lunedì 4 aprile 2016 OTO OGI Alexander Lonquich Wagner · Strauss

Orchestra
del Teatro
Olimpico
9ª stagione
di concerti
Teatro Comunale
di Vicenza
lunedì 4
aprile 2016
ore 20.45
OTO
OGI
Orchestra del Teatro Olimpico
Orchestra Giovanile Italiana
Alexander
Lonquich
direttore
musiche di
Wagner · Strauss
Debussy · Ravel
orchestra
Alexander Lonquich
direttore principale
—
violini I
Markus Däunert **
Marta Scrofani
Isabella Scalera
Nicola Bossone
Davide Greco
Elisa Mori
Anton Bianco
Clelia Lavenia
Serena Galassi
Samuele Michele Cascino
Laura Garioni
Ismael Huertas Gomez
violini II
Agnese Maria Balestracci *
Tommaso Santini
Giacomo Mura
Giovanni Pedrazzoli
Eleonora Zamboni
Arianna Giannecchini
Kalman Tabanyi
Novella Bianchi
Alessia Giusto
Roberto Carnevale
viole
Jörg Winkler *
Elisa Barsella
Stefania Bottin
Marco Scandurra
Lisa Bulfon
Lorenza Merlini
Ester Maccarini
Aurelia Capaccio
Stefano Sancassan
Giulia Guerrini
Nicola Sangaletti
violoncelli
corni
Stefano Guarino *
Bruno Crinò
Alberto Tecchiati
Tommaso Verlinghieri
Umberto Aleandri
Corinne Pascucci
Chiara Borgogno
Carla Scandura
Claudia Rigoni *
Giacomo Bianchi *
Gabriele Galluzzo *
Tommaso Bemporad
Mattia Venturi
trombe
Dario Folisi *
Marco Vita *
Marco Marri
contrabbassi
Ubaldo Fioravanti *
Mattia Riva
Luca Ballotta
Tommaso Bagnati
Daniele Gasparotto
Riccardo Baiocco
tromboni
Andrea Testa *
Gabriel Hoeller
Demetrio Bonvecchio *
Cosimo Jacoviello
Matteo Musarra
flauti
Giulia Baracani *
Matteo De Francesco
Viola Brambilla *
Chiara Maria Scucces *
tuba
oboi
Gianmattia Gandino *
Luca Viotto *
Dino Fichera
Mauro Marino
Pietro Mazzetti
Davide Testa
Arcangelo Fiorello
timpani e
percussioni
Francesca Rodomonti *
Vittorio Bongiorno *
Andrea Centamore *
Matteo Murdocco
clarinetti
Fabio Maini *
Anna Bertè
Matteo Mastromarino *
arpe
Eleonora Volpato *
Silvia Podrecca *
fagotti
Giulia Ginestrini *
Edoardo Casali *
Edoardo Capparucci
** primo violino di spalla
* prima parte
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Orchestra del
Teatro Olimpico
Orchestra Giovanile
Italiana
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programma
Richard Wagner
1813·1883
Preludio e Morte di Isotta
Richard Strauss
1864·1949
Don Juan, poema sinfonico
per grande orchestra op. 20
intervallo
Claude Debussy
1862·1918
Prélude a l’après-midi d’un faune,
poema sinfonico
Maurice Ravel
1875·1937
La Valse, poema coreografico
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note al
programma
Che cosa avesse in mente Richard Wagner nel concepire un
dramma musicale come Tristano e Isotta lo si capisce chiaramente leggendo lo stralcio di una lettera che il compositore
inviò a Liszt nel 1854: «poiché in vita mia non ho mai gustato
la vera felicità dell’amore, voglio erigere al più bello dei miei
sogni un monumento nel quale dal principio alla fine sfogherò appieno questo amore. Ho sbozzato nella mia testa un
Tristano e Isotta; un concetto musicale della massima semplicità, ma puro sangue; col bruno vessillo che sventola alla fine
del dramma, voglio avvolgermi per morire!».
Nel 1859 l’opera in tre atti, sommo manifesto
al binomio amore-morte, era conclusa e Wagner era alla
ricerca di un teatro europeo disposto ad accollarsi l’ardua
impresa di realizzarla (cosa che avvenne solo nel 1865 al
Nationaltheater di Monaco).
Per questo l’autore cercò di promuovere il
suo capolavoro preparando una versione da concerto del
Preludio (Vorspiel) alla quale aggiunse, nel 1863, l’epilogo
dell’opera (il Liebestod, la morte d’amore) con la parte
vocale trascritta in orchestra.
Da allora il dittico “Preludio e Morte di Isotta”
(Vorspiel und Isoldes Liebestod), distillato orchestrale dalla
forte tensione emotiva che mette insieme l’alfa e l’omega del
“Tristano e Isotta”, è entrato a far parte del repertorio di
tutte le grandi orchestre sinfoniche.
Nato a Monaco di Baviera nel 1864, Richard Strauss era
figlio di un eccellente cornista dell’Orchestra bavarese. Sarà
anche per questo che ebbe la fortuna di studiare composizione e direzione d’orchestra con due colossi come Hans
von Bülov e Brahms, circostanza che, unita ad un indubbio
talento naturale, gli consentì di esordire a soli 24 anni nel
repertorio per grande orchestra con il poema sinfonico “Don
Juan”. Prima di allora Strauss, musicista assai precoce, si era
già fatto conoscere con una serie di lavori molto interessanti,
fra i quali anche la fantasia sinfonica “Aus Italien”, ma è con
“Don Juan” (prima vera tappa di un ciclo di Poemi sonori) che
esplode con tutta evidenza il suo talento.
Il tema scelto – non poteva essere altrimenti,
per un esuberante musicista poco più che ventenne – è quello
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dell’eros, dell’amore tumultuoso e passionale incarnato
dal mito eterno di Don Giovanni (Strauss si ispirò al
poema “Don Juan”, ultimo lavoro incompiuto del poeta
austriaco Nikolaus Lenau). Il Don Giovanni di Strauss è
uno spirito sgusciante, inafferrabile, pervaso da una vitalità
incontenibile, alla perenne ricerca della perfetta femminilità,
che naturalmente non troverà mai. Strauss lo fa morire
con un fulmineo colpo di scena finale: dopo un fortissimo
orchestrale, una lunga pausa e un accordo in minore, che
pare provenire dall’aldilà, danno il segnale che il nostro eroe
si è spento serenamente.
Strauss diresse personalmente la prima trionfale
esecuzione nel novembre del 1889 a Weimar. Per l’esordio sottopose l’orchestra a delle sfiancanti sessioni di prove, tanto che
dopo una di queste un corno, madido di sudore e senza fiato, si
alzò in piedi e disse: «Dio santo, cosa abbiamo fatto di male perché ci fosse mandato questo flagello?». Tutti risero a crepapelle.
Composto fra il 1892 ed il 1894, il famosissimo Prélude a
l’après-midi d’un faune, ispirato ad una poesia di Mallarmé,
doveva essere il primo tassello di un trittico che però Claude
Debussy non portò mai a conclusione.
Il tema è ancora l’amore, questa volta voluttuoso
e sognante. Il fauno, risvegliandosi dal suo sonno, ricorda
di aver rapito due ninfe, il pomeriggio precedente alle pendici dell’Etna. Una delle due era bionda e casta, l’altra bruna
e sensuale. Il fauno non sa distinguere se esse siano esistite
realmente o se siano frutto dei sogni, cullati dai fruscii del
vento e dal suono del flauto. Nel dubbio, allora, ricorre alla
fantasia e cerca di ricreare il piacevole ricordo. Poi, soccombe
al calore soffocante e al “silenzio fiero” del mezzogiorno.
E si riaddormenta.
Eseguita per la prima volta a Parigi nel
dicembre del 1894, quella musica “nuova” colpì così
profondamente il pubblico in sala che tutti pretesero a gran
voce l’immediata ripetizione del brano.
L’arabesco cromatico creato da Debussy e la ricca
tessitura timbrica lasciano estasiati soprattutto per l’indeterminatezza verso la quale l’autore ci porta quasi per mano
(Debussy stesso dichiarò: «L’opera è ben costruita, ma cercherete invano le colonne, infatti le ho tolte»). L’apparente mancanza di un tema e di un appropriato sviluppo tematico furono
criticate da alcuni “professoroni” di Conservatorio parigini,
ma le soddisfazioni più belle arrivarono a Debussy dal pubblico
e soprattutto dallo stesso Mallarmé, che dopo aver ascoltato
il brano gli scrisse: “la tua musica prolunga l’emozione del mio
poema e ne fissa lo scenario più appassionatamente del colore”.
Maurice Ravel compose il poema coreografico “La Valse”
fra il 1919 ed il 1920 nella quiete di un piccolo villaggio
dell’Ardéche, dove si era ritirato a casa di amici.
È singolare pensare che questa musica
sfolgorante, vorticosa, decisamente sanguigna nacque invece
durante una gelida stagione invernale e soprattutto dalla
penna di un compositore terribilmente triste per la recente
scomparsa della madre e prostrato fisicamente dai postumi
della Guerra. Ma a pensarci bene con questo capolavoro
Ravel ci dà un esempio delle proprietà taumaturgiche della
musica – sia per chi la scrive, sia per chi l’ascolta – capace
com’è di stemperare il buio interiore delle sofferenze.
Lo stimolo venne dal più famoso impresario teatrale di quei tempi: Sergej Djagilev dei “Ballets russes”, personaggio pieno di idee innovative e pioniere nell’adattare i nuovi stili
musicali del Primo Novecento al balletto moderno.
Djagilev commissionò musica da balletto ai migliori compositori sulla piazza; personaggi – tanto per fare qualche nome
– come Debussy, Satie, Richard Strauss, Prokof ’ev, Poulenc,
De Falla, il nostro Respighi e, appunto, Ravel, anche se quando
ricevette la partitura di “La Valse” Djagilev la rifiutò. Così la
prima esecuzione ebbe luogo in forma di concerto e solo qualche anno più tardi andò in scena anche il balletto.
Anche in questo caso le parole dell’autore ci
sembrano le più adatte a descrivere la magica atmosfera nella
quale viene proiettato l’ascoltatore: «nembi turbinosi lasciano
intravedere a sprazzi delle coppie di danzatori. A poco a poco
essi si dissipano e si distingue una sala immensa popolata di
una folla vorticosa. La scena diventa sempre più luminosa
e al fortissimo il bagliore dei candelieri giunge al massimo
splendore. E’ un ballo imperiale che si svolge verso il 1855».
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Orchestra
del Teatro
Olimpico
OTO
Orchestra
Giovanile
Italiana
Fondata nel 1990, l’Orchestra del Teatro Olimpico (OTO) ha
realizzato centinaia di concerti, sia in Italia che all’estero, collaborando con artisti di prestigio internazionale come Maria
Tipo, Antonio Ballista, Giuliano Carmignola, José Carreras,
Cecilia Gasdia, Joaquín Achúcarro, Richard Galliano, Peter
Maag e Umberto Benedetti Michelangeli.
Da giugno del 2014 l’orchestra ha iniziato un
percorso di radicale rinnovamento, ideato da Piergiorgio
Meneghini, che intende fare della OTO una sorta di bottega
musicale all’interno della quale i 40 musicisti – selezionati fra
centinaia di “under 30” diplomati nei Conservatori di tutta Italia – hanno la possibilità di perfezionarsi sotto la guida di qualificati docenti-formatori.
Lo scopo del progetto, unico nel Veneto e tra i
pochi in Italia, è duplice: offrire ai giovani musicisti della OTO
un percorso di perfezionamento altamente formativo – auspicabilmente foriero di futuri incarichi professionali stabili in
grandi enti orchestrali – e nel contempo realizzare stagioni
concertistiche di qualità, arricchite dalla presenza di rinomati
solisti-ospiti e di autorevoli “bacchette”.
Con la supervisione di Alexander Lonquich –
direttore principale della OTO – ogni concerto viene preparato meticolosamente durante intense giornate di lavoro che si
svolgono nella tranquillità di Villa San Fermo di Lonigo dove,
in una sorta di “ritiro artistico”, direttore, orchestrali, solisti e
tutor lavorano fianco a fianco, ma condividono anche occasioni
di conoscenza personale e di convivialità che sono elementi
importantissimi per creare l’identità di un’orchestra. Alcuni
tutor che seguono la OTO nel lavoro di preparazione, si esibiscono anche in concerto – come prime parti – a fianco dei loro
più giovani colleghi.
In questa stagione 2015/16 la OTO è stata di nuovo
protagonista del cartellone sinfonico del Teatro Comunale
di Vicenza con 7 concerti, è stata ospite di alcune importanti
associazioni musicali venete e con l’ensemble corale Schola San
Rocco ha realizzato un progetto dedicato al Settecento veneto
con concerti a Vicenza, Bassano del Grappa e Belluno.
OGI
L’Orchestra Giovanile Italiana (OGI), ideata da Piero Farulli
all’interno della Scuola di Musica di Fiesole, in 30 anni di attività formativa ha contributo in maniera determinante alla
vita musicale italiana con oltre mille musicisti occupati stabilmente in orchestre sinfoniche nazionali e straniere. Tenuta a
battesimo da Riccardo Muti, la OGI è stata invitata in alcuni
fra i più prestigiosi luoghi della musica (Montpellier, Edimburgo, Berlino, Lubiana, Madrid, Francoforte, Praga, Budapest,
Turku, Buenos Aires...), riscuotendo unanimi consensi di critica e di pubblico. Nell’aprile del 2010 ha eseguito il concerto in
onore del V anniversario del pontificato di Papa Benedetto XVI,
offerto dal Presidente della Repubblica Napolitano. Nel marzo
2014 è stata protagonista a Salisburgo della messa in scena de
“La clemenza di Tito” con la partecipazione del cast vocale
del Mozarteum; l’allestimento è stato poi ripreso al Teatro
Romano di Fiesole all’interno dell’Estate Fiesolana.
L’hanno diretta, fra gli altri, Claudio Abbado,
Salvatore Accardo, Piero Bellugi, Luciano Berio, Roberto
Abbado, Daniele Gatti, Carlo Maria Giulini, Eliahu Inbal,
Zubin Mehta, Gianandrea Noseda, Krzysztof Penderecki,
Giuseppe Sinopoli e Jeffrey Tate. Ha inciso per Nuova
Era, Aulos, Fonit Cetra, Stradivarius e registrato per RAI,
Radio France e l’Unione Europea delle Radio. Dal 2000 al
2012 Nicola Paszkowski ha ricoperto l’incarico di Maestro
per l’orchestra, attualmente affidato a Giampaolo Pretto.
All’OGI hanno dedicato loro opere compositori come
Sylvano Bussotti, Giorgio Battistelli e Silvia Colasanti.
Nel 2004 l’Orchestra è stata insignita del
“Premio Abbiati” dell’Associazione Nazionale Critici
Musicali. Nel settembre 2008 le è stato conferito il
prestigioso Praemium Imperiale Grant for Young Artists
dalla Japan Art Association.
L’attività della OGI è sostenuta da Regione
Toscana, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e MIBAC; la
Compagnia di San Paolo mette a disposizione le borse di
studio a concorso per le Prime parti. Dal 2008 Direttore
Artistico dell’OGI è Andrea Lucchesini.
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Alexander
Lonquich
Il concerto è stato realizzato grazie alla preziosa
collaborazione dei maestri:
Markus
Däunert
direttore
principale
Nato a Trier, si impose sulla scena musicale internazionale
nel 1977 quando, appena diciassettenne, vinse il Concorso
“Casagrande” di Terni. Da lì ebbe inizio la sua carriera di
concertista che tuttora lo vede esibirsi nei principali centri
musicali sia in Europa, che in Giappone e negli Stati Uniti.
Fra i tanti direttori d’orchestra con i quali ha
collaborato in 35 anni di carriera, spicca il nome del grande
Sándor Végh e della sua Camerata Salzburg, complesso
con il quale Lonquich continua ad esibirsi regolarmente
nella duplice veste di direttore e solista. Un ruolo,
quest’ultimo, che lo vede sempre più impegnato: negli ultimi
anni, infatti, si è esibito con l’Orchestra della Radio di
Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche
Kammerphilarmonie, la Mahler Chamber Orchestra, la
Filarmonica della Scala e soprattutto con l’Orchestra
da Camera di Mantova, con la quale ha svolto in passato
anche un percorso di approfondimento critico dei concerti
di Mozart. Dal 2011/12 collabora come direttore-solista con
l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
In campo discografico, dopo aver effettuato incisioni per EMI (Mozart, Schumann e Schubert), Lonquich ha
iniziato una collaborazione con l’etichetta ECM per la quale ha
recentemente registrato la Kreisleriana e la Partita di Holliger.
Per la sua attività concertistica e discografica
ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica
internazionale quali il “Diapason d’Or”, il “Premio Abbiati”
ed il “Premio Edison”.
Alexander Lonquich dedica da sempre molte
energie alla didattica con master-class ed insegnamenti
stabili presso rinomate istituzioni internazionali. Un altro
capitolo importante del suo percorso artistico riguarda
la musica da camera, ambito nel quale ha avuto modo di
collaborare con artisti come Joshua Bell, Heinz Holliger,
Isabelle Faust e Frank Peter Zimmermann, solo per citare i
più famosi. A Lockenhaus, ai confini fra Austria e Ungheria,
Lonquich è fra i protagonisti di un festival estivo di musica
da camera i cui concerti vengono riproposti, nella stagione
invernale, in altre città europee.
violini
Molto apprezzato come direttore, primo violino ospite, solista
e camerista, Markus Däunert ha studiato con Walter Carl
Zeller, Jost Witter e Norbert Brainin.
Dal 1997 al 2005 è stato co-direttore della
Mahler Chamber Orchestra, formazione con la quale si è esibito anche come solista, sotto la guida di Abbado, Harding,
Fischer, Masur, Pinnock e Philippe Herreweghe.
Come primo violino ospite si è esibito, fra le
altre, con la Scottish Chamber Orchestra, la Gewandhaus
di Lipsia e la BBC Philharmonic. Il violinista berlinese collabora spesso anche con i Berliner Philharmoniker. Nel corso
della sua intensa attività artistica ha contribuito a fondare
numerose orchestre e complessi da camera (Mahler Chamber
Orchestra, Lucerne Festival Orchestra, Archi De Sono, Aldeburgh Strings e Mahler Soloists). Degno di nota il suo impegno con l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar ed il modello
didattico “El Sistema” ideato da José Antonio Abreu.
In ambito cameristico, oltre agli impegni con i
Mahler Soloists e l’Ensemble Messiaen, Däunert ha collaborato
con molti protagonisti del panorama concertistico internazionale partecipando ai più importanti Festival. Suona un violino
realizzato dal liutaio tedesco Christoph Götting di Wiesbaden.
Jörg
Winkler
viole
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Da anni Prima viola del Maggio Musicale Fiorentino, Jörg
Winkler è nato a Berlino e si è formato con Alfred Lipka,
Kim Kashkashian, Jürgen Kussmaul e Harvey Shapiro.
Come membro del Quartetto Schill (con il quale ha vinto il
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Ubaldo
Fioravanti
Concorso “Mozart” di Salisburgo) ha seguito altre master class
e gli insegnamenti dei Quartetti Melos e Arditti.
È stato fra i fondatori della Mahler Chamber
Orchestra, con la quale ha suonato per un decennio, nonché
Prima viola-ospite in svariate formazioni fra le quali la Philharmonia Orchestra, i Münchener Philharmoniker, la BBC National Orchestra of Wales, la Camerata Salzburg e l’Orchestra del
Festival di Lucerna, su invito di Claudio Abbado.
Jörg Winkler è molto apprezzato anche come
docente: oltre a tenere varie master class, ha insegnato alla
Hochschule für Musik di Rostock, alla Branimir Slokar
Orchestra Academy e presso l’Orchestra Giovanile Italiana.
contrabbassi
Si è formato nei Conservatori di Rovigo e Firenze, frequentando poi i corsi di musica da camera con Riccardo Brengola e
Franco Rossi e di contrabbasso con Franco Petracchi.
Nel 1976 è entrato a far parte dei Solisti Veneti
e dal 1983 al 2014 è stato primo contrabbasso dell’Orchestra
di Padova e del Veneto con la quale ha effettuato migliaia di
concerti in quattro continenti.
Attivo anche come solista e camerista, ha collaborato con complessi ed interpreti di fama internazionale incidendo per Claves, Dynamic e Amadeus. In campo didattico, ha
insegnato per oltre 20 anni ai corsi di perfezionamento di Portogruaro, all’Accademia Mahler di Ferrara e ai corsi di formazione “Progetto Orchestra” a Vicenza. Attualmente insegna al
Conservatorio di Rovigo.
Stefano
Guarino
violoncelli
Pianista e violoncellista, si è diplomato con il massimo dei voti
in ambedue le discipline ed ha successivamente intrapreso una
felice carriera concertistica che lo ha visto protagonista – in varie
formazioni – nei principali centri musicali italiani ed europei.
Ha fatto parte della European Union Youth
Orchestra (sotto la direzione di Ashkenazy, Rostropovich e
Haytink) e della Gustav Mahler Jugendorchester.
Nel ruolo di Primo violoncello ha collaborato con
l’Orchestra da Camera di Mantova, i Solisti di Pavia, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino (nella quale ha vinto il Concorso per Primo violoncello), la Mahler Chamber Orchestra
(direttore Daniel Harding), l’Orchestra Sinfonica Toscanini (direttore Lorin Maazel) e la Lucerne Festival Orchestra
diretta da Claudio Abbado.
Dal settembre del 2010 è primo violoncello
solista stabile della Camerata Academica Salzburg. Nello
stesso anno è stato invitato dalla Aldeburgh Music
(Inghilterra – Snape Festival) come tutor dei violoncelli della
Britten Pears Youth Orchestra.
Davide
Sanson
fiati
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Diplomatosi al Conservatorio di Cuneo, si è in seguito perfezionato con Max Sommerhalder e Rex Martin. Ha al suo
attivo numerose collaborazioni con orchestre italiane quali
l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra “Verdi”
di Milano, l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo ed estere, come la Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov ed i Solisti di Mosca
diretti da Yuri Bashmet.
Attratto da una più ampia varietà di forme espressive, ha poi studiato composizione con Bruno Cerchio e
Giorgio Colombo Taccani. Suoi lavori sono già stati eseguiti in
Italia, nelle Americhe ed in Europa (recentemente presso la Sala
Tchaikovsky di Mosca). Svolge anche attività cameristica ed è
apprezzato come direttore di ensemble strumentali e vocali.
È docente di Tromba presso il Conservatoire de la Vallée d’Aoste.
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Saverio
Tasca
prossimo appuntamento
mercoledì 27 aprile 2016 ore 20.45
Teatro Comunale di Vicenza
Alexander
Lonquich
percussioni
Si è diplomato al Conservatorio di Vicenza ed ha successivamente studiato allo Sweelinck Conservatorium di Amsterdam
con David Searcy, David Friedman, Robert van Sice e Thierry
Miroglio. Musicista eclettico e dai variegati interessi, ha collaborato con artisti del calibro di Dave Samuels, Mario Brunello,
Bogdan Bacanu, Kuniko Kato, Filippo Lattanzi, Marco Paolini
ed ha suonato con svariate formazioni orchestrali.
Molto attivo anche come compositore, i suoi
brani sono stati più volte premiati e segnalati dalla critica
internazionale. Tasca insegna al Conservatorio di Vicenza
ed ha tenuto corsi e masterclasses alla Hochschule di
Mannheim nonché in vari Conservatori italiani.
direttore
Andrea
Lucchesini
solista al pianoforte
musiche di
Felix Mendelssohn
Sinfonia n. 4 in la maggiore
“Italiana” (versione 1834)
Johannes Brahms
Concerto per pianoforte e
orchestra n. 1 in re minore
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l’Orchestra del Teatro Olimpico ringrazia
enti istituzionali
media partner
sponsor
partner
OTO ringrazia il Gruppo Forall per aver fornito gli abiti che saranno
indossati dagli orchestrali in questa stagione.
Ringrazia inoltre alcuni affezionati e generosi abbonati che hanno
effettuato una donazione a favore dell’attività concertistica.
la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza è sostenuta da
soci fondatori
socio sostenitore
partner
OTO - Orchestra del Teatro Olimpico
0444 32 65 98 – vicolo cieco Retrone 24
[email protected]
www.orchestraolimpicovicenza.it
presidente
Franco Scanagatta
vicepresidente
Luca Trivellato
direttore principale
Alexander Lonquich
direttore generale
Piergiorgio Meneghini
amministrazione
Antonino Mangano
organizzazione
Eliana Lamore
consiglieri
Jacopo Bulgarini d’Elci
Adriana Maltauro
Enrico Pisa
Francesco Scarpari
Paolo Pigato
Sergio Pitacco
revisori dei conti
Enrico Iannaci
Daiana Mordegan
Giulia Salin
Società del Quartetto
di Vicenza
ufficio stampa
Paolo Meneghini
Progetto grafico: Michele Galluzzo, Elena Meneghini, Ilaria Roglieri
sponsor