Un chip per tornare a vedere, l`occhio bionico realtà a Padova

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Un chip per tornare a vedere, l’occhio bionico realtà a
Padova
La Regione pronta a finanziare la sperimentazione. Circuito impiantato nella retina e
collegato a una telecamera installata sugli occhiali del paziente
di Fabiana Pesci
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PADOVA. Ritornare a vedere grazie a un chip. L’occhio bionico, ultima
frontiera della chirurgia oculistica, sarà realtà anche nella città del Santo. La tecnologia c’è, i chirurghi addestrati pure. E
la Regione Veneto ha promesso un finanziamento ad hoc per far partire la sperimentazione. Il meccanismo alla base
della nuova tecnica (sessanta gli interventi eseguiti fino a oggi in tutto al mondo) prevede l’impianto di un microchip nella
retina e l’utilizzo di una telecamera montata sugli occhiali. Due strumenti che riescono a comunicare tra loro tramite un
segnale elettrico.
Una nuova speranza per quanti hanno perso la vista a causa di una patologia degenerativa della retina. Centrale
operativa della sperimentazione sarà l’unità operativa di Oculistica dell’ospedale di Camposampiero (Usl 15), struttura
leader a livello regionale per il trattamento della retinite pigmentosa.
Marzio Chizzolini, numero uno del reparto, oggi sarà al San Gaetano quale anima del convegno “What’s New 2013,
Corsi di Chirurgia innovativa in Oftalmologia”: «Fino a oggi in Italia sono stati eseguiti solo una decina di interventi di
questo tipo. A breve la sperimentazione dovrebbe essere disponibile anche da noi a Camposampiero. Questo
trattamento chirurgico è adatto solo a coloro che hanno perso la vista a seguito di una malattia degenerativa, non
purtroppo per chi è cieco dalla nascita. L’impianto del chip permette di distinguere sagome, ombre. Segnali che chi ha
già visto riesce a interpretare». Non si tratta di un miracolo, di una tecnica che permetterà di restituire la vista ai ciechi,
ma di migliorare la loro qualità di vita. Oggi non si discuterà solo di occhio bionico, il convegno, frutto della
collaborazione tra l’Oculistica di Camposampiero e il reparto “gemello” di Pordenone, diretto da Giorgio Beltrame, sarà
l’occasione per fornire agli specialisti una panoramica su tutte le nuove tecniche chirurgiche più innovative. «Oggi si
parlerà», continua il dottor Marzio Chizzolini, «anche dei nuovi laser a femtosecondi, dell’utilizzo della terapia genica.
Sarà un’occasione di confronto per portare in Veneto le tecniche chirurgiche più innovative. Si tratta di un appuntamento
importante per l’oftalmologia triveneta in cui i migliori esperti italiani e prestigiosi ospiti internazionali discuteranno delle
più recenti tecniche innovative nella diagnosi e terapia in tutti i settori dell’oculistica».
Dalla retina alle cornea, passando per il glaucoma ed alle tecniche laser nella chirurgia della cataratta e nella chirurgia
refrattiva ogni novità ed esperienza oggi applicata in ambito oculistico verrà esposta dai rispettivi esperti e ricercatori.
06 settembre 2013
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