LEGUMINOSE DA FORAGGIO I prati avvicendati di leguminose hanno svolto un ruolo centrale nel passaggio alla moderna agricoltura, con lo sviluppo dei sistemi zootecnici intensivi I prati influenzano la fertilità agronomica a vari livelli: migliorando la struttura del terreno aumentando il contenuto di sostanza organica aumentando il contenuto di azoto limitando la presenza di infestanti limitando il dilavamento dei nutrienti limitando l’erosione del suolo CARATTERISTICHE BOTANICHE APPARATO RADICALE: FITTONE DERIVATO DALLA RADICE PRIMARIA. IN QUALCHE CASO (T. BIANCO) DOPO IL PRIMO ANNO MUORE ED È SOSTITUITO DA RADICI AVVENTIZIE FOGLIE: DISPOSIZIONE ALTERNA SUL FUSTO, SPESSO COMPOSTE (3 o più FOGLIOLINE), FORMA PREVALENTE: TRIFOGLIATA o PENNATE (PARI - termina con viticcio - IMPARI - termina con una fogliolina) FIORE: TIPICO DELLE LEGUMINOSE, ERMAFRODITA, FECONDAZIONE GENERALMENTE INCROCIATA; RIUNITI IN INFIORESCENZE (CAPOLINI O RACEMI). COROLLA: 5 PETALI (forma diversa); CALICE: 5 foglioline di colore verde spesso saldate tra loro CARATTERISTICHE BOTANICHE FRUTTO: LEGUME CON 1 O PIÙ SEMI. PUÒ ESSERE DEISCENTE o INDEISCENTE SEME: FORME DIVERSE. NELLE FORAGGERE SONO PREVALENTI QUELLI ROTONDEGGIANTI E RENIFORMI. Racemo CARATTERISTICHE BOTANICHE: fiore Fiore papilionaceo petali saldati vessillo ala ala Schema fiorale carena petali filamenti saldati calice picciolo ovario stilo pistillo stimma CARATTERISTICHE BOTANICHE: radice - corona corona fittone LA SIMBIOSI RIZOBICA • Batteri appartenenti a vari generi, specifici per le diverse leguminose. • La presenza dei noduli nelle radici non garantisce sempre l’attività di fissazione dell’N. Un giudizio in questo senso può essere formulato sezionandoli: il colore rosso è indice di buona efficienza. • Per un buon funzionamento è necessario. - sufficiente quantità di Ca, P e K; - ossigeno, quindi no asfissia del terreno; - temperatura ottimale 25°C; - per specie di nuova coltivazione eseguire una preventiva inoculazione delle sementi. leghemoglobina ADATTAMENTO AL pH DEL TERRENO Pianta foraggera per eccellenza: molto produttiva, longeva, buona capacità di ricaccio, facilità di conservazione, elevato valore nutritivo, azione miglioratrice sul terreno. UTILIZZAZIONE: - fieno - pascolo - insilamento - disidratata - concentrati proteici fogliari Pregi - Eccellenza tra le foraggere per: produttività: longevità capacità di ricaccio - Qualità del foraggio, elevato valore proteico. - Migliora la struttura del suolo. - Resistente alla siccità. Limiti - Sensibile all’acidità del suolo. - Presenta difficoltà alla fienagione classica (perdite). - Sensibile ai ristagni d’acqua. - Difficoltà all’insilamento (elevato potere tampone e scarsi zuccheri fermentescibili). - Ottima fissatrice di N atmosferico. - Resiste alla alcalinità dei terreni. Danni da ristagno Origine e diffusione L’Asia Sud Occidentale (Turkestan) è il più probabile centro di origine dell’erba medica. La sua coltivazione come pianta da foraggio risale ad oltre 2000 anni fa. Era infatti conosciuta da Greci e Romani. Principale centro di diffusione della sua più recente espansione è stata la Spagna, dove era stata introdotta dagli Arabi agli inizi dell’VIII secolo. Si stima che l’area totale coltivata a erba medica nel mondo sia approssimativamente di 15 milioni di ettari. In Italia è coltivata soprattutto in Emilia Romagna, e, a seguire, Marche, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana, Campania e Veneto. UTILIZZAZIONE PRATO MONOFITA è la forma di coltivazione più diffusa, come prato avvicendato PRATO OLIGOFITA sempre come prato avvicendato, ma in consociazione con graminacee (Festuca arundinacea o Dactylis glomerata) CARATTERISTICHE BIOLOGICHE E BOTANICHE L’erba medica coltivata appartiene alla specie Medicago sativa con le tre sottospecie sativa, falcata (a fiori gialli) e × varia (a fiori variegati). L’erba medica è una pianta erbacea vivace che potrebbe vivere fino a 10-15 anni in ambienti adatti, ma che in genere in coltura vive molto meno (3-4 anni) a causa di svariate avversità. La pianta di erba medica è costituita da numerosi steli eretti che si sviluppano dal cespo dopo la raccolta degli steli precedenti. Questa del rapido ricaccio che rigenera la vegetazione dopo ogni taglio è una delle più importanti e apprezzate caratteristiche di questa foraggera. Le foglie costituiscono circa il 45% del peso dell’intera pianta e sono le parti più nutrienti. La M. sativa è pianta moderatamente resistente al freddo, in quanto, manifestando la tendenza a continuare a vegetare anche durante l’autunno, può rimanere esposta al danno delle successive basse temperature. È invece molto resistente al caldo e al secco. CARATTERISTICHE BIOLOGICHE E BOTANICHE NUMERO CROMOSOMICO 2n = 32 (tetraploide) (deriva da M. caerulea 2n = 16) PIANTA ALLOGAMA CON IMPOLLINAZIONE ENTOMOFILA TAGLIA: ELEVATA 80-100 cm RADICE: FITTONANTE PROFONDA (anche 3 m), con poche ramificazioni CORONA: STRUTTURA COMPATTA FORMATA DALLA PARTE BASALE DEGLI STELI. PRESENZA DI GEMME DALLE QUALI SI SVILUPPANO I NUOVI STELI STELI: CAVI E RAMIFICATI. PORTAMENTO: ERETTO O SEMIERETTO FOGLIE: TRIFOGLIATE CON MARGINE SEGHETTATO, FOGL. MEDIANA BREVEMENTE PICCIOLATA, STIPOLE OVALI O LANCEOLATE FIORE: COLORE VIOLETTO, RIUNITI IN RACEMI, POSTI ALL'ASCELLA DELLE FOGLIE. LEGUMI: AVVOLTI A SPIRALE, CON 2-7 SEMI SEME: RENIFORME, BRUNO-GIALLASTRO. PESO 1000 SEMI: 1,8-2,0 g Esigenze ambientali La grande variabilità genetica della medica fa sì che questa pianta sia coltivata entro un’ampia fascia di latitudine. Negli ambienti caldi del bacino del Mediterraneo le popolazioni coltivate di erba medica sono riferibili a M. sativa subsp. sativa; nelle zone dell’Europa centrale e in nord America, dove ai fini della sopravvivenza acquista importanza la resistenza al freddo, è diffusa M sativa subsp. × varia, originatasi dall’introgressione con M. sativa subsp. falcata, molto resistente al freddo. L’erba medica è una forte consumatrice d’acqua: ne consuma 700-800 L per formare 1 kg di s.s.; nonostante ciò è la foraggera più resistente alla siccità grazie al suo apparato radicale capace di scendere a grande profondità, purché non trovi ostacoli. L’erba medica teme moltissimo l’eccesso di umidità nel terreno: per la persistenza del medicaio è fondamentale la buona sistemazione idraulica dei terreni. Esigenze pedo-climatiche • Terreno Particolarmente adatta a terreni profondi, franco-argillosi, ma idonea anche ad altri tipi di suoli (eccetto quelli molto sciolti o molto pesanti) • pH ideale tra 6,5 e 7,5 - non tollera pH acido. • Suscettibile ai ristagni idrici • Clima • Adatta a tutte le aree temperato-calde del mondo • temperatura ideale: 20-25 °C • minima germinazione: 5 °C • arresta la crescita a T < 5 C e >35 C • durante il riposo invernale sopporta T < -20 C DORMIENZA • Abilità della pianta ad arrestare l’attività vegetativa per tempo, prima dei rigori invernali e a mantenersi quiescente per un periodo più o meno prolungato. • Fall Dormancy: undici classi, da 1 (più dormiente) a 11 (meno dormiente). • Varietà italiane di classe variabile da 5-6 (settentrione) a 7-8 (meridione) • La resistenza al freddo è legata al grado di dormienza (capacità della cultivar di entrare in riposo invernale). • Cv dormienti: - stasi autunnale precoce - ripresa primaverile tardiva (adatte ai climi freddi del centro Europa e nord America) • Cv semidormienti: adatte agli ambienti padani. • Cv non dormienti: adatte agli ambienti mediterranei. CICLO BIOLOGICO • GERMINAZIONE (epigea): in favorevoli condizioni di umidità e di temperatura (12-13°C) il seme emette (dopo 7-8 gg dalla semina) la radichetta e poco dopo i cotiledoni, quindi la prima foglia unifogliata, e infine le foglie trifogliate. Contemporaneamente la radice si approfondisce nel terreno e comincia a ricoprirsi di tubercoli • SVILUPPO VEGETATIVO: la pianta si presenta con un asse molto esile e a questo punto i primi 2-3 internodi, molto corti, vengono trascinati al suolo, e anche sotto lo stesso. Contemporaneamente all’ascella delle foglie si differenziano le gemme che danno vita a nuovi steli. L’insieme di tutto ciò prende il nome di corona, nella quale si differenziano altre gemme con altri steli, oltre che fungere di deposito delle sostanze di riserva. Ad ogni taglio, un certo numero di gemme della corona si sviluppa in nuovi steli Sviluppo vegetativo • Corona basale: l’ipocotile si accorcia e trascina verso il suolo i primi 2-3 nodi. Dalle gemme che si originano da questi nodi si sviluppano ramificazioni. • organi di riserva • corona basale + apparato radicale Le gemme presenti sulla corona, dopo i tagli, grazie alle sostanze di riserva danno origine a nuovi steli. Apparato radicale: fittonante, profondo fin dall’anno d’impianto, anche 2,5-3 m. Attività azotofissatrice intensa (Sinorhizobium meliloti) con simbionte presente sulle radici secondarie. Riserve radicali La CORONA (e la radice) svolge un’importante funzione di riserva: da essa dipende la ripresa vegetativa. Le gemme della corona vengono mantenute inattive dagli steli in attiva crescita (controllo ormonale) Quando la crescita degli steli si arresta (fioritura o sfalcio), alcune gemme si attivano sviluppando nuovi steli che inizialmente crescono utilizzando le riserve della corona (il periodo di accrescimento deve essere sufficientemente lungo) Posto nell’avvicendamento • La medica è considerata la pianta miglioratrice per eccellenza. • Segue un cereale autunno-vernino e precede una sarchiata. • Non segue sé stessa per: - secrezioni tossiche nel terreno (auto tossicità). - maggiore attacchi fungini e batterici. Preparazione del terreno e semina Aratura: profonda (30-35 cm) o lavorazione a due strati. • • • Fertilizzazione: con 25-100-200 kg/ha di N-P-K (aggiustamenti secondo le necessità locali) Diserbo pre-semina: (Diquat, Glufosinate ammonio, Benfluralin) Letto di semina: adeguatamente affinato, molto curato. • Semina: con una seminatrice da cereali o con ‘cultipacker’ Dose: 35-40 kg/ha (300/400 piante/m2) Profondità: 1 cm max Periodo: - autunnale (da metà settembre a metà ottobre) - primaverile (entro marzo) In molti casi la rullatura può risultare utile per favorire le nascite. • Diserbo post-emergenza: (Imazamox; 2,4 DB) Condizioni di riuscita della semina del prato Favorire Evitare Suolo omogeneo e ben assestato Facilita la risalita dell’acqua. Germinazione regolare Suolo grossolano Risalita dell’acqua difficoltosa. Germinazione lenta e difficoltosa Superficie ben affinata I semi piccoli sono bene a contatto del terreno. Emergenza pronta Letto di semina irregolare I semi restano tra le zolle a profondità irregolare. Germinazione scarsa Semina superficiale Sviluppo rapido delle radici secondarie. Accestimento vigoroso Semina profonda Le plantule tardano ad arrivare in superficie. Radicazione e accestimento difficile Profondità di semina e capacità di accestimento (graminacee) -Una semina troppo profonda ritarda e riduce l’emergenza. - L’allungamento dell’ ipocotile (rizoma) spreca le riserve del seme per portare i germogli fuori dal terreno. n Seminare superficialmente : 2cm massimo. Ideale 1cm Rizoma/ ipocotile Ritardo nell’emergenza per semina troppo profonda Semina Può essere eseguita: - all’uscita dell’inverno dal momento in cui la temperatura raggiunge i 5-6°C; - a fine estate perché le piantine possano raggiungere un buono sviluppo epigeo (4-5 foglie) e radicale (almeno 50 mm) all’arrivo dei freddi; infatti le piantine di erba medica quando sono molto giovani non resistono al freddo. La semina di fine inverno (febbraio-marzo) è quella più praticata in pianura al nord. In collina si posticipa sino a metà aprile. EPOCA DI SEMINA Concimazione La concimazione di fondo si basa sul P, del quale le leguminose sono molto esigenti; N non è importante data l’azotofissazione; K in genere è abbondante nei terreni e nelle regioni dove la medica è diffusa. È opportuno che il concime fosfatico, e quello potassico, sia dato prima della semina o, meglio ancora, prima dell’aratura, in modo da arricchire di P gli strati profondi nei quali opererà l’apparato radicale. Il letame è utilissimo al medicaio per il miglioramento delle proprietà fisiche del terreno, alle quali la medica è assai sensibile. PRE-ARATURA: LETAME (40 t/ha) O LIQUAME P2O5 (100 kg/ha) E SE NECESSARIO K2O (125-200 kg/ha) [PRE-SEMINA: N = 25-30 kg/ha (STARTER)] Concimazione di mantenimento Determinante la disponibilità di P e K Azoto, normalmente fornito tramite Sinorhizobium meliloti. Fosforo, le somministrazioni fosfatiche negli anni successivi non danno in genere apprezzabili differenze rispetto ad un’unica distribuzione eseguita al momento della semina, specialmente nei terreni normalmente dotati di questo elemento. Potassio, 70-80 kg/ha di K2O: favorisce una rapida ripresa vegetativa e di ricaccio. Nell’ultimo anno si può ricorrere ad un apporto di 80-120 kg/ha di N per favorire le graminacee e aumentare così la produzione di foraggio. Evitare la distribuzione di liquami in copertura, perché provoca riduzione dell’efficienza simbiotica e favorisce lo sviluppo di infestanti. ECOTIPI e VARIETÀ La coltura plurisecolare dell’erba medica in ambienti variamente caratterizzati dal punto di vista pedologico, climatico e fitosanitario e l’impiego ripetuto dal seme ottenuto in loco aveva col tempo determinato la formazione di ecotipi, dotati di caratteristiche assai apprezzabili di adattamento e di produttività. Recentemente sono state costituite, seguendo metodi di selezione diversi, varietà migliorate (sintetiche), che presentano particolari pregi di produttività, di resistenza alle avversità, di durata, di rapidità di ricaccio dopo i tagli. Dal 2003 il commercio di semi di erba medica è limitato alle varietà selezionate. Scelta varietale • Ecotipo: frutto della selezione di fattori: climatici, pedologici ed antropici su popolazioni che si sono riprodotte da tempo immemorabile nello stesso ambiente. • Varietà ottenute: per selezione massale, • per polincrocio (sintetiche). • Elementi da considerare: • • • • capacità produttiva e qualità foraggio, resistenze a malattie e basse temperature, velocità di ricaccio dopo i tagli, persistenza (longevità del medicaio). • POPOLAZIONI (ECOTIPI) • Tipo padano: buona resistenza al freddo con un marcato periodo di riposo invernale, raggiungono elevate produzioni nel periodo estivo. Si adattano bene ad un ritmo intenso di tagli, idonee per l’utilizzo in ambiente irriguo. (Cremonese, Leonicena, Vogherese, Friulana di Premariacco, Polesana) • Tipo meridionale: scarsa resistenza al freddo, elevata precocità primaverile, massima produzione in primavera. Resistenti alla siccità. (Sabina, Campana, della Sardegna, della Sicilia) • Intermedie: adatte per il centro Italia (Marchigiana, Maremmana, Romagnola, dell’Italia Centrale) VARIETÀ LISTA A Rese elevate e stabili LISTA B Caratterizzate da utilizzazioni particolari o adattamenti specifici LISTA C Cultivar emergenti CRITERI DI SCELTA: - adattabilità all’ambiente (fattori climatici) - tipo di conduzione aziendale (possibilità d’irrigazione, produzione e qualità) - destinazione del foraggio (fienagione, disidratazione, pascolo) Utilizzazione - Le caratteristiche chimiche e nutrizionali fanno dell'erba medica una foraggera largamente utilizzata dagli allevatori. - Caratteristiche principali sono: elevato contenuto di proteine, minerali, vitamine ed energia. - La frazione a fibra lunga nella razione di foraggio di una vacca lattifera, determina un aumento del tempo di ruminazione e una migliore attività fermentativa dei microrganismi all'interno del rumine. - Tali caratteristiche, unitamente alla buona degradabilità della frazione fibrosa e all'elevato potere tampone, permettono di: * migliorare l'ingestione degli alimenti; * mantenere più costante il pH ruminale; * elevare la quantità di latte prodotto, migliorandone le caratteristiche qualitative; * ridurre i costi delle razioni giornaliere in funzione del risparmio di fonti proteiche. Modi di utilizzazione • • • • • Foraggiata verde Fienagione Foraggio insilato Foraggio disidratato Pascolo Regole fondamentali per la gestione del medicaio • Curare la scelta dello stadio di taglio. • Falciare ad un’altezza non inferiore a 5 cm. • Mantenere al minimo la durata delle operazioni meccaniche, per limitare le perdite di foraggio (in quantità e qualità). • Limitare il traffico delle macchine sul cotico per preservarne la persistenza. Produzione Nell’anno di semina la produzione è limitata. La piena produttività si raggiunge nell’anno successivo alla semina, al 3° anno la produzione comincia a declinare per progressivo diradamento. La produzione media annua di un prato quadriennale di medica è di circa 12 t/ha. Al momento in cui si scende sotto le 100 piante/m2 il medicaio deve essere rotto perché la sua resa è compromessa. Nel corso dell’anno il medicaio fornisce il suo prodotto, l’erba, in parecchi tagli: da un minimo di 2-3, nel caso di clima e terreno aridi, a 4-(5) in condizione irrigua o di notevole freschezza; casi limite si hanno nelle colture irrigue delle zone subtropicali (oasi dei deserti) dove il medicaio, vegetando tutto l’anno, dà fino a 10-12 tagli di erba molto giovane. Lo stadio vegetativo ottimale per il taglio è a fioritura iniziata da qualche giorno (10-20% fiori aperti). La tendenza attuale è di anticipare i tagli allo stadio di bottone fiorale (quando si incomincia a intravedere il colore dei fiori). L’anticipo del taglio è consigliato con la tecnica di disidratazione del foraggio. Aspetti qualitativi dell’erba medica L’erba medica è la coltura con la più alta produzione di proteine per ettaro (2000-2500 kg). La superiorità dell’erba medica rispetto ad altre foraggere risiede non solo nella concentrazione di proteine, ma anche nella sua alta digeribilità e ottima appetibilità. Tutti questi fattori sono influenzati dallo stadio vegetativo e dalla stagione di crescita tutti possono essere ricondotti al rapporto tra foglie e steli nelle piante. La concentrazione proteica è molto più alta nelle foglie che negli steli, e nella pianta intera essa decresce nel tempo per effetto dell’aumento ponderale di questi ultimi e per effetto della senescenza e caduta delle foglie situate più in basso e, quindi, più ombreggiate. Fase di sviluppo Taglio a 30 cm di altezza Taglio a 60 cm di altezza Taglio al 50% di fioritura Rapporto foglie/steli 1° anno 2° anno 1,26 1,00 0,89 0,58 0,70 0,50 Qualità del fieno in funzione dell’epoca di taglio Fienagione • Il fieno si asciuga lentamente a causa della resistenza all’evaporazione determinata dalle membrane cellulari. • Il condizionamento è diventata una pratica necessaria per superare tale resistenza ed accelerare la perdita di acqua da parte del foraggio. • Esistono 2 tipi di condizionatrici: - a rulli: indicata per medica - a flagelli: più indicata per graminacee • Il condizionamento riduce fino al 30% i tempi di essiccazione in campo. Falciacondizionatrice al lavoro Fienagione con essiccazione in due tempi • Sebbene non molto frequenti, esistono diversi impianti aziendali per l’essiccazione del fieno (pre-appassito in campo) . • Essiccazione forzata: - di fieno sfuso - impianti fissi per rotoballe * * tempi di essiccazione: ~ 20 h con umidità del 30-35% ~ 45-50 h con umidità del 40-45% Essiccazione in due tempi: vantaggi - Riduzione delle perdite di campo di s.s. ~ 13% se pre-appassito in campo fino al 40% di umidità, rispetto a ~ 30% con essiccazione tradizionale in campo. - Migliore qualità del fieno grazie alle minori perdite di foglie. - Maggiore ingestione volontaria di fieno per vacche da latte: 17 vs 14 kg/capo/giorno - Maggiore produzione di latte con fieno aerato vs tradizionale: 23 vs 21,5 l/capo al giorno Foraggio insilato • Conservazione per acidificazione tramite la fermentazione in ambiente anaerobico degli zuccheri solubili della pianta, fino ad abbassare il pH a valori inibenti lo sviluppo della microflora di degradazione. • Vantaggi: • • • • Minore impiego di manodopera. Minore permanenza in campo dell’erba falciata. Minore dipendenza dalle condizioni meteorologiche. Minore perdita quanti-qualitativa: - fino al 20% in più di energia conservata. Medica: insilamento • Limiti dell’insilamento: • Basso contenuto di zuccheri fermentescibili: - monosi liberi presenti nel succo cellulare, - monosaccaridi generati da processi bio-fisiologici a carico degli zuccheri cellulari. Elevato potere tampone: - la medica è ricca di sali di Ca e P e sostanze azotate. Medica: agrotecniche per un buon insilamento • Falciare allo stadio di bottone fiorale precoce per massimizzare la qualità dell’insilato. • Aumentare l’altezza di taglio (6-7 cm), per ridurre inquinamento con terra (principale fonte di spore dei batteri clostridici). • Impiego di falciacondizionatrice per favorire il preappassimento (~ 35% di s.s.). La perdita di acqua frena lo sviluppo di batteri clostridici, più sensibili dei lattici a questo fenomeno. • Costituzione di andane larghe per evitare ulteriori operazioni di rivoltamento e andanatura. Medica: agrotecniche per un buon insilamento • Trinciatura del foraggio (2-2,5 cm), indispensabile per un rapido avvio dei microrganismi fermentanti. • Inoculazione di prodotti a base di Lactobacillus plantarum. • Tempestività nel trasporto, caricamento e chiusura del silo • Tempestiva fasciatura nel caso di rotoballe fasciate con film di plastica. Medica: disidratazione • Tecnica agro-industriale di essiccazione rapida dell’erba, a temperatura molto elevata, fino a livelli del 90-94% di s.s. • La temperatura di essiccazione non deve causare un riscaldamento progressivo del foraggio, bensì una evaporazione quasi istantanea dell’acqua contenuta. • Per favorire questo, il foraggio può essere sottoposto ad alcune ore di pre-appassimento in campo (ridotti costi di essiccazione). In Italia si producono circa 600.000 t su una superficie di 50.000 ha Principali tipologie di prodotti disidratati Pellets di farina disidratata, ricchi di proteine e ß- carotene Concentrati proteici (PX), ottenuti per spremitura, flocculazione ed essiccazione dei succhi fogliari: alta concentrazione di proteine (50% sulla s.s.), amminoacidi essenziali, xantofille e ß-carotene, pochissima fibra (2-3%) Balle e balloni (da 200 a 800 kg) di erba disidratata a fibra lunga (7-12 cm), ideali per le bovine da latte: ricchi di proteine (specie in forma “by-pass”, che non vengono degradate a livello ruminale) e fibra “fisicamente efficace”, che stimola la ruminazione e incrementa la salivazione, con un positivo effetto tampone sul pH ruminale. Negli ultimi anni, i balloni di erba medica a fibra lunga hanno raggiunto l’80% del totale di prodotti disidratati. • BALLONI pellets • L'erba medica disidratata in BALLONI a fibra lunga, a causa del suo elevato valore nutritivo, rappresenta un alimento ideale per le bovine da latte ad alta produzione i cui fabbisogni proteici possono essere soddisfatti solo con l'impiego di alimenti di qualità. Medica: disidratazione • È meno dipendente dalle condizioni meteo (per la rapidità delle operazioni). • Impedisce la formazione di muffe. • Mantiene la qualità nutrizionali di: proteine, vitamine, provitamine (β carotene) e pigmenti (xantofille). Rispetto alla fienagione, riduce le perdite di campo (s.s. e proteine): - per fenomeni di respirazione, - per condizione meteo, - per manipolazione del foraggio. Medica disidratata: agrotecniche da adottare • Sfalcio precoce: 50% dei bottoni blu► 20-22% proteine sulla s.s. • - intervallo dei tagli ~ 30 gg • Pre-appassimento in campo: - 6-12 h► umidità 60-70% per pellets e concentrati proteici. • - 12-24 h ► umidità 40-60% per disidratato a fibra lunga. • Trinciatura: 3-5 cm per pellets e concentrati proteici. • - 7-12 cm per disidratato a fibra lunga. • Accurato diserbo perché la presenza di infestanti causa: ► diminuzione di proteine per ha, ► diminuzione qualità del prodotto. Medica disidratata: varietà indicate • Ad elevato contenuto proteico (= elevato rapporto foglie/steli). • A ridotto contenuto di fibra. • Ad elevata produzione di s.s. • A rapida ripresa primaverile e pronto ricaccio dopo i tagli. • Ad elevata persistenza in condizione di tagli frequenti. Mortalità (%) con taglio al 10% di fioritura (intervallo: 30 giorni) Varietà Lodi Pegaso Gamma Centauro Colosseo Iside Superba Giulia Legend 15 tg. in 3 anni 10 tg. in 2 anni 5,6 5,0 6,2 12,7 14,4 16,5 22,9 31,9 46,0 68,7 Medica da pascolo Sebbene la sua utilizzazione prevalente sia come coltura da sfalcio, l’erba medica può rappresentare una specie di pregio anche nella costituzione di pascoli per diverse specie animali, e come tale è già largamente impiegata in alcuni paesi extraeuropei. Ad esempio, in Argentina (secondo paese al mondo per superficie ad erba medica con 7,5 M ha, di cui 21,6% in purezza e 78,4% in consociazione con graminacee), il 90% della coltura è utilizzata per il pascolo di bovini da carne e da latte. Un prato-pascolo basato sull’erba medica può integrare un pascolo naturale formato da essenze graminacee a spiccata stagionalità produttiva (tarda primavera – inizio estate), sostenendo il valore nutritivo del pascolo nei mesi estivi. Soprattutto in ambiente mediterraneo, l’erba medica può rappresentare uno strumento per allungare la stagione di pascolamento, mediante la sua introduzione in una “catena” di risorse foraggere. Difficoltà Rischio di meteorismo nei ruminanti (quando l’erba medica rappresenta oltre il 50-60% della vegetazione nel pascolo). Scarsa tolleranza delle varietà tradizionali al pascolamento intenso. Alcuni accorgimenti tecnici che possono ridurre il rischio di meteorismo Non introdurre animali affamati sul pascolo (prealimentarli con foraggi anche di scarsa qualità). Lasciare del fieno (anche di scarsa qualità) a disposizione degli animali durante il pascolamento. Lasciare gli animali per brevi periodi sull’erba medica nei primi giorni di pascolamento. Prestare attenzione nelle giornate fresche e umide (in primavera e/o inizio autunno), poiché un foraggio succulento, inducendo un consumo maggiore, aumenta il rischio di meteorismo. Fattori che determinano la scarsa persistenza delle varietà tradizionali La corona delle piante di varietà tradizionali, generalmente piccola e superficiale, subisce dei danni a causa dello strappo e/o del calpestìo degli animali, divenendo anche più suscettibile a fattori quali malattie e gelate. Inoltre, l’intensa defogliazione delle piante provoca un progressivo depauperamento delle riserve negli organi sotterranei, con ulteriori conseguenze negative sulla persistenza dei cotici. Negli ultimi due decenni, la ricerca ha compiuto importanti progressi nella comprensione dei meccanismi morfologici e fisiologici che stanno alla base della tolleranza al pascolamento in erba medica (ad es., l’abito di crescita prostrato o semi-eretto; la corona profonda; la capacità di accumulo di riserve sotterranee; la capacità di proliferazione laterale delle piante) e, soprattutto, nella selezione diretta dei tipi più tolleranti in condizioni reali di pascolamento. Medica da pascolo: struttura della corona Tipo “da sfalcio” Tipo “da pascolo” Portamento eretto Portamento da semi eretto a prostrato Corona superficiale Radice fittonante Radice più o meno fascicolata Corona interrata Controllo delle infestanti Nell’anno d’impianto le infestazioni più comuni del prato di erba medica sono dicotiledoni annuali (Stellaria, Capsella, Sinapis, Chenopodium, Amaranthus, etc.), oppure monocotiledoni annuali (Digitaria, Setaria, Echinochloa). In seguito fanno la comparsa dicotiledoni poliennali come Taraxacum, Rumex, Plantago, o monocotiledoni come Alopecurus, avena selvatica, loiessa, Agropyron repens (anche se di un certo valore foraggero, sono comunque da considerare infestanti). Molto temibile poi è la cuscuta (fanerogama parassita) che può causare estesi diradamenti a macchia d’olio, già dal primo anno. Il mantenimento in purezza del prato di erba medica è garanzia sia di longevità del prato, sia di qualità del foraggio, che è massima solo nel caso di medicaio puro. Il diserbo dell’erba medica può essere articolato come segue: D’IMPIANTO - pre-semina: benfluralin (granulare), controlla le graminacee; - pre-emergenza: propyzamide, controlla graminacee e dicotiledoni ed anche i germinelli di romice e di cuscuta; - post-emergenza: 2,4 DB + imazetapir, controlla mono e dicotiledoni (stadio 1°-4° foglia, altezza 8-10 cm). DI MANTENIMENTO Si fanno durante il riposo vegetativo invernale con: diuron da solo o in miscela con propyzamide o metribuzin o methabenthiazuron; 2,4 DB per romice; propyzamide per cuscuta Cuscuta e Romice Irrigazione Limitati sono i casi di erba medica irrigua. Solo nelle regioni meridionali a clima eccessivamente asciutto e caldo, l’irrigazione è necessaria e costituisce condizione indispensabile per ottenere produzione costante ed elevata. Coefficiente idrico di 700-800 L/kg di s.s. prodotta Normalmente si esegue al primo anno, quando le radici non hanno ancora raggiunto il massimo sviluppo Al centro-sud è consigliata dopo lo sfalcio Irrigazione per scorrimento (1.000 m3/ha in 2-3 interventi) o per aspersione (600 m3/ha). PRODUZIONE DI SEME • Il seme di erba medica non sempre viene prodotto in coltura specializzata per seme. Di norma il seme viene prodotto sulle colture da foraggio come produzione accessoria, in genere viene lasciato andare a seme il medicaio giunto all’ultimo anno, dopo aver falciato il taglio maggengo (di solito si destina il 2° o 3° taglio dei medicai al 3-4° anno di vita). • La maturazione è piuttosto scalare, per cui alla raccolta sono presenti legumi maturi accanto a parti verdi che ostacolano l’impiego della mietitrebbiatrice. • Le rese di seme di erba medica in media si aggirano sui 200-300 kg/ha. • Un’avversità piuttosto grave è l’insetto dittero Contarinia medicaginis, o cecidomia dell’erba medica, che provoca l’aborto di numerosissimi fiori. Avversità Un avversità temibile è l’allettamento, frequente soprattutto nella vegetazione del primo ciclo, che di norma si sfalcia a maggio. Tra le avversità patologiche: - Avvizzimento batterico (Corynebacterium insidiosum), - Maculatura fogliare (Pseudopeziza medicaginis), - Antracnosi (Colletotrichum trifolii), - Mal vinato (Rhizoctonia violacea), - Marciume delle radici, provocato dal Fusarium roseum, dal Verticillium alboatrum e da altri funghi. Avvizzimento batterico (Corynebacterium insidiosum), Maculatura fogliare (Pseudopeziza medicaginis) Antracnosi (Colletotrichum trifolii) Avversità Le foglie sono spesso rose da insetti: - dall’Apion pisi, coleottero curculionide; sia l’adulto che la larva danneggiano la produzione primaverile e, a volte, anche l’autunnale; - dalla larva del punteruolo (Phytonomus punctatus); - i germogli possono essere attaccati dalla larva del misurino dei medicai (Biston graecarius); - da crisomela (Phytodecta fornicata), coleottero crisomelide; la larva attacca la produzione primaverile. Le colture di erba medica da seme sono molto danneggiate dalla cecidomia (Contarinia medicaginis). Apion pisi Phytodecta fornicata Biston graecarius DIFESA • Usare varietà tolleranti • Sanità e vigoria del medicaio • Sfalcio più precoce e asportazione del foraggio (le larve muoiono per effetto della luce e del repentino cambio termico) • Trattamenti insetticidi CONSOCIAZIONE Le consociazioni permanenti dell’erba medica con graminacee foraggere hanno una certa diffusione in altri Paesi, poco in Italia. Con la consociazione con graminacee si realizza qualche vantaggio (fienagione e insilamento più facile), ma si ha l’inconveniente di ridurre la quantità, assoluta e percentuale, di proteine producibili. AUMENTO DELLA LONGEVITÀ AZIONE PROTETTIVA DELLE GRAMINACEE NEI CONFRONTI DEL FREDDO FORAGGIO CON COMPOSIZIONE EQUILIBRATA MINORI DIFFICOLTÀ DI UTILIZZAZIONE MINORI PERDITE DI FIENAGIONE GRAMINACEE INDICATE: FESTUCA ARUNDINACEA DATTILE o ERBA MAZZOLINA FLEOLO (NEGLI AMBIENTI PIÙ FRESCHI)