gesù e il mondo ovvero Gesù e gli uomini; Gesù e i discepoli. 2) Gesù e il mondo ovvero Gesù e gli uomini : - il duplice termine usato per indicare il mondo-umanità : folle e mèsse; - la descrizione delle folle-umanità :"come pecore senza pastore"; - Gesù il vero unico buon pastore dell'umanità e perciò la speranza della vita e storia degli uomini; - la descrizione delle folle come "mèsse" del Padrone, cioè del Padre, mèsse bisognosa di operai; - gli operai del Padrone della mèsse non si autoincaricano, né possono essere incaricati da altri che non sia il Padrone della mèsse; - la sproporzione esistente fra la quantità enorme della mèsse e il numero esiguo degli operai; - necessità di pregare il Padrone che mandi operai alla sua mèsse : la corretta comprensione o interpretazione della celebre frase di Gesù. 3) Gesù e i discepoli : - rapporto con la tematica precedente; - il rapporto Gesù - discepoli in specifico, in dettaglio : - il potere dato da Gesù ai suoi discepoli : scacciare gli spiriti immondi e guarire ogni sorta di malattie e infermità; - l'indicazione dei nomi dei discepoli originari, suo significato; 83 - l'invio o incarico missionario da parte di Gesù : - il modo :"dopo averli così istruiti"; - criteri e modalità della missione; - la dimensione della missione : universale; - l'oggetto della missione : il regno di Dio o dei cieli; - l'opera della missione. XII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.10,26-33 La parte conclusiva del discorso missionario 1) Il brano evangelico della domenica odierna : la parte conclusiva del discorso missionario secondo Matteo. Il titolo del brano: "Parlare apertamente, con coraggio", oppure :"Il coraggio di parlare apertamente", oppure ancora :"La testimonianza cristiana". 2) Il titolo suppone la conoscenza dell'oggetto, del tema o argomento o materia della testimonianza : l'annuncio di Cristo. 3) L'annuncio di Cristo è annuncio di verità, la verità di Dio sul mondo e in modo particolare sull'uomo. 4) Parlare di verità significa evocare anche il suo contrario, la menzogna. Annunciare la verità significa smascherare la menzogna. Ne provoca la sua violenta reazione. 5) E' esattamente a questo punto e in questo contesto che Gesù introduce e compie il discorso sulla paura : - che tipo di discorso è; - la paura che secondo Gesù non bisogna avere ossia di chi non bisogna o non si deve avere paura : di chi può uccidere il corpo, ma non ha il potere di far perire l'anima nella Geenna; - la paura invece che secondo Gesù è giusto, anzi necessario e doveroso avere ossia di chi bisogna, si deve aver paura e perché: di chi, oltre ad uccidere il corpo, ha anche il potere di far perire l'anima nella Geenna; - la cosa sconcertante che sembra verificarsi oggi da parte o presso molti cristiani: 84 XIII DOMENICA DURANTE L'ANNO A Mt.10,37-42 Le esigenze radicali della vita cristiana 1) Il titolo del brano evangelico :"Le esigenze radicali della vita cristiana". 2) Le tre grandi esigenze radicali : - la prima esigenza radicale :"Chi ama il padre e la madre, il figlio o la figlia, il fratello o la sorella più di me, non è degno di me" : - il perché o la fondatezza e perciò la legittimità di un tale primato; - non significa rinnegamento o misconoscimento dei legami, rapporti ed affetti umani sacrosanti, ma profondo cambiamento di essi, del loro tipo, della loro qualità; - il significato del primato di Cristo : contribuisce in maniera determinante a rendere vero, autentico l'amore umano e, più in generale, i rapporti, le relazioni umane. - la seconda grande esigenza radicale :"Se uno vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". - la terza grande esigenza radicale :"Chi cerca la sua vita la perderà; chi perde la sua vita per me la troverà". XIV DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.11,25-30 L'esultanza di Gesù nello Spirito. 1) Un brano evangelico costituito da tre detti ( loghia ) di Gesù. 2) Il primo grande detto ( loghion ) di Gesù : l'inno di benedizione e perciò di lode e di ringraziamento elevato al Padre : - cosa contiene : un ammonimento, anzi una sentenza giudiziale e una buona notizia; - i destinatari : due tipi o categorie di destinatari : i "sapienti e gli intelligenti" e i "piccoli"; - individuazione delle due categorie di destinatari; 85 - che cosa dice Gesù a riguardo degli uni e degli altri : - a riguardo dei "sapienti e degli intelligenti"; - applicazione; - a riguardo dei piccoli; - un profondo capovolgimento, il suo valore; - l'insegnamento di fondo del brano evangelico dal punto di vista dell'inno di benedizione : un duro, anzi un severo ammonimento, una autentica sentenza giudiziale, da una parte, e una grande buona notizia, dall'altra. XV DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.13,1-23 Parabola del seminatore 1) Il tipo di brano evangelico : la nota parabola del seminatore. Gli si potrebbe dare tuttavia un titolo espressivo del suo significato er noi :"La drammatica storia-vicenda della Parola con noi, più esattamente nostra con la Parola. 2) Qual è la drammatica storia-vicenda della Parola con noi. E' indicata dai diversi tipi di terreno, di cui parla la parabola : - il primo tipo di terreno : la strada; - il secondo tipo di terreno : quello sassoso; - il terzo tipo di terreno : quello ricoperto di spine e rovi; - il quarto tipo di terreno : quello finalmente buono. 3) Conclusioni ovvero per una nostra storia positiva con la Parola. Gli atteggiamenti positivi da assumere nei confronti della Parola : ascolto, accoglienza, fruttificazione. XVI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.13,24-43 Parabole del/sul regno dei cieli : quella della zizzania, del granellino di senapa e del lievito messo nella pasta. 1)"Una grande luce e una grande speranza ( il regno di Dio o dei cieli) di fronte allo scandalo che oscura la vita", potrebbe essere il titolo del brano evangelico della odierna liturgia. 86 2) Il regno di Dio come realtà già presente e operante e destinata ad imporsi su tutto e su tutti alla fine dei tempi, nel futuro ultimo di Dio. 3) Lo scandalo oscuratore della vita : la realtà del male. 4) Le molteplici forme o tipi di male e il male "scandaloso" per eccellenza per noi. 5) Questo male "scandaloso" ha un potere micidiale di oscuramento della vita. 6) Come superare lo scandalo del male ovvero il male "scandaloso"? 7) Conclusioni. XVII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.13,44-52 Parabole del regno : tesoro nascosto, perla preziosa, la rete gettata nel mare. 1) Brano evangelico costituito da tre parabole aventi lo stesso oggetto o tema : il regno dei cieli o regno di Dio. 2) Le prime due parabole, quella del tesoro nascosto e quella della perla preziosa o di grande valore. Considerazione complessiva : - sono immagini che non esauriscono la realtà; - un aspetto fondamentale del regno; - il presupposto per recepire ed avere così il regno di Dio; - che cosa fare in rapporto al regno : i verbi indicativi degli atteggiamenti : cercare, trovare, vendere, comprare o acquistare. 3) La terza parabola sul regno : la rete gettata nel mare, dove vanno a finire pesci buoni e pesci cattivi : - l'immagine di Chiesa implicata : segno visibile o sacramento del regno di Dio in mezzo agli uomini; - i pesci buoni e i pesci cattivi finiti nella rete ovvero del modo diverso di essere o stare nella Chiesa e la responsabilità che ne deriva; - la sentenza finale ovvero del giudizio ultimo di Dio 87 XVIII DOMENICA DURANTE L’ANNO A Mt. 14,13-21 Il racconto della moltiplicazione dei pani. 1) Il tipo di brano evangelico : il racconto del miracolo della multiplicazione dei pani da parte di Gesù, il racconto più ripetuto nei Vangeli (6 volte) : perché!? 2) Il significato del racconto di miracolo secondo l’evangelista S.Giovanni - il racconto della moltiplicazione dei pani appartiene ad una cate goria di racconti molto ben precisa e specifica, secondo l’evan gelista S.Giovanni : le cosiddette azioni-segno; cosa sono; - il significato allora della moltiplicazione dei pani al di là del fatto materiale, empirico, visibile e, visto che si tratta di pani, al di là del fatto commestibile, materiale; - di solo pane materiale l’uomo muore; - il pane che non perisce, che dura per la vita eterna, il pane che Dio, il Padre, dà: è il pane che discende (che è disceso) dal cielo, è il pane vivo, il pane che dà la vita, è Gesù stesso; - in che senso Gesù è il pane (nutrimento) della vita degli uomini: senza dubbio in senso spirituale, anzi, in primo luogo sopranaturale e quindi spirituale, ma poi anche in senso morale, qualitativo della vita degli uomini; è perciò nutrimento della vita degli uomini non solo interiore, profondo, ma anche in senso concreto, profondo, esistenziale-qualitativo, così da permettere e promuovere una vita umana personale e collettiva concreta, si può dire “corporale” sana, giusta, vera; è dunque vero nutrimento, non solo religioso, ma anche esistenziale-concreto; - necessità per gli uomini di mangiare, nutrirsi della sua “carne”persona e bere il suo “sangue” – vita; è una questione di vita o di morte; dove e come oggi nitrirsi di Cristo: nell’eucaristia ben compresa e vissuta, nei sacramenti, nella familiarizzazione con la sua parola; la dimensione eucaristica ed ecclesiale della moltiplicazione dei pani. 88 XVIII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.14,13-21 La moltiplicazione dei pani 1) Un brano evangelico fra i più conosciuti e celebri : il racconto della moltiplicazione dei pani da parte di Gesù. 2) L'importanza emerge dal racconto giovanneo della moltiplicazione dei pani. Si tratta delle grandi affermazioni del discorso di Gesù sul pane espressive del significato del racconto. 3) Il senso fondamentale delle affermazioni : Gesù è il pane della vita dell'uomo. 4) La moltiplicazione dei pani come grande gesto di solidarietà e condivisione da parte di Gesù a favore delle folle, della gente: Gesù che dà banchetto all'aperto. 5) Conclusioni : - il miracolo della moltiplicazione dei pani da parte di Gesù non è un prodigio; - il miracolo della moltiplicazione dei pani si iscrive nella categoria dei segni o delle realtà-segno nell'attività e opera di Gesù : - segno di pane di vita eterna; - segno di pane quotidiano; - quale Gesù avere o in quale Gesù credere ? non nel Gesù semplicemente o primariamente dei miracoli, ma nel Gesù della fede, della vita eterna. XIX DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.14,22-33 L'attraversata del lago 1) Il tipo di brano evangelico che la liturgia ci propone oggi : una potente raffigurazione di quella che drammaticamente è, ma speranzosamente e positivamente può diventare la vita e la storia degli uomini, attraverso la rappresentazione della vicenda della Chiesa e del discepolo di Cristo nella storia. 89 2) L'elemento barca : la vicenda della Chiesa nella vita e storia degli uomini. L’esperienza della primitiva comunità cristiana. 3) L'esperienza parimenti drammatica del discepolo, raffigurato dal personaggio Pietro. 4) L'esperienza della primitiva comunità e dei primi discepoli vale per la Comunità-Chiesa e per i discepoli ( i credenti ) di tutti i tempi. 5) Ma Cristo Gesù salva veramente ? Gesù che cammina sulle acque. XX DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.15,21-28 La donna cananea 1) Il tipo di brano evangelico : un dialogo intrecciato che interviene fra Gesù e la donna cananea e i discepoli. E' sotteso da una problematica specifica, particolare della primitiva comunità cristiana: il rapporto fra cristiani palestinesi ( di origine, cultura e mentalità ebraico-giudaica ) e cristiani ellenisti (di origine, cultura e mentalità greca, ellenistica, appunto). 2) Il tema principale o di fondo del nostro brano evangelico : la fede in Gesù Cristo, che libera e guarisce dalla possessione diabolica. Il personaggio "donna cananea" come tipo, modello di questa fede per il cristiano. Tale fede si specifica in due momenti o aspetti fondamentali : - fede in Gesù Cristo: - specifica ed esclusiva come in Colui che libera e guarisce dalla possessione diabolica; - fede in Gesù Cristo: - insistente e perseverante oltre ogni apparente non-ascolto, non-risposta, non-esaudimento iniziale, immediato; 3) Conclusioni - risultati. Tre fondamentali : - non ci sono, né ci devono e possono essere cristiani di prima e seconda categoria, cristiani superiori o aventi un ruolo-privilegio di primato e cristiani inferiori, subordinati; - fede in Gesù Cristo specifica ed esclusiva come in Colui che 90 libera e guarisce dalla possessione diabolica; - fede in Gesù Cristo insistente e perseverante, oltre ogni apparente non-esaudimento. XXI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.16,13-20 La confessione messianica di Pietro nei confronti di Gesù. 1) Un breve richiamo in sintesi del brano evangelico. E' un possibile opportuno inizio. 2) Il titolo classico del brano evangelico :"La confessione messia-nica di Pietro nei confronti di Gesù". 3) Il titolo più adatto per noi oggi :"Dire chi è Gesù" 4) I due modi o criteri secondo cui dire chi è Gesù : - quello umano; - quello della rivelazione, della ispirazione del Padre, della fede. 5) Il significato e la portata del dire chi è Gesù secondo la rivelazione. 6) La conseguenza che questo significato e portata ha per il cristiano e la comunità cristiana. 7) Dire così chi è Gesù significa dirlo non tanto o soltanto con le parole, ma altresì e soprattutto con la vita. 8) I destinatari o il destinatario del dire chi è Gesù da parte dei cristiani. XXII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.16,21-27 Annuncio-profezia della sua passione, morte e risurrezione da parte di Gesù, tentativo di dissuasione da parte di Pietro e rimprovero da parte di Gesù nei confronti di Pietro. La via di Gesù = la via del cristiano. 1) Il titolo del nostro brano evangelico : la via di Gesù, la via del Cristiano. 91 2) La via di Gesù il Cristo. 3) Una precisazione da compiere. 4) Il nuovo significato della passione e morte in Gesù, grazie a Gesù. 5) La via del cristiano. 6) La domanda angustiante che a questo punto si potrebbe prre per il cristiano. 7) Che cosa si oppone nel discepolo (nel credente cristiano) ad avere come via della vita la via di Cristo : la mentalità mondana, il pensare secondo gli uomini e non secondo Dio, La scena di Pietro in contrasto con Gesù. XXIV DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt. 18,21-35 La parabola del padrone magnanimo e del servo spietato 1) La domanda di Pietro a Gesù :"Signore, quante volte dovrò perdonare mio fratello se pecca contro di me ? Fino a sette volte?" ovvero del tema del nostro brano evangelico : il perdono. 2) La risposta di Gesù : perdono senza limiti, senza condizioni di sorta. 3) Un contenzioso o contrasto fondamentale, irriducibile, fra la logica e mentalità umana e quella cristiana (di Cristo). 4) Il grande fondamento di fede della risposta di Gesù : l'agire e l'essere di Dio con l'uomo, verso l'uomo ( il padrone magnanimo della parabola ). 5) L'incredibile comportamento dell'uomo ( cioè nostro = servo spietato della parabola ) a fronte dell'azione perdonante di Dio ( = il padrone magnanimo della parabola). 6) La conseguenza di questo comportamento: la sentenza di condanna da parte di Dio. 7) Un'ultima questione : quale perdono? Le tre grandi caratteristiche: graziare, liberare, condonare. E' il perdono senza limiti o condizioni, tradotto in attitudini o comportamenti pratici. 92 XXV DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.20,1-16 Gli operai mandati alla vigna 1) Il tipo di brano evangelico : brano-parabola del/sul regno dei cieli/di Dio : gli operai mandati dal padrone a lavorare nella sua vigna. 2) Il messaggio della nostra parabola. Il titolo anticipatorio del messaggio che gli si potrebbe dare :"I rapporti del mondo di Dio non sono quelli del nostro mondo; chiamano i rapporti umani a cambiare radicalmente" : - i rapporti che gli uomini instaurano e intrattengono fra di loro (gli operai della prima ora ); - i rapporti del/nel mondo di Dio, i rapporti di Dio con noi, con gli uomini;: - che senso vengono ad avere le prestazioni umane (dei credenti) in nome di Dio, della fede. 3) I rapporti del mondo di Dio chiamano ed esigono il rovesciamento dei rapporti umano-mondani della vita e della storia, specialmente dell'economia e del lavoro. XXVI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.21,28-32 Parabola del padre e dei due figli 1) Il tipo di brano evangelico : una parabola poco conosciuta, poco evocata e commentata, ma non per questo poco importante e significativa. 2) Il tema della parabola : la volontà del Padre ( Dio ) da compiere quale legge fondamentale, anzi assolutamente prioritaria e suprema della vita del credente. - il significato antropologico del compimento della volontà di Dio: il pieno compimento o realizzazione della persona umana. 93 - il compimento della volontà di Dio come parola d’ordine; - quale compimento della volontà di Dio ? Sono possibili due modi opposti, di cui evidentemente uno è quello giusto e vero e l'altro è falso. Sono raffigurati dai due figli della parabola : - il primo modo ( quello falso ), raffigurato dal primo figlio; - il secondo modo ( quello giusto e vero ), raffigurato dal secondo figlio. 3) Qual è, in chi o che cosa consiste la volontà di Dio: è Gesù Cristo; è una persona, una vita, una storia. La posizione (positiva o negativa ) che si assume nei confronti di Gesù dice se c'è o non c'è il compimento della volontà di Dio, dice di che tipo è il compimento della volontà di Dio. XXVII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.21,33-43 : Parabola dei vignaioli omicidi 1) Il tipo di brano evangelico : costituito dalla parabola dei vignaioli omicidi. 2) Vuole esprimere i drammatici rapporti fra Dio e il suo popolo. Quali sono : - il modello anticotestamentario sulla base del quale sono delineati: il cantico della vigna di Is.5,1-7; - i rapporti di Dio col suo popolo; - l'incredibile risposta indisponente, insolente e perciò provocatoria del popolo nei confronti di Dio; - la resa dei conti. 3) L'attualizzazione di Gesù e della primitiva Comunità-Chiesa del giudizio di Dio sull'antico popolo : la durissima, drammatica sentenza. 4) La minaccia di Gesù va recepita in tutta la sua serietà, gravità e urgenza. 5) Qual è la nostra situazione in rapporto alla minaccia-sentenzagiudizio di Gesù. 94 6) Ritorno a Dio. Come lo si può raffigurare : - essere autentica vigna del Signore; - fruttificare, far fruttificare il regno di Dio; - avere Cristo Gesù come pietra angolare della vita; - essere costruttori autentici e non tralignatori, intrallazzatori. XXVIII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.22,1-14 Il banchetto nuziale 1) Il titolo del brano evangelico : il banchetto nuziale secondo la redazione di Matteo. 2) Di che cosa si tratta, qual è il suo significato per noi : la storia che Dio, in Cristo Gesù, ha voluto e vuole realizzare con noi e per noi nel presente, in vista della sua storia ultima, definitiva, oltre il tempo e la storia presente : - precisazione dei termini; - la storia di Dio con noi; - la storia di Dio per noi ( la scena degli invitati di ogni tipo al banchetto di nozze, raccolti da ogni parte ) 3) Una illuminante e grande risposta cristiana al dramma e alla tragedia della storia umana. 4) Come hanno reagito e reagiscono gli uomini alla storia di Dio con loro, con noi e per noi ( scena degli invitati al banchetto di nozze che declinano, rifiutano l'invito ). 5) La storia di Dio con noi e per noi è la storia umana redenta, liberata, rinnovata. Ci parla dell'artefice della nuova storia umana: Dio, appunto.(il re o sovrano della parabola che indìce il banchetto di nozze). 6) Come incomincia la nuova storia degli uomini, ossia la storia di Dio con noi e per noi : con la convocazione. 7) In chi e attraverso chi Dio ha realizzato e realizza sempre di nuovo la nuova storia degli uomini : in Cristo Gesù (il figlio del re della parabola ). 8) Quando e come è diventata e diventa possibile da parte di Dio in 95 Cristo Gesù tutto questo per noi : - storico-salvificamente nella sua vita , specialmente con la sua passione, morte e risurrezione; - oggi, nel sacrificio eucaristico della messa. 9) La nuova storia di Dio con noi e per noi in Cristo Gesù nel presente prepara quella futura, ultima, nell'eternità. XXIX DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.22,15-21 Il tributo a Cesare 1) Il tipo di brano evangelico : una sorta di disputa che interviene fra Gesù e una delegazione mista di farisei ed erodiani sulla liceità o meno di pagare il tributo a Cesare. L'oggetto della disputa ha fornito il titolo del brano stesso. La frase vertice che lo caratterizza ha fatto e continua a fare storia. 2) La frase culmine del brano :"Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Si articola chiaramente in due parti : - prima parte :"Date a Cesare quello che è di Cesare" : - chi è Cesare, che cosa si deve intendere oggi per Cesare; - che cosa è dovuto, che cosa appartiene a Cesare; - il compito o funzione di Cesare; - di che tipo è il potere di Cesare; - seconda parte :"Date a Dio quello che è di Dio" : - chi è Dio secondo Gesù; - che cos'è che è di Dio, che appartiene a Dio. 3) Conclusioni o risultati. Due fondamentali : - "Date a Cesare quello che è di Cesare", cioè : - Cesare = la società, la collettività o comunità e l'autorità che legittimamente la rappresenta; - a Cesare è dovuto il contributo per i servizi pubblici, il compimento del proprio dovere, il rispetto della cosa pubblica, il non danneggiamento, il non sperpero, il non spreco o sciupio della cosa pubblica, il rispetto 96 delle leggi giuste approvate, il non abuso delle leggi, il rispetto dei diritti e doveri dei cittadini; - "Date a Dio quello che è di Dio" : - la vita, la persona, tutta la vita, tuta la persona umana, non una parte soltanto o addirittura una piccolissima parte soltanto di essa. XXX DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.22,34-40 Il comandamento primo e più grande 1) Un brano evangelico molto conosciuto, quanto meno dovrebbe essere così : quello del comandamento primo e più grande, secondo la redazione di Matteo. 2) Prende le mosse da una domanda di un dottore della Legge a Gesù. 3) La domanda del dottore della Legge è o può essere anche la nostra domanda. 4) La risposta di Gesù in due parti : - prima parte : - il comandamento dell'amore di Dio come il più grande e il primo dei comandamenti; il primato assoluto di Dio; - non solo il primato assoluto di Dio, ma altresì il primato assoluto dell'amore di Dio; quale amore di Dio o di Dio ? con tutto l'essere; - può essere comandato l'amore ? - perché il comandamento dell'amore ? - il comandamento non è un'imposizione, ma un'indicazione forte da parte di Dio della verità della vita dell'uomo; - l'amore è la verità della vita dell'uomo; - la conferma; - Dio è la corrispondenza unica, assoluta dell'uomo; - la conseguenza; - seconda parte : - l'amore del prossimo come a se stessi, come incarnazione dell'amore di Dio nel presente; 97 - novità rispetto all'A.T. : l'amore del prossimo congiunto con l'amore di Dio; - una precisazione da fare, una chiarezza da avere: il prossimo non è Dio; non dal prossimo a Dio, ma da Dio al prossimo; - quale amore al prossimo ? come a se stessi, come Cristo ha amato noi. XXXI DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.23,1-12 La cattedra di Mosè 1) Il titolo che si potrebbe dare al nostro brano evangelico :"Un brano evangelico per un tempo di crisi come il nostro". 2) L'immagine di Gesù che ci presenta il nostro brano evangelico : Gesù Maestro; i destinatari del suo insegnamento; la forma secondo cui viene dato l'insegnamento; il tipo di insegnamento dato : un triplice insegnamento morale essenziale, fondamentale. 3) Il triplice insegnamento morale di Gesù : - il primo insegnamento : - il primo comportamento immorale degli scribi e farisei : l'incoerenza : - la malizia di questa incoerenza; - la colpa gravissima di questa incoerenza; - l'insegnamento-proposta morale di Gesù :"Fate quello che vi dicono, ma non fate secondo le loro opere" ovvero la giusta, la doverosa, la necessaria coerenza; - il secondo insegnamento : - il secondo comportamento immorale degli scribi e farisei: l'ostentazione : - che cos'è l'ostentazione; - come e dove viene esercitata l'ostentazione, lo scopo e l'obiettivo dell'ostentazione; - la malizia dell'ostentazione; - la mentalità e lo spirito che domina l'ostentazione; 98 - la colpa gravissima dell'ostentazione; - l'insegnamento-proposta morale di Gesù: l'antiostentazione ovvero l'umiltà e la semplicità, l'uguaglianza e la fraternità come verità della vita; - il terzo insegnamento : - il terzo comportamento immorale degli scribi e farisei : l'arrivismo : - la perversità, la crudeltà, anzi la criminalità dell'arrivismo; - l'ideologia che lo sostiene; - la malizia dell'arrivismo; - la colpa dell'arrivismo; - l'insegnamento-proposta morale di Gesù : l'antiarrivismo ovvero l'amore e il servizio, l'amore come servizio e il servizio come amore quali garanzia, custodia e promozione della vita. XXXII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.25,1-13 Parabola delle dieci vergini. 1) Un brano evangelico noto a coloro che hanno una certa familiarità col vangelo. 2) Si tratta di una parabola del / sul regno dei cieli o di Dio. 3) Si tratta altresì di un brano-parabola appartenente al discorso escatologico di Gesù, secondo la redazione di Matteo. 4) Il racconto-parabola in quanto tale : il regno dei cieli raffigurato come uno sposalizio, l'attesa di uno sposo che deve venire. Una immagine tratta dalla realtà umana della vita, il matrimonio, appunto, per esprimere una grande, una fondamentale verità religiosa, teologico-antropologica : Dio, Cristo Signore vera pienezza e realizzazione umana della vita. 5) La conseguenza che deriva da tutto ciò. 6) A questo punto è possibile comprendere abbastanza a fondo la nostra parabola . La Comunità-Chiesa fidanzata-sposa in attesa di Cristo unico vero "Sposo" dell'umanità. 99 7) Quando, come e dove in modo particolare la Comunità-Chiesa esprime e deve esprimere questo. In due luoghi o a due livelli fondamentali : liturgico ed esistenziale, pratico. 8) Il rischio-pericolo : quello di non essere pronti all'arrivo dello Sposo, anzi quello di non attendere più nulla e nessuno. 9) L'annuncio improvviso, l'ammonimento e la sentenza drammatica, anzi tragica, l'ammonimento-invito alla vigilanza. XXXIII DOMENICA DURANTE L' ANNO A Mt.25,14-30 Parabola dei talenti 1) Il titolo del brano evangelico :"La resa dei conti". 2) Perché la resa dei conti, quale il suo fondamento ? Due ragioni di fondo : - Dio è il grande proprietario della vita dell'uomo; - la conferma; - il disegno di Dio, quello di realizzare il suo regno di perfezione assoluta, di somma giustizia e verità : - l'esigenza di Dio è anche quella dell'uomo; - la giustizia e verità piena sono solo quelle di Dio e del suo regno; - l'importanza di questo annuncio; - non significa rassegnazione; - la giustizia ultima e piena di Dio dà, restituisce pieno significato al presente dell'uomo. 3) Su che cosa verte o verterà la resa dei conti. 4) Il criterio della resa dei conti o giudizio. 5) La sentenza della resa dei conti e la sua legge. 100 XXXIV DOMENICA DURANTE L' ANNO ULTIMA DELL' ANNO LITURGICO SOLENNITA' DI CRISTO RE DELL' UNIVERSO 1) Una coincidenza non casuale quella della dedicazione o intitolazione, da parte della Chiesa, dell'ultima domenica dell'anno liturgico a Cristo Re dell'universo : la visione cristiana del tempo, della vita, della storia, della realtà tutta. 2) Qual è esattamente questa visione : Cristo Gesù è la realtà in assoluto. Come dice molto bene il libro dell'Apocalisse, egli è il Principio e la Fine, l'Alfa e l'Omega, il Principio- fonte di tutte le cose, il compimento di ogni cosa : - per il cristiano si compie la verifica della sua fede e, più precisamente ancora,della fede vissuta, della fede effettiva, concreta, realizzata. 3) Se Cristo Gesù è il Principio-fonte e il compimento di ogni cosa, egli è anche il Re dell'universo. Gli sono dovute perciò sottomissione e obbedienza. L'obbedienza a Dio, a Cristo Signore, significa libertà e autenticità, cioè identità e dignità, mentre la disobbedienza a Dio, a Cristo Signore, significa schiavitù, perdita totale di identità e dignità 4) Come e dove si manifesta e si esercita la regalità universale di Cristo : nel giudizio; - di che tipo è il giudizio di Cristo : di amore, di giustizia e verità; - l'importanza dell'annuncio-affermazione del giudizio ultimo. 5) Su che cosa verte o verterà il giudizio : sulla presa di posizione nei confronti di Cristo, che avviene nella persona del nostro prossimo, specialmente quello bisognoso, disastrato. Ciò non perché il prossimo sia Cristo, ma perché Cristo si è identificato col nostro prossimo, con le sue necessità-esigenze, con le sue situazioni e vicissitudini, con i suoi destini o, se si vuole, col suo destino. Lo ha fatto proprio. 6) La sentenza del giudizio : chiara, inequivocabile, irrevocabile e irreformabile. 101 XXXIV DOMENICA DURANTE L' ANNO SOLENNITA' DI GESU' CRISTO NOSTRO SIGNORE RE DELL' UNIVERSO 1) L'ultima domenica dell'anno liturgico della Chiesa ( 34° durante l'anno ) dedicata a Cristo Re dell'universo : - origine della dedica o titolo ( festa, solennità ); - significato della sua collocazione. 2) La verità della regalità di Gesù il Cristo, due significati o sensi del termine verità : - verità come affermazione della regalità di Gesù : - la si trova quasi esclusivamente nei vangeli, soprattutto nei racconti della passione; i testi fondamentali dell'affermazione; - valutazione; - verità come realtà della regalità di Gesù : - che cosa si intende per realtà della regalità di Gesù; - la sua rivelazione-fondamento : la risurrezione; è un'affermazione della fede; - è regalità universale; - è regalità di diritto e di fatto, di diritto previo, fontale, e di acquisizione; - le grandi caratteristiche o qualità-proprietà della regalità di Gesù : - è regalità paradossale; - è regalità sconcertante; - è regalità sconvolgente; - è regalità stupefacente ed ineffabile; - i due grandi momenti della regalità di Gesù. 3) Come, in che modo si manifesterà, in che cosa consisterà la manifestazione ultima, suprema, della regalità universale di Cristo. 4) La regalità di Gesù come giudizio. 5) Dove in modo particolare è espressa, proclamata, per il cristiano, 102 la regalità di Gesù. Il suo carattere impegnativo, responsabilizzante. 6) L'annuncio dell'avvento della regalità universale di Cristo riempie di responsabilità. SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’ UNIVERSO. 1) L’ultima domenica dell’anno liturgico, per volontà di Pio XI, a partire dal 1925 è dedicata a Cristo Re dell’universo. Il suo significato: non è una pura questione di calendario, ma è e vuole essere piuttosto l’indicazione di una delle “cose ultime” (escatologiche ) fondamentali, per l’appunto l’affermazione piena ed assoluta della regalità universale di Cristo Gesù, il Signore. 2) L’avvento della regalità universale piena ed assoluta di Cristo Gesù riempie di responsabilità. 3) In che cosa consiste l’affermarsi o l’instaurarsi pieno ed assoluto della regalità universale di Cristo : nell’affermarsi e perciò anche nel manifestarsi pieno ed assoluto della sua verità. La verità di Cristo è la verità assoluta. In quanto è la verità assoluta, è anche la realtà assoluta , perché verità ed essere , dicevano gli scolastici, convengono, coincidono. La regalità-verità-realtà di Cristo Gesù non si afferma alla maniera delle regalità umano- mondane, terrene. Queste, per affermarsi, spesso, per non dire sempre, hanno bisogno di forme eclatanti, imponenti, autoritarie. La regalità-verità-realtà di Cristo no, non ne ha bisogno. Si afferma di per se stessa, per sua forza intrinseca. Paragone della luce o con la luce. 4) Qual è più specificamente la regalità-verità di Gesù ? dove in modo particolare viene espressa ? Nel Simbolo o Credo apostoli-co oppure niceno-costantinopolitano. 5) Le grandi caratteristiche o qualità della regalità di Cristo Gesù : - la gratuità; - il servizio; - il dono. 103 6) I cristiani sono chiamati a fare propria la regalità, il tipo di regalità di Cristo Gesù. (NB: Proseguiranno le altre illustrazioni)