Stelle che emettono Raggi X L'astronomia classica si occupa della osservazione e dello studio del cielo nella banda visibile dello spettro elettromagnetico (vedi Figura 1). In realtà il cosmo non emette solamente radiazione visibile, ma anche in altre bande, come radio, X e gamma. Al termine della sua evoluzione, quando la stella finisce il suo combustibile nucleare implode (collassa) su se stessa. Quello che rimane è un oggetto molto piccolo e denso (una stella di raggio qualche milione di Km diventa un oggetto del raggio di circa 10 Km). Fig. 1: Lo spettro elettromagnetico Tutti avranno usato una radio, ed avranno notato come esistano diverse bande, chiamate onde lunghe, medie, ecc. Muovendo la manopola della sintonia, spostiamo la frequenza (e quindi la lunghezza d'onda) su cui ci sintonizziamo. Se avessimo una macchina ideale che ci permettesse di continuare a sondare tutte le lunghezze d'onda, potremmo scandagliare tutto lo spettro elettromagnetico, passando attraverso le microonde, la luce visibile, fino ad arrivare ai raggi X e gamma. Quello che viene mostrato in figura è lo spettro elettromagnetico con la denominazione delle bande in funzione della loro lunghezza d'onda in metri (Wavelength in meters): Radio (radio nella figura); Microonde (Microwave); Infrarosso (Infrared); Visibile (Visible); Ultravioletto (Ultraviolet); Raggi X (X– ray); Raggi gamma (Gamma-ray). L'atmosfera terrestre (fortunatamente per noi altrimenti non potremmo vivere sulla Terra!), blocca la radiazione X e gamma proveniente dallo spazio. Nella Figura 2 vediamo a quale altezza avviene questo blocco: possiamo notare come sia la luce visibile che le onde radio arrivano fino a Terra, ma per poter osservare la radiazione gamma emessa dai corpi celesti dobbiamo salire fino ad almeno 25 Km di quota, mentre per quella X bisogna spingersi oltre i 50 Km. Fig. 2: Trasparenza dell’atmosfera Quota sul livello del mare (Altitude) in Km a cui una certa radiazione elettromagnetica viene assorbita. I raggi X vengono assorbiti a circa 50 Km di quota, mentre i raggi gamma arrivano a circa 20 Km prima di essere assorbiti. Questo ha permesso al genere umano di sopravvivere alla radiazione X e gamma che ha effetti nocivi sull'uomo. Si noti come le onde radio raggiungono la superficie terrestre. Per questo motivo i rivelatori di raggi X e gamma devono essere posizionati o su palloni stratosferici o su satelliti artificiali che ruotano attorno alla terra ad una altezza di circa 600 Km. Uno di questi satelliti è BeppoSAX, del quale il gruppo di Astronomia X del nostro Istituto ha ideato e costruito lo strumento di alta energia PDS. I processi fisici che generano raggi X nelle sorgenti celesti sono di solito associati ad eventi violenti, quali la morte di una stella. Ad esempio si consideri un sistema composto da due stelle che orbitano una attorno all'altra (nella stessa maniera in cui la Terra ruota attorno al Sole o la Luna ruota attorno alla Terra). Questi sistemi, detti binari, sono molto comuni ed anzi il caso del nostro Sole singolo è l'eccezione piuttosto che la regola. Fig. 3: Rappresentazione artistica di un sistema binario X Questa è una rappresentazione artistica di un sistema binario in cui la forza di gravità della stella compatta è tale da strappare materia dalla stella compagna. Nella fase di caduta di questa materia sulla stella si ha emissione di raggi X. Su questo oggetto è presente una forza di gravità eccezionale (qualcosa che pesa 1 Kg sulla superficie della Terra peserebbe 200 mila milioni di Kg sull'oggetto compatto!), tali da essere in grado di strappare materia dalla stella compagna (vedi Figura 3). Nella fase di caduta di questa materia sull'oggetto compatto si ha emissione di raggi X. Lo studio della radiazione X da parte di questi sistemi binari, che vengono denominati sistemi binari X, è una delle attività del gruppo di Astronomia X dello IASF. Alcuni di questi oggetti compatti possiedono anche campi magnetici intensissimi (un milione di milioni più intensi di quello terrestre!), cosicché la materia viene convogliata sui poli magnetici (un pò come il polo nord e sud sulla Terra). Esisteranno quindi due regioni di emissione X sull'oggetto compatto, corrispondenti ai due poli magnetici. Se l'asse attorno a cui ruota l'oggetto compatto non è allineato con l'asse congiungente i due poli magnetici, questo farà sì che vedremo i poli magnetici ruotare, e l'emissione X risulterà pulsata (il cosiddetto effetto faro, vedi Figura 4). Fig. 4: Emissione pulsata ed effetto faro Rappresentazione schematica su come si formi emissione pulsata nelle stelle che emettono raggi X. L'oggetto compatto (in blu nel disegno) possiede un grandissimo campo magnetico (un milione di milioni più intenso di quello terrestre!). La materia che è stata strappata dalla stella compagna (in rosso) viene incanalata sui poli magnetici, che diventano le zone di emissione dei raggi X. Se l'asse attorno a cui ruota l'oggetto compatto non è allineato con l'asse congiungente i due poli magnetici, per ogni rotazione della stella osserveremo i due poli magnetici alternativamente. L'emissione ci apparirà pulsata e l'oggetto verrà chiamato pulsatore (pulsar in inglese). A destra viene mostrata la forma dell'impulso della pulsar OAO1657–415 al variare della energia così come è stata rivelata da BeppoSAX. Il suo periodo di pulsazione è 38.2 secondi. Per saperne di più: R. Giacconi, W. Tucker, “L’Universo in Raggi X”, Oscar Saggi Mondadori, 2003 (ISBN 8804520104) H. Gursky, E. van den Heuvel “Sorgenti di Raggi X in Sistemi Binari”, “le Scienze”, luglio 1975 Le Stelle nella Rete: http://www.lestelle.net Mauro Orlandini IASF/Cnr Bologna ([email protected])