Dragone, Cani da Caccia Ing. Claudio Costa email: [email protected], sito web: carocicosta.it Con il patrocinio dell’Unione Astrofili Italiani Il Dragone (in latino Draco) è una costellazione settentrionale È una delle 88 moderne costellazioni, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo Il poeta latino Virgilio chiama questa costellazione Anguis nella sua opera delle Georgiche (I, 244-246): "Quassù [sul polo nord astronomico] scivola il Serpente con le sue pieghe sinuose e come un fiume passa intorno ed in mezzo alle due Orse..." È una delle costellazioni più grandi della volta celeste; si presenta completamente circumpolare fino alle latitudini temperate boreali, come le regioni del bacino del Mediterraneo Il gruppo della testa è rappresentato da quattro stelle, le più luminose delle quali sono chiamate Eltanin e Rastaban Etamin ha una grande importanza storica, poiché fu misurando la parallasse di questa stella che James Bradley scoprì nel 1725 il fenomeno dell'aberrazione della luce, che costituisce una delle prime prove della rotazione della Terra attorno al Sole L'aberrazione della luce (detta anche aberrazione astronomica o aberrazione stellare) è lo spostamento apparente delle stelle sulla volta celeste, dovuta al moto di rivoluzione della Terra e al fatto che la velocità della luce è finita Estendendo le sue osservazioni ad altre stelle, Bradley si accorse che tutte descrivevano nel cielo una piccola ellisse, il cui asse maggiore era di 40",50, mentre l'asse minore variava in funzione della stella sull'eclittica Per capire meglio cosa sia in effetti, immaginiamo di passeggiare sotto la pioggia Se, mentre ci muoviamo, guardiamo alla nostra destra o sinistra la pioggia venir giù, noteremo che le gocce descrivono una traiettoria obliqua e provengono apparentemente da un punto del cielo davanti a noi Se ci fermiamo vediamo invece la traiettoria raddrizzarsi e la pioggia cadere a perpendicolo Quindi quando ci muoviamo la pioggia sembra pervenire da una zona di cielo davanti a noi, mentre in effetti proviene dalla nostra perpendicolare Lo stesso effetto si verifica per la luce, che cade a perpendicolo sulla terra, ma essendo la terra in movimento intorno al sole sembra che venga da una zona di cielo leggermente diversa In sostanza quando noi vediamo una stella in un punto preciso della volta, in effetti quella stella non è proprio lì, ma leggermente indietro lungo l'asse di rivoluzione della terra intorno al sole Circa 2700 anni fa il polo nord celeste si trovava in direzione di questa costellazione e in particolare nella parte della coda, all'altezza della stella Thuban, che all'epoca era considerata la Stella Polare In particolare il condotto nord della Camera del Re puntava Alpha Draconis: 1. ingresso originale 2. nuova entrata 3. passaggio discendente 4. cunicolo discendente 5. camera inferiore 6. cunicolo ascendente 7. camera intermedia 8. cunicolo orizzontale 9. grande galleria 10. camera superiore 11. cunicolo verticale Al matrimonio di Zeus e Era ci fu una gara fra tutte le gerarchie divine nell'offrire alla coppia i doni più preziosi La Terra non aveva voluto essere da meno e regalò degli alberi da frutto molto particolari: infatti ogni primavera sui loro rami nascevano delle mele d'oro Questi alberi erano custoditi in un meraviglioso giardino affidato a quattro ninfe, le Esperidi, le quali avevano posto a guardia del cancello d'entrata un drago con cento teste Ogni volta che qualcuno si avvicinava al giardino con l'intenzione di rubare i pomi, le teste del drago iniziavano a gridare con cento tonalità diverse facendo fuggire via anche il più coraggioso degli uomini Ma una delle dodici fatiche date a Eracle da Euristeo chiedeva proprio di rubare quelle mele, ed Ercole grazie al consiglio di Prometeo di farsi aiutare da Atlante e grazie ad Atlante stesso, riuscì ad uccidere il drago e a rubare le mele Infine Era pose il drago nel cielo nella costellazione del Dragone in modo che tutti potessero ricordarlo Il giardino delle Esperidi (1892) di Frederick Leighton Un oggetto notevole nella costellazione è la nebulosa planetaria NGC 6543, soprannominata Nebulosa Occhio di Gatto a causa del suo aspetto: presenta due strutture ad anello parzialmente sovrapposte al cui centro si trova una nana bianca La parte centrale della nebulosa, più piccola e luminosa, ha un diametro di 20 secondi d'arco, mentre l'alone più esterno, formato dalla materia espulsa dalla stella centrale nella sua fase di gigante rossa, si estende per ben 386 secondi d'arco: per dare un’idea si tratta di circa 6 volte il diametro apparente del Pianeta Giove; la dimensione reale è ovviamente molto più grande visto che la nebulosa è a 3500 anni luce da noi! Immagine composita costituita da immagini nel visibile (Telescopio spaziale Hubble) e nei raggi X (Chandra X-ray Observatory) Il corpo principale ha una densità di circa 5.000 particelle per centimetro cubo e una temperatura di quasi 7800 Kelvin l'alone esterno presenta densità minore ma una temperatura che sfiora i 15.000 K La stella centrale è di classe spettrale O, con una temperatura stimata intorno agli 80.000 K e circa 10.000 volte più luminosa del nostro Sole, con un raggio di circa 0,65 volte quello solare Le analisi spettroscopiche mostrano che la stella sta perdendo velocemente massa a causa di un forte vento stellare, ad un ritmo di 3,2×10−7 masse solari all'anno La velocità del vento è di circa 1.900 km/s Calcoli derivanti dai modelli teorici attribuirebbero alla stella centrale una massa solare che secondo i modelli di evoluzione stellare corrisponde ad una massa iniziale 5 volte maggiore Immagine di NGC 6543 processata per rivelare gli anelli concentrici che circondano il nucleo centrale: sono anche visibili i getti polari forse dovuti alla presenza di una stella binaria Un vasto ma debole alone di materia gassosa dal diametro di circa 3 anni luce circonda la nebulosa; secondo alcuni studi si tratterebbe di materia espulsa dalla stella durante fasi di attività antecedenti alla formazione della nebulosa planetaria L'immagine, ripresa dal Nordic Optical Telescope sull'isola di La Palma (Canarie), è una ricostruzione di due esposizioni nella banda dell'ossigeno (tonalità blu) e dell'azoto (tonalità rosse) NGC 5866 è una galassia lenticolare vista quasi di taglio La sua distanza è di circa 40 milioni di anni luce, e il suo diametro angolare di 5,2' corrisponde a circa 60.000 anni luce È denominata Galassia Fuso per la sua caratteristica forma: il disco di polveri scure che la attraversa è abbastanza insolito per una galassia lenticolare: nella maggior parte delle stesse, questo disco è in prossimità del bulge, mentre in questo caso potrebbe avere una forma ad anello, ma la sua struttura è di elevata difficoltà di individuazione per la visuale che noi dalla Terra abbiamo dell'oggetto, ovvero esattamente di taglio Per lo stesso motivo la galassia potrebbe essere una semplice galassia spirale, e in questo caso la banda di polveri non sarebbe così insolita I Cani da Caccia (in latino Canes Venatici, abbreviato CVn; nota talvolta anche come I Levrieri) sono una piccola costellazione dell'emisfero nord L'astronomo polacco Johannes Hevelius formò questa costellazione nel 1687 con stelle che precedentemente erano state considerate facenti parte dell'Orsa Maggiore La costellazione risale alla fine del Seicento Hevelius diede alla stella più brillante il nome Cor Caroli, il "Cuore di Carlo"; questo appellativo le fu dato da Sir Charles Scarborough, medico alla corte del Re Carlo II Scarborough sostenne che la stella brillò di una luce particolarmente intensa la notte del 29 maggio 1660, quella in cui Carlo II ritornò a Londra in seguito alla Restaurazione della Monarchia Tuttavia c’è una certa confusione riguardo a quale Re Carlo la stella dovrebbe commemorare: in effetti dovrebbe invece riferirsi al primo Re Carlo, poiché fu indicata per la prima volta in una carta celeste nel 1673 dal cartografo inglese Francis Lamb con il nome di Cor Caroli Regis Martyris (Il cuore di Re Carlo martire), con riferimento al fatto che Re Carlo I era stato decapitato La stella Beta si chiama Chara, dal greco «gioia», il nome che Hevelius diede al cane più meridionale Quello a nord, chiamato Asterion (stellato), è segnato solamente da una piccola quantità di stelle poco brillanti La grande e famosa Galassia Vortice (anche nota come NGC 5194 e talvolta M51A) è una classica galassia a spirale Fu scoperta da Charles Messier il 13 ottobre del 1773 La piccola galassia compagna nota come NGC 5195 (o anche M51B), è parzialmente coperta da un braccio di polvere della spirale Vortice (con la quale interagisce) ed è stata scoperta da Pierre Méchain nel 1781 La Galassia Vortice è una delle più luminose e interessanti galassie nel cielo: dista dalla Terra da 15 a 37 milioni di anni luce ed è ampia da 50.000 a 100.000 anni luce Buona parte della sua luminosità è dovuta alla presenza, nei bracci, di giovani ammassi stellari Questa galassia fu la prima di cui si osservò la struttura a spirale, ad opera di William Parsons nel 1845 La forma a spirale è dovuta principalmente alle interazioni gravitazionali con la galassia più piccola La spirale disegnata dai bracci della galassia è una spirale logaritmica William Parsons divenne il terzo Conte di Rosse alla morte del padre Lawrence Parsons (2º Conte di Rosse), nel 1841 Nel 1840, a Birr nella contea di Offaly, costruì il suo "Leviathan of Parsonstown", un telescopio da 182 centimetri di diametro, che fu per molti decenni il più grande telescopio del mondo Parsons dovette inventare molte delle tecniche usate nella costruzione, sia a causa delle dimensioni senza precedenti, sia perché i costruttori di telescopi del passato avevano protetto i loro segreti o semplicemente non erano riusciti a pubblicare i loro metodi Lord Rosse eseguì pionieristici studi astronomici e scoprì la natura a spirale di alcuni oggetti nebulosi, che oggi sappiamo trattarsi di galassie a spirale La prima galassia a spirale che scoprì fu M51, ed i suoi disegni della galassia assomigliano molto alle fotografie moderne Il telescopio "Leviathan of Parsonstown", ricostruito nel parco del castello di Birr Un'altra celebre galassia è la Galassia Girasole (M63), visibile in prospettiva ma sufficientemente inclinata da poterne osservare la struttura dei bracci, i quali appaiono numerosi e molto ben avvolti Il nome proprio girasole è dovuto al grandissimo numero di segmenti di spirali che circondano il nucleo, ben avvolte attorno ad esso e pervase da un gran numero di nubi di polvere interstellare; la massa totale della galassia sarebbe compresa fra le 80 e le 140 miliardi di masse solari, con un diametro di 90000 anni luce, ossia simile a quello della nostra Via Lattea La distanza è stimata sui 37 milioni di anni luce e si allontana da noi alla velocità di 580 km/s M106 e la sua compagna NGC 4217 M106 è un esempio di galassia di Seyfert; la rilevazione di inconsuete emissioni di onde radio e raggi X osservate tramite il radiotelescopio Very Large Baseline Array indica che probabilmente parte della galassia sta precipitando in un buco nero supermassiccio situato nel suo centro: nel nucleo infatti sembra che sia contenuta una massa pari a 36 milioni di masse solari, concentrata in un volume compreso fra 1/24 e 1/12 di anno luce, ossia fra 12.000 a 54.000 UA Nel 1943 Carl Seyfert completò uno studio su un campione di sei galassie selezionate dal catalogo dell’Osservatorio di Monte Wilson Paragonate alle normali galassie, tali oggetti presentavano alcune peculiarità; sebbene la maggioranza di esse fossero spirali, le loro regioni centrali mostravano una luminosità ben più elevata del normale e righe larghe in emissione, concentrata in un volume compreso fra 1/24 e 1/12 di anno luce, ossia fra 12.000 a 54.000 UA Le Seyfert sono considerate oggi un tipo degli oggetti detti Nuclei Galattici Attivi: altri sono i Quasar e i Blazar La galassia di Seyfert NGC 7742 Si ipotizza che la sorgente energetica centrale di tutti i tipi di AGN, incluse ovviamente le Seyfert, sia un buco nero supermassiccio; tuttavia le prove della sua esistenza sono esclusivamente indirette: a esempio la presenza di getti relativistici con un asse stabile, di uno spettro ad alta energia e di una grande luminosità L’energia rilasciata dal disco di accrescimento del buco nero infatti si allontana sotto forma di getti di materia e di fotoni La migliore simulazione del disco di accrescimento è questa tratta dal film Interstellar, realizzata con la consulenza di Kip Thorne, uno dei maggiori esperti contemporanei sulla fisica di questi oggetti Qui si «vede» il buco nero al centro della galassia NGC 4261, distante 100 milioni di anni luce da noi, nella costellazione della Vergine In base alla velocità di rotazione del disco che lo circonda, la sua massa è stimata a 1.2 miliardi di masse solari, pur occupando un'area non più grande del Sistema Solare Per saperne di più…