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2011/2012
prosa
racconto d’inverno
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2012
A cura dell’Area Comunicazione
L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti
di riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte.
Martedì 21, mercoledì 22 febbraio 2012 ore 20.30
Teatro Ariosto
IL RACCONTO D’INVERNO
di William Shakespeare
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
scene e costumi Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
con Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Sara Borsarelli,
Elena Russo Arman, Corinna Agustoni, Luca Toracca,
Cristian Giammarini, Nicola Stravalaci, Federico Vanni,
Vincenzo Giordano, Enzo Curcurù, Alejandro Bruni Ocaña,
Camilla Semino Favro, Carolina Cametti, Umberto Petranca
produzione Teatridithalia
foto di Luca Piva
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©David Ruano
Ma in inverno è meglio raccontare storie tristi,
io ne so una di elfi e di folletti...
(Mamilio, dal Racconto d’inverno)
Leonte, re di Sicilia, ospita nella propria reggia l’amico Polissene,
re di Boemia, ma sospetta ci sia una relazione tra lui e sua moglie
Ermione, progettando pertanto di avvelenarlo: egli è nemico a se
stesso, è Iago e Otello insieme.
Camillo, nobile della Corte, trovando ingiuste le accuse del re, riesce
a far scappare il boemo, fuggendo con lui. A questo punto Leonte
accusa apertamente Ermione di tradirlo, la fa imprigionare in attesa del giudizio dell’oracolo di Delfi e fa esiliare la figlia, appena nata,
in terra lontana senza aiuti, condannandola a morte certa: eventi
che fanno morire di dolore il giovane figlio Mamilio.
Il responso dell’oracolo scagiona la regina, ma è troppo tardi: Ermione è morta di crepacuore in carcere e a nulla vale il pentimento
del re siciliano.
La storia si sposta nel tempo e nello spazio e ci si trova, a una distanza di 16 anni, in Boemia.
Perdita, la figlia di Leonte, che è stata salvata da dei contadini e
allevata da questi senza sapere le sue nobili origini, è perdutamente
innamorata di Florizel, che è il figlio del re di Boemia in incognito.
Polissene, camuffato, segue il figlio di nascosto sino alla casa di Perdita e, infuriato con lui per aver tenuto nascosta la relazione, gli
ordina di dimenticarsi della ragazza e minaccia di morte i genitori
adottivi di lei.
I due giovani fuggono di nascosto, consigliati dal fido Camillo, e trovano riparo proprio in Sicilia.
Qui si svela l’identità di Perdita e si ha la riappacificazione tra i due
re; inoltre si scopre che Ermione non è morta, ma è vissuta in clandestinità, nascosta da una nobile a lei fedele.
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Il Racconto d’inverno tratta di gelosia, di potere, ma come
abbiamo visto, è la violenza, implicita ed esplicita, nel rapporto
tra uomini e donne – e tra padri e figli, tra sudditi e sovrano
- l’argomento vero del testo. E sono le donne, continuamente
descritte come streghe intriganti, mentitrici abituali,
manipolatrici, che contrastano nei fatti la devastazione e la
tracotanza esorbitante del re. Mentre per i tragici greci, ma
soprattutto in Eschilo, l’elemento femminile manteneva il suo
potere perturbante, non solo sulla bocca dei personaggi, ma
anche nel valore sapienziale che l’autore voleva trasmettere…
in Shakespere, qui come in altri testi, le donne confutano
direttamente il lato oscuro che si attribuisce alla loro liminalità, e
il punto di vista dell’autore trapela attraverso l’edificio generale
del testo.
Dalle note di regia, Elio De Capitani
L’opera (…) vira, almeno nella prima parte, diremmo tragica, verso altri esiti: l’irrazionale e folle gelosia del re, l’incarcerazione della moglie innocente incinta, l’allontanamento (eufemisticamente
detto) della piccola neonata, supposta bastarda. Eppure, è ancora
nel rapporto tra i due maschi, Polissene e Leonte, appunto, che si
annida l’origine di tutte le disgrazie, e questo (…) proprio per via
delle donne. (…) Al di là del problema della “follia” di Leonte, tanto
improvvisa quanto poco spiegabile alla critica, il matrimonio (…) e
il rapporto tra i sessi hanno sempre creato a Shakespeare qualche
problema, sia come problema epocale col femminile che come problema individuale. (…) Inoltre, le ultime opere, nel porre continuamente l’accento al problema delle origini, della dubbia paternità o
della nascita, come è stato detto spesso, esprimono, delle contemporaneità, i problemi di una legitimacy incerta (…). Shakespeare
nelle ultime opere mette in scena ancora una volta questo problema
della discendenza, della legitimacy e quindi, ripetizione ennesima,
la riflessione su chi sia adatto a regnare, chi abbia le qualità per
farlo, problema che assillava il bardo (e il suo periodo) già nelle tragedie e nei drammi storici e che costituirà un interrogativo ancora
molto urgente in The Tempest. (…)
Il primo atto ci ha presentato una corte infetta per l’apparente corruzione femminile e per l’improvvisa follia del re: una Sicilia su cui
è caduto l’inverno della ragione.
da: Clara Mucci, “Corpo femminile impuro, adulterio, stregoneria, onore
maschile e follia in The Winter’s Tale”, in Le ultime opere di Shakespeare, a cura di
C. Mucci, C. Magni, L. Tommaso, Napoli, Liguori 2009.
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Ferdinando Bruni
Dal 1973, quando fonda il Teatro dell’Elfo, lavora a tutto campo nelle produzioni della compagnia come attore, spesso in ruoli di protagonista, regista, scenografo e occasionalmente anche traduttore.
È direttore artistico di Teatridithalia insieme a Elio De Capitani e
con lui ha firmato molti degli spettacoli che hanno segnato lo stile e
la storia del gruppo: dalla trilogia di Fassbinder - Le amare lacrime
di Petra Von Kant, La bottega del caffè, I rifiuti, la città e la morte
(che Bruni in seguito ha arricchito dirigendo e interpretando Come
gocce su pietre roventi) – fino ai recenti successi di Angels in America (parte I e parte II) di Tony Kushner, bestseller americano con
cui ha vinto tutti i più importanti premi teatrali italiani, e Racconto
d’inverno di William Shakespeare di cui è anche sensibile protagonista.
Tra i successi personali vanno ricordate le interpretazioni shakespeariane di Amleto, debuttato nel 1994 ed elogiato da un ottima
critica sul Financial Times, di Shylock nel Mercante di Venezia prodotto per l’Estate Teatrale Veronese nel 2003 e della Tempesta di
Shakespeare, realizzata con Francesco Frongia, nella quale, dando
voce a una schiera di personaggi-marionette “si propone – secondo
molti critici - come erede legittimo di Carmelo Bene”. La sua matu7
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rità d’attore si è definitivamente imposta con il monologo sdisOrè
di Giovanni Testori, giudicato “uno dei culmini della sua carriera”,
ma non va dimenticata la difficile prova comica di Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, nel quale firma anche la regia con
de Capitani.
Tra le regie più riuscite vanno citati due “classici moderni” con Ida
Marinelli protagonista: Zoo di vetro di Tennessee Williams e l’importante progetto del Giardino dei ciliegi di Cechov, messo in scena
nel 2006 con la compagnia dell’Elfo al completo, in un allestimento
applaudito per rigore e sensibilità interpretativa e vincitore di due
Premi Persefone 08 (Miglior scenografia e Miglior attore coprotagonista), riconoscimenti riservati ai protagonisti del teatro distintisi negli spettacoli trasmessi da Rai Due “Palcoscenico” e da Mediaset Premium.
Passa dalla direzione di giovani attori a quella dei più importanti
nomi della scena italiana: così nel luglio ’08 dirige Romeo e Giulietta, prodotto da Teatridithalia in collaborazione con Estate Teatrale
Veronese e Amat, mentre nella primavera del ’09, insieme a Elio De
Capitani, dirige Mariangela Melato ne L’Anima buona di Sezuan
di Bertolt Brecht; e ancora nel 2010 torna a lavorare con i giovani
affrontando Shopping & fucking di Mark Ravenhill.
Tra le sue ultime incursioni nel teatro musicale ricordiamo la Carmen di Georges Bizet, prodotta dal Circuito Lirico Lombardo, di cui
firma regia, scene e costumi (novembre 2008 al Teatro Ponchielli di
Cremona) e l’interpretazione, come voce recitante, della creazione
di Fabio Vacchi Prospero, o dell’armonia, melologo dalla Tempesta
di Shakespeare, un grande successo con la Filarmonica della Scala
diretta da Riccardo Chailly (marzo 2009 al Teatro alla Scala).
Nella stagione 2010/11 firma a quattro mani con Elio De Capitani
due importanti successi, premiati dal “tutto esaurito”: Racconto d’inverno di Shakespeare, di cui è anche protagonista, e la commedia
The history boys di Alan Bennett che si è aggiudicata 3 Premi Ubu
(Miglior Spettacolo dell’anno, Miglior Attrice non protagonista a Ida
Marinelli, Nuovo attore under 30 al gruppo degli 8 ragazzi); inoltre
interpreta una personale riscrittura della Salomé di Oscar Wilde.
Elio De Capitani
Elio De Capitani entra a far parte del Teatro dell’Elfo non ancora
ventenne nel 1973. Attore in molti spettacoli del giovane Salvatores,
passa alla regia nel 1982 con una personale versione di Nemico di
classe di Nigel Williams con Paolo Rossi e Claudio Bisio.
Molti lo ricordano nel film di Nanni Moretti Caimano, ma la sua
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vocazione è il teatro: dal 1992 è con Ferdinando Bruni direttore artistico di Teatridithalia, oggi trasferito nella multisala Elfo Puccini.
In 26 anni più di trenta regie, soprattutto di drammaturgia contemporanea, dirigendo Mariangela Melato, Umberto Orsini, Toni
Servillo, Lucilla Morlacchi, oltre agli attori dell’Elfo. E senza mai
smettere i panni d’attore: ha interpretato Roy M. Cohn in Angels in
America di Toni Kushner, (spettacolo diretto insieme a Bruni, con
il quale ha vinto i più importanti premi italiani per la regia e per
l’interpretazione), Hector in The History boys. Dagli anni novanta
lavora intensamente anche sui classici, mettendo in scena Shakespeare, con il Sogno di una notte di mezza estate, Amleto e Mercante di Venezia, e il teatro greco attraverso le parole di Pasolini
per l’Orestiade. Per ben quattro volte è stato ospite alla Biennale di
Venezia. Restano celebri anche altri spettacoli, soprattutto dell’autore-culto Fassbinder: Petra Von Kant, Bottega del caffé e I rifiuti
al città e la morte.
Del 2008 crea un allestimento visionario di Blasted di Sarah Kane,
definito dalla critica “uno spettacolo da togliere il respiro”; nel 2010
si dedica al teatro di Tennessee Williams firmando Improvvisamente l’estate scorsa e il meno noto La discesa di Orfeo.
Con Bruni realizza nelle ultime stagioni spettacoli di grande successo: L’anima buona di Sezuan, interpretata da Mariangela Melato, la seconda parte di Angels in America, Perestroika e nel 2010,
Racconto d’inverno di Shakespeare e la commedia The history boys
di Alan Bennett, che ha vinto 3 Premi Ubu (i più prestigiosi premi
teatrali italiani).
In ambito lirico, firma nel 2009 a Madrid la sua terza regia: La Vera
Costanza, commissionato dal Teatro Real insieme al Teatro Comunale di Treviso, Ópera di St. Etienne, Opéra Royal de Wallonie di
Liegi, Ópera de Rouen Haute-Normandie, Teatro Nacional de Sofía,
I Teatri di Reggio Emilia.
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GRUPPO BPER
Le attività di spettacolo e tutte le iniziative per i giovani e le scuole sono
realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione Manodori
Vanna Belfiore, Deanna Ferretti Veroni, Primo Montanari, Corrado Spaggiari, Vando Veroni
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Annalisa Pellini
Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Bluezone Piscine, Franco Boni, Gemma Siria Bottazzi, Gabriella
Catellani Lusetti, Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Insieme per il
Teatro, Paola Scaltriti, Gigliola Zecchi Balsamo
Francesca Azzali, Nicola Azzali, Gianni Borghi, Andrea Capelli, Classic Hotel, Francesca Codeluppi, Andrea
Corradini, Ennio Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Alessandro Gherpelli, Alice Gherpelli, Marica
Gherpelli, Silvia Grandi, Hotel Saint Lorenz, Claudio Iemmi, Luigi Lanzi, Franca Manenti Valli, Graziano Mazza,
Ramona Perrone, Francesca Procaccia, Teresa Salvino, Viviana Sassi, Paola Torelli Azzali, Alberto Vaccari
Stampa: Grafiche San Benedetto, Castrocielo (FR)
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