ANGIOSPERME Famiglie di interesse agrario più significative 12 - Rosaceae Rosacee E’ una famiglia numerosa, alla quale appartengono 100 generi e oltre 3000 specie, diffuse in tutto il mondo e soprattutto nelle regioni temperate. II loro interesse deriva anche dalle numerose specie da frutto e ornamentali (peri, meli, peschi, ciliegi, susini, albicocchi, mandorli, sorbi, biancospini, agazzini, cotognastri ecc.). Si tratta di alberi, arbusti ed erbe con foglie semplici, trifogliate o composte. I fiori, isolati o riuniti in infiorescenze a racemo, ombrella a corimbo, hanno 5 sepali, 5 peta!i e numerosi stami; L'ovario è supero, semi-infero o infero, con carpelli da uno a molti (in quest’ultimo caso fiori generalmente apocarpici). I frutti sono drupe, pomi e follicoli. Reperti fossili di vari generi di Rosacee risalgono al periodo Cretaceo. La famiglia è costituita da un elevato numero di generi e specie, assai diversificate in fatto di habitus, struttura fiorale e tipi di frutti, tanto da essere suddivisa in varie sottofamiglie, tra queste ultime sono ben rappresentate nei nostri climi tre sottofamiglie: Rosoideee, Maloidee e Prunoidee. Relativamente alle specie legnose, sia arboree che arbustive, nelle Marche sono presenti, allo stato spontaneo, i generi Rubus, Rosa, Pyrus, Malus, Sorbus, Amelanchier, Cotoneaster, Pyracantha, Crataegus, Mespilus. II genere Prunus è presente con specie sia spontanee che spontaneizzate. Rosacee Prospetto per la determinazione dei generi di taxa ad habitus legnoso: 1. Fiori solitari, terminali Gen. Mespilus 1. Fiori in fascetti, racemi o corimbi, per lo più ascellari 2 2. Carpelli uno; ovario supero; frutto con un solo seme (drupa) Sottofam. Prunoidee Gen. Prunus 2. Carpelli numerosi 3 3. Carpelli assai numerosi; ovario infero Sottofam. Rosoidee 3. Carpelli sino a 5; ovario semiinfero; frutto con più semi Sottofam. Maloidee 4 4. Fiori piccoli (meno di 2 cm in diametro ); il frutto è una drupa polisperma 5 4. Fiori grandi (2-4 cm in diametro); il frutto è un pomo 6 5. Rami inermi; endocarpo membranaceo o cartilagineo sottile Gen. Sorbus 5. Rami spinosi; endocarpo osseo Gen. Crataegus 6. Fiori bianchi; antere rosso-violacee; frutto non ombelicato alla base Gen. Pyrus 6. Fiori rosei; antere gialle; frutto ombelicato alla base Gen. Malus Rosacee Le più comuni Rosacee spontanee che interessano il territorio dell’Appennino centrale: ROSOIDEE Rosa canina, R. arvensis, R. sempervirens, Rubus idaeus, R. ulmifolius MALOIDEE Malus sylvestris, M. florentina, Pyrus pyraster, Crataegus monogyna, C. laevigata, Pyracantha coccinea, Mespilus germanica, Amelanchier ovalis, Sorbus domestica, S. aucuparia, S. torminalis, S. aria, Cotoneaster nebrodensis PRUNOIDEE Prunus spinosa, P. avium, P. mahaleb Rosoidee ♦ Ovario semiinfero, carpelli numerosi, frutto ad achenio o drupeola ♦ Specie erbacee ed arbusti spinosi Dryas octopetala Fragaria vesca Sanguisorba minor Rosa canina Rubus ulmifolius Rosoidee Specie erbacee Fragaria, Geum, Agrimonia, Potentilla, Sanguisorba Specie legnose Rosa canina, R. arvensis, R. sempervirens, Rubus idaeus, R. ulmifolius Genere Rosa Le Rose sono arbusti con rami sarmentosi, rampicanti, spinosi, diffusi, con oltre 100 specie (ma secondo alcuni Autori le specie sarebbero circa 500), nelle regioni temperate e subtropicali dell'Emisfero boreale. Le foglie sono alterne, imparipennate, a margine generalmente dentato. I fiori, bisessuali, hanno corolla grande, variamente colorata, e numerosi stami. II ricettacolo, a forma di coppa, a maturazione diventa carnoso dando origine a un falso frutto chiamato "cinorrodio”, che contiene i veri frutti, i quali sono degli acheni circondati da numerose setole rigide. Le Rose nostrane vivono nei boschi, nei cespuglieti e nelle siepi, nei pascoli sassosi e sulle rupi, dal piano basale fino a quello culminale. Regine dei fiori, le Rose sono note fin dall'antichità per la loro bellezza e il loro profumo e da tempi immemorabili sono impiegate largamente in floricoltura. Dai fiori si estrae un'essenza utilizzata in profumeria; i frutti sono ricchi di vitamina C, oltre a essere diuretici, antidiarroici e disinfettanti. Sembra che il nome derivi, secondo alcuni, dal celtico rhood tradotto nel greco rhoan e quindi nel latino rosa; secondo altri deriverebbe dal sanscrito vrodche significa "flessibile", con riferimento alia flessibilità dei rami. Rosa pendulina Rosa micrantha Rosa pouzinii Rosa rubiginosa Genere Rosa Complessità sistematica L’identificazione delle rose, ad eccezione di poche specie, è molto difficile, soprattutto a causa delle particolari modalità riproduttive e delle frequenti ibridazioni. Queste difficoltà sono dovute anche alla scarsa diffusione di opere moderne che permettano di determinare agevolmente queste piante. Principali caratteri identificativi Morfologia e indumento dei peduncoli fiorali, del ricettacolo fruttifero o cinorrodio dei sepali, degli stili, delle foglioline. La presenza o assenza ad esempio di pelosità o ghiandolosità su alcuni di questi organi è un carattere discriminante fondamentale per distinguere le varie specie. Ha invece di solito scarsa importanza il colore dei petali che è generalmente roseo, bianco-roseo o bianco ed è abbastanza variabile anche nella stessa specie. Stili Stami Sepali Stili liberi Stili in colonna Ricettacolo Peduncolo fiorale Stili poco sporgenti Stili liberi villosi Foglia Sepali interi Sepali laciniati Rachide foglia Fogliolina Nervatura Sepali eretti Sepali riflessi Denti semplici Denti composti Le rose spontanee Nelle regioni temperate e subtropicali dell’emisfero boreale sono oltre duecento le specie di rose spontanee che a loro volta presentano numerose varietà. Le specie di rose spontanee presenti oggi in Italia sono circa 25. Tutte le attuali rose coltivate sono il risultato di molteplici incroci e successive selezioni che originano ibridi di incerto posizionamento sistematico. Le Rose nostrane vivono nei boschi, nei cespuglieti e nelle siepi, nei pascoli sassosi e sulle rupi, dal piano basale fino a quello culminale. Vengono prese in considerazione le specie piu comuni e cioè R. canina, R. arvensis e R. sempervirens. Le altre specie segnalate per la regione sono: R. pendulina, R. pimpinellifolia L., R. agrestis Savi, R. micrantha Sm., R. villosa L., R. tomentosa Sm., R. montana Chaix. Gruppo di Rosa canina Le specie appartenenti al gruppo di Rosa canina sono le più diffuse e comuni del genere. All’interno di questo gruppo, oltre alla “vera” Rosa canina, che è sicuramente una delle più comuni, vi sono altre specie strettamente imparentate a questa, che si distinguono per caratteri minuti e spesso poco osservabili a occhio nudo, come la pelosità delle foglie, il tipo di dentatura fogliare, ghiandole su peduncoli fiorali ecc. Tutte queste specie sembrano condividere gli stessi ambienti e le conoscenze attuali non permettono di tracciare differenze sulla rispettiva ecologia. Comunque sia, di questo gruppo complesso, nel nostro territorio accanto a Rosa canina è accertata la presenza di Rosa corymbifera, R. nitidula, R. subcollina, ma ulteriori e più approfondite ricerche potranno certamente provare la presenza di altre entità. Rosa canina L., rosa selvatica, rosa canina. MORFOLOGIA Arbusto caducifoglio di 1-3 m, con ampia ramificazione eretto-scandente, con fusti principali poco ramificati, glabri; spine robuste e arcuate. Foglie: alterne, hanno 5-7 foglioline da ellittiche a ovate, di 9-25 x 13-40 mm, con pelosità e seghettatura variabile e ghiandole assenti o presenti solo sul picciolo, le nervature ed i denti. Fiori: sono isolati o riuniti in corimbi di pochi elementi; peduncoli di 20-25 mm; sepali laciniati, riflessi a maturita e poi caduchi; petali bianco-rosei, larghi 19-25 mm e lunghi 20-25 mm; stami numerosi con antere gialle; stili liberi. Frutto: subgloboso-ellissoide o piriforme, rosso, lungo 2-2,5 cm, detto cinorrodio. ECOLOGIA Fiorisce da maggio a luglio; i frutti maturano in autunno. Specie eliofila, vive nei boschi radi e ai loro margini, negli arbusteti, nelle siepi, nelle radure e nei pascoli sassosi, dal livello del mare fino a 1500 m. Rosa canina Rosa canina Proprietà ed usi: i frutti sono ricchi di vitamina C, acidi organici, tannini, pectine carotenoidi e soprattutto bioflavonoidi, pigmenti naturali dall´importante azione antiossidante. La vitamina C è sinergica con i bioflavonoidi, aiuta la cicatrizzazione di ferite, ustioni, gengive sanguinanti, abbassa l’ incidenza dei coaguli sanguigni, previene le infezioni virali e batteriche. Pianta antinfiammatoria, antiallergica, astringente, blandamente diuretica, cicatrizzante, antisettica, vasoprotettrice. In medicina per uso interno: in caso di raffreddori, influenza, gastrite e diarrea. I frutti si usano per preparare sciroppo, impiegato come integratore alimentare, in particolare nella dieta dei neonati e usato dall’industria farmaceutica come aromatizzante delle medicine. Gli estratti dei frutti si aggiungono alle pastiglie di Vitamina C. I petali sono utili per combattere la diarrea, il mal di gola se spremuti, possono essere usati per preparare un buon collirio. Rosa arvensis Hudson, rosa cavallina CARATTERISTICHE Arbusto caducifoglio di 0,5-3 m, a rami arcuati, piuttosto gracili, striscianti o lianosi, glabri, piu o meno bluastri e pruinosi, con aculei arcuati o anche dritti. Foglie: sono composte da 5-7 (eccezionalmente 9) foglioline, con pagina superiore un po' lucida e glabra, quella inferiore piu chiara e pelosa nelle nervature, a margine seghettato (a volte con doppie seghettature). Fiori: isolati o riuniti in infiorescenze di pochi elementi con lunghi peduncoli ricchi di peli ghiandolari; sepali interi o con 1-2 appendici lineari per lato, riflessi dopo la fruttificazione e caduchi; petali bianchi, inodori, lunghi 15-25 mm; stili concresciuti in colonna glabra o con pochi peli. Frutti: ovoidi, glabri, rossi, lunghi 10-15 mm. ECOLOGIA Fiorisce da maggio a luglio; i frutti maturano in autunno.Vive nelle boscaglie, nei cedui e ai margini dei boschi; predilige suoli fertili, neutri o moderatamente acidi, dal piano fino a 1700 m circa. Rosa sempervirens L., rosa sempreverde, rosa di San Giovanni MORFOLOGIA Arbusto sempreverde di 1-5 m, strisciante o rampicante, con spine curve. Foglie sono a 3-7 foglioline lanceolato-acuminate, le maggiori di 2x3,5 cm, glabre, verde-scuro e lucide di sopra, con seghettatura semplice. Fiori in corimbi terminali, con peduncoli peloso-ghiandolosi; sepali interi, riflessi a maturità, caduchi; petali bianchi, cuoriformi, di 10-20 mm; stami numerosi con antere gialle; stili concresciuti in colonna pubescente. Frutto: subgloboso, rosso, di 8-10 mm. FENOLOGIA Fiorisce a maggio-giugno; matura i frutti a settembre-ottobre. ECOLOGIA Specie eliofila, è specie caratteristica della macchia mediterranea, nelle leccete costiere, oltre che nei boschi termofili supramediterranei e nelle siepi, dal livello del mare fino a 800-900 m di altitudine. È una pianta di discreto valore ornamentale, senza particolari esigenze ambientali, adatta per parchi e giardini ove può crescere in siepi o rivestire cancellate e muri, grazie alle sue caratteristiche di arbusto sempreverde rampicante. Rosa sempervirens Rosa gallica L. Molto più rara. Arbusto alto fino a un metro, spiccatamente stolonifero e formante folti cespugli. Fiori solitari, grandi e di colore rosa-porporino. Fusti e rami fittamente rivestiti di aculei di varie dimensioni. Foglie coriacee, pelose e ghiandolose nella pagina inferiore, peduncoli con setole ghiandolari. Frutti rossi e ispido-ghiandolosi. Attualmente è nota di pochissime località soprattutto al nord delle Marche sul Monte Carpegna e nella parte meridionale sui Monti della Laga. Rosa agrestis e Rosa micrantha Sono due specie molto affini fra loro. Hanno lo stesso portamento di Rosa canina dalla quale si distinguono per alcuni caratteri. Foglioline: molto lucide sulla pagina superiore, piccole, con odore di mela e molto ruvide nella pagina inferiore per l’abbondante presenza di ghiandole sulla pagina inferiore, non solo sulle nervature, facilmente percepibili al tatto. Rosa agrestis si riconosce per le foglioline cuneate alla base, i peduncoli fiorali glabri ed è molto più diffusa dalla pianura al livello della faggeta, negli stessi ambienti di Rosa canina. Rosa micrantha è molto più rara della precedente e diversa per le foglioline arrotondate alla base e i peduncoli fiorali ghiandolosi, è conosciuta di poche località del settore montano, ove si trova soprattutto in radure e luoghi boschivi. Rosa pimpinellifolia L. Specie assai caratteristica che vive in pascoli e radure delle montagne più elevate: nelle Marche può essere osservata sul Monte Catria, Monte Nerone e sui Monti Sibillini. Forma spesso ampie colonie. Assomiglia come portamento a Rosa gallica, ma è molto più robusta. Fusti: eretti alti fino un metro, provvisti di abbondanti spine diritte frammiste ad aculei deboli e sottili (per questo viene anche detta spinosissima). Fiori:solitari e generalmente di un caratteristico colore bianco-giallastro. Foglie: foglioline, da 5 a 11, piccole, da suborbiculari a ellittiche, i sepali sono interi ed eretti dopo la fioritura. Frutti: più o meno globosi, dapprima rossi poi brunonerastri. Rosa villosa E’ una delle specie più rare e interessanti, nota finora per il territorio di Massa Trabaria, nel Montefeltro, ove vive all’interno della faggeta e nelle radure. Si riconosce agevolmente per avere sepali laciniati o interi, eretti, foglie tomentose e ghiandolose con odore resinoso, petali di un rosa vivo, peduncoli e frutti setoloso-ghiandolosi. Rosa pendulina L. Altra specie piuttosto interessante, anche se presente in diverse località dell’Appennino, ove si osserva in ambienti rupestri di tipo ghiaioso o roccioso e nelle radure delle faggete. Si riconosce agevolmente per i sepali interi, eretti, foglie glauche, petali di un rosso vivo, peduncoli ripiegati in baso a maturità e frutti di forma ovale-affusolata. Genere Rubus I Rovi sono piante erbacee o arbustive con rami sarmentosi da eretti a prostrati, inermi o spinosi; possono essere glabri, pelosi o ghiandolosi, diffusi in molti ambienti di tutti i continenti. Controverso è il numero delle specie, essendo la sistematica del genere molto complessa; le specie più o meno ben caratterizzate dovrebbero comunque essere 400; numerosissimi sono gli ibridi. Le foglie sono generalmente composte; i fiori, bisessuali, vanno dal rosa al bianco, sono solitari o riuniti in infiorescenze. I frutti sono delle piccole drupe riunite in frutti composti ( le cosiddette “more” di rovo). I Rovi sono noti da tempi antichissimi ed il loro interesse è legato soprattutto all’uso alimentare dei loro frutti, in particolare del Lampone e di alcuni rovi comuni. Le foglie sono ricche di tannini; nella medicina popolare vengono indicate come utili per i casi di diarrea e di emorroidi, come decotto vengono usate per curare le gengiviti. In qualche contrada i germogli vengono mangiati lessi come gli Asparagi. Il nome generico Rubus, deriva dal latino (rubus = rosso), con allusione al colore rossastro delle radici e, forse più propriamente al fatto che nell’antichità queste piante venivano usate come coloranti. Per avere un’idea della complessità della sistematica del genere Rubus basti pensare che gli autori dell’Europa centrale (area a più intensa speciazione) hanno descritto, attraverso un’accentuata analisi della variabilità, oltre 8000 specie! Pignatti (1982) sostiene che, ad eccezione di Rubus saxatilis e di Rubus idaeus, “è del tutto illusorio sperare di riconoscere le specie di rovo in natura”; lo studio deve essere sempre fatto a tavolino su esemplari raccolti secondo particolari criteri. Sempre Pignatti cita per l’Italia oltre 40 specie. Nelle Marche ne sono state segnalate dai vari Autori una ventina. Di queste R. Saxatilis è erbacea perenne, le altre specie sono nanofanerofite. Ricordiamo infine le specie più comuni e cioè R. idaeus, R. ulmifolius, R. canescens (ostrieti e querceti aridi), R. caesius (boschi fluviali ed ambienti umidi). Rubus idaeus L., lampone. CARATTERISTICHE Arbusto sarmentoso, alto 1-2 m, con rami piu o meno eretti e con deboli aculei. Le foglie sono 3-fogliate o pennate a 5 foglioline, lanceolate e poco seghettate sui margine, di sotto sono bianco-tomentose ed hanno un picciolo spinoso, lungo 2-4 cm. Fiori di circa 10 mm di diametro, con 5 sepali verdi e 5 petali bianchi, ovati, riuniti in cime di pochi elementi. Il frutto composto da drupeole rosso-feltrose, a maturità si staccafacilmente dal ricettacolo. ECOLOGIA Specie nitrofila, vive nei boschi montani e subalpini di caducifoglie e di conifere, fino a 2000 m, preferisce stazioni soleggiate delle schiarite forestali e suoli profondi e freschi. Spesso si comporta da specie pioniera su morene e macereti. E’ specie caratteristica dei megaforbieti della classe Epilobietea angustifolii. DISTRIBUZIONE Comune nei boschi di faggio ed ai loro margini in tutto il piano montano. UTILIZZAZIONE Contiene vitamine dei gruppi B e C, sali minerali, zuccheri. Per il suo gusto particolare e gradevole, viene utilizzato sia per preparare sciroppi, gelatine, e marmellate, sia come correttivo in prodotti medicinali sgradevoli. Rubus ulmifolius Schott, rovo comune CARATERISTICHE Arbusto con fusti sarmentosi arcuati o striscianti, radicanti all’estremità, lunghi da 1 a 2,5 m circa, glabri o con leggera pubescenza appressata, pruinosi, scanalati e provvisti sulle coste di robusti aculei. Le foglie sono persistenti, coriacee, palmate a 3-5 foglioline con pagina superiore glabra e verde-scuro e pagina inferiore tomentosa, a margine seghettato; somigliano vagamente alle foglie di Olmo (da qui l'epiteto specifico). I fiori sono riuniti in dense infiorescenze a pannocchia ed hanno corolla generalmente rosea, di rado bianca. I frutti composti, aderenti al ricettacolo, sono formati da drupeole nere a maturità. ECOLOGIA Fiorisce da maggio a luglio, a seconda dell'esposizione e dell'altitudine; i frutti maturano da agosto a ottobre. E’ specie invadente nei boschi cedui, nelle siepi e negli incolti, dalla pianura fino a 1000-1200 m. La specie è caratteristica di associazioni della classe Rhamno-Prunetea e dell’ordine Prunetalia, sintaxa che riuniscono le formazioni di mantello di vegetazione, gli arbusteti pionieri e delle siepi. DISTRIBUZIONE Europa occidentale e centro-meridionale, Africa settentrionale.