la lente di marx

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28 La fente di Marx
Documento
VIENNA, 1918.
«L'IMPERIALISMO GIUDAICO
VINCERA'»
IL RABBINO ZEvi PEREZ CHAfES
SOGNA DI CONQUISTARE IL MONDO
La trascrizione integrale del discorso inaugurale alia Cattedra Rabbinica
di Vienna, COSt come pUbblicato dalla Rassegna mensile di Israel
del gennaio 1928. cc Cia che con profonda comprensione Seneca disse di
noi con Ie parole: "I vinti costringono i vincitori sotto la loro legge':
questa vale per tutti i tempi e tutti i popoli»
"Una profonda soddisfazione gonfia il mio petto in questo giorno decisivo della mia vita, in
cui io prendo possesso di questa cattedra, che fra Ie migtiori del mondo ebraico. Grande la
responsabilita che grava su me, ma grande anche il potere che posto nelle mie mani. Non e
il potere che i fedeli degli altri popoli e delle altre confessioni attribuiscono ai lore sacerdoti.
Non un prete sta davanti a voi, awolto da fumi d'incenso; la figura della mia responsabilita deve
spiceare nitida e chiara dinanzi ai vostri occhi; io voglio, da uomo libero, parlare ad uomini liberi,
operare con uomini liberi, e, quando e dove sia necessario, educarvi alia liberta.
10 non posso sciogliere i peccati e vincolare Ie anime; io non posso promettervi Ie gioie del
paradiso ne minacciarvi Ie pene dell'inferno. 10 non debbo apparirvi come rappresentante della
divinita, e neppure e mio compito di rappresentare voi presso la divinita. Forse io posso mostrarvi
la via che conduce al divino, che e in voi, nella vostra anima, nella vostra coscienza.
10 non vi dire: qui e la Verita, credete in essa, piegate umilmenteil capo sotto it suo giogo.
10 sono un fratello vostro che puc errare; di infallibile non c'e in me che la calda,
appassionata, incrollabile aspirazione alia Verita. Forse io posso mostrarvi la via, che conduce
alia Verita ma io non posso percorrere quella via per voi. Ognuno deve imparare a superare con
la propria forza i suoi ostacoli e i suo; rischi. E tuttavia, amici miei, grande e il potere che e posta
nelle mie mani. 10 posso insegnarvi di nuovo I'antico e santo orgoglio ebraico, la splendida e
miracolosa forza ebraica. Voi dovete provare di nuovo I'orgoglio di appartenere al popela che e
il piu giovanilmente rigogfioso fra quelli che lavorano at telaio della storia. La nostra gloria e la
nostra forza non stanno gia nel fatto che noi costituiamo la forza piu antica fra quelle che lavorano
e
-
e
e
29 La lente di Marx
alia redenzione dell'umanita, ma nel fatto che
noi, nonostante la nostra eta, sebbene portiamo
anche noi sulle spalle, come Ie piramidi, il peso
di quattro millenni, siamo cosl fiorenti ed assetati
di azione, COS! saldi nel presente, COS! sicuri
dell'avvenire, come nel giorno in cui da una
grigia preistoria siamo entrati nella luce della
storia.
Antichi come gli indiani
sulle rive del Gange.
Ma essi sono appassiti, "not' viviamo!
Ci sono altri popoli, che possono come
noi guardare indietro nei millenni, ricchi di
preziosissimi tesori culturali, ma pure gli
innumeri milioni, che vivono sulle rive del Gange
avvolto dalla leggenda, i figli del regno del
centro, sono appassiti, mummificati, vivono
penosamente degli avanzi della lore tavola
riccamente imbandita; essi non hanno piCl da
secoli una parola nuova da dire al mondo. Ma
noi, noi viviamo! Incisiva e determinante e
I'opera nostra oggi, come nel giorno che
abbiamo portato ai figli di Adamo il dono della
LA RASSEGNA. MENSILE
DI
VOL III
1SRAa*~N~'
TEBHETH ,618
e
HUM.
~
L' ufficio di Rabbino
mauno di Znt P.... Chajee
.......0 aDa
c."_.
Ibobbi. . . 41
Bibbia.
Nei lunghi, lunghi secoli della nostra vita,
non c'e stato nessun popolo e nessuna razza
che, entrata con noi in rapporti spirituali, non si
sia rafforzata, non si sia arricchita ai tesori del
nostro spirito e della nostra anima. Come una
volta i nostri incomparabili profeti hanno
insegnato agli uomini a pensare al futuro, ad
affaticarsi per Ie generazioni venture, ad uscire
dalle angustie del presente per abbracciare
quanta e nell'estrema lontananza, a preparare
ai posteri un mondo migliore. COS! nel recente
passato uomini della nostra stirpe hanno
svegliato a nuova vita Ie masse brute, hanno
dotato di un'anima fe ossa disperse come nella
visione del campo dei morti di Ezechiele, Ie
hanno portate alia coscienza della lore forza e
delloro valore, hanno prestato lore il potere di
scardinare la societa infracidita e portare vicino
alia sua realizzazione I'antico ideale giudaico
di giustizia sociale. In qualunque luogo si
combatte per sciogliersi da vincoli medievali,
per spezzare ingiuriose catene, per liberarsi da
una oppressione spirituale, la sono figli di
Israele, oggi come tanti millenni fa,
combattendo, spronando e guidando e
sanguinando in prima linea.
"leaN II S A...,o Itll
NA. profonda 'Oddisfuione gonfia il mio pdto III quesb
&lorno detilivo della Mia vill, in cui io prendo POI5eSIO
d, quest. c..lttedra, che c 'ra Ie migliori ~I moltdo ebr:llico.
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ddl'inferno. 10 noll debbo apparirvi eome ra.ppresenlanle della di­
\·iniU, e lIeppure l mio compilo di nppre~entare voi presso la
divinita. Forse io patiO mosuarvi II via che conduce II divino,
che c in YOi, nelll yoma anima, lIella vOltra coKienza.
10 nOD vi dirb: qUi e II Veriti, ttedele iD esSI, piegale umil­
nxnle iI capo lOttO il suo &iogo.
10 Jono un fratello vosuo che pub errlte; di infallibile nOn e'c
ill me ehe 1.1 aIda, appassioData, inetollabi~ a5pirazione aU.
'Veritl. Fot~ io POSso InOslrarvi la via, cite condUct all. Vcritl.
La razza ebraica la piLi forte.
«La nostra concezione
del mondo riempira /'universo».
Voi dovete provare ancora orgoglio perche
la vostra razza e la piCl forte fra i creatori degli
eterni valori. Noi, i deboli, noi, gli oltraggiati,
noi, gli oppressi. noi, i perseguitati, abbiamo
spianato ai popoli e agli Stati piCl potent; la via
dei lorodestini. L'imperialismogiudaico, Itunico
che arricchisce gli uomini non per una
maledizione ma per una benedizione, I'unico
che non opprime, ma solleva, che non porta
schiavitCl, ma Iiberaz;one, che non ferisce ma
cura, I'imperialismo giudaico, che trova la sua
piCl alta espressione nella parola della Bibbia:
Deve venire. verra il tempo. in cui la nostra
II
30 La lente di Marx
concezione del mondo riempira I'universo"; il
nostro imperialismo e I'unico che possa
impunemente sfidare i millenni, I'unico che non
abbia da tern ere alcuna decadenza e alcuna
sconfitta, che incrollabile e invincibile muova
con passe graduale, rna fermo, verso la mata.
Cio che un grande pensatore e uomo di Stato
dell'antichita ha detto nella citta eterna, quando
l'lmpero Romano che abbracciava tutto il
mondo. si accingeva fermamente a dare il
supposto colpo di grazia all'odiato e disprezzato
popolo ebraico, cia che con profonda
comprensione Senecadissedi noi con leparole:
"I vimi costringono i vincitori sotto la loro legge",
questa vale per tutti i tempi e per tutti i popoli.
Quando noi, pill di 2500 anni fa, spezzati
nel corpo e nell'anima, abbandonammo la
nostra patria devastata dal nemico, edovemmo
andare errando in esilio, bastarono pochi
decenni perche quell'lsraele, che sembrava
distrutto per I'eternita. trovasse in SEl - miracolo
inaudito -Ia forza sovrumana di influire in modo
definitivo sull'evoluzione spirituale del potente
regnodi Persia. Chi sa leggere i capitoli, che un
profeta anonimo nell'esilio, ha tratto dalla sua
anima, chi saconfrontarli coi monumenti estratti
in giorni recenti dalle rovine di Susa, quegli sa
quanta I'ebraismo fosse vicino a dare la nostra
impronta al volto spirituale dell'impero fondato
da Giro.
Quando nella storia predomina
«I'elemento giudaico»
Un profeta, di cui leggiamo Ie parole alia
fine del 190 capitolo dellibro di Isaia, poteva fin
d'allora attribuire al suo popela il compito di
divenire mediatore fra Ie grandi potenze della
terra in lotta fra loro, di gettare con la sua
spiritualita ponti al di sopra di abissi infinitamente
profondi. Quando noi, due secoli pill tardi,
giungemmo nella citta fondata da poco sui
mare Mediterraneo dal grande conquistatore
macedone, e per la prima volta venimmo a
contatto con i prodotti del genio ellenico,
bastarono di nuovo pochi decenni percha in
,­
questa unione, COS! importante per il mondo,
I'elemento giudaico fosse I'elemento
predominante. Si forma allora quella filosofia
alessandrina, che coopero COS! decisamente
al sorgere del cristianesimo e che fino ad oggi
mostra Ie sue profonde traccie nel pensiero e
nella fede della chiesa cattolica. Quando il
nuovo tempo, iI nuovo spirito si svincola dal
medioevo, la migliore interpretazione della
Bibbia, iniziata sotto guida ebraica, rese allora
possibile ai popoli di camminare con passe
sicuro sulla via del perfezionamento religioso.
Orgoglio voi dovete ancora provare.
perche voi appartenete al popolo, che ha portato
al mondo il dono regale dell'ottimismo.
Certamente. ci sono altri popoli che sono piu
Iieti di vivere di noi, pill avidi di vita, rna
nessuno c'e che, come il nostro, abbia COS!
profondamente affermata la vita. Non e un
ottimista colui che segue il consiglio del poeta
romano e coglie i godimenti del momento,
senza preoccuparsi dell'affanno delle prossime
ore. Afferma la vita quel popolo che nella pill
grave sofferenza e nel pill acerbo dolore non
dubita della redenzione, che per la redenzione
si affatica, e sotto Ie pill sanguinose
persecuzioni dice incessantemente a sa e al
mondo: "Per quanta a lungo possa durare,
persevera, la redenzione verra. deve venire".
La speranza messianica, I'ottimismo pill
alto e pill ricco di benedizione appartiene ai pill
preziosi beniche I'umanita possiede. Se proprio
ora nel periodo pill tragico di tutti, quando
ciascuno di noi porta in sa un mondo di tristezza
e di dolore, se in mezzo aile orgie bestiali
dell'odio il mondo osa sperare in una futura
alleanza di popoli chegareggino pacificamente
in opere di cultura, questa speranza di un'ultima
fine che germoglia nel rosso mare di sangue
come un fiore miracoloso di mai sospettata
bellezza, a dovuta all'educazione. all'idealismo
ebraico. a quell'idealismo che gia trenta secoli
innanzi, quando la guerra era iI pane quotidiano
dei popoli, fece predire ad uno dei nostri figli pill
grandi il tempo in cui gli strumenti di marte
sarebbero trasformati in arnesi di fecondo
31 La lente di Marx
lavoro, il tempo in cui nessun popolo alzerebbe
piiJ la spada contro I'altro. in cui il desiderio di
costruire e non di distruggere, di collaborare e
non di combattere. dominerebbe iI sentimento,
la volonta degli uomini (Isaia. 11)2.
Orgoglio voi dovete ancora provare
perche appartenete alia razza che e piiJ
altamente creatrice. Noi vogliamo veramente
non misconoscere quanto di grande gli altri
popoli civili hanno dato al mondo. Quello perC>
che gli abbiamo dato noi e decisivo. e
determinante. Noi gli abbiamo insegnato a
percorrere la via verso il Divino, a cercare e
trovare Dio in noi; prima di noi e senza di noi
nessun popolo ha potuto farlo. Se ci fosse
bisogno ancora di una prova. dovremmo
vederla nel fatto che popoli spiritualmente cosi
elevati. quali son quelli che vivono nell'estremo
oriente della terra, non sono potuti arrivare fino
ad oggi a questo riconoscimento. perche nella
fase decisiva delloro sviluppo e mancato loro
I'aiuto, la guida del giudaismo.
Voi dovete sentire ancora una volta, voi
dovete sapere ancora una volta che il vostro
popolo e l'Eletto. L'Allah bechartanu, "Tu ci hai
UN DOCUMENTO, UN PAID DI DOMANDE
Ii discorso deL rabbino Zevi - ,parole Libere e coraggiose- secondo La presentazione deLla rivistaIsrael
da cui sono state tratte - non induce soLo ad una riflessione suL razzismo profondo, ancestraLe, che
pennea di se La storia di moLto ebraismo. Esso soLLeva aLmeno due question i che attraversano da decenni
iL dibattito ideoLogico e storiografico su sionismo-ebraismo e nazismo, attorno a cui grande e La
confusione eradicate Le censure: 1) La prima riguarda La concezione deLla storia deLi'umanita cosi
come ci viene presentata da Zevi. Essa non e soLo ebraicocentrica, ma e addirittura specuLare a queLLa
deLLa propaganda antisemita nazista. In fondo Zevi non fa che riproporre in positivo La famigerata
teoria deL "compLotto" mondiaLe ebraico: percorsi storicipLurimiLlenari, momentifondamentali deLla
vita cuLturaLe e reLigiosa deLL'umanita - nei quali hanno giocato fattori moLteplici e compLessi, mossi
e aLimentati da popoLi e uomini deLLe Pill svariate razze - vengono ridotti daL rabbino di Vienna ad
un percorso Lineare, cadenzato Lungo La marcia ''8raduale, rna ferma- de ,~Iimperialismogiudaico-.
GoebbeLs non avrebbe detto di megLio. E deL resto, anche senza andare a pescare un simile documento
tra vecchie riviste di quaLche BibLioteca, iL LettorepUG ritrovare La stessa visione deLla storia come ebraico
"compLotto" (positivamenle inteso) neL Libro di Simon WiesenthaL su CoLombo, Operazione Nuovo
mondo (Garzanti, 1991). Dove L'impresa deL navigatore genovese (e probabiLmente ebreo) viene letta
appunto come fuga di massa semiciandestina degLi ebrei perseguitati di Spagna, aLLa ricerca deLLe
"tribll di Giuda disperse" neLL'Asia. Una foLLia se cosi non fosse; unafolLia ancora pill tremenda seper
caso cosifosse, perche vorrebbe dire che nuLla e pill "certo" e"vero" in una storia che si 1a" non per
Le "Leggi" a tutti noi note, ma per decisioni di poteri "nascosti': quelLi cui sembra appunto credere Lo
stesso WiesenthaL.
2) La seconda queslione riguarda La data deL discorso. E'iL 1918 L'a nno in cui ZeviparLa aLLa sua
"razza", L'anno deLLa sconfilla deLLa Germania e deLLa Dichiarazione Balfour. Non sappiamo cosa
stesse facendo in queL momenta Adolf Hitler - se era ancora imbianchino, pittore, 0 aLtro - ma cerro
e che se neLL'aLLora numerosa comunita ebraica deLL 'A ustria e deLla Germania circoLavano idee come
queLLe di Zev~ ci sembra difficiLe non ripensare in modo diverso daL revisionista NoLte iL "perche" deLla
tragedia deL nazismo, e dei conseguenti crimini di HitLer. Forse, per ri-comprendere La storia di queL
periodo, aLLa Luce di queLLo chesta accadendo oggi un po' in tutto iL mondo, non bisogna indagare tanto
suLLa dimensione esogena-internazionaLe (La rozza equazione staLinismo-nazismo di NoLte, appunto),
rna nei rapporti endogeni, sicuramente non faciLi, fra cerro razzismo ebraico e cerro razzismo tedesco,
in citta e paesi aLLora assai pill muLtietnici e muLticuLturaLi di quanta non sia oggi.
-
32 La lente di Marx
prescelti", questa, che e divenuta per molti di
voi una vuota frase Iiturgica, deve costituire di
nuovo I'essenza della vostra vita. In quest'ora
in cui pill che mai I'umanita anela alia
redenzione, deve di nuovo rifulgere nelle
tenebredel presente I'eterna luce d'israele. Se
anche oggi, dopo circa duemila anni che una
gran parte del mondo riconosce esteriormente
il nostro Dio, il paganesimo occupa un posta
cos] vasto,
si
potrebbe
quasi
dire,
predominante nella fede dei popoli, si deve
attribuire al fatto che noi, dacche la nostra
anima vive in esilio, dacche siamo sminuzzati
in migliaia di gruppi, ognuno dei quali deve
condurre la sua guerra disperata contro una
maggioranza piena d'odio, non abbiamo piCa la
possibilita di combattere senza ostacoli e in
piena liberta per la diffusione dei nostri idealL
e
«Chi pronto a sacrificare la sua vita
agli ideali della sua razza, deve assumere
if suo posto la dove Ie decisioni si maturano»
Si e soliti dire: Voi avete dato al mondo
la Bibbia, ora potete andarvene. Non voi, ma i
Cristiani hanno tradotto la Sacra Scrittura in
tutte Ie lingue del mondo e I'hanno resa
accessibife a tutti i popoll'. Ah amici miei, non
basta leggere e insegnare la Bibbia, cantare e
recitare i Salmi, bisogna vivere la Bibbia. Nessun
popolo vive nella Bibbia, in nessun popolo vive
la Bibbia, se non nel nostro. La Bibbia e in
qualche modo I'anima che ha foggiato in noi il
suo corpo. Nostalgicamente, col petto che ci
trema di gioia, noi guardiamo verso il nostro
Oriente, dove sembra che sorga una nuova
aurora. Se il nostro cuore battera di nuovo nella
terra della Bibbia, se noi potremo toccare
ancora, come il figlio della terra nella leggenda
greca, il sene della Madre, allora noi
accresceremo di nuovo Ie nostre forze, allora
potremo divenire di nuovo 10 strumento
prescelto della divinita3 .
10 posso insegnarvi ancora I'antico esanto
orgoglio ebraico, la splendida e miracolosa
forza ebraica. Grande e la responsabilita che
II
grava su me, rna grande anche il potere che e
posta nelle mie manLlo non ne faro cattivo uso.
Nella mia vita pubblica io non conosco alcuno
scopo egoistico, alcuna ambizione personale.
Ogni pensiero che vive in me, ogni sentimento
che agisce in me appartiene all'Ebraismo e alia
sua santa causa. 10 non ho mosso un dito per
giungere alia pill alta dignita che iI mondo
ebraicodell'Austria pub conferire. Quando mi e
giunta la vostra chiamata, ho dovuto seguirla,
perche chi e pronto a sacrificare tutta la sua
forza e tutta la sua vita agli ideali della sua
razza, deve assumere il suo posta la dove Ie
decisioni si maturano. Per servire il mio popolo
io sono venuto a voi, per servirlo con tutto il mio
cuore, con tutta la mia anima, con tutta la mia
forza. Ma tuttavia io non sono iI servo di nessun
uomo. La mia personalita pill intima, pill elevata
e piu profonda, la mia coscienza non conosce
alcun altri signore all'infuori della voce qivina,
che io avverto in me. Non per occupare un
impiego un impiego io sono qui, rna per
adempiere ad una missione. Chi mi tolga la mia
Iiberta spirituale, la mia indipendenza, quegli fa
di me uno strumento inservibile. Ma chi crede
di poter con minacce 0 allettamenti, con oltraggi
o promesse allontanarmi dal cammino che io
debbo percorrere 0 sviarmi dalle convinzioni
che io mi sono conquistato con una lotta di
decenni, quegli mordera la roccia. Quello che
io in un'ora decisiva ho detto ai fiduciari della
Comunita, 10 ripeto in questo giorno decisivo in
cui io prendo possesso della cattedra, che e fra
Ie pill importanti del mondo ebraico. 10 ripeto a
voi tutti come una seria solenne promessa.
Ogni palpito del mio cuore, ogni elemento
della mia forza, ogni prodotto del mio spirito,
ogni giorno della mia vita debbono appartenere
illimitatamente all'ebraismo e al suo compito
storico, all'opera di redenzione dell'umanita.
La fortezza e il protettore di Israele mi conceda
forza e benedizione!
Vienna, 3 agosto 1918
(da Larassegnaf'TlBnsl/ed ISfiHII, n. 4.gennaio1928, pp. 125-130. Titoloetitolettiredazionali)
-
33 La lente di Marx
RAZZISMO EBRAICO,
QUESTO SCONOSCIUTO
Ancora cinque documenti per
rifletteresulrazzismo ebraico:ilprimo
riguarda San Paolo, /'infaticabile
organizzatore delle prime comunita
cristianeche- paragonato da Engels
aiprotosociaJistideisuoiterrpi-venne
perseguitatodallecomunitaebraiche
ortodosseperlasuadecisionedifare
del messaggio cristiano un credo
validoancheperioonebrei. IIseconro
ricorda un'altra "rottura" neiconfronti
dell'ortodossia tribale: quella di cui fu
protagonista in Olanda Baruch
Spinoza, il Galileo ebreo del XVII
secolo. Una persecuzione, quella
subita daJ fiJosofo, che non ha nulla
dainvidiare a quellesubite dagliebrei
ad opera dell'lnquisizione.
Vengono poi due testi che
evidenziano la forte connotazione
etnico-esclusivista della religione
ebraica: il primo e su Donato
Manduzio, il povero cristo del
Gargano accettatocome ebreodalla
comunitaisraeliticaitalianaSOlodofXJ
molteresistenze, dovute sicuramente
anche a certo tenace razzismo
rabbinico, enontanto -comesostiene
Milano nella sua Storia degli ebrei in
Italia - alia bonta dei capi della
comunita italiana preoccupati di
fXJssibilipersecuzioni fasciste contro
i neofitipugliesi. II secondo riguarda
Robert Binisti, un'awocato ebreo
francese che si e visto rifiutare
l'affiliazione all'ebraismo per i suoi
nipoti, percMprole di un matrimonio
"misto" con una non ebrea.
Infine, un'antoJogia di brani tratti
dallaRassegnamensiledi Israel degli
anni Trenta.
Cinque eserrpi che coprono un
arco di circa duemila anni, e che
fXJtrebbero induffeadunacondanna
dell'ebraismo stesso -prima ancora
che del sionismo gia stigmatizzato
vent'anni fa dall'Onu - come
movimento culturale-religioso
razzista. Ma iI problema - in ragione
anche della varieta delle posizioni
che ha caratterizzato la storia
dell'ebraismo: e la protesta di Binisti
nee unesempio- nonetantoquesto.
Laquestione vera ecercaredicapire
perche di'tanto"razzismo, nelsenso
comune e nella cultura media della
gente epersino dell'intellettualita non
c'e quasi traccia. Come si spiega
questa paurosa rimozione -eensura
collettiva, per la quale gli "ebrei"
a;:paiono "sempre e comunque"
campioni di antirazzismo e di
laiGismo?
Pensiamo che Ie responsabilita
vadano individuate in tre 0 quattro
direzioni. La prima, riguarda il
"continuismo"teorizzatodaJlaChiesa,
fra Vecchio e Nuovo Testamento:
continuismocheinpediscedicogliere
- oltre il livello della "rivelazione"
puramente religiosa - la rottura
rivoluzionaria rappresentata dal
cristianesimo rispetto al/'antica
tradizione ebraica. Come ricorda fra
gli altri Donini, c'e un abisso fra il Dio
del Pentateuco - un dio violento e
tribale, espressione dell'aspra vita
delle tribU nomadi - e quelJo del
VangeJo -propugnatore di un arnore
e una fratellanza universali in un
Mediterraneo multietnico e ormai
profondamente
ellenizzato.
Paradossalmente,
questo
"continuismo ''-diplomatismoserrbra
essere
piu funzionale che
contraddittorio rispetto all'accusa ­
antisemita perche astorica e
genera/izzata - di deicidio riversata
sugli "ebrei':
Lasecondaresponsabilitainveste
l'intellettualita ebraica, spesso anche
la piu laica e spregiudicata. Emerge
qui quella che si direbbe una sua
caratteristica ritomante, e cioe la
tendenza a "coprire"lerontraddizioni
inteme, gli effori, Ie abeffazioni di
certa tradizione culturale e religiosa
che comunque in quaJche modo Ii
riguarda. "Noi" - giustamente: con
buona pace dei rigurgiti vandeani
della Pivetti - tagliamo la testa ai
"nostri" re, e fuciliamo i "nostri"
Mussolini: simili rotture, fra gli ebrei,
sono rare, e quando cisono - Cristo,
Spinoza, Uriel da Costa- hanno
conseguenze drammatiche per chi
Ie corrpie. In genere si preferisce
tacere suirazzismo ebralro, a destra
come a sinistra.
Ecco cosi che sipretende che 17
caso Manduzio sia la "prova" del
carattere proselitistico dell'ebraismo
-evero semmaiilcontrario - romese
34 La lente di Marx
l'ebraismo, che certo ha conosciuto
anche delle conversioni nella sua
pJurimillenariastoria, fossedaquesto
punta di vista paragonabile al
cristianesimo. Ed ecco che si
condannano - giustamente - il caso
Galileo e I'lnquisizione, senza
ricordareperolacoeva "Inquisizione"
ebraicaelesuevittime. Bastaleggere
la saggistica di autori ebrei su
argomenti del genere, per rendersi
conto di quanto sia radicato il criteria
dei"duepesi, duemisure'; alimentato
- si direbbe - da una certa tenace
tendenza aI/a censura di fatti
emblematici e rilevanti.
Infine, ilterzolivelJodireponsabilita:
l'intellighentzia - chiamiamola cos! ­
democratica. II cretino di sinistra di
cuiparlava per altri versi Sciascia, e
purtrowDcategoriadiffusa. Ma esso
e soprattutto "intellettuale" e
"professionista" dell'informazione,
perche chi milita in basso ha meno
colpe; ede forse non solo un cretino,
ma anche un turbo. Percheha capito
che per farsi spazio -per avere una
propria rubrica in un quotidiano
nazionale, per diventare inviato
televisivo, per diventare conduttore
di una trasmissione tv uscendo dalla
serOOscurita,pervirrereunconcorso
- oecorre serrpre dare segnali in un
certo sensa: un'intervista, un elogio
serviledicertigruppirazzistidiMilano,
un ennesimo volumetto sulla guerra
rrondialeosul fascismoE'ungrande
sport nazionale quelJo cui si assiste:
il qualeper finire, richiama un quarto
livelJodiresponsatilita, fondamentale
per capire i due precedenti (per la
Chiesa, chesirnuoveperaltreJogiche,
ildiscorsonon vale): ecioe ilfattoche
soprattutto sui versante "Iaico" e "di
sinistra'; editoria e media sono in
granpartecontrollatidachi vuoleche
di queste cose, non siscriva e non si
discuta liberamente.
1. La rivoluzione eristiana di San Paolo
USCIRE DAL GHETTO,
APRIRSI A TUTTE LE GENTI
DELL'IMPERO ROMANO.
Parla 10 storieo Santo Mazzarino
e
"Dopo Gesu la storia dell'impero romano ormai segnata da
due parallele: la vicenda dell'impero di cultura ellenistico-romana,
e la vicenda della comunita cultuale giudeo-cristiana. Nell secolo,
Ie due parallele si distinguono spesso, ma spesso s'incontrano. Dal
II secolo in poi, Ie due parallele si confondono: la storia romana
allora la storia di una cultura che si avvia a diventare cristiana nella
sostanza (III secolo) e infine in forma costituzionale (IV secolo).
Questa immaginedelle "due parallele", nonostante il suocarattere
in certo modo convenzionale e provvisorio, PUQ aiutarci a intendere
la complicata storia dell'epoca che tenne dietro alia morte di Gesu.
Essa
dominata da una grande personal ita, I'apostolo Paolo.
Nessun cittadino romano ha avuto nella storia dell'impero
quell'importanza decisiva che noi dobbiamo assegnare a Paolo: e
tuttavia, molto probabile che nessuno degli imperatori sotto i quali
egli compi la sua opera missionaria (all'incirca, dal 32/33 - anna
della sua visione sulla via di Damasco - ad uno anno ignoto del
regno di Nerone) abbia avuto un qualche interesse per questa
gigante della storia mondiale. C'e di piu: nessuno degli storici
romani (e neanche I'ebreo romano Flavio Giuseppe) ha avuto un
qualche sospetto che valesse la pena di ricordare la sua opera ­
opera, ripetiamo, di un cittadino romano - a proposito per esempio
degli imperatori Claudio 0 Nerone (... )
Quando, molto probabilmente nel 58, I'apostolo viene attaccato
dalla folia giudaica di Gerusalemme, ed arrestato dal tribuno della
coortestanziata nella cittadella Antonia, allora - secondo il racconto
delle Praxeis - Paolo dichiara al tribuno: "io sono un uomo giudeo,
cittadino di Tarso, citta cilicia non priva di importanza; ti prego,
fammi parlare al popolo». Solo piu tardi, quando i Giudei
interromperanno il suo discorso e il tribuno ordinera la flagellazione
dell'accusato, Paolo dichiarera - sempre secondo Ie Praxeis -Ia sua
cittadinanza romana, la quale impedisce la sua flagellazione; e
all'incirca due anni dopo, appellera all'imperatore (Nerone). La
civitas romana dunque, per Paolo, un fatto giuridico di enorme
importanza; ma egli sottolinea questa fatto (almeno secondo il
racconto delle Praxeis, che in questa caso interpretano abbastanza
fedelmente il suo pensiero) solo nei momenti di estrema necessita.
e
e
e
e
35 La IenIe ci Marx
( ... ). Naturalmente, non solo la "doppia
cittadinanza" - di Roma e di Tarso - ma anche (e
soprattutto) I'appartenenza alia grande tradizione
giudaica caratterizza la concezione paolina della
cittadinanza. Gia poco tempo dopo la morte di
Gesll la comun ita cristiana di Gerusalemme contava
un buon numero di giudei che parlavano il greeo
("ellenisti"), per 10 pill originari dell'Asia Minore, e
addirittura di greci proseliti del giudaismo; non
escluso che qualcuno di questi primissimi cristiani
fosse fomito di civitas romana. Quando • con ogni
probabilita, nel 33 a.C. - Paolo ebbe la sua visione
("apocalissi'') sulla via di Gerusalemme a Darnasco,
quasi aile porte di quest'ultima citta, il nuovo
convertito non era dunque, per se stesso, una
personalita molto diversa dagli altri cristiani
"ellenisti", ed eventualmente cittadini romani, della
comunita nazoera; il fatto veramente nuovo
consisteva nella circostanza che egli «Ebreo da
ebrei, fariseo seeondo la legge», aveva
preeedentemente perseguitato questa airesis
(eresia) giudaica dei Nazorei. Dopo I'apocalissi,
Paolo si recO in Aabia, e di n nuovamente tomb a
Damasco: in tutto tre anni, dal 33/34 al 35136, di
predicazione del cristianesimo inn tenitorio arabico­
damasceno, soggetto al re Areta (...)
La predicazione di Paolo in Arabia e a Damasco
suscitava I'ira di Areta e degli uomini di Areta;
Paolo, civis romanus, veniva considerato, da essi,
come un esponente del giudaismo filoromano in
opposizione ai Giudei antiromani di Damasco. Lo
stesso Paolo, all'incirca un ventennio dopo, ha cos1
narrato questa prima grave vicenda del suo
apostolato: «a Damasco, I'etnarca. del re Areta
sorvegliava la citta dei Damasceni per arrestarmi,
ed io fui tirato giu, in una cesta, da una finestra,
attraverso il muro; e gli sfuggii» (...) Ie seolte che
contrawenivano agli ordini dell'etnarca tirando gill
la cesta con dentro I'apostolo Paolo, erano
"diseepoli" dell'apostolo; discepoli, che in questa
momenta abbandonavano il normale atteggiamento
antiromano dei Giudei di Damasco per salvare un
civis romano in un momento di grave tensione tra
I'impero romano e la citta di Damasco. Sin dai tempi
di questa oscura predicazione "arabica" del 34-36,
I'apostolo Paolo aderisee - con grave rischio della
sua vita - alia politica dell'imperatore romano (...).
La predicazione di Paolo, che nel 34-36 si era
volta all'Arabia antierodiana, e dopo si era limitata
e
-
alia Siria e alia Cilicia, comincib ad assumere una
nuova importanza dopo I'esperienza dell'impero di
Caligola e Ie vicende che seguirono la morte
dell'imperatore-dio (...). Restavano da chiarire i
rapporti tra gli "apostoli" della predicazione giudaico­
cristiana e i proseliti che ad essi venivano dal
mondo dei gentili. La legge di Mose preseriveva la
circoncisione: come andavano considerati i proseliti
non circoncisi?
Paolo, e gli altri apostoli d cui ci da notizia la
tradizione cristiana, non erano i soli a porsi questa
Paolo
trasse
essenziale
problema
(...).
Ie conseguenze
di
questa
definitivamente
situazione. Egli volle spezzare Ie barriere tra Giudei
e gentili, tra gli «uomini della peritome (
circoncisione)>> e gli «uomini della akrobystia». In
un primo viaggio miSSiOnario (tra il 44 e il 47 circa)
evangelizzo, insieme con Bamaba, Cipro, Panfilia,
Pisidia, Licaonia; secondo Praxeis, anche il
proconsole di Cipro, Sergius Paulus, «credette».
Ormai, questa concetto della conversione senza
circoncisione- diciamo cos1 il concetto che aveva
ispirato Chananja alia corte del re Adiabene
(Chanania era un mercante ebreo che aveva
convertito Adiabene al giudaismo, ndr) diventava il
sensa e 10 scopo della sua vita: egli riteneva che il
dio d'israele aveva affidato a lui «I'evangelio della
peritorne». Ma Ie difficolta che Chananja aveva
incontrato alia corte di Adiabene si presentarono
per lui nei rapporti con la comunita madre cristiana,
la comunita di Gerusalemme. Nel 49 ebbe una
nuova "apocalissi", in seguito alia quale si reeb a
Gerusalemme; in un "concilio degli apostoli", lakobo
(il fratello di Gesu) e Cefa e Giovanni, "colonne"
della comunita, riconobbero la validita di questa
suo evangelio della akrobystia (...).
Nello stesso anno 49, ormai staccato da BamaOO,
Paolo inizib iI suo secondo viaggio missionario;
attraverso l'Asia minore (Cilicia, Licaonia, Frigia,
Galazia, e poi a occidente sino alia Troade); di poi
si volse al continente c1assico, Ie province di
Macedonia ed Acaia: Filippi (dove fu arrestato e
fustigato, e solo infine dichiarb la sua cittadinanza
romana), Tessalonica, Berea, Atene (Ia citta per
eccellenza restia al suo messaggio), Corinto. La
predicazione dell'apostolo cominciava sempre dalle
sinagoghe, con un successo relativo (per esempio
a Corinto, Paolo battezzb I'archisinagogo Crispo e,
come sembra, il proselito G. Tizio Giusto; ma Ia
36 La Iente ci Man<
comunita giudaica 10 accuso al tribunale del
proconsole Gallione (...)
La distinzione fra I' eresia giudaica dei Cristiani e Ie
altre quattro eresie (0 ''filosofiai'', come anche Ie
chiamava Flavio Giuseppe) del giudaismo, era in
realta inevitabiIe. Paolo predicava nelle sinagoghe,
ma non riusciva a convertireun archisinagogo, ma
un altro archisinagogo 10 accuse al proconsole.
Questa
dottrina
della
conversione
senza
circoncisione incontrava sempre quegli ostacoli
che Chananja aveva incontrato alia corte di re
Adiabene. COSI, la eresia de; Cristiani tendeva ad
usciredalla grande religio (treskeia) giudaica in cui
rientravano Ie altre quattro eresie. La vita
dell'apostolo Paolo fu segnata da questa vicenda,
e deve ad essa quella che in tennine tragico si
chiamerebbe la sua "peripezia". Nel 58, al termine
di un suo terzo e importantissimo viaggio missionario
(53-58), Paolo si rece a Gerusalemme, per
purificarsi, con quattro nazorei (cittadini di Nazaret,
ndr). Egli venerava questa tempio supremo del
Dio...Egli sapeva bene che questo tempio, al di la
del peribolo, era precluso ai non circoncisi, sotto
pena di morte; che anzi (come mostrammoa
proposito della descrizione di esso in Filone) un
giudeo non poteva rivelame la struttura agli Ellenes.
Ma era stato visto in citta con un cristiano non
circonciso. Si diffuse la voce che aveva condotto un
Ellen nel santuario; fu malmenato; iI tribunale della
coorte stanziata a Gerusalemme 10 arreste ... la
maggioranza dei Farisei 10 considerava un apostata.
COSI, implicitamente, il cristianesimo di tendenza
paolina veniva escluso dalle normali sette giudaiche
della comunita. cultuale di Gerusalemme».
(00 Santo Mazzarino, L'lmpero romano, vol. I, Laterza, pp. 173-202)
2. Spinoza, un Galileo che non commuove
"Iaici"
XVII SECOLO, AMSTERDAM:
L'INQUISIZIONE DELLA SINAGOGA
La vulgata vuole che I'ebraismo sia - se non altro
per necessita - religione "Iaica" e tollerante, e che
I'Inquisizione sia un istituzione pensabile solo
nell'ambito di certo fanatismo cristiano. Non ecos'i.
Come tutte Ie religioni, anche Ie Sinagoghe hanno
perseguitato i loro eretici, e con livelli di violenza,
di emarginazione, demonizzazione, che nulla hanno
da invidiare a Torquemada e ai suoi funzionari.
An;.:i.
I casi di Uriel da Costa e di Spinoza sono da
questo punto di vista esemplari. Siamo nel Seicento,
secolo per meta affascinante - L'Inghilterra di
Elisabetta e poi Cromwell, la grande espansione
oceanica, Shakespeare, Cartesio, e appunto Spinoza
- e per meta terribile - Ie guerre di religione, I'avvio
della tratta degli schiavi. E siamo nell'Amsterdam
dove vive una numerosa comunita ebraica, in parte
provenientedalla Spagna dopo I'espulsione del 1492.
Qui viveva I'ebreo Uriel Da Costa. «Marrano di
origine portoghese - scrive Remo Cantoni
nell'Introduzione all'Etica e Trattato teoLogico­
poLitico - dopo un periodo di sincero fervore
cristiano (i marrani erano per I'appunto ebrei
convertiti, ndr), era emigrato in Olanda neL1615 ed
era qui ritornato alia sua antica reLigione. Ma,
uomo pieno di inquietudini e difermenti moderni,
negava l'immortalita dell'anima e aveva osato
scrivere che "La Legge di Mose era una invenzione
umana" in contraddizione per giunta con La Legge
naturaLe. Bandito dalla comunita ebraica, vi si
riaccosto nuovamente dopo sette anni di tormenti
interiori. Ma do vette, per essere riammesso,
-
37 La lente di Marx
rinnegare ipropri errori,prosternarsi a terra, venir
colpito con trentanove vergate suLLa schiena nuda,
e ijedeLi deLLa sinagoga, secondo le tristi usanze del
tempo,passarono con i piedi sul suo corpo piagato.
Esasperato, Uriel corse a casa e si uccise, dopo
aver scritto neLLa sua camera le ultime pagine deLLa
sua biograjia»
Questo truce episodio, tipico di una logica tribale
che attraversa tutta la storia dell'ebraismo da Abramo
ai giomi nostri, risale al 1640, quando Spinoza
aveva otto anni. Ventisei anni dopo tocchera al
grande filosofo una sorte simile: spirito ribelle fin
da quando frequentava la scuola rabbinica, Baruch
entro ben presto in conflino con la comunita. Ne
venne espulso il 27 luglio del 1656, con un banda
chenella sua incredibile violenza verbale prefigurava
la persecuzione concreta. disumana. subita:
sonolineati i «perjidi pensieri e la malvagia azione
di Baruch Espinosa», ricordate Ie «molte sicure
testimonianze» sui caso, il Consiglio della Sinagoga
esprimeva COS! la sua condanna: «...bandiamo,
scomunichiamo, malediciamo e cacciamo Baruch
de Espinosa. Con L'ispirazione del sommo Dio...con
la maledizione Con cui Giosue maledisse Gerico,
con la maledizione con cui ELiseo maledisse i
janciulli e con tutle le imprecazioni che stanno
scritte neLLalegge». Esenon bastasse: «Siamaledetto
nel giorno, sia maledetto neLLa notte. sia maledetto
quando si posa, sia maledetto quando si leva, sia
maledetto se esce, sia maledetto se entra. Che Dio
maigLiperdoni. che /'ira eiLjurordiDios'injiammino
contro quest'uomo e riversino su di lui tutle le
maledizioni che stanno scrUte nei Libri deLLa Legge,
che canceLUno iL suo nome sotto iL cieLo; che Dio Lo
recida, per iL suo tormento, dal ceppo d'lsraele, con
tutte le maledizioni del cielo chestanno scritte nei
Libri deLLa legge ... Noi ordiniamo che nessuno abbia
rapporti oraLi 0 scritti con lui, che nessuno Lo
soccorra, che nessuno rimanga con lui sotto un sol
tetto, che nessuno gLi si avvicini pili. di quattro passi,
che nessuno legga uno scritto redatto 0 pubbLicato
da lui»
Un casoeclatantedi persecuzionereligiosa -ediciamo
pure: tribale - che fa di Spinoza il Galileo ebreo del xvn
sccolo: un Galileo, pen), che al contrario di quello vern ­
da sempre giocato in funzione anticristiana - non viene
adeguatamcntee analogamentecitatoe/ocommisuratoda
moltasaggistica"laica",ediautoriebreiinpanicolare:per
castoro - che anzi "recuperano" Spinoza come simbolo
della "radici ettaiche" della "mooemita", censurando
l'altrafacciadeUa suasimbolicitli: appunto l'oscuranlisrno
rabbinico - alternativamente, 0 il cristianesimo sarebbe
religione piu oppressiva, 0 esso e l'ebraismo sarebbero
rcligioni "eguali"nei pregi e nei difetti. Uncasodi censura
pauroso - pur con e.ccezioni - documentabile focilmente.
Ma al di la di questo dato pure importante, da dove
viene questa furia religiosa contro il "diverso" che
impla:abilecolpi9;eSpinoza?Ecconelriquadro~
la risposta del filosofo, certo marcata dalla sua esperienza
personale, certo riferita al passato, rna valida a capire
anche certi COOlpatan1enti tribali di oggi, a cootinciare
dalla strage di Hebron.
SPINOZA, ANCHE PER CAPIRE HEBRON ...
ccL'amor patrio degli Ebrei non era semplice arrore, ma tervore religioso e, insieme all'odio verso tutti gli altri
popoli, esse era rawivato ed alimentato dal cultoquotidiano in modo taleda convertirsi, unitamente aquell'odio,
in una sorta di seconda natura. Intatti il culto quotidiano non solo era completamente diverso (per cui essi
venivano a trovarsi in una posizione particolare edel tutto separata da quella di tutti gli altri popoli), ma anche
asselutamente contrario ad ogni a~ro culto straniero. Da questa specie di condanna, rinnovata ogni giorno.
nasceva necessariamente un odio senza tregua verso Ie altre genti. superiore a qualunque altro che pur si
radichi protondamente negli animi . Era un odio che scaturiva da un grande edevoto sentimento religiose ed
era ritenuto esse stesse zelo religioso. Come concepire un sentimento piu protond<> e tenace di questa?
S'aggiungeva poi la causa consueta che accende sempre di piu il sentimento dell'odio. coo la reciprocita,
giaccM gli altri popoli non potevano non nutrire un odio altrettanto implacabile contra di essi..
(Baruch Spinoza. Trattato teologico-poli/ico. a ella di Remo Canloni e Franco Fergnani, Torino, Utel, pp.684-685)
38 La fents di Marx
3. Un caso di proselitismo
LA CONVERSIONE "FORZATA"
DI DONATO MANDUZIO
"ISRAELE"
E GLI "UOMINI"
«Gli uomini, tutfal piC!, riuscirono
a divinizzare se medesimi e Ie loro
facolta 0 passioni 0 potenze 0
desideri, creando dei a loro
immagine... Israele tenne la via
inversa: mise Dio unico alia fonte di
tutti i fenomeni, Lo concepi come
solo Creatore e Signore dei mondi, e
ne fece if modello, la meta di tuNi gli
uomini, if padre di tutti gli esseri, non
rappresentabile sotto alcuna
figura...... Cosi scriveva - ancora nel
1952: I'lnternazionalismo proletario
a sinistra, l'Europeismo al centro e a
destra - Dante Lalles sulla Rasse­
gna mensife Israel. Una concezione
tribale della religione simile a Quella
delle primitive tribu alricane, con la
diflerenza che gli autoetnonimi di
queste ultime di solito significano
'uomini", ad escludere dall"umanitil"
i membri delle tribu nemiche: nel
caso di Lattes invece si sale di un
gradino, e la distinzione passa Ira gli
'eletti" e i semplici ·uomini". Fra i
Qual; ultimi vanno compresi eviden­
tamente gli stessi cristiani, che aven­
do superato 10 stadio del nomadismo­
notoriamente privo di arte ligurativa ­
sono adu si a raffigu rare con immagini
illoro Dio.
L'articolo da cui trallo iI brano ­
Apologia dell'ebraismo - e state
ripubblicato recentemente dalla casa
editrice Carucci, rna utilizzando una
vecchia versione risalente agli anni
Venti. Nellibretto (1990), il passo Qui
citato non com para.
e
-
Terra di magia e religiositil popolare e il Gargano, ricordano tra gli
altri Sabino Acquavivae GOltfried Eisermann (La montagna del sole, 1982).
Qui, in una regione desolala e isolata, tra storie antiche di maghi e di streghe,
e fra un pullulare di piccole sette religiose cristiane su eui finira per dominare
- anche in senso gco-orografico - il cullo "ortodosso" di Padre Pio, nacque,
agli inizi degli anni Trenta, una curiosa comunitil "ebraica". Profeta ne fu
Donato Manduzio, nativo in que! Sannicandro in cui era «diffusa la credenza
nelle streghe, nellafaltura e nel malocchio». Divenuto invalido durante la
prima guerra mondiale, Manduzio impara a leggere per la prima volta in
ospcdale, aiutato da un commililone. Legge la Bibbia. Vi scopre che gli ebrci
venivano "prima" dei crisliani. Riliene dunque che essi rappresemino la
"vera" religione. Poi, nel corso di una vita quotidiana certo non felice a causa
della sua inferm itil, comincia ad avere delle visioni. Per Manduzio e la
conferma, e Dio che 10 chiama. Si converle dunque da solo all'ebraismo e
raccoglie altorno a se, grazie al suo carisma, altra gente del luogo: una
tremina di "anime", come Ie chiama a un cerlO PUnlO ricic1ando per la sua
nuova fede un termine di anlico sapore cristiano.
La sloria epcro solo agli inizi. Manduzio non sa che esislono altri ebrei
nel mondo. Pensa che essi sono gradualmenle scomparsi con I'avvento del
cristiancsimo, come tante religioni del passato. Pensa di rappresentare
l'unica comunita ebraica in Italia. Poi la rivelazione, per tramile di un
viaggialOre capilato a Sannicandro: aRoma, gli dice, ci sono molli ebrei ...
Manduzio scrive, chiede a chi era "nato nella Legge" di essere ufficializzalo,
di enlrare a far parle della comunita degli ebrei italiani. II profeta di
Sannicandro aspetla con ansia la risposla. Di leltera in lettera, alia fine
arriva...
Racconta Phinn E. Lapide - un simpatico ebrco canadese arruolalosi
con gli AlJeati, rimasto talmente slupefauo da quella curiosa storia da
scriveme un libro, Mose in Puglia, dopo la fine della guerra:
_.. «Buon giomo» disse Donato finalmente. «Buon giomo davvero»
disse il postino con un riso. «A Foggia e gia pomeriggio e sono appena
arrivato per portarvi questo». E tiro fuori due buste con Ie quali si fece vento.
«Si capisce che diventate famoso, signor Manduzio». disse con un moto
rapido delle busle. «Due lettere in un giomo. un espresso e una raccomandata
persino» ....
Appena fu solo, Donato lacero Ie buste. La prima era un telegramma
da Roma: «Chiesto alIa Comunita ebraica di Napoli di cui fate parte di
aiutarvi immediatamente. Se fallissero prendero contatti conautoritacentrali».
39 La Iente d Mane
Era finnato: «Prato».
La seconda era una lettera della Comunita ebraica
di Napoli:
«Egregio signor Manduzio, considerando Ie
restrizioni sempre maggiori imposte dal Governo sulle
cornunita non cattoliche e in conseguenza delle speciali
condizioni imposte dalla guerra eli liberazione che il
nostro glorioso esercito sta combattendo in Abissinia,
sara molto difficile se non impossibile intervenire in
vostro favore come ci richiede il rabbi no capo. Tuttavia
dovremmo farvi notare che qualsiasi casa dove si
tengano riunioni di preghiera puo essere considerata
come luogo di culto e non occorre che siano fissati
locali speciali a questo scopo. Considerando inoltre
che col dovuto rispetto voi non siete ebrei per razza 0
religione...»
Donato non continuo nella lettura. In un trasporto
d'ira, fece una palla della lettera e la getto lontano. Poi
chiese penna, calamaio e carta che Antonia (la moglie)
gli porto e scrisse:
«Ricordatevi, 0 voi altezzosi ebrei di Napoli che
anche nostro padre Abramo era figlioenipotedi pagani
e idolatri. Ma genero i figli d'Israele e dalla sua progenie
discendete voi pure. Come osate prendervi gioco di noi
che, come Abramo, nascemmo in oscurita e abbiamo
trovato la strada verso la luce? Pennettete che vi dica,
o orgogliosi e immeritevoli figli di nobili genitori, che
anche noi siamo discendenti del seme di Abramo,
Isacco e Giacobbe...»
La "vertenza" di Manduzio con i rabbini italiani - una
sorte di conversione "forzata" speculare rispetto a quelle
tipiche di certa tradizione cristiana versus gli ebrei: qui
e il neofita che chiede di entrare nella comunita, e ne e
respinto - e confermata e approfondita anche da altre
fonti non romanzate come il Mose in Puglia di Lapide.
Elena Cassin, che pure come Attilio Milano giustifica il
comportamento dei rabbini italiani come atto protettivo
per aspiranti ebrei in un'Italia fascista ( San Nicandro.
Histoire d'une conversion, Paris, 1993, p. 265), riporta
nel suo libro altri scambi epistolari significativi,
precedenti quell'''ultima risposta" degli ebrei di Napoli.
Da una parte il candore di Manduzio, permeato di una
concezione universalista della religione inconsciamente
mutuata propriodaquel cristianesimoche avevarespinto.
Dall'altra parte, il rabbino abituato ad una concezione
monoetnica-razziale del suo credo.
«Manduzio scrisse per la prima volta al rabbino una
cartolina postale alia fine del mese d'agosto (1932). II
fatto di utilizzare una cartolina, aperta a ogni sguardo,
per trattare una questione cosl seria, sembro al rabbi no
il segno che non poteva trattarsi che «di un gioco
scherzosopiu 0 menospirituale». II rabbi no gli domando
innanzitutto come gli era venuto il desiderio di
abbracciare I'ebraismo... II rabbi no tenninava la sua
lettera con queste parole, che meri tano di essere riferite:
«Cio che devo ora dirvi e che I'ebraismo e molto poco
incline al proselitismo e non ace etta che
eccezionalmente dei proseliti. Questo perche esso
considera la vita futura non e I'appannaggio esclusivo
degli Ebrei, mache Ie animedi tutti gli uomini, accertato
che siano buone, si salveranno in egual misura» (pp.
37-38).
C'e ne gia abbastanza, senza soffermarsi su altri
particolari - dalla captatio benevolentiae del mito della
"salvezza delle anime", al dichiarato "disgusto" di
Manduzio per il Talmud - per ricollocare in una
dimensione realistica la storia degli "ebrei" di
Sannicandro, oltre la sua presunta "esemplarita" del
carattere proselitistico dell'ebraismo. Una vicenda che
dagli inizi alia fine - molti seguaci della setta, otten uta
finalmente la conversione, nel dopoguerra si sarebbero
recati in Palestina a combattere contro gli arabi - e in
realta contrassegnata dalla tenace resistenza della
comunira italiana ad accogliere fra Ie sue braccia il
"profeta" di Sannicandro.
Uno spaccato interessante, insomma, siadella "rarita"
e "difficolra" delleconversioni nella storia plurimillenaria
della religione mosaica; sia di quel terzo filone
dell'ebraismo italiano nel Ventennio - non evidenziato
dagli studiosi, a cominciare da Renzo De Felice (Storia
degli ebrei italiani sottoilfascismo) - che eindividuabile
a piene mani nella Rassegna mensile di Israel di Dante
Lattes: non I'ebraismo assimilazionista democratico ed
antifascista dei fratelli Rosselli (I'ebraismo "nostro", di
tutti); non l'ebraismo assimilazionista fascista dei
collaborazionisti mussoliniani de La nostra Bandiera,
rna un ebraismo razzista, abbarbicato al mito tribale
dell'identira abramica, e alla cultura del Ghetto: magari
ufficialmente convivente con il fascismo (vedi Ie lodi
alla "Iiberazione" dell'Etiopia nella lettera del rabbino di
Napoli sopra citata), rna con questa conflittuale. Ed e
veramentedifficiledire se da "sinistra" odadestra, dagli
abissi cioe di un razzismo ancestrale, profondo, "forte",
che non trova eguali nella storia dell 'umanita, e di fronte
a cui persino i nefandi miti "romani" deJl'Italietta del
Ventennio appaiono bazzecole senza conseguenze,
almeno nella "Iunga durata" del processo storico.
40 La Iente ci MaJx
4. Ebrei per razza. Le farneticazioni del rabbino Goldmann
srORIA DI DANIEL E SARAH,
IN LOTTA CONTRO IL ''TorALITARISMO
(e tribalismo) RABBINICO"
«In un recen te n umero
dell 'Express, Regis Debray
ricorda questa ammirevole Frase
di Gennain Tillon: « 'E ebreo chi
vuole». E aggiunge: «da noi il
dilemma di domani non e fra
federalismo e nazionalismo, ma
fra la nazione in senso gollista, 0
la tribu secondo la concezione di
Le Pen». Posso io, mutatis­
mutandis, dire: «'E ebreo chi
vuole», e aggiungere che per
noi il dilemma di domani non
.sam fra il popolo ebreo e la tribu
di Giuda?».
Questo (si) chiede Robert
Binisti, ebreo algerino e
awocato onorario della Corte
d'Appello di Parigi, all'inizio
della sua testimonianza, un
pamphlet pubblicato da
L'Harmattan sotto i1 tHolo I
matrimoni ebraico-eristiani di
fronte all'integralismo rabbi­
nico (1990). La storia e questa: i
nipoti di Binisti, Daniel e Sarah,
nati dal matrimonio di Binisti
figlio, Jean-Pierre, con una non
ebrea, vogliono entrare a far
parte in tutti i sensi della
comunita ebraica di Parigi.
Ormai adolescenti, essi si sentono
gia ebrei e vivono in una
famiglia
dove
la
lora
propensione e accettata
liberamente: dal padre perche
ebreo, dalla madre che
protestante non praticante ­
aveva accettato prima di sposarsi
che i figli venissero educati alla
-
religione del marito.
Ma ecco il problema, i1 muro
d'acciaio di quello che Binisti
definisce il "totalitarismo
rabbinico": i1 rabbino capo di
Parigi Alain Goldmann si
oppone all'accettazionediDaniel
e Sarah nella comunita, perche
figli di una non ebrea. Secondo
infatti la cosiddetta "Halakha",
la legge ebraica, sono ebrei solo
i figli di madre ebrea. Dunque,
Daniel e Sarah possono al
massimo "convertirsi", rna
anche qui, attenzione, essi
devono mostrare di rispettare
«rigorosamen te» - sottolinea
Goldmann - i precetti e Ie regole
dell'ebraismo.
Binisti, gia perseguitato dal
regime di Petain durante la
seconda guerra mondiale, si
indigna e inizia la sua offensiva
epistolare. Una decina di lettere,
e qualche gelida risposta da parte
delle autorita rabbiniche. Ecco
un esempio della protesta di
Binisti: «... sono scioccato,
sconvolto, a sentirvi parlare
della "conversione" di Daniele.
Daniele eebreo, non ha bisogno
di essere convertito... Voi ben
sapete che il piccolo numero di
fedeli che assistono sabato alla
funzione
vengono
in
automobile, il che, secondo Ie
strette regole - che voi avete
l'in telligenza e l'abilita di
passare sotto silenzio
costituirebbe
una
grave
violazione del Sabato... Perche
alllora esigete da Daniele e da
Sarah, dai loro parenti, che essi
rispettino il Sabato e Ie feste
religiose ebree con rigore?».
Ma niente da fare. Almeno
fino al 30 maggio 1990, data alIa
quale si ferma la storia
raccontata da Binisti, Daniel e
Sarah ancora aspettavano che
la Sinagoga si aprisse anche a
loro. Non conosciamo gli
sviluppi della vicenda: rna quali
siano stati, il caso Binisti e
l'ennesima prova della forte
valenza tribale dell'ebraismo.
Certo emerge anche una
dialettica interna, foriera di
possibili evoluzioni positive ­
Binisti si sente e vuole essere
ebreo - rna al fondo si e di frante
ad una storia consimile a quella
di Manduzio in ltalia: qui era la
"conversione" il qUid in gioco;
nella vicenda dell'avvocato
sefardita - e in questa sua
origine, uno dei motivi della
chiusura del rabbino-capo? - i1
qUid sta invece nei cromosomi
matemi. Ma il risultato, il muro
dell'autoghettizzazione, e 10
stesso:
una
religione
esclusivista, marcata in senso
razziale, secondo peraltro una
concezione "matrilineare" che
richiama - ne12000 dopo Cristo­
i1 mondo tribale primitivo. I
retrogradismi non abitano solo
nell'Islam 0 nella Chiesa.
41 La lente di Marx
5. Anni Venti-Trenta. Ebrei eome tutti. Daile
lodi a Balfour "il sanguinario" ai eonsigli per
migliorare il fisieo della razza. II "diritto storieo"
"superiore" sull"'arabo pezzente".
E L'ANTICOLONIALISMO
SI TINSE 01 RAZZISMO ...
Razzismo ebraico. Balfour,
sanguinario con gli irlande­
si, "aristocrala" eongliebrei
«Nel 1887, fra la sorpresa
generale, fu chiamato dallo
zio al pill difficile incarico
concepibile, il dicastero d'h­
landa. La crisalide dell'irre­
solutoedeboleBalfourschiu­
se la forma di un uomo nuo­
vo, quale nessuno conosceva
o sospettava, dal pugno di
ferro e dalla volontA d'accia­
io. Balfour fu il pill ferreo,
severo, coraggioso Segreta­
rio Generale che la storia del­
I'lrlanda avesse conosciuto.
«B loody Balfour», dissero
con ingiuria atroce (e forse
non ingiustificata) gli irlan­
desi. Fu la prima grande sor­
presa della carriera di
Balfour....
Nel 1917, e ministro degli
esteri; e in tale qualitil firma,
il 2 novembre, la storica Di­
chiarazione della Sede Na­
zionale Ebraica...1o non so se
Ie simpatie di Balfour per il
popolo ebreo furono tratte dal
comune patrimonio biblico,
o da riconoscimento del­ l'enorme, incalcolabile con­
tributo apportato dagli ebrei
a tutti i campi della vita mo­
dema.
Basterilqui accennare che, in
ogni caso, Balfour e vicino al
cuore del popolo ebreo non
quale l'uomo di state che, a
nome di una grande potenza
estranea, fece un giorno una
generosa offerta al pill op­
presso dei popoli, rna quale
I' aristocrata il quale intese in
pieno la nobiltil d'eccezione
di tutta intera la storia ebrai­
ca... » (Bruno Foa, R. m. di
Israel, giugno 1930, pp. 85­
87)
Razzismo ebraico. Un'auto­
denuncia. Una eomunita
eompatta, rigida oltre misu­
ra con i suoi stessi membri.
"a cui i proseliti sona indige­
sti come la seabbia". <,Noi
siamo avezzi a parlare della
radice d'Israele, della sostan­
za del giudaismo, dell'essen­
ziale anima del popolo, col
linguaggio di Nachman
Krochmal: cioe del Dio della
Nazione; del Dio che dimora
negli intimi recessi della no­
stra storia e del nostro spirito
nazionale; del Dio che predi­
lige soltanto i suoi figli e i
figli dei suoi figli e a cui i
proseliti sono indigesti come
la scabbia...V'ha di pill: il sa­
crificio che I'uomo non ebreo
compie per il suo popolo,
avvienesoltanto quando il suo
popolo e impegnato in una
guerra contro il nemico che
vuole distruggerlo; in tempo
di pace...esso vive tranquillo
fra i suoi. Fra noi invece si
esige da ogni individuo di
vivere sempre per il suo po­
polo, di offrirgli sacrifici ogni
giomo, ogni ora, ogni mo­
mento; noi esigiamo tanto da
lui, in quanto la vita indivi­
duale coi suoi bisogni tende
verso una meta diversa da
quella cui aspira la vita col­
lettiva e in qualche propor­
zione contrasta alia vita col­
lettiva.... Le tavole sono ope­
ra di Dio e durano per tutti i
secoli...Ma permetteteci di
rinnovarle, come si rinnova­
no Ie luci del cielo... » (Micha
Josef Berdicewski, R. m. di
Israel, luglio 1930, pp. 135­
136).
Razzismo ebraico. Come
quadrare ileerehio della seo­
rnoda - e alloramaggioritaria
- presenza araba in Palesti­
na. L'ebreo con qualita. Un
diritto storieo "superiore"
«Gli arabi abitano suI suolo,
ne noi possiamo ledere illoro
diritto e respingerli. Ma nep­
pure essi possono infirrnare il
nostro diritto a quel suolo su
cui noi viviamo e lavoriamo.
E' vero noi siamo la
minoranza...11 problema verte
sull'ulteriore dilatazione.
Cioe chi ha maggior diritto eli
estendere la sua occupazione
alia terra non ancora conqui­
stata col lavoro e coll'opera
ricreatrice. Ma qui l'impor­
tante non e la quantitA,ma la
qualita: l'energia di vita e eli
crescenza - similmente a
quanto si constata nel regno
vegetale -... Si tratta di una
gara pacifica. ..Questo diritto
alia gara pacifica, alia dilata­
zione nel paese, enon solo i1
diritto del piccolo nucleo che
abita qua, rna il diritto d'un
popolo di dodici milioni.
Qui va notata un'obiezione
che sembra giusta e che vien
sollevata anche fra noi sotto
l'aspetto della religiositA. Di­
cono che noi, venendo a sta­
bilirci qua, defraudiamo gli
arabi che sono effettivamen­
te i padroni del paese conqui­
stato da lora ad ad altri e non
a noi. Ma che cosa significa:
padroni del paese? Sevacon­
siderato padrone del paese
quel popolo che detiene la
signoria politica, gli arabi
non sono i padroni di questa
regione da tempo indetermi­
nato, poiche essa era in mana
ai turchi cd ora e in mana agli
inglesi. Dunque oltre al dirit­
to del soggiomo e dellavoro,
anchegli arabinonhannoche
un diritto storico sui paese,
precisamente come noi; solo
che il nostro diritto storico e
senzadubbio maggiore. Dun­
que noi pure prendiamo il
paese ad altri e non a loro... »
(A.D. Gordon, R. m. dilsrael,
settembre-ottobre 1930, pp.
272-273)
Razzismo ebraico. Inglesi.
ebrei e arabi nella Palestina
mandataria. «II funzionario
inglese arriva in Erez Israel
con una esperienza attinta
nell'Africa equatoriale...Per
lui, tutto quanto non e ingle­
42 La Iente ci MaJX
se,e"native"...Ma I'ebreo non
e immigrato nella sua Sede
Nazionale per sentirsi "nati­
ve", ne e incline a dimentica­
re che la civilta della Bibbia e
di qualche ventina di secoli
anteriore a quella della Ma­
gna Charta. L'ebreo non pub
tollerare altro trattamento che
da pari a pari; e iI funzionario
inglese se ne meraviglia, e 10
risente quasi come una man­
canza
di
riguardo.
Con l'ambo, natural mente, e
tutt'altra cosa. Innanzi tutto
l'arabo ha qualche cosa del
pezzente pittoresco, ha un
folklore primitivo che piace
all'inglese: non ha iI colon­
nello Lawrence saturata I'In­
ghilterra, e anche fuori, di un
"arabismo" sciocco e deca­
dente, basato sui senso del
ladrone pittoresco e del
baraccano svolazzante nel
deserto? ..(Fra gli inglesi) Vi
sono, sl, poche eccezioni, di
persone rappresentati ve... Ma
perogni VisconteCeciI quan­
to oscuri, se pur molto onore­
voli, Islington e Templetown
ed altri membri della parla e
dei Comuni inoculati di pre­
giudizio anti-ebraico fino al
midollo delle ossa!... » (Bru­
no Foa, R. m. di Israel, set­
tembre-ottobre 1930, p. 330)
Rauismoebraico. Weizmann
sui lavoro ebraico aU'indo­
mani della Dichiarazione
Balfour. «E' un luogo comu­
ne per i sionisti che
fintantoche la terra e acqui­
stata dagli Ebrei e non e lavo­
rata dagli Ebrei, non e terra
ebraiea... Negli ultimi dieci
anni della nostra attivita co­
loniale c'e stata una crescente
tendenza a sostituire sistema­
ticamente, e tal volta con no­
tevole svantaggio economi­
co, la manod'operaarabacon
quella ebraica; ed io prego gli
arabi di considerare che se
noi facciamo questo, non 10
facciamopoiehe siamo con­
tro gli arabi, rna perche desi­
deriamo ... rendere realmen­
te il paese ebraieo. Noi vo­
gliamo che Ie colonie siano
ebraiche e siano lavorate da
ebrei; ed io prego i nostri
amici arabi di convincersi che
e un postulato elementare per
coloro che desiderano rico­
stituire un paese ebraico, che
questo sia fatto dal lavoro
ebraieo e dall'ingegno ebrai­
co, e non solo dalla finanza
ebraica» (9 novembre 1917,
da R.m. di Israel, nov.-die.
1930)
Rauismoebraico. Gli «SIor­
zi per if miglioramento cor­
poreo degli Israeliti». «Non
si pub certamente pariare di
una degenerazione del popo­
10 ebraieo nell'epoca moder­
na. Tuttavia deve riconoscer­
si che presso gli Ebrei sono
piu frequenti che presso altri
popoli alcuni difetti psichiei
(malattie mentali) 0 corporei
(statura e ampiezza del tora­
ce poco sviluppate, scarsa
forza muscolare, miopia) che
sarebbe estremamente utile
combattere. Molto e stato fat­
to nell'ultimo trentennio da
varie associazioni perdiffon­
dere tra gli Ebrei 10 sport e
l'igiene...Anche l'eugenica va
a poco a poco prendendo pie­
de fra gli Israeliti, facendo
diminuire i matrimoni fra
persone con tare ereditarie, i
matrimoni precoci equelli fra
i consanguinei; tali unioni
venivano contratte assai piu
facilmente un tempo, quando
nella scelta di uno sposo 0 di
una sposa, si badava soltanto,
o quasi, alia sua sapienza
talmudiea, senza riguardo aile
qualita fisiche... » (R. m. di
Israel, die. 1931. p. 380)
RAZZISMO EBRAICO DEGLI AI\JNI '20-'30
COME (NON)
NE PARLANO
RENZO DE FELICE
E ELIO TOAFF
Renzo De Felice e Elio Toaff: nonostante la polemica
che li oppose nel 1992 in un dibattito sull'antisemitismo
all'universitil di Roma (come sottolineo De Vecchi su it
manifesto, Toaffsi indigno per il giudizio blando da parte
dello storico sulle leggi razziali fasciste), entrambi non
sembrano dare molta importanza adocurnenti quali quelli
qui pubblicati, eel entrambi non prendono nemmeno in
considerazione l'ipotesi di un terzo filone dell'ebraismo
italiano, ne assimilazionista democratico (Rosselli), ne
assimilazionistafascista, rna antiassimilazionistarazzista.
Scrive nella suaStoria degli ebrei italiani sotto ilfascismo
Renzo De Felice, che «tial J870 in poi, sino alfascismo
e ancora dopo - per molti sino quasi alle persecutioni
razzklli - Lamaggioran:wdegliebrei italiani imbocco con
estrema decisione e percorse a grandi passi La via
dell'assimilazione,fondendosiorganicamentecon ilresto
degli italian;» (p. 19). Ora, noi non siamo esperti come De
Felice della questione, rna la domanda che ci poniamo e
questa: corne si concilia questa presunta maggioritaria
tendenza assirnilazionista, tanto maggioritaria da eludere
la presenza di una tendenza razzista ebraica storicamente
rilevante, con lapur ambigua vicendadi Manduzio, ocon
documenti ,quali quelli qui riprcxlotti tratti dallaprincipale
rivista dell'ebraismo in ltalia all'epoca? Ovvero:
I'antiassimilazionismo ebraico si riebbe solo in reazione
aile leggi razziali fasciste, 0 fu costantemente presente
nella storia dell'ebraismo del nostro paese, eel esso stesso
attivatore, in quel perverso circolo vizioso inter/
nazionalistico che oggi e sotto gli occhi di tutti in mille
situazioni di crisi mondiali, del razzismo fascista?
La legittimitil di questi interrogati vi ci pare del resto
rafforzata dalla lettura dell'autobiografia Perfidi Giudei,
-
43 La lente di Marx
Fratelli maggiori, Mondadori, 1987, di Ello Toaff.
Tralasciamo i tanti aspetti delllbro che non ci convincono
e ci paiono spesso tinti di razzismo: come quando iI
SIONISTI E NAZIFASCISTI D'ACCORDO
rabbinocapotrOYanaturaleche vengacacciatadalTempio
una signoraebrea «convertita at cattiolicesUno» (Ah! San
Paolo...); 0 accenna, a proposito di lUl suo viaggio in
Palestinanell947, aquei «grnppidiarabiscalmanatiche
IL GIOCO PERVERSO
DEI COGNOMI....
gridavano eminacciavano i viaggiatori e isoldmi inglesi
cheliproteggevano»;omisticheggiaparlandodella«Te"a
che Dio promise ad Abramo e ai suoi discendenti» (n.b.
Del "cretinodi sinistra" siegiftdetto inapertura.
C'e anche, ovviamente, iI "eretino di destra": per
costui, basta un cognome per fare I'ebreo. C'e da
premettere, ad onor del vero, che questo perverso
gioco non 10 fa solo lui. rna I'hanno cominciato
anzi gli ebrei"ortodossi" (vedi la storia di Binisti
qui pubblicata) e in tempi non lontani, almeno qui
in Italia, i sionisti. Risale agli anni Venti una lista
di cognomi ebraici - pubblicata da Luigi Preti.
Impero !ascista, africani ed ebrei, Mursia. 1968
-che isionisti italiani avevano redatto per favorire
I'emigrazione ebraica in PaJestina. La ricerca,
insomma, dei singoli membri della tribu
dispersa.Un'ossessione identitaria nazionalista, un
"tarlo" che si cerca di insinuare con una propaganda
attiva e capillare anche in chi, ebreo per origini,
vive tranquillamente laico nel paese in cui si e
integrato. Un'ossessione che scatena ossessioni
speculari. AII'uno i Maccabei, all'a1tro Ie annate
di Tito. Si scannassero fra loro, non sarebbe male.
Nazifascisti e sionisti, del resto. si muovono
suI filo della follia. Se il "vero" ebreo e figlio di
donna ebrea, che senso ha un cognome patrilineare?
E chi I'ha detto che i cognomi che riproducono i
nomi di cilta sono tutti ebrei? Eco ironizza ne Il
pendolo di Foucault a proposito di un personaggio,
Diotallevi: "rna va''', gli dicono i suoi amici. "tu
non sei ebreo. sei un trovatello". Un'immagine
simbolo di certe aUloelezioni gratificanti, e del
c1assico interrogativo: chi e ebreo?
L'ebreo non eun cognome neun crornosoma. Euna
cultura: che pub oscillare fra una "tranquilla"
ap):ClIterenza, e un milo mistico-lribale. Ma Ia verifica
della prima sceltacomporta Ia "rottura" con Ia seconda
scelta. Non si pub gridare il proprio laicisrno conbO Ia
Chiesa e restar silenziosi con Ia lribu. Non si pub
medagliarsi partigianainItalia,egiustificareinPalestina.
Non si pub "usare" 1'89, e non ghiglioUinare i propri
aristoeratici. Non si pub taeere iI razzismo ebraico. Gli
ebre~ cometutti, devonodividersi. Amenodidimostrare
che ess~ tutti e sempre, sono "brava gente".
"discendenti", nonsegua:i oproseliti). Nooapprofondiamo
la polemica, perche essa [Otrebbe apparire lUla ritorsione
(peraltro sacrosanta), vista che il rabbino capo - proprio
nell'autobiografiadicuistiamoparlando-ci hascomlUlicato
perlUlnostro vecchio articolosuPaesesera(v. p. 75). Una
scomlUlicacheduraormaida 14anniecherendedifficoltoso
entrare in parecchie "chicse".
Quel che qui interessa e evidenziare che Toaff, come
De Felice - senza accennare a Dante Lattes, alia linea di
Rassegna mensile di Israel, 0 al caso Manduzio - riduce
anch'egli leanime dcll'ebraismo italiano a~ledue, quelJa
filofascista e quella democratica Scrive Toaff: «Da un
lalo, a Torino, intorno al giornale ebraico fascista "W
nostrabandiera" era sono unrnovimento di ebreifascisti
appartenentiatuttele comunitil, chesiopponevaall'Unione
delle Comunita israelitiche, roccaforte dell'ebraismo
italiano. daltaltro lato, if settimanale ebraico Israel,
direttodaCar/oAlbeno Viterbo,mantenevaunaposizione
di grande dignitil difenderuJo i principi deltebraismo, if
sionisrno, if diritto degli ebrei ad una vita normale e a
emigrare liberamente in Palestina...».
Come fa De Felice a questa PlUltO a defmire a
"assimilazionista" lUla tendenza dell'ebraismo che Toaff
riconosce come sionista (i1 sionismo, per sua natura, e non
assimilazionista)?Ecome fannoentrambi anon giudicare
razzisti idocumenti qui riprodotti, e dlUlque a non porsi gli
interrogativi di cui sopra? Una convcrgenza di opinioni
fra lostarico -chcqui cdu1cora lastariarealedell'ebraismo
italiano, come hacdulcorataquelladel fascismo italiano­
e il capo religioso, che scmbra stridere con la dura e
pubblica polemicaoccorsa, davanti acentinaia di giovani
antifascisti. nel dibattito a w Sapienza di Roma
(C.M.)
44 La lente di Marx
Per il razzismo ebraico, razzisti sono sempre gli altn
GRAMSCI ANTISEMITA?
PAROLA DELL'ISTITUTO GRAMSCI.
Seneca, SanPaolo, Spinola, Voltaire.,.: alIa lunga lista
di "antisemiti" nella storia dell'Umanirn, sembra proprio
vada onnai aggiunto anche iI nome di Antonio Gramsci.
Nell'autunno del '92, in un convegno organizzato dalla
comunila ebraica romana questa tesi e stata fana propria
pcrsino da una studiosa dell'Istituto Gramsci. Comunista,
intemazionalista, antifa'iCista fino amoriredi carcerenelle
patriegalcre, iI fO!1dal.oredel P. C. d'Italiaavrdttmanifcstato
ilsuopiuomcnoinconscio"antisemitismo"inoccasionedi
quellaoriginalepolernicachecnota~ttoilnomede"Idue
mondi", Dichesi trnl1a?EperchCGrarruri sisarcbbesvelato
-secondo isuoi neresegeti -animato da 000 razziale? La
storia, quale tra<;pare dal caneggio fra illeader comunista
elacognaLa,cpiuomenoquesta:Tatianavedealcincmail
film"Iduemondi"relqualesinarradcll'ama-e"impoo;ibile"
fra un'ebreae un tenente austriacodurante la prima guerra
mondiale. nnazismoancora non c aI potere,mal'ariachesi
IC<;piraeevidcnLementegiapregnadiOOeincomprcnsioni
razziali.TatianaecolpitaprofondamenICdaquellasloria,e
inizia a "stuzzicare" - la prima volta nella letICra del 9
settembre 1931 - il cognato Antonio. «Che eosa nepensi?
- ~rive la Schucht - penso realmeme periJ ehe il mondo di
eiaseWlO e diverso da quello dell'allro, sono due razze
diverse, e vero. Che ne dici?»
Da questa domanda nasce un dialogo tra i due, che si
rileva contra<;scgnato da loni non sempre dolci eche verte
sul nodo fondamenlale dell'a<;similazione. «Penso ehe
realmente esista un abisso tra le razze - senlenziaTania ­
Certeearaneristiehesonoveramentepropriediciaseunadi
esse» Eancora: «Nellajilm ...miparesiastatomessojorse
senza volerlo, moltobene in rilievoeiO ehe eearatteristieo
assolutameme della razza ebrea, it Ioro senso di wnanita
spinJoall'eeeesso,indipendente daqualsiasiojfesa ricevuta
... L'ebreo non eonosee l'avifiitii della distruzione, del
massacro del prossimo, ehe siano eonnazionali 0 suoi
perseeutori, egli ha il genio del sentimeznJodi umanita, di
pietii,disensibilitiiperaltruisojferenza. Oraadesempiola
civiltii rol11OJUlmostra benaltre tendenze».
Aquesto armamentario ideologicoebreo-nazionalista
- l'a1tra faccia del mito negativo del "pcrfido ebreo" ­
Gramsci replica fra l'a1tro chiedcndo polemicamente alIa
cognata che «cosa signijiehi oggi per gli ebrei la ioro
concezione di dio eome "dio degli eserciti" e tutto it
linguaggio della Bibbia sul "popoloeletlO" elamissione
del popolo ebreo ehe rassomiglia al linguaggio di
Guglielmoprima della guerra». E ancora: «/0 stesso non
IuJ nessuna razza: mio padre e di origine albanese
reeeme..Mia nonna era WI Gonzales e diseendeva da
qualehe jamiglia italo-spagnola dell'/talia
meridionale...miamadre esarda...Tuttavialamia eultura
eitalianajondamentaJmente e questo eit mondo: non mi
sono mai aeeorto di essere dilaniato tra due mondi...»
Questi a1cuni dei passi dcllapolemicasu"iduemondi".
Nella quale traspare evidente per parte di Tania una
dimensione personale mollo accentuata: non ~lo, forse,
per il background familiare che sembra stare dietro Ie sue
leorizzazioni (Ia madre di Taniaeraebrea, il padreno), rna
anche pcr il probabile, contorto, arnore platonico che
legavai duecorrispondenti,con lamoglledi Antonio sorta
di lerm rna incoffessabile incomodo. Tania voleva anche
insinuare sullegame difficile fra Gramsci e la moglie?
La'iCiarno ai gramsciologi la risposta, pur notando che i
toni e i comportamenli della Schucht non ci sembrano
scmpreprettamenteaffeuuosi,eanziqualchevoltapersino
maliziosi e "sfruguglianti", considerala peraltro la
condizione di carcerazione del fondatore del Pcd.I.
Comunque - fano salvo che qui non si sla difendendo
una presunla "infalIibilila" di Gramsci - c veramente
assurdo che si rovescino complelamente i rapporti di
valore e di sost.anza fra il teorico comunista e la cognata,
trasfonnando il primo in una~rtadi menteeal1oannebbiato
dai fumidell'ideologia,elaseconda-segnataprobabilmente
-
45 La lente di Marx
dalle turbedei suoi problemi familiari -in lll1aacutateorica
anticipatricedeldifferenzialismodei nostri tempi. Certo Ia
"profezia" diTatianasull'incorl1\micabiliillfrarazzesarebbe
statadi napoehi armi confennata; Gram~i potrebbe aver
ecceduloin''ottimismoassimilazionista". Ma Ia"profezia"
di Tania sarcbbe stata a sua volta smcntita, e dunque
l'ottimismodi Gramsci confennato, superato il breve area
<lei tredici armi fmo alIafmc dellasecondaguerramondiale,
quando all"'incomunicabiliill delle razze" si sarebbero
sostituiti di nuovo vincenti, l'intemazionalismo 0
l'europeismo 0 il cosmopolitismo laico. E comunque,
Gr:lllN:i affroma la questione dal punlO di vista dei
principi,edifficilmentepooesserecriticataIasuacondanna
del modo di ragionare di Tania: «questo e un modn di
pensare degno dei Centoneri, 0 del Ku-Klux-Klan0 delle
crociuncinatetedesche». Daquandoin qualll1progressista
leorizza l'incomlll1icabilitci fra "razze", e non si sforza di
favorime l'incontro e la solidaricla?
Non conta nulla: revisionato e "tirato" da tulle Ie parti
negli ultimi anni secondoIcesigenzepolitichedclmomento
- prima onodosso, poi anlistaIinista, poi viuima del bieco
Togliatti, infmc"liberal"anglosassone-Antoni 0 Gramsci
eonnaidiventato,grazieagli amicidellacornunitciromana,
anche lll1 seguacedelMeinKampf. nsuoassimilazionismo
infattinasconderebbe-questalatesidellarelazione-lll1piu
o meno inconscio anlisemitismo. «Spero che nonfarai
equivoco sull'espressione "sordidamente ebraico" che
Jwimpiegalopiusopra- diceauncenopuntoGrarnscialIa
moglie - Osservo questo percM Jw avuJo recentemenJe
con Tania una discussione epistolare sui sionismo e non
vo"eiessere creduto "antisemica" perquesteparole. Ma
l'awore di esse non era ebreo?».
E' questaespressione sopraUulto -secondo una lecnica
di inchiodarnemo dell'avversario alIa parola delta, tipica
dell'ossessione sionista - a far condannarc Gramsci al
convegno della comuniill ebraica romana Commcnto di
chiusuradellarelazione:«Curiosajinediunapolemicache.
cominciata con l'accusa a Tania di essere anJisemica, si
conclude con una scherzosa excusatio non petita per un
probabilesospettodi "anJL~emitismo" ».
Amen. AncheGrarnsciesistemato. Avanti il prossimo,
con il silenzio-asscnso di lll1a leadership della sinistra che
coinvolge tutti, da Occhetto a CossuUa a Bertinotti, da
VeltroniaRossanda-Gagliardi-Parlato-Pintor.
EANCHEIA
RESISIENZA
E'SOITOllRO....
llfaooequesto:suShaJom,larivistacrllacomuniti
ebraicaromana,GiorgioIsrael raccontaeli avermluto
"rituffarsi" nel clima oggi perduto degli anni della
Resistenza, e eli aver rivisto con questo intento un
V6Xhio fIlm del 1961: "All'anni siam fascisti!. del
1%1, regia eli Del Fra, Mangini, Micciche, testo eli
Franco Fortini. Ma, delusione, la ricen:a eli sefi')aZioni
perdutefallisce: quelfilm I'articolista non 10 riconosce
pill come "suo", e non perche datato corne lUtto co
che appartiene alla stona passata, rna per un matim
ben pill raelica1e. Esso sarebbe infaui mistificatorio,
perche annullante l'identiti ebraica in un unitario
mondo resistenziale. Niente pill "piano"
intemazionalisma, eilsottinteso, eoraeli rivalorizzare
la propria appartenzaemica, gliebrei hannouna Ioro
specificiti che non deve andare perdura.
La polemica-tipicoesempio eliquella mutazione
cultura1echehatrasfonnatonegliultimid.ieci-quindici
annirmltiebreidalaiciinternazionaIistiinnea>ionisti:
vedi il percorsocrll'area torinese eli Giustizia e libena
-viene rilanciaradaJ Corsera, chededicaallaquestione
un articolo ereando cns! il "casa".
seiunsionista,elice Micciche a Israel. MaMiccid~
e un socialista, un appesrato, che valore possoro
avere ormai Ie sue parole? Chissa dunque I'impatto
dell'articolo del quotieliano eli Mieli sul convegno
sulla Resistenza che si apre proprio in quello stesso
giomo - 22 giugno - a Firenze, presenti fra gli altri
Pamnee Hobsbawm. II "revisionisma"esoloquello
dei van Nolte e Irving? a anche queUo sionista? NOn
abbiamo seguitol'iniziativa rna dubitiamo malto che
sisiaaifrontatoancheilsecondocomodellaquestione.
Nessuno comunque, suI Manifesto 0 su
Liberazione, prende posizione. Bravi compagni. I
libn eli Nolte vanna messi - alla Hitler-Pinochel- al
rago, leestemazionidei nazionalistiebreisonoTabU.
U lUoo con la sofferta benedizione eli quella gran
liberale e comunisra che e la Rossanda.
46 La fente di Marx
GRAMSCI "ANTISEMITA".
CINQUE LETTERE.
13 settembre 1931. A Tatiana Schucht. "RagionJ come Ie croci uncinate tedesche"
.In una tua canolina, quella dove mi parli delle tue visite al cinematografo e specie della film Due mcmdi cene tue
affermazioni mi hanno fatto strabiliare. Come puoi creder che esistono questi due Mondi? Questo e un modo di pensare
degno dei Centoneri, 0 del Ku-klux-klan americano 0 delle croci uncinate tedesche. E come puoi dirlo proprio tu che
hai avuto I'esempio vivente in casa: e mai esistita una frattura di questo genere tra tuo padre e tua madre 0 non sono ancora
essi strettamente unite La film e certamente di origine austriaca, dell'antisemitismo del dopoguerra. A Vienna abitavo
presso una vecchia piccolo-borghese superstiziosa, che prima di assumermi a inquilino mi domando se ero ebreo 0
cattolico romano: pagavo 3 milioni e mezzo di corone al mese (cioe 350 lire) mentre la dozzinante pagava al massimo
1.000 delle stesse corone al padrone di casa; quando panii, un segretario d'ambasciata la cui moglie doveva rimanere
a Vienna per una scarlattina del figlio, mi prego di assicurare la mia stanza alia moglie e al pomeriggio io ne parlai e la
signora assent!' AI mattino preso, la signora bussa alia mia porta e dice: .Ieri mi sono dimenticata di domandare se la
nuova inquilina e ebrea, perche non affitto agli ebrei•. La nuova inquilina era appunto un'ebrea ucraina. Come fare? Ne
parlai a un Francese che mi spiego che esisteva una sola risoluzione: dire alia dozzinante che non potevo decentemente
domandare alia nuova inquil ina se era ebrea, rna che sapevo che era una segretaria d'ambasciata, perche tanto Ie piccole
borghesi odiano gli ebrei quanto strisciano dinanzi alia diplomazia. E infatti fu COSI: la signora mi sentI e mi rispose: ·Se
e diplomatica certo che Ie do la stanza perche ai diplomatici non si puo domandare se sano ebrei 0 no•. Ora tu vorresti
sostenere di avere 10 stesso mondo con questa viennese?
5 ottobre 1931. A Tatiana Schucht. "A Quante culture appartiene un individuo?"
·Le attenuazioni che hai portato alia quistione che ti sei posta dei cosl detti "due mondi" non muta l'erroneita
fondamentale del tuo punto di vista e non toglie nessun valore alia mia affermazione che si tratta di una ideologia che
appaniene sia pure marginal mente a quella dei Centoneri ecc. Capisco benissimo che tu non parteciperesti a un pogrom,
tuttavia perche un pogrom possa avvenire e necessario che sia molto diffusa I'ideologia dei "due mondi" impenetrabili,
delle razze ecc. Questo forma quell'atmosfera imponderabile che i Centoneri sfruttano facendo trovare un bambino
dissanguato e accusando gli ebrei di averlo assassinato per iI sacrificio rituale. La scoppio della guerra mondiale ha
dimostrato come Ie c1assi e i gruppi dirigenti sappiano sfruttare queste ideologie apparentemente innocue per
determinare Ie ondate di opinione pubblica. La cosa mi pare COSI sorprendente nel caso tuo, che mi parrebbe di non
volerti bene se non cercassi di liberarti completamente da ogni preoccupazione della quistione stessa.
Cosa vuoi dire con I'espressione "due mondi"? Chej tratta come di due terre che non possono avvicinarsi ed entrare
in comunicazione tra loro? Se non vuoi dire questa, e si tratta di una espressione metaforica e relativa, essa ha poco
significato, perche metaforicamente i "mandi" sono innumerevoli fino a quello che si esprime nel proverbio contadino:
"Moglie e buoi dei paesi tuoi". A quante societa appaniene un individuo. E ognuno di noi non fa continui sforzi per
unificare la propria concezione del mondo, in cui continuano a sussistere frantumi eterogenei di mondi culturali
fossilizzati? E non esiste un processo storico generale che tende a uniFicare continuamente tutto il genere umano? Noi
due, scrivendoci, non scopriamo continuamente motivi di attrito e nello stesso tempo non troviamo 0 riusciamo a
metterci d'accordo su certe quistioni? E ogni gruppo 0 partito, 0 setta, 0 religione, non tende a creare un proprio
"conformismo" (non inteso in senso gregario e passivo)?
Cio che importa nella nostra quistione e che gli ebrei sono stati Iiberati dal ghetto solo dal 48 e sono rimasti nel ghetto
o in ogni modo segregati dalla societa europea per quasi due millenni e non per lora volonta rna per imposizione esterna
( ...) In ogni caso, e da notare che molti caratteri che passano per essere dovuti alia razza, sono invece dovuti alia vita del
ghetto imposta in forme diverse nei vari paesi, per cui un ebreo inglese non ha quasi nulla di comune con un ebreo di
Galizia. Gandhi oggi pare che rappresenti I'ideologia indu; rna gli indu hanno ridotto allo stato di paria i Dravida che
prima abitavano l'lndia, sono stati un popolo bellicoso e solo dopo I'invasione mongola e la conquista inglese, hanno
potuto esprimere un uomo come Ghandi. Gli ebrei non hanno uno Stato territoriale, un'unita di lingua, di cultura, di
vita economica da due millenni; come si potrebbe trovare un'aggressivita ecc. in loro? Ma anche gli arabi sono semiti,
fratelli carnali degli ebrei e hanno avuto illoro periodo di aggressivita e di tentativo di impero mondiale. [n quanto poi
47 La lente di Marx
gli ebrei sono banch ieri e detentori di capitale finanziario, come si fa a dire che essi non partecipino all 'aggressiviti degl i
Stati imperialisti?
12 ottobre 1931. A Tatiana Schucht. Tatiana ebrea. Misticismo di cattiva lega.
•.... COs1 non e che "imbelle telum sine ictu", per adoperare una espressione pomposa, un tuo accenno precedente alia
mia qualita di ex-giornalista. 10 non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga
meglio e deve continuamente mentire, perche la menzogna entra nella qualifica professionale. Sano stato giornalista
Iiberissimo, semprc di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere Ie mie profonde convinzioni per fare piacere
a dei padroni 0 manutengoli. Scrivi che ti ha fatto dispiacere avere io scritto che tu abbia attenuato la tua concezione
sugli ebrei. Hai ragione nel senso che tu non hai attenuato nulla perche in questa tua concezione c'e un po' di tutto, rna
ogni cosa in una diversa lettera. C'era in principio un punto di vista che conduceva diritto all'antisemitismo, poi una
concezione da nazional ista ebreo e da sionista e infine dei punti di vista che sarebbero stati condivisi dai vecchi rabbini
che si opposero alia distruzione dei ghetti, prevedendo che il venir meno di quelle comunita' a territorio segregato
avrebbe fin ito colla snaturare la "razza" e coll'allentare i vincoli religiosi che la mantenevanocome una personal iti......Ti
avrei potuto porre la quistione di sapere chi e iI "vero" ebreo 0 I'ebreo "in generale" e anche I'uomo "in generale" che
non credo si trovi in nessun museo antropologico 0 sociologico. E anche cosa significhi oggi per gli ebrei la lora
concezione di dio come "dio degli eserciti" e tutto iIlinguaggio della Bibbia sui "popolo e1etto" e la missione del popolo
ebreo che rassomigl ia allinguaggio di Guglielmone prima della guerra. Marx ha scritto che la quistione ebrea non esiste
pili da quando i cristiani sono diventati tutti ebreiassimilando cia che e stata I'essenza dell'ebraismo, la speculazione,
ossia che la risoluzione della quistione ebrea si avril. quando tutta l'Europa sara liberata dalla speculazione ossia
dall'ebraismo in genere. Mi pare )'unico modo di porre la quistione in generale, a parte il riconoscimento del diritto per
Ie comuniti ebraiche dell'autonomia culturale (della lingua, della scuola, etc.)e anche delJ'autonomia nazionale nel caso
che una qualche comunita' ebraica riuscisse in un modo 0 nell'altro, ad abitare un territorio definito. Tuuo il resto mi pare
misticismo di cattiva lega, buono per i piccoli intelleuuali ebrei del sionismo, come la quistione della "razza" intesa in
altro senso che non sia quello puramente antropologico; gia altempo di Cristo gli ebrei non parlavano piu la lora lingua,
che si era ridoua a lingua liturgica, e parlavano I'aramaico. Una razza che ha dimenticato la sua lingua antica significa
gia che ha perduto la maggior parte dell'eredita del passato, della primitiva concezione del mondo e che ha assorbito
la cultura (con la lingua) di un popolo conquistatore; cosa significa dunque pili razza in questo caso? Si tratta
evidentemente di una comunita' nuova, modema, che ha ricevuto I'impronta passiva 0 addiriuura negativa del gheuo
e nel quadro di questa nuova situazione sociale ha rifauo una nuova "natura".
E' strano che tu non li serva della storicismo per la quistione generale e poi vorresti da me una spiegazione storicistica
del fauo che alcuni gruppi cosacchi credevano che gli ebrci avessero la coda. Si traUava di una barzelleua, ........
8 febbraio 1932 - A Tatiana Schuch. Vecchi rabbini, giovani sionisti, ebraismo-massoneria
·Ho leuo con interesse il brano di Piero sulla nostra un po' sconnessa e poco amabile discussione sui cos1 deUi "Due
Mondi..... Poiche risulta che gli hai mostrato Ie mie leuere e quindi 10 hai informato dei termini generali della nostra
controversia, ti sara gratose mi comunicherai la sua opinione in proposito. Non credo che egli sia d'accordo ne coi vecchi
rabbini ne coi giovani sionisti, rna sembrebbe che accetti I'esistenza, almeno in certi Iimiti, dei famosi "Due Mondi". Le
sue osservazioni, quantunquc obbiettivamente interessanti, non mi paiono esaUe completamente. Non credo che sia
giustificata I'illazione chc ci sia "evidentemente" la tendenza a "fare di nuovo degli ebrei una comuniti isolata"; questa
tendenza pare sia piuuosto quella "soggeuiva" dei vecchi rabbini e dei giovani sionisti. ObbieUivamente gli ebrei, in
seguito al concordato, vengono a trovarsi nelle condizioni dei protestanti, rna esiste 0 esistera una categoria sociale che
si trovera in una condizione ben triste, a paragone degli ebrei e dei protestanti, e sara (0 e gia) quella dei preti spretati
e dei frati sfratati, i quali percia saranno esclusi dagli impieghi statali, cioe saranno degradati come cittadini: che sia stato
possibile istituire giuridicamente una tale categoria di paria civili, mi pare ben pili importante che non la situazione
giuridica degl i ebrei e dei protestanti, ai quali sonodate delle prerogative giuridiche tuu'altro che degradanti, nelJospirito
della legge. 10 non escludo che una tendenza antisemita possa ancora nascere; non vedo che esista oggi. Gli indizi al
contrario possono essere spiegati con altre ragioni e d'altronde sono equilibrati da altri faui non meno significativi. Ma
il fauo che secondo me e importante e questo: che una parte degli ebrei approva determinate misure contro altri ebrei.
1I prof. Levi-Civita dell'Universita di Roma ha avuto dei dispiaceri perche non frequentava Ie solennita religiose ufficiali,
rna i dispiaceriglisono stati procurati dal reuore Del Vecchio, anch'egli ebreo: si traUava dunque non di quistionedi razza,
rna di quistione politica: un membro della c1asse dominante deve rendere omaggio al cattol icismo "instrumentum regni",
non importa quale fede abbia. Cosl non e conclusivo I'indizio preso dall'Accademia 0 dal Parlamento: ne sono fuori 0
ne rimarranno fuori scienziati di fama mondiale non ebrei. La posizione assunta da Teodoro Mayer nel Credito Mobiliare
48 La fente di Marx
mi pare anch'essa significativa. 10 credo che in molti casi non sia I'ebraismo che conti, rna l'ebraismo-massoneria, cioe
it fatto che la massoneria era certamente un'istituzione in cui erano molti ebrei.
28 mano 1932. Alla moglie. "Sordidamente giudaico". l'espressione (di Marx) incrlminata.
·Ho ricevuto a suo tempo la tua lettera del gennaioe qualche giorno fa quella del 16 marzo. Non ti ho scritto prima, perche,
corne ho gia accennato altra volta, sento un certo imbarazzo, un certo ritegno nel cercare di mettermi in comunicazione
con teo A suscitare questo state d'animo sono stati vari elementi; e possibile che uno dei pili importanti sia la speciale
psicologia che nasce durante una lunga carcerazione e un lungo isolamento da ogni forma di societi congeniale al
proprio temperamento, rna e certo che anche due altri elementi predominano: 10 it timore di nuocerti, interferendo
maldestramente nel tuo metodo di cura; 20 la coscienza che io stesso ho di essere, in questi anni, diventato pill" Iibresco",
di assumere tal volta un tone predicatorio e da maestro elementare, che fa ridere me stesso con la conseguenza spiacevole
che tale autocritica mi pare trascinarmi a dire deBe sciocchezze. Cic> significa che mi accorgo di un certo marasma e mi
sento rafTrenato. - Del resto, aile tue lettere appare che alcune mie osservazioni sono andate oltre it segno e hanno avuto
"troppo successo", cioe un efTetto deleterio. Tu insisti troppo nel ricordare Ie mie osservazioni a proposito della tua
personaliti non ancora sViluppata, della necessita per te di dipanare it tuo vero essere ecc. Certo tu ha preso alia lettera
Ie mie osservazioni e non Ie hai collocate nella lora sfera appropriata. Un elemento che certo ti e sfuggito e corne io spesso
abbia insistito per indurti ~ dedicare una parte del tuo tempo alia musica (credo che ti abbia impressionato male it fatto
che una volta io 0 sia andato via 0 abbia fatto mostra in qualche modo di non poter sopportare Ja musica: e certo quell a
certa volta io soffrivo real mente, maero in condizioni nervose deplorevoli e la musica mi Iimava io nervi in modo da farmi
venire Ie convulsion i). 10 ho sempre credutoche la tua personal ita si ein gran pane sviluppata intorno all'attivita artistica
e che abbia sublto corne un'amputazione per I'indirizzo meramente pratico e di interessi immediati che tu hai dato alla
tua vita. Direi che nella tua vita c'e state un errore "metafisico", con conseguenze di disarmonie e squilibri psico-fisici.
Una volta io ho sostenuto, con un certo tuo scandalo, che gli scienziati, nella lora attivita, sono "disinteressati". Tu hai
ribattuto, molto brevemente, che essi sono sempre "interessati". Naturalmente io pariavo in termini "italiani" e nella
cultura italiana avevo presente Ie teorie filosofiche del prof. Loria, che ha interpretato il termine e la nozione di "interesse"
in un ceno senso deteriore che nelle Tesi su Feuer-bach e qualificato come "schmutzig jOdisch", sordidamente giudaico.
Ebbene, mi pare che tu abbia indirizzato la tua vita in questo senso "sordidamente giudaico", senza esserne intimamente
convinta, come non potevi essere e giustamente. Per me appunto, la tua personaliti aveva bisogno di uscire da questa
"fase" primordiale, di dipanarsi, di sgomitolare molti elementi della tua precedente esistenza di artista "disinteressata"
(che non vuol dire campata nelle nuvole, evidentemente), ossia "intcressata" nel senso non immediato e meccanico della
parola. Non voglio lasciarmi andare ad una predica Iibresca. Cara, spero che ti sentirai sempre pili di essere e poter essere
libera con me di manifestare tutti i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti. Da molto tempo non ricevo una tua fotografia: credo
che mi sara molto utile (oltre che cara) per giudicare delle tue condizioni fisiche; dovresti anche scrivermi il tuo peso.
CoSI per Delioe Giulianodovresti inviarmi delle fotografie migliori delle ultime ricevute, con idati della statura e del peso.
Ti abbraccio teneramente.
N. B. Spero che non farai equivoco sull 'espressione "sordidamente giudaico" che ho impiegato pill sopra. Osservo questo
perche ho avuto recentemente con Tania una discussione epistolare sui sionismo e non vorrei esser creduto "antisemita"
per queste parole. Ma I'autore di esse (Marx, ndr) non era ebreo?
MARX "ANTISEMITA", UN FLASH.
IL MATERIALISMO STORICO APPLICATO
ALLA "QUESTIONE EBRAICA" DELL' '800
•... Guardiamo it reale ebreo del nostro mondo: non I'ebreo del sabato, come fa Bauer, rna I'ebreo di tutti i giorni. Non
cerchiamo il segreto dell'ebreo ,nella sua religione: cerchiamo piuttrosto il segreto della religione nell'ebreo qual e
realmente. Qual'e il fondamento mondano del giudaismo. II bisogno pratico, il proprio interesse. Qual'e il culto terre no
dell'ebreo? II denaro ( ...)
II denaro e l'adorato dio d'lsraele, innanzi al quale non puc> sussistere alcun altro dio. II denaro abbassa tutti gli dei
-
49 La tente di Marx
dell'uomo - e Ii converte in una merce. II denario e I'universale valore di tutte Ie cose, costituito per se stesso. Percib ha
spogliato tutto iI mondo, iI mondo umana come la natura, del suo intrinseco valore. II denaro e I'essenza del suo lavoro
e della sua esistenza resa estranea all'uomo, e questo elemento estraneo 10 domina ed egli I'adora.
II dio degli ebrei si e mondanizzato; e divenuto dio mondano. II commercio e iI reale dio dell'ebreo: iI suo dio e soltanto
10 scambio a base di furberia (...) La chimerica nazionalita dell'ebreo e la nazionalita del mercante, sopratutto dello
speculatore sui danaro.
(Dan. polema con Bauer, in MarK,
"*" (1oIJllpolihc. _w,..,.'"" MlpolllN),.
CUR
di Gian Mario Brayo, Newton ColTfJlon, 1975. pp. '121-123)
ABRAM LEON "ANTISEMITA".
L'AVVIO DI UNO STUDIO SCIENTIFICO
DELLA STORIA EBRAICA
.1.0 studio scientifico della storia degli Ebrei deve ancora superare 10 stadio di improvvisazione idealistica...Nel campo
della storia ebraica, come pure in quello della storia universale, iI pensiero luminoso di Karl Marx dimostra la strada da
segu ire. Non cercheremo ilsegrelo delJ'Ebreo nella sua religione, ma cercheremo ilsegrelo delia sua religione nella reallfj
dell'Ebreo. Non dobbiamo partire dalla religione per spiegare la storia ebraica; at contrario, la preservazione della
religione 0 della nazional ita ebraica pub spiegarsi solo anal izzando la reallii delJ'Ebreo, vale a dire l'Ebreo nel suo ruolo
economico e sociale. La preservazione degli Ebrei non richiama nulla di miracoloso. Jl Giudaismo e soprawissuto non
malgrado la sloria, ma per virtu della slom (...)
Secondo la scuola ideal istica dom inante, la linea di sviluppo della storia ebraica viene presentata (con piccole variazioni)
come segue: fino alla dislruzione di GerusaJemme la nazione ebraica non era af/allo diversa cialle nazioni coslituile
normalmenle, come quella romana e greca. Le guerre fra i Romani e gli Ebrei hanno provocalo la dispersione delia
nazione ebraica in ogni angolo del mondo, e duranle tale dispersione gli Ebrei hanno opposlo resistenza 1JeTS0 la lora
assimilazione nazionale e religiosa. Jl Crislianesimo non ha mai lrovalo aweTSari piu tenaci in lulta la sua sloria e,
malgrado gli sforzi impiegali, non e riuscilO a converlirli. La cadula dell'lmpero Romano ha accenlualo l'isolamenlo
del Giudaismo che cosliluiva il solo elemenlo eterodosso dopo illrionfo COmpieio del Crislianesimo nell'Occidenle. Gli
Ebrei della Diaspora non cosliluivano af/atto un gruppo sociale omogeneo alJ'epoca delle invasioni barbariche, in
quanlo allivila come l'agricollura, l'industria e il commercioprevalevanofra di 10ro.Sono slale Ie persecuzioni religiose
che Ii hanno coslrelli a trincerarsi sempre piu nel commercio e nell'usura. I Crociali, per ilfanalismo religioso di cui
erano imbe!Juti, hanno acceleralo mollissimo questa evoluzione che ha lrasformalo gli Ebrei in usurai eli ha relegali
nei ghelli. £, evidenle che era il ruolo economico degli Ebrei che allizzava l'odio'conlro di loro, ma gli slorici
allribuiscono importanza solo secondaria a lale fallore. Questa siluazione del Giudaismo si e prolralta fino alia
Rivoluzione Francese che ha dislrutto Ie barriere che l'oppressione religiosa aveva sollevalo conlro gli Ebrei.
Si potrebbero citare molti fatti irnportanti per demolire questa impostazione. Ci limiteremo a sottolinearne alcuni:
1) La dispersione degli Ebrei non risale affatto alia data della caduta di Gerusalemme. Alcuni secoli prima di questo
avvenimento la grande maggioranza degli Ebrei era giasparsa in tutto il mondo. E' accertato che molto prima della caduta
di Gerusalemme pili di tre quarti degli Ebrei non vivevano pili in Palestina.
Per fa grande masssa degli Ebrei sparsi nell'impero greco e pili tardi nell'impero Romano, iI regno ebraico di Palestina
non aveva che imponanza pili che secondaria. I legami con la madre-patria si manifestavano esclusivamente mediante
pellegrinaggi religiosi a Gerusalemme, che ricopriva un ruolo simile a quello che ha la Mecca per i musulmani. Poco
prima della caduta di Gerusalemme re Agrippa disse agli Ebrei: Non esisle popolo al mondo che non abbia una parte
di voi nel suo seno.
La Diaspora, di conseguenza, non costituiva un fatto accidentale, iI risultato di atti di violenza. La ragione fondamentale
alia base dell'emigrazione ebraica deve essere ricercata neUe condizioni geografiche della Palestinsa. Gli Ebrei della
Palestina abitavano un paese montagnoso che ad un ceno momenta non bastava pili ad assicurare ai suoi abitanti
un'esistenza almeno tollerabile, a II ivello di quell a delle popolazioni vicine. Popoli che si trovano in tali condizioni son 0
portati a scegliere fa il brigantaggio e I'emigrazione. Gli scozzesi, ad esempio, si sono dedicati alternativamente a tutte
e due queste attivita. Gli Ebrei, dopo numerose lotte con i propri vicini,hanno preso la seconda strada... Gente che vive
50 La lente di Marx
in lali condizioni non emigra in paesi stranieri in qualita di
agricoltori. rna piuttosto di mercenari. come gli Arcadi 0 gl i
Svizzeri nel Medio Evo 0 in qualita di mercanti, come gli
Ebrei, gli Scozzesi e gli Armeni. Possiamo facilmente
costatare che un ambiente geografico affine tende a
produrre Ie stesse caratteristiche in poli di razze differenti.
2) Non c'e dubbio che la stragrande maggioranza degli
Ebrei della Oiaspora Fosse dedita al commercio. La stessa
Palestina, da tempi assai remoti, costituiva una strada di
transito per Ie merci, un ponte fra Ie valli del'Eufrate e del
Nilo. La Siria era una via obbligatoria per i conquistatori.. .11
commercio e Ie idee seguivano la stessa strada. Risulla
chiaramente che da tempi lontani queste regioni erano
densamente popolate e possedevano grandi citta, e queSla
situazione Ie spingeva a dedicarsi all'attivita commerciale...
Occorre inoltre notare che, in tutt i paesi, all'inizio delloro
sviluppo, i commercianti sono stranieri. La caratteristica
dell'economia naturale e costituila dal fatto che produce
tutto cia che Ie occorre e consuma tutto cia che produce.
Oi conseguenza non esistono incentivi ad acquistare beni
o servizi da altri...Per il fatto che in queSla economia si
consuma tutto cia che si produce, troviamo che tra questi
popoli i primi commercianti sono stranieri
Filone enumera molte citta in cui gli Ebrei si erano stabiliti
in qual ita di commercianti e precisa che essi vivevano in
numerosissime citta dell 'Europa, dell'Asia, della Libia, sui
continente e sulle isole, lungo Ie coste e nelJ'interno. (...)
3) L'odio per gli Ebrei non risale esclusivamente alia
nascita del Cristianesimo. Seneca tratta gl i Ebrei come una
razzacriminale. Giovenalecredevache gli Ebrei esistessero
solo per fare del male agl i altri popol i. Quintiliano afferma
che gli Ebrei erano una maledizione per gli altri.
La causa dell'antico antisemitismo e la stessa di quello
medievale: l'antagonismo nei riguardi del mercante da
parte di ogni societa basata sulla produzione di valori
d'uso. L'ostil ita medievale contro imercanti non esolamente
di ispirazione cristiana 0 pseudocristiana, rna ha anche una
fonte effettivamente pagana. Quest'ultima aveva radici
profonde nell'ideologia di dasse, nel disdegno che Ie
c1assi dirigenti della societa roman sentivano , come
conseguenza di una profonda tradizione conladina, verso
tutte Ie forme di attivita economica diverse da quelle
derivanti dall'agricoltura ....
II trionfo del Cristianesimo non porta mutamenti degni di
nota in queSla situazione. II Cristianesimo, che all'origine
era la religione degli schiavi e degli umili, fu rapidamente
trasformato in ideologia della c1asse dominante dei
proprielari terrieri. ... La menlalita cristiana durante i primi
dieci secoli della nostra epoca ha concepito tutto cia che
e legato alia vita economica da un punto di vista ritenuto
fondamenlale, secondo cui iI mercante pua diffciilmente
fare un lavoro che soddisfi Oio, e tutte Ie attivita commercial i
implicano una quantita di frode pill 0 meno grande (...)
(D. Abram Ikon, 1I _ _ o.ta qIMISli",. . .bmiC4, Rom>., Savelli,1972, pp. 25-32)
-
ALLE ORIGINI
DELL'IMBARBARIMENTO
DELLA SINISTRA
COMUNISTA.
UNA LETIERA (1983)
DI LIVIA ROKACH,
GIORNALISTA EBREA
ANTISIONISTA.
Pubblichiamo una letterache Livia Rokach, giornalista
di origine ebraica, invio alia Casa della Cultura di Roma
(e per conoscenza a diversi giornalisti) nellontano 1983,
per protestare contro la presentazione organizzata
dall'istituzione culturale dell'alilora Pci di un libro di
Rosellina Balbi. Nella denuncia, coerente con tutta
I'intensa attivita della professionista - attivita che spaziava
dalla RAI a Politica Internazionale. e che si sarebbe
drammaticamente interrotta col suicidio - c'a
simbolicamente in nuce tutto il processo di
imbarbarimento della sinistra comunista che, gia in atto
da tempo, sarebbe diventato sempre piu martellante col
passare degli anni. C'a I'epoca: 1"83, I'anno successive
all'invasione del Libano sui piano internazionale, e sui
piano interno il periodo dell'ascesa di De Benedetti al
gruppo L'Espresso. C'a iI ruolo di Repubblica (Rosell ina
Balbi era caposervizio della cultura del quotidiano di
Scalfari), intensissimo nei confronti del ceto giornalistico­
intellettuale del Pci (altro che iI "Iavorio" di cui Sca~ari
accusava contemporaneamente gli "afghani" del Pci .0
i La Valle e Pratesi dell'epoca!). C's una casa editrice
fortedi un passato glorioso e progressista. e un presente­
futuro fatto di miseriuoce neoconservatrici. E c'a il
crescente isolamento degli antisionisti, in una
intellettualita ebraica italiana gia di sinistra, ed in via di
riscoperta dell'ossessione identitaria: processo
quest'u~imofavorito a piene mani non solo da Repubblica,
ma anche dall' Unita e soprattutto da il manifesto.
Livia Rokach aveva capito la sostanza del processo
in atto, ivi compresa la diversita dell'ebraismo progressista
e "liberal" americana: da questa punta di vista. per Ie sue
posizioni coraggiose e originali, essa ricorda sui versante
giornalistico quel che Primo Levi fu, neli'ebraismo
italiano, sui piano prettamente culturale.
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