1 IL SISTEMA SOLARE I pianeti gassosi (o Gioviani)

Relazione Finale
IL SISTEMA SOLARE
I pianeti gassosi (o Gioviani)
CORSO DOL
Corsista: Fabio D’Accampo
Tutor: Prof. Giovanni Di Rosa
Anno Accademico 2009-2010
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Indice
Capitolo 1
1.1 Descrizione di contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità, strumenti e protagonisti ...……pag. 3
1.2 Numero di classi coinvolte e di ragazzi che hanno partecipato alla sperimentazione …...…..4
1.3 Vantaggi e svantaggi nella realizzazione del progetto .....………………………………..….4
1.4 Abilità acquisite dagli insegnanti e dagli alunni …………………………...………………...5
Capitolo 2
2.1 Modalità di relazione osservate tra alunno e docente …………………………………...pag. 6
2.2 Modalità di relazione osservate tra alunno ed alunno ……………………………...………...6
2.3 Modalità di relazione osservate tra docente e docente ……………………………………….7
Capitolo 3
3.1 Valutazione delle tecnologie e del materiale usato ……………………………………...pag. 8
3.2 Valutazione dell’esperienza in termini di arricchimento professionale ………………………9
3.3 Valutazione dell’esperienza da parte dei ragazzi ……………………………………………..9
3.4 Indicazioni circa una eventuale prosecuzione dell’esperienza ……………………………..10
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Capitolo 1
1.1 Descrizione di contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità, strumenti e protagonisti
Riecco nuovamente la “D’Accampo’s for planets”, la nostra navicella spaziale, alle prese con una
nuova avventura. Gli alunni, infatti, a bordo di questa navicella virtuale si renderanno protagonisti
di un nuovo percorso didattico che li porterà alla conoscenza, stavolta, dei pianeti gassosi, dopo
“aver sorvolato” in precedenza i pianeti terrestri.
In realtà, gli allievi “astronauti” non sono più quelli dello scorso anno scolastico.
Tuttavia, facendo tesoro della precedente esperienza, mi è sembrato doveroso, attraverso la
stesura di un secondo progetto, “arricchire” l’iniziale percorso che ha veduto gli alunni “esplorare” i
pianeti terrestri del nostro Sistema Solare. Debbo ammettere che gli alunni di questo nuovo anno
scolastico, d’età di gran lunga inferiore rispetto a quelli dello scorso anno, hanno mostrato soltanto
strada facendo un fortissimo interesse nello studio dei pianeti gassosi, grazie alla realizzazione di un
percorso didattico costruito attraverso le nuove tecnologie. Anche stavolta, quindi, l’obiettivo è
stato raggiunto: gli alunni si sono resi consapevoli, come i precedenti, dell’importanza
dell’intercorrelazione gravitazionale dei corpi celesti che compongono il nostro Sistema Solare,
condizione che rende il nostro Sistema stesso praticamente perfetto.
Gli alunni di oggi sono praticamente tutti italiani, ma permangono quelle differenze culturali,
religiose, economiche e familiari, che avevano contraddistinto gli alunni stranieri dell’anno
precedente.
Anche in questo caso, posso garantire, non è stato facile, ed anche in questo caso ho reputato
fondamentale spiegare agli alunni anche le caratteristiche dei pianeti gassosi sotto forma di un breve
“racconto”, che narra di un viaggio virtuale costruito per lo più nell’aula d’informatica.
Naturalmente, prima dello studio dei pianeti gassosi, gli alunni hanno studiato quelli terrestri, e il
lavoro costruito dagli alunni dello scorso anno gli è stato di grandissimo aiuto. Questi giovanissimi
allievi hanno potuto, così, comprendere quale sarebbe stato, al termine, l’obiettivo da raggiungere.
Questo loro apprendimento ha avuto una durata di circa un mese e mezzo, nel periodo compreso tra
ottobre e novembre, per un totale di 20 ore di lezione, ciascuna di 60 minuti. La durata, rispetto allo
scorso anno, è certamente inferiore: mancano all’appello quelle 5 ore che avrebbero potuto
sicuramente migliorare la progettazione, ma motivi organizzativi in seno alla scuola non lo hanno
permesso. Le fasi di realizzazione inerenti al progetto, come il precedente, sono state tre, ed ognuna
di queste ha visto la partecipazione, altra novità, solamente di due insegnanti: il docente di
Informatica e il docente di Scienze, nella rappresentanza del sottoscritto. La prima, la fase
conoscitiva propriamente detta, è stata la raccolta del materiale attraverso l’uso del web, in
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particolare di video e immagini, e, infine, l’esecuzione di letture di libri inerenti l’argomento. La
seconda fase, invece, ha avuto come protagonista la “selezione” di tutto il materiale che gli alunni
avevano raccolto in precedenza, cercando di approfondire i sottoargomenti, di scartare quelle
immagini considerate poco precise e di selezionare, infine, quei video e quelle registrazioni audio
utili al progetto. Sono state, quindi, utilizzate registrazioni audio fatte dal sottoscritto e dagli alunni
che poi sono state “integrate” a costituire un unico file attraverso l’uso del software “Windows
Movie Maker”. La terza ed ultima fase è stata la più complessa, la fase di assemblaggio: essa è stata
la realizzazione di un “PowerPoint” nel quale i ragazzi hanno assemblato in pratica tutto il materiale
selezionato, immaginando di intraprendere un “viaggio interplanetario” con la D’Accampo’s for
planets”.
Agli alunni è stato, quindi, spiegato come utilizzare il software della Microsoft, con tutte le sue
potenzialità ed i suoi limiti. Ma anche in questo caso si è registrato un grande successo in termini di
comprensione ed interesse: i piccoli “astronauti”, i nostri giovanissimi alunni, hanno costruito
ognuno il proprio lavoro per poi alla fine, dopo una ulteriore selezione, convergere nel vero
prodotto finale: il secondo viaggio nella “D’Accampo’s for planets” alla scoperta dei pianeti
gassosi.
Ma alla sua buona riuscita ha contribuito parecchio anche il docente di Informatica, collaborando
con le sue competenze alla crescita formativa ed educativa dei nostri alunni; egli, in particolare, ha
spiegato gli aspetti tecnici dello strumento “computer”, intervenendo pure nella spiegazione delle
modalità di utilizzo di software, ma anche di stampanti, scanner, sul rapporto tra computer e
fotocamera e nelle modalità, infine, su come procedere nella realizzazione del PowerPoint, frutto
finale del loro lavoro. Di certo, la mancanza della figura dell’insegnante di Italiano è stata
significativa, avendo potuto spiegare agli alunni il legame che intercorre tra il Sistema Solare, i miti
e la storia dell’Uomo.
1.2 Numero di classi coinvolte e di ragazzi che hanno partecipato alla sperimentazione
Il progetto “Il Sistema Solare – I pianeti gassosi” ha visto coinvolta la terza classe della scuola
secondaria di primo grado “Don Minzoni” dell’Istituto Comprensivo “San Biagio” di Ravenna. Gli
alunni coinvolti, che, come detto sono per lo più italiani e di età inferiore ai quindici anni, in tutto
sono stati 26, così distribuiti: 14 femmine e 12 maschi.
1.3 Vantaggi e svantaggi nella realizzazione del progetto
Sebbene avessero partecipato alunni per lo più italiani, di certo non è stato facile gestire una
realtà come quella che caratterizza i miei alunni. Le difficoltà incontrate, infatti, come nel
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precedente progetto, sono state sia tecniche sia metodologico-didattiche. È bene sottolineare come
fosse stato difficilissimo sin da subito essere chiari nei confronti di alunni così giovani, su come lo
stesso progetto doveva essere realizzato. Bisognava trovare le frasi e le parole giuste. Ho tentato,
così, di spiegare loro, con schemi e parole molto semplici, che la prima fase era quella di
raccogliere il materiale attraverso l’uso di internet e libri di testo. Anche in questo caso non tutti gli
allievi possedevano un’esperienza consolidata nell’uso del web, almeno di questa natura; ecco
perché i miei interventi hanno avuto lo scopo di aiutarli ad orientarsi tra i diversi motori di ricerca.
Nella seconda fase, poi, anche la “selezione” di tutto il materiale precedentemente raccolto non è
stata una passeggiata: trovare immagini e file audio e video opportuni in tutto quel materiale
raccolto non è stato per nulla facile. L’ultima fase progettuale, infine, quella di assemblaggio, ha
previsto degli interventi particolari, esattamente come nel progetto del primo anno; soltanto qualche
alunno possedeva conoscenze pregresse nell’utilizzo del PowerPoint. È stato, quindi, necessario
anche in questo caso dedicare qualche lezione al suo utilizzo. Non ci sono stati comunque
solamente difficoltà; gli alunni, infatti, apprendevano nuove competenze man mano che si
procedeva nella progettazione, rendendosi così i veri protagonisti del loro stesso apprendimento.
1.4 Abilità acquisite dagli insegnanti e dagli alunni
Analogamente alla progettazione del primo anno accademico del corso DOL, anche in questo
caso gli alunni sono stati in grado di acquisire tantissime abilità. Progettare, organizzare e realizzare
un PowerPoint, infatti, vuol significare apprendere tantissime competenze, soprattutto quelle che
riguardano l’utilizzo organizzato di software specifici da parte dei discenti, ma anche da parte di noi
docenti sperimentare nuove e buone pratiche di insegnamento. Gli alunni, dopo aver appreso i
contenuti dell’argomento attraverso le classiche lezioni frontali, hanno preso dimestichezza nell’uso
del web, dei motori di ricerca, quali ad esempio google e yahoo, allo scopo di ricercare immagini,
file audio e video inerenti all’argomento. Gli alunni hanno appreso come organizzare tale materiale
raccolto secondo le nostre indicazioni, sviluppando capacità di analisi e sintesi.
Debbo sottolineare il fatto come gli alunni siano stati bravi non solo a modificare le immagini
raccolte attraverso l’uso, ad esempio, di “Picture Manager”, software in dotazione alla Microsoft
Office, ma anche a capire come inserirle nel nostro nascente PowerPoint. Anche in questo caso
alcune immagini hanno richiesto, prima di essere inserite, ritagli e ridimensionamenti tali da
renderli maggiormente adatte al nostro scopo. Sono stati inseriti anche caselle di testo e sequenze
audio, mentre per quanto riguarda le animazioni gli alunni hanno imparato, attraverso la voce
“Passa alla diapositiva successiva”, come passare da una diapositiva ad un’altra automaticamente
dopo un tempo prestabilito. Con le animazioni personalizzate, poi, gli allievi sono riusciti a
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realizzare degli effetti particolari. Per quanto riguarda invece noi insegnanti, la collaborazione con
insegnante di Informatica è stata proficua non solo nell’affinare e sviluppare le conoscenze
precedentemente acquisite, ma anche nell’aver contribuito ad accelerare diligentemente i tempi
della realizzazione del progetto stesso. Tuttavia, è da notare come la mancata partecipazione
dell’insegnante di Italiano nella sua realizzazione abbia per certi versi indebolito il significato stesso
d’interdisciplinarietà che sta alla base nello studio di qualsiasi argomento.
Capitolo 2
2.1 Modalità di relazione osservate tra alunno e docente
Trattandosi di alunni giovanissimi, debbo dire che originariamente ero un po’ scettico ad
intraprendere un percorso progettuale di questa portata. Inizialmente, infatti, quantunque trascinati
da una forte curiosità ad apprendere i misteri del Sistema Solare, gli alunni non avevano mostrato
un sufficiente grado di partecipazione. Tuttavia, in nessun caso gli alunni hanno promosso azioni
tendenti a generare un clima poco sereno.
Anche in questo caso le difficoltà per alcuni hanno riguardato il concetto di accelerazione di
gravità e la comprensione della Legge universale di Newton. Capire, invece, la differenza tra i
pianeti terrestri e quelli gassosi non è stato un problema. Man mano che il progetto prendeva corpo,
è stato bello osservare come il loro desiderio di capire si esprimesse chiaramente attraverso i loro
gesti: a differenza di altre situazioni di apprendimento, questa volta gli alunni hanno percepito che
loro stessi erano i costruttori del loro sapere. Apprendendo che i pianeti, oltre a ruotare attorno al
proprio asse, descrivono orbite ellittiche attorno al Sole, gli alunni hanno imparato che la Terra, ad
esempio, trovandosi in uno dei due fuochi, occupa due posizioni diametralmente opposte, una più
vicina (perielio) ed una più lontana (afelio) rispetto al Sole.
2.2 Modalità di relazione osservate tra alunno ed alunno
Tra gli obiettivi perseguiti c’è stato anche quello di far lavorare gli alunni insieme e,
sinceramente, si deve riconoscere che hanno dimostrato di essere dei piccoli abili team worker,
dimostrando collaborazione e condividendo frequentemente le informazione acquisite. Li abbiamo
spesso fatti lavorare in piccoli gruppi, costituendo gruppi di due o al massimo tre per ogni computer
e per ogni tavolo di lavoro. Lo scopo è sempre quello, come nel precedente di creare all’interno
della classe dei microgruppi con ognuno la propria idea iniziale di progetto per poi al termine, dopo
un confronto, essere ulteriormente organizzata nella bozza finale. È stato ancora una volta
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gratificante per noi insegnanti osservare i ragazzi mentre ricercavano immagini, audio e video,
assistere alle loro selezioni secondo soprattutto il loro gusto personale, alle loro modifiche
apportate, per poi alla fine osservare le modalità di inserimento nel PowerPoint secondo le nostre
indicazioni.
Naturalmente, non sono mancati anche in questo caso gli interventi correttivi di noi docenti, che,
seppur a tratti incalzanti, non hanno mai sottovalutato l’opera preziosa degli alunni, acconsentendo
quindi agli alunni di poter elogiare le proprie “originalità”. Onestamente, debbo però sottolineare
come l’azione degli alunni non sia assolutamente paragonabile a quella osservata nel precedente
progetto, dove non mi era mai capitato di osservare un gruppo di allievi così tanto collaborativo,
nonostante che avesse notevoli difficoltà culturali e linguistiche. Ma come accennato in precedenza
questo è imputabile alla giovanissima età di questi alunni dove le motivazioni generali e il proprio
focus attenzionale spesso si esprimono ancora confusamente e con instabilità comportamentale.
2.3 Modalità di relazione osservate tra docente e docente
Poiché noi docenti desideravamo rendere il più possibile meno arduo il lavoro stesso degli alunni,
ci siamo premurati, sin da subito, a stabilire diversi incontri su come organizzare le tre fasi
progettuali sia dal punto di vista conoscitivo sia, naturalmente, da quello tecnico-metodologico.
È stato in questi incontri, memore dell’esperienza precedente, che noi docenti abbiamo perorato
l’idea di organizzare gli alunni in piccoli gruppi di lavoro tali da rendere ciascun partecipante un
valore aggiunto nell’ambito dello stesso gruppo secondo le normali tecniche del cooperative
learning; si è anche discusso sulle metodologie e strategie didattiche da applicare, in modo che si
potessero ricreare le condizione di una vera e propria “comunità di buona pratica”.
Anche in questo caso non è stato possibile utilizzare strumenti sofisticati, quali telescopi, e
nemmeno fare affidamento alla visita al planetario sito nella stessa città di Ravenna. Malgrado ciò,
noi docenti con molta complicità organizzativa abbiamo cercato di portare avanti il nostro progetto
senza scoraggiamenti. La collaborazione tra me e l’insegnante di Informatica è stata, come al solito,
eccezionale: insieme abbiamo condiviso le conoscenze già precedentemente acquisite e quelle che
si sono sviluppate in seno al progetto stesso.
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Capitolo 3
3.1 Valutazione delle tecnologie e del materiale usato
Durante tutti gli incontri con gli alunni, e quindi durante le fasi progettuali, noi docenti abbiamo
sempre cercato di adoperare quegli strumenti tecnologici più idonei al nostro progetto senza,
comunque, che questi potessero creare particolari problemi agli alunni. Questi, una volta raccolto il
loro materiale, lo hanno riordinato e conservato per il progetto finale. Hanno imparato ad utilizzare
meglio software come il “Word”, utilissimo, come è noto, nel riportare dati, riassunti e
considerazioni, e ad apprendere il “PowerPoint”. Ma durante la realizzazione del progetto si sono
utilizzati altri software come “Audacity”, un programma di registrazione audio che ha contribuito
alla realizzazione degli aspetti sonori del progetto e il “Movie Maker” che ha permesso loro di
integrare immagini, audio e video scaricati da internet.
A tal proposito, anche in questo caso si è dovuto procedere alla conversione dei file Flash Video
con estensione .flv in file Windows Media Video con estensione .wmv. In particolare, dopo aver
scaricato dal web alcuni video inerenti l’argomento in RealPlayer, che hanno estensione .flv, si è
provveduto, attraverso il software “AVS Audio Converter”, a trasformarli in Windows Media
Video. Un altro software utilizzato è “Google Earth”, un programma gratuito e facilmente reperibile
in internet. Gli allievi, attraverso questo software, hanno potuto salvare alcune immagini che
successivamente sono servite al progetto, come nel caso del lancio dalla nostra base spaziale: la
nostra scuola “Don Minzoni”.
Un altro software utilizzato dagli alunni, ma anche da noi docenti, è stato quello che aiuta a
realizzare mappe concettuali: si tratta di “CmapTools”, un software utilizzato, come nel progetto
precedente, da noi docenti soprattutto nella fase organizzativa di progettazione, poiché aiuta gli
aspetti didattici attraverso la realizzazione di schemi, che peraltro gli alunni stessi adoperavano.
Il materiale raccolto dagli alunni, quali immagini e documenti, poi, è stato oggetto di
comparazione allo scopo anche di verificarne la loro attendibilità; bisognava “interpretare” tutto
questo materiale, ed inizialmente non è stato facile, ma, man mano che passava il tempo, gli alunni
hanno imparato a capire cosa raccogliere, come migliorarlo rendendo maggiormente fruibili le fasi
progettuali. Per quanto riguarda la modifica delle immagini, anche in questo caso gli alunni si sono
avvalsi del programma in dote alla Microsoft Office “Picture Manager”, del programma “GIMP” e
di quello molto più diffuso sempre della Microsoft, chiamato “Paint”. Gli alunni, dopo aver
superato le difficoltà iniziali, in particolare sui parametri da utilizzare nelle modifiche delle
immagini, sono stati all’altezza del loro compito; sono stati capaci di ritagliarle, apportare la
corretta luminosità e il giusto contrasto, e di aggiungerne altre.
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Gli alunni hanno anche appreso come nel software PowerPoint sia possibile realizzare una serie
di sequenze di immagini e video che procedono in avanti in automatico secondo una scansione
temporale personalizzata, senza quindi dover azionare i tasti avanti-indietro della tastiera.
3.2 Valutazione dell’esperienza in termini di arricchimento professionale
Nel valutare questa nuova esperienza didattica, debbo riconoscere come questa seconda prova sia
stata molto importante nel far sì che oggi possa considerarmi un vero insegnante esperto di didattica
assistita dalle nuove tecnologie; in questo sono stati determinanti non solo le lezioni del corso DOL,
gli interventi del tutor e la collaborazione con i colleghi del corso, ma anche la straordinaria
partecipazione emozionale e motivazionale degli alunni che hanno partecipato alla realizzazione di
questi due progetti. Prendere atto, infatti, che gli alunni siano in grado di correre “da soli” verso la
costruzione del proprio sapere, assistere alle strategie realizzate da loro stessi nel risolvere le
difficoltà, è certamente una fonte di ricchezza intellettuale ed umana, irripetibile che mi riporta
indietro nel tempo a quando ero bambino dove la conoscenza sembrava essere costruita da altri.
L’utilizzo, poi, delle nuove tecnologie ha contribuito anche a capitalizzare le conoscenze acquisite
che, diversamente ai progetti precedenti, è possibile archiviare e trasferire anche in altri contesti.
Tutto questo, come detto nel precedente progetto, ha trasformato la vecchia didattica in qualcosa di
più dinamico ed interattivo, dove gli alunni potranno apprendere gli argomenti non solo ascoltando
passivamente la voce del loro insegnante ma anche interagendo opportunamente tra loro e con
l’insegnante, generando, così, una vera e propria rete di conoscenza.
Per quanto concerne, poi, l’interdisciplinarietà, che si è caratterizzata dall’interscambio
conoscitivo ed organizzativo tra noi docenti, questa ne rappresenta una vera e propria forma di
arricchimento professionale, anche se poi in ambito scolastico le attrezzature sono spesso carenti o
non esiste la fattibilità di una continua disponibilità da parte dei docenti nell’affrontare una didattica
“collettiva”, che porti al raggiungimento di obiettivi utili alla stessa crescita umana dei nostri alunni,
che li porterà a divenire cittadini del mondo.
3.3 Valutazione dell’esperienza da parte dei ragazzi
Grazie ai tantissimi misteri che il nostro Sistema Solare nasconde, l’argomento da sempre può
considerarsi piuttosto stimolante da parte degli alunni di qualunque età. In tutto questo contribuisce
anche il nuovo modo di apprendere oramai facente capo alle nuove tecnologie.
Abbiamo detto come gli alunni, dopo un inizio un po’ “sbarazzino”, caratterizzato da un
approccio chiaramente non incline ad intraprendere un percorso di questo tipo, forse perché non
avevano avuto un’esperienza analoga, hanno mostrato in seguito apprezzamento sia per le modalità
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di svolgimento delle fasi progettuali e sia per le strategie adoperate nel raggiungimento degli
obiettivi prefissati. Gli alunni si sono infatti interessati alla ricerca, alla scoperta di nuovi software
che possono utilizzare anche in altri contesti non attinenti alla scuola. In definitiva, quindi, gli
allievi, avendo dato il meglio di sé, hanno valutato positivamente la realizzazione del loro progetto,
e sicuramente saranno motivati a ripetere in futuro un’analoga esperienza didattica.
3.4 Indicazioni circa una eventuale prosecuzione dell’esperienza
Certamente, come detto nel precedente progetto, riproporrò ai miei alunni questo nuovo tipo di
esperienza didattica, basata sull’uso sapiente delle nuove tecnologie.
Sono certo, anzi certissimo, che questo approccio aiuterà gli alunni ad essere costruttori del
proprio sapere, e l’alunno imparerà a sentirsi non solo attore protagonista ma anche allo stesso
tempo aiuto regista, stabilendo con i propri docenti un rapporto di collaborazione improntato sul
rispetto reciproco, senza comunque venir meno all’importante differenza di ruolo. Sono
consapevole, in conclusione, dell’importanza per noi docenti di questo nuovo modo di fare
didattica, e che, quindi, non si possa parlare di formazione permanente senza un utilizzo
appassionato e competente delle nuove tecnologie.
Bisogna avere il coraggio di dare un calcio al passato, un calcio a quel modo di fare didattica che
personalmente oramai considero acqua passata, grazie alle nuove conoscenze acquisite in seguito
alla frequenza appena conclusa di questo corso straordinario promosso dal Politecnico di Milano.
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