Il respiro del supervulcano. Così «Monica» lo ascolta - Il

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14/11/2015
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Bradisismo nel golfo n respiro del supervulcano Così «Monica» lo
ascolta La sonda sottomarina deD'Ingv scopre fumarole sconosciute
Nello Mazzone POZZUOLI La
mappa batimetrica dei fondali del
golfo di Pozzuoli, grazie al cavo
sottomarino in fibra ottica lungo 2
chilometri e mezzo del progetto
scientifico Ingv-Cnr «MON.I.Ca.»,
ha consentito di individuare nuove
fumarole marine ed emanazioni di
gas vulcanici nella caldera del
super-vulcano Campi Flegrei,
monitorando anche il bradisismo
marino. Da ieri lanuovamappa ad
alta risoluzione è stata messa a
disposizione del mondo scientifico,
grazie al progetto sviluppato dalla
Si parla di Noi
partnership tra osservatorio
e il bradisismo verranno d'ora in
vesuviano deU'Ingv, Cnr, Federico II poi osservati dal «Grande Fratello»
e le aziende Leadetch srl, Vitrociset delmare, che ne capterà ogni
spa, Aster srl. Un progetto di ricerca
industrialepubblico-privata «MiurPonMON.I.C.A»: il cavo
sottomarino «armato», interrato a
circa un metro di profondità sotto il
fondale per impedire che venga
danneggiato dalla pesca di frodo a
strascico delle cianciole flegree, è un
sistema hi-tech che aggiunge un
nuovo importante tassello alle reti di
monitoraggio dell'area vulcanica
napoletana, già tra le più avanzate e
monitorate al mondo. Il supervulcano dei Campi Flegrei
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minima e quasi impercettibile
variazione. «Il sistema - dicono
dall'osservatorio vesuviano
dell'Istituto nazionale di geofisica
e vulcanologia - consiste in un
cavo sottomarino di
alimentazione elettrica e di
quattro cavi in fibra ottica di
lunghezza variabile, ai cui capi
sono collegate altrettante
"Junction Box", su ciascuna delle
quali sono collegabili fino a sei
sensori multiparametrici.
Attualmente ad ogni punto sono
collegati 2 sensori: un
accelerometro con tecnologia
MEMS ed un idrometro, che
misura il peso della colonna
d'acqua sovrastante. In questo
modo potremo finalmente
misurare il bradisismo anche in
mare, fino al centro del golfo».
Da mesi i ricercatori dell'OvIngv stanno scandagliando con i
loro sensori l'intera area che
abbraccia il golfo di Pozzuoli e
qualche settimanafa c'è statala
scoperta scientifica più
interessante del progetto
«MON.I.Ca»: sono state
individuate aree finora
sconosciute di emissione di gas
vulcanici e individuati
seconda eruzione per importanza
nell'area campana avvenuta 15mila
anni fa». I cavi in fibra ottica
posizionati nel golfo flegreo
serviranno, d'ora in poi, da collettori
dei dati rilevati dai sensori. Le
segnalazioni arrivano sul molo
caligoliano del porto di Pozzuoli
dove un sistema di acquisizione e
trasmissione li invia, in modo
continuo e in tempo reale, al centro
di monitoraggio Ingv di Vìa
Diocleziano nel quartiere napoletano
di Fuorigrotta. O RIPRODUZIONE
RISERVATA
terrazzi marini a varie profondità.
«Il rilievo batimetrico - spiega
Renato Somma, ricercatore
dell'mgv - ha dato un'immagine
senza precedenti dellamorfologia
del fondale marino della baia di
Pozzuoli e rappresenta un
contributo alla comprensione
dell'evoluzione della caldera dei
Campi Flegrei, un'area vulcanica
attiva ad alto rischio, abitata da
quasi un milione di persone». La
mappa, prodotta a scala 1:10000,
rappresenta anche un importante
strumento perla definizione di
scenari multirischio e per il
controllo dell'evoluzione delle aree
costiere. «La baia di Pozzuoli ha
evidenziato in una nota dell'Ingv
Giuseppe De Natale, direttore
dell'osservatorio vesuviano e
coordinatore del progetto costituisce
la parte centrale della caldera dei
Campi Flegrei, un'ampia struttura
vulcanotettonica che si è formata in
seguito alle eruzioni vulcaniche
deH'Ignimbrite Campana, la maggiore
eruzione esplosiva avvenuta nell'area
campana 39mila anni fa e del Tufo
Giallo Napoletano, la
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