Per la filosofia digitale l`universo è in realtà un grande computer

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Anno XI n.20 - 11 dicembre 2015
www.corcom.it
Big data Un diluvio di dati sta trasformando gli studi storici;
Come cambia il sapere nell'era digitale
la comunicazione sta cambiando la geografia; la distribuzione e l'accumulo
del sapere stanno amplificando le scienze; la globalizzazione sta restringendo
il numero delle lingue parlate. Quanto crescerà tutto questo nel futuro?
Scenari
C O S Ì PA R L Ò . . .
L'uomo è misura di tutte
le cose: di quelle che sono,
per quanto sono,
e di quelle che non sono,
per quanto non sono.
- Protagora Entro i confini del mondo non
vi può essere esilio di sorta:
nulla che si trovi in questo
mondo è estraneo all'uomo.
- Seneca La bellezza delle cose esiste
nella mente di chi le osserva.
- David Hume Ciò che è razionale
è reale; e ciò che è reale
è razionale.
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel -
za. In qualche modo, questo passaggio
potrebbe essere esemplificato con la
transizione dalla rigida meccanica
newtoniana che domina la gravità dei
corpi celesti, alla meccanica quantistica
che – totalmente non deterministica – regna nel mondo delle particelle
subatomiche. «Dio non gioca a dadi»,
fu il celebre commento di Albert Einstein di fronte a cotanta, inaspettata
indeterminatezza. Oggi sappiamo che
il più grande fisico della storia aveva
torto. Dio gioca a dadi: nel mondo
subatomico, gli elettroni seguono
davvero il Principio di indeterminazione enunciato dal suo collega Werner
Heisenberg.
Ma non c’è solo la fisica. I sismologi, i
climatologi, perfino i biologi e i patologi, devono fare i conti con un tale grado
di incertezza che la vecchia idea di
una conoscenza come specchio fedele
della natura, è quantomeno messa in
discussione.
Mentre ci addentriamo a passi veloci
dentro all’Infosfera, segnata dagli
incerti confini fra il mondo analogico
e quello digitale, la già pragmatica
filosofia moderna dovrà ulteriormente
riaggiustare il tiro con un approccio
all’etica capace di includere tanto il
mondo naturale che quello artificiale
dei device costruiti dall’uomo, baciati
da una crescente intelligenza.
Anche se davanti a un touchscreen
possiamo trovare la rassicurazione
del computo ergo sum, molti antichi
dilemmi restano fatalmente aperti.
Ma il bello è che, nel frattempo, ne
abbiamo aggiunti altri, nuovi di zecca.
Dalla psicologia online al digital divide.
Dall’assalto alla privacy alla libertà
di espressione in stile Wikileaks. Dai
robot-badanti fino alla cyberguerra.
Avevamo trovato molte risposte. E ci
ritroviamo con più domande di prima.
Per la filosofia digitale
l’universo è in realtà
un grande computer
La teoria atomica portata agli estremi
concepisce un mondo fatto di numeri interi
A
ben vedere, siamo tutti programmati digitalmente.
“Digitale” viene dal latino digitus, dito, ed è sinonimo
di “numerico” (perché le dita sono sempre tornate
utili per contare). La vita di ognuno di noi, si sviluppa secondo
il progetto scritto nella matematica di quattro possibili basi
azotate (A, C, G o T) che compongono informazioni genetiche
contenute nelle 23 coppie di cromosomi che costituiscono la
molecola di Dna.
La principale distinzione fra l’analogico e il digitale, sta nella
rispettiva rappresentazione della realtà. Il mondo analogico
rappresenta l’informazione con una serie di valori continui. Il
mondo digitale invece, usa valori “discreti”, ovvero separati e
distinti. In poche parole, la differenza fra la lancetta dei secondi nell’orologio e i secondi scanditi uno dopo l’altro dall’orologio di un computer.
Bene, una scuola filosofica sostiene che – proprio come il
Il falso è suscettibile d'una
infinità di combinazioni,
ma la verità ha solo un modo
d'essere.
- Jean-Jacques Rousseau L'uomo è soltanto un errore
di Dio? Oppure Dio
è soltanto un errore dell'uomo?
- Friedrich Nietzsche Nella sua arroganza l'uomo
attribuisce la propria
origine a un piano divino;
io credo più umile e verosimile
vederci creati dagli animali.
- Charles Darwin Il pensare è uno
dei massimi piaceri concessi
al genere umano.
- Bertold Brecht Il problema dell'umanità
è che gli stupidi sono
strasicuri, mentre
gli intelligenti sono pieni
di dubbi.
- Bertrand Russell Le precedenti
puntate sono
state pubblicate:
11 settembre
25 settembre
9 ottobre
6 novembre
20 novembre
I filosofi non spuntano
dal terreno come i funghi.
Essi sono il prodotto
del loro tempo.
- Karl Marx -
La principale distinzione fra mondo
analogico e digitale sta nella
rispettiva rappresentazione della realtà
Dna – l’intera realtà può essere definita con numeri discreti e
interi. La chiamano “filosofia digitale”. «È una teoria atomica portata agli estremi», si legge nel sito di Edward Fredkin
(www.digitalphilosophy.org), uno dei padri di questo approccio, insieme a Konrad Zuse, Stephen Wolfram, Gregory Chaitin, Seth Lloyd e altri. «Questo vuol dire che, teoricamente,
ogni quantità della natura può essere espressa da un numero
intero. La filosofia digitale implica che la natura non ha infinità, infinitesimali, né continuità o variabili casuali determinate
localmente».
L’universo, insomma, sarebbe un gigantesco computer,
fondamentalmente fatto di numeri, dove la materia e l’energia
sono manifestazioni secondarie e complesse, e dove i processi
dinamici sono una sorta di transizione da uno stato numerico
all’altro. Nel caso dell’atomo, come in quello del Dna, l’idea
è piuttosto comprensibile. Ma la filosofia digitale applicata
alla fisica sostiene che anche il tempo e lo spazio sono fatti di
numeri interi. Il che, dal nostro angolo di osservazione, appare
decisamente controintuitivo.
La storia del mondo, se tutto ciò fosse vero, sarebbe un po’
come una partita a scacchi, dove le mosse sono “discrete”
e generano ognuna uno stato diverso, piuttosto che come
una partita di calcio dove la palla si muove in continuo, dove
ogni piccolo spostamento nella traiettoria genererebbe un
altro mondo. Non a caso, esistono relazioni fra questa ardua
ontologia e la M-Theory, la versione della teoria delle stringhe
avanzata dal fisico Ed Witten. Tutta materia per la scienza, e la
filosofia, del futuro.