ALLE ORIGINI DELLA POPULAR MUSIC
I fattori che hanno determinato la nascita della popular music e che ne hanno favorito la
diffusione ed il successo a livello mondiale , non sono esclusivamente di tipo musicale.
Infatti, ragioni di ordine sociale e tecnologico hanno fatto sì che questo genere di musica
diventasse, dalla metà del 1900 in poi, il genere più ascoltato ed amato dai giovani.
La ragione musicale è in particolare la musica jazz , nata a New Orleans nel 1900;
la ragione sociale è sicuramente la conseguenza delle vicende storiche della prima metà
del ‘900; la ragione tecnologica invece è l’invenzione ed il perfezionamento delle tecniche
di registrazione del suono e conseguentemente la nascita dei mezzi di comunicazione di
massa ( radio, tv, cinema…)
A)
La musica jazz: breve storia del jazz , vol .A pag. 283-284
B)
La registrazione del suono
Nel XX secolo , uno dei fatti capitali della musica è stato lo sviluppo di una tecnologia per
captare, fissare e riprodurre i suoni , designata con il termine generico di registrazione.
La registrazione è innanzitutto:
• Uno strumento di conservazione e di diffusione: conserva e diffonde la musica
abolendo i confini di spazio e tempo.
• Uno strumento di creazione: influenza i generi musicali esistenti e ne ha fatti
nascere di nuovi ( musica da film, elettroacustica, rock, new age ecc..)
La registrazione ha influenzato:
• L’ascolto della musica in maniera quantitativa e qualitativa: oggi la musica si
ascolta non solo a teatro ma ovunque attraverso dischi , hipod ecc. comodamente
seduti a casa propria o camminando in un parco. I riti della sala da concerto o dei
concerti nelle chiese , hanno perso terreno di fronte ad un rapporto più flessibile,
intimo e quotidiano con la musica . Anche la qualità dell’ascolto è cambiata poiché
ciascuno di noi può scegliere le musiche che vuole ascoltare, la loro successione ,
il momento ed il numero degli ascolti.
• La composizione musicale: il compositore di musica può avvalersi delle tecniche
per elaborare e manipolare il suono, trasformando così il suo modo di comporre.
• L’interpretazione: quando incidono i loro dischi, gli interpreti devono collaborare
con una nuova figura , l’ingegnere del suono. Il prodotto finale quindi non sarà solo
frutto del loro talento e del loro modo di concepire il brano musicale da eseguire,
quanto il frutto di una collaborazione tra lui ed il tecnico del suono.
• L’apprendimento della musica: nelle scuole di musica vengono utilizzati spesso
durante le lezioni dischi e video musicali attraverso i quali lo studente può
consultare interpretazioni differenti, confrontare la propria interpretazione con altre
esistenti. Egli stesso inoltre può registrarsi e riascoltarsi.
• La ricerca musicale: la registrazione ha incoraggiato l’esplorazione di repertori
poco conosciuti e l’archiviazione sistematica delle musiche del passato. Nasce e si
sviluppa infatti l’etnomusicalogia, ovvero la scienza musicale che studia le
tradizioni musicali dei popoli del mondo.
La registrazione ha introdotto nel processo musicale tradizionale un nuovo operatore
,l’ingegnere del suono e un nuovo oggetto, il disco.
La storia della registrazione è quella di una avventura scientifica , commerciale e
musicale che può essere schematizzata come segue:
Inventata alla fine del XIX secolo, la registrazione ha preso il volo nel primo quarto del
XX secolo, ma è solo a partire dal 1925 che la qualità sonora diviene accettabile grazie
al microfono elettrico. Nella seconda metà del XX secolo essa raggiunge per così dire
la maturità grazie al microsolco e al nastro magnetico.
L’invenzione della registrazione è ufficialmente attribuita all’americano Thomas Edison
nel dicembre 1877 il quale concepì nel suo laboratorio il primo apparecchio in grado di
registrare e riprodurre il suono.
Agli inizi del 1900 e fino al 1930 l’industria della registrazione fiorì in America e in
Europa e vide la comparsa di grandi nomi di compagnie come Edison, Columbia,
Gramophon , Victor e Fonotipia (Italia).
Nel 1917 la Victor realizzò a New York la prima registrazione jazzistica di brani suonati
dal complesso “The Original Diexeland Jazz Band” formato da cinque musicisti
recentemente arrivati a New Orleans . Grazie al disco, il jazz uscito dai ghetti neri, si
diffuse rapidamente sotto la sua forma commerciale, fece ballare e contagiò tutti gli
Stati Uniti e perfino l’Europa.
Con Bill Haley nel 1954, e soprattutto con Elvis Presley, un anno più tardi, l’industria
discografica americana venne coinvolta nell’avventura del rock and roll.
Nel 1955 Presley vendette dieci milioni di dischi ; più tardi un milione di copie del suo
Heartbreak Hotel andò venduto in tre mesi. Il rock creò un mercato di massa che
coinvolgeva interessi finanziari al cui confronto la nicchia della musica classica
appariva ben modesta. Nel 1950 quest’ultima costituiva il 25% della vendita di dischi ;
nel 1970, nonostante l’aumento delle sue vendite in cifra assoluta, ne rappresentava
solo fra il 5 e il 15% a seconda dei paesi. Oggi un disco di classica venduto in quindici
mila esemplari è considerato un successo . Solamente divi come Luciano Pavarotti o
Placido Domingo hanno venduto centomila copie e oltre.
( Liberamente tratto da un saggio di Jacques Hains , Dal rullo di cera al cd. )
C.
Visione d’insieme delle grandi trasformazioni della musica del
secondo Novecento in funzione degli eventi storici e della società
del tempo
1.1 Quadro storico e fenomeno della “controcultura giovanile”
Agli inizi degli anni ’50 il mondo ha già vissuto le due guerre mondiali che si sono chiuse
con il genocidio ebraico nei lager nazisti da una parte e l’annientamento atomico di
Hiroshima dall’altra e l’Europa accusa le conseguenze catastrofiche dell’affermazione dei
regimi totalitari quali il nazismo, il fascismo e lo stalinismo. Si contrappongono inoltre due
grandi blocchi: orientale-comunista e occidentale –capitalista: sono i decenni della guerra
fredda . Questa contrapposizione finisce col dissolversi dell’Unione Sovietica , nel 1991.
Simbolo della guerra fredda è sicuramente il Muro di Berlino che, costruito intorno al 1945,
fu abbattuto il 9 novembre del 1989.
In contrasto con la drammaticità degli eventi che si sono susseguiti negli ultimi 50 anni del
Novecento e che tutt’oggi continuano ad esistere investendo i rapporti tra paesi ricchi e
paesi poveri ( vedi la distruzione delle Twin Towers a New Tork nel 2001) , la civiltà di
questo secolo ha portato a livelli insospettati il progresso tecnico scientifico e , nei paesi
avanzati, il generale benessere nei periodi di pace; soprattutto l’elettronica , con il
diffondersi del computer, di internet e dei grandi mezzi di comunicazione di massa (
cinema, tv, radio) ha permesso ai popoli di tutta la terra di avvicinarsi fra loro come non
era mai successo in passato.
Gli artisti, gli uomini di cultura ma anche la generazione dei giovani del tempo,
documentano nelle loro opere, nel loro modo di vivere e in numerosi movimenti di
protesta, queste profonde contraddizioni della civiltà moderna. Da una parte si diffonde un
senso di impotenza a conoscere il perchè dell’esistenza, il significato dello stare al mondo
,dall’altra parte prevale un nuovo fiducioso ottimismo nelle possibilità della ragione umana
di costruire un futuro di pace e prosperità grazie appunto allo sviluppo della scienza e della
tecnica.
In questo clima di generale disorientamento e di sfiducia, il mondo giovanile trova il suo
spazio per farsi sentire rivendicando valori e principi di vita da sostituire a quelli che
avevano ispirato la vita dei loro genitori. Essi si ribellano alla tradizione ma allo stesso
tempo anche al sempre più diffuso mondo consumistico. Negli Stati Uniti nasce il gruppo
giovanile chiamato Beat Generation che desidera liberarsi dagli schemi della società
opponendo ideali di vita libera e fuori dalle regole. In Inghilterra nascono i Teddy boys ,
precursori dei futuri mods, rockers e punks. Si tratta di gruppi di giovani meno intellettuali
rispetto a quelli americani della beat generation, che nel 1953 /54 riempiono le cronache
dei giornali inglesi , e non solo inglesi, con il racconto allarmato delle loro imprese
teppistiche; si trattava di ragazzi , in gran parte di estrazione operaia, che sfogavano con
gesti di violenza gratuita , la loro rabbia nei confronti di un futuro senza prospettive, la loro
sfiducia nei modelli di comportamento collettivo dominanti. Il numero dei giovani che
parteciparono a questo movimento fu impressionante: si organizzarono in modo da
assumere una sorta di divisa o meglio di “ travestimento spettacolare” provocatoriamente
ispirato alla moda aristocratica degli anni di Edoardo VII. Come i giovani americani, anche
i Teddy boys e successivamente i mods i rockers ed i punks, utilizzavano il loro tempo
libero per organizzare grandi raduni in cui però era diffuso l’uso di alcool e droga proprio
in segno di fuga dal mondo.
I mezzi di comunicazione di massa contribuirono a dare peso ai fenomeni di “
controcultura giovanile” di cui abbiamo parlato, attraverso giornali, riviste, libri che
diffondevano notizie e formulavano giudizi più o meno positivi su ciò che via via accadeva.
Anche il cinema fece la sua parte proponendo temi legati alla condizione giovanile ( 1954,
Il selvaggio e 1955, Gioventù bruciata) . Fra i ragazzi che non partecipavano in prima
persona alle attività dei Teddy boys o che non aderivano agli schemi comportamentali
della beat generation, furono appunto questi gli strumenti principali di diffusione di massa
delle nuove ideologie.
1.2 La nascita del rock’n roll
Ma il mezzo che forse più di tutti fu capace di suscitare fanatiche adesioni e di fungere da
“collante” cementando strette solidarietà di gruppo, fu la musica , a partire dal momento in
cui il rock’n roll fece la sua comparsa nel panorama dei consumi giovanili.
La musica rock nasce dalla commistione di due tradizioni culturali quali il blues ed il
country end western. Il primo era la voce della popolazione proletaria nera americana, il
secondo era la musica del proletariato bianco dei cow boys, dei disoccupati, dei
vagabondi delle pianure e degli Hillibillies delle montagne.
Entrambi i generi si diffusero ampiamente per radio negli anni ’30 e ’40 venendo quindi a
contatto con altre realtà musicali fino a dar vita al ‘rock: il suo successo iniziale fu dovuto
sia al fatto che era un genere molto ritmato quindi piacevole e ballabile, sia al fatto che
integrava stili musicali diversi e quindi era diventato dal punto di vista culturale il segno del
superamento di pregiudizi, barriere e diffidenze e di una certa solidarietà fra i popoli .
L’industria discografica, accortasi crescente successo di questo genere di musica, non
tardò a moltiplicarne la risonanza ed infine a decretarne il successo mondiale ( vd.pag.
212 Chorus vol. C) lanciando la figura del cantante Elvis Presley. I primi dischi di rock
entrarono nelle Hit inglesi nel 1956 trovando il consenso della maggior parte del mondo
giovanile.
IL rock da allora in poi, si impose come fatto di costume e come modello di vita, fu un
fenomeno dirompente che coinvolse per la prima volta la cultura ed il comportamento delle
generazioni più giovani e l’industria discografica non si lasciò sfuggire l’occasione di una
popolazione di consumatori numerosa e disponibile come quella degli adolescenti.
Fu proprio da questo momento in poi che, dato il gran numero di fruitori del rock, cominciò
a farsi sentire la necessità di ospitare concerti di musica pop e rock in grandi spazicome gli stadi e le piazze- e dalla fine degli anni Sessanta la musica rock viene sempre
più vissuta dai giovani di tutto il mondo industrializzato come un fattore unificante, come
opportunità di incontro. Alcune rassegne di musica rock richiamano migliaia di spettatori e,
in alcuni casi, si giunge persino alle centinaia di migliaia! E’ il caso del Festival di
Woodstock: nell’agosto del 1969 quasi mezzo milione di ragazzi accorrono presso questa
cittadina vicino a New York per “tre giorni di pace e musica” come recita lo slogan ufficiale.
Si va per ascoltare alcuni dei nomi più importanti del rock mondiale , ma soprattutto per
stare insieme ad i coetanei. Anche i decenni successivi vedranno grandi raduni, effettuati
per lo più negli stadi di tutto il mondo e , a volte , promossi per sostenere importanti cause
sociali, come la lotta alla fame nel mondo o la difesa all’ambiente. Il rock and roll è stato
quindi un fenomeno tipicamente giovanile che ha oltrepassato il fatto musicale per divenire
non solo moda e costume ma anche segno di un impegno e di matura coscienza politica e
sociale.