Estratto da pag. Sabato 14/11/2015 46 Direttore Responsabile Diffusione Testata Alessandro Barbano 3.207 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Bradisismo nel golfo n respiro del supervulcano Così «Monica» lo ascolta La sonda sottomarina deD'Ingv scopre fumarole sconosciute Nello Mazzone POZZUOLI La mappa batimetrica dei fondali del golfo di Pozzuoli, grazie al cavo sottomarino in fibra ottica lungo 2 chilometri e mezzo del progetto scientifico Ingv-Cnr «MON.I.Ca.», ha consentito di individuare nuove fumarole marine ed emanazioni di gas vulcanici nella caldera del super-vulcano Campi Flegrei, monitorando anche il bradisismo marino. Da ieri lanuovamappa ad alta risoluzione è stata messa a disposizione del mondo scientifico, grazie al progetto sviluppato dalla Si parla di Noi partnership tra osservatorio e il bradisismo verranno d'ora in vesuviano deU'Ingv, Cnr, Federico II poi osservati dal «Grande Fratello» e le aziende Leadetch srl, Vitrociset delmare, che ne capterà ogni spa, Aster srl. Un progetto di ricerca industrialepubblico-privata «MiurPonMON.I.C.A»: il cavo sottomarino «armato», interrato a circa un metro di profondità sotto il fondale per impedire che venga danneggiato dalla pesca di frodo a strascico delle cianciole flegree, è un sistema hi-tech che aggiunge un nuovo importante tassello alle reti di monitoraggio dell'area vulcanica napoletana, già tra le più avanzate e monitorate al mondo. Il supervulcano dei Campi Flegrei Pag. 1 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Sabato 14/11/2015 46 Direttore Responsabile Diffusione Testata Alessandro Barbano 3.207 minima e quasi impercettibile variazione. «Il sistema - dicono dall'osservatorio vesuviano dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - consiste in un cavo sottomarino di alimentazione elettrica e di quattro cavi in fibra ottica di lunghezza variabile, ai cui capi sono collegate altrettante "Junction Box", su ciascuna delle quali sono collegabili fino a sei sensori multiparametrici. Attualmente ad ogni punto sono collegati 2 sensori: un accelerometro con tecnologia MEMS ed un idrometro, che misura il peso della colonna d'acqua sovrastante. In questo modo potremo finalmente misurare il bradisismo anche in mare, fino al centro del golfo». Da mesi i ricercatori dell'OvIngv stanno scandagliando con i loro sensori l'intera area che abbraccia il golfo di Pozzuoli e qualche settimanafa c'è statala scoperta scientifica più interessante del progetto «MON.I.Ca»: sono state individuate aree finora sconosciute di emissione di gas vulcanici e individuati seconda eruzione per importanza nell'area campana avvenuta 15mila anni fa». I cavi in fibra ottica posizionati nel golfo flegreo serviranno, d'ora in poi, da collettori dei dati rilevati dai sensori. Le segnalazioni arrivano sul molo caligoliano del porto di Pozzuoli dove un sistema di acquisizione e trasmissione li invia, in modo continuo e in tempo reale, al centro di monitoraggio Ingv di Vìa Diocleziano nel quartiere napoletano di Fuorigrotta. O RIPRODUZIONE RISERVATA terrazzi marini a varie profondità. «Il rilievo batimetrico - spiega Renato Somma, ricercatore dell'mgv - ha dato un'immagine senza precedenti dellamorfologia del fondale marino della baia di Pozzuoli e rappresenta un contributo alla comprensione dell'evoluzione della caldera dei Campi Flegrei, un'area vulcanica attiva ad alto rischio, abitata da quasi un milione di persone». La mappa, prodotta a scala 1:10000, rappresenta anche un importante strumento perla definizione di scenari multirischio e per il controllo dell'evoluzione delle aree costiere. «La baia di Pozzuoli ha evidenziato in una nota dell'Ingv Giuseppe De Natale, direttore dell'osservatorio vesuviano e coordinatore del progetto costituisce la parte centrale della caldera dei Campi Flegrei, un'ampia struttura vulcanotettonica che si è formata in seguito alle eruzioni vulcaniche deH'Ignimbrite Campana, la maggiore eruzione esplosiva avvenuta nell'area campana 39mila anni fa e del Tufo Giallo Napoletano, la Si parla di Noi Pag. 2