Dedicazione della Cattedrale 2008 OMELIA ALLA S.MESSA PER L’ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DELLA BASILICA CATTEDRALE Tivoli, 27 ottobre 2008 1 Re 8,22-23.27-30; 1 Cor 3,9-11. 16-17; Gv 4,19-24 Carissimi fratelli e sorelle, celebriamo con gioia e particolare rendimento di grazie al Signore l’anniversario della dedicazione della nostra Cattedrale. Questa liturgia la celebriamo con particolare solennità! Il clero della città, il Capitolo della Cattedrale, molti fedeli siete riuniti qui, questa sera, con il Vescovo e con il grado di memoria liturgica obbligatoria - tale ricorrenza viene celebrata in tutte le chiese della Diocesi. Ci domandiamo: perché tanto “chiasso” liturgico? Perché tanta importanza per un edificio fatto di pietre, certamente bello, antico, decorato… ma pur sempre un edificio? Anche “edificio sacro”, se volete, ma pur sempre una costruzione di uomini. Perché tanto “chiasso” liturgico? Perché la chiesa-edificio, per noi uomini che abbiamo bisogno di toccare con mano le cose, è segno visibile dell’unico vero tempio – ossia luogo di incontro tra Dio e l’uomo – che è il corpo personale di Cristo e il suo corpo mistico, cioè la Chiesa sposa e madre, la Chiesa che è l’intera comunità dei battezzati la quale celebra il culto a Dio, la sua adorazione a Lui, in spirito e verità, così come abbiamo sentito dire da Gesù alla Samaritana nel Vangelo appena proclamato. Tale significato, a Dio piacendo, lo riprenderemo di anno in anno, in questa occasione proprio per comprendere meglio il mistero della Chiesa ed in particolare della Cattedrale e cosa tale mistero significhi ed implichi per il popolo di Dio. Quest’anno vorrei fermarmi sui termini con i quali viene definito questo luogo di culto cristiano. Il più semplice è quello di CHIESA. Ma quella che abbiamo davanti è una chiesa speciale, sulla cartellonistica stradale è indicata come DUOMO, cioè una chiesa particolarmente importante, una BASILICA – così si legge anche nella guida liturgica alla data odierna – e questo è un titolo di onore che viene anzitutto attribuito alle quattro basiliche maggiori a Roma (San Giovanni in Laterano, San Pietro, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura) e, per estensione, a quelle, 1 Dedicazione della Cattedrale 2008 come la nostra, dette “basiliche minori”. Ancor più precisamente siamo in una chiesa che è una CATTEDRALE. Spiegando questi termini non voglio fare della filologia ma ci aiutarci ad entrare nel mistero della Chiesa. Il primo termine è dunque: CHIESA. Termine usato per ogni parrocchia, rettoria, luogo di culto e a volte anche un po’ abusato… E tuttavia importantissimo perché indica la con-vocazione (in greco si dice ek-klesia). Ossia indica quell’insieme di persone chiamate (vocate) a stare insieme (con). Ma chiamate, con-vocate da chi? Questo Qualcuno che convoca non può essere altro che Dio. Pensiamo ad una domenica, le nostre chiese, piene di gente: quella è la “Chiesa”! Non solo i muri e le pietre, ma le persone che stanno insieme e non per volontà propria (per un motivo economico, culturale, ricreativo, ecc.) ma perché Qualcuno le ha chiamate e le raccoglie. Visitare la chiesa quando è vuota può essere un buon motivo per una visita turistica. Ma dobbiamo ricordarci che questo è solo l’involucro della “Chiesa”. Quando gli architetti l’hanno pensata – e mi auguro sia così anche per le chiese nuove – e gli artigiani l’hanno costruita, non l’hanno pensata vuota, ma piena. Non l’hanno costruita come un museo, un luogo bello da visitare – caso mai, ahimè, come non vorrei che avvenisse in nessuna chiesa di Tivoli – a pagamento, ma l’hanno pensata come luogo per raccogliere i con-vocati da Dio. Soltanto ricordando questo fatto possiamo capire il significato dei muri e dei luoghi, dell’altare, del pulpito ecc. che segnano generalmente una chiesa. Alla domenica mattina, poi, tante persone si dirigono verso la chiesa. E’ bello, mentre a volte mi avvicino in auto ad una chiesa, vedere che anche la gente va verso questo luogo. A volte è anche utile per me per sapere dove è la chiesa. E’ Dio che convoca il suo popolo e che attraverso la risposta pubblica di molti, anche chi cerca la Chiesa, quella con la C maiuscola, ossia la comunità dei con-vocati da Dio per l’incontro con Lui, può unirsi a loro e trovare il luogo dell’incontro liturgico e sacramentale con Dio. Dio chiama il suo popolo e i muri sono lì per accoglierlo e farlo sentire unito, convocato, raccolto, chiamato alla comunione, a vivere come famiglia nella stessa casa. Una chiesa particolarmente importante viene poi chiamata DUOMO. Un termine latino che viene da “domus” che significa casa! Una casa, dunque, ma di chi? E’ la casa di Dio! Nell’Antico Testamento spesso il tempio di Gerusalemme è indicato proprio con un termine (bayt-bet) che significa “la casa” ed è sottointeso che sia la casa di Dio! Ma qui nasce una domanda. Dio ha forse bisogno di una casa? E anche se ne avesse bisogno ci può mai essere un luogo fatto da mani d’uomo capace di contenerlo? La 2 Dedicazione della Cattedrale 2008 prima lettura, tratta dal primo libro dei Re, racconta la dedicazione, ossia la consacrazione del tempio di Gerusalemme da parte del re Salomone e pone sulle sue labbra una bellissima preghiera: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!... Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona”. (1Re 8, 27.30). Dunque il tempio non circoscrive Dio quasi che i muri possano racchiudere spazialmente la divinità. Piuttosto Dio, che abita il cielo (anche qui non un cielo definibile spazialmente, ma in un luogo che è per definizione inaccessibile) ascolta, Lui, il misericordioso, l’israelita che si reca al tempio. Certo, Dio ascolta ovunque colui che prega. Ma il pellegrinaggio al tempio indica la volontà dell’uomo di uscire dagli interessi quotidiani per muoversi verso il mistero di Dio. Il pellegrinaggio dice desiderio, anelito, attesa di Dio! Anche qui, presso la nostra Cattedrale, soprattutto in questo anno Laurenziano, come sarebbe bello vedere pellegrinare il nostro popolo per ricordare il nostro anelito verso la casa di Dio ed usufruire della particolare grazia dell’indulgenza lucrabile fino al prossimo 10 agosto in questo luogo! Ma continuando il nostro itinerario tra i termini che definiscono la nostra Cattedrale di San Lorenzo c’è anche quello di BASILICA. E’ oggi un titolo onorifico che indica l’importanza di alcune chiese. Ma il nome è significativo. Nei primi tempi della Chiesa erano le case private che si aprivano ad accogliere i fedeli per la preghiera comune. Ma quando il cristianesimo uscì dalla clandestinità per diventare religione pubblica e riconosciuta, si pose presto il problema di costruire un luogo di culto cristiano. I cristiani, dunque, non presero come modello per il loro luogo di culto i templi greci o romani e nemmeno il Tempio di Gerusalemme ma assunsero, come modello architettonico, la basilica romana. Nella città romana la basilica non era un luogo sacro ma un edificio pubblico che sorgeva nel foro e serviva per l’amministrazione della giustizia, la trattazione degli affari, l’incontro dei cittadini tra loro. Anche qui a Tivoli, con la pace religiosa del 313, la grande aula del Foro tiburtino divenne centro della nuova società municipale cristiana sotto la guida del Vescovo, cessato il culto di Ercole Vincitore nel vicino santuario. La Basilica romana era normalmente a pianta rettangolare con una navata centrale e due o quattro navate minori ai fianchi. Certo, l’attuale nostra Cattedrale ha subito alcuni grandi mutamenti nel tempo. Soprattutto quella nella quale ci troviamo ora – come sapete - è opera del rifacimento del Cardinale Giulio Roma, vescovo di Tivoli, nel XVII secolo che sostituì la basilica medievale – i cui muri absidali si possono ancora vedere dietro al nostro Duomo – con l’attuale chiesa barocca che i tiburtini non accettarono di buon grado… 3 Dedicazione della Cattedrale 2008 Tornando alla spiegazione del termine Basilica ci verrebbe da chiederci: ma non era un po’ strano scegliere per il culto cristiano ed il servizio divino un modello profano anziché un modello religioso? Potrebbe anche essere, ma la scelta si giustifica bene. Nel tempio di Gerusalemme, infatti, nel santuario – ossia il luogo dell’incontro con Dio - si recava solo il sacerdote e la folla partecipava da fuori, nei cortili. Nella chiesa cristiana, invece, la gente entra come protagonista di quanto si celebra a pieno titolo; il culto appartiene alla comunità nel suo complesso! Il popolo di Dio è tutto popolo sacerdotale! Ma veniamo infine all’ultima designazione: CATTEDRALE! Qui è più semplice capire il significato. E’ la chiesa dove sta la Cattedra del Vescovo. E per questo esiste in ogni Diocesi una cattedrale, ed una sola cattedrale! Compito primario del Vescovo è infatti quello di insegnare, cioè proclamare la Parola di Dio. Non insegna tanto una dottrina ma proclama e spiega quella Parola di Dio che convoca i credenti e li fa diventare un popolo! Cioè un insieme di persone che hanno in comune una storia, una legge (cioè una organizzazione sociale e politica), un compito da realizzare nella storia. Anche il popolo di Dio ha in comune una storia (cioè la storia della salvezza, le grandi opere che Dio ha compiuto per lui, a suo favore), ha una legge (la legge di Dio), una missione da realizzare nella storia. Tutto questo lo dona ai credenti la Parola di Dio annunciata autorevolmente. E questo è il primo compito del Vescovo: radunare nel nome del Signore il popolo di Dio. Da qui l’importanza della Cattedra come segno di un insegnamento autorevole, che non viene solo dalla scienza del predicatore, ma dalla “manifestazione dello Spirito e della sua potenza” (1 Cor 2,4). I Quattro termini così ci hanno fatto entrare nel mistero della Chiesa: della chiesa fatta di credenti, ma anche della chiesa fatta di pietre. Non a caso, infatti, lo stesso termine designa entrambe le realtà. Lo spazio che i muri di questa Cattedrale delimitano è uno spazio di comunione, di ascolto, di preghiera affinchè l’assemblea dei fedeli che qui si raduna e che auspico si raduni sempre più frequentemente - nonostante la scomodità per tanti di arrivare fin qui - per ascoltare la Parola di Dio, celebrare i divini misteri e pregare il Dio presente ed incarnato tra il suo popolo e per il suo popolo, diventi un unico popolo radunato dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo per vivere nel mondo l’amore-comunione ad immagine dell’amore-comunione che vive all’interno della Santissima Trinità. Che questa solennità, dunque, ci faccia crescere nella comunione per la missione, ci faccia crescere nella nostra identità di Chiesa diocesana convocata da Dio intorno al Vescovo, Successore degli Apostoli per voi, ci aiuti a quell’incontro tra 4 Dedicazione della Cattedrale 2008 Dio e noi e tra noi e Dio che deve avvenire prima di ogni altra esperienza cristiana nel tempio del nostro cuore là dove ogni giorno dobbiamo imparare, guidati dall’insegnamento dei Successori degli Apostoli e dei loro collaboratori, ad adorare il Padre in spirito e verità. Amen! 5