Dal Romanticismo delle patrie al secolo delle nazioni 03. FRIEDRICH SCHLEGEL___________________________________________________Gespräch über die Poesie TUnaT nuova mitologia - Analisi Che cosa dice il testo Nelle sue linee essenziali, il contenuto del brano è molto chiaro e viene sintetizzato da Schlegel fin dal principio, ovvero le ragioni dell'inferiorità dell'arte moderna rispetto a quella classica (rr. 1-8), che l'autore individua nella mancanza di una «nuova mitologia» (r. 13), che sul modello di quella antica sia all'origine della poesia. Non è però facile comprendere quello che l'autore intende per "mitologia". Un'indicazione al proposito può venire dalla fine del testo, in cui si chiarisce che la mitologia è un "sistema" di credenze relative alla dimensione religiosa e spirituale all'interno di una tradizione culturale (rr. 50-53). Attraverso i miti è consentito rappresentare contemplare e comunicare ciò che altrimenti sembra sfuggente e impercettibile: così i miti formano la "lingua comune" degli antichi poeti, per esprimere i contenuti della propria fantasia e del proprio mondo interiore. Tale lingua comune manca alla modernità. Ne derivano due conseguenze: la necessità di provvedere alla creazione di una «nuova mitologia» e la necessità che tale mitologia sia adeguata ai nuovi tempi, non più fondata sul monde sensibile, come quella degli antichi, ma «tratta dalla più remota profondità dello spirito» (r. 14). Le parole del testo «la poesia moderna resta addietro all'antica» LA SUPERIORITÀ DEGLI ANTICHI Schlegel accentua, sulle orme della cultura barocca e illuministica, la contrapposizione fra antichi e moderni, e quindi tra poesia degli antichi e «poesia moderna», sostenendo la superiorità della prima («la poesia moderna resta addietro all'antica», rr. 7-8). I moderni inoltre non hanno una «mitologia» e occorre perciò crearne una nuova, per una via «del tutto opposta a quella dell'antica» (r. 11). La mitologia per gli antichi era un «centro» (r. 6), un punto di riferimento solido e certo, un «appoggio saldo, una terra materna, un cielo, una vivida aura» (r. 2): questo rende la poesia degli antichi «un carme unico, indivisibile, per fetto» (r. 26), un tutto armonico e compiuto, in cui vive «la prima fioritura della giovanile fantasia» (r. 12). Ritorna qui un motivo frequente nel clima culturale della Germania di fine Settecento: il mito della grecità, modello assoluto e metastorico di perfezione, che dalla storia dell'arte antica di Johann Joachim Winckelmann (1717-68) passò attraverso la grande filologia di Friedrich August Wolf (1759-1824) e giunse sino alla lirica suprema di Hölderlin (vedi 73). Schlegel (che dedicò i suoi primi studi alla cultura greca; vedi nota 4 al testo) non fu estraneo a questo fervore. Il mondo antico ha per lui un valore a suo modo esemplare. Gli antichi vanno ancora imitati, ma l'imitazione non deve essere mera ripresa delle forme, bensì ricerca di un modello di perfezione, infinita scoperta di un centro e di una nuova unità. Non occorre andare lontano per ritrovare le radici filosofiche di queste affermazioni, dal momento che lo stesso Schlegel le indica «nell'idealismo», nel quale vede il «grande fenomeno dell'epoca» (r. 34), portatore di una vera e propria «rivoluzione» (rr. 37-38). Se è i'jp che crea il mondo, come postula pur con diverse sfumature l'idealismo, esso contiene in sé tutte le possibilità infinite e, attraverso l'auscultazione dell'io, l'uomo può accedere alla rivelazione di un "ordine" e intuire il linguaggio nascosto delle cose. Nella considerazione dell'autore «mitologia e poesia sono un'unità, indivisibili» (r. 22): la poesia è quindi «mìstica» (r. 18), deve venire dalla «profondità del- 1 lo spirito; deve essere la più artistica di tutte le opere d'arte perché deve comprendere tutte le altre» e celarne i germi, essere «un nuovo letto e un nuovo vaso» (rr. 14-15). I toni di Schlegel si fanno poi alti e commossi quando profetizza l'imminente venuta di una nuova mitologia («Ma, aggiungo, siamo prossimi ad averne una», rr. 8-9), invitando a non essere increduli sulla sua possibilità, e quando arriva a ipotizzare che il nuovo canto moderno possa essere perfino «più bello e più grande» (rr. 27-28) dell'antico. Capitolo 1 • Il Romanticismo tedesco «un'espressione geroglifica della circostante natura» IL VALORE DEL SIMBOLO II ruolo conoscitivo della poesia (la «nuova mitologia») prende corpo nell'immagine del "geroglifico" («E che altro è ogni bella mitologia se non un'espressione geroglifica della circostante natura», rr. 48-49). Il geroglifico è il linguaggio misterioso delle cose, non ragionamento analitico, ma concentrazione dei significati e di sapere intuitivo. Il geroglifico rappresenta un modo per accedere a quelle verità che non sono pienamente comprensibili a livello razionale («Ciò che altrimenti fugge eternamente la coscienza», r. 50) né immediatamente visibili, attraverso l'analogia e il simbolo, cioè attraverso processi conoscitivi fondati sulla libera associazione mentale: «dobbiamo [...] formare anche le cose supreme mediante il contatto dell'omogeneo, del simile o, a pari valore, del contrario» (rr. 57-58). È il simbolo che rende visibile l'invisibile, trasformandolo in una realtà «sensibile-spirituale» capace di risplendere «al nostro occhio» e di parlare «al nostro orecchio» (rr. 51-53). Il geroglifico esprime inoltre una visione unitaria della cultura umana, in cui arti e scienze si apparentano nella ricerca del principio unico che regge l'esistente: l'intuizione simbolica, alla base dell'arte, è anche la formula che spiega l'origine dei fenomeni della fisica in quanto (come diceva in quegli stessi anni la filosofia di Schelling) un unico principio, di ordine spirituale, è all'origine del mondo umano e dell'universo più in generale. Lavoro sul testo 1. 2. Che cosa intende esattamente Schlegel con il termine "mitologia"? 3. Raggruppa nella tabella le espressioni che l'autore usa per definire gli ambiti semantici delPantico" e del "moderno". Perché l'idealismo, secondo Schlegel, è fondamentale ai fini della nascita di una «nuova mitologia» e, quindi, di una nuova stagione poetica, anche più grande dell'antica? righe antico r. 12 prima fioritura 4. righe r. 3 moderno poeta moderno r. 15 nuovo letto Ragionare sulle parole Individua nel testo le occorrenze del termine spirito. In quale accezione viene utilizzato? In che cosa differisce dall'uso contemporaneo, sicuramente meno ampio di connotazioni? 2