Le pietre ei cittadini

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CORSO DI AGGIORNAMENTO
“LE PIETRE E I CITTADINI”
2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docente: Stefania Maria Gordini
Tel: 823 401581
e-mail: [email protected]
Scuola / Istituto: Liceo scientifico statale “N. Cortese”
Via Starza n. 24
Città: Maddaloni
CAP: 81024
Prov. CE
Tel: 0823 407200
Fax: 0823 408564
e-mail: [email protected]
Denominazione e localizzazione del centro storico
Calatia, il più antico insediamento urbano di un territorio crocevia tra Maddaloni, San Nicola La Strada e Caserta.
Le motivazioni della scelta
Ritorno alle origini attraverso le fonti…
L’antico abitato di Calatia forse oggi non può più essere considerato “Centro” storico ma, sicuramente, lo è stato un
tempo e di questo ne danno certezza le fonti, soprattutto archeologiche.
Breve descrizione
L’antica città di Calatia fu fondata intorno all’VIII secolo a.C. La sua superficie si estendeva su un terreno di dodici
ettari mentre tutto il perimetro fuori le mura abbracciava un vasto territorio di circa sessanta ettari di terreno.
La città era protetta da una cinta muraria di epoca romana, realizzata in opus incertum, con fossati, aggere
(documentate nel II sec. a.C. in vari centri della Campania) e con contrafforti interni. Si è ipotizzato che su tali strutture
verticali vi fosse poggiato un camminamento ligneo di ronda. Di tale fortificazione, il cui tracciato seguiva un
andamento curvilineo, ne rimane solo una porzione di 34 metri denominata “Torrioni”.
L’impianto urbano, diviso in isolati rettangolari tramite cardini e decumani, richiamava quello di un accampamento
romano ed era attraversato da un’importante via di comunicazione: la via Appia che collegava Roma a Brindisi.
Tale asse viario si sovrapponeva, in parte, ad un altro più antico di epoca pre-romana. Le strade erano realizzate in terra
battuta o in blocchi calcarei. I lotti posizionati a ridosso delle mura avevano invece piante irregolari.
All’esterno della città sono state ritrovate le necropoli.
Quella a N-E, scoperta nella II metà del 1800, risale alla prima metà del VII sec. a.C. Le sue numerosissime tombe, per
la maggior parte, erano a fossa terragna con copertura a ciottoli e a tegole, a cassa di tufo con copertura piana e a sella
d’asino.
La necropoli a S-W, scoperta a partire dal 1970, risale alla fine del VIII-VII sec. a.C. Tra le sue centodieci sepolture vi
era una certa gerarchia distributiva, infatti , nella zona centrale vi erano tombe di grandi dimensioni realizzate a fossa
terragna con copertura a ciottoli, anche a più livelli, con un corredo funerario più ricco, mentre a sud del quadrante S-W
vi erano altre fosse a cassa di tufo. Tutte erano sistemate per gruppi familiari.
Infine la realizzazione della variante stradale nel tratto Capua-Maddaloni, ha portato all’individuazione della necropoli
nord-orientale con 449 tombe.
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Dell’età romana sono state ritrovate tombe a fossa semplice, “alla cappuccina”, in anfora, in cassette di embrici.
Il rito di sepoltura utilizzato era principalmente l’inumazione ma in alcuni casi si praticava anche l’incinerazione.
Nelle tombe veniva posto il corredo funerario che consisteva in offerte materiali, riferite anche al sesso; per esempio,
per i maschi veniva messa una spada, pugnali, lance e altri oggetti in bronzo, per le donne, invece, fibule, gioielli. In
entrambe le tombe sono state ritrovate ceramiche greche di varia tipologia e grandezza: anfore, oinochoè, kilix, olle e
ampolle per profumi ed unguenti, monete, lucerne.
Più scarsi i resti che si riferiscono all’abitato. Risalenti ai primi insediamenti sono alcune tracce rinvenute e riconosciute
come probabili parti di capanne. Più significativi sono i resti di una domus, visibile a nord della via Appia e ristrutturata
in epoca tardo-repubblicana, di cui sono stati individuati alcuni ambienti specifici: una stanza di servizio, forse una
cucina, una corte scoperta con una vasca e un pozzo, alcuni ambienti di rappresentanza con, ancora conservati, i pregiati
pavimenti a mosaico.
Una testimonianza di edilizia pubblica è invece costituita da un edificio monumentale di fondazione ellenistica non
ancora riportato alla luce.
Notizie storiche
Difficile ricostruire le sue origini e conoscerne la storia, in quanto, purtroppo, risulta ormai del tutto distrutta e
pochissimi sono i documenti che la citano. Parte, però, della vita che si svolgeva in questo luogo è ricostruibile
attraverso le campagne di scavo che, grazie al ritrovamento di vari oggetti, cercano di interpretare la quotidianità del
tempo ormai perduto. I primi abitanti della città calatina furono gli Oschi, un popolo prettamente campano, del quale
purtroppo scarne sono le notizie; successivamente arrivarono gli Etruschi, poi i Sanniti, e solo nell’anno 309 a.C. la città
fu conquistata dai Romani. Confederata con Capua in epoca preromana insieme ad altre città campane, ne seguì il
destino nella buona e nella cattiva sorte. La città, benchè piccola, aveva proprie leggi, batteva moneta ed era situata in
una posizione strategica di primaria importanza, a breve distanza dall' imbocco di due vie che da questo luogo
conducevano nel Sannio: l' una per le forche di Caudio a Benevento, l' altra per la valle del Calore all' agro di Telesia
(Telese) . Un avvenimento molto importante si ebbe durante la seconda guerra punica, quando Annibale, a capo
dell’esercito cartaginese, riuscì a piegare la potenza di Roma. Tutto era pronto per la resa finale, ma Annibale nella sua
marcia verso Roma temporeggiò nella città di Capua aspettando che arrivassero i rinforzi. Allora Capua e le città ad
essa sottoposte, tra le quali anche Calatia, non si opposero all’impresa del comandante cartaginese, anzi si allearono con
lui. Questo stratagemma politico capuano non servì però a liberarsi della politica di Roma, perché quest’ultima riuscì a
risollevare le sue sorti e a cacciare dall’Italia il condottiero cartaginese con tutto il suo esercito. Questo evento
condizionò tutta la politica delle città sottoposte a Capua, infatti avvenne che i Romani, all’indomani della vittoria su
Annibale, non distrussero le città ribelli, ma le sottomisero tassandole fortemente e di conseguenza esse, e quindi anche
Calatia, dovettero sostenere anni di duro lavoro e di grande crisi. Un periodo di grande splendore fu vissuto invece da
Calatia nell’età imperiale, tra il I sec. a.C. ed il I d.C., anni in cui si rinvigorirono i traffici commerciali e le varie attività
si risvegliarono. A partire dal II sec. d.C. Calatia, come il resto della Campania e dell’Impero Romano, visse un periodo
di decadenza a causa delle orde barbariche provenienti dai paesi del nord Europa, dall’Asia e dall’Africa alla conquista
di nuovi territori. Una nuova fase storica iniziò per la città nell’anno 439, quando fu istituita la diocesi ad opera di
Sant’Augusto, primo vescovo di Calatia. La figura di questo vescovo è avvolta dalla leggenda, infatti si narra che egli
con altri undici uomini, in seguito alle invasioni dei Vandali di Genserico, scappò dalle coste dell’Africa per approdare
sulle coste della Campania e più precisamente nella zona dell’odierna Mondragone, per poi vagare per i luoghi campani
e fondare le prime dodici diocesi della Campania. Sant’Augusto fondò dunque la diocesi di Calatia e si racconta anche
che abbia operato dei miracoli nella stessa città, risuscitando dei morti, dando la vista a dei ciechi e convertendo alcuni
Giudei che abitavano la zona. Per queste ragioni fu perseguitato a tal punto da dover scappare dalla città di Calatia e
rifugiarsi nell’antico monastero della Maddalena che si trovava allora nell’antico borgo di Maddaloni e che oggi non
esiste più. Tuttavia, presunto o vero che sia il racconto della vita di Sant’Augusto, ciò che interessa è la sede della
diocesi che si venne ad istituire a Calatia in quel presunto anno 439 d.C. Tale diocesi fu anche sede episcopale con
l’annessa chiesa dedicata a San Giacomo (tutta la zona di Calatia fino a qualche tempo fa era denominata infatti San
Giacomo alle Gallazze, mentre oggi questo toponimo è quasi del tutto scomparso). La diocesi dovette assumere una
forte importanza al punto tale che, quando la città subì le ultime devastazioni (nel corso del IX sec.) e i suoi abitanti
furono costretti ad abbandonarla, istituzionalmente essa fu traslocata a Casahirta sul Monte Virgo, dove ancora per un
lungo periodo i vari vescovi preposti conservarono il titolo di “Episcopus Calatinus”. La distruzione della città di
Calatia, dunque, comportò lo spostamento della popolazione in luoghi più riparati dalle incursioni barbariche che in
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quel periodo erano frequenti nella zona. Quindi, parte dei Calatini si rifugiò sul Monte Virgo e fondò o popolò quello
che già esisteva di Casahirta (Casertavecchia) e parte si stanziò presso la forse già esistente Maddaloni.
Fonti e documentazione di riferimento
Museo civico di Maddaloni
Museo archeologico di Calatia
Gruppo archeologico calatino
G. De Sivo, Storia di Calazia campana e di Maddaloni, Napoli 1860
AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici
Sono state applicate, nel tempo, la legge 1089 del ’39 e il successivo Decreto 42 del 2004 e quindi sono state sottoposte
a vincolo le zone interessate dalle campagne di scavo, ossia quella immediatamente a destra, imboccando la via Appia
(lato Maddaloni) all’inizio del territorio identificato come “Calatia”, e quella più avanti a sinistra.
E’ noto che per qualunque azione si voglia intentare sulle zone vincolate è necessario il parere preventivo della
Sovrintendenza.
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Un’importante azione proposta è stata quella di un Parco archeologico di Calatia ma, purtroppo è rimasto solo un fatto
formale.
Un’altra è il consiglio di ritornare al precedente metodo di tutela del territorio (quello esistente prima del 2005) che
prevedeva l’affidamento di tale attività al Polo museale della Campania e che garantiva più controllo e azioni concrete.
AZIONI FATTE PER CONTINUARE A SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ’
I musei maddalonesi sia quello civico sia quello archeologico, come pure il Gruppo archeologico calatino, si sono da
sempre adoperati in questo senso coinvolgendo enti, scuole e tutta la comunità attraverso convegni a tema, progetti,
anche a livello nazionale, e giornate dedicate alla conoscenza delle emergenze artistiche, storiche, archeologiche del
territorio.
SI ALLEGANO:
N° 9 IMMAGINI, N° …. GRAFICI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione 1-4 Mb)
Luogo e data Maddaloni, li 08/03/2016
prof.ssa Stefania Maria Gordini
Liceo scientifico statale “Nino Cortese”
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Foto relative alla Scheda storico-descrittiva del centro storico
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Calatia, il più antico insediamento urbano di un territorio crocevia tra
Maddaloni, San Nicola La Strada e Caserta.
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