LINGUE IN SCENA! Il Festival Studentesco Europeo di Teatro

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Education et Sociétés Plurilingues n°17-décembre 2004
LINGUE IN SCENA!
Un’esperienza interculturale creativa di pratica teatrale plurilingue in ambiente
scolastico
Stefania RESSICO
J'ai nommé le Fèstival Éuropéen d’Étudiants du Théâtre Plurilingue, que j’ai crée et que
je dirige depuis quatre ans pour le compte de l’Office Régional de l'Education du
Piémont, Langues en scène!, afin de rendre son objectif immédiatement reconnaissable.
Le point d’exclamation est très important: il veut en effet exprimer, dès le titre,
l’enthousiasme, qui est un élément fondamental et constitutif de cette manifestation.
For four years now I have been directing the European Student Festival of Plurilingual
Theater that I conceived at the request of the the Piemonte Region Education
Department. I baptized it Languages on Stage! so that its aims should be immediately
identified. The exclamation point is very important: it is meant to convey the
enthusiasm which is a fundamental and inherent factor of the event.
Il Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue che ho ideato e che
dirigo da quattro anni per conto dell’Ufficio Scolastico Regionale per il
Piemonte è stato da me chiamato Lingue in Scena! affinché il suo obiettivo
sia immediatamente riconoscibile; fondamentale è il punto esclamativo:
esso vuole infatti dare espressione, fin dal titolo, all’entusiasmo, elemento
costitutivo di questa manifestazione.
Il teatro a scuola. Perché?
Esistono stretti legami, a mio avviso, tra il teatro e la pratica dell’arte in
generale – e teatrale in particolare – e la scuola, che portano spesso, se ben
veicolati, a risultati di stupefacente eccellenza.
Questo perché i soggetti coinvolti (studenti ed insegnanti) sono per loro
natura dei “dilettanti” del teatro. E non a caso si deve spesso ai dilettanti, in
ogni epoca ed in ogni paese, se a teatro è comparso qualcosa di nuovo, che
ha dato impulsi innovatori ed aperto nuove strade. Mi piace riferire il
termine di “dilettante” nell’accezione evocata dal grande attore e regista,
Jacques Copeau, che in Registres, I, afferma:
…Non bisogna vergognarsi di essere un dilettante. Auguriamo all’artista, anche al più
grande, di non smettere mai, nel corso della sua carriera, di essere un dilettante, un
« amatore », dando a questa parola il suo vero significato: colui che ama… Colui che si
dona alla sua arte né per ambizione, né per vanità, né per cupidigia, ma unicamente per
amore e che, sottomettendo tutto se stesso a questa pura passione, fa voto d’umiltà, di
pazienza e di coraggio (Jacques Copeau) .
S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Solo se si riesce a trasmettere agli studenti il senso di appartenenza
“appassionato” ad un progetto artistico comune, si potrà avere la sorpresa
di trovarsi davanti a prodotti di qualità. E questo avviene magicamente ad
ogni edizione del nostro Festival…
Il “valore aggiunto” del plurilinguismo, che sta a fondamento del progetto,
si produce in particolare nello spettacolo finale, che “prende a prestito”
parole, elementi culturali generati da realtà diverse e contesti più o meno
lontani nel tempo e nello spazio e li connette in un atto generativo potente,
che origina quei “figli sontuosamente irriconoscibili” di cui parla Ariel
Dorfman.
Ritengo opportuno segnalare, per completare le “basi teoriche” sulle quali
si è definito via via il progetto del Festival, un ulteriore elemento di
innovazione del progetto, che fa riferimento al “mistilinguismo”, aspetto
oggi più evidente degli effetti pratici del plurilinguismo. Tale elemento si
affaccia principalmente in fase di revisione critica dei differenti processi
che hanno portato i gruppi ad elaborare i loro spettacoli e di valutazione
formale dei prodotti realizzati.
Il Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue LINGUE IN SCENA!
Le origini
Il Festival è nato nel 2000, frutto di un’idea maturata dal confronto e dalle
riflessioni con Rosanna Balbo, consulente del Comune di Torino/Settore
Gioventù e con Catherine Pétillon, all’epoca “attachée de coopération pour
le français” presso il Centre Culturel Français de Turin, mentre con loro mi
trovavo a Toulouse, Francia, ospite del Festival de Théâtre Jeunes e della
sua direttrice, Marie Claude Baboulène. Mentre assistevo agli spettacoli,
presentati in lingua francese da gruppi scolastici provenienti da tutta
Europa (si tratta infatti di una rassegna di teatro francofono), ho sentito il
bisogno di ascoltare, sul palcoscenico, l’armonia della diversità linguistica
che si creava fuori dalla scena, quando i giovani comunicavano
spontaneamente tra loro…. Abbiamo allora immaginato un festival
plurilingue, in cui ciascuno avrebbe potuto esprimersi in scena nella sua
lingua, ma anche recitare in una lingua diversa dalla propria.
L’anno successivo, il 2001, si è tenuta a Torino la prima edizione del
Festival, rivolto a giovani “attori” e spettatori di età compresa tra i 14 e i 20
anni.
Gli obiettivi
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Nel corso del Festival è percepibile un generalizzato effetto di piacere del
gioco teatrale nei giovani protagonisti, negli adulti accompagnatori e nel
pubblico.
Le varie azioni previste sono intessute di una rete di obiettivi di tipo
pedagogico, che fanno riferimento in generale alla “costruzione “ del
cittadino europeo, desideroso di conoscere e pronto a rispettare le
differenze di lingua e di cultura, attraverso la pratica di un’arte, in questo
caso teatrale. Tale pratica facilita naturalmente la nascita e lo sviluppo,
presso i giovani protagonisti, di una sensibilità plurilingue e multiculturale,
valorizzando, attraverso il linguaggio teatrale, la grande ricchezza
linguistica e culturale dell’Europa tutta. A questo proposito mi sento di
poter dire che quest’iniziativa può considerarsi a pieno titolo una buona
“messa in pratica” delle indicazioni e dei suggerimenti espressi dalla
Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio, al Parlamento
Europeo, al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni (24
luglio 2003) « Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità
linguistica: piano d’azione 2004-2006 », in merito al sostegno al
plurilinguismo ed al pluriculturalismo della nuova Europa. La
consapevolezza delle differenze deve potersi fondare su una profonda
coscienza di sé e delle proprie matrici linguistiche e culturali. In
quest’ottica si muove l’orientamento del Festival nel dedicare lo spettacolo
plurilingue ad un’opera e ad un autore italiani, anche allo scopo di
promuovere la cultura italiana in contesto europeo.
Il Festival si dà inoltre un compito di natura didattica. Intende dimostrare
infatti l’efficacia delle tecniche teatrali come veicolo degli apprendimenti
disciplinari (CLIL o ELILE) ed in particolare delle lingue. Ritengo che la
manifestazione tutta possa intendersi dunque come un momento di
sostegno all’insegnamento/apprendimento delle lingue europee, in quanto
“veicoli” di conoscenza. Inoltre, sempre in ambito formativo, viene a
costituirsi un ambiente adeguato a fornire ai giovani elementi di
orientamento formativo e/o professionale, relativamente alle professioni
legate allo spettacolo.
Non dimentichiamo poi che la conoscenza reciproca della cultura e della
realtà di ciascuno, veicolata dalla pratica teatrale, facilita la socializzazione
e crea un terreno favorevole allo sviluppo di relazioni interpersonali di
qualità. La promozione della pratica teatrale tra i giovani permette di farne
in buona sostanza i protagonisti di una manifestazione, sia in quanto attori,
sia in quanto spettatori.
Il regolamento
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Gli spettacoli in cartellone prevedono la rappresentazione di diverse
tipologie di spettacoli:
a) una breve pièce in lingua straniera, di cui il testo e la lingua sono a libera scelta
b) una breve pièce nella propria lingua madre, il cui testo è indicato (si tratta di un’
opera di uno scrittore/drammaturgo italiano, scelto dal direttore del festival).
c) una breve pièce in una lingua classica (latino o greco antico)
Per la quarta edizione abbiamo avuto il piacere di accogliere, per la messa
in scena di « Turandot » di Carlo Gozzi, un gruppo amatoriale di
Solikamsk (Russia), uno tedesco di Magdeburg, uno francese di Grenoble,
uno ucraino di Kiev, e uno italiano di Torino. Abbiamo visto perciò le
versioni russa, tedesca, francese, ucraina ed italiana di « Turandot » ed una
versione plurilingue, che tutte le ha comprese. Il regolamento di questa
quarta edizione invitava inoltre ad integrare nel testo di Gozzi passaggi
dell’opera « Turandot » di Giacomo Puccini. L’operazione di “meticciato”
è diventata così, in questo caso, ancora più esplicita, attraverso
l’integrazione di registri teatrali differenti.
L’edizione 2004 ha inaugurato una nuova sezione, quella degli spettacoli
nelle lingue classiche latino e greco antico. Tale innovazione persegue la
finalità di valorizzare l’ipotetica musicalità del latino e del greco antico,
come si sarebbero potute apprezzare in occasione delle rappresentazioni
teatrali a Roma, Atene o Siracusa 2500 anni fa. L’introduzione delle
cosiddette « lingue morte » in un festival che promuove le lingue vive, è
legittimata inoltre dal nostro riconoscere le lingue classiche come
progenitrici comuni delle lingue europee moderne e nel voler richiamare,
con la loro celebrazione, una parte importante della tradizione culturale
europea.
Un’altra novità dell’edizione 2004 è una sezione di spettacoli presentati
esclusivamente in lingua straniera da gruppi selezionati attraverso un
Bando Internazionale lanciato dal Comune di Torino (è il caso del gruppo
di Belgrado, di Rouen, di Madrid).
Per l’edizione 2005 sarà inaugurata una sezione di lingue minoritarie (sono
in atto contatti con un gruppo del nord della Germania, con realtà sensibili
della Valle d’Aosta, Italia e con un gruppo di Alicante, Spagna).
La messa in scena plurilingue
Senza dubbio la parte più innovativa della manifestazione è la messa in
scena plurilingue a conclusione del Festival, in quanto rappresenta un
esempio di creazione interculturale, un prodotto meticcio, “ figlio
sontuosamente irriconoscibile” (secondo la già ricordata, bellissima
espressione di Dorfman) delle messe in scena d’origine.
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Per capire meglio sarà opportuno fare riferimento al meccanismo che dà
origine allo spettacolo plurilingue.
Come già detto in precedenza, ogni gruppo prepara, nella propria lingua
d’origine, una rappresentazione teatrale su piano di regia ed allestimento
libero, a partire da un testo di un autore italiano, scelto dalla direzione del
festival. L’allestimento di ogni gruppo, pur nel rispetto delle differenti
interpretazioni del testo assegnato, dovrà prevedere di svilupparsi secondo
le consegne del Direttore del Festival, riguardanti le sezioni di testo e gli
eventuali tagli, necessari a rendere la partitura testuale comparabile .
Di norma si tratta di testi di autori universalmente noti (Pirandello, Calvino,
Fo), al fine di facilitarne il reperimento e le traduzioni nelle lingue madri
dei gruppi partecipanti. Tale operazione tuttavia non è sempre semplice,
poiché si dà il caso che anche testi apparentemente noti possano essere di
non facile reperibilità o siano disponibili in traduzioni di dubbia qualità e di
difficile adattabilità al linguaggio della scena.
Un margine di flessibilità è previsto, per non rendere troppo arduo il
compito dei gruppi. Per la quarta edizione, ad esempio, il gruppo tedesco e
quello russo hanno lavorato sulla traduzione realizzata da Schiller del testo
di Gozzi, gli uni semplicemente utilizzandola nel loro allestimento, gli altri
operandone una traduzione in lingua russa (viste le competenze esistenti
all’interno del gruppo russo).
Un altro esempio: nel corso della prima edizione, il gruppo portoghese non
riuscì a trovare la traduzione del testo di Fo nella propria lingua e fu perciò
costretto a recuperarne la versione spagnola ed affidarne la traduzione in
lingua portoghese ad un professionista. Ma anche questo fa parte del
gioco…
La prima giornata del festival è dedicata dunque interamente a queste
rappresentazioni: a turno ogni gruppo si esibisce, dando la possibilità agli
spettatori di ascoltare la musicalità delle lingue europee e di assistere alle
“rappresentazioni degli universi culturali” di ogni singolo Paese.
Nell’edizione 2003, ad esempio, abbiamo potuto assistere alla messa in
scena di sei rappresentazioni tratte da « I Giganti della Montagna » di Luigi
Pirandello, tutte molto interessanti e diverse tra di loro. Un occhio esperto
avrebbe potuto riconoscere (senza saperlo prima e senza conoscere le
lingue utilizzate) e distinguere lo spettacolo polacco, molto “genere”
Kantor, da quello tedesco, stile teatro espressionista, da quello francese, di
taglio minimalista…
E’ una gioia della diversità linguistica e culturale e nello stesso tempo un
piacere, ritrovare il « filo rosso” che percorre la nostra cultura europea!.
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Il regolamento del Festival prevede la scelta degli interpreti, tra quelli di
ciascun gruppo, che dovranno lavorare per tre giorni alla messa in scena
plurilingue dello stesso testo. Ed al termine delle prove potremo assistere,
con emozione rinnovata, ad una messa in scena assolutamente originale che
risente solamente da lontano degli allestimenti d’origine, dotata di una
forza espressiva e di un’ autonomia artistica provenienti dalla sua
espressione interculturale e interlinguistica.
L’effetto prodotto non è generato dalla giustapposizione dei dialoghi o dei
monologhi nelle diverse lingue. E’ attraverso il gioco teatrale che si arriva a
creare un prodotto « meticcio » che restituisce la complessità, nel rispetto
delle differenze di lingua, di stile e di interpretazione, esaltandole in un
« unicum » molto più potente delle creazioni d’origine.
Bisogna dire che i giovani attori facilitano il lavoro di messa in scena con il
loro entusiasmo e la loro « freschezza », qualità dei « dilettanti » nel senso
espresso da Jacques Copeau, che definisce dilettante “colui che ama” cioè
colui che impegna se stesso in ciò che fa con dedizione assoluta. Questo
permette sovente di raggiungere, nel teatro definito « amatoriale », dei
risultati di una qualità inattesa. E qui i risultati, dal punto di vista
qualitativo, sono più che soddisfacenti. In effetti, nel corso dell’ultima
edizione del Festival ho avuto l’occasione di raccogliere la testimonianza di
alcuni professionisti del mondo teatrale che hanno assistito alla messa in
scena plurilingue, i quali mi hanno confessato di aver imparato molto da
quei giovani attori francesi, ucraini, tedeschi, italiani, russi…
Le rappresentazioni plurilingui allestite in questi anni sono state le
seguenti:
Nell’edizione 2001, Il matto e la morte di Dario Fo recitato in italiano,
portoghese e tedesco. Nell’edizione 2002, Le città invisibili di Italo Calvino
recitato in tedesco, francese, italiano, polacco, portoghese e ucraino.
Nell’edizione 2003, I Giganti della montagna di Luigi Pirandello recitato
in tedesco, catalano, spagnolo, francese, italiano e polacco e nell’edizione
2004, Turandot di Carlo Gozzi, recitata in italiano, francese, tedesco, russo.
Segnalo in anteprima che il testo scelto per lo spettacolo plurilingue
dell’edizione 2005 è “La guerra” di Carlo Goldoni.
I Giganti della Montagna, da Luigi Pirandello
Spettacolo plurilingue 2003
Cercherò qui di render conto dell’elaborazione e della realizzazione dello
spettacolo plurilingue, che, ricordo, viene allestito nell’arco di tre giorni e
che debutta alla fine di un’intensa condivisione e rielaborazione delle
suggestioni prodotte dalle diverse messe in scena nelle varie lingue.
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Nel maggio 2003, sul palcoscenico del Teatro Gobetti di Torino si sono
avvicendate una dopo l’altra le compagnie venute da tutta Europa per
Lingue in Scena!: italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, catalani, polacchi.
Hanno lavorato per tutto l’anno su…Les géants de la montagne…Die
Riesen vom Berge…Giganci…El sueňo de Cotrone…Els gegants de la
muntanya…I giganti della montagna …
La sala risuona di voci, è una sensazione meravigliosa vedere ed ascoltare
degli adolescenti recitare nella loro lingua, e capire poco o nulla: questo è
veramente il teatro, l’essenza della comunicazione/non comunicazione,
qualcosa che ha a che fare con il paradiso, se esiste, con l’estasi.
E’ la fantasia allo stato puro, le parole rimbalzano leggere da una bocca
all’altra…suoni a volta aspri a volte melodiosi. Come coordinare tutto ciò?
Come fare la regia? La regia è lì nella testa, niente è precostituito, solo una
grande predisposizione dell’animo a catturare e ad assorbire ogni
sollecitazione, ogni battito d’ali, ogni suono uscito da quelle bocche di
ragazzi. Certo Pirandello è sempre presente, è lì in agguato, è lui che darà
la struttura allo spettacolo, che dialoga con tutti noi, mentre scegliamo la
strada… Anche i musicisti, che lavorano da anni per Lingue in Scena!,
sono attenti a non lasciarsi sfuggire nessun suono, per metterlo al servizio
della parola, al servizio del teatro.
Il momento più difficile è la scelta dei tre ragazzi per gruppo che andranno
a comporre il “nocciolo duro” del cast plurilingue… Qui l’impegno è
grande, per cercare di non snaturare i ragazzi, le lingue, i diversi passaggi
drammatici. E in fin dei conti anche di rispettare Pirandello…. Alla fine
della giornata ci saranno tre Ilse, tre Cotrone, tre Sgricia e sei madri,
lacerate dall’urlo della Madre della “Favola del Figlio Cambiato”, che
apriranno la messa in scena con un prologo poetico, quelle “gatte” che
arricciano i capelli ai bambini, fino a farli svanire… Peccato per gli
esclusi… Tuttavia un coro finale , tratto dal “racconto della Sgricia”,
porterà tutti i ragazzi in palcoscenico.
Nel corso delle prove, sempre pronti a contaminare e a contaminarsi, i
ragazzi improvvisano in scena, si muovono, si guardano, si scrutano, si
cercano, ripercorrono i loro personaggi… Dopo un prologo al femminile, si
segue il fluire del dramma dall’inizio: gli abitanti della villa “La Scalogna”
vedono giungere da lontano la compagnia della Contessa, un manipolo
scalcagnato di attori girovaghi, ridotti alla fame… Ajuto!…è la prima
parola che esce dalle loro bocche, in lingue diverse ma con un suono solo al
limite dell’ultrasuono, un Si naturale, uscito così un po’ per caso un po’ per
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
magia, un po’ perché il teatro è sempre e comunque al di sopra di noi e
dall’alto ci guida…
Ragazzi venuti dalla Polonia, dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna,
dalla Catalogna…s’incontrano in Italia, con ragazzi italiani, in una terra
assolata, bruciata dal sole del Mediterraneo, in una vallata alle falde di una
montagna, nella Sicilia epica di Pirandello. Si scrutano, comunicano nelle
loro lingue, attraverso il corpo ed il canto…cercano come gli Scalognati
di…ricostruire il mondo…di reinventare ogni gesto…e di dargli un nome.
In fondo non è forse anche questo l’obiettivo poetico ed etico di
Pirandello?
Qui il teatro ha meravigliosamente “generato un figlio sontuosamente
irriconoscibile”, quello spettacolo armonioso e corale, frutto dell’incontro
tra le diversità delle lingue e delle culture. Dalla dissonanza, dalla babele
delle lingue, all’armonia dell’arte, che tutto unisce e tutto accomuna, sorge
uno “splendido nuovo mondo” dove tutto è possibile… La messa in scena
plurilingue quindi come sintesi delle altre messe in scena, come espressione
delle differenti culture, come voce delle diverse lingue, ma soprattutto
come proposta artistica assolutamente originale e autonoma, molto più
potente di tutte le altre . L’interculturale diventa in scena creazione
artistica. Praticando questo percorso teatrale plurilingue ognuno di noi si
ritroverà cambiato.
In effetti, l’integrazione nello spettacolo finale delle diverse « letture »
dello stesso materiale testuale, permette, attraverso la sua forza emotiva e
culturale, l’abbandono di stereotipi e la libera creazione di nuovi modelli. Il
giorno dopo la “prima” dello spettacolo plurilingue ognuno sentirà di aver
vissuto un’esperienza artistica che gli avrà cambiato la vita.
Il teatro e l’insegnamento/apprendimento delle lingue
Gli studi e le esperienze professionali che ho maturato sia nel teatro, sia
nell’insegnamento della lingua francese e nella formazione degli
insegnanti, mi permettono di affermare l’efficacia della pratica teatrale a
scuola in generale e in particolare per l’apprendimento delle lingue.
Non parlerò qui né di problemi di organizzazione scolastica né di aspetti
curricolari o extra - curricolari della pratica artistica in generale - e in
teatrale particolare - a scuola. Mi permetterò solo una breve riflessione sui
due elementi fondanti a questo proposito: le competenze da sviluppare
nell’allievo e la formazione degli insegnanti di lingue alla pratica teatrale.
Le competenze nell’allievo
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Si parlerà in questo caso di due tipologie di competenze: teatrali e
linguistiche.
Le competenze teatrali
Poiché l’obiettivo è quello di imparare le lingue, la pratica teatrale dovrà
veicolare questo tipo di apprendimento.
Sarà comunque necessario immaginare una serie di competenze più
strettamente riferite al teatro, affinché tale pratica possa risultare efficace.
L’allievo dovrà quindi essere reso capace di:
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improvvisare a partire da una situazione data;
proporre canovacci, spunti di gioco teatrale, per sé o per gli altri;
integrare nella messa in scena i costumi, le scenografie, la musica, ecc.
trasformare la propria recitazione seguendo le indicazioni degli altri
compagni, dell’insegnante o del professionista teatrale;
esprimere curiosità e interesse per gli spettacoli offerti e proposti;
“leggere” uno spettacolo visto e reperirne le componenti fondamentali;
mettere in relazione il suo lavoro e gli spettacoli visti;
collocare i testi nei periodi più importanti della storia del teatro del o dei
Paesi di cui studia la lingua;
prendere coscienza della sua posizione nello spazio teatrale;
possedere una gestualità espressiva e coerente con l’oggetto della
rappresentazione;
essere udibile sia nella lettura sia nella recitazione;
guardare i compagni e il pubblico quando lo spettacolo lo richiede e
lasciarsi guardare senza distogliere l’attenzione dalla scena;
accettare il giudizio degli altri e tenere in considerazione i suggerimenti
ricevuti;
condividere la scena con i propri compagni;
partecipare all’elaborazione di un progetto collettivo a cui dedicarsi con
impegno;
saper cogliere l’aspetto creativo sia collettivo sia individuale di una messa
in scena;
rispettare la recitazione dei propri compagni, ascoltarli, dar loro dei
suggerimenti pertinenti, finalizzati alla buona riuscita della messa in scena
collettiva.
Le competenze linguistiche
A questo proposito sarà necessario fare riferimento alle competenze
linguistiche espresse dai descrittori del Quadro Comune Europeo di
Riferimento per le Lingue elaborato dal Consiglio d’Europa, poiché le
situazioni teatrali sono necessariamente inserite in un contesto di
comunicazione.
Si tratta tuttavia di qualcosa in più…L’esperienza di questi quattro anni mi
fa dire che il Festival (e soprattutto lo spettacolo plurilingue) risulta essere
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
l’ambiente più adatto, l’”humus” per la nascita e lo sviluppo di competenze
trasversali, di tipo psico-linguistico e socio-culturale, quali, tra le altre, lo
sviluppo di competenze interculturali, il piacere della scoperta di testi e di
autori teatrali di altri paesi, l’attivazione spontanea di un supporto per la
pronuncia e per l’auto-valutazione fonetica, l’ arricchimento lessicale,
l’occasione per riflettere sui fenomeni linguistici in un contesto di
comunicazione, l’aggiornamento continuo sull’attualità dei contesti d’uso
della lingua, lo sviluppo di competenze metacognitive.
La formazione degli insegnanti
Si tratta di un aspetto molto importante, che pone alcuni problemi relativi al
profilo stesso dell’insegnante .
Non è questa la sede per approfondire l’argomento. Mi limiterò a
richiamare qui alcune “questioni aperte” ed in particolare quelle riferite alla
formazione iniziale ed alla formazione in servizio.
Per quanto attiene alla formazione iniziale, si dovrà prevedere una
formazione relativa a:
l’apprendimento di tecniche teatrali di base;
l’educazione dello spettatore (fare e guardare il teatro),
la ricerca e la scelta dei testi;
l’elaborazione e l’adattamento dei testi.
La formazione continua dovrà inoltre porre attenzione alla formazione
congiunta dei docenti e dei professionisti dello spettacolo ed alla pratica
teatrale come tecnica veicolare dell’apprendimento disciplinare.
*
Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue LINGUE IN SCENA !
Torino - ITALIA
Prima edizione: 5-11 aprile 2001
Partner:
M.P.I. Provveditorato agli Studi di Torino
Centre Culturel Français de Turin
Comune di Torino/Settore Gioventù
Provincia di Torino
Partecipanti: quattro gruppi scolastici del Piemonte (Italia)
un gruppo amatoriale di Toulouse (Francia)
un gruppo scolastico di Freiburg (Germania)
un gruppo amatoriale di Loureiro (Portogallo)
Testo della messa in scena plurilingue: Il matto e la morte di Dario Fo
Concorsi collegati:
«ScuolaSuper» del Comune di Torino
«Coups de théâtre à l’école» dell’Ambasciata di Francia
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Partenariati europei: Festival Enfants et Jeunes di Toulouse, Francia
Seconda edizione: 18-23 aprile 2002
Partner:
Ufficio Scolastico Regionale Piemonte – M.I.U.R.
Centre Culturel Français de Turin, Goethe Institut Inter Nationes
Comune di Torino/Settore Gioventù, Provincia di Torino, Regione Piemonte
Partecipanti: quattro gruppi scolastici del Piemonte (Italia)
un gruppo scolastico di Mallemort (Francia)
un gruppo scolastico di Dortmund (Germania)
un gruppo amatoriale di Loureiro (Portogallo)
un gruppo amatoriale di Kiev (Ucraina)
un gruppo scolastico di Katowice (Polonia)
Testo dello spettacolo plurilingue: Le città invisibile di Italo Calvino
Concorsi collegati:
1. «ScuolaSuper» del Comune di Torino
2. «En français sur les planches» regionale, promosso dal CCF
de Turin
3. «Theaterwettbewerb», interregionale, promosso dal Goethe
Institut, Turin
Partenariati europei:
Festival Enfants et Jeunes di Toulouse (Francia)
Festival GLOBE THEATRE di Rouen (Francia)
Terza edizione: 5-9 maggio 2003
Partner:
Ufficio Scolastico Regionale Piemonte – M.I.U.R.
Centre Culturel Français de Turin, Goethe Institut Inter Nationes
Comune di Torino/Settore Gioventù, Provincia di Torino, Regione
Piemonte
Partecipanti: quattro gruppi scolastici del Piemonte (Italia)
un gruppo scolastico di Vizille (Francia)
un gruppo scolastico di Magdeburg (Germania)
un gruppo amatoriale di Alicante(Spagna)
un gruppo scolastico di Madrid (Spagna)
un gruppo scolastico di Katowice (Polonia
Testo dello spettacolo plurilingue: I giganti della montagn di Luigi Pirandello
Concorsi collegati:
1. «En français sur les planches» regionale, promosso dal C. C. F. de Turin
2. «Theaterwettbewerb», nazionale, promosso dal Goethe Institut Inter Nationes
Partenariati europei
Festival GLOBE THEATRE di Rouen (Francia)
Gesamtschule Brünninghausen di Dortmund (Germania)
Liceo Italiano di Madrid
Quarta edizione: 26-30 aprile 2004
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S. Ressico, LINGUE IN SCENA!
Partner: Ufficio Scolastico Regionale Piemonte – M.I.U.R.
Centre Culturel Français de Turin, Goethe Institut Inter Nationes
Comune di Torino/Settore Gioventù, Provincia di Torino, Regione Piemonte
Sostegno del Teatro Regio di Torino
Partecipanti: tre gruppi scolastici del Piemonte (Italia)
un gruppo amatoriale di Torino (Italia)
un gruppo scolastico di Trieste (Italia)
un gruppo scolastico di Grenoble (Francia)
un gruppo amatoriale di Rouen (Francia)
un gruppo scolastico di Magdeburg (Germania)
un gruppo amatoriale di Belgrado (Serbia Montenegro)
un gruppo amatoriale di Kiev (Ucraina)
un gruppo amatoriale di Solikamsk (Russia)
Testo dello spettacolo plurilingue: Turandot di Carlo Gozzi e di Giacomo Puccini
Concorsi collegati:
1. En français sur les planches interregionale, promosso dal C. C. F. de Turin
2. Theaterwettbewerb, nazionale, promosso dal Goethe Institut Turin
N.B. prossimo anno il British Council di Roma promuoverà un concorso nazionale
per la selezione dello spettacolo italiano in lingua inglese
Partenariati europei:
Festival GLOBE THEATRE di Rouen (Francia)
Liceo Italiano di Madrid
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