PierPan Mozart-Parini: Ascanio in Alba Corsera nazionale Mar, 31/01/2006, pag. 048 Sezione: CULTURA, Redazione: CULTURA La Biblioteca Braidense di Milano conserva la prima trascrizione del libretto di «Ascanio in Alba» che il compositore scrisse nel 1771 Esordì sul podio a 15 anni con il manoscritto di Parini Corsera nazionale Mar, 31/01/2006, pag. 048 Sezione: CULTURA, Redazione: CULTURA La Biblioteca Braidense di Milano conserva la prima trascrizione del libretto di «Ascanio in Alba» che il compositore scrisse nel 1771 Esordì sul podio a 15 anni con il manoscritto di Parini di: Panza Pierluigi Il 17 ottobre del 1771 il quindicenne Wolfgang Amadeus Mozart diresse per la prima volta a Milano una sua opera. Nel Regio ducal teatro, all' interno di quello che è oggi Palazzo Reale, venne messa in scena «Ascanio in Alba», una festa teatrale in due parti. Il teatrino di legno sul quale l' opera andò in scena era stato realizzato dall' architetto Giovanni Domenico Barbieri nel 1717 per volontà di Carlo VI e durò sino al 25 febbraio 1776 quando, dopo i festeggiamenti del sabato grasso, andò in fiamme. Il libretto dell' opera fu affidato al maggior poeta milanese, Giuseppe Parini, Il quale affidò la trascrizione a un copista che lavorava presso il Regio stampatore Giò Battista Bianchi. Quella prima trascrizione, è stata versata alla Biblioteca Braidense di Milano negli anni Venti ed ora la possiamo vedere riprodotta qui a fianco. L' opera era stata commissionata dall' imperatrice Maria Teresa tramite il plenipotenziario della Lombardia, il conte Karl Joseph von Firmian, per celebrare le nozze del terzo figlio, l' arciduca Ferdinando, con l' arciduchessa Maria Beatrice (o Ricciarda Berenice) d' Este principessa di Modena, che si tennero con gran pompa il 15 ottobre nel Duomo di Milano. La leggenda vuole che Mozart abbia composto l' opera in dodici giorni; sicuramente tra la fine di agosto e il 23 settembre. Si tratta di ventidue episodi musicali e otto balletti, ricchi di macchinazioni sceniche e artifici teatrali. Per il libretto, Parini si ispirò ai modelli pastorali dell' «Aminta» di Tasso e de «Il pastor fido» di Giambattista Guarini, aggiornandoli con delle identificazioni: Maria Teresa era Venere, l' arciduca Ferdinando era Ascanio e Maria Beatrice la ninfa Silvia. In uno scenario idillico-pastorale Venere promuove le nozze tra Ascanio e Silvia, che non conoscer l' identità del ragazzo, apparsole in sogno. L' arciduca Ferdinando giunse a Milano il 15 ottobre per unirsi lo stesso giorno in matrimonio in Duomo. I festeggiamenti per le nozze si protrassero per due settimane, durante le quali vennero allestiti alcuni archi trionfali, quindi balli, mascherate popolari e un banchetto - la cosiddetta «cuccagna» - aperto a trecento nuovi sposi: c' era una fontana dalla quale zampillava vino e un tempietto riempito di cibo dal quale abbuffarsi liberamente, in stile odierno buffet. L' opera di Mozart (che nel 2006 il Teatro alla Scala rimetterà in scena con i giovani dell' Accademia) ottenne quella sera maggior successo della messinscena del «Ruggiero» di Johann Adolf Hasse con libretto di Metastasio. Quella sera del 17 ottobre venne interpretata da Geltrude Falchini (Venere), soprano impegnata anche in altre opere a Milano, Giovanni Manzolini (Ascanio), Antonia Maria Girelli Aguilar (Silvia). Le scene furono dei fratelli Galliari e il vestiario di Francesco Motta e Giovanni Mazza. La coppia arciducale fu entusiasta della messa in scena: piacquero i cori festosi e l' aria di Silvia «Infelici affetti miei». Mozart ricevette un orologio d' oro ornato di diamanti, mentre Ferdinando propose invano alla madre l' assunzione del musicista. http://www.pierpan.com Realizzata con Joomla! Generata: 2 June, 2017, 03:00