situazione La digitalizzazione del quotidiano: RFId, privacy e sicurezza di Günther Vieider ✍ L’articolo che segue intende iniziare ad inquadrare alcune delle problematiche evidenziate nell’editoriale di questo numero, che riguardano il mondo dell’RFId sotto un profilo più generale, ossia non riferito esclusivamente ai transponder ma inquadrato nella visione dell’Ubiquitous Computing di cui l’RFId, insieme ai suoi sviluppi futuri, è uno dei principali mattoni costituenti. Nella prima parte viene affrontato il tema della tutela della privacy e dei rischi connessi a questa problematica dopo un’introduzione all’Ubiquitous Computing. Nella seconda parte, che verrà pubblicata sul numero di DATACollection di maggio, verrà affrontata la tematica della sicurezza dei dati e delle responsabilità e relativi rischi a questa connessi. Speriamo in questo modo, guardando in faccia la realtà al di fuori dello stretto ambito tecnico, di riuscire a dare degli spunti e un modesto contributo sia agli operatori del settore dal lato vendor che agli acquirenti e utilizzatori di sistemi RFId, perché possano approfondire ulteriormente la materia ed effettuare le scelte più corrette e convenienti senza rischiare di incorrere in pressioni da parte di chicchessia o essere coinvolti in richieste per danni, essendosi, nei limiti del possibile, cautelati per tempo. Ubiquitous Computing siamo al loro impiego come a compiti separati e distinti. Ubicomp, abbreviazione di Ubiquitous Computing, può I computer tenderanno a scomparire dietro alle quinte diessere pensato come un sistema di computer invisibili e ventando invisibili come lo sono altre tecnologie quali, ad presenti ovunque, computer embedded nell’ambiente, con esempio, l’elettricità. Chi fa più caso al fatto che la sveglia decine se non centinaia di computer disponibili per ciache al mattino ci tira giù dal letto fa uso di elettricità, che scuno di noi che eseguono operazioni quando accendiamo la luce azioniamo senza che ce ne accorgiamo e con una un interruttore che fa fluire un flusso di necessità minima di interattività, ossia corrente, che quando avviamo l’autodi intervento umano. mobile azioniamo un motore d’avviaSe il mainframe rappresenta l’era di mento elettrico, che riceve energia da una batteria, caricata da un alternato“tante persone, un computer”, il PC l’era re. Diamo per scontata l’elettricità che di “una persona, un computer”, allora usiamo sebbene richieda grandi sforzi l’Ubiquitous Computing può essere connella progettazione dei prodotti e delle siderato come l’era di “una persona, tanti infrastrutture che ne consentono l’uticomputer”. Allo stato attuale dello svilizzo. L’Ubiquitous Computing si realizluppo tecnologico i computer sono Tendenze IT. zerà quando l’attenzione per i compumolto importanti, ma richiedono atter, come strumento a sé stante, non sarà più necessaria. tenzione da parte nostra. Necessitiamo di mesi, per non Non si pensi che l’Ubicomp renderà obsoleto il computing dire anni del nostro tempo per imparare ad usarli protradizionale. Esso rappresenta piuttosto un passo evolutivo priamente e a sfruttarne al meglio le loro potenzialità, pen6 DATACollection APRILE 2004 situazione sincrono con i trend che influenzano lo sviluppo dell’IT. Il computing tradizionale è costituito da sistemi disparati attraverso i quali gli individui interagiscono e cercano servizi in modalità attiva: isole di computing all’interno di una infrastruttura più ampia. L’Ubiquitous Computing aiuta a rimuovere le barriere tra tali sistemi e a supportare la convergenza fra sistemi e tecnologie. Un aspetto interessante dell’Ubicomp è lo sviluppo della idea di materia intelligente, chiamata anche Sistemi Microelelettromeccanici. L’idea è quella originale di Weiser (vedi box): rendere il mondo programmabile per poter cambiare, secondo le esigenze, le caratteristiche dei materiali solitamente considerati immutabili: colore, forma, grado di elasticità e trama. In questo modo la materia diventerebbe dinamica e il computing, l’elaborabilità informatica, diventerebbe caratteristica pervasiva di qualsiasi prodotto. Una visione di questo tipo è naturalmente ancora lontana, ma le ricerche in tal senso sono già molto avanzate. La materia intelligente sarebbe composta da processori, sistemi di comunicazione, alimentatori, riduttori, attuatori ed altri componenti costruiti su scala microscopica. Alcune applicazioni potrebbero essere: • Tessuti per vestiario coperti di uno strato sottile in grado di cambiare colore • Polimeri ad emissione luminosa che permettono la creazione di display costituiti da un foglio sottilissimo e trasformare parabrezza, etichette prezzo, contenitori di bevande in display dinamici • Sensori GPS embedded in etichette intelligenti in grado di fornire sempre informazioni sulla posizione dei colli • Piccoli microprocessori sparsi nel terreno di coltura per fornire informazioni su temperatura e tasso di umidità • Materiali da costruzione in grado di modificare il proprio modulo elastico in funzione delle condizioni climatiche per contrastarne gli effetti • Materiali isolanti in grado di modificare in modo dinamico il flusso di calore che li attraversa offrendo livelli diversi di isolamento secondo le esigenze. Una delle applicazioni, in fase di ricerca avanzata è la carta elettronica digitale o inchiostro elettronico, composta da un sottile film di plastica, su cui le informazioni scritte resistono nel tempo come avviene per la carta normale, con il vantaggio aggiuntivo di poter essere riscritta migliaia di volte utilizzando un apposito stilo digitale interattivo. È un’applicazione in grado di rivoluzionare il mondo della carta stampata e l’uso che attualmente ne facciamo. Secondo le numerose pubblicazioni sull’argomento, anche gli studi sui tessuti promettono di dare risultati in tempi brevi. L’Ubicomp permetterà di personalizzare in modo totalmente automatico la posizione di sedili, di specchietti retrovisori, la temperatura dell’abitacolo, non appena un nuovo guidatore entra in una macchina a noleggio. Sarà possibile personalizzare la regolazione della climatizzazione e delle luci in una stanza, sia in casa che in ufficio. L’Ubiquitous Computing permetterà di controllare la disponibilità dei cibi conservati in frigorifero e nella dispensa. Il sistema potrà essere configurato per effettuare ordini in automatico o se preferiamo, l’informazione potrà restare a bordo della persona in modo tale che il sistema ci possa ricordare di prelevarlo dallo scaffale del supermercato quando ci avviciniamo al prodotto, indicandoci anche la quantità di cui necessitiamo. Disponendo di un communicator Ubicomp, non occorrerà fermarsi alla Nella casa di domani, gli oggetti cassa del supermerca- comunicheranno fra di loro. Fu Mark Weiser (1952-1999) che mentre faceva ricerche in qualità di direttore del centro di ricerca Xerox Parc a Palo Alto in California, ebbe la visione che nel 21° secolo la rivoluzione tecnologica sarebbe entrata nel quotidiano, nel piccolo e nell’invisibile. Fu lui che coniò il termine Ubiquitous Computing. Il suo motto era: “Attiviamo il mondo”, nel senso di renderlo attivo ed intelligente. Il computer troppo spesso è il punto focale della nostra attenzione, secondo Mark Weiser, e questo vale anche per il personal computing includendo i palmari o altri tipi di terminali. La sfida è dunque quella di eliminare i computer creando un nuovo rapporto fra persone e computer, creando dei computer molto migliori che se ne possano stare in disparte, in modo che le persone possano seguire il loro quotidiano. Per Weiser la tecnica, che avrebbe dovuto stare in background sullo sfondo, era in sostanza un puro mezzo per raggiungere uno scopo, ossia permettere di concentrarsi sui fatti. Come fa la tecnologia a sparire in background? «All’inizio del secolo scorso, prosegue Mark Weiser, un’officina conteneva un solo motore elettrico che attraverso cinghie ed alberi azionava decine se non centinaia di macchine diverse. Motori elettrici economici ed efficienti hanno reso possibile dapprima di mettere un motore per macchina, successivamente molti piccoli motori in ogni macchina. Una moderna automobile contiene, spesso senza nemmeno che ce ne accorgiamo, oltre 20 motori elettrici ed altrettanti solenoidi. Già ora microprocessori in interruttori, termostati, impianti stereo, forni contribuiscono ad attivare il mondo. Queste macchine e molte altre saranno interconnesse costituendo una rete ubiqua.» DATACollection APRILE 2004 7 situazione to: il pagamento avverrà con transazione elettronica automatica. Il riciclaggio dei rifiuti beneficerà dell’Ubicomp: i contenitori per i diversi prodotti saranno intelligenti ed automatici eliminando ogni possibilità di errore nella destinazione e nella conseguente fatturazione del servizio di riciclaggio. Sarà possibile tracciare i singoli prodotti nella filiera distributiva permettendo un richiamo selettivo e poco costoso. Se i prodotti sono forniti di sensori di temperatura potranno attivare direttamente una correzione della temperatura ambiente invece di fornire un segnale d’allarme di non buona conservazione a chi acquista. In caso di richiamo di prodotti, mediante display sul frigorifero e sul communicator, sarà possibile segnalare direttamente all’acquirente che un certo prodotto non va consumato ma reso al fornitore. Sommando le tendenze tecnologiche illustrate e i loro sviluppi – piccolissimi microprocessori fino ad arrivare ai nanoprocessori con sensori e sistemi di comunicazione cordless integrati, display flessibili in polimero, carta elettronica, transponder applicati su oggetti di uso quotidiano, conseguente identificazione a distanza di oggetti, localizzazione precisa di oggetti, controllo capillare mediante reti di sensori radio autonomi – diventa evidente che sono state create le fondamenta tecniche per un mondo nuovo, composto da cose quotidiane che si comportano in modo intelligente, che sono a conoscenza della loro posizione e del loro stato (caldo, freddo, buio, luce, in movimento) e in grado di comunicare direttamente fra loro e di riprogrammarsi autonomamente per eseguire o far eseguire nuove funzioni. È probabile che attorno a questi oggetti intelligenti sorga una serie di infrastrutture e servizi, forse anche nuovi settori industriali, fra i quali quelli che si occupano della privacy e della sicurezza dei dati. RFId, tutela della privacy e rischi L’Ubiquitous Computing, rappresenta l’embedding: l’immersione del computing in rete nel tessuto della società, nella vita quotidiana. Con Ubiquitous Computing la società non solo incorpora la tecnologia pura e semplice, ma vi aggiunge un tessuto intricatamene permeato di reti computerizzate. Domotica e controllo della Supply Chain mediante RFId sono applicazioni già esistenti dell’Ubiquitous Computing, entrambe muovono i primi passi, molte altre ancora più avanzate, sono studiate in vari centri di ricerca (suggeriamo a chi desideri farsene un’idea di inserire in un motore di ricerca le parole “Ubiquitous Computing” ed eventualmente “applications”). L’industria ha coniato nel frattempo il termine, più pragmatico, di Pervasive Computing, per intendere la pervasiva e diffusa elaborazione delle informazioni con lo scopo 8 DATACollection APRILE 2004 primario di renderle utilizzabili in tempi brevi mediante le già disponibili e onnipresenti Mobile Computing Technologies. Potremmo anche definire il Pervasive Computing come la fase 1 dell’Ubiquitous Computing La crescente diffusione di reti pervasive costituite da sensori, combinata alle tecniche di data mining, ossia di raccolta dati, amplierà le capacità di rintracciare e profilare di chi è interessato a raccogliere informazioni personali. È quindi probabile che sistemi di Ubiquitous Computing, anche se installati secondo le migliori intenzioni per perseguire scopi o benefici di livello superiore, costituiranno una minaccia involontaria dei nostri confini personali che separano il nostro privato da quanto è pubblico, semplicemente perché la capacità di monitorare e raccogliere dati dei sistemi di Ubiquitous Computing rendono più facile il superamento di tale confine. È opportuno che sin dalle prime fasi si progettino ed implementino sistemi di Ubiquitous Computing privacy-aware che tengano conto del tessuto sociale con cui interagiscono evitando sconfinamenti involontari. L’ampiezza delle applicazioni dell’Ubiquitous Computing comporterà sfide anche nel settore di regolamenti e leggi. Se in futuro, per esempio, oggetti di uso quotidiano, una volta in rete, saranno in grado di fornire informazioni, diventando dei quasi media, chi deciderà del contenuto e della obiettività e correttezza delle informazioni fornite? Diventa importante controllare quali monopoli o cartelli, attraverso il prolungamento di Internet, potranno entrare nel quotidiano e come in una società democratica tale fenomeno possa essere arginato. Particolare attenzione va posta, in questo contesto, alla protezione della sfera privata, come definita dal giudice Brandeis, “Il diritto di essere lasciati soli” e dal Prof. Alan Westin, “Il diritto degli individui…di determinare per proprio conto quando, come e fino a che punto informazioni sul proprio conto sono comunicate a terzi”. Poiché gli oggetti intelligenti non possono essere spenti come accade per i PC, essi continuerebbero a raccogliere dati da fornire agli utilizzatori dei servizi. Qualora nel controllo di tali reti sensoriali siano inserite per qualsiasi motivo, anche le persone si creano le premesse per grossi problemi di carattere sociale rischiando di intaccare il delicato bilancio fra libertà e sicurezza. La forte esigenza di sicurezza dovuta alla lotta al terrorismo e alla delinquenza comune, incontrerebbe facilmente il consenso sociale con il sacrificio delle libertà individuali sull’altare della maggiore sicurezza. Basta osservare quanto già accade con l’impiego diffuso delle fidelity cards dei supermercati: tutti siamo disposti, senza alcuna garanzia di tutela della nostra privacy, a consegnare alla catena di supermercati le nostre abitudini d’acquisto, in cambio di pochi punti di sconto. Nessuno si scandalizza o si preoccupa del fatto che usan- situazione do il cellulare si possa essere tracciati in tutti i movimenti con una precisione di 50 metri, ricorrendo ad una triangolazione tra antenne fisse. Tale servizio, a pagamento, è già attivo, nella discreta Inghilterra. Cosa dire del telepass? Questo strumento identifica un autoveicolo e indirettamente il suo guidatore: permette di rintracciare una persona non solo in entrata ed in uscita dai caselli, ma lungo tutta la rete stradale qualora venissero installati lettori appositi. Nessuno con certezza sa, né si preoccupa, se tali lettori siano già stati installati per scopi a noi ignoti. Soltanto quando Katherine Albrecht di Caspian, ha colto Metro con le mani nel sacco, si solleva un tale polverone da spingere la catena di supermercati ad assicurare, con lettera ufficiale, il ritiro di tutte le fidelity cards dotate di transponder, in poche settimane. Intenzione di Metro era di testare come fidelity card anche chip card munite di transponder senza aver preventivamente informato gli utenti o l’associazione Caspian che si era recata in visita al Metro Future Store di Rheinberg proprio per verificare l’uso che Metro faceva dei transponder. Sul sito www.spychips.com tutte le relazioni di Caspian contengono la parola spychips(!) anche in documenti precedenti la visita della Albrecht presso Metro. Secondo Caspian fornitori e distributori spiano il consumatore utilizzando i transponder: Caspian parte già prevenuta sull’utilizzo che le aziende fanno del transponder. Già in precedenza, come si può vedere sul sito, Caspian aveva scoperto comportamenti delle aziende coinvolte in progetti RFId non proprio trasparenti. Come spiegare la differenza del nostro comportamento di consumatori nei tre casi sopra citati e l’opposizione all’impiego dell’RFId? La differenza, affermiamo noi, sta tutta nell’interesse diretto che il consumatore ha o non ha nella specifica tecnologia. Nei tre casi esaminati il consumatore è interessato, trae un beneficio diretto dall’uso del cellulare, della fidelity card o dal telepass, mentre nel caso del transponder il vantaggio è tutto dell’azienda distributrice o di chi fa logistica, ma non del consumatore. I benefici indiretti derivanti dal transponder che, una volta entrato nelle nostre case, consente di attivare correttamente la lavatrice, separare i rifiuti eliminando i rischi di pagare penali, gestire in automatico l’inventario del frigorifero, non hanno rilievo per il consumatore, il quale non si interessa di futurologia. Chi utilizza i transponder deve viceversa informare preventivamente i consumatori, spiegando i motivi per cui intende impiegare transponder e che il loro uso è anche nell’interesse dei consumatori stessi perché contribuisce a tenere i negozi sempre forniti a costi più contenuti che, grazie alla concorrenza, avvantaggiano in definitiva il consumatore stesso, ma soprattutto deve spiegare cosa è un transponder, i vantaggi che offre ed i suoi limiti, strappando quell’aura di mistero e negatività acquisita nell’ultimo anno. Bisognerebbe poi spiegare la procedura che verrà seguita alle casse, per disattivare temporaneamente o in modo permanente il transponder e qualora non fosse possibile per ragioni tecnologiche, o di volontà, si rende necessario spiegare al consumatore i motivi per cui non deve temere per la sua privacy ed i vantaggi che gli deriveranno utilizzando ad esempio, una moderna lavatrice progettata per l’uso dei transponder. Si tratta in sostanza di fare un po’ di cultura sui transponder, come già appreso per i cellulari o altri prodotti tecnologici, senza lasciare il consumatore nell’ignoranza come accaduto finora, ben sapendo che alcune associazioni di consumatori esagereranno interessatamente i fatti e le problematiche ad esso collegate. In particolare Caspian, nel caso Metro, ha dichiarato che l’apparecchiatura installata per disattivare i tag non funzionava in quanto, pur cancellando tutti i dati memorizzati, lasciava vivere il codice univoco del produttore del transponder: chi conosce qualche cosa sui transponder, sa che per i transponder 13,56 MHz attualmente in commercio, come anche per altri, tale informazione non è cancellabile perché prodotta durante la fabbricazione del chip. Caspian di fatto contesta, in modo tendenzioso, qualche cosa che attualmente non ha senso contestare e che nessuno avrebbe finora potuto garantire. Philips e Infineon, ma presumiamo anche altri produttori, stanDisplay con Tag cancellato. no sviluppando dei nuovi chip per transponder che permetteranno non la cancellazione del codice univoco, cosa impossibile, ma la sua completa ed irreversibile disattivazione. Viceversa il transponder usato nella Supply Chain a monte del negozio o supermercato non crea problemi di privacy, ma possono nascere problematiche diverse di cui parleremo nella seconda parte di questo articolo, sul prossimo numero di DATACollection. Le grosse aziende che producono chip o integrano i transponder, così come le grandi catene di distribuzione che hanno interesse ad adottarli, le associazioni di standardizzazione come EAN/Indicod-Ecr che supporta il progetto EPC Global, hanno sia i mezzi che l’interesse per condurre una operazione di technology marketing a costi contenuti, in quanto tutti i media, soprattutto i giornali, come l’iniziativa di questi giorni de il Sole24Ore dimostra, hanno grande interesse a partecipare e divulgare la conoscenza delle nuove tecnologie pervasive che toccano la vita di tutti. ❏ DATACollection APRILE 2004 9