LA TOSSINA BOTULINICA NEL TRATTAMENTO DELLE DISCINESIE E DELLE DISTONIE Dott. Raffaele Del Colle Unità Operativa Complessa di Neurologia AULSS n. 21 Legnago (VR) Molte attività motorie, come scrivere, camminare, suonare, richiedono una coordinazione. Nelle distonie focali la corretta organizzazione dell’attività motoria dei muscoli agonisti e antagonisti è sostituita da una caotica iperattività di co-contrazione con conseguente inefficienza delle abilità motorie volontarie. Ciò spesso comporta anche la presenza di posture anomale o, talora, tremore o mioclonie distoniche, che alterano ulteriormente l’esecuzione del movimento volontario. Nell’ambito delle distonie segmentarie si parla di distonia focale se un’estremità singola è coinvolta nella sintomatologia distonica, che può essere già presente a riposo e aggravata dal movimento oppure presente unicamente durante il movimento volontario (“distonia d’azione”). La distonia focale primitiva di solito inizia come disordine correlato con un’azione motoria specifica, di tipo occupazionale o ricreativo (distonia d’azione “task-specifica”). Le distonie occupazionali possono, in definitiva, essere considerate come disordini del Sistema Nervoso Centrale, con particolare coinvolgimento delle strutture dei gangli della base, in grado di provocare una disfunzione nella corretta pianificazione ed esecuzione del comando motorio volontario. Il risultato è l’eccessiva attivazione (in durata, grado e ricorrenza) di gruppi muscolari, sia coinvolti che non, nell’esecuzione di un compito motorio specifico. CRAMPO DELLO SCRIVANO: E’ il tipico esempio di distonia focale “task-specifica” coinvolgente l’arto superiore. Il termine crampo è riferito alla presenza di un’intensa contrazione muscolare che blocca le dita della mano e/o il polso in anomale posture, in grado di interferire con la scrittura. L’età d’inizio della sintomatologia varia dagli 8 ai 67 anni anche se l’età media è intorno ai 40 anni. E’ più colpito il sesso maschile rispetto a quello femminile (2,5/1). La distonia è caratterizzata essenzialmente da una cocontrazione anomala di muscoli agonisti e antagonisti. La presentazione è caratteristica: i pazienti descrivono una difficoltà nella scrittura associata ad una sensazione di “spasmo” dei muscoli della mano e dell’avambraccio; la penna viene tenuta esageratamente stretta tra le dita; spesso si associa iperestensione o iperflessione del carpo e/o una forzata pronazione/supinazione dell’avambraccio. La scrittura è progressivamente alterata, divenendo più lenta e incomprensibile, fino mal blocco completo. Il disordine del movimento scompare con l’interruzione del compito scrittorio, immediatamente dopo aver riposto la penna. Il grado di disabilità è variabile e dipende dalla severità dell’impaccio scrittorio e dalle esigenze individuali nell’atto motorio specifico. Le possibilità di remissione spontanea sono comunque scarse, anche se solo il 15% dei pazienti è costretto alla completa astensione dallo scrivere. Molti pazienti imparano a scrivere con l’altra mano, ma sfortunatamente il 25% di essi sviluppa un crampo dello scrivano simile al controlaterale o dei “mirror movements” nell’arto affetto, caratterizzati da posture distoniche scatenate dall’atto scrittorio dell’arto sano. Infine il 20% di distonie generalizzate inizia come crampo dello scrivano, per poi evolvere coinvolgendo altri distretti. Diagnosi differenziale: neuropatie focali da intrappolamento (s. del tunnel carpale, s. outlet toracico, neuropatie ulnari), radicolopatie cervicali, disordini dei tessuti molli (tendinite, epicondiliti) e osteoarticolari. Nel tremore primitivo della scrittura, una variante del tremore essenziale, non sono presenti posture distoniche. E’ comunque descritta una coesistenza tra crampo dello scrivano e tremore primitivo della scrittura. Trattamento con tossina botulinica: E’ importante identificare i muscoli coinvolti con l’elettromiografia. Il trattamento deve essere personalizzato sul singolo paziente. In tabella sono indicati i muscoli che vengono solitamente trattati e i relativi dosaggi delle tre più importanti tossine botuliniche: tossina botulinica di tipo A (Dysport, Botox ) e di tipo B (Neurobloc). Muscoli Extensor carpi rad/uln. Flexor carpi rad/uln. Flexor digit. prof. Extensor indicis Proprius Flexor pollicis longus Extensor pollicis longus/brevis Flexor digit. superf. n. iniezioni 2 Botox 10 UI Dysport 40 UI Neurobloc 500 UI 2 15 UI 60 UI 750 UI 1 1 5-10 UI 5 UI 40 UI 20 UI 500 UI 250 UI 1 10 UI 40 UI 500 UI 1 5 UI 20 UI 250 UI 1 10 UI 40 UI 500 UI Tra gli effetti collaterali ricordiamo l’ecccessiva ipostenia dei muscoli trattati, che è più comune nei muscoli estensori. DISTONIE FOCALI SEGMENTARIE: I pattern più comuni contemplano agli arti superiori l’iperestensione o l’iperflessione delle dita o del gomito, l’iperflessione del carpo, la eccessiva flessione, estensione o adduzione della spalla. Agli arti inferiori sono descritti casi di un’inversione della flessione plantare o un’eccessiva estensione dell’alluce (“striatal toe”), accanto a posture distoniche del piede in equinovarismo, ben responsive al trattamento con tossina botulinica. A tal riguardo è utile ricordare come le dosi di tossina botulinica suggerite nel trattamento dei muscoli distonici degli arti inferiori siano nettamente maggiori rispetto a quelle usate nei muscoli dell’arto superiore. Peraltro agli arti inferiori il grado di ipostenia richiesta per l’effetto terapeutico è spesso difficilmente raggiungibile pur con alte dosi e anche la risposta terapeutica può essere, di conseguenza, parziale. In tabella sono indicate le dosi indicative di tossina botulinica nelle distonie focali degli arti inferiori. Muscoli Flexor hallucis longus Extensor hallucis longus Flexor digit. brevis Flexor digit. longus Gastrocnemius Tibialis posterior Soleus n. iniezioni 1 Botox 50 UI Dysport 200 UI Neurobloc 2500 UI 1 50 UI 200 UI 2500 UI 2 100 UI 400 UI 5000 UI 2 75 UI 300 UI 3750 UI 2 2 2 100 UI 100 UI 100 UI 400 UI 400 UI 400 UI 5000 UI 5000 UI 5000 UI DISTONIE CERVICALI : Sono la forma più frequente di distonia focale. Sono definite primarie in assenza di fattori eziopatogenetici noti (forme sporadiche ed ereditarie), e secondarie quando sono correlate ad una malattia o ad esposizione a farmaci: malattie neurologiche degenerative o infiammatorie (m. di Parkinson, atrofia multisistemica, m. di Wilson, sclerosi multipla, encefaliti), neoplasie cerebrali, traumi cranici, agenti tossici (CO, metanolo, L_DOPA, antipsicotici, metoclopramide, calcio-antagonisti, antiepilettici); forme psicogene, pseudodistonie (sublussazione atlo-occipitale, siringomielia, s. di Arnold-Chiari, malattie vestibolari, neoplasie della fossa cranica posteriore, stiff-person sindrome). La natura distonica di queste patologie è circostanziata dalla presenza di contrazioni muscolari involontarie e protratte e dalle tipiche posture del capo. Queste ultime possono essere riconducibili a 4 schemi principali: torcicollo o rotatocollo: rotazione del capo in senso orario od antiorario sul piano assiale : laterocollo: inclinazione laterale del capo a destra o a sinistra sul piano coronale: anterocollo: flessione del capo in avanti sul piano sagittale: retrocollo: estensione del capo sempre sul piano sagittale: Sono però più frequenti varie combinazioni di tali schemi. Muscoli coinvolti: rotatocollo: sternocleidomastoideo (SCM) controlaterale, splenio omolaterale, elevatore della scapola omolaterale, trapezio omolaterale (parte cervicale); laterocollo: SCM omolaterale, splenio, scaleno e trapezio omolaterali; anterocollo: SCM bilaterale, scaleno bilaterale, sovraioidei, prelaringei, prevertebrali; retrocollo: splenio bilaterale, semispinale bilaterale, paraspinali bilaterali, trapezio bilaterale. Trattamento con tossina botulinica: si individuano con l’esame clinico e l’elettromiografia i muscoli coinvolti dove verrà inoculata (con lo stesso ago EMG a doppia via) la tossina. Muscolo SCM Splenio Scaleno Trapezio (parte cervicale) Elevatore scapola Semispinali Sovraioidei DYSPORT (UI) 60-180 90-270 30-90 90-270 30-120 60-120 30-60 BOTOX (UI) 20-60 30-90 10-30 30-90 10-40 20-40 10-20 Gli effetti della tossina botulinica iniettata in un muscolo sono generalmente focali e coincidono in gran parte con gli scopi del trattamento.; si manifestano entro la prima settimana dall’infiltrazione e perdurano per 3-4 mesi. Gli effetti collaterali comprendono la disfagia (il più frequente in assoluto), l’eccessiva ipostenia della muscolatura del collo, dolore locale, sonnolenza, disfonia, vertigini, secchezza delle fauci. EMISPASMO FACCIALE: è un disordine del movimento indotto da una sofferenza periferica del n. faciale e caratterizzato da contrazioni involontarie, unilaterali, intermittenti, irregolari, toniche o cloniche dei muscoli innervati da tale nervo. L’eziopatogenesi nei due terzi dei casi è dovuta a compressione a livello del punto di emergenza delle radici del nervo faciale operata da: inginocchiamento dell’arteria cerebellare posteriore inferiore (PICA), dell’arteria cerebellare anteriore inferiore (AICA) o da una dolicoectasia dell’arteria vertebrale. Altre cause più rare: lesioni vascolari del tronco cerebrale, neoplasie dell’angolo pontocerebellare, meningite della base cranica, colesteatoma dell’osso temporale, neoplasia del glomo giugulare, aneurisma dell’arteria vertebrale, neoplasia della parotide. Le sincinesie del nervo faciale sono dovute a reinnervazioni aberranti dopo una paralisi del nervo e si manifestano in genere con un’attivazione anomala dell’orbicolare dell’occhio in risposta a movimenti del distretto facciale inferiore. L’impiego terapeutico di tossina botulinica di tipo A rappresenta il trattamento di prima scelta di questi disturbi. La tossina è inoculata per via sottocutanea o intramuscolare. I siti di iniezione più comuni sono il muscolo orbicolare dell’occhio con tecnica pretarsale, il corrugatore, il nasale e, nel distretto facciale inferiore, il buccinatore (per via transorale), il quadrato del mento e il platisma. La comparsa del beneficio clinico avviene solitamente dopo 5-10 giorni con una durata media di circa 4 mesi.; l’80-90% dei pazienti risponde al trattamento necessitando di 3 inoculazioni l’anno. Tecnica pretarsale per l’orbicolare dell’occhio. I siti d’iniezione sono variabili. Le dosi sono comprese fra 7,5-20 UI di Botox (diluizione 100 UI/ml) o 30-240 UI di Dysport (diluizione 500 UI/2,5 ml) per l’orbicolare dell’occhio, e 2,5-10 UI di Botox o 10-40 UI di Dysport per i muscoli facciali del distretto inferiore. Effetti collaterali: rischio teorico di effetti generalizzati caratterizzati da difficoltà della respirazione e della deglutizione; ptosi palpebrale, lacrimazione, bruciore all’occhio (usare Hy-Droop collirio), ematoma in sede d’iniezione, diplopia, sensazione di corpo estraneo, ipostenia dell’angolo della bocca. Sono descritti in letteratura pazienti non-responders. In tal caso occorre appurare se ci si trova di fronte a formazione di anticorpi anti-tossina con riduzione della sua efficacia ovvero ad un errore nella scelta del sito inoculato o della dose di farmaco utilizzato. Esistono tests elettrofisiologici per valutare l’efficacia della tossina. Vi sono anche dei farmaci che si possono utilizzare in aggiunta alla tossina: carbamazepina, clonazepam, baclofene, levodopa-carbidopa. Un intervento chirurgico (decompressione microvascolare) nei casi in cui è dimostrato un conflitto neurovascolare può risolvere definitivamente l’emispasmo nel 90% dei casi; vi sono però complicanze come ipostenia facciale transitoria o permanente, perdita permanente dell’udito. BLEFAROSPASMO: è una distonia focale idiopatica e progressiva caratterizzata dalla chiusura intermittente delle palpebre per contrazione involontaria dei muscoli orbicolari di entrambi gli occhi. La malattia, più comune nelle donne adulte, può essere tanto grave da risultare socialmente disabilitante provocando cecità funzionale e compromettendo le normali attività quotidiane. Vi può essere fotofobia, irritazione e sensazione di secchezza oculare. I segni del blefarospasmo scompaiono durante il sonno e sono aggravati da ansia, stress, fatica, stimolazioni luminose e tattili ed attività quali guidare e leggere. Lo spasmo può essere limitato ai muscoli orbicolari dell’occhio ovvero può interessare i muscoli frontali, zigomatici, labiali e cervicali determinando così il passaggio da una forma focale ad una segmentale detta sindrome di Meige (blefarospasmo associato a distonia oromandibolare). Vanno escluse blefariti, erosioni corneali, presenza di corpi estranei. L’uso della tossina botulinica è efficace anche se non può frenare il decorso naturale della malattia. In genere si usano 20-30 UI di BOTOX ovvero 80-120 UI di DYSPORT nei due occhi. Ricordiamo infine una patologia oculare caratterizzata da anomalo rovesciamento interno del margine palpebrale inferiore (entropion spastico) dovuto a ipertonia di quella parte del muscolo orbicolare che si trova più vicino al margine palpebrale inferiore. La tossina botulinica a basse dosi (6 UI di BOTOX ovvero 24 UI di DYSPORT in tre siti) è altamente efficace e può prevenire l’intervento chirurgico. LA TOSSINA BOTULINICA NEL TRATTAMENTO DELLE IPERIDROSI. APPLICAZIONI IN MEDICINA ESTETICA. Dott. Raffaele Del Colle Unità Operativa Complessa di Neurologia AULSS n. 21 Legnago (VR) IPERIDROSI: La sudorazione, in condizioni normali, partecipa a tre principali funzioni: la termoregolazione, l’espressione dell’emotività e la funzione tattile-prensile, migliorando l’aderenza della cute agli oggetti. Le ghiandole sudoripare eccrine sono ghiandole tubulari semplici di tipo glomerulare. Sono sempre attivate da fibre nervose simpatiche a trasmissione colinergica. L’attività sudoripara può essere studiata in Neurofisiologia con la tecnica della Risposta Simpatico-cutanea. Si definisce come iperidrosi l’eccesso di produzione di sudore, al di là del ruolo fisiologico. Può essere un sintomo nell’ambito di una patologia nota (iperidrosi secondaria): obesità, menopausa, infezioni, alcoolismo cronico, ipertiroidismo, feocromocitoma, ipoglicemia, sindrome da carcinoide, acromegalia, linfomi, leucemie, terapia ormonale del carcinoma prostatico, mielopatie, malattie cerebrovascolari, agenesia del corpo calloso, epilessia diencefalica, malattie psichiatriche. L’iperidrosi idiopatica o essenziale rappresenta un problema diffuso che riguarda circa l’1% della popolazione. Interessa principalmente il palmo delle mani, la pianta dei piedi, le ascelle, la fronte, la regione inguinale e glutea. Spesso c’è una familiarità. La patogenesi non è certa. Sono stati ipotizzati disordini nel controllo centrale delle strutture del Sistema Nervoso Centrale. L’ansia e il nervosismo possono aggravare o scatenare un attacco di sudorazione. La distribuzione e la quantità dell’ipersudorazione si possono studiare utilizzando sostanze che cambiano colore al contatto con il sudore (alizarina rossa). Il trattamento con tossina botulinica è molto efficace ed è oggi considerato di prima scelta. In Italia si può utilizzare con indicazione ministeriale il BOTOX (tossina botulinica di tipo A) nell’iperidrosi ascellare. Le iniezioni vengono effettuate per via sottocutanea dopo delimitazione della zona da trattare con un reticolo con lato di 1-2 cm con penna demografica. Sia il BOTOX che il DYSPORT vengono diluiti in genere a 4-5 ml. Per le ascelle in genere occorrono 100 UI di Botox o 500 UI di Dysport, mentre per mani e piedi sono necessarie dosi più elevate (200-300 UI di Botox, 1000-1500 UI di Dysport). Per le mani e i piedi è preferibile utilizzare un’anestesia locale tronculare con lidocaina o carbocaina del n. mediano e ulnare e del nervo tibiale, poiché le iniezioni sono molto dolorose. L’anestesia non è necessaria per le ascelle e la fronte. Gli effetti collaterali più importanti sono l’ipostenia dei muscoli distali degli arti o dei muscoli del viso, mentre per le ascelle non vi sono problemi in quanto si è lontani dai piani muscolari. MEDICINA ESTETICA: Il primo utilizzo della tossina botulinica in medicina Estetica risale al 1992 (trattamento delle rughe frontali). Da allora c’è stata una crescita esponenziale dell’uso della tossina botulinica per finalità estetiche. In Italia esiste una confezione di tossina botulinica creata apposta per la Medicina estetica: VISTABEX. Il farmaco è assolutamente uguale al BOTOX ma non può essere utilizzato in regime ospedaliero bensì deve essere acquistato direttamente dal medico. I risultati migliori si ottengono principalmente nel trattamento del terzo superiore del volto, dove si ottiene un efficace lifting frontale “chimico”, di aspetto naturale se correttamente eseguito e con una bassa incidenza di complicanze. L’anamnesi deve ricercare la presenza di neuropatie periferiche o patologie neuromuscolari che condizioneranno l’utilizzo di dosaggi inferiori di tossina botulinica. Alcuni farmaci, quali aminoglicosidi, penicillamina, chinino, calcio-antagonisti, possono potenziare l’effetto della tossina e non devono essere utilizzati in concomitanza. Altre controindicazioni sono la gravidanza e l’allattamento. I pazienti dovrebbero interrompere eventuali trattamenti con aspirina, FANS o altri farmaci che interferiscano con la coagulazione per ridurre la possibilità della formazione di piccole ecchimosi. Attenzione infine all’allergia all’albumina (eccipiente sia del Botox che del Dysport). Bisogna utilizzare soluzioni concentrate in modo da evitare un’eccessiva diffusione e quindi minimizzare gli effetti collaterali. Intorno ad ogni sito d’iniezione si crea un’area di denervazione di 2,5-3 cm. I dosaggi variano a seconda della personale esperienza del medico, della zona trattata, del sesso del paziente ( nei soggetti di sesso maschile i muscoli presentano una massa maggiore) e dell’attività mimica. Gli effetti della tossina cominciano a manifestarsi 48-72 ore dopo il trattamento e hanno una durata variabile dai 3 ai 9 mesi. E’ opportuno non effettuare un trattamento successivo prima che sia visibile una parziale ripresa della motilità delle aree trattate, per evitare un’ipotetica atrofia muscolare legata alla prolungata denervazione. Bisogna comunque ricordare che, neanche nei pazienti trattati per patologie neurologiche con alti dosaggi per periodi prolungati di tempo, esami bioptici hanno evidenziato segni di atrofia o di degenerazione permanente dei muscoli trattati. La tossina botulinica svolge anche un’influenza positiva sull’aspetto della cute, dovuta al blocco delle ghiandole sudoripare eccrine e sebacee, innervate da fibre nervose colinergiche e comportando quindi un miglioramento della grana tissutale nelle zone trattate. La tecnica d’iniezione più utilizzata prevede l’impiego di siringhe da tubercolina da 1 cc e l’introduzione verticale fino al piano periosteo dell’ago (25-30 G), che viene poi ritirato leggermente fino al ventre muscolare. Nella regione periorbitaria è possibile l’iniezione sottocutanea come per il trattamento dell’emispasmo. Nel terzo superiore del volto i muscoli più trattati sono il depressore del sopracciglio, il corrugatore, il procero, il frontale e l’orbicolare. Nelle regioni medio-facciali si trattano l’elevatore del labbro superiore e dell’ala del naso e il grande e piccolo zigomatico. Nella regione peribuccale vengono infiltrati il triangolare delle labbra e il mentale. Nel collo si infiltra il platisma. La diluizione in genere, per il VISTABEX, è 50 UI /1,25 ml, con infiltrazioni di 0,1 ml (4 UI) o 0,05 ml (2 UI). Non si superano di solito 60 UI di BOTOX o 250 UI di DYSPORT per ciascun trattamento. Complicanze: locali: dolore, edema, eritema, ecchimosi, iperestesia, cefalea. Quest’ultima è stata descritta dopo impiego di tossina per il trattamento delle rughe glabellari; compare in circa il 10% dei pazienti e dura sei ore dopo il trattamento. E’ stato viceversa evidenziato, dopo trattamento con tossina botulinica a scopo estetico, un miglioramento della sintomatologia nei pazienti affetti da cefalea tensiva, per cui infatti il farmaco viene utilizzato anche per trattare tale patologia. Altre complicanze comprendono perdita di espressività facciale, paralisi muscolare incompleta con presenza di rughe residue o viceversa paralisi muscolare involontaria per diffusione della tossina in sedi adiacenti all’infiltrazione. La ptosi della palpebra, anche se non frequente, rappresenta la complicanza più comune, soprattutto dopo iniezione del corrugatore, con diffusione della soluzione attraverso il setto orbitarlo fino all’elevatore della palpebra superiore. Gli effetti collaterali sono sempre reversibili e scompaiono appena si riformano le terminazioni nervose (in genere 3 mesi). In figura è mostrato l’effetto del trattamento con Botox del muscolo procero.