1 GLI ITALIANI E IL MARKETING SOCIALE: SIGNIFICATO, RUOLO, VALORE Ricerca 2003 Ipsos-Explorer / Sodalitas Sintesi dei risultati Convegno Responsabilità sociale: L’impresa per il futuro Milano 10 Febbraio 2003 2 IL CONTESTO DELLA RICERCA Da anni Ipsos-Explorer svolge ricerche sulla Responsabilità Sociale delle imprese e sul Marketing Sociale, per comprendere valori, atteggiamenti e comportamenti di consumatori ed imprese al riguardo. In collaborazione con Sodalitas, abbiamo maturato una conoscenza approfondita di queste dinamiche, anche se la complessità di questi temi rende necessario non solo un aggiornamento costante delle tendenze, ma anche un costante approfondimento dei diversi aspetti del fenomeno. Responsabilità sociale delle imprese, marketing sociale, comunicazione sociale, sponsorizzazioni sociali, ecc…. sono infatti concetti da tempo circolanti, ma su cui non c’è ancora una piena condivisione, anche tra gli addetti ai lavori, quanto a contenuti e linguaggio; ai consumatori sempre più vengono offerte proposte commerciali, di prodotto e di comunicazione in queste aree, che sono aree nuove, cui si guarda in generale con favore ma anche senza quella convinzione radicata che si sviluppa quando i fenomeni sono più consolidati, come in altri paesi europei; dall’altra parte le imprese, che sempre in maggior numero adottano sistemi di marketing e registri di azione “corporate” orientati al sociale, richiedono informazioni più mirate per coinvolgere adeguatamente i consumatori e garantire distintività alle proprie iniziative. Già sappiamo che la maggioranza degli italiani percepisce con favore l’impegno delle imprese nel sociale, cioè la realizzazione di tutte quelle attività da esse attuate volontariamente – quindi al di là degli obblighi di legge-, per contribuire alla soluzione di problemi sociali ed ambientali. 3 4 Sappiamo anche che i consumatori italiani approvano la comunicazione al pubblico delle attività delle imprese nel sociale; che si dimostrano più disponibili all’acquisto di marche “impegnate socialmente”, e che l’impegno sociale può condurre anche ad uno “switching” verso la marca di un’impresa “socialmente impegnata”. Inoltre una impresa solidale si connota oggi come evoluta, moderna ed eticamente responsabile; solo una minoranza dei consumatori attribuisce alle imprese socialmente impegnate la volontà di compensare, con questo impegno, loro carenze “etiche” e “normative” nella gestione del business quotidiano. In questa nuova indagine, condotta nel Gennaio di quest’anno, abbiamo voluto focalizzare lo sguardo soprattutto sul significato, il ruolo ed il valore che i consumatori ed i cittadini associano alla responsabilità sociale ed al marketing sociale delle imprese, anche per identificare con maggiore chiarezza le opportunità da sfruttare ed i rischi da tenere sotto controllo nelle operazioni di business che ad essi fanno riferimento. 5 GLI OBIETTIVI E LA METODOLOGIA DELLA RICERCA GLI OBIETTIVI L’atteggiamento degli italiani verso la responsabilità sociale delle imprese La percezione del marketing sociale La solidarietà come valore distintivo dell’impresa LA METODOLOGIA 1017 interviste personali domiciliari Campione rappresentativo della popolazione italiana 200 punti di rilevamento Top Capi System (Capi: Computer Aided Personal Interview) Rilevazione: Gennaio 2003 6 L’ATTEGGIAMENTO VERSO LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE L’opinione sulla partecipazione delle imprese alla soluzione dei problemi sociali Questa indagine conferma l’alto livello di consenso degli italiani (77%:molto/ abbastanza d’accordo) riguardo la partecipazione delle imprese alla soluzione dei problemi sociali. Il livello di accordo è leggermente inferiore a quello rilevato negli anni scorsi (l’82% nel 2002 e l’81% nel 1998), con un leggero calo degli entusiasti (“molto favorevoli”: 27% del 2003 contro il 34% del 2002) ed un aumento della quota degli indecisi (dal 5 % del 2002 all12% di quest’anno). Questi scostamenti possono trovare una spiegazione nell’attuale contingenza economica, che probabilmente suggerisce una focalizzazione sulle dinamiche interne delle imprese, piuttosto che su quelle esterne, e sulla necessità di concentrarvi tutte le risorse disponibili. Si può anche ipotizzare una lieve regressione egoistica, indotta presumibilmente dal clima di incertezza e soprattutto dalla crisi di alcune specifiche situazioni industriali nel nostro Paese. Resta nettamente minoritaria comunque, l’opinione che l’impresa debba esaurire la sua mission e le sue attività operative nell’ambito della sola creazione di ricchezza e profitto (11%). Comunque, giovani ed adulti dai 35 ai 44 anni, donne, ed i soggetti più culturalmente evoluti sembrano i più consensuali verso le imprese attive nel sociale. 7 l significati dell’impegno sociale per le imprese La maggior parte degli italiani (60%) sembra avere colto bene il significato della “Social Responsibility” per l’impresa, considerandola un comportamento apprezzabile ma non dovuto, quindi né classificabile tra le attività normativamente regolate, né attribuibile all’impresa come obbligo. Più di un quarto, invece, lo percepisce proprio come impegno intrinseco alla sua mission (un dovere: 28%), ed una quota marginale, 12%, al contrario, lo considera un’area di intervento nettamente estranea alle sue competenze istituzionali. Comunque, l’impegno dell’impresa nel sociale sembra assolvere una funzione simbolica ancora più pregnante all’interno dell’impresa, come elemento di fidelizzazione dei dipendenti: lavorare in una impresa socialmente impegnata accrescerebbe la fiducia dell’88% degli italiani (anche qui, con un terzo circa di entusiasti ed una metà di moderatamente consensuali). 8 Le aree sociali di maggiore interesse per l’attività delle imprese Come anche nelle passate rilevazioni, le specifiche aree di intervento richieste alle imprese sono numerose. La crisi del “welfare state” e, nell’ultimo anno, l’accentuazione del disagio economico, nonché i drammi di molte popolazioni del sottosviluppo lasciano prefigurare l’importanza di supporti privati su svariati fronti. Ciononostante, è possibile identificare alcuni filoni che coinvolgono in maniera particolare la sensibilità degli italiani: la medicina e la salute, innanzitutto (con una forte valorizzazione della ricerca medico-scientifica, della costruzione di impianti ospedalieri, della prevenzione delle malattie); l’assistenza sociale (anziani, emarginati, bambini); in secondo luogo gli interventi di sostegno al lavoro, sia come formazione professionale ai giovani, sia come supporto ad attività imprenditoriali con difficoltà di autofinanziamento. Anche l’attività benefica “tout court”, con trasferimenti materiali ed in natura risulta ancora di notevole interesse sociale. Fortemente differenziati i target suscettibili alle diverse aree: gli interventi in favore della medicina e la salute interessano particolarmente nel Centro e nel Sud Italia, polarizzando l’attenzione soprattutto nei centri piccoli e nelle città grandi, e delle persone di “mezza” età; l’assistenza sociale interessa ovviamente i target più “virtualmente” bisognosi: gli anziani, le (presumibilmente loro) famiglie bassocomponenti, ed i giovani con bambini da gestire, sovente in assenza di strutture adeguate; alla formazione giovanile risultano sensibili sia le aree tradizionalmente meno evolute (Centro-Sud), ma soprattutto il Nord Ovest, mentre il Nord Est sembra avvertire molto meno il problema; la protezione dei diritti civili nel mondo risulta una “issue” privilegiata dai giovani-adulti culturalmente evoluti. 9 Le zone di intervento preferite Gli italiani dimostrano comunque una sensibilità un po’ più “egoriferita” che “eteroriferita” rispetto alle aree geosociali per gli interventi dell’impresa: infatti il 35% (soprattutto nel Nord Est) opterebbe per attività sociali in Italia, e non all’estero, ed il 22% addirittura nella comunità di insediamento dell’azienda (anche in questo caso soprattutto nel Nord Est). Meno della metà si dichiara favorevole ad interventi sia in Italia sia all’estero (43%). Su queste valutazioni “etnocentriche” potrebbero pesare componenti ideologiche, ma anche, probabilmente, preoccupazioni e timori, ripetiamo, per le condizioni contingenti del nostro Paese. Da una parte quindi, può giocare la percezione di uno scarso controllo e possibilità di verifica di interventi realizzati in paesi lontani; dall’altra, una concentrazione piuttosto marcata sulle criticità sociali in Italia (diminuzione del potere di acquisto, costanti episodi di “malasanità”, mancanza di strutture efficaci di avviamento al lavoro, ecc…) che suggerirebbe una proficua allocazione delle risorse “in loco”. 10 LA PERCEZIONE DEL MARKETING SOCIALE Le valutazioni Anche quest’anno la ricerca ha dedicato particolare attenzione al Marketing Sociale, non solo perché tema portante del Convegno, ma anche perché l’impegno crescente delle imprese in questa modalità di business richiede informazioni sempre più specifiche, eventualmente anche con la segnalazione di criticità. L’adesione al Marketing Sociale risulta decisamente generalizzata: attualmente, quasi la totalità della popolazione italiana si dichiara favorevole a questa specifica attività delle imprese 92%, anche se con la ricorrente distinzione tra gli “iperconsensuali” (molto favorevoli: 31%, con accentuazioni tra la popolazione giovane-adulta e culturalmente più evoluta) ed i “possibilisti” (abbastanza favorevoli: 61%). Al di là della valutazione di carattere generale, abbiamo analizzato anche l’opinione degli italiani riguardo il valore di “reciprocità” nella relazione impresa/causaorganizzazione sociale, normalmente associata a queste iniziative. Come anche nelle indagini precedenti, la maggioranza relativa (43%) degli italiani attribuisce al Marketing Sociale una funzione di “mutual benefit”: cioè la capacità di garantire pari vantaggi alla impresa ed alla causa/organizzazione sociale. Per circa un terzo, invece, risulterebbe l’impresa il soggetto più avvantaggiato (37%) di contro al 17% che ipotizzano maggior vantaggi comunque forte, pur nella percezione per la causa/organizzazione . Appare di un maggiore “potere” dell’impresa, la convinzione che per una Causa Sociale l’abbinamento con il marketing aziendale costituisca una opportunità (60%). 11 L’atteggiamento emozionale Ma quali sensazioni suscita il Marketing Sociale? In fondo, cosa viene in mente agli italiani, al di là delle valutazioni razionali sulla sua opportunità e convenienza? Una domanda inedita ci apre una prospettiva abbastanza interessante sul tema. Innanzitutto, ci conferma l’ampia dimensione degli atteggiamenti positivi: 75%, anche se qui la cifra risulta un po’ meno ecumenica rispetto alla risposta sul consenso. La reazione maggioritaria è orientata alla valorizzazione dell’ impresa protagonista delle iniziative: un’impresa che in questa maniera accresce il suo “goodwill” (interesse, apprezzamento) da parte della popolazione ( 49%). Il secondo fattore di consenso è invece rivolto agli effetti dell’azione solidale: il 26% si compiacciono della possibilità di risolvere, attraverso il marketing sociale, problemi sociali anche gravi. Quindi: più empatia verso l’azione in sé, che soddisfazione per i suoi effetti concreti. E comunque, anche in questo caso non mancano le criticità, che riguardano, come sempre, circa un quarto degli italiani. Questa fascia di popolazione esprime due tipi reazioni, abbastanza diverse, ma accomunate dalla sensazione del “dubbio”; il 17%, si pongono interrogativi sulle effettive motivazioni dell’impresa nell’abbracciare le cause sociali; l’8% avanzano, addirittura, perplessità sulla effettiva destinazione delle risorse. Se poi andiamo a leggere tra le cifre di queste risposte, è possibile identificare tre diverse tendenze. Una rappresenta circa il 29% del campione. Potremmo chiamarli i “Consensuali Fiduciosi”: persone dichiaratamente e decisamente favorevoli al Marketing Sociale, e che per lo più assumono atteggiamenti positivi sia verso l’azienda promotrice, sia verso gli effetti concreti delle sue attività nel sociale, senza sbilanciarsi 12 particolarmente su l’uno o l’altro di questi fattori: brava l’impresa, efficace l’attività. La seconda comprende circa la metà del campione, il 46%: sono i “Possibilisti Valorizzanti”. Soggetti più cautamente favorevoli verso il Marketing Sociale, valorizzano poi molto di più la buona volontà dell’impresa, che gli effettivi benefici per la società; quindi, esprimendo implicitamente un lieve dubbio sulla efficacia delle iniziative. Ed infine, emerge un’area di dubbiosi, che raccoglie sia una parte dei cautamente favorevoli, oltre che la maggioranza dei contrari; complessivamente, questa fascia di popolazione esprime le valutazioni più critiche, e cioè perplessità riguardo sia le motivazioni dell’impresa, sia la destinazione dei fondi. Sono il 23% di tutto il campione: i “Dubbiosi Trasversali”. 13 IL VALORE DELL’IMPRESA SOLIDALE Infine, abbiamo cercato di comprendere quale sia il ruolo che l’impegno sociale di un’impresa può svolgere nella costruzione del suo “valore” presso i consumatori. Per rispondere a questo interrogativo, abbiamo verificato (con una scala numerica di valutazione da 1 a 10) sia il valore assegnato dai consumatori ad una “teorica” impresa che sia socialmente impegnata, sia il valore assegnato ad una impresa che non sia socialmente impegnata. A tal fine è stata utilizzata una serie di fattori di valutazione simili a quelli normalmente impiegati nelle ricerche di mercato per definire la “equity” delle imprese. Il risultato è inequivocabile: un’impresa “solidale” viene considerata più positivamente rispetto ad una impresa non solidale, su tutti i fattori di valutazione. Alcuni di questi fattori, però, “discriminano” più degli altri i due tipi “teorici” di impresa. Un’impresa solidale infatti, viene più valorizzata soprattutto per l’azione benefica nei confronti della società, per la sua capacità di distinguersi rispetto alle altre, di farsi conoscere e di stimolare il “goodwill” dei consumatori: quindi, sui fattori che più corrispondono ai principali obiettivi dell’attività del marketing di impresa. 14 CONSENSO VERSO L’ATTIVITA’ DELLE IMPRESE NEL SOCIALE 27 Molto 50 Abbastanza 7 Poco 4 Per nulla 12 Non so 0 10 TOTALE (base: 1017) 20 30 40 50 60 15 IL SIGNIFICATO DELL’IMPEGNO SOCIALE PER LE IMPRESE 28 Un dovere per l'azienda Un comportamento apprezzabile da parte dell'azienda, anche se non dovuto 60 Un comportamento che non compete all'azienda 12 0 20 TOTALE (base: 1017) 40 60 80 16 “L’IMPEGNO DELL’IMPRESA NEL SOCIALE ACCRESCE LA FIDUCIA DEI SUOI DIPENDENTI”: LIVELLO DI ACCORDO Completamente d'accordo 33% Per niente d'accordo 4% Non molto d'accordo 8% Abbastanza d'accordo 55% TOTALE (base: 1017) LE AREE PIU’ IMPORTANTI PER L’ATTIVITA’ DELLE IMPRESE NEL SOCIALE Ricerca medico-scientifica 39% Costruzione di impianti ospedalieri 38% Prevenzione alle malattie 29% Assistenza per gli anziani 28% Strutture ricreative per bambini 21% Assistenza agli emarginati 21% Aiuti economici (denaro) 28% Aiuti in natura (beni alimentari, ecc.) 25% a chi è in difficoltà Il rispetto dei diritti civili nel mondo 25% Formazione giovanile/professionale 36% Contributo allo sviluppo di attività imprenditoriali senza risorse 20% TOTALE (base: 1017) 17 “L’IMPEGNO DELL’IMPRESA NEL SOCIALE ACCRESCE LA FIDUCIA DEI SUOI DIPENDENTI”: LIVELLO DI ACCORDO Completamente d'accordo 33% Per niente d'accordo 4% Non molto d'accordo 8% Abbastanza d'accordo 55% TOTALE (base: 1017) 18 19 LE ZONE DI INTERVENTO PREFERITE PER L’IMPEGNO SOCIALE DELLE IMPRESE Sia in Italia che all'estero 43% In tutta Italia ma non all'estero 35% TOTALE (base: 1017) Solo nella comunita' locale in cui opera 22% 20 CONSENSO NEI CONFRONTI DELLE ATTIVITA’ DI MARKETING SOCIALE DELL’IMPRESA Abbastanza favorevole 61% Abbastanza contrario 6% Completamente favorevole 31% TOTALE (base: 1017) Completamente contrario 2% 21 FUNZIONE DELLE ATTIVITA’ DI MARKETING SOCIALE Danno vantaggi sia alla causa/organizzazione sia all'azienda 43% Danno piu' vantaggi all'azienda che la sostiene 37% Danno piu' vantaggi alla causa/organizzazione sostenuta 17% Non danno vantaggi nè alla causa/organizzazione né all'azienda 4% 0 10 TOTALE (base: 1017) 20 30 40 50 22 L’ ATTEGGIAMENTO EMOZIONALE NEI CONFRONTI DEL MARKETING SOCIALE Cresce il mio interesse ed apprezzamento per l'azienda che svolge questo tipo di attivita ' 49% Provo soddisfazione perche' so in questo modo si stanno risolvendo problemi sociali anche gravi 26% Mi pongo qualche interrogativo sulle effettive motivazioni dell'impresa nello svolgere questo tipo di attivita' 17% Sono molto dubbioso sul fatto che il denaro venga effettivamente destinato alla causa/organizzazione che questo tipo di attivita' dovrebbe sostenere 8% 0 10 20 TOTALE (base: 1017) 30 40 50 60 ffr e pr od ot da lle al tr e de l la im pr es e a' so ci et E' ti/ se un rv 'a iz zi E' id en un iq da 'a ua ch zi lit en e a' si da f a ap co pr E' no e un zz sc a 'a ta er zi e da en ic da on am su at E' m a at un da or 'a i i su zi en oi da di pe so nd l id en a fin ti an zi E' ar un ia A 'a m da z en ie tta nd te a E' a m di un e cu 'a e zi a if l en id m da ar io si m ch od e o op di er pe a in ns m ar od e o tra sp ar en te O pe ri lb en e di st in gu e pe ra Si O IL VALORE ATTRIBUITO AD UN’IMPRESA “SOLIDALE” VS. IL VALORE ATTRIBUITO AD UN’IMPRESA “NON SOLIDALE” Impresa solidale TOTALE (base: 1017) Impresa non solidale 7,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 23 24 Coordinatrice della Ricerca: Laura Cantoni Direttore Sviluppo e Comunicazione Ipsos-Explorer Tel. 02 67330.1 mail: [email protected] Alcuni dati della ricerca sono stati presentati nel convegno “Responsabilità sociale: l’impresa per il futuro” organizzato da Sodalitas – 10 febbraio 2003 La presentazione video è stata curata da Screamovie - Milano