RELAZIONE TRA INTRODUZIONE Gli uomini, dopo la rivoluzione industriale, hanno creduto che le risorse del pianeta fossero infinite e le hanno saccheggiate. In particolare, il ventesimo secolo è stato un secolo senza precedenti per crescita demografica, sviluppo economico e cambiamenti ambientali. Questa rapida crescita demografica ed economica non si è verificata uniformemente a livello mondiale, cioè non tutte le aree hanno beneficiato nella stessa misura dell’accresciuto benessere economico. Inoltre, l’aumento della popolazione è avvenuto di pari passo con lo sviluppo economico, ma crescita della popolazione e sviluppo economico non sono stati accompagnati da un utilizzo razionale delle risorse fisiche, ambientali, terrestri. Il nostro Pianeta è come un’astronave in cui lo spazio, l’aria e l’acqua sono limitati, così come i viveri e i materiali che si trovano a bordo. Quindi dobbiamo usare in maniera intelligente lo spazio, il suolo e le altre risorse LIMITATE! Non a caso oggi si sente sempre più parlare di SVILUPPO SOSTENIBILE un progresso che economizzi le risorse, CIOE’ distribuisca i beni in modo giusto e difenda l’ambiente. POPOLAZIONE Il ventesimo secolo è stato testimone di una straordinaria crescita della popolazione mondiale: da 1,6 a 6,1 miliardi di persone. Il rapido aumento della popolazione è stato favorito da una decisa 1 diminuzione della mortalità, specialmente nelle regioni meno sviluppate del mondo. Si valuta che la popolazione mondiale continuerà a crescere. Tabella 1. PIETRE MILIARI NELL’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE POPOLAZIONE MONDIALE RAGGIUNTA 1 miliardo nel 1804 2 miliardi nel 1927 (123 anni più tardi) 3 miliardi nel 1960 (33 anni più tardi) 4 miliardi nel 1974 (14 anni più tardi) 5 miliardi nel 1987 (13 anni più tardi) 6 miliardi nel 1999 (12 anni più tardi) POPOLAZIONE MONDIALE PREVISTA 7 miliardi nel 2012 (13 anni più tardi) 8 miliardi nel 2026 (14 anni più tardi) 9 miliardi nel 2043 (17 anni più tardi) ANNO ANNO La stragrande maggioranza della popolazione mondiale vive nelle regioni meno sviluppate. CRESCITA ECONOMICA E POVERTA’ L’enorme aumento nella produzione mondiale di beni e servizi, portata dai cambiamenti tecnologici, sociali ed economici, ha permesso di far vivere meglio un gran numero di persone. Le due caratteristiche più importanti della crescita economica nell’ultima metà del ventesimo secolo sono state il suo ritmo senza precedenti e la sua distribuzione ineguale tra le regioni del mondo. In particolare va sottolineato che non tutti hanno goduto in modo uguale dei benefìci derivati dalla crescita economica: il 24% della popolazione vive in assoluta povertà. In anni recenti si è puntato soprattutto a migliorare le condizioni di salute , educazione e sanità, considerati come caratteristiche di sviluppo. CONSUMO DI ENERGIA ED EMISSIONI. L’energia e le materie prime sono importanti per le attività economiche e per il benessere umano, ma sono anche causa di molte preoccupazioni ambientali (cambiamenti climatici, pioggia acida, inquinamento). Il consumo di energia è legato alla crescita economica ed al livello di sviluppo, quindi tale consumo è distribuito in maniera diseguale nel mondo. Le economie più sviluppate consumano quasi il 60% delle fonti di energia mondiali, soprattutto combustibili fossili. L’uso di combustibili fossili ha portato ad una sostanziale crescita delle emissioni globali di biossido di carbonio (CO2) e all’aggravarsi dell’effetto serra, che contribuisce al riscaldamento della Terra. Le più elevate emissioni di CO2 hanno luogo nel Nord America, seguita dall’Europa. Continuare a emettere nell’aria CO2 significa aggravare il riscaldamento della Terra, che potrebbe provocare un innalzamento del livello dei mari, allagamenti di aree costali basse, possibile diffusione di malattie trasmesse da insetti e diminuzione della produzione agricola. AGRICOLTURA In alcune aree del mondo c’è una precaria disponibilità di cibo, che potrebbe peggiorare nei prossimi vent’anni. A questo bisogna aggiungere che le abitazioni, le industrie, le infrastrutture, il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici minacciano la produttività agricola di molti terreni. ACQUA Attualmente la popolazione mondiale utilizza circa la metà dell’acqua dolce disponibile. Date le tendenze attuali, ben due terzi della popolazione mondiale nel 2025 potrebbero affrontare problemi di approvvigionamento idrico. FORESTE E BIODIVERSITA’ (= SPECIE VEGETALI E ANIMALI) In qualsiasi parte del mondo gli ecosistemi sono sotto pressione. Regioni costiere e pianure, aree umide, praterie, boschi, foreste, habitat acquatici sono stati danneggiati e distrutti dall’azione dell’uomo. Le foreste, per esempio, sono diminuite di circa il 5% tra il 1980 e il 1995. Si stima che negli ultimi 150 anni il disboscamento ha contribuito alla crescita di CO 2 nell’atmosfera ed è una delle cause della perdita di specie animali e vegetali. 2 POLITICHE DEI GOVERNI RIGUARDANTI POPOLAZIONE, AMBIENTE E SVILUPPO Le preoccupazioni riguardanti popolazione ambiente e sviluppo si sono evolute nel tempo: Tabella 2. EVOLUZIONE DELLE PREOCCUPAZIONI AMBIENTALI DAGLI ANNI QUARANTA AD OGGI DATA PREOCCUPAZIONE QUESTIONI SPECIFICHE GENERALE Anni ‘40/ ‘50 Risorse naturali limitate Produzione alimentare inadeguata Consumo di risorse non rinnovabili Anni ’60 / ‘70 Effetti della produzione e del Inquinamento di aria ed consumo acqua Smaltimento dei rifiuti Contaminazioni chimiche e radioattive Anni ’80 / ‘90 Cambiamento climatico globale Cambiamento climatico Piogge acide Assottigliamento dello strato di ozono Dal ’90 ad oggi Cambiamento climatico globale Biodiversità Ingegneria genetica Deforestazione Gestione delle acque Migrazione Malattie emergenti e riemergenti Globalizzazione A partire dalla fine degli anni ’40 e ’50, le preoccupazioni ambientali si concentravano quasi esclusivamente su ciò che era avvertito come l’impatto negativo della crescita demografica sulle risorse naturali non rinnovabili e sulla produzione di cibo. Di fatto non veniva prestata attenzione agli effetti collaterali sull’ambiente. Durante gli anni Sessanta e Settanta l’attenzione venne ampliata e incorporò i sottoprodotti di produzione e consumo, come l’inquinamento di aria e acqua, lo smaltimento dei rifiuti, i fitofarmaci e le scorie radioattive. Con gli anni Ottanta e fino a tutti gli anni Novanta, si aggiunse una nuova dimensione: i cambiamenti ambientali globali, inclusi il riscaldamento globale e l’assottigliamento dello strato di ozono, la biodiversità, la deforestazione, le migrazioni, malattie nuove e riemergenti. IL CONCETTO DI “SVILUPPO SOSTENIBILE”. Il percorso dello “sviluppo sostenibile” è iniziato negli anni Settanta, quando un numero crescente di governi si è preoccupato seriamente dei problemi ambientali: proprio in quegli anni, infatti, è emersa la consapevolezza che le risorse naturali della Terra devono essere tutelate. Nel 1972, per la prima volta 113 nazioni si sono incontrate a Stoccolma (Svezia) in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano. In questa sede fu affermato che la difesa e il miglioramento dell’ambiente sono uno scopo imperativo per tutta l’umanità, da perseguire insieme a quello fondamentale della pace. Negli anni successivi il dibattito si concentra sulla necessità di arginare il divario tra Paesi industrializzati e Paesi in Via di Sviluppo. Negli anni Ottanta si fa strada l’esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo. Il principio da tenere presente nel pianificare lo sviluppo viene individuato nel concetto di sostenibilità: un insieme di valori che interessa tutti i campi dell’attività umana in una prospettiva a lungo termine. Nel 1983 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) istituisce la Commissione Mondiale per lo Sviluppo e l’Ambiente. Il rapporto ( = relazione) della Commissione, noto con il nome di Rapporto Brundtland, pubblicato nel 1987, definisce chiaramente cos’è lo “sviluppo sostenibile”: “lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. 3 La necessità di individuare un percorso universale per costruire lo sviluppo sostenibile ha condotto i rappresentanti di 178 Paesi i a riunirsi a Rio de Janeiro nel 1992 per la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, meglio nota come il Vertice della terra. In questa occasione sono stati sottoscritti cinque documenti: L’Agenda 21: il programma di azione per il XXI secolo La Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste; La Convenzione sui cambiamenti climatici; La Convenzione sulla biodiversità; La dichiarazione su ambiente e sviluppo. In particolare, nella dichiarazione finale è stato sottolineato che, per realizzare una società migliore, la crescita economica deve essere accompagnata dal progresso sociale e dal rispetto per l’ambiente. Alla fine degli anni ’90, tuttavia, sono stati evidenziati forti ritardi nei processi di applicazione dei principi approvati a Rio. Nel 1997 si è svolta a Kyoto ( Giappone) la Conferenza sul clima, allo scopo di predisporre strategie che non causino variazioni del clima terrestre Per la prima volta i paesi industrializzati si sono impegnati a emettere meno gas a effetto serra. Infatti, in questa sede è stato firmato un Protocollo in cui sono stati fissati gli obiettivi internazionali per la riduzione dei gas nocivi. Per i paesi industrializzati sono state previste riduzioni maggiori, invece per i paesi in via di sviluppo sono stati fissati obiettivi minori. Anche questo protocollo, però, si è rivelato solo una promessa di buoni propositi che allo stato dei fatti sono naufragati nel fallimento. Dal 26 agosto al 4 settembre 2002 a Johannesburg, in Sudafrica, si è tenuto il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile: in questa occasione i grandi della Terra hanno l’attuazione degli impegni assunti a Rio de Janeiro nel 1992 e hanno concordato le azioni per uno sviluppo sostenibile. I leader mondiali presenti hanno firmato un Piano di azione ( = una dichiarazione politica) nel quale hanno rinnovato l’impegno a favore dello sviluppo sostenibile. Lotta alla povertà, diritti umani, protezione della salute, accesso all’acqua potabile sono alcuni degli argomenti trattati nel Piano.. In particolare sono stati fissati gli obiettivi e i programmi che nei prossimi quindici anni dovranno guidare il pianeta verso lo sviluppo sostenibile. Tra gli obiettivi che ricorderemo c’è quello di ridurre di due terzi la mortalità infantile e di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Il vertice di Johannesburg rappresenta una svolta significativa nell’impostazione delle politiche di tutela ambientale, perché ha messo al centro dell’attenzione la qualità della vita e la questione del sottosviluppo. Infatti, per la prima volta ci si è resi conto che i maggiori problemi per l’ambiente derivano dal sottosviluppo. E’ emerso che non è più tollerabile dal punto di vista morale ma anche ambientale lasciare un miliardo di esseri umani senza acqua potabile, in condizioni sanitarie ed alimentari precarie, decimati da malattie come la malaria, la tubercolosi, la diarrea, debellate da tempo nei paesi più avanzati. Esaminando i risultati ottenuti al vertice mondiale, emerge chiaramente che è prioritaria la qualità della vita delle popolazioni, specialmente dei paesi in via di sviluppo nelle politiche di sviluppo sostenibile. 4 1972, STOCCOLMA CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SULL’AMBIENTE UMANO 1987 RAPPORTO BRUNDTLAND SVILUPPO SOSTENIBILE AGENDA 21 CAMBIAMENTI CLIMATICI 1992, RIO DE JANEIRO VERTICE DELLA TERRA AMBIENTE E SVILUPPO FORESTE BIODIVERSITA’ 1997, KYOTO CONFERENZA SUL CLIMA 2002, JOHANNESBURG VERTICE MONDIALE SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE RIDUZIONE EMISSIONE DEI GAS NOCIVI PRIORITA’ ALLA QUALITA’ DELLA VITA E ALLE QUESTIONI DEL SOTTOSVILUPPO 5