Orchestra del Teatro Olimpico 9ª stagione di concerti Teatro Comunale di Vicenza lunedì 4 aprile 2016 ore 20.45 OTO OGI Orchestra del Teatro Olimpico Orchestra Giovanile Italiana Alexander Lonquich direttore musiche di Wagner · Strauss Debussy · Ravel orchestra Alexander Lonquich direttore principale — violini I Markus Däunert ** Marta Scrofani Isabella Scalera Nicola Bossone Davide Greco Elisa Mori Anton Bianco Clelia Lavenia Serena Galassi Samuele Michele Cascino Laura Garioni Ismael Huertas Gomez violini II Agnese Maria Balestracci * Tommaso Santini Giacomo Mura Giovanni Pedrazzoli Eleonora Zamboni Arianna Giannecchini Kalman Tabanyi Novella Bianchi Alessia Giusto Roberto Carnevale viole Jörg Winkler * Elisa Barsella Stefania Bottin Marco Scandurra Lisa Bulfon Lorenza Merlini Ester Maccarini Aurelia Capaccio Stefano Sancassan Giulia Guerrini Nicola Sangaletti violoncelli corni Stefano Guarino * Bruno Crinò Alberto Tecchiati Tommaso Verlinghieri Umberto Aleandri Corinne Pascucci Chiara Borgogno Carla Scandura Claudia Rigoni * Giacomo Bianchi * Gabriele Galluzzo * Tommaso Bemporad Mattia Venturi trombe Dario Folisi * Marco Vita * Marco Marri contrabbassi Ubaldo Fioravanti * Mattia Riva Luca Ballotta Tommaso Bagnati Daniele Gasparotto Riccardo Baiocco tromboni Andrea Testa * Gabriel Hoeller Demetrio Bonvecchio * Cosimo Jacoviello Matteo Musarra flauti Giulia Baracani * Matteo De Francesco Viola Brambilla * Chiara Maria Scucces * tuba oboi Gianmattia Gandino * Luca Viotto * Dino Fichera Mauro Marino Pietro Mazzetti Davide Testa Arcangelo Fiorello timpani e percussioni Francesca Rodomonti * Vittorio Bongiorno * Andrea Centamore * Matteo Murdocco clarinetti Fabio Maini * Anna Bertè Matteo Mastromarino * arpe Eleonora Volpato * Silvia Podrecca * fagotti Giulia Ginestrini * Edoardo Casali * Edoardo Capparucci ** primo violino di spalla * prima parte 2 Orchestra del Teatro Olimpico Orchestra Giovanile Italiana 3 programma Richard Wagner 1813·1883 Preludio e Morte di Isotta Richard Strauss 1864·1949 Don Juan, poema sinfonico per grande orchestra op. 20 intervallo Claude Debussy 1862·1918 Prélude a l’après-midi d’un faune, poema sinfonico Maurice Ravel 1875·1937 La Valse, poema coreografico 4 note al programma Che cosa avesse in mente Richard Wagner nel concepire un dramma musicale come Tristano e Isotta lo si capisce chiaramente leggendo lo stralcio di una lettera che il compositore inviò a Liszt nel 1854: «poiché in vita mia non ho mai gustato la vera felicità dell’amore, voglio erigere al più bello dei miei sogni un monumento nel quale dal principio alla fine sfogherò appieno questo amore. Ho sbozzato nella mia testa un Tristano e Isotta; un concetto musicale della massima semplicità, ma puro sangue; col bruno vessillo che sventola alla fine del dramma, voglio avvolgermi per morire!». Nel 1859 l’opera in tre atti, sommo manifesto al binomio amore-morte, era conclusa e Wagner era alla ricerca di un teatro europeo disposto ad accollarsi l’ardua impresa di realizzarla (cosa che avvenne solo nel 1865 al Nationaltheater di Monaco). Per questo l’autore cercò di promuovere il suo capolavoro preparando una versione da concerto del Preludio (Vorspiel) alla quale aggiunse, nel 1863, l’epilogo dell’opera (il Liebestod, la morte d’amore) con la parte vocale trascritta in orchestra. Da allora il dittico “Preludio e Morte di Isotta” (Vorspiel und Isoldes Liebestod), distillato orchestrale dalla forte tensione emotiva che mette insieme l’alfa e l’omega del “Tristano e Isotta”, è entrato a far parte del repertorio di tutte le grandi orchestre sinfoniche. Nato a Monaco di Baviera nel 1864, Richard Strauss era figlio di un eccellente cornista dell’Orchestra bavarese. Sarà anche per questo che ebbe la fortuna di studiare composizione e direzione d’orchestra con due colossi come Hans von Bülov e Brahms, circostanza che, unita ad un indubbio talento naturale, gli consentì di esordire a soli 24 anni nel repertorio per grande orchestra con il poema sinfonico “Don Juan”. Prima di allora Strauss, musicista assai precoce, si era già fatto conoscere con una serie di lavori molto interessanti, fra i quali anche la fantasia sinfonica “Aus Italien”, ma è con “Don Juan” (prima vera tappa di un ciclo di Poemi sonori) che esplode con tutta evidenza il suo talento. Il tema scelto – non poteva essere altrimenti, per un esuberante musicista poco più che ventenne – è quello 5 dell’eros, dell’amore tumultuoso e passionale incarnato dal mito eterno di Don Giovanni (Strauss si ispirò al poema “Don Juan”, ultimo lavoro incompiuto del poeta austriaco Nikolaus Lenau). Il Don Giovanni di Strauss è uno spirito sgusciante, inafferrabile, pervaso da una vitalità incontenibile, alla perenne ricerca della perfetta femminilità, che naturalmente non troverà mai. Strauss lo fa morire con un fulmineo colpo di scena finale: dopo un fortissimo orchestrale, una lunga pausa e un accordo in minore, che pare provenire dall’aldilà, danno il segnale che il nostro eroe si è spento serenamente. Strauss diresse personalmente la prima trionfale esecuzione nel novembre del 1889 a Weimar. Per l’esordio sottopose l’orchestra a delle sfiancanti sessioni di prove, tanto che dopo una di queste un corno, madido di sudore e senza fiato, si alzò in piedi e disse: «Dio santo, cosa abbiamo fatto di male perché ci fosse mandato questo flagello?». Tutti risero a crepapelle. Composto fra il 1892 ed il 1894, il famosissimo Prélude a l’après-midi d’un faune, ispirato ad una poesia di Mallarmé, doveva essere il primo tassello di un trittico che però Claude Debussy non portò mai a conclusione. Il tema è ancora l’amore, questa volta voluttuoso e sognante. Il fauno, risvegliandosi dal suo sonno, ricorda di aver rapito due ninfe, il pomeriggio precedente alle pendici dell’Etna. Una delle due era bionda e casta, l’altra bruna e sensuale. Il fauno non sa distinguere se esse siano esistite realmente o se siano frutto dei sogni, cullati dai fruscii del vento e dal suono del flauto. Nel dubbio, allora, ricorre alla fantasia e cerca di ricreare il piacevole ricordo. Poi, soccombe al calore soffocante e al “silenzio fiero” del mezzogiorno. E si riaddormenta. Eseguita per la prima volta a Parigi nel dicembre del 1894, quella musica “nuova” colpì così profondamente il pubblico in sala che tutti pretesero a gran voce l’immediata ripetizione del brano. L’arabesco cromatico creato da Debussy e la ricca tessitura timbrica lasciano estasiati soprattutto per l’indeterminatezza verso la quale l’autore ci porta quasi per mano (Debussy stesso dichiarò: «L’opera è ben costruita, ma cercherete invano le colonne, infatti le ho tolte»). L’apparente mancanza di un tema e di un appropriato sviluppo tematico furono criticate da alcuni “professoroni” di Conservatorio parigini, ma le soddisfazioni più belle arrivarono a Debussy dal pubblico e soprattutto dallo stesso Mallarmé, che dopo aver ascoltato il brano gli scrisse: “la tua musica prolunga l’emozione del mio poema e ne fissa lo scenario più appassionatamente del colore”. Maurice Ravel compose il poema coreografico “La Valse” fra il 1919 ed il 1920 nella quiete di un piccolo villaggio dell’Ardéche, dove si era ritirato a casa di amici. È singolare pensare che questa musica sfolgorante, vorticosa, decisamente sanguigna nacque invece durante una gelida stagione invernale e soprattutto dalla penna di un compositore terribilmente triste per la recente scomparsa della madre e prostrato fisicamente dai postumi della Guerra. Ma a pensarci bene con questo capolavoro Ravel ci dà un esempio delle proprietà taumaturgiche della musica – sia per chi la scrive, sia per chi l’ascolta – capace com’è di stemperare il buio interiore delle sofferenze. Lo stimolo venne dal più famoso impresario teatrale di quei tempi: Sergej Djagilev dei “Ballets russes”, personaggio pieno di idee innovative e pioniere nell’adattare i nuovi stili musicali del Primo Novecento al balletto moderno. Djagilev commissionò musica da balletto ai migliori compositori sulla piazza; personaggi – tanto per fare qualche nome – come Debussy, Satie, Richard Strauss, Prokof ’ev, Poulenc, De Falla, il nostro Respighi e, appunto, Ravel, anche se quando ricevette la partitura di “La Valse” Djagilev la rifiutò. Così la prima esecuzione ebbe luogo in forma di concerto e solo qualche anno più tardi andò in scena anche il balletto. Anche in questo caso le parole dell’autore ci sembrano le più adatte a descrivere la magica atmosfera nella quale viene proiettato l’ascoltatore: «nembi turbinosi lasciano intravedere a sprazzi delle coppie di danzatori. A poco a poco essi si dissipano e si distingue una sala immensa popolata di una folla vorticosa. La scena diventa sempre più luminosa e al fortissimo il bagliore dei candelieri giunge al massimo splendore. E’ un ballo imperiale che si svolge verso il 1855». 6 7 Orchestra del Teatro Olimpico OTO Orchestra Giovanile Italiana Fondata nel 1990, l’Orchestra del Teatro Olimpico (OTO) ha realizzato centinaia di concerti, sia in Italia che all’estero, collaborando con artisti di prestigio internazionale come Maria Tipo, Antonio Ballista, Giuliano Carmignola, José Carreras, Cecilia Gasdia, Joaquín Achúcarro, Richard Galliano, Peter Maag e Umberto Benedetti Michelangeli. Da giugno del 2014 l’orchestra ha iniziato un percorso di radicale rinnovamento, ideato da Piergiorgio Meneghini, che intende fare della OTO una sorta di bottega musicale all’interno della quale i 40 musicisti – selezionati fra centinaia di “under 30” diplomati nei Conservatori di tutta Italia – hanno la possibilità di perfezionarsi sotto la guida di qualificati docenti-formatori. Lo scopo del progetto, unico nel Veneto e tra i pochi in Italia, è duplice: offrire ai giovani musicisti della OTO un percorso di perfezionamento altamente formativo – auspicabilmente foriero di futuri incarichi professionali stabili in grandi enti orchestrali – e nel contempo realizzare stagioni concertistiche di qualità, arricchite dalla presenza di rinomati solisti-ospiti e di autorevoli “bacchette”. Con la supervisione di Alexander Lonquich – direttore principale della OTO – ogni concerto viene preparato meticolosamente durante intense giornate di lavoro che si svolgono nella tranquillità di Villa San Fermo di Lonigo dove, in una sorta di “ritiro artistico”, direttore, orchestrali, solisti e tutor lavorano fianco a fianco, ma condividono anche occasioni di conoscenza personale e di convivialità che sono elementi importantissimi per creare l’identità di un’orchestra. Alcuni tutor che seguono la OTO nel lavoro di preparazione, si esibiscono anche in concerto – come prime parti – a fianco dei loro più giovani colleghi. In questa stagione 2015/16 la OTO è stata di nuovo protagonista del cartellone sinfonico del Teatro Comunale di Vicenza con 7 concerti, è stata ospite di alcune importanti associazioni musicali venete e con l’ensemble corale Schola San Rocco ha realizzato un progetto dedicato al Settecento veneto con concerti a Vicenza, Bassano del Grappa e Belluno. OGI L’Orchestra Giovanile Italiana (OGI), ideata da Piero Farulli all’interno della Scuola di Musica di Fiesole, in 30 anni di attività formativa ha contributo in maniera determinante alla vita musicale italiana con oltre mille musicisti occupati stabilmente in orchestre sinfoniche nazionali e straniere. Tenuta a battesimo da Riccardo Muti, la OGI è stata invitata in alcuni fra i più prestigiosi luoghi della musica (Montpellier, Edimburgo, Berlino, Lubiana, Madrid, Francoforte, Praga, Budapest, Turku, Buenos Aires...), riscuotendo unanimi consensi di critica e di pubblico. Nell’aprile del 2010 ha eseguito il concerto in onore del V anniversario del pontificato di Papa Benedetto XVI, offerto dal Presidente della Repubblica Napolitano. Nel marzo 2014 è stata protagonista a Salisburgo della messa in scena de “La clemenza di Tito” con la partecipazione del cast vocale del Mozarteum; l’allestimento è stato poi ripreso al Teatro Romano di Fiesole all’interno dell’Estate Fiesolana. L’hanno diretta, fra gli altri, Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Piero Bellugi, Luciano Berio, Roberto Abbado, Daniele Gatti, Carlo Maria Giulini, Eliahu Inbal, Zubin Mehta, Gianandrea Noseda, Krzysztof Penderecki, Giuseppe Sinopoli e Jeffrey Tate. Ha inciso per Nuova Era, Aulos, Fonit Cetra, Stradivarius e registrato per RAI, Radio France e l’Unione Europea delle Radio. Dal 2000 al 2012 Nicola Paszkowski ha ricoperto l’incarico di Maestro per l’orchestra, attualmente affidato a Giampaolo Pretto. All’OGI hanno dedicato loro opere compositori come Sylvano Bussotti, Giorgio Battistelli e Silvia Colasanti. Nel 2004 l’Orchestra è stata insignita del “Premio Abbiati” dell’Associazione Nazionale Critici Musicali. Nel settembre 2008 le è stato conferito il prestigioso Praemium Imperiale Grant for Young Artists dalla Japan Art Association. L’attività della OGI è sostenuta da Regione Toscana, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e MIBAC; la Compagnia di San Paolo mette a disposizione le borse di studio a concorso per le Prime parti. Dal 2008 Direttore Artistico dell’OGI è Andrea Lucchesini. 8 9 Alexander Lonquich Il concerto è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione dei maestri: Markus Däunert direttore principale Nato a Trier, si impose sulla scena musicale internazionale nel 1977 quando, appena diciassettenne, vinse il Concorso “Casagrande” di Terni. Da lì ebbe inizio la sua carriera di concertista che tuttora lo vede esibirsi nei principali centri musicali sia in Europa, che in Giappone e negli Stati Uniti. Fra i tanti direttori d’orchestra con i quali ha collaborato in 35 anni di carriera, spicca il nome del grande Sándor Végh e della sua Camerata Salzburg, complesso con il quale Lonquich continua ad esibirsi regolarmente nella duplice veste di direttore e solista. Un ruolo, quest’ultimo, che lo vede sempre più impegnato: negli ultimi anni, infatti, si è esibito con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Mahler Chamber Orchestra, la Filarmonica della Scala e soprattutto con l’Orchestra da Camera di Mantova, con la quale ha svolto in passato anche un percorso di approfondimento critico dei concerti di Mozart. Dal 2011/12 collabora come direttore-solista con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In campo discografico, dopo aver effettuato incisioni per EMI (Mozart, Schumann e Schubert), Lonquich ha iniziato una collaborazione con l’etichetta ECM per la quale ha recentemente registrato la Kreisleriana e la Partita di Holliger. Per la sua attività concertistica e discografica ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il “Diapason d’Or”, il “Premio Abbiati” ed il “Premio Edison”. Alexander Lonquich dedica da sempre molte energie alla didattica con master-class ed insegnamenti stabili presso rinomate istituzioni internazionali. Un altro capitolo importante del suo percorso artistico riguarda la musica da camera, ambito nel quale ha avuto modo di collaborare con artisti come Joshua Bell, Heinz Holliger, Isabelle Faust e Frank Peter Zimmermann, solo per citare i più famosi. A Lockenhaus, ai confini fra Austria e Ungheria, Lonquich è fra i protagonisti di un festival estivo di musica da camera i cui concerti vengono riproposti, nella stagione invernale, in altre città europee. violini Molto apprezzato come direttore, primo violino ospite, solista e camerista, Markus Däunert ha studiato con Walter Carl Zeller, Jost Witter e Norbert Brainin. Dal 1997 al 2005 è stato co-direttore della Mahler Chamber Orchestra, formazione con la quale si è esibito anche come solista, sotto la guida di Abbado, Harding, Fischer, Masur, Pinnock e Philippe Herreweghe. Come primo violino ospite si è esibito, fra le altre, con la Scottish Chamber Orchestra, la Gewandhaus di Lipsia e la BBC Philharmonic. Il violinista berlinese collabora spesso anche con i Berliner Philharmoniker. Nel corso della sua intensa attività artistica ha contribuito a fondare numerose orchestre e complessi da camera (Mahler Chamber Orchestra, Lucerne Festival Orchestra, Archi De Sono, Aldeburgh Strings e Mahler Soloists). Degno di nota il suo impegno con l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar ed il modello didattico “El Sistema” ideato da José Antonio Abreu. In ambito cameristico, oltre agli impegni con i Mahler Soloists e l’Ensemble Messiaen, Däunert ha collaborato con molti protagonisti del panorama concertistico internazionale partecipando ai più importanti Festival. Suona un violino realizzato dal liutaio tedesco Christoph Götting di Wiesbaden. Jörg Winkler viole 10 Da anni Prima viola del Maggio Musicale Fiorentino, Jörg Winkler è nato a Berlino e si è formato con Alfred Lipka, Kim Kashkashian, Jürgen Kussmaul e Harvey Shapiro. Come membro del Quartetto Schill (con il quale ha vinto il 11 Ubaldo Fioravanti Concorso “Mozart” di Salisburgo) ha seguito altre master class e gli insegnamenti dei Quartetti Melos e Arditti. È stato fra i fondatori della Mahler Chamber Orchestra, con la quale ha suonato per un decennio, nonché Prima viola-ospite in svariate formazioni fra le quali la Philharmonia Orchestra, i Münchener Philharmoniker, la BBC National Orchestra of Wales, la Camerata Salzburg e l’Orchestra del Festival di Lucerna, su invito di Claudio Abbado. Jörg Winkler è molto apprezzato anche come docente: oltre a tenere varie master class, ha insegnato alla Hochschule für Musik di Rostock, alla Branimir Slokar Orchestra Academy e presso l’Orchestra Giovanile Italiana. contrabbassi Si è formato nei Conservatori di Rovigo e Firenze, frequentando poi i corsi di musica da camera con Riccardo Brengola e Franco Rossi e di contrabbasso con Franco Petracchi. Nel 1976 è entrato a far parte dei Solisti Veneti e dal 1983 al 2014 è stato primo contrabbasso dell’Orchestra di Padova e del Veneto con la quale ha effettuato migliaia di concerti in quattro continenti. Attivo anche come solista e camerista, ha collaborato con complessi ed interpreti di fama internazionale incidendo per Claves, Dynamic e Amadeus. In campo didattico, ha insegnato per oltre 20 anni ai corsi di perfezionamento di Portogruaro, all’Accademia Mahler di Ferrara e ai corsi di formazione “Progetto Orchestra” a Vicenza. Attualmente insegna al Conservatorio di Rovigo. Stefano Guarino violoncelli Pianista e violoncellista, si è diplomato con il massimo dei voti in ambedue le discipline ed ha successivamente intrapreso una felice carriera concertistica che lo ha visto protagonista – in varie formazioni – nei principali centri musicali italiani ed europei. Ha fatto parte della European Union Youth Orchestra (sotto la direzione di Ashkenazy, Rostropovich e Haytink) e della Gustav Mahler Jugendorchester. Nel ruolo di Primo violoncello ha collaborato con l’Orchestra da Camera di Mantova, i Solisti di Pavia, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino (nella quale ha vinto il Concorso per Primo violoncello), la Mahler Chamber Orchestra (direttore Daniel Harding), l’Orchestra Sinfonica Toscanini (direttore Lorin Maazel) e la Lucerne Festival Orchestra diretta da Claudio Abbado. Dal settembre del 2010 è primo violoncello solista stabile della Camerata Academica Salzburg. Nello stesso anno è stato invitato dalla Aldeburgh Music (Inghilterra – Snape Festival) come tutor dei violoncelli della Britten Pears Youth Orchestra. Davide Sanson fiati 12 Diplomatosi al Conservatorio di Cuneo, si è in seguito perfezionato con Max Sommerhalder e Rex Martin. Ha al suo attivo numerose collaborazioni con orchestre italiane quali l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra “Verdi” di Milano, l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo ed estere, come la Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov ed i Solisti di Mosca diretti da Yuri Bashmet. Attratto da una più ampia varietà di forme espressive, ha poi studiato composizione con Bruno Cerchio e Giorgio Colombo Taccani. Suoi lavori sono già stati eseguiti in Italia, nelle Americhe ed in Europa (recentemente presso la Sala Tchaikovsky di Mosca). Svolge anche attività cameristica ed è apprezzato come direttore di ensemble strumentali e vocali. È docente di Tromba presso il Conservatoire de la Vallée d’Aoste. 13 Saverio Tasca prossimo appuntamento mercoledì 27 aprile 2016 ore 20.45 Teatro Comunale di Vicenza Alexander Lonquich percussioni Si è diplomato al Conservatorio di Vicenza ed ha successivamente studiato allo Sweelinck Conservatorium di Amsterdam con David Searcy, David Friedman, Robert van Sice e Thierry Miroglio. Musicista eclettico e dai variegati interessi, ha collaborato con artisti del calibro di Dave Samuels, Mario Brunello, Bogdan Bacanu, Kuniko Kato, Filippo Lattanzi, Marco Paolini ed ha suonato con svariate formazioni orchestrali. Molto attivo anche come compositore, i suoi brani sono stati più volte premiati e segnalati dalla critica internazionale. Tasca insegna al Conservatorio di Vicenza ed ha tenuto corsi e masterclasses alla Hochschule di Mannheim nonché in vari Conservatori italiani. direttore Andrea Lucchesini solista al pianoforte musiche di Felix Mendelssohn Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana” (versione 1834) Johannes Brahms Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in re minore 14 15 l’Orchestra del Teatro Olimpico ringrazia enti istituzionali media partner sponsor partner OTO ringrazia il Gruppo Forall per aver fornito gli abiti che saranno indossati dagli orchestrali in questa stagione. Ringrazia inoltre alcuni affezionati e generosi abbonati che hanno effettuato una donazione a favore dell’attività concertistica. la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza è sostenuta da soci fondatori socio sostenitore partner OTO - Orchestra del Teatro Olimpico 0444 32 65 98 – vicolo cieco Retrone 24 [email protected] www.orchestraolimpicovicenza.it presidente Franco Scanagatta vicepresidente Luca Trivellato direttore principale Alexander Lonquich direttore generale Piergiorgio Meneghini amministrazione Antonino Mangano organizzazione Eliana Lamore consiglieri Jacopo Bulgarini d’Elci Adriana Maltauro Enrico Pisa Francesco Scarpari Paolo Pigato Sergio Pitacco revisori dei conti Enrico Iannaci Daiana Mordegan Giulia Salin Società del Quartetto di Vicenza ufficio stampa Paolo Meneghini Progetto grafico: Michele Galluzzo, Elena Meneghini, Ilaria Roglieri sponsor