mito 5 La Bibbia è contro il sesso “L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande.” Woody Allen “ Facendone un peccato il Cristianesimo ha fatto molto per il sesso.” Anatole France “Tutti veniamo alla luce con la nostra sessualità, grazie a Dio, ma è un peccato che così tanta gente disprezzi e soffochi questo dono naturale. Il sesso fa parte della natura, e io seguo la natura.” Marilyn Monroe Per secoli i cristiani hanno considerato il sesso come qualcosa di sporco, di peccaminoso, e valido solo per fini procreativi. Ma cosa insegna la Bibbia? Il sesso è veramente degradante? Sesso banale vs. sesso sporco? Inizialmente, sembra che ci siano solo due alternative prevalenti nella società oggi. La prima visione afferma che il sesso è un appetito e non è un granché, non è niente di straordinario. E’ un appetito come la fame: se hai fame, mangi, e dopo aver mangiato, prosegui con la vita. E’ solo un desiderio che abbiamo come gli altri, e la miglior cosa, l’atteggiamento più adulto, più sano, è non reprimere questo desiderio né fare troppi complimenti, e soddisfare la voglia quando questa arriva. Come adulti ci incontriamo, soddisfiamo questo appetito, e la vita va avanti. Non essere paranoico, non è un granché. L’altra visione prevalente oggi nella società dice che il sesso è una cosa pericolosa, sporca, è impuro, non è santo, e perciò va evitato ed è valido solo per fini procreativi. In verità le persone più sante devono astenersi completamente, devono fare un voto di castità e non fare sesso mai. Purtroppo questa seconda visione è stata associata al Cristianesimo per secoli, ma in verità è il prodotto di una filosofia alternativa: il Neoplatonismo. Secondo questa filosofia, noi siamo un misto di anima, che è buona, e corpo, che è cattivo, e dobbiamo trascendere il corpo e la materia e vivere in modo contemplativo per tornare a Dio. Proprio nei primi secoli dopo Cristo la chiesa si è lasciata influenzare dal Neoplatonismo, che era la filosofia più autorevole dell’epoca, e con il tempo ha considerato il mondo, il corpo e il sesso sporchi, da evitare. Il sesso è buono La Bibbia racconta invece che Dio ha creato tutto, includendo la materia, e l’ha definita buona. Il nostro corpo è buono, non solo la nostra anima. E, perciò, il sesso è buono, è un’invenzione di Dio. Dio poteva non inventarlo, o pensare il il sesso solo come strumento per la procreazione ma non una cosa piacevole, o poteva addirittura pensare ad un metodo diverso: devi per esempio trovare cinque altre persone, la prima mette il dito della mano sinistra dentro l’orecchio destro della seconda persona, e così si va, e se sei persone rimangono così per quindici minuti, l’ultima persona rimane incinta. Dio poteva fare qualcosa di diverso, ma invece ha avuto quest’idea bellissima: il momento di vicinanza più stretta, di sentimenti più elevati, di piaceri più intensi, di intimità più grande, il momento in cui doniamo cuore, anima e corpo è il momento che produce nuova vita. Il momento quando senti l’odore dei cappelli dell’altro, quando ti lasci abbracciare, quando togli i tuoi vestiti e ti lasci vedere, quando insieme uomo e donna si completano, è il momento che produce nuova vita. E’ una cosa bellissima, geniale, poetica, il sesso come l’utero della vita. Solo per la procreazione? Ma più di questo, anche senza considerare la procreazione, perché Dio ci ha dato il sesso, se nella maggior parte delle volte non nascono bambini? Perché in un matrimonio il sesso è un rituale di autodonazione, è un momento in cui il marito si dona alla moglie e la moglie si dona al marito. L’incontro sessuale è il momento in cui manifestano corporalmente il loro impegno per l’altro, ed è un rituale che unisce. Se, fuori dal contesto di un rapporto, qualcuno tocca le tue parti intime, è una cosa offensiva, è una violenza, è traumatizzante. E’ qualcosa che ci disumanizza, ci sentiamo un oggetto. Però all’interno di un rapporto intimo, dove ci arrendiamo l’un l’altro, essere toccato è un momento santo, è una cosa che ci unisce, che porta guarigione e rinnovamento interiore. Ci sentiamo desiderati, ci sentiamo ricordati, ci sentiamo osservati. In un rapporto di amore e autodonazione, essere toccati ci umanizza, ci guarisce, ci unisce. Il sesso è allora nella visione biblica un rituale di autodonazione, un sacramento visibile, corporale, di un impegno invisibile. E’ il momento in cui dimentichiamo le bollette, i problemi, la routine e ci doniamo all’altro, e così riaffermiamo e rafforziamo il nostro amore e il nostro impegno l’uno per l’altro. Sesso che unisce e non isola Ma la Bibbia è anche molto realistica, e riconosce come il peccato ha distorto l’ideale originale di Dio. La Bibbia riconosce che a molti di noi la sessualità ci porta anche dolore, e viene sfruttata in tanti modi: usata come strumento di commercio, per annunciare e vendere prodotti, usata per imporre un’ideale di bellezza e per valutarci secondo la nostra attrazione fisica, per, invece di umanizzare, per oggettificare e disumanizzare persone, specialmente donne, per rapinare letteralmente donne e bambini e poi farli schiavi sessuali. La Bibbia riconosce che la nostra sessualità è una cosa così potente, potente per il bene, per unirci e rinnovare i nostri rapporti, ma anche potenzialmente così distruttiva, che, in modo molto realistico e maturo, ci offre un’etica particolare, ci offre una visione di come godere della nostra sessualità in modo sano e benefico: dentro il matrimonio tra un uomo e una donna. Cioè, godere della nostra sessualità con la persona con cui ci siamo impegnati per la vita e con nessun’altra; lasciare padre e madre, come dice la Genesi, unirsi alla moglie o al marito, e allora, in questo rapporto dedicato e assoluto, diventare una sola carne. La Bibbia ci dice di astenerci del sesso fuori dal matrimonio non perché lo valorizza poco, ma perché lo valorizza tanto, e non vuole che una cosa così bella diventi distruttiva, degradante, meccanica, disumanizzante, schiavizzante. La Bibbia riconosce che il sesso può anche diventare una forza distruttiva, e che invece di unire può invitarci a separare il nostro corpo dalle nostre anime e dalla totalità della nostra vita. Può portarci a oggettificare altri e fare noi stessi meno persone e più oggetti, più cose. Il sesso, invece di una forza che unisce, può diventare una forza che separa, schiavizza, isola. Ma perché solo dentro il matrimonio? Ma perché limitare il sesso così? Perché solo dentro del matrimonio? Perché no, per esempio, tra due adulti che acconsentono? Questa non è una moralità antiquata che si deve adattare ai tempi? Ok, vediamo il perché, e per capire questo esploriamo per un po’ il fenomeno dell’innamoramento. C. S. Lewis, nel suo libro I Quattro Amori, osserva che l’innamoramento è una cosa spesso diversa dal desiderio sessuale in sé. Il desiderio sessuale vuole quello, vuole il corpo, vuole esprimere energia fisica e ricevere piacere. Quando ci innamoriamo, invece, non vogliamo quello, vogliamo l’Amata, vogliamo lei, lui. Non desideriamo una donna qualsiasi, ma una donna particolare, lei, e solo pronunciare il suo nome è una cosa magica. Desideriamo, soprattutto, la persona stessa, non il piacere che può portarci. Io desidero una persona, un essere umano completo, con tutta la sua complessità e anche i problemi, non un corpo o un oggetto per darmi piacere. Secondo Lewis, “Molto spesso quello che arriva prima è semplicemente una felice pre-occupazione nell’Amata – una pre-occupazione generale e non specifica - in lei nella sua totalità. Un uomo in questo stato non ha il tempo per pensare al sesso. E’ troppo occupato a pensare ad una persona.” E quando vediamo che lei, lui, è interessata a me, questo è il cielo sulla terra, e se mi fermo ad osservare, noto che in un certo senso ho dimenticato me stesso. Non penso tanto più a me o al mio piacere. Io invece voglio dare, voglio farla felice, voglio che lei finisca il gelato che condividiamo, voglio che lui scelga cosa guardiamo in TV, anche se è una partita di calcio, la guardo volentieri accanto a lui, e mi interesso pure alla partita perché voglio vivere per farlo contento. E si forma un tipo intenso di unione: i confini tra una persona e l’altra non sono più tanto chiari, e questo cambia profondamente la nostra identità. In pochi mesi o settimane si forma un passato condiviso che ci sembra memorabile, sacro, e ci riferiamo a questo passato continuamente, con meraviglia e con riverenza. Ma, soprattutto, innamorarsi cambia anche il nostro futuro: diciamo cose come “Ti amerò per sempre”; “Io sono tuo”; “Non ho occhi per nessun’altra”; “Sarò fedele fino alla morte”. E il matrimonio è il compimento di queste promesse; è il risultato, la concretizzazione dell’unione iniziata dall’innamoramento. “Essere innamorato è intendere e promettere fedeltà per tutta la vita. L’amore fa voti non chiesti; non può fare meno. ‘Sarò sempre vero’, sono quasi le prime parole che pronuncia.” Il matrimonio è il risultato dell’innamoramento, è la strada veramente romantica. Volere stare con una e poi un’altra e poi un’altra non è di più l’amore o il sesso, ma è valorizzarlo di meno. Non è neanche la scelta più piacevole; ci si trova il piacere fisico, ma questo non sfiora neanche i piaceri di vivere insieme, dell’intimità, dei ricordi e dei sogni condivisi, di una unione fisica che è parte di una unione di cuori e di anime e di vite molto più grande. Sesso che umanizza e guarisce Vedi come la visione biblica è diversa da entrambi le visioni prevalenti oggi? Il sesso non è meramente un appetito, non è bisogno fisico che soddisfiamo e basta. E’ qualcosa di molto più grande, che coinvolge corpo, cuore e anima. E’ un atto che ci unisce, che ci fa una sola carne, come dice la Bibbia. E’ una cosa da rispettare, non è una cosa casuale, ma è sacra. Dall’altra parte, la visione biblica è anche diversa dalla visione che considera il sesso sporco e da evitare. Anzi, il sesso è bellissimo, è un’invenzione di Dio. E’ il contatto stretto che produce vita, è il toccarsi che ci umanizza e che ci porta guarigione interiore. E’ un modo di manifestare corporalmente il nostro impegno per l’altro, è un rituale di autodonazione, ed è un rituale che unisce. René Breuel cesanlorenzo.it