I MOTORI DELL’EVOLUZIONE PT1 POMERIGGIO DI AGGIORNAMENTO 23.03.2011 PROF. M.A. ZORDAN, Ph.D UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA 1 GREGOR MENDEL 1822-1884 2 2 Grandi navigatori 3 3 Rotte commerciali per le Indie: 1400-1500 4 4 Brno- Impero Austro-Ungarico (1800) • Centro dell’industria tessile di tutto il centro Europa. • Importanza della lana: produzione + lavorazione • Produttori di lana competitori (p.es. Spagna) – miglioramento della produzione quantitiva e qualitativa per mezzo di selezione artificiale. • Necessita’ di comprendere i meccanismi coinvolti nella selezione artificiale. 5 5 Discorso dell’abate Napp del Monastero di Brno: In occasione di una riunione della Società Pomologica ed Enologica di Brno di cui era il presidente ”Un giorno il mondo potrebbe essere in debito con la città di Brno per i suoi contributi ai meccanismi dell’ereditarietà, allo stesso modo che e’ in debito con Isacco Newton per i suoi contributi alla Fisica." 6 6 LE LEGGI DI MENDEL 7 7 Le leggi di Mendel dell’ereditarietà • Gregor Johann Mendel (1822-1884) viene considerato il padre della Genetica • Il suo successo viene in parte attribuito a: – la sua esperienza giovanile di giardiniere • che gli ha insegnato l’importanza della precisione e dell’attenzione per i dettagli – la sua esperienza universitaria in fisica e scienze naturali • che gli ha insegnato a vedere il mondo come un posto governato dalle leggi naturali – Queste leggi possono essere formulate matematicamente 8 8 Le leggi di Mendel dell’ereditarietà • Mendel era un monaco austriaco • Egli ha condotto i suoi studi fondamentali in un piccolo campo di 35 x 7 metri nell’orto del suo monastero • Dal 1856 al 1864 egli ha eseguito centinaia di incroci • E ha tenuto un registro accurato che comprendeva un’analisi quantitativa 9 9 Le leggi di Mendel dell’ereditarietà • Il suo lavoro, intitolato “Esperimenti sugli ibridi delle piante” fu pubblicato nel 1866 • E venne ignorato per 34 anni • Probabilmente perché – era stato pubblicato su una rivista sconosciuta – non si conosceva la trasmissione dei cromosomi 10 10 Mendel sceglie la pianta di pisello come modello sperimentale • Ibridazione – L’incrocio o accoppiamento tra due individui che hanno caratteristiche diverse • Piante con fiore porpora X piante con fiore bianco • Ibrido – La progenie che deriva da questo incrocio 11 11 Mendel sceglie la pianta di pisello come modello sperimentale • Mendel sceglie il pisello da orto (Pisum sativum) per studiare le leggi naturali che governano l’ibridazione delle piante • La pianta di pisello presentava questi vantaggi – 1. Erano disponibili diverse varietà con caratteristiche distinte – 2. La sua organizzazione consentiva di condurre facilmente incroci in cui i parentali potevano essere controllati 12 12 Mendel sceglie la pianta di pisello come modello sperimentale • Mendel eseguì due tipi di incroci – 1. Autofecondazione • Il polline e la cellula uovo derivano dalla stessa pianta – 2. Fecondazione incrociata • Il polline e la cellula uovo derivano da piante diverse 13 13 14 14 Mendel studiò sette caratteri trasmessi da linee pure • Le caratteristiche morfologiche di un organismo vengono definite caratteri • Una varietà che produce la stessa caratteristica lungo diverse generazioni viene definita linea pura 15 15 I sette caratteri studiati da Mendel 16 16 Gli esperimenti di Mendel • Mendel non aveva un’ipotesi per spiegare la formazione degli ibridi – Però riteneva che un’analisi quantitativa poteva fornire una relazione matematica • Questo si definisce approccio empirico – E consente di dedurre delle leggi empiriche 17 17 Gli esperimenti di Mendel • Mendel studiò sette caratteri • Nella stessa specie, ciascun carattere presentava due varianti o forme – Le varianti dell’altezza delle piante erano: piante alte e piante nane • Nei suoi primi esperimenti egli incrociò solo due varianti di un carattere alla volta – Questo si definisce un incrocio monoibrido 18 18 19 19 I risultati degli incroci monoibridi 20 20 21 21 Interpretare i dati • Per ciascuno dei sette caratteri studiati – 1. La generazione F1 mostra uno solo dei caratteri parentali – 2. La generazione F2 mostra un rapporto di circa 3:1 tra i due caratteri parentali • Questi risultati confutano il meccanismo di eredità per mescolamento 22 22 Interpretare i dati • Invece, i dati suggeriscono una modalità di eredità particolata • Mendel postulò quanto segue: – 1. Una pianta contiene due fattori ereditari discreti, uno per ciascun parentale – 2. I due fattori possono essere identici o meno – 3. Se i due fattori sono diversi: • Uno è dominante e il suo effetto è visibile • L’altro è recessivo e non è espresso – 4. Durante la formazione dei gameti, la coppia di fattori segrega casualmente. • Metà dei gameti riceve un fattore e metà riceve l’altro • Questa è la prima legge di Mendel 23 23 24 24 •E adesso introduciamo qualche termine: –I fattori mendeliani oggi si chiamano geni –Gli alleli sono versioni diverse dello stesso gene –Un individuo con due alleli identici viene definito omozigote –Un individuo con due alleli diversi viene definito eterozigote –Il genotipo definisce la composizione allelica di un individuo –Il fenotipo si riferisce all’aspetto esteriore di un individuo 25 25 IL QUADRATO DI PUNNETT 26 26 Il quadrato di Punnett • Il quadrato di Punnett è una tabella che permette di prevedere il risultato di incroci genetici – E’ stato proposto dal genetista inglese Reginald Punnett • L’approccio basato sul quadrato di Punnett verrà illustrato con l’esempio dell’incrocio di piante alte eterozigoti 27 27 Il quadrato di Punnett • 1. Scrivi i genotipi dei due parentali – Parentale maschile = Tt – Parentale femminile = Tt • 2. Scrivi i possibili gameti che possono essere prodotti da ciascun parentale – Parentale maschile: T oppure t – Parentale femminile: T oppure t 28 28 Crea un quadrato di Punnett e riempilo con i possibili genotipi della progenie 29 29 – 4. Determina le proporzioni relative dei genotipi e fenotipi della progenie – Rapporti genotipici TT :Tt : tt 1 :2 :1 – Rapporti fenotipici Alto : nano 3 : 1 30 30 GLI ESPERIMENTI DI MENDEL 31 31 Gli esperimenti di Mendel • Mendel eseguì anche degli incroci diibridi – Incrociando cioè delle piante che differivano per due caratteri • Per esempio: – Carattere 1 = Aspetto del seme (liscio o rugoso) – Carattere 2 = Colore del seme (giallo o verde) • Esistono due diverse modalità di trasmissione di questi caratteri 32 32 33 33 34 34 I risultati dell’incrocio diibrido 35 35 36 36 Interpretare i dati • La generazione F2 contiene semi con nuove combinazioni (non presenti nei parentali) – rugosi e gialli – lisci e verdi • Queste sono combinazioni ricombinanti • La loro osservazione contraddice il modello di assortimento associato 37 37 •Se i geni assortiscono indipendentemente –Il rapporto fenotipico predetto nella generazione F2 sarebbe 9:3:3:1 Rapporto 9, 8 3,2 3,4 1,0 38 38 •I dati di Mendel erano molto vicini ai valori attesi •Perciò egli propose la seconda legge (dell’assortimento indipendente) –Durante la formazione dei gameti, la segregazione di ciascuna coppia di fattori è indipendente da quella di altre coppie di fattori 39 39 LA GENETICA MODERNA 40 40 La Genetica moderna • I genetisti di oggi si interessano spesso alla relazione tra manifestazione dei caratteri e l’espressione molecolare dei geni • Essi usano i seguenti approcci – Identificare un individuo con una copia difettosa di un gene – Osservare in che modo questa copia potrà influire sul fenotipo dell’organismo 41 41 La Genetica moderna • Le copie difettose sono chiamate alleli con perdita di funzione • Senza saperlo Mendel aveva usato molti alleli di questo tipo nei suoi studi sulle piante di pisello • Gli alleli con perdita di funzione vengono ereditati comunemente con modalità recessiva 42 42 • L’eredità mendeliana descrive le modalità di trasmissione che obbediscono alle due leggi di Mendel • L’eredità mendeliana semplice riguarda: – Un singolo gene con due diversi alleli – Alleli che mostrano delle relazioni semplici di dominanza/recessività 43 43 • Gli alleli prevalenti in una popolazione sono definiti selvatici (o wildtype) – Tipicamente codificano proteine che • Funzionano normalmente • Sono prodotte nelle quantità regolari • Gli alleli che hanno subito una modificazione (mutazione) sono chiamati mutanti – Essi tendono a essere rari nelle popolazioni naturali – E’ probabile che causino una riduzione nella quantità o funzione della proteina codificata – Sono spesso trasmessi con modalità recessiva 44 44 • Consideriamo per esempio i caratteri studiati da Mendel Allele selvatico (dominante) Allele mutante (recessivo) Fiore porpora Fiore bianco Fiore assiale Fiore terminale Semi gialli Semi verdi Semi lisci Semi rugosi Baccelli semplici Baccelli concamerati Baccelli verdi Baccelli gialli Piante alte Piante nane • O un altro esempio da Drosophila Allele selvatico (dominante) Allele mutante (recessivo) Occhi rossi Occhi bianchi Ali normali Ali ridotte (miniature) 45 45 • Le malattie genetiche sono causate da alleli mutanti • In molte malattie genetiche la mutazione è in un allele recessivo – L’allele non può produrre una proteina pienamente funzionale 46 46 • Nelle relazioni semplici di dominanza/recessività l’allele recessivo non influisce sul fenotipo dell’eterozigote – 1. 50% della proteina normale è sufficiente per dare il fenotipo normale – 2. L’eterozigote è in grado di produrre più proteina dall’allele normale per compensare la mancanza di funzione dell’allele mutante 47 47 48 48 LA DOMINANZA INCOMPLETA 49 49 Dominanza incompleta • Nel caso della dominanza incompleta l’eterozigote mostra un fenotipo intermedio a quello dei due omozigoti • Per esempio: – Il colore del fiore nella bella di notte – Due alleli • CR = allele per il colore rosso • CW = allele per il colore bianco 50 50 In questo caso non basta il 50% della proteina CR per produrre il fenotipo rosso Non si osserva il rapporto fenotipico di tipo 3:1 bensì un rapporto 1:2:1 51 51 Dominanza incompleta • Definire un carattere dominante o dominante incompleto può dipendere da quanto lo esaminiamo da vicino • Per esempio, rispetto alla forma del seme di pisello – Mendel aveva concluso dall’esame esteriore che • I genotipi RR e Rr producono piselli lisci • Il genotipo rr produce piselli rugosi – Ma l’esame microscopico dimostra che non tutti i piselli lisci sono uguali! 52 52 53 53 EFFETTI AMBIENTALI SULL’ESPRESSIONE GENICA 54 54 • Il mantello himalaiano: un esempio di allele condizionale temperatura-sensibile – L’enzima codificato da questo gene funziona solo alle basse temperature • Quindi, la pelliccia è colorata solo nelle aree più fredde del corpo • Questo si osserva anche nel caso dei gatti siamesi 55 55 EFFETTI AMBIENTALI SULL’ESPRESSIONE GENICA: TEMPERATURA 56 56 ALLELI LETALI 57 57 Alleli letali • I geni essenziali sono quelli assolutamente necessari per la sopravvivenza – La mancanza dei loro prodotti proteici portano a un fenotipo letale • Si stima che circa 1/3 di tutti i geni siano essenziali • I geni non essenziali sono quelli assolutamente non necessari per la sopravvivenza • Un allele letale ha la potenzialità di provocare la morte dell’organismo – Si tratta tipicamente di alleli che derivano da mutazioni di geni essenziali – Normalmente sono ereditati con una modalità recessiva 58 58 • Molti allelli letali impediscono la divisione cellulare – Uccidono l’organismo in età precoce • Alcuni alleli manifestano i loro effetti letali tardivamente – Malattia di Huntington • Caratterizzata da una progressiva degenerazione del sistema nervoso e demenza • L’età di insorgenza della malattia è tra 30 e 50 anni • Gli alleli letali condizionali possono esercitare il loro effetto solo a certe condizioni ambientali – Gli alleli letali temperatura sensibili (ts) • Una larva di Drosophila può morire a 30° C • Ma sopravvive se allevata a 22° C 59 59 INTERAZIONI GENICHE 60 60 Interazioni geniche • Le interazioni geniche avvengono quando due o più geni influenzano la manifestazione di un singolo carattere • Infatti, i caratteri morfologici come altezza, peso e pigmentazione sono dovute a numerosi geni in combinazione con fattori ambientali 61 61 Interazioni geniche 62 62 • Esistono decine di geni che possono influenzare caratteri complessi quale l’altezza. Consideriamo alcuni casi che coinvolgono una coppia di geni con due alleli ciascuno. • Gli incroci possono venire illustrati dallo schema generale – AaBb X AaBb • Dove A è dominante su a e B è dominante su b • Se questi due geni controllano due diversi caratteri – Si prevede un rapporto fenotipico 9:3:3:1 nella progenie • Se però i due geni controllano lo stesso carattere – Questo rapporto non verrà osservato 63 63 Si definisce epistasi il fenomeno per cui gli alleli di un gene mascherano gli effetti fenotipici degli alleli di un altro gene – L’epistasi va considerata relativamente a un particolare fenotipo • Nota: – Le leggi di Mendel restano valide in presenza di epistasi! Anche se i fenotipi sono mascherati i rapporti genotipici sono mantenuti 64 64 • Le interazioni epistatiche si devono spesso al fatto che due (o più) proteine diverse partecipano a una funzione cellulare comune – Per esempio una stessa via metabolica L’allele recessivo c codifica un enzima inattivo L’allele recessivo p codifica un enzima inattivo 65 65 • Nell’esempio del colore del fiore del pisello dolce due linee pure mutanti con identico fenotipo generano una progenie F1 a fenotipo selvatico • Questo è l’effetto della complementazione – La complementazione si deve al fatto che le mutazioni che producono lo stesso fenotipo cadono in geni differenti Mutazioni che inattivano l’uno o l’altro dei due enzimi Risultano nello stesso fenotipo 66 66 RIDONDANZA GENICA 67 67 Ridondanza genica • I genetisti hanno sviluppato delle tecniche che consentono di generare degli alleli con perdita di funzione • Questo è l’approccio del gene knockout che consente di definire gli effetti del gene su struttura o funzione dell’organismo • E’ interessante notare che molti organismi knockout non presentano un fenotipo evidente 68 68 Ridondanza genica • Questo effetto può essere dovuto alla ridondanza genica che significa che un gene può compensare la perdita di funzione di un altro – Per esempio può essere dovuta a duplicazione genica – I geni duplicati sono definiti paraloghi • Essi non sono identici perché ciascuno ha accumulato una serie di mutazioni 69 69