Pc sempre più piccoli Ma il prezzo resta grande Un braccio robotico

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MILANO FINANZA IV
Web
SFIDE
Mac Mini
rilancia, a
caro prezzo,
la moda dei
computer
tascabili
di Davide Fumagalli
5 Febbraio 2005
Personal
Pc sempre più piccoli
Ma il prezzo resta grande
P
resentato da Steve Jobs come il Mac più economico di
sempre, il nuovo Mini di
Apple ha fatto delle dimensioni
limitate e del prezzo contenuto
la propria bandiera. In realtà,
specie per gli utenti europei penalizzati da una rapporto tra euro e dollaro fissato arbitrariamente da Apple in 1:1, il Mac
Mini è un acquisto che non trova sul piano economico una
grande attrattiva, né lo fa, per
molti versi, neanche su quello
delle prestazioni. Basta infatti
visitare il sito Apple Store, il negozio virtuale della società, per
rendersi conto che la dotazione
standard del Mac Mini è assolutamente inadeguata e deve
necessariamente essere integrata. Tralasciando la necessità
di acquistare a parte persino
mouse e tastiera, non compresi
nel prezzo e offerti da Apple a
58 euro, la dotazione di 256 Mb
di memoria è inadeguata per il
funzionamento del Mac Os X, e
deve essere portata almeno a
512 Mb, portando così il prezzo
del Mac Mini a 637 euro. Se si
aggiunge a questo un’espansione del disco fisso da 40 a 80 Gb,
al prezzo di 50 euro, e la scheda Airport per le connessioni WiFi senza fili, il prezzo totale raggiunge i 766 euro. Monitor escluso, si intende, e accontentandosi di un’unità ottica combo che
permette di leggere Dvd e ma-
sterizzare Cd-Rom. Se poi si desidera dare un po’ di sprint alle prestazioni, che si basano su
un processore G4 a 1,25 Ghz e
passare al modello da 1,42 Ghz,
il prezzo raggiunge gli 816 euro. Una cifra non indifferente
per un utente non appassionato, che può trovare sul mercato
alternative decisamente più economiche e performanti. Dell, per
esempio, offre sul suo sito on-line il modello Dimension 3000 al
prezzo id 682 euro, con il quale
si ottiene un pc con processore
Celeron a 2,93 Ghz, 512 Mb di
memoria, disco fisso da 80 Gb,
schede Wi-Fi e Fire-Wire, lettore combo per leggere Dvd e masterizzare Cd-rom e persino un
monitor piatto lcd da 15 pollici.
Oltre a mouse e tastiera, naturalmente. Se si aggiungono i 96
euro del costo della spedizione,
gratis da Apple, si ottiene un costo finale di 778 euro per un pc
decisamente più potente, espandibile e in gradi di utilizzare
l’immensa scelta di software per
piattaforma Windows. Dalla sua
il Mac Mini rilancia però un concetto, quello dei pc desktop di
dimensioni ridotte e dal design
curato, lanciata da Microsoft con
la versione Media Center di
Windows Xp. Per il pc da salotto l’estetica è fondamentale. (riproduzione riservata)
Dell si conferma campione nel rapporto prezzo/qualità
Apple Mac Mini
G4 a 1,25 o 1,42 GHz
512 Mb
80 Gb
766 o 816 euro
Salute
CHIRURGIA
Cyberknife
colpisce
il tumore
con
precisione
e preserva
i tessuti
sani. La
terapia non
necessita
di ricovero
di Silvia Fabiole Nicoletto
Due immagini di
Cyberknife. Di
recente è stato
avviato il primo studio
clinico europeo per il
trattamento dei
tumori
Caratteristiche a confronto
Processore
Memoria
Disco fisso
Prezzo
Dell Dimension 3000
Intel Celeron a 2,93 GHz
512 Mb
80 Gb
778 euro
Un braccio robotico
salva fegato e cervello
U
na delle ultime novità nel
settore della chirurgia dei
tumori è il Cyberknife, un
bisturi intelligente messo a punto
negli Stati Uniti che si serve dei
raggi X per colpire in modo selettivo i tessuti malati preservando
quelli sani. La tecnologia informatica che ne permette il funzionamento è molto avanzata e garantisce una precisione di trattamento
indipendente dalla capacità tecnica del chirurgo. In Italia è approdato lo scorso anno presso l’Azienda sanitaria 6 di Vicenza, dove è
stato di recente avviato il primo
studio clinico europeo per il trattamento di tumori localmente avanzati del fegato, delle vie biliari e
del pancreas che non sono trattabili con altre terapie per le possibili complicanze post operatorie. La
tecnologia Cyberknife trova applicazione soprattutto quando la
massa tumorale è posizionata in
zone critiche, quali il cervello e la
colonna vertebrale, o come alternativa non invasiva all’intervento
chirurgico. La casistica più ampia
riguarda infatti i tumori del cervello e del midollo spinale, ma la
tecnica si sta espandendo anche ai
tumori localizzati in altri organi
come polmone, il fegato, il pancreas e la prostata. L’avveniristica
apparecchiatura consiste in un
braccio robotico mobile su cui è
montato un acceleratore lineare
in miniatura; il braccio, che si
orienta in 1.200 modi diversi, è capace di irradiare con estrema precisione la lesione tumorale perché
guidato dalle immagini della Tac o
della risonanza magnetica acquisite prima del trattamento. Questo fa sì che la zona malata sia colpita con elevata precisione e che
durante l’intervento siano del tutto preservati i tessuti sani circostanti; un aspetto molto importante per le elevate dosi di radiazioni
utilizzate e perché sono irradiati
anche organi in movimento, come
i polmoni, o difficili da raggiungere come il pancreas. Altra proprietà importante è la capacità di
seguire e sincronizzare in tempo
reale i movimenti impercettibili
del paziente, come quelli respiratori, durante il trattamento in modo da minimizzare eventuali dan-
ni ai tessuti circostanti sani o sensibili. Il paziente non è quindi costretto all’assoluta immobilità e il
dispositivo per l’immobilizzazione
è una struttura flessibile e meno
invasiva rispetto al tradizionale
casco stereotassico impiegato in
radiochirurgia.
Il trattamento richiede una fase
iniziale di pianificazione in cui
medici acquisiscono le immagini
che servono per identificare la
posizione anatomica esatta
della massa tumorale e
programmano l’apparecchiatura in base
alle informazioni raccolte. Durante la fase di
trattamento, che si svolge
in un tempo variabile da
mezz’ora a un massimo di cinque, il paziente è posizionato
su un lettino ed è irradiato con
i raggi X prodotti dall’acceleratore lineare; la sua posizione
rispetto alla sorgente di radiazioni
è seguita costantemente per correggere anche i minimi spostamenti. Il disagio arrecato al paziente è minimo anche perché la
terapia non richiede il ricovero in
ospedale, la convalescenza o la
somministrazione di farmaci quali agenti di contrasto, sedativi o
anestetici; questo consente di dilazionare il trattamento in più sedu-
te, il cosiddetto «frazionamento»,
un’opportunità interessante per
pazienti con metastasi (tumori
diffusisi in sedi diverse da quella
di origine) che compaiono in tempi
successivi della storia clinica. L’assenza di ricovero, peraltro, consente una riduzione considerevole dei
costi rispetto alle terapie chirurgiche tradizionali. (riproduzione riservata)