wikipedia, la liberta ha un prezzo che vale miliardi

__ a . _ > L'enciclopedia digitale autogestita è fra
i siti più visitati al mondo, ma non vuole pubblicità
e vive solo di donazioni dagli utenti. Ecco come
WIKIPEDIA, LA LIBERTA
HA UN PREZZO
CHE VALE MILIARDI
di Virginia Della Sala
volontariato vero, mi piace farlo quando voglio,
senza nessuno che dica cosa fare. Durante il giorno
lavoro come fotografo freelance e quando ho tempo mi siedo al computer e mi
dedico a Wikipedia".
Niccolò Caranti è uno dei circa cento
amministratori di Wikipedia in italiano. Lo incontriamo a Trento, in un piccolo bar senza turisti in piazza Duomo.
Indossa una felpa con il logo di Wikipedia. Ha 28 anni, studia Giurisprudenza ed è "amministratore" dal
2006.
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"In Italia ci sono ottomila utenti attivi
al mese - spiega Niccolò - e ognuno dà
il suo contributo alla più grande enciclopedia virtuale esistente. Il principio
su cui si fonda l'autorevolezza di Wikipedia, è la verificabilità delle sue voci,
non tanto la veridicità. Per ogni informazione, deve essere sempre citata una
fonte facilmente consultabile. Se questo non avviene, intervengono gli amministratori che possono correggere,
cancellare o segnalare la voce come
dubbia".
Niccolò ha incontrato il mondo di Wikipedia grazie a un libro. "Stavo leggendo un romanzo storico - racconta - in
cui si parlava di una battaglia. L'ho cercata su Wikipedia e poiché la voce non
mi sembrava completa l'ho modificata. Così ho iniziato a partecipare. Ho
creato la voce sulla Corte europea dei
diritti dell'uomo. Poi sono diventato
amministratore". Per farlo ci si può
candidare o essere candidati. A votare
sono poi gli utenti.
Niccolò partecipa ai programmi per
diffondere la conoscenza di Wikipedia
grazie all'associazione italiana Wikimedia Italia, riconosciuta da quella
americana. Ha un bilancio di circa 400
mila euro annui e le principali spese sono per manifestazioni e iniziative promozionali. "Sono stato in alcune scuole e abbiamo insegnato ai bambini come usare Wikipedia - racconta Niccolò
-. Per questo tipo di attività ho ricevuto
un rimborso spese e periodicamente la
fondazione mette in palio borse di studio per permettere di partecipare ai raduni o ad altre iniziative. Grazie a loro
sono andato in America per il raduno
dei wikipediani".
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Nel documento che raccoglie i nomi
Secondo i dati Alexa, azienda di stati- dei benefattori di Wikipedia si contano
stiche sul web, Wikipedia è il sesto sito almeno cento donatori anonimi, di cui
più visitato in Italia e nel mondo. Se si tre avrebbero versato tra i 100.000 e i
facesse pagare per ogni clic ricevuto, 999.000 dollari. Gli altri dai 5.000 dolsarebbe uno dei principali competitori lari ai 25.000. Nei primi quattro mesi
sul mercato della pubblicità online. del 2014, tenendo conto della rendiNella classifica è preceduto da Google, contazione di aprile, Wikimedia
Facebook, Yahoo! e Youtube, il cui fat- Foundation ha registrato entrate per
turato in termini di pubblicità e servizi 50 milioni di dollari. Anche le uscite
ammonta a decine di miliardi di dollari sono a sei zeri: 36 milioni di dollari diall'anno. Quasi 60 miliardi per Google, visi tra i salari di 200 dipendenti, spese
dieci per Facebook e sei per Youtube. È di gestione e amministrazione, spese
per software e server, per le conferenze
questo il prezzo della libertà digitale.
L'ultimo anno fiscale rendicontato e la promozione. Ogni centesimo è
dalla Wikimedia Foundation, società rendicontato, tutte le entrate sono inamericana fondata nel 2003 da Jimmy vestite nuovamente su Wikipedia e noWales, ha registrato entrate per soli 48 nostante si tratti del più grande sito al
milioni di euro, quasi tutti da donazio- mondo, non intende inserirsi nel camni spontanee degli utenti e dal surplus po della pubblicità online.
dell'anno precedente. Un cifra mille
volte inferiore a quelle dei giganti del
web.
Periodicamente, infatti, sul sito appare
il banner per la richiesta di donazioni:
"Cari lettori di Wikipedia - si legge - per
mantenere la nostra indipendenza,
non pubblicheremo mai banner pubblicitari. Non riceviamo alcun finanziamento governativo. Sopravviviamo
grazie alle donazioni. Quando i soldi
necessari sono stati raccolti, Wikipedia
chiude la sua campagna fino all'anno
successivo.
Il compito degli amministratori è anche quello di evitare che il sito sia strumentalizzato a scopi lucrativi. Molte
aziende cercano di farsi pubblicità e assumono personale per creare le voci. È
il caso di Wiki-Pr, società statunitense
che offre servizi a pagamento assicurando sia massima visibilità sulla piattaforma, sia che la voce non sarà rimossa. "A ogni voce di Wikipedia è associata
una discussione a cui può partecipare
chiunque e nella quale ogni utente può
esprimere il suo parere", spiega Niccolò. "Ci si confronta sulla validità della voce, sulle correzioni da fare e si decide a maggioranza se debba essere eliminata o meno. È possibile che si creino false registrazioni per supportare la
presenza di una voce nelle discussioni
o che si creino fonti fasulle su altri siti".
Wikipedia in inglese ha regole precise
per quanto riguarda questa attività. Se
ci sono interessi economici, non si possono effettuare modifiche. "In Italia,
invece, non conta tanto se sei pagato o
meno - racconta Niccolò -. L'importante è che il tuo interesse sia segnalato
in qualche modo".
Ai tentativi di guadagno materiale, si
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In Italia ci sono ottomila
utenti attivi al mese
e ognuno dà il suo contributo
La fonte dell'autorevolezza
è la verificabilità delle sue
voci, non tanto la veridicità
accostano quelli del guadagno d'immagine. A febbraio, un indirizzo Ip riconducibile alla Camera dei deputati
italiana è stato bloccato per un anno
dalla piattaforma. Non potrà più né
scrivere su Wikipedia, né modificarne
gli articoli. "C'erano continue e immotivate modifiche di testo. Era stancante
monitorarli continuamente", spiega
Niccolò. Gli amministratori hanno
preso questa decisione dopo due anni
di discussioni. Ci sono stati avvertimenti, cartellini gialli, precisazioni
verbali come "non si possono inserire
curriculum", "i contenuti sembrano
copiati da un altro sito", "la modifica
distruttiva e impropria come quella
che hai fatto su Umberto Bossi è considerata vandalismo". Il blocco è stato
inevitabile.
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L'egemonia enciclopedica digitale di
Wikipedia è incontestabile: ha circa 500
milioni di utenti unici e 32 miliardi di
clic al mese. L'intero sistema contiene
30 milioni di articoli scritti in 287 lingue e ogni mese, in tutto il mondo, contribuiscono più di 70 mila volontari. Se
volesse guadagnare un centesimo a
clic, in un anno Wikipedia raccogliereb-
be più di 30 miliardi di dollari.
"Quando Wikipedia è nata nessuno
voleva distruggere il business delle enciclopedie cartacee - spiega Andrea
Zanni , presidente in carica di Wikimedia Foundation che ha trent'anni e una
sconfinata passione per i libri -. Se non
fosse subentrata Wikipedia, lo avrebbe
fatto qualcun altro. Il digitale ha completamente distrutto il business
dell'informazione organizzata, strutturata ma soprattutto lenta della carta.
Wikipedia è un bene comune digitale,
bene che deve essere gestito in modo
diverso dal privato. Si considera un bene non rivale e questo significa che è
davvero per tutti. L'acqua, ad esempio,
non lo è: se io ne bevo una bottiglia, poi
per te non c'è. La straordinarietà del
digitale è che, in realtà, tutto può essere
a disposizione di tutti. Il nostro obbiettivo è chiaro: continuare a mantenere il
presidio di bene comune che abbiamo
ora ed estenderlo il più possibile".
Si tratta di una visione democratica
della conoscenza, che ha costo zero e
che è solo il punto di partenza.
"Abbiamo dimostrato che la conoscenza si può condividere e non temiamo l'arrivo di un nuovo progetto libero
che possa superarci perché per farlo
dovrebbe essere a sua volta libero. I miliardi di ore-uomo dedicati dalle persone per Wikipedia non possono essere
usate a scopo lucrativo. Gli utenti non
sono stupidi: aiutano se capiscono che
stanno facendo qualcosa di bello per
tutti. L'unica competizione che temiamo al momento è quella delle cose
semplici, come Facebook, che la gente
sembra preferire".
Al153esimo posto dei siti più consultati in Italia, c'è il portale della Fondazione Treccani. È il secondo sito di carattere enciclopedico dopo Wikipedia e,
secondo i rilevamenti Alexa, gli utenti
prima di approdarvi consultano Google, Facebooko corriere.it.
La morte della carta
e la resiste nza Trecca rd
Partendo dai dati di bilancio della fondazione, non è così scontato parlare di
morte della carta in campo enciclopedico. "La produzione cartacea, integrata con una nuova offerta di pubblicazioni, si conferma ancora come il principale business dell'Istituto insieme ai
nostri volumi dedicati alle città d'arte e
ad alcune riproduzioni di manoscritti", spiega Luigi Romani, responsabile
del portale online della Treccani.
Nel 2013, l'ammontare di ricavi della
fondazione è stato pari a 52,6 milioni di
euro, in linea con i valori del 2012. Gli
stessi dati si confermano nel primo semestre del 2014 che ha anche registrato
un incremento del 3% rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente.
"Attualmente nell'istituto lavorano
117 persone - spiega Romani - e Treccani ha scelto di sfruttare le opportunità offerte dal web con una maggiore
frequenza di aggiornamento e con
nuovi ambiti tematici suggeriti dagli
interessi degli utenti". Le visite del portale nell'ultimo anno sono state di circa
53 milioni, il doppio rispetto all'anno
precedente, con 26 milioni di utenti
unici e 100 milioni di pagine consultate. Adeguarsi all'innovazione digitale ha però un costo. "Il portale - spiega
Romani - è sostenuto sia dai ricavi della produzione cartacea, che investiamo
nella ricerca e nell'adeguamen-
to ai linguaggi delle nuove generazioni, sia dalla pubblicità
che è in trend positivo e che
sembra destinata a confermare
entro la fine dell'anno le nostre
aspettative".
Una convivenza collaborativa
tra carta, digitale e pubblicità
necessaria soprattutto se, come
nel caso Wikipedia, non si hanno
migliaia di utenti disposti a scrivere gratis. E forse è anche l'unica via d'uscita per chi non voglia
cedere la distribuzione delle
opere di pregio ad altre società,
come nel caso dell'Utet, o che
non voglia rinunciare alla vendita dei preziosi tomi come ha
fatto l'Enciclopedia Britannica,
che nel 2012 li ha eliminati dal
mercato per investire solo sul
web.
DEFLAZIONE
Non dimentichiamo
i dati del 2009
Si legge che il Paese sta
invecchiando. Dev'esserci del vero , p erché ricor///,,h,,
% dare bene le cose remote, ma non quelle recenti, è tipico degli anziani . Così si
è letto dappertutto , a partire
dall'Ansa , che bisogna risalire di
oltre mezzo secolo e precisamente al 1959, per trovare in
Italia inflazione negativa come
nello scorso mese di agosto
(-0,1%). In realtà , basta risalire
al luglio 2009, quando fu ugualmente del meno 0,1% e vicinissima a zero anche i mesi seguenti : + 0,2%, +0,1% ecc. Fuori
luogo quindi i riferimenti al
boom economico . L'inflazione
negativa o bassissima del 2009
era uno dei prodotti malsani
della crisi finanziario - economica scatenata dal crac della
Lehman Brothers, da cui quella
attuale non appare del tutto
scollegata. Prevedere il futuro è
difficile, ricordare il passato doveroso.
Seppe Scienza
M N W
Numeri e confronto di fatturato della
più grande enciclopedia globale. A
destra, Edwy Plenel, direttore di Mediapart. In basso, Beniamino Pagliero