http://www.kabbalah.it/libreria/yehuda-leib-halevi-ashlag-baal-hasulam/la-saggezza-della-kabbalah-e-la-filosofia/ Cos’è la spiritualità I filosofi hanno incontrato moltissime difficoltà per provare che la corporalità è frutto della spiritualità e che l’anima genera il corpo. Tuttavia, le loro parole non sono accettate perché non arrivano al cuore in nessuna maniera. Il più grande errore della filosofia è stato il modo sbagliato in cui essa ha cercato di percepire la spiritualità, sostenendo che la spiritualità abbia generato la corporalità, il che è certamente una fandonia. Qualsiasi genitore deve, in qualche maniera, somigliare ai propri figli. Questa relazione genitore-figli rappresenta il percorso per mezzo del quale la discendenza si spande. In aggiunta, qualsiasi operatore deve avere un certo rapporto con il suo operato per mezzo del quale ne prende contatto. Dal momento che si afferma essere la spiritualità priva di qualsiasi avvenimento corporale, allora quel percorso non esiste. Dunque, quale tipo di relazione può avere la spiritualità con la materia corporale attraverso cui realizzare un contatto e quindi un qualsiasi tipo di movimento? Comunque, capire il significato della parola “spiritualità” non ha niente a che vedere con la filosofia. Com’è possibile discutere di qualche cosa che non si ha mai visto o sentito? Su quali principi ci si basa? Se esiste una definizione che possa spiegare la materia spirituale separatamente da quella corporale, appartiene soltanto a coloro che hanno raggiunto e percepito qualcosa di spirituale. Questi uomini sono i Kabbalisti autentici; dunque, quello di cui abbiamo bisogno è la saggezza della Kabbalah. A proposito dell’essenza della filosofia La filosofia ama occuparsi di Lui, e stabilire quali regole non vanno applicate a Lui. La Kabbalah, da parte sua, non ha nessun tipo di relazione con la Sua Essenza, quindi come può essere definito l’impercettibile e l’irraggiungibile? Infatti, una definizione negativa è valida quanto una positiva. Per esempio, se vediamo un oggetto ad una certa distanza e ne riconosciamo la sua negatività, cioè tutto quello che non è, anche questo può essere giudicato come riconoscimento. Se un oggetto si trova fuori dal campo visivo, allora anche le sue caratteristiche negative non sono visibili. Se, per esempio,vediamo una figura nera ad una certa distanza, e non possiamo dedurre che si tratti né di un essere umano, né di un uccello, anche questa è considerata una visione. Se l’oggetto fosse stato ancora più lontano, allora non saremmo nemmeno stati in grado di stabilire se si fosse trattato di un essere umano. Questo è l’origine della confusione e dell’invalidità della filosofia; alla filosofia piace vantarsi di capire tutti i lati negativi della Sua Essenza. A questo punto, invece, i saggi della Kabbalah si chiudono la bocca con le mani, e non Gli danno nemmeno un semplice nome, dato che non possiamo definire con un nome o con una parola quello che non comprendiamo. Questo perché una parola indica il raggiungimento di un certo livello di comprensione. I Kabbalisti parlano molto dell’irradiazione della Sua Luce sulla realtà materiale, parlano cioè di quelle illuminazioni che loro hanno realmente raggiunto, in modo sicuro e tangibile. Lo spirituale è una forza senza corpo Questo è quello che i Kabbalisti definiscono come “spiritualità”, ed è questo ciò di cui parlano. La spiritualità non ha un’immagine, né spazio, né tempo, né alcun riferimento alla corporalità. Io penso semplicemente che la filosofia abbia indossato una veste che non gli appartiene, dato che ha rubacchiato definizioni dalla saggezza della Kabbalah e con l’uso della ragione ne ha fatto dei propri fiori all’occhiello. Se non fosse stato così, la filosofia non sarebbe mai arrivata a formulare dei concetti tanto acuti. Comunque, si tratta solo di una forza potenziale, cioè non di una forza racchiusa in un corpo qualunque, come vediamo normalmente nel nostro mondo, ma piuttosto di una forza senza corpo. Il vaso spirituale è chiamato “una forza” Questo è il contesto in cui dobbiamo segnalare che la forza della quale la spiritualità parla non è la Luce spirituale in sé. Questa Luce spirituale si espande direttamente dalla Sua Essenza, perciò è la Sua Essenza stessa. Questo significa che non esiste alcun conseguimento nella Luce spirituale che si possa definire con un nome. Perfino la parola “Luce” è presa in prestito e non è reale. Dunque, dobbiamo sapere che la parola “Forza” senza un corpo si riferisce unicamente al “vaso spirituale”. Luci e Vasi Pertanto, non dobbiamo chiederci come i saggi della Kabbalah, che riempiono l’intera saggezza con le loro intuizioni, differenziano le diverse Luci. Questo perché le loro osservazioni non si riferiscono alle Luci stesse, piuttosto all’impressione ricevuta dal vaso, che è la suddetta forza, che viene influenzato dalle Luci che lo incontrano. Vasi e Luci (Il significato delle parole) È qui che deve essere tirata una linea tra il dono e l’amore che esso crea. Le Luci, cioè l’impressione creata sul vaso, che si può realizzare, viene chiamata “forma e sostanza”; ed è raggiungibile dato che l’impressione è la forma di sopra e la forza di sopra è la sostanza. Comunque, l’amore creato da esso è considerato una “forma senza sostanza”. Questo significa che se noi separiamo l’amore dal dono stesso, come se il dono non ne fosse mai stato rivestito, ma lo consideriamo solo come nome astratto, “L’amore di Dio”, allora potrebbe essere considerato una forma. In questo caso, la sua pratica è considerata come “Kabbalah Figurativa”. Comunque, sarebbe considerata già reale, senza alcuna similitudine con la Filosofia Figurativa, 1/4 http://www.kabbalah.it/libreria/yehuda-leib-halevi-ashlag-baal-hasulam/la-saggezza-della-kabbalah-e-la-filosofia/ perché lo spirito di questo amore rimane nel conseguimento dell’oggetto amato. È completamente separato dal dono, essendo la Luce stessa. Sostanza e forma nella Kabbalah Il ragionamento dietro questa situazione è che nonostante questo amore sia semplicemente una conseguenza del dono, è comunque molto più importante del dono in sé. È come un grande re che dona un oggetto senza importanza a una persona. Anche se il regalo non ha nessun valore, sono l’amore e l’attenzione del re a renderlo inestimabile e prezioso. Dunque, è completamente separato dalla sostanza, cioè la Luce ed il dono, in un modo che il lavoro e l’intuizione rimangono incorporati nel raggiungimento solo con l’amore stesso. Il dono, invece, sembra essere dimenticato dal cuore. Pertanto, questo aspetto della saggezza viene denominato “Saggezza Figurativa della Kabbalah”.Infatti, questa è la parte più importante della saggezza. ABYA Questo amore è composto da quattro parti che somigliano molto all’amore umano: quando inizialmente riceviamo il dono, non ci riferiamo al donatore come a qualcuno che ci ama, tanto più se quel qualcuno è importante, e colui che riceve non è uguale a colui che dà. Comunque, il donare ripetutamente e la perseveranza faranno sembrare anche la persona più importante come un amante vero e paritario. In amore esiste infatti una regola secondo la quale non c’è una parte grande né una piccola, e i due amanti si devono sentire uguali. Perciò, qui si possono misurare quattro livelli di amore: il primo incontro è chiamato Assiya , il donare ripetutamente è chiamato Yetzira e la manifestazione stessa dell’amore è chiamata Beria . È qui che ha inizio lo studio della Saggezza Figurativa della Kabbalah, dato che in questo livello l’amore è separato dai doni. Questo è il significato delle parole “e crea l’oscurità” , cioè che la Luce viene rimossa da Yetzira, e l’amore rimane senza Luce, senza i suoi doni. Dopo arriva Atzilut. Dopo aver assaggiato e separato completamente la forma dalla sostanza,come in “e crea l’oscurità”, (l’uomo)diventa degno di salire ad Atzilut, dove la forma ha rivestito di nuovo la sostanza. Adesso Luce e amore sono di nuovo insieme. L’origine dell’anima Qualsiasi evento spirituale è percepito come una forza separata dal corpo perché non ha un’immagine corporale. Per questo motivo rimane isolato e completamente separato dall’elemento materiale. In questo stato, come può, la forza spirituale, mettere in moto il corporale, tanto meno generare qualcosa di fisico, se non ha la possibilità di entrare in contatto con l’elemento fisico? L’elemento acido Comunque sia, la verità è che anche la forza in sè è considerata una vera sostanza, tanto quanto qualsiasi altra sostanza corporea nel mondo concreto, ed il fatto che non abbia un’immagine che i sensi umani possano percepire, non riduce il valore della sostanza, cioè della “forza”. Prendiamo una molecola di ossigeno come esempio: è la componente della maggior parte dei materiali nel mondo. Tuttavia, se prendiamo una bottiglia di ossigeno che non sia mescolato ad altre sostanze, la bottiglia sembrerà completamente vuota. Non si potrà notare niente; sarà come guardare l’aria, intangibile ed invisibile all’occhio. Se togliamo il coperchio ed annusiamo, non sentiremo odore; se assaggiamo, non sentiremo nessun sapore, e se la mettiamo sul piatto di una bilancia, segnerà solo il peso della bottiglia vuota. Lo stesso vale per l’idrogeno, dato che anche quello è privo di sapore, odore e peso. Invece, se mescolati, questi due elementi diventeranno un liquido – acqua da bere, che possiede sia sapore che peso. Se mescoliamo l’acqua insieme alla calce, si amalgamerà immediatamente con essa diventando solida come la stessa calce. Allora, come possiamo individuare le forze naturali non sono una sostanza corporale per il semplice fatto che, per via di come strutturate, non le possiamo percepire con i nostri sensi? In aggiunta, possiamo notare chiaramente che la maggior parte delle sostanze tangibili del nostro mondo sono costituite principalmente da ossigeno, che non può essere percepito dai sensi umani! Perfino gli elementi solidi e liquidi, che nella realtà tangibile possiamo percepire con chiarezza nel nostro mondo, se trattati a certe temperature, possono diventare aria e fumo. Così come i vapori possono diventare solidi quando la temperatura si abbassa. In questo caso, dovremmo chiederci: com’è possibile donare qualcosa che non si possiede?Possiamo notare che tutte le immagini tangibili provengono da elementi che in sé e per sé sono intangibili e che non esistono come entità materiali individuali. Nello stesso modo, tutte le immagini che conosciamo ed usiamo per definire i materiali, sono anch’esse inconsistenti e non hanno diritto di esistere. Piuttosto assumono o meno delle forme sotto l’influenza delle condizioni come: caldo e freddo. La parte principale in una sostanza è la “forza” che c’è in essa, anche se ancora non siamo capaci di distinguere 2/4 http://www.kabbalah.it/libreria/yehuda-leib-halevi-ashlag-baal-hasulam/la-saggezza-della-kabbalah-e-la-filosofia/ separatamente queste forze, come succede con gli elementi chimici. Forse in futuro sarà possibile scoprirle nelle loro forme pure, come abbiamo scoperto solo di recente con gli elementi chimici. Forze uguali nello spirituale e nel fisico In una parola: tutti quei nomi che noi attribuiamo alle sostanze materiali sono completamente artefatti, ovvero, si originano dalla percezione concreta dei nostri cinque sensi. Non esistono di per sé stessi. D’altra parte, anche qualsiasi definizione che noi attribuiamo alla forza, che la separa dal materiale, è artefatta. Anche quando la scienza raggiungerà il suo sviluppo finale, continueremo a prendere in considerazione solo la realtà tangibile. Questo significa che dentro qualsiasi attività materiale che noi vediamo e sentiamo, dobbiamo percepire colui che la compie, che è anch’esso una sostanza, come l’operazione stessa. Esiste un collegamento tra di loro, se cosi non fosse, l’azione non si sarebbe realizzata. Dobbiamo sapere che questo errore di separare l’operatore dall’operazione viene dalla Filosofia Figurativa, che ha insistito nel dimostrare che l’atto spirituale influenza l’operazione materiale. Questo è risultato di ipotesi errate, come quelle sopra citate, di cui la Kabbalah non ha nessun bisogno. Corpo ed anima nei livelli superiori L’opinione della Kabbalah su questa materia è cristallina, esclude infatti qualsiasi contaminazione con la filosofia. E’ opinione dei saggi della Kabbalah che perfino le entità spirituali separate, le quali vengono negate dalla filosofia, perché mancano di una corporalità e vengono quindi descritte semplicemente come sostanze concettuali, anche se, di fatto, sono spirituali, più sublimi ed astratte, consistono di corpo ed anima, proprio come il fisico umano. Pertanto, non abbiamo bisogno di chiederci come fanno i due fattori a conquistare il traguardo e dire di essere composti di elementi separati. Inoltre, la filosofia crede che tutto ciò che è complesso alla fine si disintegra e si decompone, cioè muore. Allora, come si può dichiarare allo stesso tempo che sono complessi ed eterni? Luci e vasi Infatti, i loro pensieri non sono i nostri pensieri, dato che il modo di operare dei saggi della Kabbalah è quello di trovare una prova vera del conseguimento spirituale, rendendolo inattaccabile dalle speculazioni intellettuali. Ma fatemi fare chiarezza su questi concetti in modo che tutti li possano comprendere: Prima di tutto dobbiamo sapere che la differenza tra le Luci ed i vasi è creata immediatamente nel primo essere emanato dall’ Ein Sof. Naturalmente la prima emanazione è anche la più completa e nobile di tutto ciò che ne è poi seguito. È certo che la sua piacevolezza e completezza è proviene dalla Sua essenza, che desidera dare ciò che è più di una qualsiasi amenità o piacere. È risaputo che la misurazione del piacere è essenzialmente il desiderio di ricevere quel determinato piacere. Questo perché ciò che desideriamo di più è ciò che ci risulta essere più piacevole. Per questo motivo dovremmo distinguere due posizioni in questa prima emanazione: il “desiderio di ricevere” che ha ricevuto l’essenza, e l’essenza dell’oggetto stesso. Dovremmo anche sapere che il desiderio di ricevere è quello che percepiamo come il “corpo” dell’emanato, cioè la sua essenza primaria, che sarebbe il vaso per ricevere le bontà. La seconda è l’essenza del bene ricevuto, che è la Luce che si espande eternamente verso l’emanazione. Ne risulta che dobbiamo necessariamente distinguere due opposti, che si rivestono uno nell’altro, perfino nelle materie più spirituali e sublimi che il nostro cuore possa contemplare. È l’opposto dell’opinione della filosofia, la quale ha inventato la teoria secondo cui i diversi individui non sono materiali combinati. È necessario che quel “desiderio di ricevere”, che è obbligatorio nell’essere emanato (dato che senza di esso non ci sarebbe piacere ma coercizione, e nessun senso del piacere) è assente nella Sua essenza. Questo è il motivo del nome di “emanato”, dato che non è più la Sua essenza, da chi Lui potrebbe ricevere? Comunque sia, la generosità che l’uomo riceve è necessariamente parte della Sua essenza, dato che qui non c’è necessità per nessun cambiamento. Dunque vediamo che la grande differenza tra il corpo rinnovato e l’abbondanza ricevuta viene considerata la Sua essenza. Come lo spirituale può generare il corporale È apparentemente difficile capire come lo spirituale possa generare ed espandere qualsiasi cosa che sia corporale. Questa domanda rappresenta un antico quesito filosofico, sul quale si è a lungo versato molto inchiostro nell’ intento di risolverlo. La verità è che si tratta di una domanda difficile solo per coloro che seguono la dottrina filosofica. In questo caso infatti, la forma spirituale viene determinata senza nessun collegamento con qualcosa di corporale. Questo fa nascere una domanda difficile: come fa lo spirituale ad arrivare al corporale o a generarlo? Secondo i saggi della Kabbalah non si tratta affatto di una domanda difficile, dato che le loro posizioni sono completamente opposte a quelle dei filosofi. Loro sostengono che qualsiasi qualità spirituale si equivale al corporale come due gocce d’acqua del mare. Dunque, i rapporti sono di altissima affinità e non c’è separazione tra di loro eccetto che nella sostanza, cioè lo spirituale è composto dalla sostanza spirituale, il corporeo è composto dalla sostanza corporea. Comunque, tutte le qualità delle materie spirituali corrispondono a quelle corporali, come spiega l’articolo “L’essenza della Saggezza della Kabbalah” 3/4 http://www.kabbalah.it/libreria/yehuda-leib-halevi-ashlag-baal-hasulam/la-saggezza-della-kabbalah-e-la-filosofia/ La vecchia filosofia presenta tre osservazioni di fronte alla mia spiegazione: La loro decisione che il potere dell’intelletto umano è l’anima eterna, l’essenza dell’uomo; La loro congettura che il corpo sia il risultato dell’anima; Il loro sostenere che le persone spirituali sono semplici e non complesse. Psicologia materialista Non è solamente il posto sbagliato per discutere delle congetture che hanno inventato, ma è anche passato il loro tempo e la loro autorità é stata revocata. Dobbiamo anche ringraziare gli esperti della psicologia materialistica per questo, per avere basato i loro principi sulle rovine di chi li ha preceduti, guadagnandosi il favore del pubblico. Adesso tutti ammettono la nullità della filosofia, dato che non ha delle basi concrete. La vecchia dottrina era diventata una pietra d’inciampo e una spina mortale per i saggi della Kabbalah. Dove loro avrebbero dovuto sottomettersi davanti ai saggi della Kabbalah e avrebbero dovuto astenersi ed essere prudenti prima di discutere anche della più sottile delle questioni riguardanti la spiritualità, loro sono invece andati avanti e sono giunti facilmente alle loro conclusioni tramite la filosofia figurativa. Senza pagare alcun prezzo si sono ingozzati a sazietà della loro saggezza e si sono astenuti dal cercare degli approfondimenti nella saggezza della Kabbalah. Come conseguenza, la saggezza è stata quasi dimenticata fra il popolo di Israele. Per questo motivo siamo grati alla psicologia materialista per averle inflitto un colpo mortale. 4/4