La cellula batterica Giovanni Di Bonaventura, Ph.D. Università “G. d‟Annunzio”, Chieti-Pescara Consiglio (…importante !!!) Batteri Dimensioni cellulari Dimensioni medie Procarioti: 0.5 - 2.0 µm Mycoplasma pneumoniae (0.2 µm) Thiomargarita namibiensis (750 µm) Dimensioni medie Eucarioti: 2- 200 µm Emazia: 7.5 μm Rapporto superficie/volume Batteri = 12 μm2 / 4 μm3 = 3:1 Cellula eucariotica = 0.3:1 La crescita batterica e le dimensioni della cellula vengono influenzate dal tasso metabolico = 1/k x (d)2 Le ridotte dimensioni della cellula batterica consentono una penetrazione più efficiente dei nutrienti che raggiungono velocemente ogni parte del batterio. Gli Eucarioti, di contro, necessitano di strutture ed organelli Batteri Principali morfologie cellulari I batteri presentano elevata variabilità anche nella forma ed organizzazione: Forme (morfologie) cellulari caratteristiche: – sferica: cocchi (Staphylococcus spp., Streptococcus spp.) – cilindrica: bacilli (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa) • corta e rigonfia: coccobacilli • ricurva: vibrioni (Vibrio cholerae) • spirale: spirilli (Spirillum) – a molla: spirochete (Borrelia, Treponema) – filamentosa: (Streptomyces) – variabile: pleomorfi (Bacteroides, Corynebacterium) Batteri Organizzazione cellulare • L‟organizzazione cellulare dipende dalla modalità di divisione e dai rapporti che le cellule figlie mantengono tra loro dopo la divisione: – cocchi: • singoli • diplococchi: in coppia (Neisseriaceae) • catene (Streptococcus) • tetradi (gruppi di 4 cellule) • sarcina (forma cubica, formata da 8-64 cellule) • ammassi (clusters) irregolari (Staphylococcus) – bacilli: • catene (streptobacilli) (Bacillus anthracis) • palizzata (Corynebacterium) Cellula batterica Organizzazione L‟organizzazione cellulare dei batteri è quella tipica dei Procarioti La cellula batterica comprende tipicamente: Componenti fondamentali (per la sopravvivenza e la riproduzione cellulare) Componenti accessori (flagelli, pili, capsula, glicocalice, plasmidi: non sempre presenti, svolgono funzioni accessorie che, talvolta, possono essere determinanti per la virulenza) Cellula batterica • • Struttura sottile (spessore 8 nm) che separa il citoplasma dall‟ambiente Barriera altamente selettiva (concentra i nutrienti al suo interno ed espelle all‟esterno le sostanze di rifiuto) Struttura trilaminare organizzata a “mosaico fluido”, – doppio strato fosfolipidico con associata od integrata (transmembrana) una componente proteica – i fosfolipidi contengono regioni idrofiliche (glicerofosfato) ed idrofobiche (acidi grassi) mediante le quali si auto-assemblano – le proteine sono associate alla membrana od integrate in essa – flessibile (viscosità ~ olio leggero), per movimento dei fosfolipidi • Rispetto alla membrana eucariotica, quella procariotica: – non contiene steroli (es. colesterolo, presenti solo nei Micoplasmi e nei batteri metanotrofi), sostituiti da opanoidi aventi stessa funzione di stabilizzazione e compattamento – è più ricca in proteine Struttura Membrana Citoplasmatica • Funzioni Membrana Citoplasmatica Barriera di permeabilità: regola il trasporto di nutrienti/prodotti metabolici • diffusione semplice (osmosi) • diffusione facilitata (secondo gradiente di concentrazione, senza utilizzo di energia) • trasporto attivo (mediato da proteine, contro gradiente di concentrazione, con utilizzo di energia) Sito di ancoraggio per proteine coinvolte nel trasporto, nella chemotassi ed in reazioni bioenergetiche Sito di conservazione dell‟energia (produzione ed utilizzo di forza motrice protonica, durante respirazione e fotosintesi) Interviene nella divisione cellulare, segregando i due cromosomi (mesosomi) Sede di proteine di sintesi di parete cellulare e di trasduzione del segnale Funzioni Membrana Citoplasmatica Trasporto passivo Membrana Citoplasmatica Non richiede utilizzo di energia in quanto la sostanza si muove secondo gradiente di concentrazione (high-to-low) La diffusione semplice interessa soltanto piccoli composti idrofobici (glicerolo) o gas (ossigeno) La diffusione facilitata utilizza un canale (aspecifico) od un carrier (specifico) di natura proteica Osmosi Trasporto Passivo Quando concentrazioni di soluto sono separate da una membrana semi-permeabilie, H2O si sposta per creare soluzioni isotoniche (ad uguale concentrazione di soluto) Ipertonico: la concentrazione del soluto in una soluzione è maggiore della soluzione adiacente Ipotonico: la concentrazione del soluto è inferiore a quella di una soluzione adiacente Osmosi Trasporto Passivo Cellula in soluzioni ipertoniche: membrana raggrinzita per fuoriuscita di H2O dalla cellula Cellula in soluzioni ipotoniche: membrana tesa per l‟ingresso di H2O nella cellula La parete cellulare dei microrganismi aiuta a preservare l‟integrità cellulare a) Transporto semplice Trasporto Attivo Il trasporto è mediato da proteine trasportatrici (carrier) ed avviene contro gradiente elettrochimico richiedendo, quindi, utilizzo di energia (ATP) Trasporto “uniport”: una sostanza in una direzione Trasporto “antiport”: due sostanze (una generalmente H+) sono cotrasportate in direzioni opposte Trasporto “symport”: due sostanze sono co-trasportate nella stessa direzione b) Traslocazione di gruppo Trasporto Attivo La molecola trasportata viene modificata chimicamente. Esempio: sistema P-transferasico in E. coli (24 proteine) almeno 4 necessarie al trasporto di un carboidrato (enzima I aspecifico, enzima II specifico) fosforilazione a cascata utilizzo dell„energia derivante dal fosfoenol-piruvato c) ABC transporter Trasporto Attivo sistema ABC (ATP-Binding Cassette), composto da tre proteine: proteina periplasmatica, proteina integrale, ATP-asi proteina periplasmatica mobile nel periplasma e dotata di elevata affinità (fino a 10-6 M) per il substrato oltre 200 tipologie di sistemi ABC; specificità per composti organici (aminoacidi, carboidrati) ed inorganici (solfati e fosfati) presente non soltanto nei Gram- ma anche nei batteri Gram+ (PBP ancorato alla membrana citoplasmatica) energizzato da ATP Mesosoma Membrana Citoplasmatica Il mesosoma è una invaginazione della membrana citoplasmatica di notevoli dimensioni, di forma irregolare, abbondanti e voluminosi soprattutto nei batteri Gram+. Appaiono come strutture lamellari concentriche in prossimità del nucleoìde, delle estremità cellulari o della zona di formazione del setto Svolgono importanti funzioni: durante la divisione cellulare, danno attacco al DNA facilitando la separazione dei due cromosomi e la produzione del setto trasverso (mesosomi settali) contengono gran parte dei citocromi e degli enzimi respiratori (mesosomi respiratori) contengono enzimi coinvolti nella sintesi dei componenti di parete (mesosomi biosintetici) Mesosoma Membrana Citoplasmatica Strutture citoplasmatiche Citoplasma Gel colloidale (80% acqua + 20% sali-proteine) H2O quale solvente per componenti funzionali citoplasmatiche Proteine, zuccheri, lipidi, sali (Ca, Mg, fosfati, solfati, ecc.) DNA Bicatenario, circolare (lineare in Streptomyces, Borrelia) Aploide (organizzazione più efficiente della diploidia: cresce più velocemente, le mutazioni permettono un adattamento più veloce all‟ambiente) Rilevante lunghezza (1 mm): superavvolto (DNA-girasi) attorno ad una proteina Localizzato in un‟area chiamata “nucleoìde” Plasmidi: DNA circolare extra-cromosomico (piccole dimensioni) Singoli o presenti in più copie Non essenziali per la crescita ed il metabolismo batterico Codificano per fattori di virulenza (es. antibiotico-resistenza) Ribosomi 60% RNA-ribosomale, 40% proteine Differiscono da quelli eucariotici per numero (10.000/cellula) e dimensioni [subunità: grande (50S) + piccola (30S)] Assenza di organelli mitocondri, complesso di Golgi, reticolo endoplasmico Strutture citoplasmatiche Inclusioni e granuli Corpi intracellulari con funzione di “riserva” La cellula batterica può infatti utilizzarli nei casi di carenza od assenza di fonti energetiche ambientali Variabili in dimensioni, numero e contenuto Tipologie: glicogeno poli-β-idrossibutirrato (Bacteria, Archaea) vescicole gassose per il galleggiamento (Cyanobacterium) granuli di zolfo e fosfato (granuli metacromatici; Corynebacterium diphtheriae) magnetosomi (Fe3O4; magnetotassi) Cellula Procariotica (1 di 3) Struttura del peptidoglicano Parete cellulare La parete cellulare è presente in gran parte dei Procarioti, dove circonda la membrana citoplasmatica. Essa è formata da strati rigidi di peptidoglicano (mureina) eccezioni: Archea (generalmente assente; alcune specie presentano uno pseudoglicano), Micobatteri (peptidoglicano a struttura caratteristica), Micoplasmi (privi di parete) Il peptidoglicano è una struttura rigida, simile ad una rete formata da catene polisaccaridiche lineari, unite tra loro mediante legami crociati di natura peptidica (2 di 3) Struttura del peptidoglicano Parete cellulare Componenti dell‟unità di ripetizione (glican tetrapeptide) del peptidoglicano: Catena polisaccaridica: disaccaridi ripetuti (in alternanza) di N-acetilglucosamina (NAG) e acido N-acetilmuramico (NAM), legati tra loro da legami β(1,4) glicosidici. Peptide: tetrapeptide di sintesi enzimatica, legato a NAM e formato da D- ed L-aminoacidi (uniti mediante legami peptidici). • sebbene la sequenza di aminoacidi nei tetrapeptidi sia specie-specifica, essa contiene sempre in posizione 3 un aminoacido bibasico: generalmente L-lisina (Gram +), oppure acido meso-diaminopimelico (Gram-) (3 di 3) Struttura del peptidoglicano Parete cellulare Nella struttura di base del peptidoglicano, le catene individuali di peptidoglicano si trovano adiacenti e sono tenute insieme, a livello dei tetrapeptidi, mediante legami crociati peptidici: Legame crociato peptidico tra diamminoacido in posizione 3 e D-alanina in posizione 4: indiretto, mediante un ponte pentaglicinico (Gram+) diretto, mediante legame peptidico tra acido mesodiaminopimelico e D-alanina (Gram-) Estrema variabilità nella composizione dei legami crociati tetrapeptidici: sono noti oltre 100 tipi di peptidoglicano (3 di 3) Struttura del peptidoglicano Parete cellulare NUMERO DI LEGAMI CROCIATI Oltre che a livello strutturale, la parete dei Gram+ differisce da quella dei Gram- anche per il numero dei legami crociati: nei Gram+: praticamente tutti i residui di NAM sono legati ad un tetrapeptide; nei Gram-: i legami sono più scarsi e le maglie più larghe il peptidoglicano conferisce rigidità alla cellula: il peptidoglicano contribuisce alla patogenicità batterica: protegge la cellula da sostanze tossiche (es. detergenti) ha attività pirogena può interferire con la fagocitosi è mitogeno (induce la mitosi dei linfociti) TUTTAVIA, la parete cellulare: è sensibile al lisozima (lacrime, muco, saliva) che attacca lo scheletro glicanico a livello del legame β(1-4) glicosidico lisandosi (in presenza di penicillina, ad esempio), genera cellule osmoticamente sensibili che non lisano soltanto in ambiente isotonico: Funzioni Parete cellulare impedisce la lisi od il collasso della cellula, in risposta a variazioni della pressione osmotica (pressione interna: 5-20 atm !) protegge la cellula dalle offese meccaniche è responsabile anche della forma dei batteri protoplasto (Gram+), privi di residui di parete cellulare sferoplasto (Gram-), ossia un protoplasto dotato di frammenti di parete cellulare forme L: sferoplasto/protoplasto in grado di crescere; reversibili (allontanamento dell‟induttore) o irreversibili; responsabili della cronicizzazione dell‟infezione (antibiotico-R, elusione sist. immune) è riconosciuta come target da alcuni antibiotici (β-lattamici) può essere riconosciuta dal sistema immune dell’ospite (immunogenicità) Formata da peptidoglicano multistratificato e ispessito Acidi lipoteicoici: Gram-positivi Parete cellulare 150-500 Å; fino a 40 strati concentrici; 40-80% peso secco Acidi teicoici (dal greco τεικος= muro): polimeri di poliol- (glicerolo, ribitolo) fosfati solubili in H 2O responsabili della carica complessiva della superficie cellulare legati covalentemente al peptidoglicano legano Ca2+ e Mg2+, trasportandoli, in parte, nella cellula funzione di adesine (batteriofagi) immunogeni (principali antigeni di superficie: sierotipo) acidi teicoici contenenti un acido grasso ancorati (mediante l‟acido grasso) alla m. citoplasmatica secreti e rilasciati nel mezzo colturale; nell‟uomo possono svolgere attività endotossica funzione di adesine immunogeni (determinanti sierotipo batterico) Carboidrati: carboidrato C, criterio classificativo negli streptococchi Proteine: proteina M (S. pyogenes : antifagocitaria, adesività a mucose) proteina A (S. aureus: lega Fc anticorpale inibendo immuncomplesso e attivazione Complemento) Parete cellulare Gram-positivi Gram-negativi: membrana esterna Parete cellulare Strutturalmente e chimicamente più complessa di quella dei Gram+, la parete cellulare dei Gram- è formata da un sottile (2030 Å; 2-3 strati concentrici; 5% peso secco) strato di peptidoglicano rivestito da una membrana esterna Membrana esterna: • Legata al peptidoglicano mediante lipoproteine, piccole proteine con funzione di ancoraggio: la parte proteica, legata al peptidoglicano, quella lipidica, inserita nel foglietto interno della membrana esterna. • A differenza delle classiche membrane biologiche, lo strato esterno è composto da una molecola amfipatica: il lipopolisaccaride (LPS) • Attraversata da proteine adibite al trasporto (porine) • Si oppone, maggiormente rispetto alla m. citoplasmatica, al passaggio di molecole idrofobiche (es. sali biliari, per la presenza di catene laterali O, idrofiliche, del LPS) e di grosse molecole idrofiliche (per il doppio strato fosfolipidico) • Protegge la cellula da ambienti avversi (acidità gastrica) • Viene distrutta dai chelanti di Ca 2+ e Mg2+ e da antibiotici (polimixina B) dando vita allo sferoplasto, cellula sensibile a minime variazioni osmotiche • Le porine sono organizzate in omotrimeri a formare canali (pori) che permettono il passaggio di sostanze idrofiliche attraverso la membrana esterna: – Porine aspecifiche (molecole PM < 600 Da) • OmpF, OmpC: diffusione di ioni ed altre piccole molecole idrofile • PhoE: indotta da “phosphate starvation”, consente il passaggio di molecole idrofile cariche negativamente Gram-negativi: porine Parete cellulare – Porine specifiche (per molecole più grandi) • Btu: vitamina B12 • LamB: indotta da maltosio ed altre maltodestrine nel mezzo • FhuA: uptake del ferro • Ruolo nella antibiotico-resistenza: – sostituzione di aminoacidi neutri con aminoacidi carichi che si proiettano all‟interno del poro e perturbano la normale diffusione degli antibiotici – in presenza di antibiotico viene diminuita/eliminata l‟espressione delle porine implicate nella sua diffusione • Funzione recettoriale per: – fagi, batteriocine, componenti del Complemento, anticorpi • Fattori di patogenicità batterica: – promuovono l‟invasione delle cellule dell‟ospite, l‟adesione, l‟attività citotossica Gram-negativi: lipopolisaccaride (LPS) Parete cellulare Il lipopolisaccaride (LPS) è il fattore di virulenza che caratterizza l‟azione patogena dei Gram-negativi. E‟ formato da 3 parti: LIPIDE A (gruppo-specifico): glicosfosfolipide; frazione endotossica ancorata alla membrana esterna tramite acidi grassi, con i suoi gruppi P laterali unisce LPS adiacenti; altamente conservato nei Gram CORE (specie-specifico): polisaccaride ramificato (9-12 zuccheri, di cui i peculiari ac. cheto-deossi-octonico ed un eptoso) ANTIGENE O (sierotipo): polisaccaride lineare (50-100 unità ripetute, 4-7 zuccheri/unità); determina il sierotipo (2.000 in Salmonella, 150 in E. coli) Gram-negativi: effetti biologici del LPS Parete cellulare LPS rappresenta una importante struttura di superficie nella interazione dell'agente patogeno con il suo ospite. Infatti, esso può essere coinvolto: nell'adesione (colonizzazione); nella resistenza alla fagocitosi; è sede dei determinanti antigenici; se liberato in un ospite sensibile, dà luogo a numerosi effetti tossici (ENDOTOSSINA BATTERICA) EFFETTI BIOLOGICI DELL'ENDOTOSSINA SEMPLIFICATI 1) Effetto pirogeno (capacità di indurre febbre anche a basse dosi) 2) Attiva vari tipi cellulari: - macrofagi (aumento della fagocitosi e capacità battericida, produzione di monochine attive su vari altri tipi cellulari e tessuti) - linfociti B (proliferazione e differenziazione in plasmacellule) - cellule endoteliali - piastrine - granulociti 3) Induce infiammazione 4) Induce vasodilatazione con conseguente ipotensione e shock 5) Attiva il Complemento 6) Stimola la coagulazione del sangue CID (coagulazione intravasale disseminata) Gram-negativi: effetti biologici dell‟ LPS Parete cellulare RUOLO DELL'ENDOTOSSINA NELLO SHOCK ENDOTOSSICO Shock endotossico: grave quadro clinico che può accompagnare le setticemie da batteri Gram- caratterizzato da febbre, ipotensione, acidosi, insufficienza renale e respiratoria e, nelle fasi finali, da coagulazione intravasale disseminata (CID/DIC) ed insufficienza d‟organo. Frequenza: 1% dei pazienti ospedalizzati sviluppa sepsi; 20-30% nei reparti di terapia intensiva. Esito fatale: 40-60% dei pazienti, nonostante terapie antibiotiche. Gram-negativi: spazio periplasmico Parete cellulare Lo spazio spazio periplasmico è la zona compresa tra: membrana citoplasmatica e peptidoglicano (Gram+) membrana citoplasmatica e membrana esterna (Gram-) Contiene il periplasma, di consistenza gelatinosa, che occupa circa il 20-40% del volume totale cellulare Nello spazio periplasmico si trovano: proteine di trasporto: per zuccheri, aminoacidi, fosfato, vitamine. enzimi periplasmici (Gram-) per l‟acquisizione di nutrienti, il trasporto elettronico, la sintesi del peptidoglicano e la modificazione di sostanze tossiche (es. β-lattamasi). nei Gram+, gli esoenzimi sono gli equivalenti degli enzimi periplasmici oligosaccaridi derivati dalla membrana; aumentano quando diminuisce l‟osmolarità dell‟ambiente. Parete cellulare Gram-negativi Parete cellulare Gram+ vs Gram- Parete cellulare Gram+ vs Gram- Casi particolari Parete cellulare Micobatteri: parete cellulare a struttura complessa (simile a quella dei Gram+) in cui il peptidoglicano è intrecciato e legato covalentemente ad un polimero di arabinogalattano e circondato da uno strato di lipidi complessati con le cere formate dagli acidi grassi a lunga catena (acidi micolici) dotate di potente azione adiuvante la patogenicità. Lipidi con acidi micolici sono presenti anche nei corinebatteri ed in Nocardia Micoplasmi: assenza di parete cellulare e presenza di steroli nella membrana citoplasmatica Cellula batterica Strutture esterne Strutture esterne: glicocalice Cellula batterica Glicocalice: rivestimento esterno cellulare, composto generalmente da carboidrati (S. pneumoniae, Neisseria) ma anche da proteine (poli-D-glutammato in B. anthracis) Tipologia: 1. Capsula: altamente organizzata, fortemente adesa 2. Strato mucoso (slime): diffuso, scarsamente adeso ed organizzato Sintesi regolata da fattori: - genetici (geni codificanti la capsula), fenotipici (composizione terreno, fase di crescita, fattori ambientali) Funzioni: – protegge la cellula da disidratazione e perdita di nutrienti – interferisce con il trasporto di molecole idrofobiche tossiche (detergenti) – protegge la cellule dalle difese dell‟ospite: risposta immune, fagocitosi, etc. – adesione ai tessuti, formazione di biofilm Biofilm: dinamica di formazione Strutture esterne: glicocalice Cellula batterica Glicocalice: colorazione con inchiostro di china Strutture esterne: flagelli Cellula batterica Il flagello è un fattore di virulenza poichè consente al batterio la motilità e l‟adesione a superfici abiotiche/biotiche. Il flagello viene frequentemente utilizzato dal sistema immune dell‟ospite per individuare il batterio Il flagello risulta composto da tre parti: – filamento: lungo, struttura elicoidale formata da subunità proteiche (flagellina) – uncino: membrana (guaina) curvata – corpo basale: formato da anelli ancorati alla parete cellulare Strutture esterne: flagelli Cellula batterica Il numero e l‟organizzazione dei flagelli sono variabili: – monotrìco: singolo flagello ad una estremità – lofotrìco: ciuffo di flagelli ad una estremità – amfitrìco: un flagello ad ogni estremità – peritrìco: flagelli disposti attorno alla cellula Il flagello guida il batterio in una direzione (movimento direzionale), in risposta ad uno stimolo esterno: Strutture esterne: flagelli Cellula batterica - stimolo chimico: chemotassi (positiva o negativa) - stimolo luminoso: fototassi Il segnale attiva un movimento rotatorio di 360° in senso antiorario (run, in avanti con direzione) od orario (tumble o rotolamento per interruzione del run) In presenza di un gradiente “attraente” (positivo), il numero dei tumbles si riduce favorendo runs più lunghe Strutture esterne: fimbrie e pili Cellula batterica Fimbria (lat., fimbriae: frangie) e pilo (lat., pilus: pelo): polimeri di pilina Caratteristicamente più corti, più sottili e più numerosi dei flagelli (eccezionalmente possono arrivare fino a 20 µm) Disposti generalmente intorno alla cellula Consentono l‟adesione intercellulare ed a superfici abiotiche (inerti) e biotiche (epiteli) (E. coli, N. gonhorroeae). Inoltre, in azione combinata con i flagelli, consentono alla cellula di “strisciare” su superfici solide (twitching) Pili sessuali (pili F): mediano il trasferimento intercellulare di materiale genetico durante la coniugazione Strutture esterne: filamenti assiali Cellula batterica Filamento assiale: Struttura periplasmica, formata da flagelli intracellulari, localizzati tra la parete cellulare e la membrana citoplasmatica delle Spirochete (dal greco speira: spirale) Contraendosi, impartiscono alla cellula un movimento per torsione e flessione Treponema pallidum (spirocheta), agente eziologico della sifilide Endospore Cellula batterica