Abile scavatrice - Anno internazionale dei suoli

Abile scavatrice
Piccoli cumuli di terra a forma di crateri disseminati sulla superficie del suolo rivelano la
presenza della talpa. Questa curiosa scavatrice si sente a casa propria dove il suolo è sano
e fertile.
La talpa che vive nei nostri prati e boschi è lunga da 10 a 17 centimetri e pesa tra i 60 e i 120
grammi, ben poca cosa se paragonata alla talpa usata nella galleria del San Gottardo, una
fresa meccanica a piena sezione lunga oltre 400 metri e pesante 2700 tonnellate.
Ciononostante è la nostra amica a vincere il confronto, perché mentre la talpa meccanica
scava a una velocità di 1 o al massimo 1,6 metri all’ora, la talpa del suolo scava le sue gallerie
a una velocità di ben 7 metri all’ora. Certo, la roccia del San Gottardo è più dura, ma questo
non deve sminuire la prestazione della nostra piccola scavatrice.
Le talpe sono dei buffi concentrati di forza. I potenti muscoli delle zampe anteriori, corte ma
massicce, che collegano gli arti alla cintura scapolare, rendono le zampe estremamente
robuste e conferiscono a questi animali una forza che potremmo definire sovrumana. Le
zampe anteriori sono delle vere e proprie pale scavatrici. Sul loro palmo è inoltre presente
un «pollice» extra formato da un unico osso falciforme, che aumentando ulteriormente la
superficie delle zampe ne amplifica l’«effetto pala». La talpa ha un corpo tozzo, quasi
cilindrico, e con un movimento rotatorio che ricorda quello di un trapano si apre la strada
nel terreno. Rimuove continuamente il materiale che scava con l’ausilio delle zampe
posteriori. Le talpe sono capaci di spostare zolle di terra pari a 24 volte il loro peso. La loro
attività di scavo contribuisce a migliorare la struttura del suolo, che diventa più arioso e
soffice.
Un’utile cacciatrice
I monticelli di terra a forma di crateri che si vedono sulla superficie del suolo sono gli unici
segnali visibili della presenza di talpe. Ma sono anche la causa della cattiva fama di questi
utili animali. I piccoli crateri fanno disperare soprattutto gli amanti dei prati inglesi e gli
agricoltori, che si lamentano della contaminazione del fieno o degli insilati come pure dei
danni alle lame delle falciatrici. L’attività di scavo della talpa migliora la struttura del terreno,
rendendolo più poroso e permeabile all’aria. Al contempo, però, apre la strada all’invasione
delle arvicole: un altro motivo, questo, che la rende impopolare nel settore delle colture
orticole e frutticole.
Tuttavia, al contrario dei topi, la talpa non si nutre di radici o bulbi di piante: il suo cibo è
costituito principalmente di lombrichi, cocciniglie, larve, insetti scavatori e limacce. La sua
predilezione per i vermi di terra è un indicatore indiretto che il suolo è sano e fertile. La talpa
non contribuisce soltanto a mantenere l’equilibrio nelle popolazioni dei lombrichi, ma anche
in quelle delle larve di maggiolino, elaterio e curculionide come pure delle lumache, che
causano perdite di raccolto.
La talpa scava estesi sistemi di gallerie che utilizza sia come passaggi che come vere e proprie
trappole per catturare le sue prede, per esempio vermi e insetti. Ogni tre o quattro ore
pattuglia tutta la sua rete di cunicoli per raccogliere il suo bottino. Una parte delle prede,
dopo essere state paralizzate con un morso sui centri nervosi, vengono conservate in buche
che fungono da dispense per il cibo. Nei suoli fertili le dispense sono ben rifornite: in una
sono stati contati oltre 1200 lombrichi e 18 larve di maggiolino, per un peso di oltre due
chilogrammi.
Proprietà speciali
La famiglia delle talpe comprende 35 specie diffuse in Eurasia e Nordamerica ed è un gruppo
di organismi dalle caratteristiche straordinarie. Ad esempio, la talpa dal muso stellato, una
specie nordamericana, è dotata di un olfatto stereo che le consente di localizzare in modo
ottimale le sue prede nel suolo. Questa specie possiede anche un organo tattile eccezionale,
il più sensibile che si conosca tra i mammiferi: si tratta del suo muso a forma di stella,
ricoperto da un’epidermide con un’elevatissima concentrazione di terminazioni nervose.
Anche la talpa che vive in Svizzera è un essere molto sensibile: con l’aiuto dei suoi numerosi
organi di senso percepisce le minime variazioni di pressione e di flussi d’aria presenti nella
rete di gallerie. Persino la coda è un organo tattile eccellente e la talpa lo usa come se fosse
un bastone per ciechi. Inoltre, nonostante viva praticamente sempre sottoterra, non corre il
rischio di un’intossicazione da anidride carbonica, poiché il suo sangue contiene un numero
particolarmente elevato di globuli rossi (emoglobina). L’emoglobina trasporta l’ossigeno dal
polmone, che nella talpa è molto grande, a tutto il corpo e nel percorso inverso lega
l’anidride carbonica per portarla al polmone, dove viene eliminata. Con 200 000 peli per
millimetro quadrato, il mantello setoso della talpa è il più fitto in tutto il regno animale. Una
barriera impenetrabile, sia per l’acqua che per la terra. La talpa può orientare i peli in
qualsiasi direzione, il che le consente di spostarsi nelle strette gallerie sia in avanti che
indietro e a una velocità fino a quattro chilometri all’ora. Anche in questo caso, è la nostra
piccola talpa ad avere la meglio sulla gigantesca talpa meccanica.
Contatto:
Dott.ssa Elena Havlicek
Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)
Tel.: 058 465 14 97
Cell.: 079 653 17 66
E-mail: [email protected]
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 «Anno internazionale dei suoli». Per
evidenziare l’importanza rivestita dagli organismi del suolo per la vita dell’uomo, l’Ufficio federale
dell’ambiente (UFAM) e il Programma nazionale di ricerca «Risorsa suolo» (PNR 68) presentano ogni mese un
organismo vivente. Tutte le schede finora pubblicate possono essere scaricate al seguente indirizzo:
www.suoli2015.ch.
Didascalia foto
Secondo i più, il nome talpa deriva per metastasi di lettere dal greco typhlos (cieco), da cui
anche il nome meno conosciuto di questo quadrupede: tiflo. Secondo altri invece deriva dal celtico
dall o tall (cieco). Gli antichi credevano infatti che la talpa fosse cieca. Altri ancora sostengono
che talpa derivi da kalpa o skalpa, con la medesima radice del verbo latino scalpere (scavare)
e il significato di «animale che scava».
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