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25/2/2015
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24-02-2015
Largo successo alle Muse di Ancona per "La
dodicesima notte" di Carlo Cecchi
N egli A rtic oli
N el s ito
a cura di Gian Paolo Grattarola
Stam pa
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Dal 19 al 22 Febbraio 2015 al Teatro delle Muse è andato in scena "La
dodicesima notte", spettacolo prodotto da Marche Teatro in collaborazione
con Estate Teatrale Veronese, diretto e interpretato da Carlo Cecchi.
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In un periodo storico funestato da gravi e indiscriminati tagli dei contributi pubblici
e nonostante la propagandata perdita d’importanza del teatro, mai come in questo
momento Marche Teatro sembra vivere una fase di crescente vitalità creativa e di
eccellente produzione artistica.
Nell’ampio ventaglio di proposte messo in campo, che sta riscuotendo crescenti
riscontri di critica e di pubblico favorevoli, segnaliamo il nuovo spettacolo La
dodicesima notte diretto e interpretato da uno dei più valenti artisti contemporanei
Carlo Cecchi, che nella sua tappa al Massimo dorico è stato lungamente
applaudito dal pubblico delle grandi occasioni.
Commedia musicale articolata su una complessa coralità di equivoci, scambi di
identità e di genere, l’allestimento operato da Carlo Cecchi si segnala innanzitutto
per la sorprendente capacità di farsi spettacolo godibile e comprensibile dall’inizio
alla fine. Ma anche per la bellezza della traduzione in cui è stato versato dalla
poetessa Patrizia Cavalli e per l’accompagnamento musicale realizzato da
Nicola Piovani.
Non vi è mai trascuratezza nemmeno nei siparietti guitteschi con cui Sir Toby, sir
Andrew, l’astuta dama di compagnia della duchessa e il buffone di corte
alleggeriscono il motivo dominante dei tormenti sentimentali che finisce con il
piegare uno dopo l’altro tutti i personaggi dell’opera.
Ben giocata nel felice connubio tra il comico e il serio, la messinscena non va alla
ricerca di attualizzazioni, ma preferisce restare al vivace in cui l’opera fu concepita
dal bardo. Ciò anche grazie ai bei curati costumi di Nanà Cecchi.
Privo di supporti scenici e con le quinte scure in ossequio alla tradizione del teatro
del tempo, la sequenza dei quadri si svolge nell’intero arco dei due atti su una
circonferenza girevole posta al centro di una piattaforma che risulta assai funzionale
alla scansione temporale della trama e all’avvicendamento dei luoghi.
Al centro, a far da perno e da motore, sta Carlo Cecchi che interpreta con
prodigiosa naturalezza di eloquio e di comportamento scenico la parte di Malvolio,
scolpito nelle sue qualità di coscienza critica con una potenza degna delle più
grandi creature shakespeariane.
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Quanto alla giovane e sempre più in ascesa Barbara Ronchi, apprezziamo la
capacità di creare una simbiosi totale con il temperamento di Olivia, modulando la
voce e gestendo il corpo con una cura e una sapienza che conferiscono al suo
personaggio una prova di ragguardevole maturità recitativa.
E che dire degli altri attori? La cosa positiva è che non ve n’è uno solo – da Remo
Stella a Davide Giordano, da Eugenia Costantini a Loris Fabiani, da
Vincenzo Ferrera a da Daniela Piperno e Giuliano Scarpinato, da Dario
Iubatti a Federico Brugnone - che manchi della professionalità necessaria, di
quel sano artigianato che è il presupposto di ogni creazione che aspiri alla tensione
e alla concentrazione necessari, senza per questo venire mai meno a una
sorprendente disinvoltura recitativa.
Immergendosi in questa fascinosa novella, dalla struttura drammaturgicamente
curatissima, il pubblico affezionato di Shakespeare, difficilmente resisterà al
richiamo suggestivo dell’autore che Carlo Cecchi e Patrizia Cavalli tornano a
visitare con brio e delicatezza davvero coinvolgenti. Chapeau.
http://www.teatroteatro.it/articoli_dettaglio.aspx?uart=5673&at=1
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