28 La fente di Marx Documento VIENNA, 1918. «L'IMPERIALISMO GIUDAICO VINCERA'» IL RABBINO ZEvi PEREZ CHAfES SOGNA DI CONQUISTARE IL MONDO La trascrizione integrale del discorso inaugurale alia Cattedra Rabbinica di Vienna, COSt come pUbblicato dalla Rassegna mensile di Israel del gennaio 1928. cc Cia che con profonda comprensione Seneca disse di noi con Ie parole: "I vinti costringono i vincitori sotto la loro legge': questa vale per tutti i tempi e tutti i popoli» "Una profonda soddisfazione gonfia il mio petto in questo giorno decisivo della mia vita, in cui io prendo possesso di questa cattedra, che fra Ie migtiori del mondo ebraico. Grande la responsabilita che grava su me, ma grande anche il potere che posto nelle mie mani. Non e il potere che i fedeli degli altri popoli e delle altre confessioni attribuiscono ai lore sacerdoti. Non un prete sta davanti a voi, awolto da fumi d'incenso; la figura della mia responsabilita deve spiceare nitida e chiara dinanzi ai vostri occhi; io voglio, da uomo libero, parlare ad uomini liberi, operare con uomini liberi, e, quando e dove sia necessario, educarvi alia liberta. 10 non posso sciogliere i peccati e vincolare Ie anime; io non posso promettervi Ie gioie del paradiso ne minacciarvi Ie pene dell'inferno. 10 non debbo apparirvi come rappresentante della divinita, e neppure e mio compito di rappresentare voi presso la divinita. Forse io posso mostrarvi la via che conduce al divino, che e in voi, nella vostra anima, nella vostra coscienza. 10 non vi dire: qui e la Verita, credete in essa, piegate umilmenteil capo sotto it suo giogo. 10 sono un fratello vostro che puc errare; di infallibile non c'e in me che la calda, appassionata, incrollabile aspirazione alia Verita. Forse io posso mostrarvi la via, che conduce alia Verita ma io non posso percorrere quella via per voi. Ognuno deve imparare a superare con la propria forza i suoi ostacoli e i suo; rischi. E tuttavia, amici miei, grande e il potere che e posta nelle mie mani. 10 posso insegnarvi di nuovo I'antico e santo orgoglio ebraico, la splendida e miracolosa forza ebraica. Voi dovete provare di nuovo I'orgoglio di appartenere al popela che e il piu giovanilmente rigogfioso fra quelli che lavorano at telaio della storia. La nostra gloria e la nostra forza non stanno gia nel fatto che noi costituiamo la forza piu antica fra quelle che lavorano e - e e 29 La lente di Marx alia redenzione dell'umanita, ma nel fatto che noi, nonostante la nostra eta, sebbene portiamo anche noi sulle spalle, come Ie piramidi, il peso di quattro millenni, siamo cosl fiorenti ed assetati di azione, COS! saldi nel presente, COS! sicuri dell'avvenire, come nel giorno in cui da una grigia preistoria siamo entrati nella luce della storia. Antichi come gli indiani sulle rive del Gange. Ma essi sono appassiti, "not' viviamo! Ci sono altri popoli, che possono come noi guardare indietro nei millenni, ricchi di preziosissimi tesori culturali, ma pure gli innumeri milioni, che vivono sulle rive del Gange avvolto dalla leggenda, i figli del regno del centro, sono appassiti, mummificati, vivono penosamente degli avanzi della lore tavola riccamente imbandita; essi non hanno piCl da secoli una parola nuova da dire al mondo. Ma noi, noi viviamo! Incisiva e determinante e I'opera nostra oggi, come nel giorno che abbiamo portato ai figli di Adamo il dono della LA RASSEGNA. MENSILE DI VOL III 1SRAa*~N~' TEBHETH ,618 e HUM. ~ L' ufficio di Rabbino mauno di Znt P.... Chajee .......0 aDa c."_. Ibobbi. . . 41 Bibbia. Nei lunghi, lunghi secoli della nostra vita, non c'e stato nessun popolo e nessuna razza che, entrata con noi in rapporti spirituali, non si sia rafforzata, non si sia arricchita ai tesori del nostro spirito e della nostra anima. Come una volta i nostri incomparabili profeti hanno insegnato agli uomini a pensare al futuro, ad affaticarsi per Ie generazioni venture, ad uscire dalle angustie del presente per abbracciare quanta e nell'estrema lontananza, a preparare ai posteri un mondo migliore. COS! nel recente passato uomini della nostra stirpe hanno svegliato a nuova vita Ie masse brute, hanno dotato di un'anima fe ossa disperse come nella visione del campo dei morti di Ezechiele, Ie hanno portate alia coscienza della lore forza e delloro valore, hanno prestato lore il potere di scardinare la societa infracidita e portare vicino alia sua realizzazione I'antico ideale giudaico di giustizia sociale. In qualunque luogo si combatte per sciogliersi da vincoli medievali, per spezzare ingiuriose catene, per liberarsi da una oppressione spirituale, la sono figli di Israele, oggi come tanti millenni fa, combattendo, spronando e guidando e sanguinando in prima linea. "leaN II S A...,o Itll NA. profonda 'Oddisfuione gonfia il mio pdto III quesb &lorno detilivo della Mia vill, in cui io prendo POI5eSIO d, quest. c..lttedra, che c 'ra Ie migliori ~I moltdo ebr:llico. Gr:lodc c I. rnponubiliU che gr'1\':11 su me, rna gram1c :mchc il polerc che c posta IIclle mit mini. Non e il poterl~ che i FelkJi dotr1i altri popoli c delle 311rt confessioni Ittribui$cuno :Ii loro lieU· Jut!. Non un prete sta da\'3.nli .1 \'01, :lvv01l0 d3. rami d'incenso; 13. figura drlh mi. responsablht:l. dcvc spiccuc nlhda e chiara di· nanzi ai vo:!>lri ocelli; io voglio, dl uomo libero, parlare ad uornini liberi, opcnre con uomini liberi, e, quando e dU'ie ~i::l. necessario, educilrvi alia liberia.. U I ~o:oon :~~tte:~~g:~er~i~iePe:;lipl:~;ii:o~e rnli:I:~7;i; I~o ;:: ddl'inferno. 10 noll debbo apparirvi eome ra.ppresenlanle della di­ \·iniU, e lIeppure l mio compilo di nppre~entare voi presso la divinita. Forse io patiO mosuarvi II via che conduce II divino, che c in YOi, nelll yoma anima, lIella vOltra coKienza. 10 nOD vi dirb: qUi e II Veriti, ttedele iD esSI, piegale umil­ nxnle iI capo lOttO il suo &iogo. 10 Jono un fratello vosuo che pub errlte; di infallibile nOn e'c ill me ehe 1.1 aIda, appassioData, inetollabi~ a5pirazione aU. 'Veritl. Fot~ io POSso InOslrarvi la via, cite condUct all. Vcritl. La razza ebraica la piLi forte. «La nostra concezione del mondo riempira /'universo». Voi dovete provare ancora orgoglio perche la vostra razza e la piCl forte fra i creatori degli eterni valori. Noi, i deboli, noi, gli oltraggiati, noi, gli oppressi. noi, i perseguitati, abbiamo spianato ai popoli e agli Stati piCl potent; la via dei lorodestini. L'imperialismogiudaico, Itunico che arricchisce gli uomini non per una maledizione ma per una benedizione, I'unico che non opprime, ma solleva, che non porta schiavitCl, ma Iiberaz;one, che non ferisce ma cura, I'imperialismo giudaico, che trova la sua piCl alta espressione nella parola della Bibbia: Deve venire. verra il tempo. in cui la nostra II 30 La lente di Marx concezione del mondo riempira I'universo"; il nostro imperialismo e I'unico che possa impunemente sfidare i millenni, I'unico che non abbia da tern ere alcuna decadenza e alcuna sconfitta, che incrollabile e invincibile muova con passe graduale, rna fermo, verso la mata. Cio che un grande pensatore e uomo di Stato dell'antichita ha detto nella citta eterna, quando l'lmpero Romano che abbracciava tutto il mondo. si accingeva fermamente a dare il supposto colpo di grazia all'odiato e disprezzato popolo ebraico, cia che con profonda comprensione Senecadissedi noi con leparole: "I vimi costringono i vincitori sotto la loro legge", questa vale per tutti i tempi e per tutti i popoli. Quando noi, pill di 2500 anni fa, spezzati nel corpo e nell'anima, abbandonammo la nostra patria devastata dal nemico, edovemmo andare errando in esilio, bastarono pochi decenni perche quell'lsraele, che sembrava distrutto per I'eternita. trovasse in SEl - miracolo inaudito -Ia forza sovrumana di influire in modo definitivo sull'evoluzione spirituale del potente regnodi Persia. Chi sa leggere i capitoli, che un profeta anonimo nell'esilio, ha tratto dalla sua anima, chi saconfrontarli coi monumenti estratti in giorni recenti dalle rovine di Susa, quegli sa quanta I'ebraismo fosse vicino a dare la nostra impronta al volto spirituale dell'impero fondato da Giro. Quando nella storia predomina «I'elemento giudaico» Un profeta, di cui leggiamo Ie parole alia fine del 190 capitolo dellibro di Isaia, poteva fin d'allora attribuire al suo popela il compito di divenire mediatore fra Ie grandi potenze della terra in lotta fra loro, di gettare con la sua spiritualita ponti al di sopra di abissi infinitamente profondi. Quando noi, due secoli pill tardi, giungemmo nella citta fondata da poco sui mare Mediterraneo dal grande conquistatore macedone, e per la prima volta venimmo a contatto con i prodotti del genio ellenico, bastarono di nuovo pochi decenni percha in ,­ questa unione, COS! importante per il mondo, I'elemento giudaico fosse I'elemento predominante. Si forma allora quella filosofia alessandrina, che coopero COS! decisamente al sorgere del cristianesimo e che fino ad oggi mostra Ie sue profonde traccie nel pensiero e nella fede della chiesa cattolica. Quando il nuovo tempo, iI nuovo spirito si svincola dal medioevo, la migliore interpretazione della Bibbia, iniziata sotto guida ebraica, rese allora possibile ai popoli di camminare con passe sicuro sulla via del perfezionamento religioso. Orgoglio voi dovete ancora provare. perche voi appartenete al popolo, che ha portato al mondo il dono regale dell'ottimismo. Certamente. ci sono altri popoli che sono piu Iieti di vivere di noi, pill avidi di vita, rna nessuno c'e che, come il nostro, abbia COS! profondamente affermata la vita. Non e un ottimista colui che segue il consiglio del poeta romano e coglie i godimenti del momento, senza preoccuparsi dell'affanno delle prossime ore. Afferma la vita quel popolo che nella pill grave sofferenza e nel pill acerbo dolore non dubita della redenzione, che per la redenzione si affatica, e sotto Ie pill sanguinose persecuzioni dice incessantemente a sa e al mondo: "Per quanta a lungo possa durare, persevera, la redenzione verra. deve venire". La speranza messianica, I'ottimismo pill alto e pill ricco di benedizione appartiene ai pill preziosi beniche I'umanita possiede. Se proprio ora nel periodo pill tragico di tutti, quando ciascuno di noi porta in sa un mondo di tristezza e di dolore, se in mezzo aile orgie bestiali dell'odio il mondo osa sperare in una futura alleanza di popoli chegareggino pacificamente in opere di cultura, questa speranza di un'ultima fine che germoglia nel rosso mare di sangue come un fiore miracoloso di mai sospettata bellezza, a dovuta all'educazione. all'idealismo ebraico. a quell'idealismo che gia trenta secoli innanzi, quando la guerra era iI pane quotidiano dei popoli, fece predire ad uno dei nostri figli pill grandi il tempo in cui gli strumenti di marte sarebbero trasformati in arnesi di fecondo 31 La lente di Marx lavoro, il tempo in cui nessun popolo alzerebbe piiJ la spada contro I'altro. in cui il desiderio di costruire e non di distruggere, di collaborare e non di combattere. dominerebbe iI sentimento, la volonta degli uomini (Isaia. 11)2. Orgoglio voi dovete ancora provare perche appartenete alia razza che e piiJ altamente creatrice. Noi vogliamo veramente non misconoscere quanto di grande gli altri popoli civili hanno dato al mondo. Quello perC> che gli abbiamo dato noi e decisivo. e determinante. Noi gli abbiamo insegnato a percorrere la via verso il Divino, a cercare e trovare Dio in noi; prima di noi e senza di noi nessun popolo ha potuto farlo. Se ci fosse bisogno ancora di una prova. dovremmo vederla nel fatto che popoli spiritualmente cosi elevati. quali son quelli che vivono nell'estremo oriente della terra, non sono potuti arrivare fino ad oggi a questo riconoscimento. perche nella fase decisiva delloro sviluppo e mancato loro I'aiuto, la guida del giudaismo. Voi dovete sentire ancora una volta, voi dovete sapere ancora una volta che il vostro popolo e l'Eletto. L'Allah bechartanu, "Tu ci hai UN DOCUMENTO, UN PAID DI DOMANDE Ii discorso deL rabbino Zevi - ,parole Libere e coraggiose- secondo La presentazione deLla rivistaIsrael da cui sono state tratte - non induce soLo ad una riflessione suL razzismo profondo, ancestraLe, che pennea di se La storia di moLto ebraismo. Esso soLLeva aLmeno due question i che attraversano da decenni iL dibattito ideoLogico e storiografico su sionismo-ebraismo e nazismo, attorno a cui grande e La confusione eradicate Le censure: 1) La prima riguarda La concezione deLla storia deLi'umanita cosi come ci viene presentata da Zevi. Essa non e soLo ebraicocentrica, ma e addirittura specuLare a queLLa deLLa propaganda antisemita nazista. In fondo Zevi non fa che riproporre in positivo La famigerata teoria deL "compLotto" mondiaLe ebraico: percorsi storicipLurimiLlenari, momentifondamentali deLla vita cuLturaLe e reLigiosa deLL'umanita - nei quali hanno giocato fattori moLteplici e compLessi, mossi e aLimentati da popoLi e uomini deLLe Pill svariate razze - vengono ridotti daL rabbino di Vienna ad un percorso Lineare, cadenzato Lungo La marcia ''8raduale, rna ferma- de ,~Iimperialismogiudaico-. GoebbeLs non avrebbe detto di megLio. E deL resto, anche senza andare a pescare un simile documento tra vecchie riviste di quaLche BibLioteca, iL LettorepUG ritrovare La stessa visione deLla storia come ebraico "compLotto" (positivamenle inteso) neL Libro di Simon WiesenthaL su CoLombo, Operazione Nuovo mondo (Garzanti, 1991). Dove L'impresa deL navigatore genovese (e probabiLmente ebreo) viene letta appunto come fuga di massa semiciandestina degLi ebrei perseguitati di Spagna, aLLa ricerca deLLe "tribll di Giuda disperse" neLL'Asia. Una foLLia se cosi non fosse; unafolLia ancora pill tremenda seper caso cosifosse, perche vorrebbe dire che nuLla e pill "certo" e"vero" in una storia che si 1a" non per Le "Leggi" a tutti noi note, ma per decisioni di poteri "nascosti': quelLi cui sembra appunto credere Lo stesso WiesenthaL. 2) La seconda queslione riguarda La data deL discorso. E'iL 1918 L'a nno in cui ZeviparLa aLLa sua "razza", L'anno deLLa sconfilla deLLa Germania e deLLa Dichiarazione Balfour. Non sappiamo cosa stesse facendo in queL momenta Adolf Hitler - se era ancora imbianchino, pittore, 0 aLtro - ma cerro e che se neLL'aLLora numerosa comunita ebraica deLL 'A ustria e deLla Germania circoLavano idee come queLLe di Zev~ ci sembra difficiLe non ripensare in modo diverso daL revisionista NoLte iL "perche" deLla tragedia deL nazismo, e dei conseguenti crimini di HitLer. Forse, per ri-comprendere La storia di queL periodo, aLLa Luce di queLLo chesta accadendo oggi un po' in tutto iL mondo, non bisogna indagare tanto suLLa dimensione esogena-internazionaLe (La rozza equazione staLinismo-nazismo di NoLte, appunto), rna nei rapporti endogeni, sicuramente non faciLi, fra cerro razzismo ebraico e cerro razzismo tedesco, in citta e paesi aLLora assai pill muLtietnici e muLticuLturaLi di quanta non sia oggi. - 32 La lente di Marx prescelti", questa, che e divenuta per molti di voi una vuota frase Iiturgica, deve costituire di nuovo I'essenza della vostra vita. In quest'ora in cui pill che mai I'umanita anela alia redenzione, deve di nuovo rifulgere nelle tenebredel presente I'eterna luce d'israele. Se anche oggi, dopo circa duemila anni che una gran parte del mondo riconosce esteriormente il nostro Dio, il paganesimo occupa un posta cos] vasto, si potrebbe quasi dire, predominante nella fede dei popoli, si deve attribuire al fatto che noi, dacche la nostra anima vive in esilio, dacche siamo sminuzzati in migliaia di gruppi, ognuno dei quali deve condurre la sua guerra disperata contro una maggioranza piena d'odio, non abbiamo piCa la possibilita di combattere senza ostacoli e in piena liberta per la diffusione dei nostri idealL e «Chi pronto a sacrificare la sua vita agli ideali della sua razza, deve assumere if suo posto la dove Ie decisioni si maturano» Si e soliti dire: Voi avete dato al mondo la Bibbia, ora potete andarvene. Non voi, ma i Cristiani hanno tradotto la Sacra Scrittura in tutte Ie lingue del mondo e I'hanno resa accessibife a tutti i popoll'. Ah amici miei, non basta leggere e insegnare la Bibbia, cantare e recitare i Salmi, bisogna vivere la Bibbia. Nessun popolo vive nella Bibbia, in nessun popolo vive la Bibbia, se non nel nostro. La Bibbia e in qualche modo I'anima che ha foggiato in noi il suo corpo. Nostalgicamente, col petto che ci trema di gioia, noi guardiamo verso il nostro Oriente, dove sembra che sorga una nuova aurora. Se il nostro cuore battera di nuovo nella terra della Bibbia, se noi potremo toccare ancora, come il figlio della terra nella leggenda greca, il sene della Madre, allora noi accresceremo di nuovo Ie nostre forze, allora potremo divenire di nuovo 10 strumento prescelto della divinita3 . 10 posso insegnarvi ancora I'antico esanto orgoglio ebraico, la splendida e miracolosa forza ebraica. Grande e la responsabilita che II grava su me, rna grande anche il potere che e posta nelle mie manLlo non ne faro cattivo uso. Nella mia vita pubblica io non conosco alcuno scopo egoistico, alcuna ambizione personale. Ogni pensiero che vive in me, ogni sentimento che agisce in me appartiene all'Ebraismo e alia sua santa causa. 10 non ho mosso un dito per giungere alia pill alta dignita che iI mondo ebraicodell'Austria pub conferire. Quando mi e giunta la vostra chiamata, ho dovuto seguirla, perche chi e pronto a sacrificare tutta la sua forza e tutta la sua vita agli ideali della sua razza, deve assumere il suo posta la dove Ie decisioni si maturano. Per servire il mio popolo io sono venuto a voi, per servirlo con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutta la mia forza. Ma tuttavia io non sono iI servo di nessun uomo. La mia personalita pill intima, pill elevata e piu profonda, la mia coscienza non conosce alcun altri signore all'infuori della voce qivina, che io avverto in me. Non per occupare un impiego un impiego io sono qui, rna per adempiere ad una missione. Chi mi tolga la mia Iiberta spirituale, la mia indipendenza, quegli fa di me uno strumento inservibile. Ma chi crede di poter con minacce 0 allettamenti, con oltraggi o promesse allontanarmi dal cammino che io debbo percorrere 0 sviarmi dalle convinzioni che io mi sono conquistato con una lotta di decenni, quegli mordera la roccia. Quello che io in un'ora decisiva ho detto ai fiduciari della Comunita, 10 ripeto in questo giorno decisivo in cui io prendo possesso della cattedra, che e fra Ie pill importanti del mondo ebraico. 10 ripeto a voi tutti come una seria solenne promessa. Ogni palpito del mio cuore, ogni elemento della mia forza, ogni prodotto del mio spirito, ogni giorno della mia vita debbono appartenere illimitatamente all'ebraismo e al suo compito storico, all'opera di redenzione dell'umanita. La fortezza e il protettore di Israele mi conceda forza e benedizione! Vienna, 3 agosto 1918 (da Larassegnaf'TlBnsl/ed ISfiHII, n. 4.gennaio1928, pp. 125-130. Titoloetitolettiredazionali) - 33 La lente di Marx RAZZISMO EBRAICO, QUESTO SCONOSCIUTO Ancora cinque documenti per rifletteresulrazzismo ebraico:ilprimo riguarda San Paolo, /'infaticabile organizzatore delle prime comunita cristianeche- paragonato da Engels aiprotosociaJistideisuoiterrpi-venne perseguitatodallecomunitaebraiche ortodosseperlasuadecisionedifare del messaggio cristiano un credo validoancheperioonebrei. IIseconro ricorda un'altra "rottura" neiconfronti dell'ortodossia tribale: quella di cui fu protagonista in Olanda Baruch Spinoza, il Galileo ebreo del XVII secolo. Una persecuzione, quella subita daJ fiJosofo, che non ha nulla dainvidiare a quellesubite dagliebrei ad opera dell'lnquisizione. Vengono poi due testi che evidenziano la forte connotazione etnico-esclusivista della religione ebraica: il primo e su Donato Manduzio, il povero cristo del Gargano accettatocome ebreodalla comunitaisraeliticaitalianaSOlodofXJ molteresistenze, dovute sicuramente anche a certo tenace razzismo rabbinico, enontanto -comesostiene Milano nella sua Storia degli ebrei in Italia - alia bonta dei capi della comunita italiana preoccupati di fXJssibilipersecuzioni fasciste contro i neofitipugliesi. II secondo riguarda Robert Binisti, un'awocato ebreo francese che si e visto rifiutare l'affiliazione all'ebraismo per i suoi nipoti, percMprole di un matrimonio "misto" con una non ebrea. Infine, un'antoJogia di brani tratti dallaRassegnamensiledi Israel degli anni Trenta. Cinque eserrpi che coprono un arco di circa duemila anni, e che fXJtrebbero induffeadunacondanna dell'ebraismo stesso -prima ancora che del sionismo gia stigmatizzato vent'anni fa dall'Onu - come movimento culturale-religioso razzista. Ma iI problema - in ragione anche della varieta delle posizioni che ha caratterizzato la storia dell'ebraismo: e la protesta di Binisti nee unesempio- nonetantoquesto. Laquestione vera ecercaredicapire perche di'tanto"razzismo, nelsenso comune e nella cultura media della gente epersino dell'intellettualita non c'e quasi traccia. Come si spiega questa paurosa rimozione -eensura collettiva, per la quale gli "ebrei" a;:paiono "sempre e comunque" campioni di antirazzismo e di laiGismo? Pensiamo che Ie responsabilita vadano individuate in tre 0 quattro direzioni. La prima, riguarda il "continuismo"teorizzatodaJlaChiesa, fra Vecchio e Nuovo Testamento: continuismocheinpediscedicogliere - oltre il livello della "rivelazione" puramente religiosa - la rottura rivoluzionaria rappresentata dal cristianesimo rispetto al/'antica tradizione ebraica. Come ricorda fra gli altri Donini, c'e un abisso fra il Dio del Pentateuco - un dio violento e tribale, espressione dell'aspra vita delle tribU nomadi - e quelJo del VangeJo -propugnatore di un arnore e una fratellanza universali in un Mediterraneo multietnico e ormai profondamente ellenizzato. Paradossalmente, questo "continuismo ''-diplomatismoserrbra essere piu funzionale che contraddittorio rispetto all'accusa ­ antisemita perche astorica e genera/izzata - di deicidio riversata sugli "ebrei': Lasecondaresponsabilitainveste l'intellettualita ebraica, spesso anche la piu laica e spregiudicata. Emerge qui quella che si direbbe una sua caratteristica ritomante, e cioe la tendenza a "coprire"lerontraddizioni inteme, gli effori, Ie abeffazioni di certa tradizione culturale e religiosa che comunque in quaJche modo Ii riguarda. "Noi" - giustamente: con buona pace dei rigurgiti vandeani della Pivetti - tagliamo la testa ai "nostri" re, e fuciliamo i "nostri" Mussolini: simili rotture, fra gli ebrei, sono rare, e quando cisono - Cristo, Spinoza, Uriel da Costa- hanno conseguenze drammatiche per chi Ie corrpie. In genere si preferisce tacere suirazzismo ebralro, a destra come a sinistra. Ecco cosi che sipretende che 17 caso Manduzio sia la "prova" del carattere proselitistico dell'ebraismo -evero semmaiilcontrario - romese 34 La lente di Marx l'ebraismo, che certo ha conosciuto anche delle conversioni nella sua pJurimillenariastoria, fossedaquesto punta di vista paragonabile al cristianesimo. Ed ecco che si condannano - giustamente - il caso Galileo e I'lnquisizione, senza ricordareperolacoeva "Inquisizione" ebraicaelesuevittime. Bastaleggere la saggistica di autori ebrei su argomenti del genere, per rendersi conto di quanto sia radicato il criteria dei"duepesi, duemisure'; alimentato - si direbbe - da una certa tenace tendenza aI/a censura di fatti emblematici e rilevanti. Infine, ilterzolivelJodireponsabilita: l'intellighentzia - chiamiamola cos! ­ democratica. II cretino di sinistra di cuiparlava per altri versi Sciascia, e purtrowDcategoriadiffusa. Ma esso e soprattutto "intellettuale" e "professionista" dell'informazione, perche chi milita in basso ha meno colpe; ede forse non solo un cretino, ma anche un turbo. Percheha capito che per farsi spazio -per avere una propria rubrica in un quotidiano nazionale, per diventare inviato televisivo, per diventare conduttore di una trasmissione tv uscendo dalla serOOscurita,pervirrereunconcorso - oecorre serrpre dare segnali in un certo sensa: un'intervista, un elogio serviledicertigruppirazzistidiMilano, un ennesimo volumetto sulla guerra rrondialeosul fascismoE'ungrande sport nazionale quelJo cui si assiste: il qualeper finire, richiama un quarto livelJodiresponsatilita, fondamentale per capire i due precedenti (per la Chiesa, chesirnuoveperaltreJogiche, ildiscorsonon vale): ecioe ilfattoche soprattutto sui versante "Iaico" e "di sinistra'; editoria e media sono in granpartecontrollatidachi vuoleche di queste cose, non siscriva e non si discuta liberamente. 1. La rivoluzione eristiana di San Paolo USCIRE DAL GHETTO, APRIRSI A TUTTE LE GENTI DELL'IMPERO ROMANO. Parla 10 storieo Santo Mazzarino e "Dopo Gesu la storia dell'impero romano ormai segnata da due parallele: la vicenda dell'impero di cultura ellenistico-romana, e la vicenda della comunita cultuale giudeo-cristiana. Nell secolo, Ie due parallele si distinguono spesso, ma spesso s'incontrano. Dal II secolo in poi, Ie due parallele si confondono: la storia romana allora la storia di una cultura che si avvia a diventare cristiana nella sostanza (III secolo) e infine in forma costituzionale (IV secolo). Questa immaginedelle "due parallele", nonostante il suocarattere in certo modo convenzionale e provvisorio, PUQ aiutarci a intendere la complicata storia dell'epoca che tenne dietro alia morte di Gesu. Essa dominata da una grande personal ita, I'apostolo Paolo. Nessun cittadino romano ha avuto nella storia dell'impero quell'importanza decisiva che noi dobbiamo assegnare a Paolo: e tuttavia, molto probabile che nessuno degli imperatori sotto i quali egli compi la sua opera missionaria (all'incirca, dal 32/33 - anna della sua visione sulla via di Damasco - ad uno anno ignoto del regno di Nerone) abbia avuto un qualche interesse per questa gigante della storia mondiale. C'e di piu: nessuno degli storici romani (e neanche I'ebreo romano Flavio Giuseppe) ha avuto un qualche sospetto che valesse la pena di ricordare la sua opera ­ opera, ripetiamo, di un cittadino romano - a proposito per esempio degli imperatori Claudio 0 Nerone (... ) Quando, molto probabilmente nel 58, I'apostolo viene attaccato dalla folia giudaica di Gerusalemme, ed arrestato dal tribuno della coortestanziata nella cittadella Antonia, allora - secondo il racconto delle Praxeis - Paolo dichiara al tribuno: "io sono un uomo giudeo, cittadino di Tarso, citta cilicia non priva di importanza; ti prego, fammi parlare al popolo». Solo piu tardi, quando i Giudei interromperanno il suo discorso e il tribuno ordinera la flagellazione dell'accusato, Paolo dichiarera - sempre secondo Ie Praxeis -Ia sua cittadinanza romana, la quale impedisce la sua flagellazione; e all'incirca due anni dopo, appellera all'imperatore (Nerone). La civitas romana dunque, per Paolo, un fatto giuridico di enorme importanza; ma egli sottolinea questa fatto (almeno secondo il racconto delle Praxeis, che in questa caso interpretano abbastanza fedelmente il suo pensiero) solo nei momenti di estrema necessita. e e e e 35 La IenIe ci Marx ( ... ). Naturalmente, non solo la "doppia cittadinanza" - di Roma e di Tarso - ma anche (e soprattutto) I'appartenenza alia grande tradizione giudaica caratterizza la concezione paolina della cittadinanza. Gia poco tempo dopo la morte di Gesll la comun ita cristiana di Gerusalemme contava un buon numero di giudei che parlavano il greeo ("ellenisti"), per 10 pill originari dell'Asia Minore, e addirittura di greci proseliti del giudaismo; non escluso che qualcuno di questi primissimi cristiani fosse fomito di civitas romana. Quando • con ogni probabilita, nel 33 a.C. - Paolo ebbe la sua visione ("apocalissi'') sulla via di Gerusalemme a Darnasco, quasi aile porte di quest'ultima citta, il nuovo convertito non era dunque, per se stesso, una personalita molto diversa dagli altri cristiani "ellenisti", ed eventualmente cittadini romani, della comunita nazoera; il fatto veramente nuovo consisteva nella circostanza che egli «Ebreo da ebrei, fariseo seeondo la legge», aveva preeedentemente perseguitato questa airesis (eresia) giudaica dei Nazorei. Dopo I'apocalissi, Paolo si recO in Aabia, e di n nuovamente tomb a Damasco: in tutto tre anni, dal 33/34 al 35136, di predicazione del cristianesimo inn tenitorio arabico­ damasceno, soggetto al re Areta (...) La predicazione di Paolo in Arabia e a Damasco suscitava I'ira di Areta e degli uomini di Areta; Paolo, civis romanus, veniva considerato, da essi, come un esponente del giudaismo filoromano in opposizione ai Giudei antiromani di Damasco. Lo stesso Paolo, all'incirca un ventennio dopo, ha cos1 narrato questa prima grave vicenda del suo apostolato: «a Damasco, I'etnarca. del re Areta sorvegliava la citta dei Damasceni per arrestarmi, ed io fui tirato giu, in una cesta, da una finestra, attraverso il muro; e gli sfuggii» (...) Ie seolte che contrawenivano agli ordini dell'etnarca tirando gill la cesta con dentro I'apostolo Paolo, erano "diseepoli" dell'apostolo; discepoli, che in questa momenta abbandonavano il normale atteggiamento antiromano dei Giudei di Damasco per salvare un civis romano in un momento di grave tensione tra I'impero romano e la citta di Damasco. Sin dai tempi di questa oscura predicazione "arabica" del 34-36, I'apostolo Paolo aderisee - con grave rischio della sua vita - alia politica dell'imperatore romano (...). La predicazione di Paolo, che nel 34-36 si era volta all'Arabia antierodiana, e dopo si era limitata e - alia Siria e alia Cilicia, comincib ad assumere una nuova importanza dopo I'esperienza dell'impero di Caligola e Ie vicende che seguirono la morte dell'imperatore-dio (...). Restavano da chiarire i rapporti tra gli "apostoli" della predicazione giudaico­ cristiana e i proseliti che ad essi venivano dal mondo dei gentili. La legge di Mose preseriveva la circoncisione: come andavano considerati i proseliti non circoncisi? Paolo, e gli altri apostoli d cui ci da notizia la tradizione cristiana, non erano i soli a porsi questa Paolo trasse essenziale problema (...). Ie conseguenze di questa definitivamente situazione. Egli volle spezzare Ie barriere tra Giudei e gentili, tra gli «uomini della peritome ( circoncisione)>> e gli «uomini della akrobystia». In un primo viaggio miSSiOnario (tra il 44 e il 47 circa) evangelizzo, insieme con Bamaba, Cipro, Panfilia, Pisidia, Licaonia; secondo Praxeis, anche il proconsole di Cipro, Sergius Paulus, «credette». Ormai, questa concetto della conversione senza circoncisione- diciamo cos1 il concetto che aveva ispirato Chananja alia corte del re Adiabene (Chanania era un mercante ebreo che aveva convertito Adiabene al giudaismo, ndr) diventava il sensa e 10 scopo della sua vita: egli riteneva che il dio d'israele aveva affidato a lui «I'evangelio della peritorne». Ma Ie difficolta che Chananja aveva incontrato alia corte di Adiabene si presentarono per lui nei rapporti con la comunita madre cristiana, la comunita di Gerusalemme. Nel 49 ebbe una nuova "apocalissi", in seguito alia quale si reeb a Gerusalemme; in un "concilio degli apostoli", lakobo (il fratello di Gesu) e Cefa e Giovanni, "colonne" della comunita, riconobbero la validita di questa suo evangelio della akrobystia (...). Nello stesso anno 49, ormai staccato da BamaOO, Paolo inizib iI suo secondo viaggio missionario; attraverso l'Asia minore (Cilicia, Licaonia, Frigia, Galazia, e poi a occidente sino alia Troade); di poi si volse al continente c1assico, Ie province di Macedonia ed Acaia: Filippi (dove fu arrestato e fustigato, e solo infine dichiarb la sua cittadinanza romana), Tessalonica, Berea, Atene (Ia citta per eccellenza restia al suo messaggio), Corinto. La predicazione dell'apostolo cominciava sempre dalle sinagoghe, con un successo relativo (per esempio a Corinto, Paolo battezzb I'archisinagogo Crispo e, come sembra, il proselito G. Tizio Giusto; ma Ia 36 La Iente ci Man< comunita giudaica 10 accuso al tribunale del proconsole Gallione (...) La distinzione fra I' eresia giudaica dei Cristiani e Ie altre quattro eresie (0 ''filosofiai'', come anche Ie chiamava Flavio Giuseppe) del giudaismo, era in realta inevitabiIe. Paolo predicava nelle sinagoghe, ma non riusciva a convertireun archisinagogo, ma un altro archisinagogo 10 accuse al proconsole. Questa dottrina della conversione senza circoncisione incontrava sempre quegli ostacoli che Chananja aveva incontrato alia corte di re Adiabene. COSI, la eresia de; Cristiani tendeva ad usciredalla grande religio (treskeia) giudaica in cui rientravano Ie altre quattro eresie. La vita dell'apostolo Paolo fu segnata da questa vicenda, e deve ad essa quella che in tennine tragico si chiamerebbe la sua "peripezia". Nel 58, al termine di un suo terzo e importantissimo viaggio missionario (53-58), Paolo si rece a Gerusalemme, per purificarsi, con quattro nazorei (cittadini di Nazaret, ndr). Egli venerava questa tempio supremo del Dio...Egli sapeva bene che questo tempio, al di la del peribolo, era precluso ai non circoncisi, sotto pena di morte; che anzi (come mostrammoa proposito della descrizione di esso in Filone) un giudeo non poteva rivelame la struttura agli Ellenes. Ma era stato visto in citta con un cristiano non circonciso. Si diffuse la voce che aveva condotto un Ellen nel santuario; fu malmenato; iI tribunale della coorte stanziata a Gerusalemme 10 arreste ... la maggioranza dei Farisei 10 considerava un apostata. COSI, implicitamente, il cristianesimo di tendenza paolina veniva escluso dalle normali sette giudaiche della comunita. cultuale di Gerusalemme». (00 Santo Mazzarino, L'lmpero romano, vol. I, Laterza, pp. 173-202) 2. Spinoza, un Galileo che non commuove "Iaici" XVII SECOLO, AMSTERDAM: L'INQUISIZIONE DELLA SINAGOGA La vulgata vuole che I'ebraismo sia - se non altro per necessita - religione "Iaica" e tollerante, e che I'Inquisizione sia un istituzione pensabile solo nell'ambito di certo fanatismo cristiano. Non ecos'i. Come tutte Ie religioni, anche Ie Sinagoghe hanno perseguitato i loro eretici, e con livelli di violenza, di emarginazione, demonizzazione, che nulla hanno da invidiare a Torquemada e ai suoi funzionari. An;.:i. I casi di Uriel da Costa e di Spinoza sono da questo punto di vista esemplari. Siamo nel Seicento, secolo per meta affascinante - L'Inghilterra di Elisabetta e poi Cromwell, la grande espansione oceanica, Shakespeare, Cartesio, e appunto Spinoza - e per meta terribile - Ie guerre di religione, I'avvio della tratta degli schiavi. E siamo nell'Amsterdam dove vive una numerosa comunita ebraica, in parte provenientedalla Spagna dopo I'espulsione del 1492. Qui viveva I'ebreo Uriel Da Costa. «Marrano di origine portoghese - scrive Remo Cantoni nell'Introduzione all'Etica e Trattato teoLogico­ poLitico - dopo un periodo di sincero fervore cristiano (i marrani erano per I'appunto ebrei convertiti, ndr), era emigrato in Olanda neL1615 ed era qui ritornato alia sua antica reLigione. Ma, uomo pieno di inquietudini e difermenti moderni, negava l'immortalita dell'anima e aveva osato scrivere che "La Legge di Mose era una invenzione umana" in contraddizione per giunta con La Legge naturaLe. Bandito dalla comunita ebraica, vi si riaccosto nuovamente dopo sette anni di tormenti interiori. Ma do vette, per essere riammesso, - 37 La lente di Marx rinnegare ipropri errori,prosternarsi a terra, venir colpito con trentanove vergate suLLa schiena nuda, e ijedeLi deLLa sinagoga, secondo le tristi usanze del tempo,passarono con i piedi sul suo corpo piagato. Esasperato, Uriel corse a casa e si uccise, dopo aver scritto neLLa sua camera le ultime pagine deLLa sua biograjia» Questo truce episodio, tipico di una logica tribale che attraversa tutta la storia dell'ebraismo da Abramo ai giomi nostri, risale al 1640, quando Spinoza aveva otto anni. Ventisei anni dopo tocchera al grande filosofo una sorte simile: spirito ribelle fin da quando frequentava la scuola rabbinica, Baruch entro ben presto in conflino con la comunita. Ne venne espulso il 27 luglio del 1656, con un banda chenella sua incredibile violenza verbale prefigurava la persecuzione concreta. disumana. subita: sonolineati i «perjidi pensieri e la malvagia azione di Baruch Espinosa», ricordate Ie «molte sicure testimonianze» sui caso, il Consiglio della Sinagoga esprimeva COS! la sua condanna: «...bandiamo, scomunichiamo, malediciamo e cacciamo Baruch de Espinosa. Con L'ispirazione del sommo Dio...con la maledizione Con cui Giosue maledisse Gerico, con la maledizione con cui ELiseo maledisse i janciulli e con tutle le imprecazioni che stanno scritte neLLalegge». Esenon bastasse: «Siamaledetto nel giorno, sia maledetto neLLa notte. sia maledetto quando si posa, sia maledetto quando si leva, sia maledetto se esce, sia maledetto se entra. Che Dio maigLiperdoni. che /'ira eiLjurordiDios'injiammino contro quest'uomo e riversino su di lui tutle le maledizioni che stanno scrUte nei Libri deLLa Legge, che canceLUno iL suo nome sotto iL cieLo; che Dio Lo recida, per iL suo tormento, dal ceppo d'lsraele, con tutte le maledizioni del cielo chestanno scritte nei Libri deLLa legge ... Noi ordiniamo che nessuno abbia rapporti oraLi 0 scritti con lui, che nessuno Lo soccorra, che nessuno rimanga con lui sotto un sol tetto, che nessuno gLi si avvicini pili. di quattro passi, che nessuno legga uno scritto redatto 0 pubbLicato da lui» Un casoeclatantedi persecuzionereligiosa -ediciamo pure: tribale - che fa di Spinoza il Galileo ebreo del xvn sccolo: un Galileo, pen), che al contrario di quello vern ­ da sempre giocato in funzione anticristiana - non viene adeguatamcntee analogamentecitatoe/ocommisuratoda moltasaggistica"laica",ediautoriebreiinpanicolare:per castoro - che anzi "recuperano" Spinoza come simbolo della "radici ettaiche" della "mooemita", censurando l'altrafacciadeUa suasimbolicitli: appunto l'oscuranlisrno rabbinico - alternativamente, 0 il cristianesimo sarebbe religione piu oppressiva, 0 esso e l'ebraismo sarebbero rcligioni "eguali"nei pregi e nei difetti. Uncasodi censura pauroso - pur con e.ccezioni - documentabile focilmente. Ma al di la di questo dato pure importante, da dove viene questa furia religiosa contro il "diverso" che impla:abilecolpi9;eSpinoza?Ecconelriquadro~ la risposta del filosofo, certo marcata dalla sua esperienza personale, certo riferita al passato, rna valida a capire anche certi COOlpatan1enti tribali di oggi, a cootinciare dalla strage di Hebron. SPINOZA, ANCHE PER CAPIRE HEBRON ... ccL'amor patrio degli Ebrei non era semplice arrore, ma tervore religioso e, insieme all'odio verso tutti gli altri popoli, esse era rawivato ed alimentato dal cultoquotidiano in modo taleda convertirsi, unitamente aquell'odio, in una sorta di seconda natura. Intatti il culto quotidiano non solo era completamente diverso (per cui essi venivano a trovarsi in una posizione particolare edel tutto separata da quella di tutti gli altri popoli), ma anche asselutamente contrario ad ogni a~ro culto straniero. Da questa specie di condanna, rinnovata ogni giorno. nasceva necessariamente un odio senza tregua verso Ie altre genti. superiore a qualunque altro che pur si radichi protondamente negli animi . Era un odio che scaturiva da un grande edevoto sentimento religiose ed era ritenuto esse stesse zelo religioso. Come concepire un sentimento piu protond<> e tenace di questa? S'aggiungeva poi la causa consueta che accende sempre di piu il sentimento dell'odio. coo la reciprocita, giaccM gli altri popoli non potevano non nutrire un odio altrettanto implacabile contra di essi.. (Baruch Spinoza. Trattato teologico-poli/ico. a ella di Remo Canloni e Franco Fergnani, Torino, Utel, pp.684-685) 38 La fents di Marx 3. Un caso di proselitismo LA CONVERSIONE "FORZATA" DI DONATO MANDUZIO "ISRAELE" E GLI "UOMINI" «Gli uomini, tutfal piC!, riuscirono a divinizzare se medesimi e Ie loro facolta 0 passioni 0 potenze 0 desideri, creando dei a loro immagine... Israele tenne la via inversa: mise Dio unico alia fonte di tutti i fenomeni, Lo concepi come solo Creatore e Signore dei mondi, e ne fece if modello, la meta di tuNi gli uomini, if padre di tutti gli esseri, non rappresentabile sotto alcuna figura...... Cosi scriveva - ancora nel 1952: I'lnternazionalismo proletario a sinistra, l'Europeismo al centro e a destra - Dante Lalles sulla Rasse­ gna mensife Israel. Una concezione tribale della religione simile a Quella delle primitive tribu alricane, con la diflerenza che gli autoetnonimi di queste ultime di solito significano 'uomini", ad escludere dall"umanitil" i membri delle tribu nemiche: nel caso di Lattes invece si sale di un gradino, e la distinzione passa Ira gli 'eletti" e i semplici ·uomini". Fra i Qual; ultimi vanno compresi eviden­ tamente gli stessi cristiani, che aven­ do superato 10 stadio del nomadismo­ notoriamente privo di arte ligurativa ­ sono adu si a raffigu rare con immagini illoro Dio. L'articolo da cui trallo iI brano ­ Apologia dell'ebraismo - e state ripubblicato recentemente dalla casa editrice Carucci, rna utilizzando una vecchia versione risalente agli anni Venti. Nellibretto (1990), il passo Qui citato non com para. e - Terra di magia e religiositil popolare e il Gargano, ricordano tra gli altri Sabino Acquavivae GOltfried Eisermann (La montagna del sole, 1982). Qui, in una regione desolala e isolata, tra storie antiche di maghi e di streghe, e fra un pullulare di piccole sette religiose cristiane su eui finira per dominare - anche in senso gco-orografico - il cullo "ortodosso" di Padre Pio, nacque, agli inizi degli anni Trenta, una curiosa comunitil "ebraica". Profeta ne fu Donato Manduzio, nativo in que! Sannicandro in cui era «diffusa la credenza nelle streghe, nellafaltura e nel malocchio». Divenuto invalido durante la prima guerra mondiale, Manduzio impara a leggere per la prima volta in ospcdale, aiutato da un commililone. Legge la Bibbia. Vi scopre che gli ebrci venivano "prima" dei crisliani. Riliene dunque che essi rappresemino la "vera" religione. Poi, nel corso di una vita quotidiana certo non felice a causa della sua inferm itil, comincia ad avere delle visioni. Per Manduzio e la conferma, e Dio che 10 chiama. Si converle dunque da solo all'ebraismo e raccoglie altorno a se, grazie al suo carisma, altra gente del luogo: una tremina di "anime", come Ie chiama a un cerlO PUnlO ricic1ando per la sua nuova fede un termine di anlico sapore cristiano. La sloria epcro solo agli inizi. Manduzio non sa che esislono altri ebrei nel mondo. Pensa che essi sono gradualmenle scomparsi con I'avvento del cristiancsimo, come tante religioni del passato. Pensa di rappresentare l'unica comunita ebraica in Italia. Poi la rivelazione, per tramile di un viaggialOre capilato a Sannicandro: aRoma, gli dice, ci sono molli ebrei ... Manduzio scrive, chiede a chi era "nato nella Legge" di essere ufficializzalo, di enlrare a far parle della comunita degli ebrei italiani. II profeta di Sannicandro aspetla con ansia la risposla. Di leltera in lettera, alia fine arriva... Racconta Phinn E. Lapide - un simpatico ebrco canadese arruolalosi con gli AlJeati, rimasto talmente slupefauo da quella curiosa storia da scriveme un libro, Mose in Puglia, dopo la fine della guerra: _.. «Buon giomo» disse Donato finalmente. «Buon giomo davvero» disse il postino con un riso. «A Foggia e gia pomeriggio e sono appena arrivato per portarvi questo». E tiro fuori due buste con Ie quali si fece vento. «Si capisce che diventate famoso, signor Manduzio». disse con un moto rapido delle busle. «Due lettere in un giomo. un espresso e una raccomandata persino» .... Appena fu solo, Donato lacero Ie buste. La prima era un telegramma da Roma: «Chiesto alIa Comunita ebraica di Napoli di cui fate parte di aiutarvi immediatamente. Se fallissero prendero contatti conautoritacentrali». 39 La Iente d Mane Era finnato: «Prato». La seconda era una lettera della Comunita ebraica di Napoli: «Egregio signor Manduzio, considerando Ie restrizioni sempre maggiori imposte dal Governo sulle cornunita non cattoliche e in conseguenza delle speciali condizioni imposte dalla guerra eli liberazione che il nostro glorioso esercito sta combattendo in Abissinia, sara molto difficile se non impossibile intervenire in vostro favore come ci richiede il rabbi no capo. Tuttavia dovremmo farvi notare che qualsiasi casa dove si tengano riunioni di preghiera puo essere considerata come luogo di culto e non occorre che siano fissati locali speciali a questo scopo. Considerando inoltre che col dovuto rispetto voi non siete ebrei per razza 0 religione...» Donato non continuo nella lettura. In un trasporto d'ira, fece una palla della lettera e la getto lontano. Poi chiese penna, calamaio e carta che Antonia (la moglie) gli porto e scrisse: «Ricordatevi, 0 voi altezzosi ebrei di Napoli che anche nostro padre Abramo era figlioenipotedi pagani e idolatri. Ma genero i figli d'Israele e dalla sua progenie discendete voi pure. Come osate prendervi gioco di noi che, come Abramo, nascemmo in oscurita e abbiamo trovato la strada verso la luce? Pennettete che vi dica, o orgogliosi e immeritevoli figli di nobili genitori, che anche noi siamo discendenti del seme di Abramo, Isacco e Giacobbe...» La "vertenza" di Manduzio con i rabbini italiani - una sorte di conversione "forzata" speculare rispetto a quelle tipiche di certa tradizione cristiana versus gli ebrei: qui e il neofita che chiede di entrare nella comunita, e ne e respinto - e confermata e approfondita anche da altre fonti non romanzate come il Mose in Puglia di Lapide. Elena Cassin, che pure come Attilio Milano giustifica il comportamento dei rabbini italiani come atto protettivo per aspiranti ebrei in un'Italia fascista ( San Nicandro. Histoire d'une conversion, Paris, 1993, p. 265), riporta nel suo libro altri scambi epistolari significativi, precedenti quell'''ultima risposta" degli ebrei di Napoli. Da una parte il candore di Manduzio, permeato di una concezione universalista della religione inconsciamente mutuata propriodaquel cristianesimoche avevarespinto. Dall'altra parte, il rabbino abituato ad una concezione monoetnica-razziale del suo credo. «Manduzio scrisse per la prima volta al rabbino una cartolina postale alia fine del mese d'agosto (1932). II fatto di utilizzare una cartolina, aperta a ogni sguardo, per trattare una questione cosl seria, sembro al rabbi no il segno che non poteva trattarsi che «di un gioco scherzosopiu 0 menospirituale». II rabbi no gli domando innanzitutto come gli era venuto il desiderio di abbracciare I'ebraismo... II rabbi no tenninava la sua lettera con queste parole, che meri tano di essere riferite: «Cio che devo ora dirvi e che I'ebraismo e molto poco incline al proselitismo e non ace etta che eccezionalmente dei proseliti. Questo perche esso considera la vita futura non e I'appannaggio esclusivo degli Ebrei, mache Ie animedi tutti gli uomini, accertato che siano buone, si salveranno in egual misura» (pp. 37-38). C'e ne gia abbastanza, senza soffermarsi su altri particolari - dalla captatio benevolentiae del mito della "salvezza delle anime", al dichiarato "disgusto" di Manduzio per il Talmud - per ricollocare in una dimensione realistica la storia degli "ebrei" di Sannicandro, oltre la sua presunta "esemplarita" del carattere proselitistico dell'ebraismo. Una vicenda che dagli inizi alia fine - molti seguaci della setta, otten uta finalmente la conversione, nel dopoguerra si sarebbero recati in Palestina a combattere contro gli arabi - e in realta contrassegnata dalla tenace resistenza della comunira italiana ad accogliere fra Ie sue braccia il "profeta" di Sannicandro. Uno spaccato interessante, insomma, siadella "rarita" e "difficolra" delleconversioni nella storia plurimillenaria della religione mosaica; sia di quel terzo filone dell'ebraismo italiano nel Ventennio - non evidenziato dagli studiosi, a cominciare da Renzo De Felice (Storia degli ebrei italiani sottoilfascismo) - che eindividuabile a piene mani nella Rassegna mensile di Israel di Dante Lattes: non I'ebraismo assimilazionista democratico ed antifascista dei fratelli Rosselli (I'ebraismo "nostro", di tutti); non l'ebraismo assimilazionista fascista dei collaborazionisti mussoliniani de La nostra Bandiera, rna un ebraismo razzista, abbarbicato al mito tribale dell'identira abramica, e alla cultura del Ghetto: magari ufficialmente convivente con il fascismo (vedi Ie lodi alla "Iiberazione" dell'Etiopia nella lettera del rabbino di Napoli sopra citata), rna con questa conflittuale. Ed e veramentedifficiledire se da "sinistra" odadestra, dagli abissi cioe di un razzismo ancestrale, profondo, "forte", che non trova eguali nella storia dell 'umanita, e di fronte a cui persino i nefandi miti "romani" deJl'Italietta del Ventennio appaiono bazzecole senza conseguenze, almeno nella "Iunga durata" del processo storico. 40 La Iente ci MaJx 4. Ebrei per razza. Le farneticazioni del rabbino Goldmann srORIA DI DANIEL E SARAH, IN LOTTA CONTRO IL ''TorALITARISMO (e tribalismo) RABBINICO" «In un recen te n umero dell 'Express, Regis Debray ricorda questa ammirevole Frase di Gennain Tillon: « 'E ebreo chi vuole». E aggiunge: «da noi il dilemma di domani non e fra federalismo e nazionalismo, ma fra la nazione in senso gollista, 0 la tribu secondo la concezione di Le Pen». Posso io, mutatis­ mutandis, dire: «'E ebreo chi vuole», e aggiungere che per noi il dilemma di domani non .sam fra il popolo ebreo e la tribu di Giuda?». Questo (si) chiede Robert Binisti, ebreo algerino e awocato onorario della Corte d'Appello di Parigi, all'inizio della sua testimonianza, un pamphlet pubblicato da L'Harmattan sotto i1 tHolo I matrimoni ebraico-eristiani di fronte all'integralismo rabbi­ nico (1990). La storia e questa: i nipoti di Binisti, Daniel e Sarah, nati dal matrimonio di Binisti figlio, Jean-Pierre, con una non ebrea, vogliono entrare a far parte in tutti i sensi della comunita ebraica di Parigi. Ormai adolescenti, essi si sentono gia ebrei e vivono in una famiglia dove la lora propensione e accettata liberamente: dal padre perche ebreo, dalla madre che protestante non praticante ­ aveva accettato prima di sposarsi che i figli venissero educati alla - religione del marito. Ma ecco il problema, i1 muro d'acciaio di quello che Binisti definisce il "totalitarismo rabbinico": i1 rabbino capo di Parigi Alain Goldmann si oppone all'accettazionediDaniel e Sarah nella comunita, perche figli di una non ebrea. Secondo infatti la cosiddetta "Halakha", la legge ebraica, sono ebrei solo i figli di madre ebrea. Dunque, Daniel e Sarah possono al massimo "convertirsi", rna anche qui, attenzione, essi devono mostrare di rispettare «rigorosamen te» - sottolinea Goldmann - i precetti e Ie regole dell'ebraismo. Binisti, gia perseguitato dal regime di Petain durante la seconda guerra mondiale, si indigna e inizia la sua offensiva epistolare. Una decina di lettere, e qualche gelida risposta da parte delle autorita rabbiniche. Ecco un esempio della protesta di Binisti: «... sono scioccato, sconvolto, a sentirvi parlare della "conversione" di Daniele. Daniele eebreo, non ha bisogno di essere convertito... Voi ben sapete che il piccolo numero di fedeli che assistono sabato alla funzione vengono in automobile, il che, secondo Ie strette regole - che voi avete l'in telligenza e l'abilita di passare sotto silenzio costituirebbe una grave violazione del Sabato... Perche alllora esigete da Daniele e da Sarah, dai loro parenti, che essi rispettino il Sabato e Ie feste religiose ebree con rigore?». Ma niente da fare. Almeno fino al 30 maggio 1990, data alIa quale si ferma la storia raccontata da Binisti, Daniel e Sarah ancora aspettavano che la Sinagoga si aprisse anche a loro. Non conosciamo gli sviluppi della vicenda: rna quali siano stati, il caso Binisti e l'ennesima prova della forte valenza tribale dell'ebraismo. Certo emerge anche una dialettica interna, foriera di possibili evoluzioni positive ­ Binisti si sente e vuole essere ebreo - rna al fondo si e di frante ad una storia consimile a quella di Manduzio in ltalia: qui era la "conversione" il qUid in gioco; nella vicenda dell'avvocato sefardita - e in questa sua origine, uno dei motivi della chiusura del rabbino-capo? - i1 qUid sta invece nei cromosomi matemi. Ma il risultato, il muro dell'autoghettizzazione, e 10 stesso: una religione esclusivista, marcata in senso razziale, secondo peraltro una concezione "matrilineare" che richiama - ne12000 dopo Cristo­ i1 mondo tribale primitivo. I retrogradismi non abitano solo nell'Islam 0 nella Chiesa. 41 La lente di Marx 5. Anni Venti-Trenta. Ebrei eome tutti. Daile lodi a Balfour "il sanguinario" ai eonsigli per migliorare il fisieo della razza. II "diritto storieo" "superiore" sull"'arabo pezzente". E L'ANTICOLONIALISMO SI TINSE 01 RAZZISMO ... Razzismo ebraico. Balfour, sanguinario con gli irlande­ si, "aristocrala" eongliebrei «Nel 1887, fra la sorpresa generale, fu chiamato dallo zio al pill difficile incarico concepibile, il dicastero d'h­ landa. La crisalide dell'irre­ solutoedeboleBalfourschiu­ se la forma di un uomo nuo­ vo, quale nessuno conosceva o sospettava, dal pugno di ferro e dalla volontA d'accia­ io. Balfour fu il pill ferreo, severo, coraggioso Segreta­ rio Generale che la storia del­ I'lrlanda avesse conosciuto. «B loody Balfour», dissero con ingiuria atroce (e forse non ingiustificata) gli irlan­ desi. Fu la prima grande sor­ presa della carriera di Balfour.... Nel 1917, e ministro degli esteri; e in tale qualitil firma, il 2 novembre, la storica Di­ chiarazione della Sede Na­ zionale Ebraica...1o non so se Ie simpatie di Balfour per il popolo ebreo furono tratte dal comune patrimonio biblico, o da riconoscimento del­ l'enorme, incalcolabile con­ tributo apportato dagli ebrei a tutti i campi della vita mo­ dema. Basterilqui accennare che, in ogni caso, Balfour e vicino al cuore del popolo ebreo non quale l'uomo di state che, a nome di una grande potenza estranea, fece un giorno una generosa offerta al pill op­ presso dei popoli, rna quale I' aristocrata il quale intese in pieno la nobiltil d'eccezione di tutta intera la storia ebrai­ ca... » (Bruno Foa, R. m. di Israel, giugno 1930, pp. 85­ 87) Razzismo ebraico. Un'auto­ denuncia. Una eomunita eompatta, rigida oltre misu­ ra con i suoi stessi membri. "a cui i proseliti sona indige­ sti come la seabbia". <,Noi siamo avezzi a parlare della radice d'Israele, della sostan­ za del giudaismo, dell'essen­ ziale anima del popolo, col linguaggio di Nachman Krochmal: cioe del Dio della Nazione; del Dio che dimora negli intimi recessi della no­ stra storia e del nostro spirito nazionale; del Dio che predi­ lige soltanto i suoi figli e i figli dei suoi figli e a cui i proseliti sono indigesti come la scabbia...V'ha di pill: il sa­ crificio che I'uomo non ebreo compie per il suo popolo, avvienesoltanto quando il suo popolo e impegnato in una guerra contro il nemico che vuole distruggerlo; in tempo di pace...esso vive tranquillo fra i suoi. Fra noi invece si esige da ogni individuo di vivere sempre per il suo po­ polo, di offrirgli sacrifici ogni giomo, ogni ora, ogni mo­ mento; noi esigiamo tanto da lui, in quanto la vita indivi­ duale coi suoi bisogni tende verso una meta diversa da quella cui aspira la vita col­ lettiva e in qualche propor­ zione contrasta alia vita col­ lettiva.... Le tavole sono ope­ ra di Dio e durano per tutti i secoli...Ma permetteteci di rinnovarle, come si rinnova­ no Ie luci del cielo... » (Micha Josef Berdicewski, R. m. di Israel, luglio 1930, pp. 135­ 136). Razzismo ebraico. Come quadrare ileerehio della seo­ rnoda - e alloramaggioritaria - presenza araba in Palesti­ na. L'ebreo con qualita. Un diritto storieo "superiore" «Gli arabi abitano suI suolo, ne noi possiamo ledere illoro diritto e respingerli. Ma nep­ pure essi possono infirrnare il nostro diritto a quel suolo su cui noi viviamo e lavoriamo. E' vero noi siamo la minoranza...11 problema verte sull'ulteriore dilatazione. Cioe chi ha maggior diritto eli estendere la sua occupazione alia terra non ancora conqui­ stata col lavoro e coll'opera ricreatrice. Ma qui l'impor­ tante non e la quantitA,ma la qualita: l'energia di vita e eli crescenza - similmente a quanto si constata nel regno vegetale -... Si tratta di una gara pacifica. ..Questo diritto alia gara pacifica, alia dilata­ zione nel paese, enon solo i1 diritto del piccolo nucleo che abita qua, rna il diritto d'un popolo di dodici milioni. Qui va notata un'obiezione che sembra giusta e che vien sollevata anche fra noi sotto l'aspetto della religiositA. Di­ cono che noi, venendo a sta­ bilirci qua, defraudiamo gli arabi che sono effettivamen­ te i padroni del paese conqui­ stato da lora ad ad altri e non a noi. Ma che cosa significa: padroni del paese? Sevacon­ siderato padrone del paese quel popolo che detiene la signoria politica, gli arabi non sono i padroni di questa regione da tempo indetermi­ nato, poiche essa era in mana ai turchi cd ora e in mana agli inglesi. Dunque oltre al dirit­ to del soggiomo e dellavoro, anchegli arabinonhannoche un diritto storico sui paese, precisamente come noi; solo che il nostro diritto storico e senzadubbio maggiore. Dun­ que noi pure prendiamo il paese ad altri e non a loro... » (A.D. Gordon, R. m. dilsrael, settembre-ottobre 1930, pp. 272-273) Razzismo ebraico. Inglesi. ebrei e arabi nella Palestina mandataria. «II funzionario inglese arriva in Erez Israel con una esperienza attinta nell'Africa equatoriale...Per lui, tutto quanto non e ingle­ 42 La Iente ci MaJX se,e"native"...Ma I'ebreo non e immigrato nella sua Sede Nazionale per sentirsi "nati­ ve", ne e incline a dimentica­ re che la civilta della Bibbia e di qualche ventina di secoli anteriore a quella della Ma­ gna Charta. L'ebreo non pub tollerare altro trattamento che da pari a pari; e iI funzionario inglese se ne meraviglia, e 10 risente quasi come una man­ canza di riguardo. Con l'ambo, natural mente, e tutt'altra cosa. Innanzi tutto l'arabo ha qualche cosa del pezzente pittoresco, ha un folklore primitivo che piace all'inglese: non ha iI colon­ nello Lawrence saturata I'In­ ghilterra, e anche fuori, di un "arabismo" sciocco e deca­ dente, basato sui senso del ladrone pittoresco e del baraccano svolazzante nel deserto? ..(Fra gli inglesi) Vi sono, sl, poche eccezioni, di persone rappresentati ve... Ma perogni VisconteCeciI quan­ to oscuri, se pur molto onore­ voli, Islington e Templetown ed altri membri della parla e dei Comuni inoculati di pre­ giudizio anti-ebraico fino al midollo delle ossa!... » (Bru­ no Foa, R. m. di Israel, set­ tembre-ottobre 1930, p. 330) Rauismoebraico. Weizmann sui lavoro ebraico aU'indo­ mani della Dichiarazione Balfour. «E' un luogo comu­ ne per i sionisti che fintantoche la terra e acqui­ stata dagli Ebrei e non e lavo­ rata dagli Ebrei, non e terra ebraiea... Negli ultimi dieci anni della nostra attivita co­ loniale c'e stata una crescente tendenza a sostituire sistema­ ticamente, e tal volta con no­ tevole svantaggio economi­ co, la manod'operaarabacon quella ebraica; ed io prego gli arabi di considerare che se noi facciamo questo, non 10 facciamopoiehe siamo con­ tro gli arabi, rna perche desi­ deriamo ... rendere realmen­ te il paese ebraieo. Noi vo­ gliamo che Ie colonie siano ebraiche e siano lavorate da ebrei; ed io prego i nostri amici arabi di convincersi che e un postulato elementare per coloro che desiderano rico­ stituire un paese ebraico, che questo sia fatto dal lavoro ebraieo e dall'ingegno ebrai­ co, e non solo dalla finanza ebraica» (9 novembre 1917, da R.m. di Israel, nov.-die. 1930) Rauismoebraico. Gli «SIor­ zi per if miglioramento cor­ poreo degli Israeliti». «Non si pub certamente pariare di una degenerazione del popo­ 10 ebraieo nell'epoca moder­ na. Tuttavia deve riconoscer­ si che presso gli Ebrei sono piu frequenti che presso altri popoli alcuni difetti psichiei (malattie mentali) 0 corporei (statura e ampiezza del tora­ ce poco sviluppate, scarsa forza muscolare, miopia) che sarebbe estremamente utile combattere. Molto e stato fat­ to nell'ultimo trentennio da varie associazioni perdiffon­ dere tra gli Ebrei 10 sport e l'igiene...Anche l'eugenica va a poco a poco prendendo pie­ de fra gli Israeliti, facendo diminuire i matrimoni fra persone con tare ereditarie, i matrimoni precoci equelli fra i consanguinei; tali unioni venivano contratte assai piu facilmente un tempo, quando nella scelta di uno sposo 0 di una sposa, si badava soltanto, o quasi, alia sua sapienza talmudiea, senza riguardo aile qualita fisiche... » (R. m. di Israel, die. 1931. p. 380) RAZZISMO EBRAICO DEGLI AI\JNI '20-'30 COME (NON) NE PARLANO RENZO DE FELICE E ELIO TOAFF Renzo De Felice e Elio Toaff: nonostante la polemica che li oppose nel 1992 in un dibattito sull'antisemitismo all'universitil di Roma (come sottolineo De Vecchi su it manifesto, Toaffsi indigno per il giudizio blando da parte dello storico sulle leggi razziali fasciste), entrambi non sembrano dare molta importanza adocurnenti quali quelli qui pubblicati, eel entrambi non prendono nemmeno in considerazione l'ipotesi di un terzo filone dell'ebraismo italiano, ne assimilazionista democratico (Rosselli), ne assimilazionistafascista, rna antiassimilazionistarazzista. Scrive nella suaStoria degli ebrei italiani sotto ilfascismo Renzo De Felice, che «tial J870 in poi, sino alfascismo e ancora dopo - per molti sino quasi alle persecutioni razzklli - Lamaggioran:wdegliebrei italiani imbocco con estrema decisione e percorse a grandi passi La via dell'assimilazione,fondendosiorganicamentecon ilresto degli italian;» (p. 19). Ora, noi non siamo esperti come De Felice della questione, rna la domanda che ci poniamo e questa: corne si concilia questa presunta maggioritaria tendenza assirnilazionista, tanto maggioritaria da eludere la presenza di una tendenza razzista ebraica storicamente rilevante, con lapur ambigua vicendadi Manduzio, ocon documenti ,quali quelli qui riprcxlotti tratti dallaprincipale rivista dell'ebraismo in ltalia all'epoca? Ovvero: I'antiassimilazionismo ebraico si riebbe solo in reazione aile leggi razziali fasciste, 0 fu costantemente presente nella storia dell'ebraismo del nostro paese, eel esso stesso attivatore, in quel perverso circolo vizioso inter/ nazionalistico che oggi e sotto gli occhi di tutti in mille situazioni di crisi mondiali, del razzismo fascista? La legittimitil di questi interrogati vi ci pare del resto rafforzata dalla lettura dell'autobiografia Perfidi Giudei, - 43 La lente di Marx Fratelli maggiori, Mondadori, 1987, di Ello Toaff. Tralasciamo i tanti aspetti delllbro che non ci convincono e ci paiono spesso tinti di razzismo: come quando iI SIONISTI E NAZIFASCISTI D'ACCORDO rabbinocapotrOYanaturaleche vengacacciatadalTempio una signoraebrea «convertita at cattiolicesUno» (Ah! San Paolo...); 0 accenna, a proposito di lUl suo viaggio in Palestinanell947, aquei «grnppidiarabiscalmanatiche IL GIOCO PERVERSO DEI COGNOMI.... gridavano eminacciavano i viaggiatori e isoldmi inglesi cheliproteggevano»;omisticheggiaparlandodella«Te"a che Dio promise ad Abramo e ai suoi discendenti» (n.b. Del "cretinodi sinistra" siegiftdetto inapertura. C'e anche, ovviamente, iI "eretino di destra": per costui, basta un cognome per fare I'ebreo. C'e da premettere, ad onor del vero, che questo perverso gioco non 10 fa solo lui. rna I'hanno cominciato anzi gli ebrei"ortodossi" (vedi la storia di Binisti qui pubblicata) e in tempi non lontani, almeno qui in Italia, i sionisti. Risale agli anni Venti una lista di cognomi ebraici - pubblicata da Luigi Preti. Impero !ascista, africani ed ebrei, Mursia. 1968 -che isionisti italiani avevano redatto per favorire I'emigrazione ebraica in PaJestina. La ricerca, insomma, dei singoli membri della tribu dispersa.Un'ossessione identitaria nazionalista, un "tarlo" che si cerca di insinuare con una propaganda attiva e capillare anche in chi, ebreo per origini, vive tranquillamente laico nel paese in cui si e integrato. Un'ossessione che scatena ossessioni speculari. AII'uno i Maccabei, all'a1tro Ie annate di Tito. Si scannassero fra loro, non sarebbe male. Nazifascisti e sionisti, del resto. si muovono suI filo della follia. Se il "vero" ebreo e figlio di donna ebrea, che senso ha un cognome patrilineare? E chi I'ha detto che i cognomi che riproducono i nomi di cilta sono tutti ebrei? Eco ironizza ne Il pendolo di Foucault a proposito di un personaggio, Diotallevi: "rna va''', gli dicono i suoi amici. "tu non sei ebreo. sei un trovatello". Un'immagine simbolo di certe aUloelezioni gratificanti, e del c1assico interrogativo: chi e ebreo? L'ebreo non eun cognome neun crornosoma. Euna cultura: che pub oscillare fra una "tranquilla" ap):ClIterenza, e un milo mistico-lribale. Ma Ia verifica della prima sceltacomporta Ia "rottura" con Ia seconda scelta. Non si pub gridare il proprio laicisrno conbO Ia Chiesa e restar silenziosi con Ia lribu. Non si pub medagliarsi partigianainItalia,egiustificareinPalestina. Non si pub "usare" 1'89, e non ghiglioUinare i propri aristoeratici. Non si pub taeere iI razzismo ebraico. Gli ebre~ cometutti, devonodividersi. Amenodidimostrare che ess~ tutti e sempre, sono "brava gente". "discendenti", nonsegua:i oproseliti). Nooapprofondiamo la polemica, perche essa [Otrebbe apparire lUla ritorsione (peraltro sacrosanta), vista che il rabbino capo - proprio nell'autobiografiadicuistiamoparlando-ci hascomlUlicato perlUlnostro vecchio articolosuPaesesera(v. p. 75). Una scomlUlicacheduraormaida 14anniecherendedifficoltoso entrare in parecchie "chicse". Quel che qui interessa e evidenziare che Toaff, come De Felice - senza accennare a Dante Lattes, alia linea di Rassegna mensile di Israel, 0 al caso Manduzio - riduce anch'egli leanime dcll'ebraismo italiano a~ledue, quelJa filofascista e quella democratica Scrive Toaff: «Da un lalo, a Torino, intorno al giornale ebraico fascista "W nostrabandiera" era sono unrnovimento di ebreifascisti appartenentiatuttele comunitil, chesiopponevaall'Unione delle Comunita israelitiche, roccaforte dell'ebraismo italiano. daltaltro lato, if settimanale ebraico Israel, direttodaCar/oAlbeno Viterbo,mantenevaunaposizione di grande dignitil difenderuJo i principi deltebraismo, if sionisrno, if diritto degli ebrei ad una vita normale e a emigrare liberamente in Palestina...». Come fa De Felice a questa PlUltO a defmire a "assimilazionista" lUla tendenza dell'ebraismo che Toaff riconosce come sionista (i1 sionismo, per sua natura, e non assimilazionista)?Ecome fannoentrambi anon giudicare razzisti idocumenti qui riprodotti, e dlUlque a non porsi gli interrogativi di cui sopra? Una convcrgenza di opinioni fra lostarico -chcqui cdu1cora lastariarealedell'ebraismo italiano, come hacdulcorataquelladel fascismo italiano­ e il capo religioso, che scmbra stridere con la dura e pubblica polemicaoccorsa, davanti acentinaia di giovani antifascisti. nel dibattito a w Sapienza di Roma (C.M.) 44 La lente di Marx Per il razzismo ebraico, razzisti sono sempre gli altn GRAMSCI ANTISEMITA? PAROLA DELL'ISTITUTO GRAMSCI. Seneca, SanPaolo, Spinola, Voltaire.,.: alIa lunga lista di "antisemiti" nella storia dell'Umanirn, sembra proprio vada onnai aggiunto anche iI nome di Antonio Gramsci. Nell'autunno del '92, in un convegno organizzato dalla comunila ebraica romana questa tesi e stata fana propria pcrsino da una studiosa dell'Istituto Gramsci. Comunista, intemazionalista, antifa'iCista fino amoriredi carcerenelle patriegalcre, iI fO!1dal.oredel P. C. d'Italiaavrdttmanifcstato ilsuopiuomcnoinconscio"antisemitismo"inoccasionedi quellaoriginalepolernicachecnota~ttoilnomede"Idue mondi", Dichesi trnl1a?EperchCGrarruri sisarcbbesvelato -secondo isuoi neresegeti -animato da 000 razziale? La storia, quale tra<;pare dal caneggio fra illeader comunista elacognaLa,cpiuomenoquesta:Tatianavedealcincmail film"Iduemondi"relqualesinarradcll'ama-e"impoo;ibile" fra un'ebreae un tenente austriacodurante la prima guerra mondiale. nnazismoancora non c aI potere,mal'ariachesi IC<;piraeevidcnLementegiapregnadiOOeincomprcnsioni razziali.TatianaecolpitaprofondamenICdaquellasloria,e inizia a "stuzzicare" - la prima volta nella letICra del 9 settembre 1931 - il cognato Antonio. «Che eosa nepensi? - ~rive la Schucht - penso realmeme periJ ehe il mondo di eiaseWlO e diverso da quello dell'allro, sono due razze diverse, e vero. Che ne dici?» Da questa domanda nasce un dialogo tra i due, che si rileva contra<;scgnato da loni non sempre dolci eche verte sul nodo fondamenlale dell'a<;similazione. «Penso ehe realmente esista un abisso tra le razze - senlenziaTania ­ Certeearaneristiehesonoveramentepropriediciaseunadi esse» Eancora: «Nellajilm ...miparesiastatomessojorse senza volerlo, moltobene in rilievoeiO ehe eearatteristieo assolutameme della razza ebrea, it Ioro senso di wnanita spinJoall'eeeesso,indipendente daqualsiasiojfesa ricevuta ... L'ebreo non eonosee l'avifiitii della distruzione, del massacro del prossimo, ehe siano eonnazionali 0 suoi perseeutori, egli ha il genio del sentimeznJodi umanita, di pietii,disensibilitiiperaltruisojferenza. Oraadesempiola civiltii rol11OJUlmostra benaltre tendenze». Aquesto armamentario ideologicoebreo-nazionalista - l'a1tra faccia del mito negativo del "pcrfido ebreo" ­ Gramsci replica fra l'a1tro chiedcndo polemicamente alIa cognata che «cosa signijiehi oggi per gli ebrei la ioro concezione di dio eome "dio degli eserciti" e tutto it linguaggio della Bibbia sul "popoloeletlO" elamissione del popolo ebreo ehe rassomiglia al linguaggio di Guglielmoprima della guerra». E ancora: «/0 stesso non IuJ nessuna razza: mio padre e di origine albanese reeeme..Mia nonna era WI Gonzales e diseendeva da qualehe jamiglia italo-spagnola dell'/talia meridionale...miamadre esarda...Tuttavialamia eultura eitalianajondamentaJmente e questo eit mondo: non mi sono mai aeeorto di essere dilaniato tra due mondi...» Questi a1cuni dei passi dcllapolemicasu"iduemondi". Nella quale traspare evidente per parte di Tania una dimensione personale mollo accentuata: non ~lo, forse, per il background familiare che sembra stare dietro Ie sue leorizzazioni (Ia madre di Taniaeraebrea, il padreno), rna anche pcr il probabile, contorto, arnore platonico che legavai duecorrispondenti,con lamoglledi Antonio sorta di lerm rna incoffessabile incomodo. Tania voleva anche insinuare sullegame difficile fra Gramsci e la moglie? La'iCiarno ai gramsciologi la risposta, pur notando che i toni e i comportamenli della Schucht non ci sembrano scmpreprettamenteaffeuuosi,eanziqualchevoltapersino maliziosi e "sfruguglianti", considerala peraltro la condizione di carcerazione del fondatore del Pcd.I. Comunque - fano salvo che qui non si sla difendendo una presunla "infalIibilila" di Gramsci - c veramente assurdo che si rovescino complelamente i rapporti di valore e di sost.anza fra il teorico comunista e la cognata, trasfonnando il primo in una~rtadi menteeal1oannebbiato dai fumidell'ideologia,elaseconda-segnataprobabilmente - 45 La lente di Marx dalle turbedei suoi problemi familiari -in lll1aacutateorica anticipatricedeldifferenzialismodei nostri tempi. Certo Ia "profezia" diTatianasull'incorl1\micabiliillfrarazzesarebbe statadi napoehi armi confennata; Gram~i potrebbe aver ecceduloin''ottimismoassimilazionista". Ma Ia"profezia" di Tania sarcbbe stata a sua volta smcntita, e dunque l'ottimismodi Gramsci confennato, superato il breve area <lei tredici armi fmo alIafmc dellasecondaguerramondiale, quando all"'incomunicabiliill delle razze" si sarebbero sostituiti di nuovo vincenti, l'intemazionalismo 0 l'europeismo 0 il cosmopolitismo laico. E comunque, Gr:lllN:i affroma la questione dal punlO di vista dei principi,edifficilmentepooesserecriticataIasuacondanna del modo di ragionare di Tania: «questo e un modn di pensare degno dei Centoneri, 0 del Ku-Klux-Klan0 delle crociuncinatetedesche». Daquandoin qualll1progressista leorizza l'incomlll1icabilitci fra "razze", e non si sforza di favorime l'incontro e la solidaricla? Non conta nulla: revisionato e "tirato" da tulle Ie parti negli ultimi anni secondoIcesigenzepolitichedclmomento - prima onodosso, poi anlistaIinista, poi viuima del bieco Togliatti, infmc"liberal"anglosassone-Antoni 0 Gramsci eonnaidiventato,grazieagli amicidellacornunitciromana, anche lll1 seguacedelMeinKampf. nsuoassimilazionismo infattinasconderebbe-questalatesidellarelazione-lll1piu o meno inconscio anlisemitismo. «Spero che nonfarai equivoco sull'espressione "sordidamente ebraico" che Jwimpiegalopiusopra- diceauncenopuntoGrarnscialIa moglie - Osservo questo percM Jw avuJo recentemenJe con Tania una discussione epistolare sui sionismo e non vo"eiessere creduto "antisemica" perquesteparole. Ma l'awore di esse non era ebreo?». E' questaespressione sopraUulto -secondo una lecnica di inchiodarnemo dell'avversario alIa parola delta, tipica dell'ossessione sionista - a far condannarc Gramsci al convegno della comuniill ebraica romana Commcnto di chiusuradellarelazione:«Curiosajinediunapolemicache. cominciata con l'accusa a Tania di essere anJisemica, si conclude con una scherzosa excusatio non petita per un probabilesospettodi "anJL~emitismo" ». Amen. AncheGrarnsciesistemato. Avanti il prossimo, con il silenzio-asscnso di lll1a leadership della sinistra che coinvolge tutti, da Occhetto a CossuUa a Bertinotti, da VeltroniaRossanda-Gagliardi-Parlato-Pintor. EANCHEIA RESISIENZA E'SOITOllRO.... llfaooequesto:suShaJom,larivistacrllacomuniti ebraicaromana,GiorgioIsrael raccontaeli avermluto "rituffarsi" nel clima oggi perduto degli anni della Resistenza, e eli aver rivisto con questo intento un V6Xhio fIlm del 1961: "All'anni siam fascisti!. del 1%1, regia eli Del Fra, Mangini, Micciche, testo eli Franco Fortini. Ma, delusione, la ricen:a eli sefi')aZioni perdutefallisce: quelfilm I'articolista non 10 riconosce pill come "suo", e non perche datato corne lUtto co che appartiene alla stona passata, rna per un matim ben pill raelica1e. Esso sarebbe infaui mistificatorio, perche annullante l'identiti ebraica in un unitario mondo resistenziale. Niente pill "piano" intemazionalisma, eilsottinteso, eoraeli rivalorizzare la propria appartenzaemica, gliebrei hannouna Ioro specificiti che non deve andare perdura. La polemica-tipicoesempio eliquella mutazione cultura1echehatrasfonnatonegliultimid.ieci-quindici annirmltiebreidalaiciinternazionaIistiinnea>ionisti: vedi il percorsocrll'area torinese eli Giustizia e libena -viene rilanciaradaJ Corsera, chededicaallaquestione un articolo ereando cns! il "casa". seiunsionista,elice Micciche a Israel. MaMiccid~ e un socialista, un appesrato, che valore possoro avere ormai Ie sue parole? Chissa dunque I'impatto dell'articolo del quotieliano eli Mieli sul convegno sulla Resistenza che si apre proprio in quello stesso giomo - 22 giugno - a Firenze, presenti fra gli altri Pamnee Hobsbawm. II "revisionisma"esoloquello dei van Nolte e Irving? a anche queUo sionista? NOn abbiamo seguitol'iniziativa rna dubitiamo malto che sisiaaifrontatoancheilsecondocomodellaquestione. Nessuno comunque, suI Manifesto 0 su Liberazione, prende posizione. Bravi compagni. I libn eli Nolte vanna messi - alla Hitler-Pinochel- al rago, leestemazionidei nazionalistiebreisonoTabU. U lUoo con la sofferta benedizione eli quella gran liberale e comunisra che e la Rossanda. 46 La fente di Marx GRAMSCI "ANTISEMITA". CINQUE LETTERE. 13 settembre 1931. A Tatiana Schucht. "RagionJ come Ie croci uncinate tedesche" .In una tua canolina, quella dove mi parli delle tue visite al cinematografo e specie della film Due mcmdi cene tue affermazioni mi hanno fatto strabiliare. Come puoi creder che esistono questi due Mondi? Questo e un modo di pensare degno dei Centoneri, 0 del Ku-klux-klan americano 0 delle croci uncinate tedesche. E come puoi dirlo proprio tu che hai avuto I'esempio vivente in casa: e mai esistita una frattura di questo genere tra tuo padre e tua madre 0 non sono ancora essi strettamente unite La film e certamente di origine austriaca, dell'antisemitismo del dopoguerra. A Vienna abitavo presso una vecchia piccolo-borghese superstiziosa, che prima di assumermi a inquilino mi domando se ero ebreo 0 cattolico romano: pagavo 3 milioni e mezzo di corone al mese (cioe 350 lire) mentre la dozzinante pagava al massimo 1.000 delle stesse corone al padrone di casa; quando panii, un segretario d'ambasciata la cui moglie doveva rimanere a Vienna per una scarlattina del figlio, mi prego di assicurare la mia stanza alia moglie e al pomeriggio io ne parlai e la signora assent!' AI mattino preso, la signora bussa alia mia porta e dice: .Ieri mi sono dimenticata di domandare se la nuova inquilina e ebrea, perche non affitto agli ebrei•. La nuova inquilina era appunto un'ebrea ucraina. Come fare? Ne parlai a un Francese che mi spiego che esisteva una sola risoluzione: dire alia dozzinante che non potevo decentemente domandare alia nuova inquil ina se era ebrea, rna che sapevo che era una segretaria d'ambasciata, perche tanto Ie piccole borghesi odiano gli ebrei quanto strisciano dinanzi alia diplomazia. E infatti fu COSI: la signora mi sentI e mi rispose: ·Se e diplomatica certo che Ie do la stanza perche ai diplomatici non si puo domandare se sano ebrei 0 no•. Ora tu vorresti sostenere di avere 10 stesso mondo con questa viennese? 5 ottobre 1931. A Tatiana Schucht. "A Quante culture appartiene un individuo?" ·Le attenuazioni che hai portato alia quistione che ti sei posta dei cosl detti "due mondi" non muta l'erroneita fondamentale del tuo punto di vista e non toglie nessun valore alia mia affermazione che si tratta di una ideologia che appaniene sia pure marginal mente a quella dei Centoneri ecc. Capisco benissimo che tu non parteciperesti a un pogrom, tuttavia perche un pogrom possa avvenire e necessario che sia molto diffusa I'ideologia dei "due mondi" impenetrabili, delle razze ecc. Questo forma quell'atmosfera imponderabile che i Centoneri sfruttano facendo trovare un bambino dissanguato e accusando gli ebrei di averlo assassinato per iI sacrificio rituale. La scoppio della guerra mondiale ha dimostrato come Ie c1assi e i gruppi dirigenti sappiano sfruttare queste ideologie apparentemente innocue per determinare Ie ondate di opinione pubblica. La cosa mi pare COSI sorprendente nel caso tuo, che mi parrebbe di non volerti bene se non cercassi di liberarti completamente da ogni preoccupazione della quistione stessa. Cosa vuoi dire con I'espressione "due mondi"? Chej tratta come di due terre che non possono avvicinarsi ed entrare in comunicazione tra loro? Se non vuoi dire questa, e si tratta di una espressione metaforica e relativa, essa ha poco significato, perche metaforicamente i "mandi" sono innumerevoli fino a quello che si esprime nel proverbio contadino: "Moglie e buoi dei paesi tuoi". A quante societa appaniene un individuo. E ognuno di noi non fa continui sforzi per unificare la propria concezione del mondo, in cui continuano a sussistere frantumi eterogenei di mondi culturali fossilizzati? E non esiste un processo storico generale che tende a uniFicare continuamente tutto il genere umano? Noi due, scrivendoci, non scopriamo continuamente motivi di attrito e nello stesso tempo non troviamo 0 riusciamo a metterci d'accordo su certe quistioni? E ogni gruppo 0 partito, 0 setta, 0 religione, non tende a creare un proprio "conformismo" (non inteso in senso gregario e passivo)? Cio che importa nella nostra quistione e che gli ebrei sono stati Iiberati dal ghetto solo dal 48 e sono rimasti nel ghetto o in ogni modo segregati dalla societa europea per quasi due millenni e non per lora volonta rna per imposizione esterna ( ...) In ogni caso, e da notare che molti caratteri che passano per essere dovuti alia razza, sono invece dovuti alia vita del ghetto imposta in forme diverse nei vari paesi, per cui un ebreo inglese non ha quasi nulla di comune con un ebreo di Galizia. Gandhi oggi pare che rappresenti I'ideologia indu; rna gli indu hanno ridotto allo stato di paria i Dravida che prima abitavano l'lndia, sono stati un popolo bellicoso e solo dopo I'invasione mongola e la conquista inglese, hanno potuto esprimere un uomo come Ghandi. Gli ebrei non hanno uno Stato territoriale, un'unita di lingua, di cultura, di vita economica da due millenni; come si potrebbe trovare un'aggressivita ecc. in loro? Ma anche gli arabi sono semiti, fratelli carnali degli ebrei e hanno avuto illoro periodo di aggressivita e di tentativo di impero mondiale. [n quanto poi 47 La lente di Marx gli ebrei sono banch ieri e detentori di capitale finanziario, come si fa a dire che essi non partecipino all 'aggressiviti degl i Stati imperialisti? 12 ottobre 1931. A Tatiana Schucht. Tatiana ebrea. Misticismo di cattiva lega. •.... COs1 non e che "imbelle telum sine ictu", per adoperare una espressione pomposa, un tuo accenno precedente alia mia qualita di ex-giornalista. 10 non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perche la menzogna entra nella qualifica professionale. Sano stato giornalista Iiberissimo, semprc di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere Ie mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni 0 manutengoli. Scrivi che ti ha fatto dispiacere avere io scritto che tu abbia attenuato la tua concezione sugli ebrei. Hai ragione nel senso che tu non hai attenuato nulla perche in questa tua concezione c'e un po' di tutto, rna ogni cosa in una diversa lettera. C'era in principio un punto di vista che conduceva diritto all'antisemitismo, poi una concezione da nazional ista ebreo e da sionista e infine dei punti di vista che sarebbero stati condivisi dai vecchi rabbini che si opposero alia distruzione dei ghetti, prevedendo che il venir meno di quelle comunita' a territorio segregato avrebbe fin ito colla snaturare la "razza" e coll'allentare i vincoli religiosi che la mantenevanocome una personal iti......Ti avrei potuto porre la quistione di sapere chi e iI "vero" ebreo 0 I'ebreo "in generale" e anche I'uomo "in generale" che non credo si trovi in nessun museo antropologico 0 sociologico. E anche cosa significhi oggi per gli ebrei la lora concezione di dio come "dio degli eserciti" e tutto iIlinguaggio della Bibbia sui "popolo e1etto" e la missione del popolo ebreo che rassomigl ia allinguaggio di Guglielmone prima della guerra. Marx ha scritto che la quistione ebrea non esiste pili da quando i cristiani sono diventati tutti ebreiassimilando cia che e stata I'essenza dell'ebraismo, la speculazione, ossia che la risoluzione della quistione ebrea si avril. quando tutta l'Europa sara liberata dalla speculazione ossia dall'ebraismo in genere. Mi pare )'unico modo di porre la quistione in generale, a parte il riconoscimento del diritto per Ie comuniti ebraiche dell'autonomia culturale (della lingua, della scuola, etc.)e anche delJ'autonomia nazionale nel caso che una qualche comunita' ebraica riuscisse in un modo 0 nell'altro, ad abitare un territorio definito. Tuuo il resto mi pare misticismo di cattiva lega, buono per i piccoli intelleuuali ebrei del sionismo, come la quistione della "razza" intesa in altro senso che non sia quello puramente antropologico; gia altempo di Cristo gli ebrei non parlavano piu la lora lingua, che si era ridoua a lingua liturgica, e parlavano I'aramaico. Una razza che ha dimenticato la sua lingua antica significa gia che ha perduto la maggior parte dell'eredita del passato, della primitiva concezione del mondo e che ha assorbito la cultura (con la lingua) di un popolo conquistatore; cosa significa dunque pili razza in questo caso? Si tratta evidentemente di una comunita' nuova, modema, che ha ricevuto I'impronta passiva 0 addiriuura negativa del gheuo e nel quadro di questa nuova situazione sociale ha rifauo una nuova "natura". E' strano che tu non li serva della storicismo per la quistione generale e poi vorresti da me una spiegazione storicistica del fauo che alcuni gruppi cosacchi credevano che gli ebrci avessero la coda. Si traUava di una barzelleua, ........ 8 febbraio 1932 - A Tatiana Schuch. Vecchi rabbini, giovani sionisti, ebraismo-massoneria ·Ho leuo con interesse il brano di Piero sulla nostra un po' sconnessa e poco amabile discussione sui cos1 deUi "Due Mondi..... Poiche risulta che gli hai mostrato Ie mie leuere e quindi 10 hai informato dei termini generali della nostra controversia, ti sara gratose mi comunicherai la sua opinione in proposito. Non credo che egli sia d'accordo ne coi vecchi rabbini ne coi giovani sionisti, rna sembrebbe che accetti I'esistenza, almeno in certi Iimiti, dei famosi "Due Mondi". Le sue osservazioni, quantunquc obbiettivamente interessanti, non mi paiono esaUe completamente. Non credo che sia giustificata I'illazione chc ci sia "evidentemente" la tendenza a "fare di nuovo degli ebrei una comuniti isolata"; questa tendenza pare sia piuuosto quella "soggeuiva" dei vecchi rabbini e dei giovani sionisti. ObbieUivamente gli ebrei, in seguito al concordato, vengono a trovarsi nelle condizioni dei protestanti, rna esiste 0 esistera una categoria sociale che si trovera in una condizione ben triste, a paragone degli ebrei e dei protestanti, e sara (0 e gia) quella dei preti spretati e dei frati sfratati, i quali percia saranno esclusi dagli impieghi statali, cioe saranno degradati come cittadini: che sia stato possibile istituire giuridicamente una tale categoria di paria civili, mi pare ben pili importante che non la situazione giuridica degl i ebrei e dei protestanti, ai quali sonodate delle prerogative giuridiche tuu'altro che degradanti, nelJospirito della legge. 10 non escludo che una tendenza antisemita possa ancora nascere; non vedo che esista oggi. Gli indizi al contrario possono essere spiegati con altre ragioni e d'altronde sono equilibrati da altri faui non meno significativi. Ma il fauo che secondo me e importante e questo: che una parte degli ebrei approva determinate misure contro altri ebrei. 1I prof. Levi-Civita dell'Universita di Roma ha avuto dei dispiaceri perche non frequentava Ie solennita religiose ufficiali, rna i dispiaceriglisono stati procurati dal reuore Del Vecchio, anch'egli ebreo: si traUava dunque non di quistionedi razza, rna di quistione politica: un membro della c1asse dominante deve rendere omaggio al cattol icismo "instrumentum regni", non importa quale fede abbia. Cosl non e conclusivo I'indizio preso dall'Accademia 0 dal Parlamento: ne sono fuori 0 ne rimarranno fuori scienziati di fama mondiale non ebrei. La posizione assunta da Teodoro Mayer nel Credito Mobiliare 48 La fente di Marx mi pare anch'essa significativa. 10 credo che in molti casi non sia I'ebraismo che conti, rna l'ebraismo-massoneria, cioe it fatto che la massoneria era certamente un'istituzione in cui erano molti ebrei. 28 mano 1932. Alla moglie. "Sordidamente giudaico". l'espressione (di Marx) incrlminata. ·Ho ricevuto a suo tempo la tua lettera del gennaioe qualche giorno fa quella del 16 marzo. Non ti ho scritto prima, perche, corne ho gia accennato altra volta, sento un certo imbarazzo, un certo ritegno nel cercare di mettermi in comunicazione con teo A suscitare questo state d'animo sono stati vari elementi; e possibile che uno dei pili importanti sia la speciale psicologia che nasce durante una lunga carcerazione e un lungo isolamento da ogni forma di societi congeniale al proprio temperamento, rna e certo che anche due altri elementi predominano: 10 it timore di nuocerti, interferendo maldestramente nel tuo metodo di cura; 20 la coscienza che io stesso ho di essere, in questi anni, diventato pill" Iibresco", di assumere tal volta un tone predicatorio e da maestro elementare, che fa ridere me stesso con la conseguenza spiacevole che tale autocritica mi pare trascinarmi a dire deBe sciocchezze. Cic> significa che mi accorgo di un certo marasma e mi sento rafTrenato. - Del resto, aile tue lettere appare che alcune mie osservazioni sono andate oltre it segno e hanno avuto "troppo successo", cioe un efTetto deleterio. Tu insisti troppo nel ricordare Ie mie osservazioni a proposito della tua personaliti non ancora sViluppata, della necessita per te di dipanare it tuo vero essere ecc. Certo tu ha preso alia lettera Ie mie osservazioni e non Ie hai collocate nella lora sfera appropriata. Un elemento che certo ti e sfuggito e corne io spesso abbia insistito per indurti ~ dedicare una parte del tuo tempo alia musica (credo che ti abbia impressionato male it fatto che una volta io 0 sia andato via 0 abbia fatto mostra in qualche modo di non poter sopportare Ja musica: e certo quell a certa volta io soffrivo real mente, maero in condizioni nervose deplorevoli e la musica mi Iimava io nervi in modo da farmi venire Ie convulsion i). 10 ho sempre credutoche la tua personal ita si ein gran pane sviluppata intorno all'attivita artistica e che abbia sublto corne un'amputazione per I'indirizzo meramente pratico e di interessi immediati che tu hai dato alla tua vita. Direi che nella tua vita c'e state un errore "metafisico", con conseguenze di disarmonie e squilibri psico-fisici. Una volta io ho sostenuto, con un certo tuo scandalo, che gli scienziati, nella lora attivita, sono "disinteressati". Tu hai ribattuto, molto brevemente, che essi sono sempre "interessati". Naturalmente io pariavo in termini "italiani" e nella cultura italiana avevo presente Ie teorie filosofiche del prof. Loria, che ha interpretato il termine e la nozione di "interesse" in un ceno senso deteriore che nelle Tesi su Feuer-bach e qualificato come "schmutzig jOdisch", sordidamente giudaico. Ebbene, mi pare che tu abbia indirizzato la tua vita in questo senso "sordidamente giudaico", senza esserne intimamente convinta, come non potevi essere e giustamente. Per me appunto, la tua personaliti aveva bisogno di uscire da questa "fase" primordiale, di dipanarsi, di sgomitolare molti elementi della tua precedente esistenza di artista "disinteressata" (che non vuol dire campata nelle nuvole, evidentemente), ossia "intcressata" nel senso non immediato e meccanico della parola. Non voglio lasciarmi andare ad una predica Iibresca. Cara, spero che ti sentirai sempre pili di essere e poter essere libera con me di manifestare tutti i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti. Da molto tempo non ricevo una tua fotografia: credo che mi sara molto utile (oltre che cara) per giudicare delle tue condizioni fisiche; dovresti anche scrivermi il tuo peso. CoSI per Delioe Giulianodovresti inviarmi delle fotografie migliori delle ultime ricevute, con idati della statura e del peso. Ti abbraccio teneramente. N. B. Spero che non farai equivoco sull 'espressione "sordidamente giudaico" che ho impiegato pill sopra. Osservo questo perche ho avuto recentemente con Tania una discussione epistolare sui sionismo e non vorrei esser creduto "antisemita" per queste parole. Ma I'autore di esse (Marx, ndr) non era ebreo? MARX "ANTISEMITA", UN FLASH. IL MATERIALISMO STORICO APPLICATO ALLA "QUESTIONE EBRAICA" DELL' '800 •... Guardiamo it reale ebreo del nostro mondo: non I'ebreo del sabato, come fa Bauer, rna I'ebreo di tutti i giorni. Non cerchiamo il segreto dell'ebreo ,nella sua religione: cerchiamo piuttrosto il segreto della religione nell'ebreo qual e realmente. Qual'e il fondamento mondano del giudaismo. II bisogno pratico, il proprio interesse. Qual'e il culto terre no dell'ebreo? II denaro ( ...) II denaro e l'adorato dio d'lsraele, innanzi al quale non puc> sussistere alcun altro dio. II denaro abbassa tutti gli dei - 49 La tente di Marx dell'uomo - e Ii converte in una merce. II denario e I'universale valore di tutte Ie cose, costituito per se stesso. Percib ha spogliato tutto iI mondo, iI mondo umana come la natura, del suo intrinseco valore. II denaro e I'essenza del suo lavoro e della sua esistenza resa estranea all'uomo, e questo elemento estraneo 10 domina ed egli I'adora. II dio degli ebrei si e mondanizzato; e divenuto dio mondano. II commercio e iI reale dio dell'ebreo: iI suo dio e soltanto 10 scambio a base di furberia (...) La chimerica nazionalita dell'ebreo e la nazionalita del mercante, sopratutto dello speculatore sui danaro. (Dan. polema con Bauer, in MarK, "*" (1oIJllpolihc. _w,..,.'"" MlpolllN),. CUR di Gian Mario Brayo, Newton ColTfJlon, 1975. pp. '121-123) ABRAM LEON "ANTISEMITA". L'AVVIO DI UNO STUDIO SCIENTIFICO DELLA STORIA EBRAICA .1.0 studio scientifico della storia degli Ebrei deve ancora superare 10 stadio di improvvisazione idealistica...Nel campo della storia ebraica, come pure in quello della storia universale, iI pensiero luminoso di Karl Marx dimostra la strada da segu ire. Non cercheremo ilsegrelo delJ'Ebreo nella sua religione, ma cercheremo ilsegrelo delia sua religione nella reallfj dell'Ebreo. Non dobbiamo partire dalla religione per spiegare la storia ebraica; at contrario, la preservazione della religione 0 della nazional ita ebraica pub spiegarsi solo anal izzando la reallii delJ'Ebreo, vale a dire l'Ebreo nel suo ruolo economico e sociale. La preservazione degli Ebrei non richiama nulla di miracoloso. Jl Giudaismo e soprawissuto non malgrado la sloria, ma per virtu della slom (...) Secondo la scuola ideal istica dom inante, la linea di sviluppo della storia ebraica viene presentata (con piccole variazioni) come segue: fino alla dislruzione di GerusaJemme la nazione ebraica non era af/allo diversa cialle nazioni coslituile normalmenle, come quella romana e greca. Le guerre fra i Romani e gli Ebrei hanno provocalo la dispersione delia nazione ebraica in ogni angolo del mondo, e duranle tale dispersione gli Ebrei hanno opposlo resistenza 1JeTS0 la lora assimilazione nazionale e religiosa. Jl Crislianesimo non ha mai lrovalo aweTSari piu tenaci in lulta la sua sloria e, malgrado gli sforzi impiegali, non e riuscilO a converlirli. La cadula dell'lmpero Romano ha accenlualo l'isolamenlo del Giudaismo che cosliluiva il solo elemenlo eterodosso dopo illrionfo COmpieio del Crislianesimo nell'Occidenle. Gli Ebrei della Diaspora non cosliluivano af/atto un gruppo sociale omogeneo alJ'epoca delle invasioni barbariche, in quanlo allivila come l'agricollura, l'industria e il commercioprevalevanofra di 10ro.Sono slale Ie persecuzioni religiose che Ii hanno coslrelli a trincerarsi sempre piu nel commercio e nell'usura. I Crociali, per ilfanalismo religioso di cui erano imbe!Juti, hanno acceleralo mollissimo questa evoluzione che ha lrasformalo gli Ebrei in usurai eli ha relegali nei ghelli. £, evidenle che era il ruolo economico degli Ebrei che allizzava l'odio'conlro di loro, ma gli slorici allribuiscono importanza solo secondaria a lale fallore. Questa siluazione del Giudaismo si e prolralta fino alia Rivoluzione Francese che ha dislrutto Ie barriere che l'oppressione religiosa aveva sollevalo conlro gli Ebrei. Si potrebbero citare molti fatti irnportanti per demolire questa impostazione. Ci limiteremo a sottolinearne alcuni: 1) La dispersione degli Ebrei non risale affatto alia data della caduta di Gerusalemme. Alcuni secoli prima di questo avvenimento la grande maggioranza degli Ebrei era giasparsa in tutto il mondo. E' accertato che molto prima della caduta di Gerusalemme pili di tre quarti degli Ebrei non vivevano pili in Palestina. Per fa grande masssa degli Ebrei sparsi nell'impero greco e pili tardi nell'impero Romano, iI regno ebraico di Palestina non aveva che imponanza pili che secondaria. I legami con la madre-patria si manifestavano esclusivamente mediante pellegrinaggi religiosi a Gerusalemme, che ricopriva un ruolo simile a quello che ha la Mecca per i musulmani. Poco prima della caduta di Gerusalemme re Agrippa disse agli Ebrei: Non esisle popolo al mondo che non abbia una parte di voi nel suo seno. La Diaspora, di conseguenza, non costituiva un fatto accidentale, iI risultato di atti di violenza. La ragione fondamentale alia base dell'emigrazione ebraica deve essere ricercata neUe condizioni geografiche della Palestinsa. Gli Ebrei della Palestina abitavano un paese montagnoso che ad un ceno momenta non bastava pili ad assicurare ai suoi abitanti un'esistenza almeno tollerabile, a II ivello di quell a delle popolazioni vicine. Popoli che si trovano in tali condizioni son 0 portati a scegliere fa il brigantaggio e I'emigrazione. Gli scozzesi, ad esempio, si sono dedicati alternativamente a tutte e due queste attivita. Gli Ebrei, dopo numerose lotte con i propri vicini,hanno preso la seconda strada... Gente che vive 50 La lente di Marx in lali condizioni non emigra in paesi stranieri in qualita di agricoltori. rna piuttosto di mercenari. come gli Arcadi 0 gl i Svizzeri nel Medio Evo 0 in qualita di mercanti, come gli Ebrei, gli Scozzesi e gli Armeni. Possiamo facilmente costatare che un ambiente geografico affine tende a produrre Ie stesse caratteristiche in poli di razze differenti. 2) Non c'e dubbio che la stragrande maggioranza degli Ebrei della Oiaspora Fosse dedita al commercio. La stessa Palestina, da tempi assai remoti, costituiva una strada di transito per Ie merci, un ponte fra Ie valli del'Eufrate e del Nilo. La Siria era una via obbligatoria per i conquistatori.. .11 commercio e Ie idee seguivano la stessa strada. Risulla chiaramente che da tempi lontani queste regioni erano densamente popolate e possedevano grandi citta, e queSla situazione Ie spingeva a dedicarsi all'attivita commerciale... Occorre inoltre notare che, in tutt i paesi, all'inizio delloro sviluppo, i commercianti sono stranieri. La caratteristica dell'economia naturale e costituila dal fatto che produce tutto cia che Ie occorre e consuma tutto cia che produce. Oi conseguenza non esistono incentivi ad acquistare beni o servizi da altri...Per il fatto che in queSla economia si consuma tutto cia che si produce, troviamo che tra questi popoli i primi commercianti sono stranieri Filone enumera molte citta in cui gli Ebrei si erano stabiliti in qual ita di commercianti e precisa che essi vivevano in numerosissime citta dell 'Europa, dell'Asia, della Libia, sui continente e sulle isole, lungo Ie coste e nelJ'interno. (...) 3) L'odio per gli Ebrei non risale esclusivamente alia nascita del Cristianesimo. Seneca tratta gl i Ebrei come una razzacriminale. Giovenalecredevache gli Ebrei esistessero solo per fare del male agl i altri popol i. Quintiliano afferma che gli Ebrei erano una maledizione per gli altri. La causa dell'antico antisemitismo e la stessa di quello medievale: l'antagonismo nei riguardi del mercante da parte di ogni societa basata sulla produzione di valori d'uso. L'ostil ita medievale contro imercanti non esolamente di ispirazione cristiana 0 pseudocristiana, rna ha anche una fonte effettivamente pagana. Quest'ultima aveva radici profonde nell'ideologia di dasse, nel disdegno che Ie c1assi dirigenti della societa roman sentivano , come conseguenza di una profonda tradizione conladina, verso tutte Ie forme di attivita economica diverse da quelle derivanti dall'agricoltura .... II trionfo del Cristianesimo non porta mutamenti degni di nota in queSla situazione. II Cristianesimo, che all'origine era la religione degli schiavi e degli umili, fu rapidamente trasformato in ideologia della c1asse dominante dei proprielari terrieri. ... La menlalita cristiana durante i primi dieci secoli della nostra epoca ha concepito tutto cia che e legato alia vita economica da un punto di vista ritenuto fondamenlale, secondo cui iI mercante pua diffciilmente fare un lavoro che soddisfi Oio, e tutte Ie attivita commercial i implicano una quantita di frode pill 0 meno grande (...) (D. Abram Ikon, 1I _ _ o.ta qIMISli",. . .bmiC4, Rom>., Savelli,1972, pp. 25-32) - ALLE ORIGINI DELL'IMBARBARIMENTO DELLA SINISTRA COMUNISTA. UNA LETIERA (1983) DI LIVIA ROKACH, GIORNALISTA EBREA ANTISIONISTA. Pubblichiamo una letterache Livia Rokach, giornalista di origine ebraica, invio alia Casa della Cultura di Roma (e per conoscenza a diversi giornalisti) nellontano 1983, per protestare contro la presentazione organizzata dall'istituzione culturale dell'alilora Pci di un libro di Rosellina Balbi. Nella denuncia, coerente con tutta I'intensa attivita della professionista - attivita che spaziava dalla RAI a Politica Internazionale. e che si sarebbe drammaticamente interrotta col suicidio - c'a simbolicamente in nuce tutto il processo di imbarbarimento della sinistra comunista che, gia in atto da tempo, sarebbe diventato sempre piu martellante col passare degli anni. C'a I'epoca: 1"83, I'anno successive all'invasione del Libano sui piano internazionale, e sui piano interno il periodo dell'ascesa di De Benedetti al gruppo L'Espresso. C'a iI ruolo di Repubblica (Rosell ina Balbi era caposervizio della cultura del quotidiano di Scalfari), intensissimo nei confronti del ceto giornalistico­ intellettuale del Pci (altro che iI "Iavorio" di cui Sca~ari accusava contemporaneamente gli "afghani" del Pci .0 i La Valle e Pratesi dell'epoca!). C's una casa editrice fortedi un passato glorioso e progressista. e un presente­ futuro fatto di miseriuoce neoconservatrici. E c'a il crescente isolamento degli antisionisti, in una intellettualita ebraica italiana gia di sinistra, ed in via di riscoperta dell'ossessione identitaria: processo quest'u~imofavorito a piene mani non solo da Repubblica, ma anche dall' Unita e soprattutto da il manifesto. Livia Rokach aveva capito la sostanza del processo in atto, ivi compresa la diversita dell'ebraismo progressista e "liberal" americana: da questa punta di vista. per Ie sue posizioni coraggiose e originali, essa ricorda sui versante giornalistico quel che Primo Levi fu, neli'ebraismo italiano, sui piano prettamente culturale.