Saaremaa von Semasko GENTILDONNA (DI FORTUNA) SI DIVENTA Traduzione di Mariana Eugenia Califano La Linea Indice Essere gentildonna oggi 7 Estremi rimedi per i bruti incontri 11 Donna al volante… 37 Un viaggio di piacere 81 Dica trentatré, dica perepepé 107 We Can Do It! 117 Cibo per l’anima 131 Essere gentildonna oggi Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. Simone de Beauvoir gentildònna s.f. [comp. di gentile1 e donna] – Donna di alta condizione sociale e di nobili costumi: è una vera g.; ha maniere da g. Ma, vocabolario a parte, che cos’è una gentildonna oggi? Se decidessimo di voler dare una definizione più dettagliata al termine, ne scopriremmo delle belle, perché, tagliando, cucendo e mescolando, di questo strano esemplare – a metà strada tra maschio e castrato – avremmo per le mani un curioso ritratto. La gentildonna sembrerebbe appartenere a una stirpe ben precisa, di solito “buona”, perché in quanto “gentile” è di nascita nobile. Dovrebbe essere ricca 7 8 di doti spirituali e capace di sentimenti elevati, cioè di trattare gli altri con garbo, affabilità e cortesia. In quanto donna, poi, è doppiamente “gentile”: per i suoi lineamenti fini e il fisico delicato, infatti, l’aggettivo è stato esteso all’intero genere. Eppure, nell’uso odierno, l’espressione “gentil sesso” viene intesa in forma ironica o scherzosa. Per donna si intende l’individuo di sesso femminile che ha raggiunto la maturità anatomica – insomma quel che si dice una donna adulta – che si contrappone all’uomo per certe doti come sensibilità e intuito. Il termine serve anche per caratterizzare certi oggetti, come le “scarpe da donna”, un vero must per entrambi i sessi, basti pensare a feticisti e travestiti. La donna rappresenta l’intera componente femminile della società ed è riuscita – udite udite – ad avere dei diritti, a emanciparsi dando vita a movimenti di liberazione; anche se ciò non impedisce che qualcuno ne faccia la “sua” donna, cioè la sua compagna o moglie. Togliendo invece l’aggettivo possessivo, può essere “di casa”, pronta a occuparsi delle faccende domestiche e, perché no, ad accudire la famiglia, quella famiglia che per antonomasia (e per simpatia) chiama la persona di servizio – pensate un po’ – “la donna”. La stessa che a teatro può essere “prima”, anche se lontano dal palcoscenico “primadonna” può indicare pure un maschietto, cioè chiunque sia bisognoso di attenzioni non solo del pubblico. E al circo può essere “cannone”, sì, insomma, di proporzioni e peso eccezionali, un numero di attrazione. Essere gentildonna oggi Ma non è finita: la donna può essere “di mondo”, frequentando ambienti di cui conosce i codici, i pregi e i difetti, può essere “pubblica”, “di strada”, “da marciapiede”, “di malaffare”, “di mala vita” e ancora, stando all’uso che si faceva della parola nel XIII e XIV secolo, e che se ne fa tutt’oggi in certi ambienti specializzati, signora, padrona e dominatrice – un vero e proprio rovesciamento delle implicazioni di “gentil sesso”? –, tuttavia “Madonna” (lett. “mia signora”) è l’appellativo per la Vergine. E “donna” è un titolo che anteposto al nome fa di chi lo porta una nobildonna, nonostante in certi posti sia usato anche per chi è di umile condizione. Non bisogna scordarsi, infine, che la donna può pure essere di cuori, quadri, fiori e picche oppure avere ampie possibilità di movimento (e non solo sulla scacchiera): essere cioè l’elemento fondamentale per condurre il gioco. Vi siete ritrovate in questa descrizione contraddittoria? Be’, magari per certi aspetti sì, se si aggiunge, si toglie, si modifica… Forse no. In ogni caso, servitevi di questo piccolo sussidiario per imparare un paio di cosette che potrebbero aiutarvi nella vita quotidiana, perché anche gentil-donna non si nasce, la si diventa. 9 Estremi rimedi per i bruti incontri The “No Means No” Campaign La violenza è semplice; le alternative alla violenza sono complesse. Friedrich Hacker 11 Da Pentesilea (regina delle amazzoni uccisa da Achille a Troia) a Boadicea (la sovrana degli Iceni che guidò la più grande rivolta anti-romana), da Fu Hao (sacerdotessa e generalessa cinese) ad Artemisia I di Caria (che regnò sulla Ionia e combatté al fianco di Serse) e alle sorelle Trung (eroine nazionali vietnamite che a capo dei loro eserciti riuscirono a respingere le invasioni cinesi per tre anni consecutivi), la storia ci dimostra che il gentil sesso è capace non solo di difendersi, ma anche di grandi gesta. E come dimenticare Zenobia, Yodit di Etiopia, Matilde di Canossa, Sichelgaita, Tamara di Georgia o la ben più nota Giovanna d’Arco? Tutte 12 queste signore, perlopiù trascurate dalla versione ufficiale (nonché “maschile”) della Storia, hanno rivelato capacità eccezionali. Rinviando le polemiche a sedi più consone, ora il nostro proposito non è volervi trasformare in guerriere capaci di lasciare il segno, bensì, più banalmente, insegnarvi a garantire la vostra sicurezza. L’indipendenza e l’autonomia richiedono alcune precauzioni, in primis saper badare a voi stesse. Se vi piace tornare a casa di notte senza aver bisogno di essere riaccompagnate, viaggiare da sole o esplorare luoghi remoti senza una guida, dovete fare i conti con l’eventualità di subire un’aggressione. E non c’è bisogno che aspettiate di essere spedite a rischiare la pelle per un reportage a Ciudad Juárez, la città con il maggior indice di violenza sulle donne, per prendere alcuni accorgimenti e familiarizzare con poche ma valide tecniche di autodifesa che possano togliervi dai guai nei momenti di difficoltà; anche perché, in quell’inferno, in ogni caso non basterebbero a farvi riportare a casa la pellaccia sana e salva. E poi le probabilità che veniate assalite fuori dall’ufficio da un ladruncolo da strapazzo che vuole a tutti i costi il vostro portafoglio sono molto più alte. Quando si affronta il tema delle aggressioni e dell’autodifesa bisogna tener presente una serie di fattori che riguardano la vostra persona, l’ambiente in cui vi trovate e l’aggressore stesso. Siete emotivamente in grado di reagire per difendervi? Avete consapevolezza dei vostri limiti? Vi trovate in un luogo familiare? Parlate la lingua e avete dimestichezza con le usanze del posto? E, per caso, conoscete l’aggressore? Estremi rimedi per i bruti incontri Riconoscere la situazione e il posto in cui vi trovate e agire con un po’ di sale in zucca vi aiuterà a ridurre le possibilità di subire una violenza, ma non a eliminarle del tutto. Una preparazione fisica e psicologica, o un corso di arti marziali, potrebbero incrementare le vostre chance di difendervi nel modo adeguato, ma dovete sapere che non vi garantiscono di uscire incolumi da uno scontro con un malintenzionato. Le statistiche sostengono che molti aggressori spesso rinunciano a portare a termine un atto criminoso quando incontrano una resistenza inattesa, perciò affrontare il molestatore occasionale con una reazione decisa – verbale o fisica – potrebbe distoglierlo dal suo proposito. Ma purtroppo può capitare di imbattersi in persone violente, alterate da alcol o sostanze stupefacenti, armate, che di certo non si faranno intimorire per così poco. Molti individui non hanno nulla da perdere e sono abituati alla violenza e, in questi casi, l’unica via di scampo è la fuga, sempre che sia possibile. In questo contesto, non possiamo tralasciare di parlare della cosiddetta “violenza domestica”, perché i numeri parlano chiaro: solo il 30% delle aggressioni a sfondo sessuale avviene a opera di sconosciuti, mentre nel 70% dei casi le donne subiscono violenza dai loro mariti, fidanzati, parenti, datori e colleghi di lavoro. La questione diventa allora molto delicata, perché subentra un’ulteriore serie di considerazioni che variano di caso in caso. Semmai doveste affrontare problemi del genere, il nostro consiglio è quello di rivolgervi ai centri di assistenza specializzati, perché conoscere le tecniche di autodifesa vi servirà a poco, mentre un valido sostegno psicologico, emoti- 13 14 vo e legale diventeranno senza alcun dubbio un aiuto indispensabile. Il primo ostacolo che una donna deve superare per potersi difendere – sia da uno sconosciuto sia da una persona della sua cerchia di conoscenti – è dentro di lei. I fattori che limitano la capacità di reagire di una donna derivano dall’educazione, dalle convenzioni sociali, dall’assoggettamento psicologico a determinati stereotipi, dal carattere, dal timore, dalla vergogna. Per questo motivo a una qualsiasi autodifesa pratica si deve affiancare una sorta di allenamento psicologico che vi permetta di avere maggiore consapevolezza di voi stesse e delle dinamiche di genere socialmente determinate. È necessario premettere che non vogliamo assolutamente alimentare false sicurezze, perché affrontare un molestatore comporta sempre dei rischi e la miglior difesa è la prevenzione, cioè l’adozione di misure, comportamenti e insegnamenti utili a ridurre il rischio di venire coinvolte in aggressioni o situazioni violente. In pratica, saper riconoscere gli aspetti rituali e comunicativi che le precedono, le tipologie di aggressori, gli ambienti e le situazioni più propizie. Vediamo allora di iniziare a inquadrare questi aspetti. TIPOLOGIA ESEMPI Aggressioni che derivano da circostanze fortuite • • • • Aggressioni commesse con un preciso intento criminoso • • • • Alterchi nel traffico congestionato o al parcheggio Liti in famiglia, di vicinato o con sconosciuti Incontri in luoghi isolati o bui Incontri con persone alterate da alcol o stupefacenti Rapine Rapimenti Stupri Violenze di gruppo Altrettanto importante è capire che tipo di persona vi trovate davanti. Saper riconoscere le diverse tipologie di aggressori vi aiuterà a individuare il comportamento corretto da mettere in pratica per sottrarvi a un pericolo incombente o arginarne le conseguenze. TIPOLOGIA CARATTERISTICHE Individui di indole pacifica In queste persone l’aggressività si manifesta in modo occasionale, generalmente a seguito di una provocazione o di stati emotivi transitori, come quelli provocati da un violento alterco o dall’esasperazione per una pessima giornata. Le loro reazioni non sono premeditate. Avete presente Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia di Joel Schumacher? Ecco, proprio così. Estremi rimedi per i bruti incontri Innanzitutto potremmo suddividere le aggressioni in due tipologie: quelle che derivano da un caso fortuito, come una lite per un parcheggio che degenera in scontro, e quelle commesse da un individuo che ha un preciso intento criminoso come per esempio uno stupratore. Di seguito trovate alcuni esempi. 15