Sindrome di Gilbert iperbilirubinemia – cosa fare

Sindrome
di
Gilbert
iperbilirubinemia – cosa fare
Sindrome di Gilbert – cosa
fare
Molti ne soffrono (7 volte più diffusa tra gli uomini), ma non
sanno di averla. I ragazzi affetti da questa sindrome si
sentiranno molto affaticati con lo sport e non potranno avere
buone prestazioni sportive. Giorni prolungati di eccessivi
sforzi psico-fisici, di diete o di veglie possono determinare
danni al sistema nervoso, specie per chi è affetto da questa
sindrome.
La sindrome di Gilbert, è una patologia benigna del fegato che
si manifesta con iperbilirubinemia, spesso nel secondo
decennio di vita e riduce la capacità del fegato di
detossificare. Ne è affetto circa il 7-8% della popolazione
adulta ed è a carattere ereditario: i parenti affetti possono
orientare la diagnosi. I test di funzionalità epatica sono
normali e le analisi specifiche del sangue (consultare il
medico) fatte dopo qualche giorno di dieta (meglio tre con
basso apporto di lipidi), insieme all’ittero, ossia il color
giallo negli occhi (con il digiuno aumenta) e a sintomi di
eccessiva stanchezza, possono diagnosticarla.
Alti valori di bilirubina sono cronici, ma possono aumentare
drasticamente in conseguenza a:
Stress
Eccessiva attività fisica
Diete iperproteiche
Ingestione di alcol
Febbre
Infezioni varie
Digiuno (soprattutto)
Insonnia
Trattandosi di un’alterazione benigna ereditaria e dunque
congenita non vi è una vera e propria terapia che possa
guarire dalla sindrome di Gilbert anche se, nella maggior
parte dei casi, non vi è cura. Di norma la sindrome di Gilbert
è causa di non idonetà perchè la vita militare comporta
comunque sforzi psicofisici fuori dal comune che alla lunga
uniti alla sindrome possono degenerare in danni al sistema
nervoso. Però ad esempio ci sono alcuni concorsi tipo in
polizia dove sono ammessi determinati gradi di tolleranza:
Sindrome di Gilbert con bilirubinemia diretta >5 mg/dl.
Sintomi
Un
terzo
dei
pazienti
affetti
dalla
sindrome
sono
asintomatici, mentre i rimanenti due terzi accusano disturbi
aspecifici quali dolori addominali, affaticabilità, cefalee e
malessere, soprattutto a seguito di digiuni. Nel periodo
manifestante della sindrome, possono verificarsi momenti di
debolezza, soprattutto mentale e in certi casi, depressione e
colorazione gialla degli occhi.
Consigli
Con la Sindrome di Gilbert, non c’è nulla che possa ridurre la
blirubina alta ( i farmaci hanno effetti collaterali) perché
la birilubina è un prodotto metabolico dell’organismo umano
che è in produzione costante. E’ bene perciò prevenire valori
molto elevati, eliminando dalla dieta tutto ciò che possa
appesantire a livello epatico. Cibi pesanti come: alcol,
aglio, caffè, fritti, insaccati, formaggi piccanti,
cioccolate, cibo con grassi, ecc. vanno eleminati del tutto o
presi a piccolissime dosi assieme a molta acqua. Bisogna bere
non meno di due litri di acqua al giorno e anche di più in
certi casi, come in estate e con la febbre. Si consiglia un
regime alimentare con predominanza di fibra (frutta e
verdura), moderata attività fisica e aiutarsi magari anche con
la fito-terapia; le erbe indicare in caso di problemi epatici
sono: cardo mariano, carciofo, tarassaco, boldo e uva ursina.
E’ consigliabile mangiar meno, facendo diversi spuntini. Fare
attenzione ai farmaci, come il paracetamolo, anche qualora
siano necessari come i barbiturici utilizzati largamente per
attenuare la sintomatologia itterica in quanto aumentano
l’attività dell’enzima glucuroniltransferasi difettoso negli
individui affetti dalla stessa sindrome. Per esempio, il
“fenobarbital” che è un induttore enzimatico abbassa i valori
della bilirubina, ma ha effetti anticonvulsivanti, sedativi e
ipnotici, e può essere venduto solo con ricetta medica. Tutto
ciò che affatica il fegato dev’essere eliminato, quindi anche
gli integratori alimentari quando non assolutamente
necessario. Occorre evitare anche lo stress prolungato, lo
sport e i digiuni e semidigiuni di cibi e di sonno.
L’INTASAMENTO VIRALE DI GILBERT
In ultima analisi, la sindrome di Gilbert, è una vera e
propria malattia virale, non nel senso cattivo, pericoloso e
contagioso che i medici attribuiscono alla viralità, ma nel
senso della sua origine (detriti cellulari da cellule morte) e
della sua destinazione (materiale da espellere rapidamente dal
sistema). Cellule di emoglobina, ovvero di globuli rossi che
si disgregano rilasciando materia morta. La sindrome viene
anche chiamata iper-bilurinemia, causata da ridotta attività
del glucuronil-transferasi (UGT), un enzima che capta la
bilirubina in polvere. Tale captazione è fondamentale per
rendere la bilirubina idrosolubile e permettere così una
escrezione per via biliare. La bilirubina originaria e spaiata
(non coniugata agli enzimi) è infatti un prodotto tossico a
tutti gli effetti, e si
intasandolo di veleni.
va
ad
accumulare
nel
sangue
FISIOLOGICA AZIONE DI AVVICENDAMENTO DEI GLOBULI ROSSI
Alla fin fine, la sindrome di Gilbert, pur dando tutti i
fastidi tipici dell’intasamento virale (stanchezza, indolenza,
scarsa vitalità, perdita di appetito, lingua bianca, fatica
respiratoria, ittero alla pelle, alle mucose e alle sclere
degli occhi), non è da considerarsi malattia ma semplice
alterazione nel metabolismo cellulare della bilirubina. Una
condizione caratterizzata da un lieve aumento della bilirubina
indiretta (non coniugata all’enzima e all’acqua). La
bilirubina è in ogni caso una sostanza fisiologicamente
presente nel sangue in modiche quantità, derivando essa, come
già detto e ripetuto, dalla normale azione di ricambio e di
avvicendamento dei globuli rossi che vivono e muoiono in tempi
brevissimi. Viene concentrata nel fegato ed escreta con la
bile.
BASTA UN SEMPLICE IMPLEMENTO DEL PROPRIO STILE DI VITA
Nella sindrome di Gilbert vi è sicuramente uno stato di
pigrizia linfatica e dunque una alterata attività del
glucuronil-transferasi nel captare bilirubina dal sangue e nel
permetterle di completare il suo processo metabolico. Da cosa
è causato l’inconveniente chiamato Gilbert? Da assunzione di
farmaci, da decorso operatorio, da eccesso di attività fisica,
da digiuno prolungato senza bere acqua, da disidratazione, da
intense crisi influenzali, da stress, da insonnia, da carenze
di cibo vitale, da insufficiente acqua biologica. L’importante
è sapere che la sindrome di Gilbert non provoca alcuna
conseguenza, non altera le funzioni epatiche, non provoca
anomalie istologiche al fegato, non causa altre malattie e non
richiede particolari terapie, se non il solito pacchettosalute, fatto di cibi tendenzialmente crudi, di appropriata
attività fisica e di comportamenti congrui e rispettosi del
proprio corpo.
Nei pazienti affetti da Sindrome di Gilbert la bilirubina che
non viene coniugata si accumula nel sangue e raramente
aumentano a livelli tali da causare l’ittero, con colorazione
giallastra della pelle e anche degli occhi. Non è una malattia
grave, tanto che non prevede neppure una terapia. E’
ereditaria e si manifesta dalla nascita, anche se i sintomi
possono comparire più avanti: la diagnosi può essere del tutto
casuale e la malattia può essere scoperta durante delle
normali esami del sangue.
Si possono, però, apportare delle modifiche al proprio stile
di vita, per evitare che la bilirubina aumenti all’improvviso:
evitate lo stress e ricordatevi che alcuni farmaci possono
interferire. A tavola, invece, portate molta frutta e verdura,
non seguite diete troppo intense ed evitate di digiunare o
saltare i pasti, fate attività fisica.
I pazienti devono bere moltissimo, acqua e succhi di frutta,
evitando i cibi grassi, i cibi zuccherati o i cibi che possono
provocare disturbi. Il medico potrebbe anche consigliarvi
l’assunzione di vitamine e integratori, mentre l’alcool va
evitato del tutto.
In caso di sindrome di Gilbert è meglio evitare i seguenti
farmaci:
• Atazanavir e indinavir (utilizzato per il trattamento
dell’infezione da HIV).
• Gemfibrozil (un agente di riduzione del colesterolo).
• Statine (un gruppo di farmaci ipocolesterolemizzanti) quando
prese con gemfibrozil.
• Irinotecan (utilizzato per il trattamento del cancro
intestinale avanzato).
in corso di digiuno prolungato (nel qual caso si riduce il
glutatione) o nella Sindrome di Gilbert (dove è ridotto
l’acido glicuronico) in soggetti con alti valori di Bilirubina
o nel caso di cirrosi epatica se si superano dosaggi
giornalieri di 3 grammi a lungo si può arrivare a tossicità
Altri motivo di tossicità è il prendere insieme al
paracetamolo dei cosidetti induttori enzimatici (come la
fenintoina, barbiturici, carbamazepina, rifampicina e l’alcol
in eccesso). Questi induttori aumentano l’attività del
Citocromo P-450 che stimolano preferenzialmente la strada più
tossica del paracetamolo.
In conclusione rispettare sempre i dosaggi consigliati e
rivolgendosi al medico in caso di disturbi insoliti.
Infine non dimentichiamoci che ogni farmaco ha degli effetti
collaterali; pensiamo anche all’acido acetilsalicilico, ai
FANS, ecc, ecc.