IL PIANO KALERGI
LA S-RAGIONE NEONAZISTA ALL’ASSALTO DEI
SOCIAL
di Stefano Golfari
Vero che Umberto Eco ci ha lasciato in eredità un
monito che va sempre ricordato:
“I Social network danno diritto di parola a legioni di
imbecilli”.
Ma, le legioni si ingrossano giorno dopo giorno. In Italia
sono milioni, nel mondo miliardi: può il Pensiero disertare la
battaglia? No. L’esempio che di seguito brevemente
propongo mostra l’urgenza di un presidio. C’è da mettere in
campo un’azione volta difendere un Pensare conscio della
Logica, della Filosofia e della Storia, anche e soprattutto nel
dominio - vastissimo - degli “imbecilli”. E bisogna farlo in
fretta, perché, come sempre è accaduto nella Storia, le
grandi masse imbelli attraggono mestatori e persuasori
occulti come i turisti ingenui attraggono i borseggiatori alla
Stazione. Il furto con raggiro, qui, è messo a segno da meno
schizzinosi “intellettuali” che - nell’assenza di contraddittorio
- offrono al popolo dei Social non soltanto l’opinione politica
su un argomento di attualità, ma anche suo il fondamento
filosofico, storico, sociologico. Soltanto che la loro filosofia,
storia e sociologia è truccata, torta, cammuffata in modo
strumentale. E spesso pure male. Eppure va a bersaglio,
eccome, perché il popolo dei social non ha (in media) gli
strumenti critici che occorrono per smascherare la falsità, e
perché chi sa pensare resta altrove. Ecco dunque che una
frase così abusata negli anni da essere divenuta quasi
soltanto vacua retorica: “il sonno della ragione genera
mostri”, riprende a far paura. I mostri tornano, e mentre noi
dormiamo, chiamano all’adunata legioni di pericolosissimi
imbecilli.
Provo per ciò, per quel che posso, a risvegliare la
ragione su un mostriciattolo che su Facebook, Twitter,
Google+ etc. è divenuto popolarissimo: il PIANO KALERGI.
Trattasi dell’idea che esista un piano strategico occulto per
la distruzione dell’Europa. Come? Facendola invadere da
milioni di profughi e migranti stranieri (soprattutto africani e
“islamici, si dice), col fine ultimo di indebolire e sostituire in
gran parte le classi lavoratrici autoctone, sia sotto il profilo
professionale (paga e diritti) sia sotto il profilo culturale
(identità, nazionalismo). Fine ultimo del Piano Kalergi, si
scrive e si commenta sui “Social”, sarebbe quello di creare
un melting-pot di semi-schiavi sradicati e deboli, privi di
valori morali e di forza contrattuale, a beneficio dei Poteri
Forti. Detti Poteri Forti, identificati nel Potere finanziariopolitico-plutocratico di Ebrei, Massoni e Americani,
sarebbero per l’appunto i segreti strateghi di questo Piano
incoffessabile e perciò occulto che sarebbe stato ideato dal
pensatore genocida dal quale prende il nome: Kalergi. Ma,
in realtà, chi era costui?
Il conte austro-ungarico Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi scrisse le sue opere negli anni venti
del secolo scorso, quasi cent'anni fa. In Paneuropa (1923) e
in "Praktischer Idealismus"(1925) non parla dei "Poteri forti"
che dominano il mondo da qualche oscuro luogo per oscuri
fini. Sono libri di impostazione filosofica scritti per essere
letti alla luce del sole, non c'è niente di "Segreto". Anzi,
furono molto discussi negli anni confusi seguiti all’impatto
devastante della Prima guerra mondiale, e si capiscono solo
riferendosi ad altri pensatori di quegli anni come Spengler,
Nietzsche, Jünger. In più Richard Nikolaus Kalergi fece
anche politica attiva, con la sua fondazione "Paneuropa",
ma difficilmente potremmo inquadrarlo a sinistra o a destra
secondo i canoni che utilizziamo oggi. Kalergi sosteneva
una strana forma di "Aristocrazia spiritualmente meticcia"
che avrebbe dovuto fondere i migliori caratteri di diversi tipi
d'uomo e di cultura. Attenzione, però: questa era la sua idea
di evoluzione dell'Umanità in generale, in Europa come in
Congo, a Beirut, a Dallas, in Cile o in India. Non era proprio
per nulla un Tecnocrate (niente Dominio delle Banche), era
uno Spiritualista. E’ probabile che il dato personale lo
influenzò più del dovuto, essendo lui stesso un eclettico
nobile boemo-giapponese figlio di un diplomatico dell’
Impero austro-ungarico che fu prima cittadino cecoslovacco
e poi francese e aveva sposato una famosa attrice ebrea,
Ida Roland, con grande scandalo della mamma che
considerava un’attrice del tutto fuori posto in una famiglia
che discendeva dai Samurai. Vero è che, nonostante non
disdegnasse affatto il Cristianesimo, la cultura ebraica nel
suo impianto filosofico assume un ruolo-guida, ma sempre
parliamo di valenze culturali e non di azione politica: rispetto
alla quale, invece, Kalergi restò sempre un cosmopolita alla
Wilson. Appunto la Società delle Nazioni del presidente
statunitense T.W. Wilson (che dal1920, per qualche anno,
ebbe vita reale)
è un topos fondamentale per dare
ambientazione storica al suo pensiero, internazionalista e
pacifista. Ma anche su questo punto, se ci si astrae dallo
specifico storico degli anni post-Prima guerra mondiale, la
figura politica del conte Coudenhove-Kalergi risulta
incomprensibile a cent’anni di distanza, e talmente
contraddittoria da poterla utilizzare a pezzi, come meglio
conviene. Caso tipico le sue posizioni “antidemocratiche”:
Kalergi, pacifista e internazionalista, non credeva nella
Democrazia perché secondo lui la Democrazia nascondeva
e occultava - pensate un po' - i "Poteri forti” dell’economia e
della finanza. Aveva, in sostanza, quell’idea elitaria ed
oligarchica, ma spiritualmente intesa, di “Governo dei
migliori” che potremmo far risalire al Platone della
Repubblica, il governo dei Filosofi. Sulla convivenza
democratica, in ogni caso, ci credeva un po' più di Hitler sul
quale la strana famiglia Kalergi e la sua acrobatica, ma
apertissima filosofia, faceva un effetto spiacevole: Hitler
definì Kalergi “Bastardo di tutte le razze”, e lo perseguitò
costringendolo a emigrare prima in Svizzera e poi negli
USA. Quindi anche gli Amerikani non è che proprio andò a
cercarseli da solo... Del resto - eccettuati i Comunisti russi ebbe rapporti politici con quasi tutte le parti in campo allora:
certo anche con i Massoni, i quali però negli anni ’20 del
secolo scorso erano una Lobby di pensiero dai forti tratti
progressisti (che il fascismo italiano vietò nel 1925) tutt’altro
che assimilabile al Club degli iper-ricchi che oggi si identifica
nel leggendario Gruppo Bilderberg. E, comunque, Kalergi
ruppe pesantemente con la Massoneria dopo la
pubblicazione di Paneuropa perché la sua idea di
organizzazione poli-nazionale spiritualista voleva sostituire e
superare la Massoneria, che quindi divenne sua nemica. E
ancora: per un contemporaneo che non si abbia avuto cura
di informare sulle specifiche di quella travagliatissima epoca
risulterà difficile comprendere come Kalergi potesse avere
rapporti politicamente intensi sia coi Socialisti, sia con la
terza Repubblica francese, sia con Mussolini con il quale si
incontrò più volte. Può invece essere assai più facile capire
il finale della sua parabola: alla fine non piacque a nessuno
e rimase isolato. Parlarne oggi come di un segreto
manovratore della geo-politica del Terzo millennio, è
davvero fare un torto alla Storia: la sua influenza politica si
spegne nell'epoca di cui era figlio. Collocate in quei
frangenti la vita e l’opera del conte Kalergi raccontano molte
cose interessanti. Invece, utilizzarlo come causa motrice dei
fatti nostri è da truffatori della Storia del pensiero.
Tranne che per una cosa, l'idea di Europa unita: rispetto
alla quale Kalergi è un anticipatore. A lui dobbiamo anche
l’idea di utilizzare come inno europeo lo splendido testo di
Schiller musicato da Beethoven nella Nona, pieno di
speranza nell’ Umanità. A lui dobbiamo la prima opera in cui
l’idea di una Unione fra stati sovrani è espressa e auspicata:
“Pan-Europa”, nel 1923. Esiste ancora oggi una fondazione
che porta quel nome, è divenuta uno dei rifugi culturali della
residua aristocrazia europea e ogni anno consegna un
“Premio Kalergi”, assegnato fra gli altri a Papa Francesco e
Angela Merkel. Questo proverebbe, secondo i maligni
complottisti, la verità e la presenza del potente Piano in
essere: bisogna però supporre, per seguire questa pista,
che chi ordisce piani occulti di devastante portata sia
contemporaneamente così stupido da invitare giornalisti e
fotografi a celebrare pubblicamente la consegna dei Premi
Kalergi con nomi e cognomi. Meglio sarebbe confrontarsi
sul merito di ciò che è scritto in “Pan-Europa”, con sincerità:
anche qui Kalergi non ha nessun Piano segreto: propone
pubblicamente una idea di Unione europea fondata sul
reciproco accordo fra Stati nazionali, rispetto delle diversità
culturali e protezione delle minoranze. E la sua Paneuropa è
sostanzialmente pensata come reazione pacifista alla Prima
guerra mondiale. Ma allora come è possibile vedere così
spesso il nome di Kalergi sui social, a cominciare da
Facebook, quando si parla di complotti, invasioni e genocidi
prossimi venturi? Ecco il punto: a stravolgere e falsificare il
pensiero di Kalergi è stato Gerd Honsik, autore del libro
“Assoluzione per Hitler?”, un volume pubblicato nel 2005
che è costato al suo autore una pesante condanna per
razzismo e negazionismo in Austria. Quindi, non esiste
nessun Piano Kalergi spendibile nella situazione geo-
politica attuale, ma esiste un Neo-Nazismo che sfrutta quel
nome per promuovere, con l'inganno, idee sue.
Esemplifico in modo più puntuale: i movimenti NeoNazi, seguiti da molti improvvidi "Populisti", per dimostrare
che il presunto PIANO KALERGI mira a indebolire e
distruggere l'Europa con l'immigrazione che creerebbe un
popolo di deboli "meticci" senza identità né cultura
estrapolano dai libri di Kalergi frasi tipo questa:
"L'uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza del futuro
eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi
Egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una
molteplicità di personalità."
Dov'è l'inganno Nazi-Pop? Semplice: nella filosofia di
Kalergi il "meticcio" non è più debole culturalmente (e
fisicamente), ma è più forte! L'obiettivo di Kalergi NON era
una Umanità più malleabile dal Potere, ma una Umanità
nobilitata, più potente, intelligente, coraggiosa. Aristocratica
in senso esteso. Insomma, per capirci, un po' come nel
SuperUomo di Nietzsche. Questo era il pensiero di Kalergi,
che poi sia "strambo" se ne può discutere... Ma il Nazi-Pop
che volesse dimostrarci come il "meticciato" promosso
filosoficamente e geneticamente come FORZA possa
contemporaneamente essere promosso come DEBOLEZZA
e inferiorità sociale, si troverebbe in palese contraddizione
con sè stesso. Del resto lo si capisce anche solo leggendo
la frase con attenzione, e con un minimo di studio: gli antichi
Egizi sono sempre stati considerati in una prospettiva
storico-filosofica (fin da Platone) come un popolo di grande
cultura e di gande bellezza. E la "molteplice personalità" è,
in Kalergi, l'unione delle migliori caratteristiche umane.
Notate, infine, che Kalergi NON parla qui di EUROPA, ma di
Uomo in generale: è filosofia, non un Piano politico sulle
migrazioni in Europa. Quello che gli intellettuali neo-nazisti
tentano, maldestramente, qui, è il proiettare i LORO pregiudizi sull'opera di Kalergi (es.: "Negroide" = negativo,
"Euroasiatica" = l’ Eurabia di fallaciana memoria). Ma, a un
esame appena un po' più attento la trappola non scatta, non
funziona.
Ecco perché è urgente, essenziale non “lasciar correre”
queste bufale filosofiche sui Social Network zeppi di
commenti impressionati e accondiscendenti verso chi
spaccia false ricostruzioni storiche e filosofiche, su questo e
altri temi. Facebook ha un suo “popolo” di un miliardo e
seicento milioni di utenti, è lo “Stato” più abitato della terra.
In Italia 28 milioni di persone leggono Facebook per almeno
40 minuti al giorno. L’anno scorso (dati Istat 2015) il 56,5%
degli italiani che ha più di 6 anni in 12 mesi non ha letto
nemmeno un libro. Chi legge di più, allora, legga anche
Facebook e reagisca, con le armi della Ragione, ai mostri
che s-ragionano. Certo, sul web, sui tablet, sugli
smartphone a digitazione compulsiva, risaltano soprattutto
gli estremismi. C’è da fidare in una maggioranza più
silenziosa e più intelligente. Fidiamo. Ma se tipi alla Gerd
Honsik dovessero tramutare queste legioni di imbelli-social
in milioni di legionari-imbecilli, Dio non voglia, rischiamo tutti
di fare un amaro dietro-front a passo d’oca.
Stefano Golfari.