Il mercato dei beni
Politica Economica (a.a. 2014-2015)
Rebecca Pietrelli
Sapienza - Università di Roma
2 Marzo 2015
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Gli ingredienti del mercato
1
L’offerta di beni e servizi (Y );
2
La domanda di beni e servizi (Z = C + I + G );
3
L’equilibrio (Y = Z ).
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Alcune ipotesi per un modello di breve periodo
le variazioni della domanda di beni provocano variazioni della
produzione;
le variazioni della produzione comportano variazioni del reddito;
le variazioni del reddito portano a variazioni della domanda;
i prezzi sono fissi;
alcune risorse sono inutilizzate (c’è disoccupazione).
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I soggetti aggregati del modello
FAMIGLIE: aggregano tutti i consumatori della microeconomia.
Sono proprietarie delle imprese (di cui incassano i profitti) e offrono
lavoro. Spendono i loro redditi (da capitale o da lavoro) acquistando
parti della produzione aggregata per il consumo;
IMPRESE: producono Y impiegando lavoro e capitale e lo vendono
alle famiglie (C ), alle stesse imprese (I ) o allo Stato (G );
STATO: acquista beni e servizi (G ) e si finanzia col prelievo fiscale
(T ).
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Il flusso circolare dell’economia
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L’offerta di beni e servizi - Il PIL dal lato dell’offerta
La produzione di beni e servizi dell’economia (PIL) dipende da:
quantità dei fattori produttivi
I più importanti sono il capitale ed il lavoro.
Capitale: insieme degli strumenti impiegati dai lavoratori (gru
dell’operaio, calcolatore del contabile, PC dell’impiegato);
Lavoro: il tempo che le persone impiegano lavorando.
capacità di trasformare i fattori in produzione
La funzione di produzione è definita Y = f (K , L).
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L’offerta di beni e servizi
Il prodotto interno lordo è la misura della produzione aggregata nella
contabilità nazionale e, dal lato dell’offerta, può essere definita come:
Il valore dei beni e servizi finali prodotti nell’economia in un dato
periodo di tempo (al netto dei beni intermedi), oppure
La somma del valore aggiunto nell’economia in un dato periodo.
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La domanda di beni e servizi - Il PIL dal lato della domanda
In caso di economia chiusa, i beni e servizi prodotti dalle imprese vengono
impiegati tra consumi, investimenti e spesa pubblica.
Per questo il PIL, dal lato della domanda, può essere definito come
l’identità:
Z =C +I +G
C = consumo;
I = investimenti;
G = spesa pubblica.
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Tabella: La composizione del PIL degli Stati Uniti, IV trimestre 2013
Miliardi di dollari Percentuale del PIL
PIL(Y )
17.080,7
100%
Consumo
Beni
Servizi
11.640,7
3.933,2
7.707,6
68,15 %
Investimenti
Residenziali
Non residenziali
2.780,5
531,0
2.103,3
16,28%
Spesa pubblica
3.116,2
18,24
Esportazioni nette
Esportazioni
Importazioni
-456,8
2.320,1
2.776,9
-2,67%
Fonte: U.S Department of commerce, Bureau of economic analysis.
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Le componenti della domanda aggregata
CONSUMO
C = C + c(Y − T )
Il consumo dipende:
da una componente autonoma (C);
dal reddito disponibile (Y − T );
dalla propensione marginale al consumo (c con 0 < c < 1)
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Le componenti della domanda aggregata - Il grafico della
funzione del consumo
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Le componenti della domanda aggregata
INVESTIMENTI
Imprese e famiglie acquistano beni di investimento. In particolare, le
imprese acquistano beni di investimento per accrescere lo stock di
capitale a disposizione, mentre le famiglie acquistano nuove abitazioni;
La quantità domandata di beni di investimento dipende dal tasso di
interesse. Affinchè un progetto sia profittevole, il rendimento del
progetto deve superarne il costo;
Poichè il tasso di interesse misura il costo dei fondi con cui
l’investimento viene finanziato, un aumento del tasso di interesse
determina una diminuzione del numero dei progetti di investimento
realizzati e quindi, della domanda di beni.
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Le componenti della domanda aggregata
INVESTIMENTI
Esempio
Supponiamo che un’impresa valuti se costruire una nuova fabbrica che
costa 1 milione di euro e che la costruzione della fabbrica garantisca un
rendimento annuo di 100 mila euro, ovvero il 10% annuo. Se il tasso di
interesse, ovvero il costo per prendere a prestito il milione di euro, è
inferiore al 10%, l’impresa decide di costruire la fabbrica, altrimenti no.
A livello aggregato, quindi, verranno effettuati tutti quegli investimenti per
cui il tasso di rendimento è superiore al tasso di interesse. Se il rendimento
è maggiore di r per n progetti (K ),P
il livello degli investimenti sarà:
I = ni=1 Kn
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Le componenti della domanda aggregata - Il grafico della
funzione degli investimenti
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Le componenti della domanda aggregata
SPESA PUBBLICA
L’ultima componente della domanda aggregata è la spesa dello Stato
in beni e servizi (spese militari, stipendi della pubblica
amministrazione, grandi opere, etc.);
Nel nostro modello la spesa pubblica viene considerata esogena e
dipende dalle scelte di politica fiscale del governo (G = G);
Insieme a T , la spesa pubblica descrive la politica fiscale del governo.
La differenza G − T viene definita disavanzo di bilancio. Se G = T , il
bilancio è in pareggio.
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L’equilibrio nel mercato dei beni
Riassumendo:
l’offerta di beni e servizi (Y ) dipende dalle imprese; in base alle
ipotesi iniziali inoltre, tale offerta dipende, a sua volta, dalla domanda
aggregata (le imprese adeguano la propria produzione al livello della
spesa autonoma);
la domanda di beni e servizi dipende dalle scelte dei consumatori (C ),
dagli investimenti delle imprese (I ) e dal livello della spesa pubblica
decisa dal governo (G );
il mercato è in equilibrio quando l’offerta eguaglia la domanda, come
in qualsiasi altro mercato.
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L’equilibrio nel mercato dei beni
Y =Z
Z =C +I +G
C = c(Y − T )
I = I (r )
T =T
G =G
Il numero delle equazioni è uguale al numero delle incognite quindi
possiamo risolvere il sistema per sostituzione e vedere cosa succede in
equilibrio.
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L’equilibrio nel mercato dei beni
Sostituiamo nell’equazione della domanda aggregata (Z ) le equazioni di C ,
I e G , cosı̀ come le abbiamo definite:
Z = c(Y − T) + I (r ) + G
Dato che in equilibrio Y = Z , possiamo riscrivere:
Y = c(Y − T) + I (r ) + G
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L’equilibrio nel mercato dei beni
Risolvendo per Y , troviamo l’equilibrio:
Y∗ =
1
1−c
−c
1−c
1
1−c [I (r )
+ G − cT]
= moltiplicatore della spesa pubblica;
= moltiplicatore delle imposte.
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L’equilibrio nel mercato dei beni
Esempio: Y ∗ =
1
1−c [I (r )
+ G − cT]
T = 40
c = 0.75
I = 180
G = 150
Y∗ =
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1
1−0.75 [180
+ 150 − (0.75)40] = 1200
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L’equilibrio nel mercato dei beni - La croce Keynesiana
(approccio Blanchard)
Ritorniamo alle equazioni del sistema. Riscriviamo l’equazione della
domanda aggregata (Z ) raggruppando i termini della spesa autonoma
(cioè indipendente dalla produzione):
Z = c(Y − T) + I (r ) + G
Z = cY + I (r ) + G − cT quindi Z = A + cY
|
{z
}
spesa autonoma A
Z =Y
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L’equilibrio nel mercato dei beni - La croce Keynesiana
(approccio Blanchard)
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L’equilibrio nel mercato dei beni - La croce Keynesiana
(approccio Mankiw)
È possibile distinguere tra:
spesa programmata, cioè l’ammontare che famiglie, imprese e stato
vorrebbero spendere in beni e servizi: E = C + I + G dunque
E = c(Y − T) + I + G;
spesa attuale (Y ) ossia l’ammontare che famiglie, imprese e stato
spendono in beni e servizi.
L’economia è in equilibrio quando la spesa attuale eguaglia la spesa
programmata: Y = E .
Perchè la spesa attuale e quella programmata potrebbero non eguagliarsi?
Ciò accade se le vendite delle imprese non corrispondono alle loro
aspettative di vendita.
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L’equilibrio nel mercato dei beni - La croce Keynesiana
(approccio Mankiw)
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L’effetto di una variazione della componente autonoma
Y = c(Y − T) + I (r ) + G
In termini di variazioni diventa: ∆Y = c(∆Y − ∆T ) + ∆I + ∆G
Supponendo che ∆I = 0, si ricava: ∆Y =
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1
1−c (∆G
− c∆T )
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L’effetto di una variazione della componente autonoma
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L’effetto di una variazione della componente autonoma
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L’effetto di una variazione della componente autonoma
Una variazione della spesa autonoma pari a ∆G determina un
aumento equivalente della domanda (AB);
per soddisfare questo livello di domanda, anche la produzione
aumenta dello stesso ammontare (AB);
il reddito aumenta nella stessa misura (BC ) quindi l’economia si
sposta nel punto C ;
l’aumento di Y tuttavia, fa aumentare ulteriormente la domanda fino
a D;
anche la produzione aumenta e cosı̀ via fino ad A0 dove si raggiunge
di nuovo l’equilibrio (Y = Z ).
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L’effetto di una variazione della componente autonoma - Il
valore del moltiplicatore keynesiano
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L’effetto di una variazione della componente autonoma
Esempio: Y ∗ =
1
1−0.75 [180
+ 150 − (0.75)40] = 1200
T = 40
c = 0.75
I = 180
G = 150
∆G = 100
Y∗ =
1
1−0.75 [180
+ 250 − (0.75)40] = 1600
∆Y = 400
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