UROGRAFIA: FAQ ED ELENCO Che cos'è? L'urografia è l'indagine radiologica dell'apparato urinario, eseguita mediante opacizzazione dei reni e delle vie escretrici grazie alla somministrazione di un mezzo di contrasto radiopaco che viene eliminato attraverso l'urina. I reni e le vie urinarie sono infatti poco visibili sui radiogrammi dell'addome eseguiti con tecnica standard, poiché la loro densità radiografica è scarsa e non è differente da quella dei visceri adiacenti. Solo i calcoli calcificati sono apprezzabili, e non sempre, con le radiografie senza mezzo di contrasto. Il preparato contrastografico che si utilizza in urografia appartiene alla categoria dei mezzi di contrasto iodati. Esso viene iniettato per via endovenosa al momento dell'esame e quindi viene formulato in una preparazione biocompatibile, sterile e iniettabile. Nei reni, il preparato iodato viene filtrato dai glomeruli ed è eliminato attraverso l'urina, che ne risulta quindi opacizzata: questo effetto perdura per circa 30 minuti in condizioni normali di tecnica e di funzionalità, e si estingue con la minzione dell'urina opaca al termine dell'esame. Poiché l'opacizzazione di reni e vie escretrici (bacinetti, ureteri, vescica, uretra) avviene secondo la successione fisiologica della formazione e dell'eliminazione dell'urina, anche l'urografia si svolge con una sequenza di fasi ciascuna dotata di un proprio significato diagnostico. Inizialmente (primi 5 min dall'iniezione) il mezzo di contrasto opacizza il parenchima renale durante il suo passaggio nella rete vascolare e durante la sua filtrazione glomerulare: è questa la fase nefrografica o parenchimografica. Dopo i primi minuti e soprattutto successivamente si ha opacizzazione dell'urina e quindi delle cavità che la contengono (calici, bacinetto, ureteri): fase urografica. L'urina radiopaca scende attraverso gli ureteri e si raccoglie in vescica, determinandone l'opacizzazione: fase cistografica. Infine, l'indagine può venire completata con lo studio dell'uretra mediante osservazione del transito urinario durante la minzione (fase uretrografica) e con ripresa di radiogrammi al termine della minzione, per controllare l'efficacia dello svuotamento della vescica (fase postminzionale). L'urografia fornisce quindi informazioni diagnostiche non soltanto morfologiche sui reni e sulle vie urinarie ma anche funzionali, evidenziando una mancata o ritardata eliminazione del contrasto da uno o da entrambi i reni o un incompleto svuotamento della vescica. Perché si fa? L'urografia consente di visualizzare in maniera dettagliata la morfologia delle vie escretrici urinarie e di valutare l'integrità e la funzionalità del parenchima renale: non permette invece, a differenza dell'ecografia e della TC, di differenziare la struttura interna, corticale e midollare, del parenchima e non consente di stabilire il contenuto di un'alterazione. Essa consente di riconoscere i calcoli, anche se concrezioni litiasiche di piccole dimensioni possono risultare mascherate dall'opacità del mezzo di contrasto contenuto nelle cavità escretrici: per questo è fondamentale eseguire, prima dell'iniezione del contrasto, un radiogramma standard di base. L'urografia è un esame importante e complesso, che richiede la valutazione diretta dello specialista radiologo, comporta somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto ed espone il paziente alle radiazioni ionizzanti, interessando organi particolarmente radiosensibili come il midollo osseo delle ali iliache e le gonadi, soprattutto nel sesso femminile. Per questo motivo, vista la disponibilità di altre tecniche diagnostiche altrettanto utili per la visualizzazione dei reni e della vescica e non irradianti, come l'ecografia, l'urografia si utilizza quale esame di seconda scelta per approfondire i casi lasciati dubbi dall'indagine ecografica e per studiare gli ureteri, che sono scarsamente evidenziati dall'ecografia. Prima dell'esame Per migliorare la visibilità dei reni e degli ureteri è opportuno eseguire prima dell'esame una preparazione intestinale con dieta povera di scorie e pulizia dell'intestino distale tramite clistere. L'indagine urografica non può essere effettuata in maniera corretta nei primi giorni successivi ad un esame contrastografico del tubo digerente o ad un clisma opaco, per la sovrapposizione del contrasto baritato residuo. E' ovviamente indispensabile, trattandosi di un esame che impiega mezzi di contrasto iodati per via endovenosa, eseguire preventivamente le indagini di laboratorio eventualmente ritenute necessarie per individuare i soggetti a rischio di sviluppare reazioni anafilattiche ai preparati iodati Come si svolge L'esame non è doloroso né fastidioso, a parte la necessità di sottoporsi all'iniezione endovenosa del mezzo di contrasto e di osservare le prescrizioni per la preparazione intestinale. Il paziente viene posizionato nell'apparecchio radiografico in posizione sdraiata; nel corso dell'esame può essere necessario, a giudizio dello specialista, eseguire degli spostamenti o mettersi in piedi: in alcuni casi può venire eseguita una modica compressione dell'addome con un cuscino. Durante le riprese dei diversi radiogrammi, che richiedono pochi secondi, il paziente è invitato a mantenere l'immobilità. Al termine, il paziente è invitato ad accomodarsi in bagno e a urinare; successivamente vengono eseguite una o più radiografie post-minzionali sulla vescica. In alcuni casi particolari, e in genere su richiesta del curante, la minzione al termine dall'esame può essere effettuata in sala radiografica e sotto controllo radioscopico (uretrografia minzionale): il passaggio dell'urina opaca attraverso l'uretra e la conformazione del pavimento vescicale durante lo stimolo e la minzione vengono registrati sulle radiografie riprese in queste fasi. Dopo l'esame Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l'esame. Quando non si può fare L'urografia non conosce particolari limitazioni, a parte la gravidanza iniziale, controindicazione comune a tutti gli esami radiologici, e a parte le note precauzioni legate all'impiego dei mezzi di contrasto iodati per via endovenosa. L'esame ha una durata compresa fra circa 30 e 45 minuti, durante i quali il paziente deve restare immobile quasi completamente sul lettino radiografico, il più spesso con una incannulazione venosa per l'infusione del mezzo di contrasto e di liquidi. Questa indagine può quindi riuscire difficoltosa nei soggetti intolleranti o incapaci mantenere l'immobilità. CLISMA OPACO: FAQ ED ELENCO Che cos'è? E' l'esame radiografico del tratto distale dell'intestino (colon, sigma e retto), ottenuto mediante opacizzazione dei visceri tramite introduzione per via rettale di un mezzo di contrasto radiopaco, in genere solfato di bario, e loro insufflazione con aria (doppio contrasto). I visceri intestinali, infatti, non forniscono una immagine diagnosticamente valida sui radiogrammi senza preparazione e sono osservabili solo dopo introduzione nel loro interno di un preparato radiograficamente visibile. Il clisma opaco è una indagine complessa e dinamica, poiché studia in tempo reale il progredire del preparato opaco attraverso le varie porzioni del grosso intestino e ne visualizza anche la peristalsi. Inoltre, la risalita del mezzo di contrasto e l'insufflazione dell'aria devono avvenire secondo precise regole, per evitare un risultato diagnosticamente scadente e anche fastidi e pericoli per il paziente. Per questi motivi, il clisma opaco è un esame la cui esecuzione richiede esperienza ed è affidata al controllo diretto dello specialista radiologo. Perché si fa? Il clisma opaco ha lo scopo di evidenziare le alterazioni, morfologiche e funzionali, dei diversi segmenti del grosso intestino e del retto. Si tratta di un esame importante e complesso, che richiede la valutazione diretta dello specialista radiologo, comporta una preparazione intestinale e la somministrazione rettale di mezzo di contrasto ed espone il paziente alle radiazioni ionizzanti, interessando organi particolarmente radiosensibili come il midollo osseo delle ali iliache e le gonadi, soprattutto nel sesso femminile. Questo esame fornisce una diagnosi, sovente precoce, delle lesioni organiche di tipo ulcerativo o tumorale, delle stenosi e delle formazioni diverticolari. Inoltre, esso consente di rilevare alterazioni della motilità dei visceri, in particolar modo della loro peristalsi, che possono essere dovute a lesioni organiche associate (flogosi, tumori, etc.) o insorte per altri motivi. Infine, questa indagine evidenzia la posizione e i rapporti dei visceri opacizzati rendendo possibile riconoscere eventuali dislocazioni o compressioni da parte di formazioni patologiche contenute nell'addome o nella pelvi. Il clisma opaco non fornisce risultati diagnosticamente utili molti casi di disturbi o dolori addominali insorti su base funzionale o psicologica e nelle flogosi delle pareti viscerali di grado lieve, situazioni nelle quali esso consente comunque di escludere l'esistenza di più gravi alterazioni concomitanti; questa indagine non è inoltre indicata per la valutazione delle emorroidi. Il clisma opaco viene oggi spesso affiancato e sostituito dalla colonscopia, indagine endoscopica che consente l'osservazione diretta della mucosa del grosso intestino e il prelievo bioptico di campioni di tessuto, ma non fornisce una immagine panoramica dell'addome e del suo contenuto viscerale. Prima dell'esame Il clisma opaco deve essere eseguito a digiuno completo e dopo un'accurata preparazione che comprende, nella maggior parte dei casi, una dieta povera di scorie per alcuni giorni, un'abbondante assunzione di liquidi ed una pulizia intestinale evacuativa. Questa complessa preparazione ha lo scopo di liberare l'intestino dal contenuto liquido e fecale che ne impedirebbe una corretta osservazione. Come si svolge L'esame non è propriamente doloroso ma risulta sovente fastidioso, per la indispensabile introduzione di una sonda rettale e per la necessità di dilatare l'intestino con contrasto liquido ma soprattutto con insufflazione di aria. Queste manovre determinano, nella maggior parte dei casi, l'insorgenza di uno stimolo all'evacuzione anche intenso che può condurre, in alcuni casi, ad incontinenza con impedimento parziale o totale alla prosecuzione dell'indagine. Il paziente, posto sull'apparecchio radiografico, viene incannulato per via rettale con la sonda attraverso la quale, in tempi successivi, viene introdotto il mezzo di contrasto liquido e viene insufflata l'aria: il tutto avviene sotto controllo radioscopico da parte dello specialista. Durante l'esame, che si svolge sia in piedi che in decubito, il paziente viene invitato a girarsi nelle varie inclinazioni più opportune per osservare le diverse porzioni dell'intestino. In alcuni particolari casi, riesce utile iniettare intramuscolo una piccola fiala di un comune preparato antispastico. Nel corso delle varie fasi dell'esame, l'operatore chiede al paziente di restare immobile ed in apnea per gli istanti necessari a fissare sulle radiografie i momenti e le immagini più significative. Al termine dell'opacizzazione e della distensione gassosa delle anse coliche il paziente viene invitato a scaricarsi in bagno e quindi viene esaminato nuovamente per osservare la distribuzione del bario dopo evacuazione. La durata del clisma opaco è molto variabile e dipende dalle condizioni e dalla collaborazione del paziente, dall'esperienza dell'operatore e dal tipo di apparecchio impiegato: mediamente, essa può variare fra 20 e 30 minuti. Dopo l'esame Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l'esame. Il bario introdotto per l'esame viene eliminato normalmente nelle feci nei giorni successivi, che non ne risultano alterate. Durante questo periodo, e comunque per almeno 3-4 giorni dopo l'indagine, non sono eseguibili gli esami radiografici e TC dell'addome, dell'apparato urinario, del rachide lombare e del bacino, per la sovrapposizione del contenuto radiopaco intestinale. Quando non si può fare A parte la gravidanza, controindicazione comune a tutti gli esami radiologici, il clisma opaco non può essere eseguito in maniera completa e corretta in assenza di una collaborazione da parte del paziente. Nel caso che il paziente non possa stare in piedi o non possa modificare la propria posizione o il decubito, l'indagine dovrà limitarsi allo studio, di necessità generico, della canalizzazione dei visceri e della loro pervietà al mezzo di contrasto. In caso di precoce incontinenza l'esame sarà forzatamente limitato al solo studio del tratto intestinale distale opacizzato dal contrasto. Anche in caso di insoddisfacente preparazione intestinale il clisma opaco potrà fornire solo indicazioni generiche sulla pervietà e sul decorso dei visceri ma non sul loro contenuto e sulle loro alterazioni più fini. Il clisma opaco non può e non deve essere eseguito impiegando mezzo di contrasto baritato qualora vi sia il sospetto di una perforazione intestinale, poiché il bario non viene assorbito dall'organismo e dovrebbe quindi essere eliminato per via chirurgica. In questi casi, è necessario effettuare l'indagine impiegando del mezzo di contrasto iodato, solubile e riassorbibile. APPARATO DIGERENTE: FAQ ED ELENCO Che cos'è? E' l'esame radiografico del tubo digerente superiore (esofago, stomaco, duodeno) e delle anse intestinali, ottenuto mediante opacizzazione dei visceri dopo ingestione di un mezzo di contrasto radiopaco, in genere solfato di bario. I visceri del canale alimentare, infatti, non forniscono una immagine diagnosticamente valida sui radiogrammi senza preparazione e sono osservabili solo dopo introduzione nel loro interno di un preparato radiograficamente visibile. Spesso inoltre la loro immagine radiografica viene migliorata grazie all'abbinamento del mezzo di contrasto opaco con la distensione del loro lume fornita dalla dilatazione con aria o con altro gas (doppio contrasto): ne risulta una più fine visibilità delle pareti dei visceri e dei loro dettagli. La radiografia del tubo digerente è una indagine dinamica, poiché studia in tempo reale il progredire del preparato opaco attraverso le varie porzioni del canale alimentare e ne visualizza la cinetica e la peristalsi. Per questo motivo, si tratta di un esame abbastanza complesso la cui esecuzione va personalizzata alle caratteristiche e alle problematiche del paziente e che richiede per questo l'intervento diretto dello specialista radiologo. Perché si fa? L'esame radiografico dell'apparato digerente ha lo scopo di evidenziare le alterazioni, morfologiche e funzionali, del canale alimentare e dei suoi diversi segmenti. Questo esame fornisce una diagnosi, sovente precoce, delle lesioni organiche di tipo ulcerativo o tumorale, delle stenosi e delle formazioni diverticolari. Inoltre esso consente di rilevare alterazioni della motilità dei visceri, in particolar modo della loro peristalsi, che possono essere dovute a lesioni organiche associate (ulcere, tumori, etc.) o insorte per altri motivi. Infine, questa indagine evidenzia la posizione e i rapporti dei visceri opacizzati rendendo possibile riconoscere eventuali dislocazioni o compressioni da parte di formazioni patologiche contenute nell'addome. L'esame radiografico dell'apparato digerente non fornisce risultati diagnosticamente utili molti casi di disturbi digestivi su base psico-funzionale e nelle flogosi delle pareti viscerali di grado lieve, situazioni nelle quali esso consente comunque di escludere l'esistenza di più gravi alterazioni concomitanti. L'esame radiografico dell'apparato digerente viene oggi spesso affiancato e sostituito dalla gastroduodenoscopia, indagine endoscopica che consente l'osservazione diretta della mucosa del tubo digerente e il prelievo bioptico di campioni di tessuto, ma non fornisce una immagine panoramica dell'addome e del suo contenuto viscerale. Prima dell'esame L'esame radiografico dell'apparato digerente deve essere eseguito a digiuno completo da almeno 8 ore, evitando anche l'assunzione di liquidi. Il digiuno ha lo scopo di liberare stomaco e duodeno dal contenuto alimentare che ne impedirebbe una corretta osservazione Come si svolge L' esame non è doloroso né fastidioso. Il paziente, posto sull'apparecchio radiografico, viene invitato a bere il mezzo di contrasto, fornito in preparazioni commerciali dal sapore gradevole, e ad assumere eventualmente un preparato in forma di compressa o di polvere effervescente che determina in questo modo l'effetto di doppio contrasto per liberazione di gas nello stomaco. Durante l'esame, che si svolge sia in piedi che in decubito, il paziente viene invitato a girarsi nelle varie inclinazioni più opportune per osservare le diverse porzioni del tubo digerente. In alcuni particolari casi, può riuscire utile iniettare intramuscolo una piccola fiala di un comune preparato antispastico. Nel corso delle varie fasi dell'esame, l'operatore chiede al paziente di restare immobile ed in apnea per gli istanti necessari a fissare sulle radiografie i momenti e le immagini più significative. La durata dell'esame radiografico dell'apparato digerente è molto variabile e dipende dalle condizioni e dalla collaborazione del paziente, dall'esperienza dell'operatore e dal tipo di apparecchio impiegato: mediamente, essa può variare fra 10 e 20 minuti. Nella maggior parte dei casi, inoltre, il paziente viene invitato a ripresentarsi dopo un intervallo di tempo di alcune ore (in genere al pomeriggio se l'esame è stato effettuato al mattino) per eseguire un'ultima radiografia sull'addome nella quale si valuta l'opacizzazione delle anse intestinali. Dopo l'esame Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l'esame. Nel casi sia programmata una radiografia di controllo nel pomeriggio, è consigliabile evitare un apporto alimentare eccessivo al pranzo di mezzogiorno. Il bario ingerito per l'esame viene eliminato normalmente nelle feci dei giorni successivi, che non ne risultano alterate. Durante questo periodo, e comunque per almeno 3-4 giorni dopo l'indagine, non sono eseguibili gli esami radiografici e TC dell'addome, dell'apparato urinario, del rachide lombare e del bacino, per la sovrapposizione del contenuto radiopaco intestinale. Quando non si può fare A parte la gravidanza, controindicazione comune a tutti gli esami radiologici, l'esame radiografico dell'apparato digerente non può essere eseguito in maniera completa e corretta in assenza di una collaborazione da parte del paziente. Nel caso che il paziente non possa stare in piedi o non possa modificare la propria posizione o il decubito, l'indagine potrà limitarsi allo studio, di necessità generico, della canalizzazione dei visceri e del transito del mezzo di contrasto. L'esame radiografico dell'apparato digerente non può e non deve essere eseguito impiegando mezzo di contrasto baritato qualora vi sia il sospetto di una occlusione o di una perforazione gastro-intestinale, poiché il bario non viene assorbito dall'organismo e dovrebbe quindi essere eliminato per via chirurgica. In questi casi, è necessario effettuare l'indagine impiegando del mezzo di contrasto iodato, solubile e riassorbibile. ELENCO PRESTAZIONI EROGATE - RX RADIOGRAFIA CONVENZIONALE CODICE 87.06 87.06.1 87.09.1 87.16.1 DESCRIZIONE FARINGOGRAFIA (incluso esame diretto) RADIOGRAFIA CON CONTRASTO DELLE GHIANDOLE SALIVARI Scialografia (4p) incluso esame diretto RADIOGRAFIA DEI TESSUTI MOLLI DELLA FACCIA, DEL CAPO E DEL COLLO Esame diretto (2p) di: laringe, rinofaringe, ghiandole salivari, ALTRA RADIOGRAFIA DI OSSA DELLA FACCIA radiografia (2p) di orbite, mastoidi (rocche petrose, forami ottici) ossa nasali, emimandibola 87.17.1 87.17.2 87.22 87.23 87.24 87.29 87.38 87.42.1 87.42.2 87.42.3 87.43.1 87.43.2 87.44.1 87.49.1 87.54.1 87.59.1 87.62.1 87.62.2 87.62.31 87.63 87.65.1 87.65.2 87.66 87.72 87.83 87.75.1 87.76 87.77 87.79 87.79.1 88.03.1 88.19 88.21 88.22 88.23 88.26 88.27 RADIOGRAFIA DEL CRANIO E DEI SENI PARANASALI Cranio in 3 p. RADIOGRAFIA DELLA SELLA TURCICA (2 p.) RADIOGRAFIA DELLA COLONNA CERVICALE (2 P.) Esame morfodinamico della colonna cervicale RADIOGRAFIA DELLA COLONNA TORACICA (DORSALE) (2 p.) Esame morfodinamico della colonna dorsale, rachide dorsale per morfometria vertebrale) RADIOGRAFIA DELLA COLONNA LOMBOSACRALE (2 P.) Radiografia del rachide lombosacrale o sacrococcigeo, esame morfodinamico della colonna lombosacrale, rachide lombosacrale per morfometria vertebrale RADIOGRAFIA COMPLETA DELLA COLONNA (2 p.) Radiografia completa della colonna e del bacino sotto carico (Questo esame viene eseguito solo su Pazienti con età compresa tra i 13 e 24 anni) FISTOLOGRAFIA DELLA PARETE TORACICA (min. 2 p.) TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) TORACICA BILATERALE Tomografia bilaterale polmonare TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) TORACICA MONOLATERALE Tomografia monolaterale polmonare TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) DEL MEDIASTINO RADIOGRAFIA DI COSTE, STERNO E CLAVICOLA (3 p.) Scheletro toracico, costale, bilaterale ALTRA RADIOGRAFIA DI COSTE, STERNO E CLAVICOLA (2 p.) Scheletro toracico, costale monolaterale, sterno clavicola RADIOGRAFIA DEL TORACE DI ROUTINE NAS radiografia standard del torace, (Teleradiografia, Telecuore) (2 p.) RADIOGRAFIA DELLA TRACHEA (2 p.) COLANGIOGRAFIA TRANS-KEHR Incluso esame diretto COLECISTOGRAFIA Incluso esame diretto e prova di Bronner RADIOGRAFIA DELL’ESOFAGO CON CONTRASTO RADIOGRAFIA DELL’ESOFAGO CON DOPPIO CONTRASTO RADIOGRAFIA DI ESOFAGO, STOMACO, DUODENO CON DOPPIO CONTRASTO STUDIO SERIATO DELL’INTESTINO TENUE CLISMA OPACO SEMPLICE CLISMA CON DOPPIO CONTRASTO RADIOGRAFIA DEL PANCREAS CON CONTRASTO Wirsungrafia TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) RENALE Tomografia regioni renali, nefropielotomografia incluso esame diretto UROGRAFIA ENDOVENOSA Incluso esame diretto e nefropielotomografia PIELOGRAFIA TRANSPIELOSTOMICA CISTOURETROGRAFIA RETROGRADA Uretrocistografia ascendente e enzionale (6 radiogrammi) CISTOGRAFIA (4 radiogrammi) incluso esame diretto RADIOGRAFIA DELL’APPARATO URINARIO Apparato urinario a vuoto (2 radiogrammi) URETROGRAFIA (3 radiogrammi) FISTOLOGRAFIA DELLA PARETE ADDOMINALE E/O DELL’ADDOME (4 radiogrammi) RADIOGRAFIA DELL’ADDOME (2 p) RADIOGRAFIA DELLA SPALLA E DELL’ARTO SUPERIORE Radiografia (2 p.) di: spalla, braccio, toraco-brachiale RADIOGRAFIA DEL GOMITO E DELL’AVAMBRACCIO Radiografia (2 p.) di gomito, avambraccio RADIOGRAFIA DEL POLSO E DELLA MANO Radiografia (2 p.) di polso, mano, dito della mano RADIOGRAFIA DI PELVI E ANCA Radiografia del bacino, radiografia dell’anca RADIOGRAFIA DEL FEMORE, GINOCCHIO, E GAMBA Radiografia (2 p.) di femore, ginocchio gamba 88.28 88.29.2 88.31 88.33.1 88.33.2 88.39.1 88.90.1 RADIOGRAFIA DEL PIEDE E DELLA CAVIGLIA Radiografia (2 p.) di caviglia, piede (calcagno), dito del piede RADIOGRAFIA ASSIALE DELLA ROTULA (3 p.) RADIOGRAFIA DELLO SCHELETRO IN TOTO (Scheletro per patologia sistemica) STUDIO DELL’ETA’ OSSEA (1 p.) polso-mano o ginocchia TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) DI SEGMENTO SCHELETRICO LOCALIZZAZIONE RADIOLOGICA CORPO ESTRANEO (2 p.) EVENTUALE TOMOGRAFIA (STRATIGRAFIA) CONTEMPORANEA AD ESAME DI: ghiandole salivari, trachea COLANGIOGRAFIA PEROPERATORIA RADIOGRAFIA DELL’ADDOME Per addome acuto REPERAGGIO CHIRURGICO PROIEZIONI OBLIQUE Aggiuntive a studio di segmento osseo della colonna o delle anche PROIEZIONI DINAMICHE Aggiuntive a studio di segmento osseo della colonna UROGRAFIA Incluso: diretta addome, mdc, 1 panoramica, nefropielotomo, 2 panoramiche, vescica piena (3 p.) vescica postminzionale (1 p.) UROGRAFIA CON TOMOGRAFIA RENALE Incluso diretta addome, tomo renale, mdc, 1 panoramica, nefropielotomo, 2 panoramiche, vescica piena (3 p.) vescica postminzionale (1 p.) UROGRAFIA CON CISTOURETROGRAFIA MINZIONALE Incluso diretta addome, mdc, 1 panoramica, nefropielotomo, 2 panoramiche, vescica piena (3 p.) vescica postminzionale (1 p.) cistouretrografia enzionale UROGRAFIA CON TOMOGRAFIA RENALE E CISTOURETROGRAFIA Incluso diretta addome, tomo renale, mdc, 1 panoramica, nefropielotomo, 2 panoramiche, vescica piena (3 p.) vescica postminzionale (1 p.) cistouretrografia minzionale