La Francia dalla Seconda alla Terza Repubblica (1852

La Francia dalla Seconda alla Terza
Repubblica
(1852-1887)
Seconda Repubblica
Il 25 febbraio 1848 fu proclamato il
regime democratico dopo la vittoriosa
insurrezione dei democratici parigini e
la caduta della monarchia di luglio di
Luigi Filippo d'Orléans.
Seconda Repubblica
Il governo provvisorio, formato da repubblicani moderati e
qualche socialista, sotto la pressione dell'ala più radicale di
Louis Blanc, sciolse la camera censitaria e preparò l'elezione a
suffragio universale di un'Assemblea costituente (aprile 1848)
per dare una costituzione alla Francia.
Alle elezioni per la costituente, però, i repubblicani persero
(270 deputati su 900) mentre 500 dei nuovi eletti erano
monarchici -più o meno dichiarati -e comunque conservatori.
Seconda Repubblica
Dopo aver soffocato nel sangue un'agitazione
rivoluzionaria popolare che a Parigi interessò
50.000 lavoratori, l’esecutivo, ora guidato dal
generale Eugène Cavaignac che aveva soffocato la
rivolta, fece sopprimere i club rivoluzionari e fu
controllata la stampa popolare e democratica.
Seconda Repubblica
In tale clima fu elaborata e
promulgata la Costituzione che aveva
il difetto di mettere di fronte due
poteri – l’Assemblea e il Presidente –
che derivavano la loro legittimità dal
voto popolare senza porre nessun
rimedio per risolvere eventuali
conflitti.
Seconda Repubblica
Art. 20 – Il Popolo francese delega il Potere legislativo ad
un’Assemblea unica.
Art. 43 – Il Popolo francese delega il Potere esecutivo a un cittadino
che riceve il titolo di Presidente della Repubblica.
Art. 64 – Il Presidente della Repubblica nomina e revoca i ministri.
Art. 53 – Negozia e ratifica i trattati. – Nessun trattato è definitivo se
non dopo essere stato approvato dall’Assemblea nazionale.
Art. 54 – Egli veglia alla difesa dello Stato, ma non può
intraprendere nessuna guerra senza l’assenso dell’Assemblea
nazionale.
Il presidente della Repubblica era al tempo stesso Capo dello Stato
e capo del governo.
Seconda Repubblica
COSTITUZIONE DEL 4 NOVEMBRE 1848
Nel nome del popolo francese l’Assemblea nazionale ha adottato, e,
conformemente all’articolo 6 del decreto del 28 ottobre 1848, il Presidente
dell’Assemblea nazionale promulga la seguente Costituzione così redatta:
PREAMBOLO
In presenza di Dio e nel nome del popolo francese, l’Assemblea nazionale
proclama:
I – La Francia s’è costituita in Repubblica. Con l’adottare questa forma
definitiva di Governo, essa si è proposta come scopo di camminare più
liberamente nella via del progresso e della civiltà, di assicurare una
ripartizione sempre più equa degli oneri e dei vantaggi della società, di
aumentare l’agiatezza di ognuno con la graduale riduzione delle spese
pubbliche e delle imposte, e di far arrivare tutti i cittadini, senza nuove scosse,
con l’ulteriore e costante azione delle istituzioni e delle leggi, a un grado
sempre più elevato di moralità, di lumi e di benessere.
Seconda Repubblica
II – La Repubblica francese è democratica, una e indivisibile.
III – Essa riconosce dei diritti e dei doveri anteriori e superiori alle leggi
positive.
IV – Ha come principî la Libertà, l’Eguaglianza e la Fraternità. Ha come basi la
Famiglia, il Lavoro, la Proprietà, l’Ordine pubblico.
V – Essa rispetta le nazionalità straniere così come intende far rispettare la
propria, non intraprende nessuna guerra a fini di conquista e giammai impiega
le sue forze contro la libertà di alcun popolo.
VI – Doveri reciproci obbligano i cittadini verso la Repubblica, e la Repubblica
verso i cittadini.
VII – I cittadini devono amare la Patria, servire la Repubblica, difenderla a costo
della loro vita, partecipare ai pesi dello Stato in proporzione della loro fortuna;
devono assicurarsi col lavoro dei mezzi di esistenza, e, con la previdenza, delle
risorse per l’avvenire; devono concorrere al benessere comune aiutandosi
fraternamente gli uni con gli altri, e all’ordine generale osservando le leggi
morali e le leggi scritte che reggono la società, la famiglia e l’individuo.
Seconda Repubblica
VIII – La Repubblica deve proteggere il cittadino nella persona,
la famiglia, la religione, la proprietà, il lavoro e mettere alla
portata di ognuno l’istruzione indispensabile a tutti gli uomini;
deve, con un’assistenza fraterna, assicurare l’esistenza dei
cittadini bisognosi sia procurando loro del lavoro nei limiti
delle sue possibilità, sia dando, in mancanza della famiglia, dei
sussidi a coloro che non sono in condizioni di lavorare. In vista
del compimento di tutti questi doveri, e per la garanzia di tutti
questi diritti, l’Assemblea nazionale, fedele alle tradizioni delle
grandi assemblee che hanno inaugurato la Rivoluzione
francese, decreta nel modo che segue, la Costituzione della
Repubblica.
Seconda Repubblica
CAPITOLO I
DELLA SOVRANITÀ
Art. 1 – La sovranità risiede
nell’universalità dei cittadini francesi. – È
inalienabile e imprescrittibile. – Nessun
individuo, nessuna frazione del popolo
può attribuirsene l’esercizio.
Il secondo impero
Ma alle elezioni presidenziali del 10 dicembre 1848
il popolo della provincia cattolica, spaventato dal
"pericolo rosso“ e dalla tassazione, elesse
presidente Luigi Napoleone Bonaparte, di tendenze
conservatrici (dicembre 1848), il quale ottenne poi
una larga maggioranza alle elezioni del maggio 1849
e poté così realizzare una politica decisamente
reazionaria:
- difesa dell'istruzione confessionale,
-soppressione del suffragio universale e ripristino
del sistema censuario.
Il secondo impero
Le elezioni del maggio 1849 (500 seggi
alla destra), misero però in rilievo il
rafforzamento dei repubblicani di sinistra
(la c.d. Montagna).
L’alleanza democratico-socialista nella
quale aveva un ruolo non secondario
Victor Hugo conquistò quasi il 40% dei
voti in alcuni dipartimenti rurali abitati da
popolazioni di piccoli proprietari in
difficoltà economica.
Il secondo impero
Di fronte al rifiuto dell'assemblea di
rivedere la norma costituzionale che ne
impediva la rielezione a presidente, Luigi
Napoleone compì un colpo di stato (2
dicembre 1851), perseguitò i dissenzienti,
fece approvare una nuova Costituzione e
infine, dopo un plebiscito (21-22
novembre 1852), ristabilì l'impero,
assumendo il nome di Napoleone III.
Costituzione del ‘52
Art. 2 – Il Governo della Repubblica francese è
affidato per dieci anni al
principe Luigi Napoleone Bonaparte, attuale
Presidente della Repubblica.
Art. 3 – Il Presidente della Repubblica governa a
mezzo dei ministri, del Consiglio di Stato, del
Senato e del Corpo legislativo.
Art. 4 – Il Potere legislativo è esercitato
collettivamente dal Presidente della Repubblica,
dal Senato e dal Corpo legislativo.
Il secondo impero
La camera democratica fu sciolta e
al suo posto vi era un Corpo
legislativo (1 deputato ogni 35.000
elettori) eletto a suffragio
universale.
Il secondo impero
Al di là della forma, la sostanza era che l’equilibrio
politico-istituzionale era tutto sbilanciato a favore
dell’imperatore cui spettava il controllo
dell’esecutivo, del giudiziario, l’iniziativa
legislativa e la guida delle forze armate.
Napoleone III esibì il carattere consensuale del
suo potere ricorrendo a plebisciti che chiamavano
gli elettori ad approvare la sua azione politica
(1851-1852-1870).
Il secondo impero
Per cui la politica bonapartista, come fu
riconosciuto a suo tempo dai testimoni del tempo
come Karl Marx o Alexis de Tocqueville, ebbero
come tratti distintivi:
-cesarismo: forma autoritaria ma paternalistica
del governo
- carattere plebiscitario e consensuale basato su
di un rapporto diretto di fedeltà e corrispondenza
politica tra il popolo e il dittatore
Il secondo impero
La dittatura bonapartista si avvaleva
dell’appoggio clericale per garantire la fedeltà
delle masse rurali, dell’esercito e della
borghesia finanziaria e industriale beneficiata
dalle riforme economiche di Napoleone III.
Il secondo impero
Napoleone III, impresse un notevole impulso
alla vita industriale e finanziaria della Francia:
-sviluppò le infrastrutture,
- arò importanti trasformazioni urbane (a Parigi
e a Lione),
- patrocinò l'affermazione di un capitalismo
autoctono, grazie ad una legislazione liberistica
che preluse al trattato di libero scambio con la
Gran Bretagna (1860).
Il secondo impero
Il riconoscimento del diritto d'interpellanza
(1867) ai deputati e del diritto di sciopero ai
lavoratori introdussero, nel 1869-1870, un
periodo di ulteriore liberalizzazione nel
corso del quale il primo ministro Ollivier
riuscì a consolidare le attribuzioni spettanti
al parlamento, trasformando il Senato in
una seconda camera elettiva. Poté così
formarsi una forte opposizione legale,
repubblicana e socialista.
Il secondo impero
Nonostante i successi registrati da Napoleone III
in politica estera (la vittoria in Crimea, 18541856; la campagna d'Italia, 1859; l'espansione
coloniale in Africa e in Oriente), il nodo
permanente della questione romana e la
fallimentare spedizione in Messico (1860-1867)
contribuirono, insieme con il deterioramento
delle relazioni con la Prussia e la pressione della
sinistra interna, alla rapida crisi del regime.
Il secondo impero
Scoppiata la guerra franco-prussiana nel
1870, in seguito alla disfatta francese di
Sedan (2 settembre), il Secondo impero
cessò di esistere il 4 settembre, e le redini
del potere passarono a un governo di
difesa nazionale.
Il secondo impero
Scoppiata la guerra franco-prussiana nel
1870, in seguito alla disfatta francese di
Sedan (2 settembre), il Secondo impero
cessò di esistere il 4 settembre, e le redini del
potere passarono a un governo di difesa
nazionale.
Tra il marzo e il maggio del 1871 ci fu
l’istituzione di un autogoverno provvisorio
presieduto da Adolphe Thiers (1871-1873).
La Terza Repubblica
La Terza repubblica nasce in un
clima difficile in quanto il paese si
sente umiliato dalla sconfitta
contro i tedeschi, dalle condizioni
di pace, dalla rabbia derivante dal
lungo assedio prussiano a Parigi.
La Terza Repubblica
La Francia perde l’Alsazia e parte della
Lorena, il che significò una grave perdita
economia visto che era una zona molto
sviluppata dal punto di vista industriale e
ricca di materie prime (ferro e carbone).
La Terza Repubblica
A questo vi è da aggiungere il rancore
contro le forze conservatrici che
avevano condotto la Francia alla
catastrofe che portò tra marzo e
maggio del 1871
il popolo di Parigi a sollevarsi in armi e
a costituire un Consiglio della Comune
dalle tinte accesamente repubblicane
e socialiste.
Comune di Parigi
Animata dalla propaganda socialista della
prima Internazionale (di cui parleremo più
avanti) e dalle idee di Louise Auguste
Blanqui, rivoluzionario socialista, sotto la
guida di un Comitato centrale, la
maggioranza proletaria della popolazione
decise di opporsi all'alleanza tra il governo
conservatore e il militarismo prussiano.
Comune di Parigi
Il 18 marzo il governo provvisorio si ritirò a Versailles
(e per questo detto versagliese)
Mentre il governo comunardo eletto il 26 marzo:
-decreta la socializzazione provvisoria delle aziende
abbandonate dagli imprenditori,
-invitò i contadini a unirsi alla sua lotta, stabilì
l'elettività delle cariche pubbliche,
- abolì la coscrizione obbligatoria,
- sopprime i contributi pubblici al culto religioso
- dà avviò a decretare l'uguaglianza di tutte le
retribuzioni.
Comune di Parigi
Assediata dai versagliesi, che respingevano
ogni tentativo di compromesso, il governo
della Comune prese in ostaggio
l'arcivescovo di Parigi, il presidente della
Cassazione e oltre seicento preti e
gendarmi, arruolò tutti i cittadini fra i 19 e
i 40 anni in grado di combattere (circa
200.000 uomini) e diede i pieni poteri a un
comitato di salute pubblica.
Comune di Parigi
Le truppe regolari di Thiers inferiori per
numero ma molto meglio armate,
addestrate e nutrite, hanno facilmente
ragione dei federati e, entrate in città il 21
maggio, protraggono i combattimenti,
molto aspri da entrambi i lati, nella
"settimana di sangue“.
(21 – 28 maggio).
Comune di Parigi
20.000 comunardi vennero
fucilati sul posto, altre decine di
migliaia furono deportati nella
Nuova Caledonia
(Isola dell’Oceano Pacifico).
Comune di Parigi
Giudicata da Karl Marx essenzialmente un
governo della classe operaia, la forma
politica finalmente scoperta nella quale si
poteva compiere l'emancipazione
economica del lavoro, la Comune parigina
fu per anni esempio della realizzabilità di un
sogno e fonte più prossima dello stesso
nome "comunismo".
TERZA REPUBBLICA
Passata la crisi il paese assume il carattere
formale di una repubblica.
Nel 1875 viene introdotta la parola
“repubblica” in una serie di leggi costituzionali,
a riconoscimento esplicito di una condizione di
fatto consolidatasi negli anni precedenti.
TERZA REPUBBLICA
COSTITUZIONE DEL 1875
LEGGE RELATIVA ALL’ORGANIZZAZIONE DEI POTERI PUBBLICI
(25-28 FEBBRAIO 1875)
Art. 1 – Il Potere legislativo è esercitato da due Assemblee: la Camera dei
deputati e il Senato. – La Camera dei deputati è nominata dal suffragio
universale nelle condizioni determinate dalla legge elettorale. La
composizione, il modo di nomina e le attribuzioni del Senato saranno
regolate da una legge speciale.
Art. 2 – Il Presidente della Repubblica è eletto alla maggioranza assoluta dei
suffragi dal Senato e dalla Camera dei deputati riuniti in assemblea
nazionale. È nominato per sette anni. È rieleggibile.
TERZA REPUBBLICA
COSTITUZIONE DEL 1875
LEGGE RELATIVA ALL’ORGANIZZAZIONE DEI POTERI PUBBLICI
(25-28 FEBBRAIO 1875)
Art. 1 – Il Potere legislativo è esercitato da due Assemblee: la Camera dei
deputati e il Senato. – La Camera dei deputati è nominata dal suffragio
universale nelle condizioni determinate dalla legge elettorale. La
composizione, il modo di nomina e le attribuzioni del Senato saranno
regolate da una legge speciale.
Art. 2 – Il Presidente della Repubblica è eletto alla maggioranza assoluta dei
suffragi dal Senato e dalla Camera dei deputati riuniti in assemblea
nazionale. È nominato per sette anni. È rieleggibile.
TERZA REPUBBLICA
Approvate le leggi costituzionali non mancarono
tentativi di forzare la cornice repubblicana in
direzione autoritaria.
La Repubblica ad esempio subì una forte crisi sotto la
presidenza del generale Mac-Mahon (1873-1879), di
tendenze apertamente conservatrici che interpretò il
mandato in direzione “presidenzialista radicale”:
-il presidente come punto di riferimento del governo
- uso disinvolto del potere di scioglimento delle
camere (previsto nell’art. 5)
TERZA REPUBBLICA
Mac-Mahon fu quindi costretto alle dimissioni da
una maggioranza repubblicana.
Con la presidenza Grévy (1879-1887) prese avvio
la fase dello stato laico, democratico e
parlamentare, di cui il primo ministro Jules Férry,
artefice anche dell'espansione coloniale del paese
in estremo Oriente e in Africa, fu il principale
protagonista.
TERZA REPUBBLICA
La direzione più autoritaria però fu tentata dal Generale
Boulanger durante la presidenza di Marie François Sadi
Carnot.
Nominato nel 1886 ministro della Guerra, divenne il
maggior esponente del revanscismo antitedesco.
Estromesso dal governo nel 1887, lasciò l'esercito e si
dette all'attività politica come leader di un composito
movimento di destra (boulangismo).
Eletto deputato nel 1889 venne alla fine condannato
all'ergastolo per il suo progetto di colpo di Stato che
avrebbe dovuto portare ad un sistema politico autoritario
di stampo conservatore.
TERZA REPUBBLICA
La Repubblica, comunque, in questi anni
continua il rafforzamento della struttura
industriale del paese, nonostante la
presenza di una forte tradizione agricola
ben rappresentata sul piano politico
e la debole crescita demografica.
TERZA REPUBBLICA
All’interno del paese continuano però le divisioni
ideologiche:
-Destra monarchico-orleanista
- Destra legittimista e cattolico tradizionalista
- Destra Bonapartista
- Gruppi Nazionalisti radicali
- Diversi gruppi repubblicani
- Costellazione socialista
TERZA REPUBBLICA
In questa fase si formano maggioranze di
carattere soprattutto repubblicanoradicale dove però non mancarono
accordi di natura clientelare con altre
fazioni politiche.
TERZA REPUBBLICA
Durante la Terza Repubblica furono alla fine
approvate leggi che trasformarono ad esempio
il sistema educativo (introduzione
dell’istruzione elementare laica e gratuita,
1881-1882) e la società civile (leggi che
garantivano la libertà di stampa, di
associazione sindacale e operaia, 1884).
Affare Dreyfus (1894-1906)
Clamoroso caso politico-giudiziario fu però quello
scoppiato nel 1894.
Alfred Dreyfus (Mulhouse 1859 - Parigi 1935), ufficiale
di origine ebraica impiegato presso il ministero della
Guerra, fu accusato di aver rivelato segreti relativi alla
difesa all'addetto militare tedesco a Parigi.
Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario
Dreyfus fu degradato e condannato alla deportazione a
vita nell'isola del Diavolo (Caienna).
Affare Dreyfus (1894-1906)
L'opinione pubblica francese, travolta da un'ondata di
antisemitismo, dimenticò il caso finché, nel 1896, il comandante
Picquart, nuovo responsabile dell'ufficio informazioni del
ministero, riaprì le indagini, persuaso della colpevolezza di un
altro ufficiale francese, Esterhazy.
Questi però, nonostante la debolezza delle prove a carico di
Dreyfus, venne scagionato dal consiglio di guerra (1898), mentre
il governo Méline subiva passivamente le laceranti polemiche
che dividevano i francesi in due correnti d'opinione: i
dreyfusards (intellettuali, socialisti, radicali e repubblicani
antimilitaristi) e gli antidreyfusards (la destra nazionalista,
antisemita e clericale).
Affare Dreyfus
In seguito al trasferimento punitivo di Picquart in
Tunisia E. Zola pubblicò sull'"Aurore" un articolo
divenuto poi famoso, dal titolo J'accuse, a difesa di
Dreyfus. Querelato, fu condannato a un anno di
carcere e a 3000 franchi di ammenda. Poco dopo il
colonnello Henry, autore di alcuni documenti falsi
aggiunti al fascicolo di Dreyfus, fu scoperto e si suicidò.
Affare Dreyfus
Giunta al governo la nuova coalizione di difesa repubblicana, presieduta dal
radical-socialista Waldeck-Rousseau, nel 1899 si tenne la revisione del
processo, ma il consiglio di guerra confermò la colpevolezza di Dreyfus.
Immediatamente graziato dal presidente Loubet, l'ufficiale fu reintegrato nel
suo grado solo nel 1906.
L'affaire non fu un semplice caso di errore giudiziario ma rese palese, nella
Francia della Terza repubblica, due raggruppamenti di forze,
a destra (cattolico-tradizionalista e nazionalista) e a sinistra.
Declinava così quella posizione repubblicana, centrista e laica, che aveva
consolidato le istituzioni dalla fine degli anni settanta, ma che aveva dissolto
nella gestione del potere e in un patriottismo dalle sfumature nazionalistiche
l'iniziale spinta democratica e progressiva.