Predica del Matrimonio di M. e L. La Parola. 1° lettura. Dal Cantico dei cantici (8,6-7) 6 Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! 7 Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio. 2° Lettura: Dalle lettera agli Efesini (5,20-33) “20rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. 21 Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. 22 Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24 E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. 25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, 27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata. 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.” (Ef.5,20-33) Vangelo. Matteo 7,24-27. “24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Mt.7,24-27) Sposandosi nel Signore si entra, necessariamente, nella logica della grazia. In che consiste questa logica? E’ la logica del dono: si riceve un regalo immeritato e, in gran parte, inaspettato. La libertà-amore è chiamata solo ad accogliere il dono e a custodirlo. In particolare la libertàamore non è impegnata a costruire la grandezza, cioè le dimensioni, del dono e neppure può impegnarsi a creare condizioni per ‘meritare’ il dono; in questo caso il dono non sarebbe più tale ma si chiamerebbe ricompensa. Così chi si sposa nel Signore non assume impegni particolari, ma si impegna ‘semplicemente’ ( e non è affatto poco) a creare le condizioni perché il dono sia accolto e non sia lasciato morire. Questo fatto offre al matrimonio cristiano una struttura eucaristica, cioè di benedizione (si ‘dice bene’ del matrimonio) e di grazia. Tutto è gratis, nulla è dovuto perché non c’è proporzione misurabile tra impegno e dono ricevuto, tra diritto e contenuto del sacramento. Chi si sposa in Chiesa sa di essere amato da Dio e che Dio stesso – mandando il suo Spirito ( che è Grazia) – vive in questo amore. Su questo sfondo si coglie il significato delle tre letture scelta da M. e L. per il loro matrimonio. Essi sottolineano tre doni ricevuti nella celebrazione del Sacramento dell’Amore e la Grazia dello Spirito fa posto nel cuore (dei due/singoli e nell’uno/coppia, nato dal matrimonio) a questi doni perché portino frutti in abbondanza. Il primo dono è un sigillo; il secondo dono è un segno vivo; il terzo dono è una casa sicura. La prima lettura ci parla di un sigillo; nel Matrimonio cristiano questo sigillo è lo Spirito santo. Il sigillo - in questo caso - non è un marchio di proprietà, ma un segno di garanzia e di libertà Questo amore è sigillato, cioè autenticato e benedetto. Il Vangelo del matrimonio dice, innanzitutto, che l’amore è bello e buono. Dell’amore ci si può fidare perché è benedetto. Non solo l’amore è benedetto, ma è anche libero. Il sigillo matrimoniale, posto dallo Spirito santo, fa sì che l’amore sia autentico, cioè libero. Gli sposi ricevono ‘la licenza di amare’, cioè trovano la pienezza della vita e della libertà nella forza gioiosa con cui sanno creare dei legami. E’ il paradosso della libertà autentica che cresce legandosi, e che , invece, diminuisce fino a morire qualora permettesse ai legami di allentarsi. Il secondo dono è un ‘segno vivo’; Il Matrimonio celebrato fa dell’amore umano un segno dell’amore di Cristo per la Chiesa. Questo linguaggio merita una precisazione. Il termine segno, nel linguaggio comune indica una ‘segnalazione’ di qualcosa che è segnalato proprio perché è ancora lontano e assente. Una freccia indica la direzione e non l’arrivo. Con il termine segno vivo (in linguaggio ecclesiastico si dice ‘ segno sacramentale’) si vuol intendere che non c’è solo un segnale o un richiamo generico, ma si vuol dire che c’è una presenza. L’amore di Gesù è realmente presente nell’affetto e nei segni dell’amore tra una donna e il suo uomo, così come nell’Eucaristia è presente, nel segno, la realtà della Pasqua di Gesù. Per questo S. Paolo può dire .’ Questo mistero è grande; io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa’. Il termine ‘mistero’ (è bene ricordarlo) nel linguaggio cristiano ha un significato ben preciso e diverso rispetto al senso che comunemente viene attribuito a questa parola. ‘Mistero’ non significa qualcosa che non si capisce, bensì indica qualcosa che non si può esaurire. Il Mistero non è l’incomprensibile, ma è l’inesauribile. Perché inesauribile? Perché Mistero significa che è in atto una autocomunicazione di Dio: visibile, storica, comprensibile e sempre da ricomprendere. Tutto questo avviene nell’Incarnazione di Gesù e nel dono dello Spirito che – per grazia - rende possibile al credente di vivere realmente la ‘vita nuova’. Perciò possiamo dire che Dio è nell’amore e che l’amore è in Dio. L’orizzonte si allarga a dismisura. Per questo gli amici di Gesù si sposano per ‘fare la Chiesa’, cioè per essere il centro vivo che, quasi come un prototipo, indica al mondo come si vive la fraternità (cioè la Chiesa) Per tanti secoli sono stati i monaci e le monache ad essere ‘segno’ della Chiesa; oggi, finalmente, si comincia a capire che la Chiesa è ‘significata’ anche nell’amore matrimoniale. Questo fatto avrà delle conseguenze straordinarie e dirompenti; il dono dello Spirito è come il vento: arriva ovunque ed è inarrestabile. Il terzo dono è una casa sicura. La casa. E’ una immagine importante. Secondo il Vangelo la casa deve essere costruita sulla roccia. E noi sappiamo che la roccia è Gesù. Ma proprio perché la ‘casa’ assume un significato simbolico, vediamo il senso di questo dono. Innanzi tutto la casa è un luogo fecondo. La Grazia (cioè lo Spirito) è fecondità, cioè moltiplicazione. Non per nulla nell’icona della Trinità di Rublev l’angelo che rappresenta lo Spirito è rivestito di verde, cioè della vita che si rinnova in continuazione.. Per gli amici di Gesù vale la regola d’oro del centuplo; tutto ciò che si dona a Gesù viene, subito, moltiplicato per cento con - in più - la garanzia che questa fecondità è già un anticipo di eternità. Sappiamo tutti che la casa vedrà anche fatiche, silenzi imbarazzanti, delusioni, stanchezze (insieme a tante altre cose bellissime), ma la presenza di Gesù, in casa, garantisce che essa sia sempre feconda. La casa è anche il ‘forziere della memoria’; la casa, quando è abitata da persone che si amano, si impregna d’amore. I muri parlano e raccontano; è esperienza comune: entrando in una casa, a saper leggere, si coglie tutto l’amore che in quella casa ha preso forma. Se la casa è il ‘forziere della memoria’, significa che la casa è anche il luogo dell’eucaristia. La presenza del significato eucaristico (cioè di gioiosa gratitudine e di dolcissima offerta di sé) fa della casa il luogo della preghiera e dell’incontro con Gesù. Da ultimo la casa è anche il luogo del tranquillo ‘essere posseduti’ dalla verità. Perciò la casa è il luogo della fede. Già con il Battesimo ogni cristiano ha il dono della profezia (cioè dell’interpretazione degli eventi); con il Matrimonio, il Battesimo giunge a maturazione e quindi anche la profezia diventa matura. In casa bisogna ‘interpretare’ gli eventi della coppia, della famiglia, della Chiesa e del mondo. La casa è perciò il più grande laboratorio della fede. Nella casa si ‘fa’ la vera cultura cristiana. E voi, carissimi M. e L., cosa ne farete del sigillo, del segno e della casa? Li terrete per voi? Spero proprio di no. ‘Chi trattiene per se, muore; chi dona con gioia, vive’. L’unico modo cristiano di ‘conservare’ è quello di seminare gratuitamente, in abbondanza e senza tenere nulla per sé. Così…scatta il centuplo.