lo sviluppo delle integrazioni audio-visuo

LO SVILUPPO DELLE INTEGRAZIONI AUDIO-VISUOMOTORIE NELLA PRATICA MUSICALE
Bosisio Parini, 22 ottobre 2016
Lapo Attardo
[email protected]
Argomenti dell'intervento
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Ipotesi di deficit di integrazione multisensoriale alla
base della dislessia.
Come la pratica musicale conduce alla formazione di
nuove integrazioni multisensoriali.
Uno studio empirico che ha utilizzato un intervento
musicale multisensoriale per rimediare ai deficit
della dislessia.
Cosa sono le integrazioni
multisensoriali?
Il mondo che ci circonda è multisensoriale.
Il nostro cervello integra le informazioni provenienti
dai diversi sensi per creare un'esperienza percettiva
integrata attraverso il processo di integrazione
multisensoriale.
Integrazioni multisensoriali e linguaggio:
effetto McGurk
L'informazione visiva
altera
l'elaborazione di
quella uditiva.
Ciò avviene molto
precocemente, a
livello della
corteccia uditiva
*Kislyuk, D., Mottonen, R., Sams, M. (2008). Visual Processing Affects primaria*.
the Neural Basis of Auditory Discriminat
Integrazioni multisensoriali:
linguaggio e musica
Leggere richiede associazioni Suonare/cantare richiedono
associazioni affidabili tra suoni
affidabili tra suoni e lettere.
e segni/gesti musicali.
Nei lettori esperti la semplice
vista di un grafema noto attiva Nei musicisti esperti la
semplice vista di un segno/gesto
la corrispondente
musicale noto attiva la relativa
rappresentazione sonora.
rappresentazione sonora.
Deficit multisensoriali nella dislessia
Nella dislessia sono stati
riscontrati deficit di
integrazione
multimodale per
l'informazione
audiovisiva e sensorimotoria.
Una ipotesi: deficit di connettività
Le integrazioni multisensoriali necessitano di adeguate
fibre di connessione tra aree cerebrali diverse e distanti
tra loro.
Studi di imaging rilevano nel cervello dei dislessici:
● ridotta connettività tra molte aree
cerebrali*;
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indebolito fascicolo arcuato sinistro,
soprattutto nei tratti che connettono
l'area di Wernicke a quella di Broca.
*Finn,E.S.,Shen,X.,Holahan,J.M.,Scheinost,D.,Lacadie,C., Papademetris, X.,et al.(2014). Disruption of functional netw
Una ipotesi: deficit di connettività
Il fascicolo arcuato è una
struttura neuroanatomica
particolarmente coinvolta
nella lettura,
nell'elaborazione
fonologica e nella
dislessia*.
Wernicke: comprensione;
rappresentazioni
fonologiche.
Broca: produzione
*Vandermosten, M. et al. (2012) A qualitative and quantitative review of diffusion tensor imaging studies in readin
linguaggio; integrazione
Una ipotesi: deficit di connettività
Negli adulti con dislessia, le rappresentazioni
fonologiche risultano qualitativamente equivalenti
a quelle dei lettori normali ma meno accessibili.
Una ipotesi: deficit di connettività
Il fascicolo arcuato risulta potenziato nei musicisti.
Fare musica richiede di pianificare complesse sequenze
motorie e di monitorarle con sistemi di controllo
feedback e feedforward. Ciò grazie alla connettività
tra GTS, GTM e GFI offerta dal fascicolo arcuato.
Integrazioni multisensoriali e musica
Fare musica conduce alla formazione di
integrazioni multisensoriali altamente
specifiche che rendono possibili nuove
abilità percettive.
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Pianisti esperti riconoscono un brano
noto guardando altri suonare e attivano
la rappresentazione uditiva del brano*.
Trombettisti esperti mostrano una forte
interazione neurale tra input uditivi e
somatosensoriali sulle labbra**.
*Hasegawa, T. et al. Learned audio-visual cross-modal associations in observed piano playing activate the left planum
** Schulz, M., Ross,B., and Pantev, C. (2003). Evidence for training-induced cross-modal reorganization of the cortica
Integrazioni multisensoriali e musica
Tuttavia, la maggior parte degli studi confronta musicisti
esperti con non musicisti o musicisti naïve e poco è noto
circa la formazione di queste associazioni.
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Che impatto hanno i livelli di competenza musicale bassi e
intermedi nello sviluppo di queste integrazioni?
Queste associazioni si sviluppano nelle prime fasi di studio
musicale o richiedono tempi più lunghi?
Integrazioni multisensoriali e musica
Obiettivi, valutare:
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come diversi livelli di competenza musicale incidono sulla
formazione delle associazioni multisensoriali;
se le abilità associate a queste integrazioni si sviluppano
precocemente o gradualmente dato un periodo di 2-18 anni.
Partecipanti
10 clarinettisti e 9 violinisti
del Conservatorio di
Milano.
Età cronologica tra i 14 e i
24 anni ed età (M=17.68,
SD=3.2).
Età di acquisizione dai 5 ai
15 anni (M=8.5).
Anni di studio da 2 a 18.
Stimoli e materiali
396 filmati (198 per
strumento) in cui un
musicista esegue una
semplice partitura (1
o 2 note).
Metà dei filmati contiene
una incongruenza
audiovisiva.
Compito: valutare la congruenza audiovisiva su una scala Likert a
Stimoli e materiali
Congruente
Stimoli e materiali
Incongruente
Stimoli e materiali
Incongruente
Stimoli e materiali
Incongruente
Risultati
Dopo 8 anni di studio, le
prestazioni aumentano
notevolmente.
L'esercizio impatta
sull'abilità percettiva
di rilevare
un'incongruenza
audiovisiva.
Risultati
Gli anni di studio, piuttosto che l'età cronologica e
la maturazione cerebrale, incidono sulla
performance.
Conclusioni
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L'elaborazione audiovisuo-motoria è
fortemente coinvolta
nello studio musicale;
l'accuratezza percettiva
migliora in funzione
dell'esercizio anche in
età avanzata.
Studio ERP
Solo i musicisti del proprio strumento sviluppano
una N400. Le rappresentazioni multimodali dei
gesti musicali appresi coinvolgono: corteccia
premotoria, SMA, lobo parietale inferiore, area
frontale inferiore.
Interventi di rimedio
Effetti di plasticità neurale prodotti dalla musica sono
stati rilevati già dopo 15 mesi* ma possono
verificarsi anche prima.
Questo rende possibile interventi di rimedio volti a
potenziare l'elaborazione multisensoriale in persone
con dislessia.
*Hyde,K.L.,Lerch,J.,Norton,A.,Forgeard,M.,Winner,E.,Evans,A.C.,et al. (2009). The effects of musical training on s
Interventi di rimedio: un esempio
Tre componenti principali dell'intervento:
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componente uditiva;
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componente motoria;
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focus su attività di elaborazione multisensoriale.
Componente multisensoriale
Esercizi in cui è richiesto di eseguire movimenti
associati a gesti e musica.
Eserizi di traduzione da una modalità all'altra:
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battere a tempo con una sequenza udita;
riprodurre un ritmo scritto con una semplice
notazione musicale;
imparare a suonare una semplice melodia e a
correggere gli errori dei compagni;
tracciare la prosodia di un discorso su un foglio.
Metodo e risultati
Partecipanti:
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12 bambini di 7-12 anni con dislessia.
Intervento di 6 settimane:
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3h/settimana: un incontro da 1h e due da 30''.
Dopo il training migliorano (follow-up a 6 settimane):
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attenzione uditiva;
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percezione categoriale;
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consapevolezza fonologica;
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abilità di lettura.
Training audiovisivo non linguistico
Dopo 14 sessioni di 10 minuti 2 volte/settimana:
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migliora la lettura;
si modifica il substrato neurale della
discriminazione dei suoni.
Conclusioni
I disturbi della dislessia potrebbero dipendere da un
deficit di integrazione multisensoriale.
Questi deficit sembrano causati da una ridotta
connettività tra aree cerebrali diverse e distanti tra
loro.
Promuovendo questa connettività, la musica e può
essere impiegata in interventi di rimedio per la
dislessia.
Grazie per l'attenzione!