FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT) MECCANISMI ALLA BASE DELLA “PLASTICITÀ” DEL S.N.C. 1 – RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI PERDUTE O UTILIZZAZIONE DI ALTRE AREE CORTICALI (Lurija) 2 – TRASFERIMENTO DI FUNZIONI ALL’EMISFERO OPPOSTO (Jackson) 3 – RECUPERO DELLE FUNZIONI DI CELLULE IN STATO DI “INATTIVITÀ” FISIOLOGICA (Riserva funzionale) NOTA BENE: SOLO IL SISTEMA NERVOSO PUÒ ESSERE RIEDUCATO (O EDUCATO), IL SISTEMA MUSCOLARE PUÒ ESSERE SOLO RIATTIVATO E RINFORZATO (TRAINING) METODO KABAT – PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI GENERALI (1) L’intensità della contrazione muscolare dipende dal numero di unità motorie coinvolte (più UM entrano in azione maggiore è l’attività muscolare) La contrazione volontaria di un muscolo agonista determina il rilasciamento dell’antagonista e ne facilita la contrazione successiva (“induzione successiva” di Sherrington) METODO KABAT – PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI GENERALI (2) Le caratteristiche di forza, resistenza e coordinazione si sviluppano solo attraverso la ripetizione del movimento volontario. L’effetto terapeutico del movimento è ottimale solo se si attivano massimalmente le vie nervose sensitive e motorie (fenomeno dell’irradiazione) Il movimento finalizzato (gesto) è scomponibile in una serie di movimenti globali semplici che vengono poi inseriti in schemi motori sempre più complessi. La ripetizione continua di schemi motori semplici ne facilita l’esecuzione. METODO KABAT - PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI SPECIFICI (1) Il cervello non “conosce” i muscoli ma solo i movimenti (patterns motori) I patterns motori sono costituiti dall’azione coordinata di una serie di movimenti semplici (catena motoria) Se una singola componente muscolare all’interno di un pattern è deficitaria può essere impossibile elicitarla separatamente ma può ripresentarsi se si elicita l’intero pattern (evocazione) METODO KABAT - PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI SPECIFICI (2) In un pattern l’attivazione contro resistenza di una componente valida può determinare l’attivazione di una componente non valida (diffusione dello stimolo) I patterns possono essere organizzati in schemi di movimento globali (globalizzazione) METODO KABAT – TECNICHE DI BASE (1): GLI SCHEMI SCHEMI DI MOVIMENTO GLOBALI Si svolgono sempre come successione di patterns più semplici che fanno perno su un complesso articolare (articolazione “pivot”) I patterns possono essere DIAGONALI o SPIRALI e sono costituiti dai movimenti di FLESSIONE; ESTENSIONE; ADDUZIONE e ROTAZIONE METODO KABAT – TECNICHE DI BASE (2): I MOVIMENTI NESSUN MOVIMENTO DEVE ESSERE SVOLTO SULLO STESSO PIANO INIZIO PROGRESSIONE 1 PROGRESSIONE 2 FINE ROTAZIONE DA FLESSIONE AD ESTENSIONE E VICEVERSA DA ADDUZIONE AD ABDUZIONE E VICEVERSA ROTAZIONE L’ESERCIZIO COMINCIA DALLA POSIZIONE DI MASSIMO ALLUNGAMENTO E TERMINA IN QUELLA DI MASSIMO ACCORCIAMENTO L’ESERCIZIO È COSTITUITO DA CONTRAZIONI ISOTONICHE E ISOMETRICHE LA RESISTENZA È SEMPRE MASSIMALE MOVIMENTI “PURI” (SUI PIANI) E “COMPONENTI” Flessione + Abduzione Solo abduzione Solo flessione MOVIMENTO SPIRALE DIAGONALI E FULCRI Fulcro capo Fulcro prossimale Fulcro intermedio Fulcro tronco Fulcro distale REGOLA CASELLA / COLORE STESSO COLORE E STESSA COLONNA = STESSA POSIZIONE STESSO COLORE E STESSA LINEA = POSIZIONE OPPOSTA POSIZIONE A DITA POLSO POSIZIONE C EXT FLEX. EXT FLEX. Av.-BRACCIO incl.RAD incl.RAD SUPI SUPI ROT.LAT SCAPOLOOMERALE ALTO FLEX. ROT.LAT ADD ADD ABD Scorr.Ext Scorr.Ext Elevazione Elevazione SCAPOLO TORACICA INTERNO Depressione Depressione Scorr.Int Scorr.Int SCAPOLO TORACICA SCAPOLO TORACICA ADD ABD ABD ADD SCAPOLOOMERALE EXT ROT.MED Av.-BRACCIO DITA SCAPOLOOMERALE FLEX. ESTERNO POLSO POLSO Av.-BRACCIO ABD SCAPOLO TORACICA DITA BASSO SCAPOLOOMERALE EXT ROT.MED PRON PRON incl.ULN incl.ULN Av.-BRACCIO EXT FLEX. EXT FLEX. POSIZIONE D POSIZIONE B POLSO DITA POSIZIONE A’ DITA PIEDE EXT. FLEX. ABD. ADD. PRON. SUPI. CAVIGLIA ANCA POSIZIONE C’ FLEX. ALTO FLEX. ROT.LAT. ABD. ADD. INTERNO EXT. PIEDE DITA EXT. ABD. ADD ROT.MED. ROT.LAT. CAVIGLIA ANCA FLEX. ESTERNO ANCA PIEDE CAVIGLIA ROT.MED. FLEX. DITA EXT. BASSO EXT. CAVIGLIA PRON. SUPI. ABD. ADD. EXT. FLEX. POSIZIONE D’ POSIZIONE B’ ANCA PIEDE DITA METODO KABAT – TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI FACILITANTI LO SCHEMA : rigoroso: deve rispettare la diagonalità,la rotazione il massimo allungamento e la fuidità LA POSIZIONE DELLE MANI: controlla tutte le componenti del movimento, la resistenza deve essere applicata con tutto il corpo del terapista e lungo le diagonali, la mano prossimale applica la resistenza, la mano distale “guida” il movimento. LA RESISTENZA MASSIMALE: si intende quella che il paziente può sopportare senza che la fluidità del movimento venga compromessa (non è il massimo carico spostabile !), serve per facilitare l’irradiazione dai fulcri forti verso quelli più deboli M. KABAT – TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI ESTEROCETTIVE COMANDO VERBALE : enfatizza la risposta, spiega il movimento, stimola e mantiene l’attenzione del paziente COOORDINAZIONE VISIVA : serve a superare i disturbi sensitivi, gnosici ed uditivi. M. KABAT – TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI PROPRIOCETTIVE TRAZIONE: (allontamento dei capi articolari) facilita la contrazione isotonica ed i movimenti in flessione (si richiede al paziente la “spinta”) APPROSSIMAZIONE: (avvicinamento dei capi articolari) stimola la contrazione isometrica con movimenti in estensione (si richiede al paziente la “tenuta”) STIRAMENTO: stimola e facilita l’inizio del movimento è la manovra con cui comincia ogni schema PRIMA DIAGONALE ARTI SUP 1.1 Da spalla in posizione di abduzione (estensione) verso l’adduzione (flessione) POLSO >incl.RAD Av.-BRACCIO>SUPINATO SC.-OMERALE>ROT.LAT SC.TORACICA >ELEVATA SC.TORACICA >DEPRESSA SC.-OMERALE>ROT.MED Av.-BRACCIO>PRONATO 1.2 Movimento inverso 1.3 Inversione lenta POLSO >incl.ULNARE SECONDA DIAGONALE ARTI SUP 2.1 Da spalla in posizione di adduzione (estensione) verso l’abduzione (flessione) 2.2 Inversione 2.3 Inversione lenta PRIMA DIAGONALE ARTI INF 3.1 Da anca in posizione di abduzione (estensione) verso l’adduzione (flessione) 3.2 Inversione SECONDA DIAGONALE ARTI INF 4.1 Da anca in posizione di adduzione (estensione) verso l’abduzione (flessione) 4.2 Inversione LA SPALLA elevatori romboideo Trapezio superiore