L’origine delle specie 373 Alessia Argentieri, Ana Mirt, Germana Battista, Nicolò Fabrizio, Noemi Gentilezza, Chiara Del Greco, Amelia Di Corso, Federica Patriarchi, Melania Zocaro, Lorenza Di Lena Oltre Darwin “Mio solo svago e mia sola occupazione durante tutta la mia vita è stato il lavoro scientifico e l’entusiasmo per questo lavoro mi fa dimenticare per qualche tempo, o allontanare del tutto, i miei malesseri quotidiani. Non ho quindi da riferire intorno al resto della mia vita se non la pubblicazione dei miei numerosi libri” Il contributo che il Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto ha voluto dare al Convegno “Darwin tra Scienza, Storia e Società”, risponde alla tipicità degli attori, adolescenti che si interrogano per la prima volta su un tema così complesso come quello dell’ Evoluzione. Il gruppo dei dieci studenti simula un simposio scientifico dove gli intervenuti si confrontano sul concetto di evoluzione e analizzano il contributo dato dalle ricerche darwiniane alla scienza, alla storia e alla società, addentrandosi anche nei complicati meandri dell’ evoluzione dei sistemi viventi, con un allargamento di prospettiva che dai geni alle popolazioni, alle specie si estende fino alle comunità e agli ecosistemi. La performance scelta dai giovanissimi conferenzieri se da un lato conferisce leggerezza alla trattazione dall’altra permette di analizzare molteplici aspetti da posizioni diverse e spesso distanti. Nel documento sono riportati i contenuti dei singoli interventi che nel corso del convegno sono stati arricchiti da una presentazione di power point. Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto A cura di Germana Battista. Coordinatrice: Prof.ssa Rosa Lo Sasso 374 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto Introduzione Evoluzione, varietà, selezione, adattamento, DNA, competizione, eredità, progresso: tutte parole che rientrano nel vocabolario e nella cultura di ognuno di noi e che sono direttamente collegate alle domande fondamentali che ci poniamo riguardo all’origine dell’uomo e alla sua evoluzione. Quando i nostri antenati hanno cominciato a camminare su due gambe? Come si sono sviluppati organi tanto complessi e perfetti come l’occhio o il rene? Come risalire all’origine del linguaggio e della coscienza di sé? Molte le domande, poche le risposte sicure. Si sa con certezza che la massa del cervello dell’uomo in tre milioni di anni è triplicata, che molte specie si sono evolute e altre sono scomparse, ma non si sa come si sono generate certe varianti e perché alcune di esse si sono affermate e altre no. Pensare in termini evoluzionistici è essenziale per poter avere una visione prospettica e generale della vita, rinunciando all’idea che non sempre ciò che appare positivo a noi è da considerarsi altrettanto positivo dal punto di vista più generale dell’evoluzione della Terra e dei milioni di esseri viventi che l’abitano. L’importanza di Darwin per la storia della scienza e della cultura umana è largamente testimoniata dal fatto che intorno alla sua opera e all’evoluzione della sua teoria si è sviluppata un’autentica «industria del pensiero» . Che continua oggi a ragionare, sulla base della documentazione che ha lasciato, su come egli arrivò a concepire l’ipotesi che la selezione naturale costituisca il meccanismo che diversifica le specie e le rende adattate all’ambiente. Il fissismo Sin da prima che Charles Darwin, il “padre” del moderno concetto di evoluzione biologica, pubblicasse la prima edizione de L’origine delle specie, le posizioni degli studiosi erano divise in due grandi correnti di pensiero che vedevano, da un lato, una natura dinamica ed in continuo cambiamento, dall’altro una natura sostanzialmente immutabile. Oltre Darwin 375 Della prima corrente facevano parte scienziati e filosofi vicini all’ Illuminismo francese, come Maupertuis, Buffon, La Mettrie, che rielaboravano il meccanismo di eliminazione dei viventi malformati proposto da Lucrezio nel De rerum natura ed ipotizzavano una derivazione delle specie le une dalle altre. Alla fine del 1700 la teoria predominante era ancora quella della fissità, dello scienziato Linneo, che definiva le varie specie come entità create una volta per tutte e incapaci di modificarsi o capaci entro ben determinati limiti. Tali concetti si ispiravano al concetto gerarchico della scala naturae, medievale, ma con radici profonde nella Genesi biblica, nella filosofia aristotelica e platonica e nei pitagorici come Timeo. Secondo il Fissismo le specie non possono trasformarsi in altre specie e restano fisse nelle loro caratteristiche. Sembra un concetto semplice e chiaro, invece ha un margine di ambiguità, seppur limitato; ciò è dovuto all’incertezza che si è sempre avuta nel definire in modo univoco cosa sia una «specie». La specie Le definizioni prevalenti si incentrano sul concetto di interfecondità e considerano appartenenti alla stessa specie gli individui che potenzialmente si possono accoppiare, dando prole feconda. Ci sono però casi particolari e riguardanti gruppi molto affini, per i quali questa definizione risulta inadeguata. Anche il termine ebraico mîn «specie (creata)», che troviamo nella Genesi, ha un significato che si presta a una certa elasticità e potrebbe significare un raggruppamento più ampio di quello che viene oggi indicato come «specie»: per esempio il cane, il lupo e la volpe potrebbero considerarsi come appartenenti a un’unica «specie» e derivare da un progenitore comune attraverso la variabilità che si ha normalmente nella discendenza (cane, lupo e volpe, in quest’ottica, sarebbero razze diverse, non specie diverse). Insomma, i confini della «specie» possono essere più stretti o più ampi, e sono da definire «fissisti» tutti coloro che ritengono invalicabili i limiti della «specie» (indipendentemente da quanto essa sia ragionevolmente considerata ampia). 376 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto La teoria dell’evoluzione di Darwin La teoria dell’evoluzione di Darwin si basa su 5 osservazioni-chiave e sulle conclusioni che se ne traggono 1. Le specie sono dotate di una grande fertilità e producono numerosi discendenti che possono raggiungere lo stadio adulto. 2. Le popolazioni rimangono grosso modo delle stesse dimensioni, con modeste fluttuazioni. 3. Le risorse di cibo sono limitate, ma relativamente costanti per la maggior parte del tempo. Da queste prime tre osservazioni è possibile dedurre che verosimilmente in ogni ambiente ci sarà tra gli individui una lotta per la sopravvivenza. 4. Con la riproduzione sessuale generalmente non vengono prodotti due individui identici. La variazione è abbondante. 5. Gran parte di questa variazione è ereditabile. Il sostegno dei fossili… Il sostegno che Darwin cercava per la sua teoria dell’evoluzione lo trovò, in parte, nella geologia. La teoria di Darwin richiedeva infatti un “tempo profondo” di centinaia di milioni di anni per trasformare le prime forme viventi nelle specie attuali, e l’unico supporto a questa ipotesi veniva proprio dalle datazioni degli strati rocciosi fornite dai geologi. …e della genetica La teoria della selezione naturale prevede che all’interno di tale variabilità, derivante da mutazioni genetiche casuali, nel corso delle generazioni successive al manifestarsi della mutazione, vengano favorite (“selezionate”) quelle mutazioni che portano gli individui ad avere caratteristiche più vantaggiose in date condizioni ambientali, determinandone, cioè, un vantaggio adattativo (migliore adattamento) in termini di sopravvivenza e riproduzione. I principi fondamentali su cui si basa la selezione naturale sono: • il principio della variazione: che afferma che tra gli individui di una Oltre Darwin 377 popolazione esiste una variabilità dei caratteri; • il principio dell’adattamento: secondo il quale alcuni individui (i “più adatti” all’ambiente) presentano caratteri che offrono un vantaggio di sopravvivenza e di riproduzione e, di conseguenza, i loro tratti fenotipici diventano prevalenti nella popolazione; • il principio dell’ereditarietà: che localizza nei geni l’origine della variabilità delle caratteristiche fenotipiche trasmissibili ai discendenti per mezzo della riproduzione. L’importanza della fitness È la capacità di un genotipo di riprodursi e di trasmettersi alla generazione successiva, conferendo un vantaggio riproduttivo all’individuo che lo possiede. La fitness si riferisce, quindi, alla capacità di produrre prole; poiché il numero di discendenti che un individuo può generare dipende sia dalla sua capacità di arrivare allo stato adulto, sia dalla sua fertilità, possiamo considerare la fitness come il prodotto di due componenti, la vitalità e la fertilità: fitness = vitalità × fertilità; La fitness è influenzata dall’ambiente in cui l’organismo vive, infatti, lo stesso fenotipo può avere fitness diverse in ambienti diversi. La selezione naturale Anche se la fitness è spesso riferita al genotipo, il bersaglio della selezione naturale è l’organismo in toto, e deriva dalle interazioni delle diverse fitness genotipiche. La selezione naturale può essere distinta in tre tipi: • La selezione direzionale , che si verifica quando un determinato genotipo ha una fitness più elevata rispetto agli altri e, di conseguenza, la frequenza del fenotipo corrispondente tenderà ad aumentare. • La selezione stabilizzante , invece, si verifica quando il fenotipo medio è favorito rispetto agli estremi. Questo tipo di selezione, quindi, si oppone 378 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto ai cambiamenti, mantenendo stabili le diverse forme fenotipiche. • La selezione diversificante, detta anche disruptiva, favorisce i fenotipi estremi, a scapito di quello intermedio. Questo tipo di selezione ha una notevole importanza perché determina un aumento della diversità genica all’interno delle popolazioni e, di conseguenza, promuove la speciazione. Si parla inoltre di selezione negativa, o purificante, intendendo la rimozione selettiva di alleli rari che sono dannosi. L’ adattamento L’adattamento è l’insieme delle caratteristiche, sia strutturali sia comportamentali, che sono state favorite dalla selezione naturale perché aumentano le possibilità di sopravvivenza e di riproduzione di un organismo nel suo habitat naturale. L’adattamento è la conseguenza dei cambiamenti del pool genico che avvengono all’interno delle popolazioni in seguito alle pressioni selettive dell’ambiente, che favoriscono individui con fitness più elevata. Tuttavia, si deve precisare che il concetto di adattamento è relativo, perché ciò che può essere adatto in un ambiente può non esserlo in un altro e, in seguito a variazioni ambientali, caratteristiche vantaggiose possono diventare svantaggiose e/o viceversa. Inoltre, in natura l’adattamento non è mai perfetto, ma risulta come compromesso tra le esigenze adattative delle diverse caratteristiche di un organismo. Oggi …oltre darwin….la biologia evoluzionistica La biologia evoluzionistica studia la storia degli esseri viventi e i meccanismi che ne generano la diversità. È basata sui principi generali dell’adattamento all’ambiente e della casualità associata alla trasmissione ereditaria dei geni. Cerca di chiarire l’origine di tutte le caratteristiche degli organismi e occupa quindi una posizione centrale nelle scienze biologiche. La biologia evoluzionistica ha inequivocabilmente dimostrato che tutti gli organismi si sono evoluti negli ultimi 3.5 miliardi di anni a partire da Oltre Darwin 379 un unico antenato comune. Numerosi eventi specifici che hanno contrassegnato questo percorso sono ben documentati, e i meccanismi genetici ed ecologici alla base dei cambiamenti evolutivi sono oggi descritti e analizzati nell’ambito di un’unica, solida teoria scientifica: quella dell’evoluzione biologica. I metodi, i concetti e il tipo di approccio scientifico della biologia evoluzionistica hanno portato e continueranno a portare importanti contributi non solo a discipline come la biologia molecolare, la biologia dello sviluppo, la fisiologia e l’ecologia, ma anche in altri campi, come per esempio la psicologia, l’antropologia e le scienze informatiche. Ma cos’è l’evoluzione? L’evoluzione biologica consiste nel cambiamento delle caratteristiche ereditarie di gruppi di organismi nel corso delle generazioni. In una prospettiva a lungo termine, l’evoluzione è la discendenza con modificazioni lungo diverse linee evolutive a partire da antenati comuni. In una prospettiva a breve termine, l’evoluzione è il continuo adattamento di gruppi di organismi alle sfide e ai cambiamenti dell’ambiente. L’evoluzione dunque ha due componenti principali: la ramificazione delle linee di discendenza ed i cambiamenti ereditabili che avvengono nell’ambito di ciascuna linea. 380 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto Quali sono le basi dell’evoluzione? • L’EVOLUZIONE PER SELEZIONE NATURALE La biologia evoluzionistica ha le sue fondamenta teoriche negli studi svolti nel diciannovesimo secolo da Charles Darwin e Alfred Russell. • ANALISI FILOGENETICHE I recenti sviluppi delle tecniche di sequenziamento del DNA e la disponibilità di computer sempre più potenti permettono, attraverso l’“analisi filogenetica”, una ricostruzione precisa delle relazioni evolutive tra specie • VARIABILITÀ MORFOLOGICA E MOLECOLARE La variabilità è una caratteristica fondamentale nell’evoluzione. Lo studio della variabilità a livello molecolare (DNA e proteine) chiarisce i processi genetici alla base dei cambiamenti evolutivi. • I REPERTI FOSSILI I fossili sono importanti in quanto forniscono indizi sulle origini evolutive degli adattamenti. ..e gli scopi? La biologia evoluzionistica cerca di spiegare la grande varietà con la quale si presenta la vita sulla terra. I due obiettivi principali della biologia evoluzionistica sono di ricostruire la storia della vita sulla terra e di capire i processi evolutivi che l’hanno caratterizzata. Come si studia l’evoluzione? Con metodi molecolari e statistici che permettono di stimare le differenze e le somiglianze tra le specie nella loro anatomia, nei geni, e in altre caratteristiche. Da queste analisi è possibile identificare le relazioni di parentela tra le specie e la sequenza temporale secondo la quale le loro caratteristiche si sono evolute. Analizzare la variabilità genetica di una specie che dipende da pro- Oltre Darwin 381 cessi evolutivi come le mutazioni che agiscono a livello del DNA, la deriva genetica e la selezione naturale. Attraverso il “metodo comparativo”, che confronta in specie diverse la relazione tra una certa caratteristica e l’ambiente in cui vivono, è poi possibile identificare relazioni di causa-effetto prodotte dall’evoluzione. Perché la biologia evoluzionistica è importante? La biologia evoluzionistica permette di definire non solo come e perché gli organismi sono diventati ciò che sono, ma anche quali processi di modificazione sono attualmente in corso. Il concetto di risposta dell’organismo al cambiamento ambientale, tema fondamentale della biologia evoluzionistica, sta diventando sempre più importante in termini di impatto scientifico sulla società. Viviamo infatti in un mondo in costante cambiamento, in gran parte dovuto alle attività umane. La biologia evoluzionistica può senza dubbio contribuire ad una maggiore capacità predittiva sulle conseguenze a medio e lungo termine dei danni ambientali di natura antropica (siano essi deforestazioni, utilizzo incontrollato di pesticidi o riscaldamento globale) ed alla promozione di una maggiore consapevolezza nella società su tali temi Risposta dell’organismo al cambiamento ambientale Viviamo in un mondo in costante cambiamento, in gran parte dovuto alle attività umane. La biologia evoluzionistica può senza dubbio contribuire ad una maggiore capacità predittiva sulle conseguenze a medio e lungo termine dei danni ambientali di natura antropica (siano essi deforestazioni, utilizzo incontrollato di pesticidi o riscaldamento globale) ed alla promozione di una maggiore consapevolezza nella società su tali temi. Approccio evolutivo in campo biologico Si basa su diversi concetti: 1. l’interazione fra casualità e adattamento, considerati come cause an- 382 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto tagoniste del cambiamento biologico; 2. la variabilità in quanto caratteristica tipica dei sistemi biologici; 3. l’importanza della biodiversità. Qual è il contributo della biologia evoluzionistica alla società? L’evoluzione biologica non è soltanto un fenomeno che riguarda il passato, ma è anche presente oggi, attorno a noi, nella nostra vita quotidiana. Un processo evolutivo sta accadendo in questo momento nel nostro tratto digestivo, nei prati, nei boschi, nei campi coltivati e negli ospedali. Per organismi a vita breve, come batteri ed insetti, l’evoluzione può avvenire in un arco di tempo molto breve. Le applicazioni che influenzano la nostra vita • EVOLUZIONE DELLE MALATTIE EREDITARIE NELL’UOMO Alcune malattie genetiche, come la fibrosi cistica, sono causate da mutazioni che si ritrovano ad elevate frequenze in certe popolazioni europee. I genetisti stanno studiando quale sia il motivo per cui mutazioni deleterie vengono mantenute ad alte frequenza in queste popolazioni. Questo ci aiuterebbe a capire in maniera più completa quali sono i meccanismi fisiologici in cui è coinvolto questo gene • PRODOTTI NATURALI DALLE RANE VELENOSE La conoscenza dei rapporti evolutivi tra le specie ha portato per esempio alla scoperta di sostanze utili presenti nelle rane velenose del centro e sud America. Queste sostanze hanno applicazioni mediche per la loro azione stimolante per il cuore e come antidolorifici. Ambiente e conservazione Il punto di vista evoluzionistico è importante sia nella conservazione che nella gestione delle risorse rinnovabili. L’analisi della struttura genetica di specie rare o in pericolo di estinzione ci aiuta a pianificare Oltre Darwin 383 adeguate strategie di conservazione. Studiando la composizione genetica di piante selvatiche possiamo scoprire nuovi geni utili al miglioramento delle specie coltivate. Inoltre, lo studio degli adattamenti delle piante a terreni inquinati ci aiuta a capire come recuperare e riqualificare terreni degradati. Agricoltura e risorse naturali Lo studio dei meccanismi evolutivi ci aiuta a comprendere gli adattamenti sviluppati dagli organismi patogeni che danneggiano le piantagioni, come per esempio la loro resistenza ai pesticidi. Inoltre, i metodi della genetica evoluzionistica vengono usati per identificare diversi stock genetici in specie di interesse commerciale (per esempio in diverse specie di pesci), per studiare le loro rotte migratorie e le differenze nelle caratteristiche fisiologiche, riproduttive e della crescita Scoperta di sostanze naturali utili Migliaia di sostanze naturali vengono utilizzate in medicina, nella produzione e la conservazione dei cibi, in ambito cosmetico, biotecnologico e industriale, e nel controllo delle specie infestanti. Molte sostanze utili all’uomo devono però ancora essere scoperte. La biologia evoluzionistica consente la ricerca mirata di queste sostanze perché è in grado di predire gli adattamenti degli organismi alle diverse situazioni ambientali, e perché permette di identificare i rapporti di parentela con specie che hanno già fornito molecole utili. Quando una sostanza utile all’uomo viene scoperta in una specie rara, ci aiuta ad identificare quali altre specie più accessibili e diffuse devono essere analizzate ed eventualmente sfruttate. Il tamoxifen, ad esempio, un medicinale utilizzato nel trattamento del cancro al seno, è stato sviluppato a partire da una sostanza trovata inizialmente in una specie di albero in pericolo di estinzione, il tasso del Pacifico. 384 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto Salute e medicina Lo studio dei legami tra geni e malattie genetiche, l’identificazione e la localizzazione nel genoma di geni associati a patologie ereditarie, come per esempio la fibrosi cistica, ci aiuta a capire quali varianti geniche aumentano il rischio di essere affetti da determinate malattie e quali alterano le risposte ai trattamenti farmacologici. La biologia evoluzionistica ci aiuta anche a scoprire le origini e l’epidemiologia delle malattie infettive, a capire lo sviluppo della resistenza agli antibiotici nei microrganismi patogeni, ed infine a comprendere le funzioni fisiologiche ed i bisogni alimentari dell’uomo. Biotecnologie Competenze in campo genetico, sistematico ed evoluzionistico sono state molto importanti per lo sviluppo dei processi bio-industriali che utilizzano microrganismi. Comprensione della specie umana La biologia evoluzionistica ha contribuito notevolmente a conoscere le nostre origini, i rapporti di parentela con le altre specie e la storia e il significato della variabilità tra individui e tra popolazioni. La sua applicazione allo studio dell’uomo ha un profondo impatto sulle discipline umanistiche come la letteratura, le arti e la filosofia. Il contributo alla biologia… • BIOLOGIA DELLO SVILUPPO Recenti studi, che hanno avuto come oggetto diverse specie di animali, dimostrano come una grande parte della loro diversità sia evoluta in seguito a cambiamenti avvenuti in un set comune di geni regolatori. L’organizzazione di tali geni è stata studiata in dettaglio in organismi modello, come il moscerino della frutta, ed effetti genetici analoghi sono stati in seguito individuati in una grande varietà d’organismi. Oltre Darwin 385 • L’ALBERO DELLA VITA Il progresso nei metodi molecolare, morfologico e computazionale consentono di definire e descrivere in modo esauriente la diversità e la storia evolutiva di tutte le forme viventi. In particolare, il progetto “L’albero della Vita” (Tree of Life) si propone di fornire un sistema unitario ed integrato per classificare e riconoscere le relazioni filogenetiche tra tutti gli organismi. …e alle scienze di base • ORIGINI DELL’UOMO Gli studi sulla variabilità nelle popolazioni umane, le recenti analisi del DNA estratto da reperti fossili, ed una sempre più completa documentazione fossile, hanno consentito di comprendere meglio la comparsa e l’evoluzione dell’uomo e della sua cultura. Qual è il contributo della biologia evoluzionistica alle scienze di base? • ha stabilito che tutti gli organismi si sono evoluti sulla terra a partire da un antenato comune nel corso di oltre 3.5 miliardi d’anni; • ha sviluppato metodi per ricostruire le relazioni filogenetiche, o di parentela, tra gli organismi; • ha descritto le modalità con cui le specie si formano e si estinguono a partire sia dai reperti fossili sia dalla variabilità osservata oggi negli ecosistemi; • ha sviluppato e messo alla prova teorie generali che spiegano l’evoluzione dei tratti fenotipici, compresi caratteri complessi quali la cooperazione e la senescenza; • ha compiuto sostanziali progressi nella comprensione dell’evoluzione a livello molecolare; • ìha rivelato molti aspetti dell’evoluzione umana. 386 Rosa Lo Sasso e Studenti Liceo Scientifico “R. Mattioli” di Vasto Contributi ad altre discipline biologiche L’evoluzione ha un ruolo centrale nella comprensione dei fenomeni biologici, tanto che scienziati in diverse aree della biologia considerano almeno parte della loro ricerca di tipo evoluzionistico. Questi sono soltanto alcuni dei recenti risultati ai quali la biologia evoluzionistica ha contribuito in modo sostanziale. Biologia molecolare Gli approcci evolutivi hanno permesso di comprendere la funzione e l’organizzazione dei processi molecolari all’interno delle cellule. Alcuni esempi sono la ricostruzione e l’analisi funzionale delle sequenze proteiche ancestrali e la comprensione dell’importanza dei diversi tipi di DNA. Le ricerche in biologia evoluzionistica hanno quindi un ruolo importante nell’indirizzare lo studio dei meccanismi molecolari che si trovano alla base di tutti i caratteri complessi Biologia dello sviluppo Negli ultimi anni i rapporti tra biologia dello sviluppo e biologia evoluzionistica si sono sempre più intensificati, anche grazie agli studi sui geni coinvolti nello sviluppo degli organismi. In alcuni casi, per esempio, gli stessi geni svolgono ruoli sorprendentemente equivalenti nello sviluppo di specie molto diverse come insetti e mammiferi, ma in altri casi i ruoli sono differenti. Gli studi in corso stanno aiutando a comprendere la funzione di questi geni e, da ultimo, ad identificare la serie di eventi che portano un uovo fertilizzato a trasformarsi in un complesso organismo adulto. Fisiologia ed anatomia La biologia evoluzionistica ha a lungo influenzato lo studio dell’anatomia e della fisiologia, sia animale che vegetale. La collaborazione tra queste discipline porterà ad ulteriori importanti contributi, alcuni dei quali influenzeranno anche lo studio della fisiologia umana e delle disci- Oltre Darwin 387 pline annesse. I concetti rigorosi, i metodi e l’analisi comparativa propri della biologia evoluzionistica possono ampliare le nostre conoscenze sui meccanismi fisiologici e sui rapporti tra morfologia e funzione, e possono quindi essere applicati anche a discipline come la medicina, l’agricoltura e la veterinaria. Neurobiologia e comportamento Fin dai suoi albori, lo studio del comportamento animale ha avuto una forte componente evolutiva, poiché tra i suoi obiettivi c’era proprio la comprensione dell’evoluzione dei tratti comportamentali e del loro valore adattativo. Lo studio evolutivo del comportamento animale e la psicologia comparata si integrano in numerose aree di ricerca, per esempio nello studio dell’apprendimento e dei meccanismi adattativi implicati nei processi cognitivi nell’uomo. Applicazioni al di fuori della biologia Le interazioni tra biologia evolutiva ed altre scienze analitiche, in particolare la statistica e l’economia, hanno sempre dato ottimi risultati. Alcuni dei metodi statistici di base, tra cui l’analisi della varianza e la path analysis, sono stati inizialmente sviluppati da biologi evoluzionisti. Inoltre gli algoritmi realizzati per simulare la selezione naturale in sistemi biologici sono spesso utilizzati in informatica e nelle scienze dei sistemi. Conclusioni Parlare di Darwin e delle sue idee significa parlare di noi stessi, del nostro tempo e delle sue radici ideologico-culturali . È certamente possibile affermare che Darwin sarebbe oggi ben soddisfatto del proprio lavoro: dalla geologia alla paleontologia, dalla botanica alla zoologia e, ora, la biologia molecolare ci dicono che siamo sulla strada giusta per capire da dove veniamo, e forse dove stiamo andando.