Una visione esoterica del denaro

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Una visione esoterica del denaro.
IL PROBLEMA DEL DENARO
Anche se, apparentemente, il problema del denaro non sembra aver nulla a
che fare con il secondo grado, quello biologico o del corpo vivente, procedere
oltre senza essersi dati un ordine economico impedisce qualsiasi realizzazione
dei gradini successivi. Senza contare che la corretta gestione del denaro è
fondamentale per risolvere al meglio tutto gli aspetti inerenti alla salute,
all'alimentazione, all'interazione con l'ambiente ecc. ecc., tutti aspetti che
riguardano propriamente il secondo gradino. Il problema della gestione del
denaro esige quindi a questo punto una nostra chiara presa di posizione.
Anche la gestione del denaro prevede due risvolti:
1) quello individuale; a) verso se stessi b) verso gli altri;
2) quello collettivo.
1a) L'ASPETTO INDIVIDUALE VERSO DI SE': UNA VITA SOBRIA.
Come nel corpo fisico il mangiar troppo fa ingrassare e produce una
deformazione fisica, così l'ammassare troppo denaro produce una deformazione
psicologica. C'è bisogno di una regola. E' necessario scomporre il denaro nel
suo triplice problema: a) guadagnarlo; b) usarlo; c) accumularlo. Si sbaglia
sempre quando non si chiarisce a quali di questi tre aspetti ci si riferisce.
Una cosa, infatti, è guadagnare soldi (onestamente o disonestamente), un'altra
è usarli (bene o male, per una cosa piuttosto che per un'altra), un'altra
ancora è accumularli per determinati scopi. Sono tre problemi completamente
diversi.
LA REGOLA: riguardo la quantità di denaro da guadagnare, al modo di usare
il denaro guadagnato e alla quantità di denaro da accumulare non c'è una regola
che valga per tutti. La regola deve essere personale, ciascuno è fatto in modo
diverso ed ha esigenze diverse, proprio come avviene per il cibo. La misura
deve quindi essere una misura individuale, ma deve essere anche una misura
umana, che tenga conto dei reali bisogni che quella persona ha in quel preciso
momento. La regola pertanto deve essere assolutamente mobile: come avviene per
il corpo, che può avere bisogno di un alimento di un certo tipo piuttosto che
di un altro a seconda delle stagioni, dello stato di salute o di diverse
circostanze, così per l'alimento denaro è estremamente necessario essere
flessibili e seconda dei bisogni reali della persona in quel preciso momento.
Ognuno deve essere capace di un impegno economico personale, e ognuno deve fare
quanto è in grado di fare: se è in grado di fare poco (perché vecchio, malato,
bambino ecc.) quel poco sarà la sua misura piena. Viceversa, se i soldi sono in
eccedenza rispetto ai proprio bisogni, bisognerebbe assegnarne un tanto per sé,
dopo averne stabilito la misura in modo sereno e giusto, e un tanto per gli
altri, perché facciamo tutti parte di una collettività.
IL LAVORO E IL GUADAGNO: ogni persona deve guadagnare quello che gli
occorre mediante il lavoro. L'esperienza e tutti i detti dell'antichità (Sacre
Scritture comprese) indicano che il lavoro e il "sudore delle fronte" sono
condizioni indispensabile per il proprio sostentamento. D'altronde, sempre
l'esperienza, specialmente di questi ultimi anni, insegna che il denaro
acquisito non mediante il lavoro (per es. con il gioco) non conduce spesso a
nulla di buono. Il gioco genera grave dipendenza, false aspettative e l'offerta
del facile guadagno attraverso di esso, perseguita in modo così scoperto anche
dalle strutture pubbliche, è senza dubbio indice di debolezza economica e di
decadenza. Nessuno quindi deve sentirsi esentato dal dovere del lavoro, per
quanto possa anche essere o sentirsi una persona evoluta o spirituale e quindi
quasi in diritto di "essere mantenuto". I gradi elevati della scala non
eliminano quelli più bassi: si deve lavorare per essere uomini, senza concepire
il lavoro come restrizione mentale o come riduzione della propria libertà.
Alcune attività non sono correlate immediatamente con il guadagno, ma sono
ugualmente doverose in particolari condizioni o momenti della vita. E' per
esempio il caso dello studente, che apparentemente non lavora ed è mantenuto da
altri. E' facile capire che in questo caso il lavoro è proprio costituito dallo
studiare. Lo studente che studia è moralmente e socialmente sano proprio come
il lavoratore che guadagna onestamente ed ha diritto ad essere mantenuto,
perché sta compiendo un lavoro. Si tratta, se mai, di capire se sia più giusto
che lo studente sia mantenuto dalla famiglia o dalla collettività. Così è per
la donna di casa, che compie il suo lavoro apparentemente senza retribuzione, e
anche in questo caso ci si può chiedere se non sia più giusto affidare i lavori
domestici a qualche organizzazione che si occupi specificamente di ciò,
lasciando libera la persona di svolgere altre attività.
LA SOBRIETA' DI VITA: se uno si orienta secondo le regole anzidette
ottiene subito tre effetti immediati:
a) l'evoluzione spontanea e armoniosa al grado successivo;
b) l'apertura del cuore. L'avaro, infatti, non può salire ai gradi superiori,
se non altro perché non è in grado di possedere un'affettività normale,
un'intelligenza normale, una vera libertà ecc.. Il suo cuore, infatti, "è là
dov'è il suo tesoro" . Se è vero che un uomo libero, intelligente, "amoroso" ed
equilibrato sa automaticamente usare bene i suoi soldi, è vero anche il
contrario: un uomo che comincia ad usare bene i suoi soldi diventa più
"amoroso", intelligente, equilibrato ecc. ecc. e si apre la strada ai gradini
più alti della scala;
c) l'equilibrio nelle scelte. L'atteggiamento corretto verso il problema del
denaro pone finalmente fine all'incertezza davanti a certe scelte. Saper dire
con sicurezza "questo sì", "questo no" di fronte a certi acquisti o a certe
scelte economiche è una conquista che conduce a quel tipo di sereno equilibrio
che permette di vincere la sfida del denaro.
1b) L'ASPETTO INDIVIDUALE VERSO GLI ALTRI: APERTURA VERSO I BISOGNOSI
Nell'atteggiamento che possiamo tenere verso gli altri, distinguiamo due
categorie di "altri":
i ricchi: non devo inchinarmi di fronte al denaro. Di fronte ad una persona
ricca che pretende di farmi fare con il suo denaro qualunque cosa, ho il dovere
di non inchinarmi. Fare una scelta mossa dai soldi (bustarelle, promozioni,
incarichi, spartizioni, premi di produzione ecc.) significa aver perso la sfida
del secondo livello e quindi rimanere bloccato lì. Il bene non lo si può
ottenere con il male, in questo caso con l'imbroglio o con il sotterfugio, con
il sottrarre denaro alla collettività per un presunto "bene sociale".
Accondiscendere a ciò significa essere schiavi del denaro. Chi si inchina al
denaro fallirà come uomo, e abbiamo davanti numerosi esempi che confermano ciò:
suicidi, prigionie, rovina delle famiglie, di intere collettività. Si dice
nelle Sacre Scritture che la prima catena con cui si lega l'uomo sono i soldi;
poi vengono gli onori, l'essere oggetto di stima esagerata, e infine la
superbia, che è a sua volta l'origine di mali ancora peggiori. Ragion per cui,
il primo dovere per superare la sfida del secondo livello e quello di non
inchinarsi di fronte al denaro. Importante, a questo riguardo, è la scelta
della professione. Di solito, prima si cerca la scuola da fare e dopo, a
seconda del titolo che si ha, si cerca un lavoro. Bisognerebbe invece prima
pensare alla professione che si vuol fare, quindi cercare il tipo di scuola
adatto. Poi c'è il problema che uno cerca la professione a seconda dei soldi
che ne può ricavare. Ci sono professioni adatte a guadagnare disonestamente e
facilmente, prendendo soldi alla gente in maniera indebita anche se
apparentemente lecita. E' ovvio che la scelta della professione non può essere
basata sul profitto, ma sull'attitudine che uno trova dentro di sé a svolgerla
in maniera ottimale.
i bisognosi: la gente ha un concetto sbagliato di chi siano i bisognosi
(poveri). Essi non sono necessariamente mendicanti o barboni, sono
semplicemente quelle persone che, di fronte ad un imprevisto economico, cadono
nei debiti. "Povertà" significa riuscire ad andare avanti appena, appena.
Allora, se vogliamo compiere individualmente(*) qualcosa di utile verso gli
altri, abbiamo il dovere di farlo innanzitutto verso questa categoria di
persone. Resta inteso che il mio "dono" agli altri può non essere proprio il
denaro in quanto tale, ma anche la rinuncia a ciò che potrebbe consentirmi di
procurarmelo: il tempo. Dare il proprio tempo agli altri è un atto di grande
apertura individuale(**). Se riusciamo ad avere un contatto anche minimo con il
prossimo bisognoso, ma reale (perché è bello parlare di ingiustizia, di
oppressi, di emarginati ecc. stando in pantofole davanti al caminetto), allora
è segno che siamo riusciti veramente a venir fuori da noi stessi, che il nostro
seme interiore si è spaccato, il seme per la crescita. Infatti, se il seme non
si spacca e si tiene tutto per sé, esso muore e marcisce. Se noi non ci
spacchiamo, non facciamo che provocare la nostra morte. E' molto difficile che
"il ricco" riesca a compiere questa impresa (vedi la cruna dell'ago e il
cammello). Perciò la condizione abituale per poter donare all'altro qualcosa di
sé è una condizione di povertà volontaria, una disposizione all'impermanenza
della vita, alla semplificazione della propria esistenza.
(*) Per quanto riguarda la dimensione sociale del problema, di come cioè la
società abbia il dovere di rispondere al problema della povertà, vedi più
avanti, nell'aspetto collettivo.
(**) Bisogna stare però attenti a chi si offre il proprio tempo. Ci sono
persone che si fingono bisognose (anche di buone parole), e che poi non sanno
o non vogliono utilizzare il nostro aiuto. In questo caso il dovere è quello
di, una volta accertata la pervicacia nella cattiva volontà dell'altro,
abbandonare il finto povero al proprio destino. "Darei la mia vita per te (in
quanto mio simile), ma non un minuto del mio tempo (perché andrebbe
inevitabilmente perso).
2) L'ASPETTO COLLETTIVO
IL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO E' IL CAPITALISMO
L'aspetto collettivo del denaro riguarda riguarda l'aspetto
istituzionale del problema economico, quindi bisognerebbe operare una critica
(giudizio critico) a tutto il nostro sistema economico occidentale (anzi, ormai
non più soltanto occidentale: il tipo di economia di cui parliamo, che
chiamiamo capitalismo o neo-capitalismo, si è esteso anche all'Est e si sta
espandendo dappertutto). La nostra civiltà è interamente dominata dall'economia
di tipo capitalistico. L'attuale sistema economico ha praticamente determinato
interamente il sistema di civiltà.
Se viviamo, se lavoriamo, è necessariamente all'interno di un determinato
sistema in cui il denaro è stato istituzionalizzato, cioè in un sistema
economico che ha le sue istituzioni, le sue leggi (che sono ferree, come
esperto di economia ben sa), ha una sua teoria generale. Su queste istituzioni,
leggi e teorie si basa un sistema strutturato in modo assolutamente rigido, che
serve da supporto a tutti gli altri sistemi: la politica, la religione, l'arte.
Nessuno può sottrarsi.
Si dice questo non per essere pessimisti, ma per cercare di capire bene
quanto siamo immersi in questa dimensione; Se noi comprendiamo bene tutto ciò,
non solo non diventiamo pessimisti, ma, al contrario, desiderosi di liberarci
da questa schiavitù, per quanto è possibile; se però non siamo consapevoli
delle catene che ci vincolano, non abbiamo voglia di togliercele, né siamo
capaci di farlo.
CRITICHE ALLA LEGITTIMITA' DI QUESTO SISTEMA ECONOMICO
E' imperniato esclusivamente sul profitto.
La critica veramente sostanziale al nostro sistema economico è che
esso è basato esclusivamente sul profitto, cioè sull'accumulo, il produrre per
accumulare sempre di più. E siccome questa diventa la cosa più importante, di
fatto è un sistema inumano, perché non tiene conto dell'uomo nel suo insieme,
delle sue qualità in generale. E' quindi un sistema immorale. Il profitto
sempre maggiore è una cosa assurda e nociva, proprio come avviene per il cibo
assunto in maniera eccessiva, che produce un inutile accumulo di grassi. Una
società avara, come un individuo avaro, diventa ignorante della proprie
condizioni psicologiche e spirituali: pur di accumulare è disposta a tutto e fa
in modo che le cose e gli individui siano spinti ad accumulare sempre di più.
Non tiene conto dei bisogni primari.
Inoltre, la produzione della ricchezza è indiscriminata, cioè non
tiene conto dei bisogni nei settori primari. In una società normale
bisognerebbe produrre dei beni a seconda delle necessità. Invece, in un sistema
economico com'è quello capitalistico, basato solamente sul profitto, non serve
produrre grano per tutti se la produzione di inutili, costosissimi giocattoli
(telefonini compresi) rende di più. Attraverso la pubblicità si è in grado di
creare falsi bisogni, ma molto redditizi sul piano economico. Si vede bene
quanto questo sistema sia inumano, ingannevole e mistificatorio.
E' fine a se stesso.
La terza critica è che l'economia attualmente è ridotta ad una
tecnica, ad una macchina che poterebbe benissimo non avere uno scopo, ignorando
che tale macchina è costruita da uomini. Per cui gli uomini, che dovrebbero
essere lo scopo della sua costruzione, vengono utilizzati semplicemente come
strumenti. Tutti noi lavoriamo per salvare il sistema economico, nessuno
escluso, e se c'è qualcuno che riesce a sottrarsi al suo perverso meccanismo, è
perché tutti gli altri lavorano per tenerlo in piedi. Sarebbe un sistema da
cambiare, però bisogna vedere se si può operare da questo grado della scala
oppure da altri. Concludendo, si può dire che questo sistema ha per effetto lo
sfruttamento degli uomini.
ESISTONO DELLE SOLUZIONI?
E' chiaro che, se esiste una soluzione positiva, essa deve essere
una soluzione radicale, altrimenti il sistema, così enorme, tenderà sempre ad
autoriprodursi.
GLI ECONOMISTI DA SOLI NON BASTANO.
Gli economisti, comunque siano, non sanno progettare un un modello
diverso da questo, perché non hanno i modelli del futuro. Inoltre, non possono
dare delle soluzioni al problema del 2° grado, perché dovrebbero tener conto di
tutti gli altri gradi. Ma qual è l'economista sano, equilibrato affettivamente,
veramente intelligente, libero, autocosciente ecc. che sia capace di vedere
l'umanità nella sua totalità?
CHI E' CAPACE DEVE PORTARE IL SUO CONTRIBUTO
Se qualcuno ha capacità nel settore economico ed è un uomo
sufficientemente autorealizzato può tentare di contribuire, anche solamente
parlando, scrivendo, vivendo in un certo modo, cercando di persuadere. Bisogna
essere creativi, perché si tratta di inventare delle strutture che non esistono
ancora, ed è evidente che ogni piccolo contributo può essere fondamentale. Se
mai ci sarà un nuovo sistema economico, esso si formerà dagli sforzi
individuali di ciascuno di noi.
Termina qui l'esposizione, sotto forma estremamente schematica, dei
problemi riguardanti il 2° livello della scala antropologica. Ci sarebbero
altri temi da trattare, per esempio il rapporto dell'uomo con l'ambiente
(ecologia, OGM), quello della manipolazione genetica, ecc.. Li lasciamo aperti
per non appesantire troppo queta esposizione, certi che il lettore saprà
trovare da sé le rispettive soluzioni.
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