La cellula vegetale L’organizzazione biologica si basa su una gerarchica di livelli strutturali ognuno dei quali poggia su un gradino sottostante • Atomo • Molecola • • • • Chimica Organuli Cellula Biologia Tessuti Organi • Individuo • Popolazione • Comunità • Ecositemi • Biomi • Biosfera Ecologia Organismi unicellulari e pluricellulari CELLULA Come UNITA’ SINGOLA Organismi unicellulari Come UNITA’ ELEMENTARE Organismi pluricellulari Pluricellularità • Differenziamento di forme che si specializzano in funzioni specifiche (fotosintesi, trasporto dell’acqua, protezione degli organi della pianta, sostegno meccanico, ecc.) • Divisione del lavoro. Nell’organismo unicellulare la stessa cellula deve svolgere tutti i lavori • Integrazione funzionale tra le parti L’organizzazione biologica si basa su una gerarchica di livelli strutturali ognuno dei quali poggia su un gradino sottostante • Atomo • Molecola • • • • Chimica Organuli Cellula Biologia Tessuti Organi • Individuo • Popolazione • Comunità • Ecositemi • Biomi • Biosfera Ecologia Il principio delle proprietà emergenti, ovvero: “una foresta è più che una somma di alberi” Ad ogni livello di indagine, le strutture biologiche mostrano caratteristiche peculiari non prevedibili attraverso lo studio analitico dei singoli componenti Un neurone non pensa Per quanto si possa approfondire le conoscenze sui singoli neuroni non scopriremo mai che un insieme di neuroni possa generare il pensiero Le proprietà emergenti favoriscono la conservazione, la riproduzione e l’evoluzione del sistema verso livelli organizzativi più specializzati e più competitivi rispetto all’ambiente circostante Unità biologica fondamentale della vita: la cellula Tutti gli esseri viventi sono formati da un certo numero di cellule, unità strutturali e funzionali degli organismi viventi Le cellule nascono, si nutrono, crescono, si riproducono e muoiono Dimensione di alcuni oggetti studiati dai biologi Dimensioni delle cellule Unità di misura: micrometro o micron (μm) 1 μm = 10-3 mm = 10-6 m 130 μm Le cellule animali hanno un diametro generalmente compreso tra 10 e 20 μm Le cellule vegetali hanno un diametro generalmente compreso tra i 20 e i 30 μm LE CELLULE VEGETALI SONO SOLITAMENTE PIU’ GRANDI DI QUELLE ANIMALI Diversi tipi di microscopio consentono di osservare i diversi livelli gerarchici in cui sono organizzati i sistemi biologici Stereomicroscopio Una sorta di lente di ingrandimento più potente Permette una visione tridimensionale eliminando l’effetto appiattimento tipico degli altri microscopi Studi di sistematica e tassonomia Microscopio ottico Studi di citologia e anatomia delle piante Sezione longitudinale di apice caulinare Cellule in divisione (freccia), in distensione e differenziate (tracheide anulata) Microscopio elettronico a trasmissione (TEM) Studi relativi all’ultrastruttura della cellula (ultrastruttura = la struttura che può essere vista solo con microscopio elettronico) Microscopio elettronico a scansione (SEM) Mostra la superficie in immagini tridimensionali. vasi xilematici stoma Metodi di sezionamento – A sezione trasversale; B sezione longitudinale Sezione longitudinale di apice radicale Sezione trasversale di una radice di Dicotiledone in struttura primaria Le sezioni longitudinali possono essere tangenziali e radiali Sezione trasversale Sezione tangenziale Sezione radiale Nel corso dell’evoluzione si sono mantenute dimensioni cellulari ridotte. Perché? Effetto scala: le due strutture hanno lo stesso volume ma il rapporto superficie/volume è diverso La cellula vive in dipendenza dallo scambio di alcuni materiali con l’ambiente esterno (incluso l’ossigeno), e ciò avviene mediante la membrana che ricopre la superficie della cellula. Tanto più elevata è la superficie che racchiude il volume tanto maggiore è lo scambio con l’esterno Ciò ha implicazione sulla velocità di diffusione delle molecole e quindi sulla velocità del metabolismo cellulare Maggiore è il rapporto S/V maggiore è la dispersione Quindi in tutti gli organismi, anche quelli grandi, le dimensioni delle cellule sono più o meno le stesse 22 La cellula procariotica La cellula eucariotica animale Differenze tra cellula procariotica e cellula eucariotica Caratteristiche Nucleo Diametro cell. Procariote assente 1 µm Eucariote presente 10-100 µm Citoscheltro Organelli citoplasmatici assente assenti presente presenti Contenuto in DNA 1 x 106 – 5 x 106 (bp) Organizzazione del DNA 1,5 x 107 – 5 x 109 Unica molecola di Molecole multiple DNA circolare di DNA lineare Come spiegare il successo dei procarioti? Rapidità della divisione cellulare, circa 30 min per duplicazione in 11 ore si raggiunge il numero della popolazione mondiale umana Diversità metaboliche Formazione di forme cellulari resistenti Possono vivere praticamente in tutti gli ambienti La cellula eucariotica vegetale Differenze tra cellula animale e cellula vegetale Componenti Cellula tipica animale Cellula tipica vegetale Nucleo presente presente Reticolo endoplasmatico presente presente Ribosomi presenti presenti Citoscheletro presente presente Apparato del Golgi presente presente Citoplasma presente presente Mitocondri presente presente Membrana plasmatica presente presente Plastidi assenti presenti Vacuolo assente presente Parete cellulare assente presente Plasmodesmi assenti presenti Lisosomi presenti assenti Centrosomi presenti assenti Come si è originata la cellula eucariotica? Ci sono prove che possono confermare l’ipotesi di un’ origine endosimbiontica del cloroplasto e del mitocondrio? a. Mitocondri e cloroplasti hanno molecole di DNA che codificano per particolari proteine anche se la maggior parte delle proteine è codificata da geni nucleari b. Mitocondri e cloroplasti hanno ribosomi c. Mitocondri e cloroplasti sono grandi come batteri d. Si dividono secondo un meccanismo molto simile alla scissione binaria dei batteri A cosa serve la compartimentazione? La compartimentazione interna dovuta al sistema di membrane ed agli organuli permette: • l’aumento delle superfici di scambio (maggior numero di enzimi) • la formazione di microambienti (con funzione di deposito, per contenere le reazioni enzimatiche, ecc.) • la suddivisione delle funzioni all’interno della cellula (respirazione, fotosintesi, ecc.) LA CELLULA VEGETALE: Protoplasto + parete cellulare TEM - Cellula meristematica: provacuoli (V), nucleo (N), membrana nucleare (NE), proplastidi (Pp), reticolo endoplasmico (ER), mitocondri (M), dittiosomi (D), membrana plasmatica (PM), parete cellulare (CW) e plasmodesmi (Pd). PROTOPLASTO è l’insieme della membrana citoplasmatica e delle strutture interne ad essa Costituito da: Citosol + citoscheletro + organuli citoplasmatici + membrana cellulare Il citosol è una soluzione colloidale costituita da H2O, gas, ioni, lipidi, zuccheri, nucleotidi, ormoni e proteine enzimatiche e strutturali. Sono inoltre presenti mRNA e tRNA . Citoscheletro Intreccio tridimensionale di proteine fibrose in grado di fornire un’organizzazione spaziale agli organuli e contribuire al loro movimento nel citosol Filamenti actinici o microfilamenti (Ø 5-7 nm) Microtubuli : tubi cavi costituiti da lunghi polimeri di tubulina disposti a spirale (Ø 25 nm) Filamenti intermedi: composti da proteine fibrose superavvolte in fasci a forma di corda. Conferiscono resistenza alla tensione nella cellula (Ø 10 nm) Il movimento intracellulare è dovuto alla presenza sui microtubuli e sui microfilamenti di proteine motrici Nei microtubuli: chinesina e dineina Nei microfilamenti: miosina Ad esempio, la chinesina e la dineina sono capaci di muoversi sui microtubuli che agiscono da binario in direzioni opposte, trasportando le vescicole intracellulari. Microtubuli = organizzazione del fuso mitotico e movimento dei cromosomi Gli organuli Organuli citoplasmatici coinvolti nella sintesi proteica e nel trasporto 1. Il nucleo contiene le informazioni genetiche 2. I ribosomi ed i componenti a loro associati: sintetizzano le proteine 3. Il reticolo endoplasmatico è coinvolto nel loro trasporto verso altri distretti 4. L’ apparato di Golgi riceve le proteine dal RE e le modifica ulteriormente; le concentra ed “impacchetta” e guida il movimento delle proteine verso specifici compartimenti Nucleo • E’ l’organulo più grande. Sede dell’informazione genetica (genoma), provvede alla duplicazione e alla trascrizione del DNA. Nel nucleo si trovano sempre uno o più nucleoli, piccoli corpi subsferici sede della sintesi dei ribosomi e dell’RNA ribosomiale (rRNA). • Il nucleo è racchiuso da una doppia membrana nucleare interrotta da pori attraverso i quali passano, oltre a macromole, le due sub-unità dei ribosomi che si assemblano solo nel citoplasma. •La membrana nucleare è connessa con il reticolo endoplasmico da cui si origina. TEM - Cellula parenchimatica – Porzione del nucleo con aggregati di cromatina (Ch) e membrana nucleare (NE) x76000. Nel riquadro pori nucleari in vista x106000. (Ultrastuctural Plant Cytology, Elsevier Ed. 1965) Nel nucleo è contenuta la maggior parte del DNA cellulare, l’informazione genetica. Il nucleo non è un semplice “contenitore” di DNA, RNA, proteine, ma organizza il materiale genetico Il nucleo di una cellula che non si divide è detto “nucleo interfasico” e contiene CROMATINA formata da DNA legato a proteine basiche (istoni) e acide la cromatina si condensa in cromosomi durante la mitosi nuclei in divisione CROMOSOMI (corpi colorati) Ribosomi ruolo chiave nella SINTESI delle PROTEINE Il loro compito è quello di tradurre in proteine l’informazione genetica portata dall’RNA messaggero Due tipi quelli che sono liberi nel citosol e sintetizzano le proteine per il metabolismo cellulare quelli che sono associati al RE e codificano le proteine destinate per lo più ad essere escrete dalla cellula Si presentano come granuli individuali o riuniti in aggregati detti polisomi, tenuti insieme da un filamento di mRNA TEM - Sintesi proteica: polisomi uniti da mRNA (x 350.000) Genetica classica e molecolare, UTET Ed., 1968. Reticolo endoplasmatico Rappresentano circa la metà di tutto il sistema di endo-membrane Estesa rete interconnessa di tubuli e sacche membranose dette CISTERNE Le due forme possono trasformarsi l’una nell’altra in pochi minuti TEM - Nucleo (N) e reticolo endoplasmico rugoso Le cisterne e tubuli del RE sono comunicanti e costituiscono un sistema continuo all’interno della cellula, che è in continuità anche con la membrana nucleare. Funzioni del reticolo endoplasmatico RER REL • sintesi delle proteine destinate alla secrezione o alla membrana • aggiunta di oligosaccaridi a proteine con formazione di glicoproteine • aggiunta di lipidi e produzione di fosfolipidi • sintesi di lipidi • sintesi di carboidrati Sintesi di nuova membrana Apparato del Golgi Il Golgi è un organulo formato da numerosi gruppi di cisterne appiattite (ciascun gruppo è detto dittiosoma), delimitate da membrane, impilate una sull’altra (circondate da tubuli e vescicole). Sintesi di carboidrati Stazione di smistamento e spedizione prodotti del ER Ha due facce distinte: una di formazione, cis, che è strutturalmente associata con la porzione liscia del reticolo; e una di maturazione, trans, che è rivolta verso il plasmalemma e dalla quale gemmano le vescicole. Funzione Impianto di lavorazione, impacchettamento e spedizione • Sintesi e secrezione dei polisaccaridi non cellulosici della parete cellulare (emicellulose e pectine). • Il complesso di Golgi, inoltre, processa, smista e modifica le glicoproteine e le proteine destinate al vacuolo. Rapporti tra RE, Golgi e secrezione Ingrandimento di una vescicola x 150.000 Vescicole (*) verso la parete cellulare (CW) x 72.000 TEM - Dittiosoma: faccia cis (freccia nera), faccia trans (freccia vuota), vescicole (*), reticolo endoplasmico (ER) x70000. (Plant structure and cell development) Organuli citoplasmatici coinvolti nel metabolismo energetico 1. I cloroplasti convertono l’energia luminosa in energia chimica 2. I mitocondri producono forme utilizzabili di energia Ricorda: plastidi: solo nelle piante e nelle alghe mitocondri: in tutte le cellule eucariotiche Plastidi A seconda dell’organo, tessuto o cellula di appartenenza possono differenziarsi per: dimensione – funzione - contenuto dividendosi in: - Leucoplasti - Cromoplasti Amiloplasti Elaioplasti Proteinoplasti Non fotosintetici (non contengono clorofilla) - Ezioplasti - Gerontoplasti - Cloroplasti Fotosintetici ( contengono clorofilla) Ogni cellula viva possiede dai 20 ai 50 plastidi Proplastidi • Costituiscono lo stadio giovanile dei plastidi, sono quindi i precursori dei plastidi differenziati • Presenti nelle cellule dei meristemi primari (7-20/cellula) • Dimensioni: 1-3 µm • Incolori • Come pigmento contengono la protoclorofilla • Pochissime membrane interne dette prototilacoidi Il differenziamento del proplastidio è determinato da FATTORI: Gerontoplasti Cromoplasti • ESTERNI: luce, temperatura, clima • INTERNI: genoma, ormoni, sostanze nutritive Cloroplasti Questi stessi fattori innescano il differenziamento tra le varie tipologie di plastidio Ezioplasti Amiloplasti Proplastidi Nelle piante cresciute con luce insufficiente (piante eziolate) si sviluppano dei particolari plastidi detti ezioplasti Ezioplasti Giovane cellula di pianta cresciuta al buio. Notare la presenza di ezioplasti (E) Giovane cellula di pianta cresciuta in piena luce. Notare la presenza di pro-plastidi (P) Se le piante cresciute al buio vengono illuminate, gli ezioplasti si differenziano in cloroplasti “Avere il viso bianco come una veccia” Vicia sativa eziolata Cloroplasti Cloroplasto maturo x29000 Particolare x53.800 Fisiologia vegetale – Piccin Ed., 2002 Struttura del sistema tilacoidale Il lume del tilacoide svolge un ruolo fondamentale nella produzione di ATP attraverso il processo di chemiosmosi Cromoplasti Plastidi colorati (non fotosintetici), mancanti di un sistema tilacoidale organizzato Presenti in fiori e frutti ma anche nelle radici Capsicum annum: gocciole Strelitzia reginae: cristalli Pigmenti: carotenoidi(caroteni e xantofille) - arancione: carotene (carota, I pigmenti possono essere disciolti in arancia) gocce lipidiche (globuli) oppure possono formare dei tubuli (sotto forma di cristalli) - gialla: xantofille (limone) - rossa: licopene (pomodoro) Funzione vessillare Trasformazione da cloroplasto in cromoplasto: 1. Demolizione della clorofilla 2. Demolizione delle proteine 3. Scomparsa del sistema lamellare 4. Comparsa di gocce lipidiche o di cristalli con pigmenti Frutti acerbi verdi Maturazione Cloroplasti Processo irreversibile Frutti maturi Cromoplasti La variazione del colore è una delle manifestazioni più eclatanti del processo di domesticazione Carota selvatica Daucus carota Cromoplasto: il terzo cuore bioenergetico delle piante? I cromoplasti non sono affatto metabolicamente inattivi come si riteneva. Dotati di tutti gli enzimi necessari a portare avanti le reazioni tipiche della catena respiratoria, i cromoplasti sono in grado di produrre autonomamente ATP Leucoplasti Possono essere distinti in: - amiloplasti, cioè plastidi che accumulano amido secondario - Elaioplasti, che accumulano plastoglobuli lipidici, tipici di certe famiglie (es. Cactaceae, Liliaceae, Cucurbitaceae) - Proteinoplasti, plastidi accumulatori di proteine Amiloplasti • Plastidi scarsamente differenziati, privi di tilacoidi e di qualunque tipo di pigmento. • Derivano prevalentemente dal proplastidio Riserva di amido secondario Le proporzioni di amilopectina e amilosio contenuti nei granuli d’amido varia a seconda della specie (controllo genetico). Tuttavia l’amilopectina è sempre presente come componente più abbondante, mentre l’amilosio può mancare del tutto (come in certe varietà di cereali) Amido primario: i cloroplasti fotosintetizzando producono una grande quantità di zuccheri superiore alle necessità della cellula. L’eccesso viene temporaneamente polimerizzato a formare granuli d’amido (AMIDO PRIMARIO) all’interno dei cloroplasti stessi. L’amido primario durante la notte viene idrolizzato in dimeri di saccarosio (un glucosio + un fruttosio) i quali vengono poi trasferiti negli organi di riserva dove si ripolimerizzano nei leucoplasti a formare l’amido secondario A B C MO – Granuli di amido semplici e composti: Phaseolus vulgaris (A); Solanum tuberosum osservati con luce polarizzata (B) e in una sezione (C). Peterson 2008 I granuli hanno: striatura caratteristica e forme specie-specifiche Possono essere: semplici (un solo punto di aggregazione) o composti (più punti di aggregazione) Leucoplasti: elaioplasti Plastidi incolori ricchi in lipidi. Sono coinvolti nella sintesi dei monoterpeni (odori, sapori, agenti farmacologici) Si trovano nelle cellule delle ghiandole di secrezione associate ai tricomi e delle cavità di secrezione (es. tasche lisigene della buccia dell’arancia) Ne sono ricchi alcuni frutti Elaioplasti in frutto di avocado Da Peterson 2008 Gerontoplasti Gerontoplasti Cromoplasti Cloroplasti Ezioplasti Amiloplasti Proplastidi Mitocondrio mitocondri = organuli coinvolti nelle trasformazioni energetiche con ruolo cruciale nella generazione di energia metabolica (respirazione aerobia) Energia derivata dalla demolizione di carboidrati e acidi grassi convertita in ATP Organulo semi-autonomo Caratteristiche: - DNA circolare (mtDNA) con codice proprio - ribosomi propri → capaci di riprodursi all’interno della cellula (come anche i plastici) → capaci di sintesi autonoma di alcune proteine ( come anche i plastidi) ipotesi di una origine ENDOSIMBIONTICA Bilancio energetico della respirazione Zuccheri Lipidi Proteine Altre componenti cellulari 1. I vacuoli immagazzinano sostanze 2. Microcorpi (perossisomi e gliossisomi) funzionano da compartimenti per quelle reazioni enzimatiche che è necessario separare dal citoplasma, a causa della possibile tossicità nei confronti di enzimi citoplasmatici di alcuni prodotti di reazione. Vacuolo Nelle cellule vegetali meristematiche si trovano numerosi e piccoli vacuoli, che durante il differenziamento confluiranno in un unico vacuolo centrale (può occupare anche più del 90% del volume delle cellule adulte), il che relega il citoplasma ad un sottile strato addossato al plasmalemma. Compartimenti ripieni di fluido avvolti da una membrana chiamata TONOPLASTO Il TONOPLASTO è una membrana lipoproteica bistratificata ASIMMETRICA: la superficie rivolta verso l’esterno è ricca di proteine intramembrana rispetto alla faccia rivolta verso l’interno Mentre le cellule vanno assumendo la forma e le dimensioni definitive, compaiono nel citoplasma numerosi piccoli VACUOLI, che aumentano sempre di volume, durante la crescita delle cellule vegetali In genere occupano più del 30% del volume cellulare e nelle grandi cellule mature possono arrivare ad occupare fino al 90% del volume cellulare. TEM - Cellula in differenziamento: vacuolo (v), mitocondri (m), nucleo (n) e plasmodesmi (pl). (Elementi di Botanica. Vol. I, Casa Editrice Ambrosiana, 1965) Cellula Adulta Pd – plasmodesma V – vacuolo M – mitocondrio P- Plastidi (cloroplasto) G – Grana S – Amido GS – Spazio intercellulare TEM - Cellula adulta del parenchima clorofilliano Funzioni dei vacuoli 1) RUOLO OSMOTICO (insieme al citoplasma ed alla parete cellulare) - SUPPORTO MECCANICO: il vacuolo insieme alla parete realizza una struttura rigida che determina la PRESSIONE DI TURGORE responsabile sia della distensione cellulare sia della rigidità di tessuti non lignificati (es. foglie, giovani fusti). - FORZA MOTRICE PER LA DISTENSIONE CELLULARE: la pressione di turgore esercitata dal vacuolo in maniera uniforme sulla parete cellulare rappresenta la forza guida dell’accrescimento delle cellule vegetali Le cellule delle piante sono di solito molto più grandi delle cellule degli animali. Ciò è dovuto soprattutto alla presenza dei vacuoli. DIVISIONE CELLULARE DISTENSIONE CELLULARE LE PIANTE USANO I VACUOLI PER LA PRODUZIONE DI GRANDI CELLULE CON UN BASSO DISPENDIO DI ENERGIA Funzioni dei vacuoli 2) RUOLO TAMPONANTE del pH citoplasmatico. Il succo vacuolare ha un pH acido il cui valore è sempre notevolmente più basso rispetto a quello del citoplasma. La capacità di mantenere il succo vacuolare ad un pH acido è dovuto alla presenza sul tonoplasto di pompe protoniche (H+ATPasi) che attraverso l’idrolisi dell’ATP forniscono protoni al succo vacuolare acidificandolo. Parete cellulare Citoplasma (pH neutro) Vacuolo (pH acido) Funzioni dei vacuoli 3) RISERVA E SEGREGAZIONE DI IONI Nel vacuolo si accumulano molti ioni inorganici la cui natura e quantità è dovuta al tipo di terreno su cui cresce la pianta. Tutti gli ioni non immediatamente utilizzati vengono immagazzinati nel vacuolo mediante l’utilizzo di speciali proteine trasportatrici a livello del TONOPLASTO (TRASPORTO ATTIVO). Piante che vivono su terreni ricchi di elementi tossici tendono ad accumularli nel vacuolo. Gli ioni nel vacuolo possono rimanere sotto forma libera oppure formare dei sali e dei cristalli con gli acidi organici accumulati nel vacuolo (es. ossalato di Calcio: acido ossalico + Ca2+). In particolare cristalli di ossalato di calcio formano degli inclusi solidi insolubili di varie forme (rafidi, prismi o stiloidi, druse, sabbia cristallina). Druse, ammassi sferici di cristalli di ossalati di calcio Tannini http://www.atlantebotanica.unito.it/page.asp?xsl=tavole&xml=tessuti.pare nchimatici&tavola=Druse http://aob.oxfordjourn als.org/content/109/7. cover-expansion Sali di acidi organici: acido citrico (nei frutti immaturi) acido malico acido succinico acido ossalico spesso sotto forma di cristalli: druse a, rafidi b, stiloidi c, sabbie cristalline d Funzioni dei vacuoli 4) RISERVA DI SOSTANZE ORGANICHE Molte sostanze organiche di riserva vengono accumulate nel vacuolo tra cui aminoacidi e proteine, zuccheri monosaccaridi (es. glucosio nell’uva), disaccaridi (saccarosio nella barbabietola e nella canna da zucchero), pigmenti che conferiscono i colori ai fiori e alla frutta (flavonoidi, antociani, flavoni e a volte tannini). IMPORTANTE: l’amido è un incluso del plastidio. Il vacuolo NON contiene MAI AMIDO Globoide: fitina I GRANULI DI ALEURONE sono contenuti in vacuoli fortemente modificati per immagazzinare proteine Cristalloide: proteina precipitata http://www.atlantebotanica.unito.it/page.a sp?xsl=tavole&xml=tessuti.parenchimatici& tavola=Endosperma Funzioni dei vacuoli 5) RISERVA DI METABOLITI SECONDARI Sostanze prodotte dal metabolismo ma apparentemente non coinvolte nei processi vitali per la pianta stessa Una sorta di linguaggio che la pianta utilizza per comunicare con la componente biotica del suo ambiente composti fenolici alcaloidi terpenoidi glicosidi resine la caratteristica comune a questi composti è la capacità di suscitare negli animali sensazioni gradevoli o sgradevoli Composti fenolici Contenenti almeno un gruppo fenolico Flavonoidi: antociani e flavoni/flavonoli Tannini Flavonoidi: colorazione di fiori, frutti e altre parti vegetali Colore dipende dal pH (ma in alcuni casi anche dalla presenza di un metallo come Al+3 o Fe+3): antocianine dal rosso al rosa al blu flavoni/flavonoli dal giallo al bianco avorio Interazione pianta-animale segnali visivi che attraggono gli insetti impollinatori e disseminatori Antocianine e flavonoli: indicatori naturali di PH Antocianine Aumenta il PH Flavonoli il pH non è la sola causa del colore! Il colore dei ortensie blue è dovuto al complesso metallico antocianine + Al+3. All’aumentare dell’acidità dei suoli aumenta la biodisponibilità dell’alluminio! B A MO –Sezione di radice di Beta vulgaris (A) e petalo di Pelargonium (B) : cellule con antociani vacuolari Struttura di una cellula di acino d’uva contenente antociani e tannini Alcuni pigmenti fogliari riflettono la luce UV e visibile, prevenendo danni foto-ossidativi all’apparato fotosintetico. TANNINI: polifenoli solubili in acqua. Sapore amaro (deterrenti alimentari) Nei frutti acerbi: precipitano le proteine della saliva, conferendo una caratteristica sensazione astringente (“allappano”). Nei frutti maturi: tannini + mucillagini non “allappano”. Tossine: riducono la crescita e la sopravvivenza di molti erbivori (legame con proteine intestinali) Tannini nel vino: astringenza (sensazione di secchezza nella bocca) dove: bucce (più delicati e controllabili) vinaccioli e raspo (conferiscono un sapore più deciso) «nella botte piccola ci sta il vino buono» Maggiore superficie legno/vino, maggiore scambio Invecchiamento in barrique. Il legno della botte trasferirà i suoi tannini al vino, il quale assumerà aromi e caratteristiche ulteriori più complesse derivanti proprio da questo scambio Resveratrolo (una sostanza polifenolica prodotta in risposta ad infezioni fungine) Potente antiossidante Particolarmente abbondante nella buccia di Vitis vinifera Quasi esclusivamente nel vino rosso Maggior tempo di mantenimento delle bucce dell’uva durante il processo di fermentazione “Paradosso francese” Nonostante una dieta ricca in grassi Minor incidenza di malattie cardiovascolari Sei diventato nero, nero, nero…. All’aria i polifenoli si ossidano assumendo colore bruno Ossidazione dei polifenoli in foglie di basilico non scottate e scottate Da sinistra a destra: la foglia non trattata e poi quelle sbollentate per uno, tre e cinque secondi. Funzioni dei vacuoli Alcaloidi: sostanze organiche contenenti azoto di norma in anelli eterociclici, in genere a reazione basica ed inodori. Sono veleni o importanti principi attivi di piante medicinali e possono avere importanti effetti biologici su piante, parassiti ed animali. Alcaloidi > 10.000 composti di impiego farmaceutico Ma anche piante di grande interesse economico In letteratura sono anche riportati casi di avvelenamento da patate verdi con esito fatale, anche se non in anni recenti. L’esposizione alla luce ha come effetto secondario di aumentare la concentrazione di solanine. La zona del tubero dove normalmente la concentrazione di solanine è più alta è la buccia (periderma) e la zona di pochi millimetri immediatamente sotto. Più è grande la patata e minore solitamente la concentrazione di solanine. Queste si sviluppano anche nei germogli, che infatti non vengono consumati. - Glicosidi: composti formati da uno zucchero (il più comune è il glucosio) complessato ad una molecola non zuccherina. In generale sono sostanze di sapore amaro e abbastanza diffuse. Possono essere anche molto tossici es. glicosidi cianogenici che liberano per idrolisi acido cianidrico. - Terpeni: sono lipidi, per lo più volatili insolubili in acqua. Sono i principali componenti degli oli essenziali e conferiscono alle piante un profumo ed un’ aroma spesso gradevole. Gli oli essenziali sono presenti nei fiori, nelle foglie, nelle foglie e nei frutti ad esempio delle Labiate (basilico, salvia, ecc.) o delle Ombrellifere (finocchio, sedano, prezzemolo). Messaggio sotto forma di: • colori e profumi per attirare gli insetti impollinatori • sapori gradevoli per attirare gli animali disseminatori • sapori sgradevoli e veleni per allontanare erbivori e parassiti Non solo comunicazione piante – animali ma anche pianta - pianta ALLELOPATIA mutua influenza tra piante attraverso la secrezione di particolari sostanze piante di pomodoro muoiono se piantate nelle vicinanze di un albero di noce. l’area di tossicità è data dall’ampiezza della chioma dell’albero glicoside (juglone) che nel suolo diventa una potente tossina «non dormire all’ombra di un noce perché è facile svegliarsi con una forte emicrania se non addirittura con la febbre» (convinzione popolare) Gomme naturali. Hevea brasiliensis (caucciù) Gommoresine: incenso e mirra Resine, oleoresine (ad es. trementine) Funzioni dei vacuoli 6) ATTIVITA’ LITICA La presenza di idrolasi acide (peptidasi, glicosidasi, esterasi) dentro il vacuolo fa sì che esso venga considerato il più importante compartimento litico della cellula vegetale. Quando i vacuoli hanno funzione idrolitica sono analoghi ai LISOSOMI delle cellule animali. Microcorpi organuli sferici delimitati da una singola membrana perossisomi trasformazione dell’acido glicolico (fotorespirazione) gliossisomi trasformazione dei grassi in carboidrati (neoglucogenesi)