Progetto Life-Natura LIFE99 NAT/IT/006217 "EOLIFE99 - Tutela delle specie vegetali prioritarie delle Isole Eolie" ATTI DEL WORKSHOP FINALE COMUNE DI LIPARI, SABATO 28 AGOSTO 2004 “La reintroduzione pilota di Silene hicesiae a Panarea: problematiche, monitoraggio e minacce” Ing. GIANLUIGI PIRRERA (coordinatore tecnico EOLIFE99, socio esperto n° 38 AIPIN, Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica) [email protected] Bozza dell’intervento PREMESSE: Il progetto prevede azioni dimostrative “pilota” di reintroduzione delle specie prioritarie del progetto Eolife. L’attenzione si è posta su 2 specie endemiche delle Eolie: la caryophillacea Silene hiceasiae, e la leguminosa Cytisus Aeolicus. Più difficoltoso logisticamente sarebbe stato agire per l’altra specie prioritaria del progetto, la Bassia Saxicola, che conta circa solo 35 individui e soltanto a Strombolicchio, pari al 30% della popolazione mondiale (n.b. la residua popolazione è a Capri, essendo ormai estinta quella di Ischia). La Silene hiceasiae, è una bella pianta con un fiore vellutato con spighe alte oltre 1 m. (più alta quindi delle altre Silene), e che conta complessivamente meno di 400 individui, di cui circa 300 individui a Panarea (nelle falesie esposte a N-NW di Punta Corvo e Castello del Salvamento, tra le quote di 300 e 350 m.s.l.m.) in associazioni vegetali importanti che comprendono il “Garofano delle rupi” e l’altro importante endemismo “Fiordaliso delle Eolie”. Altri individui, circa 50, si trovano invece ad Alicudi in conoidi detritiche a pendenza superiore al 35% (rupi di C.da Angona a N.), in aree popolate anche dal Cytisus. Ae. (dati Lo Cascio, Pasta, Troia). La leguminosa Cytisus Aeolicus, può esser alta sino a 5-6 metri (gli altri Cytisi arrivano max a 2-3. m.) e conta circa 30 – 50 individui a Vulcano (soprattutto in C.da Piano e Cardo, nel podere del Signor Casamento che ne ha permesso la sopravvivenza), circa 300 - 400 a Stromboli (rupi delle Schicciole, Vallone di Forgia Vecchia, in quota 350-550 m.s.l.m., in un’area di 0,7 Kmq.) e circa 10 ad Alicudi (rupi di C.da Angona a N.), (dati Lo Cascio, Pasta, Troia). La specie in passato era tanto diffusa da esser utilizzata quale foraggio e per la realizzazione di pali tutore. L’importanza di questa specie è dovuta ai delicati meccanismi per le radici dovuti ai batteri azotofissatori studiati, nell’ambito EOLIFE99, dall’Università degli Studi di Palermo (cfr. Quatrini). L’azione di “reintroduzione pilota” è dovuta partire dalla raccolta del germoplasma, donato da “piante madri” delle aree di popolamento, la classificazione dei semi, la coltura in uno specifico laboratorio Ecogestioni, attraverso tecniche di propagazione in vitro (cfr. La Manna), la classificazione delle piante prodotte, l’”acclimatazione” in un apposito Vivaio a Lipari, la messa a dimora delle piante sopravvissute ed il successivo monitoraggio. Il processo sopracitato ha coinvolto, quindi, tutti gli attori Eolife per le prime fasi, mentre le ultime tre, oggetto dell’articolo, sono state curate soprattutto dallo scrivente. In realtà, dovendo effettuare un’azione “pilota”, e quindi limitata a poche piante, si è preferito agire nella stessa area del popolamento originario della Sylene hicesiae a Panarea, ed all’interno di aree facilmente controllabili e recintate a Lipari. Piuttosto che “reintroduzione pilata”, è quindi meglio definire l’azione quale “aumento del popolamento originario”. Si è trattato, quindi, di azioni di Rinaturazione molto particolari, diverse da quelle afferenti tradizionalmente all’Ingegneria Naturalistica, ed aventi funzioni monospecifiche e propositive per l’applicazione dei risultati e del metodo, previa accurata progettazione, in altre aree dell’arcipelago, in ambiti più ampi ed abbinate ad altre specie. La rinaturazione, in particolare, è da intendere quale difesa nei confronti della competizione con specie invasive (ailanto). Ing. Gianluigi Pirrera 1/5 Date di intervento: Silene hicesiae: 1) 2001 (Vivaio e Nesos) 2) 23 Ottobre 2003 3) 22 Marzo 2004 4) 22 Aprile 2004 5) 11 Giugno 2004 (solo semina) 6) 10 Luglio 2004 (solo semina) 7) 11 Agosto 2004 (solo semina) Cytisus aeolicus: 1) 22 Ottobre 2003 2) 22 Aprile 2004 3) 10 Luglio 2004 4) Oggi, Data del workshop Date Interventi di monitoraggio e manutenzione: 1) 2001 (Vivaio e Nesos) 2) 22 e 23 Ottobre 2003 3) 19 Gennaio 2004 4) 22 Marzo 2004 5) 22 Aprile 2004 6) 11 Giugno 2004 7) 9 e 10 Luglio 2004 8) 10, 11 e 12 Agosto 2004 Scheda di monitoraggio e planimetrie schematiche Tutte le osservazioni, i dati ed i risultati sono stati riportati in una scheda (vedi tabelle) per ognuno dei siti. Le planimetrie schematiche (vedi tavole) riportano invece le localizzazioni delle singole piante con colorazioni diverse variabili dal nero (intervento non riuscito), al blu (ottimo stato con accertata fioritura e produzione di semi). OPERATORI Ogni intervento è stato attuato sempre da due operatori: lo scrivente, coadiuvato di volta in volta dall’Ing. Danilo Colomela, dal Dr. Gaetano La Bella e dal Dr. Carmelo Arigano. Mentre il sottoscritto individuava i siti di messa a dimora delle singole piante, ed effettuava gli interventi da manutenzione, i collaboratori annotavano le osservazioni dettate, fornivano i piccoli attrezzi (cesoie, zappetta, etc..), preparavano i cartellini ed i nastri identificativi ed effettuavano foto e riprese video. I primi interventi (2001) sono stati effettuati, invece, dal Coordinatore Scientifico Dr. Angelo Troia; mentre l’ultimo, preso il Centro di divulgazione di Nesos, è stato effettuato in collaborazione con il Dr. Pietro Lo Cascio. Località di intervento: 3 siti di cui uno (n° 8 stazioni) a Panarea per l’aumento del popolamento della Silene, mentre i rimanenti due (n° 2 stazioni ciascuno) a Lipari esclusivamente quali aree di produzione, già avvenuta, di semi di seconda generazione. Precisamente: Silene hicesiae: 1) Isola di Panarea nell’area di popolamento originaria della specie classificata come SIC ed all’interno della Riserva (vedi cartografia). La particella interessata (Foglio 7 Particella n° 6) è estesa Ha: 41.84.10 ed è di proprietà del Comune di Lipari. L’intervento è stato attuato esclusivamente sotto il sentiero e prevalentemente immediatamente al di sotto dello stesso (5 stazioni) mentre 3 piante, in 3 stazioni, erano più distanti, al limite del falesia. 2) Isola di Lipari presso il giardino dell’Associazione Nesos 3) Isola di Lipari in area non classificata come SIC ed all’interno del Vivaio del Comune di Lipari (vedi cartografia). La particella, nel Vallone Fiume Bianco, è di Proprietà del Comune di Lipari. Cytisus aeolicus: 1) Isola di Lipari presso il giardino dell’Associazione Nesos Ing. Gianluigi Pirrera 2/5 2) Isola di Lipari in area non classificata come SIC ed all’interno del Vivaio del Comune di Lipari (vedi cartografia). La particella, nel Vallone Fiume Bianco, di Proprietà del Comune di Lipari. L’intervento è stato attuato in prossimità della messa a dimora in piena terra delle Silene hicesiae. Autorizzazioni: Per la Silene hicesiae è’ stata richiesta precedentemente l’autorizzazione all’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana (Ente Gestore della Riserva di Panarea e scogli viciniori e soggetto che sostiene l’iniziativa Eolife99). Questa è stata ottenuta il 22/10/03 e pervenuta a mezzo fax il 23/10/03 alle ore 11.43 presso la sede della Ecogestioni. Per il Cytisus aeolicus non trattandosi di area SIC, nè area di Riserva, non è stato necessario richiedere specifiche autorizzazioni, tranne quella implicita del Comune di Lipari. AZIONI: Sylene hicesiae: Sono attuate 3 azioni diverse, e precisamente: - n° 46 messe a dimora di piantine, - n° 6 messe a dimora di talee e n° 4 semine a spaglio sperimentali. Le stazioni di intervento sono state complessivamente 12, di cui 8 a Panarea e 4 a Lipari. Cytisus aeolicus: E’ stata attuata solo la messa a dimora di n° 19 piantine (14 delle quali prodotte nell’ultimo anno). Provenienza: Sylene hicesiae: La provenienza delle piante messe a dimora era: - n° 43 piantine in vasetto in polietilene prodotte nel laboratorio Ecogestioni - n° 3 piantine a radice nuda (espiantate e prelevate il giorno prima dal vivaio di Nesos); - oltre a 2 talee prelevate il giorno prima dal vivaio di Nesos e derivate da piante ormai troppo grandi, e quindi a rischio, per esser messe a dimora nell’area di popolamento - e n° 4 talee prelevate in situ. Cytisus aeolicus: La provenienza delle piante messa a dimora era: - n° 4 Piante in vaso in polietilene (3 delle quali prodotte nell’ultimo anno) prodotte nel laboratorio e presso la sede Ecogestioni. - n° 15 Piantine in vasetto in polietilene (11 delle quali prodotte presso la sede Ecogestioni nell’ultimo anno). Confronto con altri tipi di vivaismo: Stante le notevoli difficoltà (scadenza avvenuta del periodo originariamente programmato per la produzione, manutenzione del vivaio) ed i costi di produzione in laboratorio (limiti di budget) mediante propagazione in vitro, si sono volute sperimentare tecniche tradizionali di vivaismo, soprattutto per il Cytisus Aeolicus. Precisamente: 1) Produzione di circa 30 piantine tramite semina diretta in vasetti e talee (cfr. Dr. Carmelo Arigano, socio AIPIN, presso la sede di Ecogestioni) 2) Produzione di circa 90 piantine in fitocelle (cfr. Dr. Bruno Marino, socio AIPIN, presso il Vivaio privato Platani di C.da Calcarelle, a Castronovo di Sicilia), con rese del 75% circa, dal trapianto alla fitocella 3) Produzione di piantine in fitocelle (cfr. Signor Enzo Alongi, vivaista forestale, presso il vivaio pubblico di Filici a Cammarata, nell’Agrigentino, dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana) IDENTIFICAZIONE: La stazione veniva identificata mediante bandierina blu, mentre la singola pianta mediante codice numerico e nastro giallo o rosso (vedi foto). Gli agenti atmosferici, soprattutto il sole, hanno costretto a sostituire o aggiungere nuovi nastri e codice numerico. Ing. Gianluigi Pirrera 3/5 Per ogni pianta è stato rilevato ed annotato, laddove non illeggibile, il Codice identificativo originario applicato all’epoca dal biologo del laboratorio di micropropagazione Ecogestioni a Palermo. Ad esempio, tramite “75-A Es.15 9/19/01”, era possibile identificare il n° progressivo della pianta prodotta, la pianta “madre” donatrice e la data di messa in coltura del seme. Un eventuale codice MT identificava, invece. le microtalee. Per il Cytisus, purtroppo era sempre illegibile il sopradetto Codice identificativo originario applicato all’epoca dal biologo del laboratorio di micropropagazione Ecogestioni. ANNOTAZIONI (vedi prospetto): - Oltre ai codici, durante le operazioni di manutenzione è stato annotato lo stato della pianta: Cattive condizioni, In sofferenza, Buono stato, Ottimo stato, Molto giovane, etc.. - E’ stato inoltre annotato l’Operatore del Trasporto e l’Operatore della Messa a dimora. - A gennaio è stata rilevata una notevole presenza di fori (vedi foto, stazione 2) nelle foglie di Silene e di lumache in prossimità e nelle foglie delle piante. E’ stato inoltre filmata l’alimentazione con le foglie più tenere. - A luglio è stato invece notato nel Vivaio di Lipari che le capsule contenenti i semi di Silene erano state utilizzate per la riproduzione di imenotteri, e quindi erano, ormai inutilizzabili per la semina. - Le piante nella stazione erano protette, spesso coperte, da graminacee. Per tale ragione, dopo il 1° intervento di manutenzione, avendo rilevato scavi recenti e sradicamenti (conigli?, vedi foto) intorno alle piante probabilmente per nutrirsi delle foglie, si è cercato di mascherare le piante più giovani con le erbacee circostanti. - Durante le operazioni sono stati prelevati pure campioni per l’erbario, come da progetto. - Sono state prelevate inoltre talee per tentare la riproduzione mediante preliminare produzione delle radichette in soluzione acquosa con fitormoni. Questi non hanno prodotto però grossi risultati rispetto al semplice taleaggio in acqua. Probabilmente, cfr. La Manna, sarebbe più efficace aggiungere, in soluzione, vitamine. - E’ stato prelevato fiorume (Ottobre 2003 e Luglio-Agosto 2004) da 14 individui di Silene diverse e confezionati separatamente (anche se a volte già con le capsule aperte), oltre ad 1 proveniente dal fiorume di 1 pianta di Nesos che era rifiorita nel Settembre 2003. RISULTATI FINALI: 1) La Silene hicesiae è spesso fiorita in tutti e 3 i siti ed ha prodotto semi che sono stati raccolti per esser utilizzati per la propria “Banca del Germoplasma” (oltre che esterne) e per semine a spaglio. 2) In particolare le piante di Lipari hanno permesso l’istituzione di una “Banca del Germoplasma” di 2^ generazione (cfr. Arigano). 3) Almeno 8 Plantule spontanee sono state in particolare individuate a Nesos, quindi la semina a spaglio diretta funziona! 4) Ogni passaggio da un’azione ad un’altra comporta una perdita di circa un – 30-40%. Infatti, 2 passaggi in laboratorio, 1 trasporto al vivaio di acclimatazione di Lipari, e la messa a dimora, comportano una resa complessiva, verificata a partire dal numero di piante prodotte (280 silene ca. in laboratorio e 70 ca. complessivi di citisi, dati La Manna ed Arigano) di circa il 15% (53/350). 5) Per la silene la resa è maggiore e sale al 18% circa 6) Per il cytiso la resa scende, invece, al 6% circa 7) Il risultato complessivo è quindi ampiamente soddisfacente. Dopo meno di un anno dall’intervento a Panarea, il buono od ottimo stato di salute di almeno 22 piante (non considerando le “disperse” e le spontanee) ha prodotto un aumento del popolamento originario di almeno un + 7-10%, sui circa 300 individui ex-ante di Panarea. 8) Se si tiene conto delle spontanee comparse di plantule individuate, l’effetto della semina a spaglio dovrebbe far crescere notevolmente le rese complessive sopradette ed i risultati dovrebbero potersi vedere, come in tutti gli interventi di rinaturazione, già a partire dal 2° anno. 9) Le talee in piena terra non sembrano sopravvivere MINACCE: - Rifiuti (vedi foto); Eccessivo turismo “naturalistico”, (vedi foto) animali per effetto del turismo quali cani (vedi foto) animali del luogo (quali ad esempio lumache, conigli, imenotteri, grilli) (vedi foto) pascolo di animali inselvatichiti allo stato brado (circa 300 ovini ad Alicudi) manutenzioni eccessive delle aree (vedi foto), Ing. Gianluigi Pirrera 4/5 - competizione ed invadenza dell’ailanthus altissima (vedi foto) incendi (nel 99 per il vulcanesimo se ne è registrato uno a Stromboli che ha minacciato il Citiso Ae.) PROPOSTE CONCLUSIVE: Aree di popolamento: 1) Istituzione di “Micro-riserve” per la conservazione di singole piante o piccolissime aree del tipo di quelle già sperimentate in Spagna (cfr. Laguna) ed in Francia. 2) Accesso controllato nell’area A della Riserva di Panarea (a numero chiuso, previa autorizzazione, o mediante pagamento di ticket, accesso vietato ai gruppi di oltre 15-20 persone) per contrastare la pressione antropica diretta nelle aree più esposte. 3) Azioni programmate di ripopolamento sulla base dei risultati positivi ottenuti in questa azione pilota. Da attuare nelle aree originarie di Panarea, Alicudi, Vulcano, per il Cytiso anche le Rupi a Sud del Gran Cratere, Stromboli, ed anche Lipari per il Citiso. 4) Azioni programmate di rinaturazione per le aree più antropizzate (ad esempio intorno alla ex discarica di Panarea, ma anche ad Alicudi, Vulcano, Stromboli, Lipari) sulla base dei risultati positivi ottenuti in questa azione pilota. 5) Espianto e controllo dell’ailanthus altissima che minaccia direttamente entrambe le specie, soprattutto a Panarea e Vulcano. 6) Inserimento dell’area di popolamento del Cytisus a Vulcano (C.da Piano e Cardo) all’interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) di Vulcano, ed almeno in Zona B (Preriserva) della Riserva di Vulcano. Si noti, peraltro che la presenza del Cysiso è stata una delle motivazioni per l’istituzione della Riserva! 7) Adozione ed applicazione dei Piani di Gestione, per la protezione delle singole specie EOLIFE, che compendiano gran parte dei punti precedenti. Altre: 8) Utilizzo del vivaio di “acclimatazione” di Lipari e del laboratorio di micropropagzione Ecogestioni per azioni programmate di ripopolamento e di rinaturazione sulla base dei risultati positivi ottenuti in questa azione pilota. 9) Istituzione di un unico Parco Naturale delle Isole Eolie al fine di razionalizzare ed economizzare le risorse di gestione (cfr. Lo Cascio). Path: Pirrera/desktop/Intervento Pirrera Workshop Ing. Gianluigi Pirrera 5/5